30 novembre 2015
Una riflessione politicamente scorretta sul massacro di Parigi
In questi giorni tutti i media condannano unanimemente il massacro di Pariri, esortano all’unità dell’Occidente e ad intensificare l’azione militare contro l’ISIS. Ma … non bisognava risolvere il problema del terrorismo? Non sarà magari il momento di riflettere sulle responsabilità dell’Occidente nell’aumento del terrorismo?
E’ chiaro, il massacro di Parigi può solo causare orrore e lutto. Ma… perché delle persone così giovani possono agire in modo così atroce? Il municipio di Courcouronne, il ghetto da cui viene il kamikaze identificato Ismail Mostafa, è anche il luogo di origine di Assata Diakité, una delle vittime.
Tre riflessioni…
La prima è che le relazioni fra mondo arabo e Occidente hanno una storia pesante. Iniziano quando, nel 1916, durante la 1° Guerra Mondiale, Francia, Gran Bretagna, Russia e Italia fecero un accordo per dividere tutto l’Impero Ottomano.
Il marketing politico
La nostra epoca probabilmente sarà ricordata come
l’epoca delle manipolazioni mentali. Infatti, per accettare il sistema in cui
stiamo vivendo è necessario subire alcuni condizionamenti, finalizzati a creare
un contesto fittizio nel quale spesso i termini sono ribaltati, inducendo le
persone, e in particolare i politici, ad agire animate da fini non nobili.
In un contesto in cui tutto è merce, e i cittadini
sono clienti, lavoratori o elettori, esiste il cosiddetto “Marketing politico”.
A questo numero trovate allegato un manuale che fornisce un esempio molto
chiaro di ciò che è il cosiddetto “marketing politico”.
Si tratta di considerare la politica alla stessa
stregua di un settore di condizionamento e manipolazione, proprio come si
stesse vendendo un prodotto o un servizio.
Quello che a
molti sfugge è che il consenso politico è oggi studiato come fosse una sorta di
scienza, con tanto di manuali e di insegnamenti.
Ormai il settore politico si muove attraverso
inquietanti figure, spin doctos (dottori del raggiro) e “influencers” (“opinion
makers”), che provano, se mai ce ne fosse bisogno, che la politica è diventata un mondo
mercificato, nel quale vince chi può più spendere per acquisire l’arte di
raggirare la gente.
29 novembre 2015
Cosa c’è in gioco alla Conferenza sul Cambio Climatico di Parigi ora che sono proibite le manifestazioni
La decisione del governo francese di proibire le proteste, le manifestazioni e altre “attività all’aria aperta” durante il vertice di Parigi sul cambio climatico è preoccupante su molti piani.
Quello che mi preoccupa di più ha a che vedere con la forma in cui riflette la disuguaglianza fondamentale della stessa crisi climatica e la questione chiave di quale è la sicurezza e di chi è quella a cui si da valore in questo mondo disuguale.
Ci sono quelli che dicono che tutto va bene contro il telone di fondo del terrorismo. Ma un vertice sul cambio climatico non è come una riunione del G8 o dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, in cui si trovano i potenti e dove quelli senza potere cercano di guastargli la festa. Gli atti della “società civile” parallela non sono qualcosa di aggiunto né distrazioni dal fatto principale. Sono parte integrante del processo, ragion per cui il governo francese non avrebbe mai dovuto permettersi di decidere qual parte del vertice avrebbe cancellato e quale mantenuto.
26 novembre 2015
Gladio dietro gli attentati dell’ISIS in Europa?
Gladio è tornata in Europa. Il fine è dare all’Unione Europea un maggior controllo politico e sociale sulle popolazioni del continente. E per raggiungere l’obiettivo Gladio è capace di tutto. Anche di organizzare attentati come quello di Parigi: ecco le prove raccolte da Andrea Cinquegrani, Direttore de La Voce delle Voci.
Non pochi, nei servizi di intelligence, si chiedono: “Perché la connection terroristica ora porta in Belgio? Per via del quartier generale della Nato a Bruxelles? Per quei vecchi trascorsi della base terroristica che tra gli anni ’70 e gli ’80 portavano all’Hyperion?”. Cerchiamo di decodificare, partendo da un fresco saggio – 14 settembre 2015 – firmato da Wayne Madsen dal significativo titolo: “Gladio è tornata in Europa?”. Eccone alcuni passaggi “caldi”.
23 novembre 2015
"ISIS = Israeli Secret Intelligence Service"
Ken O'Keefe è un ex-Marine degli Stati Uniti, di origine irlandese-palestinese, che ha rinunciato alla cittadinanza americana nel 2001. Come scrive nella propria biografia, "Quando ero un Marine denunciavo apertamente l'abuso di potere da parte dei miei superiori, e per questo motivo ho pagato un caro prezzo.
Nel nostro nome
TLAXCALA ΤΛΑΞΚΑΛΑ ТЛАКСКАЛА تلاكسكالا 特拉科斯卡拉
I tragici avvenimenti recenti e la tempesta emozionale che hanno suscitato ci hanno indotti a pubblicare il seguente chiarimento:
1-Tlaxcala non è né un esercito, né un partito, né una setta convinta di essere detentrice di verità.
2- Modestamente parlando, siamo una rete di persone, associate liberamente per aiutare a gettar luce sugli avvenimenti di questo modo mediante la pubblicazione e traduzione di documenti che consideriamo siano di interesse.
3-La pubblicazione e la traduzione di un documento non significa necessariamente che siamo al 100% d’accordo con quanto detto nel documento.
22 novembre 2015
Bill Gates: "La democrazia è un problema"
La sinistra radicale americana sa bene che la fine del mandato di Obama è accompagnata da un ripensamento totale di tutto ciò che è stato fatto per l’avanzamento dell’utopia socialista. Questo spiega il motivo per cui ha raddoppiato l’attenzione sugli stessi temi, in maniera chiara e semplice, mentre Obama si avvicina all’ultimo anno di mandato. Tuttavia, muovendosi in questo modo, la sinistra radicale finisce per apparire come nemica della libertà e dell’indipendenza.
Recentemente il sito di informazione Breitbart News ha riportato il fatto che Bill Gates, non ultimo di una lista di mondialisti di sinistra (e sostenitore del depopolamento) si è pronunciato senza mezzi termini contro il costituzionalismo e la democrazia e a dispetto dei numerosi controesempi ha detto – tenetevi forte – che solo il socialismo potrà “salvare” il nostro pianeta dal cambiamento climatico.
Nel corso di una lunga intervista rilasciata a The Atlantic, giornale smaccatamente liberale, Gates ha detto che la “democrazia rappresentativa” ha fallito, che il settore privato – dal quale lui trae i suoi profitti – è incompetente, e che solo governi sovradimensionati come la Cina o gli Stati Uniti potrebbero avere i mezzi per salvare il pianeta dal cambiamento climatico (quanto a chi ci salverà da questi truffatori del cambiamento climatico è un’altra questione).
Recentemente il sito di informazione Breitbart News ha riportato il fatto che Bill Gates, non ultimo di una lista di mondialisti di sinistra (e sostenitore del depopolamento) si è pronunciato senza mezzi termini contro il costituzionalismo e la democrazia e a dispetto dei numerosi controesempi ha detto – tenetevi forte – che solo il socialismo potrà “salvare” il nostro pianeta dal cambiamento climatico.
Nel corso di una lunga intervista rilasciata a The Atlantic, giornale smaccatamente liberale, Gates ha detto che la “democrazia rappresentativa” ha fallito, che il settore privato – dal quale lui trae i suoi profitti – è incompetente, e che solo governi sovradimensionati come la Cina o gli Stati Uniti potrebbero avere i mezzi per salvare il pianeta dal cambiamento climatico (quanto a chi ci salverà da questi truffatori del cambiamento climatico è un’altra questione).
21 novembre 2015
Attentati a Parigi o il fallimento dell'umanità
Perdite di guerra, di Miguel Villalba Sánchez |
Tutto è stato detto, tutto è stato visto, corpi insanguinati, persone in fuga attraverso le finestre, i feriti, i morti ...
Forse ci rimangono due cose importanti: uno sforzo per capire perché; e un altro, forse ancora più importante, un senso di fallimento, fallimento dell'umanità.
Non si tratta solo dei recenti attacchi in Francia. Questo è il secolo segnato dal completo fallimento della ragione.
"Abbi il coraggio di servirti del tuo proprio intelletto! È questo il motto dell'Illuminismo", ha detto Kant 230 anni fa.
La storia dell'illuminismo è ricca di eventi. Già avevano avvertito due tedeschi, Max Horkheimer e Theodor Adorno, in un testo notevole, Dialettica dell'Illuminismo, pubblicato nel 1944. La sconfitta del nazismo era inevitabile, ma la sua stessa esistenza alimentava poca speranza nel trionfo della ragione.
20 novembre 2015
La Guerre en Rose
Pioggia su Raqqa, Giuseppe La Micela |
Esce La vie en rose, ecco La guerre en rose. La guerra, nella definizione di Hollande, sarà “senza pietà”. C’è voluta una carneficina per risvegliare l’establishment francese dal torpore. Fino al 13 novembre – giorno della tragedia di Parigi – per l’Eliseo Bashar al-Assad coincideva con Daesh. Più o meno come Petro Poroshenko in Ucraina era il buono che si opponeva all’ “aggressione russa”.
Infatti l’ “aggressione russa” ha finito per essere aggredita – per mezzo dell' esplosione del Metrojet A321 dovuta ad un attentato, come stabilito dall’FSB – ancora prima degli attacchi suicidi e delle sparatorie di Parigi.
Terrorismo: le borse lo sanno 5 giorni prima
Nik Crepaldi, un consulente che opera nel ramo finanziario, ha scoperto che l’indice VIX, anche chiamato “indice della paura“, si è impennato del 9,31% venerdì 13 novembre, senza alcun motivo apparente. L’indice misura il grado di nervosismo delle borse: quando è alto tutti vendono, quando è basso tutti comprano. Non solo, il VIX ha manifestato un rialzo del 40% nei 5 giorni precedenti all’attentato di Parigi, dopo due mesi di sostanziale noia!
Allora Stefano Fugazzi, giornalista e consulente finanziario a sua volta, è andato a vedere il comportamento del VIX nelle fasi precedenti a tutti i maggiori eventi terroristici della storia recente.
Quello che ha scoperto è impressionante.
18 novembre 2015
Costituzione di guerra
Lunedì 16 novembre, tre giorni dopo le stragi di Parigi, François Hollande è intervenuto davanti al parlamento riunito in seduta congiunta a Versailles. Nel suo discorso trasmesso in diretta tv il presidente francese ha pronunciato parole di una certa gravità e foriere di pesanti cambiamenti negli equilibri interni non solo della Francia ma di tutti i Paesi dell’Unione Europea.
Lo scenario prefigurato da Hollande apre infatti la strada ad alcune importanti modifiche della costituzione francese, cui potrebbero a breve seguire analoghi passi da parte di altri governi. Con l’annuncio “siamo in guerra” e la ridefinizione del concetto di terrorismo (“terrorismo di guerra”), per combattere il quale è necessario adeguare la carta costituzionale, istituzionalizzando uno stato di emergenza permanente, il presidente del “paese delle libertà e dei diritti dell’uomo” apre una nuova fase politica i cui sviluppi sono tutti da indagare e che non promettono nulla di buono.
Lo scenario prefigurato da Hollande apre infatti la strada ad alcune importanti modifiche della costituzione francese, cui potrebbero a breve seguire analoghi passi da parte di altri governi. Con l’annuncio “siamo in guerra” e la ridefinizione del concetto di terrorismo (“terrorismo di guerra”), per combattere il quale è necessario adeguare la carta costituzionale, istituzionalizzando uno stato di emergenza permanente, il presidente del “paese delle libertà e dei diritti dell’uomo” apre una nuova fase politica i cui sviluppi sono tutti da indagare e che non promettono nulla di buono.
Attentati a Parigi e interessi USA-UE-Francia in Siria...
Alessandro Di Battista parla di terrorismo, 11 settembre, Medio Oriente, diritti umani e "diritti delle armi"...
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La strategia del caos
Bandiere a mezz’asta nei paesi Nato per «l’11 Settembre della Francia», mentre il presidente Obama annuncia ai media: «Vi forniremo accurate informazioni su chi è responsabile». Non c’è bisogno di aspettare, è già chiaro. L’ennesima strage di innocenti è stata provocata dalla serie di bombe a frammentazione geopolitica, fatte esplodere secondo una precisa strategia.
Quella attuata da quando gli Usa, vinto il confronto con l’Urss, si sono auto-nominati «il solo Stato con una forza, una portata e un'influenza in ogni dimensione - politica, economica e militare - realmente globali», proponendosi di «impedire che qualsiasi potenza ostile domini una regione – l'Europa occidentale, l'Asia orientale, il territorio dell'ex Unione sovietica e l'Asia sud-occidentale – le cui risorse sarebbero sufficienti a generare una potenza globale».
Quella attuata da quando gli Usa, vinto il confronto con l’Urss, si sono auto-nominati «il solo Stato con una forza, una portata e un'influenza in ogni dimensione - politica, economica e militare - realmente globali», proponendosi di «impedire che qualsiasi potenza ostile domini una regione – l'Europa occidentale, l'Asia orientale, il territorio dell'ex Unione sovietica e l'Asia sud-occidentale – le cui risorse sarebbero sufficienti a generare una potenza globale».
17 novembre 2015
À la guerre comme à la guerre!
Figaro oggi titola a 9 colonne: "La guerre en plein Paris". L'Est titola: "Etat de guerre". Le Parisien: "Cette fois c'est la guerre". Lo storico francese Marc Lazar dichiara : "Siamo in guerra". E naturalmente il Corriere della Sera si adegua, e apre col titolo "Guerra a Parigi".
Vi ricorda qualcosa?
A poche ore dagli attentati dell'11 settembre, dagli schermi di tutti i networks americani rimbalzavano nel mondo le scritte "War against America", "America under attack", "America at war". Questo servì a preparare l'opinione pubblica mondiale a quello che poi sarebbe conseguito, ovvero l'invasione militare dell'Afghanistan.
Ed oggi questo tam-tam mediatico, che ci parla così ossessivamente di "guerra", servirà probabilmente a preparare l'opinione pubblica mondiale ad una violenta escalation della guerra in Siria, e forse anche ad una possibile invasione del loro territorio da parte della solita "coalizione" delle Forze del Bene.
Vi ricorda qualcosa?
A poche ore dagli attentati dell'11 settembre, dagli schermi di tutti i networks americani rimbalzavano nel mondo le scritte "War against America", "America under attack", "America at war". Questo servì a preparare l'opinione pubblica mondiale a quello che poi sarebbe conseguito, ovvero l'invasione militare dell'Afghanistan.
Ed oggi questo tam-tam mediatico, che ci parla così ossessivamente di "guerra", servirà probabilmente a preparare l'opinione pubblica mondiale ad una violenta escalation della guerra in Siria, e forse anche ad una possibile invasione del loro territorio da parte della solita "coalizione" delle Forze del Bene.
Parigi, un evento militare
La tremenda strage di Parigi del 13 novembre 2015 non è solo un evento terroristico spettacolare. È anche un evento militare di notevole entità nel cuore di una grande metropoli europea. Abbiamo già visto in altre circostanze, nel corso degli ultimi 15 anni, una serie di attentati coordinati con precisione e con risorse organizzative capaci di creare forti shock stragisti in grandi città. La macabra contabilità accelera e aumenta ormai la frequenza dei massacri (a Beirut appena ieri).
Anche stavolta si fa notare una manovalanza di assassini che si rifà al jihadismo. Non c'è da stupirsi che essa abbia un peso militare sempre maggiore, essendo una legione di avventurieri istruiti con tecniche sofisticate, schierata su molteplici linee del fuoco geopolitiche, pronta a prestare i suoi servizi per demolire interi Stati, e allo stesso tempo ricca di coperture e sovvenzioni statali, persino degli Stati che ne subiscono le interferenze nella loro sicurezza nazionale. Non si penserà che non abbia conseguenze il fatto che i jihadisti europei arruolati nelle guerre di oggi si contino a migliaia. Si è creato un tipo di soldato che in Libia, in Siria e altrove non si vuole far rispondere alle convenzioni di Ginevra, per poter fare il massimo danno con il minimo di responsabilità.
Anche stavolta si fa notare una manovalanza di assassini che si rifà al jihadismo. Non c'è da stupirsi che essa abbia un peso militare sempre maggiore, essendo una legione di avventurieri istruiti con tecniche sofisticate, schierata su molteplici linee del fuoco geopolitiche, pronta a prestare i suoi servizi per demolire interi Stati, e allo stesso tempo ricca di coperture e sovvenzioni statali, persino degli Stati che ne subiscono le interferenze nella loro sicurezza nazionale. Non si penserà che non abbia conseguenze il fatto che i jihadisti europei arruolati nelle guerre di oggi si contino a migliaia. Si è creato un tipo di soldato che in Libia, in Siria e altrove non si vuole far rispondere alle convenzioni di Ginevra, per poter fare il massimo danno con il minimo di responsabilità.
16 novembre 2015
Terrore, xenofobia e ingerenza
A poche ore dagli attacchi perpetrati in diversi punti della capitale francese, ancora non ci sono, giustamente, neanche dati certi sulle vittime e sui feriti, né piste di investigazione. Ma, solo analizzando le prime ore, si possono fornire “a caldo” alcune idee.
Uno dei primi dati che richiama l’attenzione è che il presidente USA, Barack Obama, ha rilasciato dichiarazioni pubbliche sugli attentati prima che lo facesse il suo pari francese Hollande, dando ad intendere, solo per il fatto di comparire immediatamente, che si trattava di un fatto che lo riguardava.
Il fatto è che gli ultimi mesi hanno rappresentato per gli USA un rischio per il loro ruolo di “protettori” della sicurezza mondiale proprio per le incertezze delle azioni militari in Siria. Attacchi nei quali, ed è molto necessario sottolinearlo, anche la Francia era coinvolta.
La politica estera francese è sicuramente una delle chiavi per capire quanto successo. Oltre alla sua storica ingerenza in Medio Oriente, la Francia conta su una lunga storia di dominazione in Africa, e specialmente nel Magreb. Algeria, Marocco o Tunisia sono solo alcuni dei paesi che sono stati occupati dai francesi e che hanno vissuto processi indipendentisti pochi decenni fa, con ferite che sono ancora aperte.
Uno dei primi dati che richiama l’attenzione è che il presidente USA, Barack Obama, ha rilasciato dichiarazioni pubbliche sugli attentati prima che lo facesse il suo pari francese Hollande, dando ad intendere, solo per il fatto di comparire immediatamente, che si trattava di un fatto che lo riguardava.
Il fatto è che gli ultimi mesi hanno rappresentato per gli USA un rischio per il loro ruolo di “protettori” della sicurezza mondiale proprio per le incertezze delle azioni militari in Siria. Attacchi nei quali, ed è molto necessario sottolinearlo, anche la Francia era coinvolta.
La politica estera francese è sicuramente una delle chiavi per capire quanto successo. Oltre alla sua storica ingerenza in Medio Oriente, la Francia conta su una lunga storia di dominazione in Africa, e specialmente nel Magreb. Algeria, Marocco o Tunisia sono solo alcuni dei paesi che sono stati occupati dai francesi e che hanno vissuto processi indipendentisti pochi decenni fa, con ferite che sono ancora aperte.
Ferdinando Imposimato: "La NATO è una minaccia per la pace"
Per il presidente onorario della Corte di Cassazione italiania, "la NATO minaccia la sicurezza nel mondo": queste le sue parole alla manifestazione organizzata il 26 ottobre a Roma dal comitato NO GUERRA/NO NATO. Imposimato torna sull'Operazione Gladio e la strategia della tensione in Italia dagli Anni Sessanta a Ottanta.
15 novembre 2015
L'ISIS vuole farsi bombardare anche dalla Francia. Cosa c'è di strano?
All'ISIS non bastava venire bombardata dalla Russia (bombe vere) e dagli Stati Uniti (bombe misteriose che in un anno non hanno creato danni; testimoni sostengono che assomigliassero invece parecchio a rifornimenti). L'ISIS vuole che anche la Francia ora si faccia avanti per bombardarli e, possibilmente, che invii anche truppe di terra per combatterli meglio. Cosa c'è di strano?
Ha già annunciato simili attentati pure a Roma, Londra e Washington. Capirei quasi Washington che in teoria li sta bombardando da un anno (come detto con proiettili davvero misteriosi) ma Londra e soprattutto Roma cosa c'entrano? L'ISIS vuole quindi evidentemente farsi bombardare anche da Inghilterra e Italia, possibilmente da tutta l'Europa. Questa sì che è strategia! Chi non vorrebbe farsi bombardare da quanti più paesi possibili, soprattutto quando già la Russia ti sta facendo un mazzo tanto?
Ha già annunciato simili attentati pure a Roma, Londra e Washington. Capirei quasi Washington che in teoria li sta bombardando da un anno (come detto con proiettili davvero misteriosi) ma Londra e soprattutto Roma cosa c'entrano? L'ISIS vuole quindi evidentemente farsi bombardare anche da Inghilterra e Italia, possibilmente da tutta l'Europa. Questa sì che è strategia! Chi non vorrebbe farsi bombardare da quanti più paesi possibili, soprattutto quando già la Russia ti sta facendo un mazzo tanto?
A scanso di equivoci i terroristi a Parigi recavano con se i soliti passaporti[1] che tutti i terroristi sempre portano con sé in questi casi. La parola sempre è sottolineata. I terroristi di Charlie Hebdo dimenticarono il loro passaporto in auto[2]. I terroristi dell'11 settembre avevano con loro i passaporti più miracolosi del mondo poiché in grado sopravvivere alla nota esplosione con palla di fuoco che ci hanno più volte mostrato in TV ed il crollo di un paio di torri alte 500 metri[3].
Gli attacchi di Parigi e le “strane coincidenze”
Si potevano prevedere gli attacchi di Parigi? Qualcuno li aveva per la verità previsti.Dichiarazione del Presidente Bashar al-Assad fatta nel Giugno del 2013, in una intervista al giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung: “….se gli europei consegneranno le armi ai terroristi , il cortile d’Europa si trasformerà in un terreno propizio al terrorismo e l’Europa ne pagherà il prezzo”.
Questa dichiarazione, che al giorno d’oggi appare come una premonizione, era stata sbeffeggiata e derisa dai giornali occidentali ed in particolare in Italia dai giornali della borghesia benpensante del “pensiero unico” (il Corriere della Sera e Repubblica). Vedi: Siria: Assad minaccia l’Europa.
Lo stesso aveva predetto il leader libico Gheddafi, prima di essere barbaramente assassinato dai sicari dei servizi della NATO inviati appositamente per eliminarlo per nascondere le prove del finanziamento da lui fatto all’allora presidente francese Nicolas Sarkozy : “L’Occidente deve scegliere tra me o il caos del terrorismo”. Vedi: Gheddafi e quella profezia inascoltata.
Lo stesso aveva predetto il leader libico Gheddafi, prima di essere barbaramente assassinato dai sicari dei servizi della NATO inviati appositamente per eliminarlo per nascondere le prove del finanziamento da lui fatto all’allora presidente francese Nicolas Sarkozy : “L’Occidente deve scegliere tra me o il caos del terrorismo”. Vedi: Gheddafi e quella profezia inascoltata.
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