Mohamed Hamdan, cugino di Jeireddín |
30 novembre 2014
Vino, sangue e benzina
Secondo il rapporto iniziale della polizia, un arabo di 22, Kheir-Eddine Hamdan, ha attaccato la polizia con un coltello. Non avevano scelta, se non agire per legittima difesa, sparare e ucciderlo.
Come spesso accade spesso con i rapporti della polizia, questo era un mucchio di bugie.
Purtroppo (per la polizia), una telecamera di
sicurezza ha registrato l'incidente.
29 novembre 2014
Ventisei cose sullo Stato Islamico (ISIL) che Obama non vuole sappiate
La guerra condotta dagli Usa contro lo Stato Islamico è una grande menzogna. Dare la caccia ai "terroristi islamici", portare avanti una guerra
preventiva in tutto il mondo per "proteggere la patria americana" sono
giustificazioni di un programma militare. Lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL) è una creazione
dell'intelligence Usa. Il "programma di contro-terrorismo" di Washington
in Iraq e in Siria consiste nel sostenere i terroristi.
L'incursione delle brigate dello Stato Islamico (IS) in Iraq a partire dal giugno 2014 erano parte di un'operazione militare e di intelligence accuratamente pianificata supportata segretamente da Usa, NATO e Israele.
Il mandato di lotta al terrorismo è una finzione. L'America è il numero uno degli "stati che sostengono il terrorismo".
Lo Stato Islamico è protetto dagli Usa e dai suoi alleati. Se avessero voluto eliminare le bande dello Stato Islamico, avrebbero potuto bombardare "a tappeto" i loro convogli di pick-up Toyota quando attraversavano il deserto dalla Siria verso l'Iraq a giugno.
L'incursione delle brigate dello Stato Islamico (IS) in Iraq a partire dal giugno 2014 erano parte di un'operazione militare e di intelligence accuratamente pianificata supportata segretamente da Usa, NATO e Israele.
Il mandato di lotta al terrorismo è una finzione. L'America è il numero uno degli "stati che sostengono il terrorismo".
Lo Stato Islamico è protetto dagli Usa e dai suoi alleati. Se avessero voluto eliminare le bande dello Stato Islamico, avrebbero potuto bombardare "a tappeto" i loro convogli di pick-up Toyota quando attraversavano il deserto dalla Siria verso l'Iraq a giugno.
28 novembre 2014
L’ISIS commette i suoi crimini con l’appoggio di Israele
Per quanto il gruppo terrorista ISIS, dello Stato Islamico (Daesh in arabo) dichiari di essere un movimento per la liberazione dei mussulmani, non soltanto questo gruppo non attacca mai il regime di Israele o i suoi sostenitori ma anzi i suoi componenti, oltre a ricevere visite ed elogi dai leaders sionisti come Netanyahu, stanno ricevendo assistenza e trattamento medico negli ospedali israeliani. Perchè il regime di Israele appoggia l’Isis e viceversa?
Il regime di Israele sta occupando la Palestina e portando a compimento la pulizia etnica in questa terra e nei luoghi santi dei mussulmani. Israele ha lanciato una guerra globale contro l’Islam con il colpo si Stato dell’11/09 2001 (negli USA) e, ovviamente, esso è il nemico principale dei mussulmani. Di fatto, la lotta per liberare la Palestina dagli estremisti del regime sionista, deve occupare il primo punto del programma politico di tutti i mussulmani- qualche cosa che unisce tutti loro, in ogni parte del mondo (assieme a tutte le persone imparziali di tutte le credenze e punti di vista).
Tuttavia la massima priorità dell’ISIS è quella di lottare contro l’asse di resistenza in Medio Oriente; l’Iran, Hezbollah (il movimento sciita del Libano) e la Siria, che resistono nella forma più efficace davanti al regime di Israele. L’ISIS inoltre, sta destabilizzando l’Iraq sotto gli ordini di Oded Yinon con il fine di parcellizzare questo paese.
Il regime di Israele sta occupando la Palestina e portando a compimento la pulizia etnica in questa terra e nei luoghi santi dei mussulmani. Israele ha lanciato una guerra globale contro l’Islam con il colpo si Stato dell’11/09 2001 (negli USA) e, ovviamente, esso è il nemico principale dei mussulmani. Di fatto, la lotta per liberare la Palestina dagli estremisti del regime sionista, deve occupare il primo punto del programma politico di tutti i mussulmani- qualche cosa che unisce tutti loro, in ogni parte del mondo (assieme a tutte le persone imparziali di tutte le credenze e punti di vista).
Tuttavia la massima priorità dell’ISIS è quella di lottare contro l’asse di resistenza in Medio Oriente; l’Iran, Hezbollah (il movimento sciita del Libano) e la Siria, che resistono nella forma più efficace davanti al regime di Israele. L’ISIS inoltre, sta destabilizzando l’Iraq sotto gli ordini di Oded Yinon con il fine di parcellizzare questo paese.
27 novembre 2014
Renzi fa il lobbista per il denaro digitale di Bill Gates
Al di fuori della comunicazione ufficiale, molti commentatori hanno
opportunamente notato che le dichiarazioni di Matteo Renzi sul prossimo abbandono dello scontrino fiscale
in nome della mitica "tracciabilità", hanno come vero obiettivo
l'eliminazione del contante per adottare il denaro elettronico,
altrimenti detto, all'anglosassone, "denaro digitale". Una parte
consistente della stampa di corte è andata immediatamente in appoggio
delle dichiarazioni depistanti di Renzi, prospettando un quadro
catastrofico dell'evasione fiscale che sarebbe favorita dallo scontrino.
Per rendere credibili dei dati di dubbia consistenza, si è collocata
alla testa della classifica dell'evasione la solita Napoli. Ancora una
volta il razzismo antimeridionale è stato usato dalla propaganda
ufficiale come veicolante per altre mistificazioni.
Ma per veicolare la propaganda a favore del denaro elettronico, ci si è serviti anche di un tema come la lotta all'evasione fiscale, ritenuta un cavallo di battaglia della "sinistra". In realtà l'utopia della giustizia fiscale consiste solo nella proiezione di un fantasma vittimistico della destra, che descrive i ricchi sempre sotto la minaccia di un presunto "esproprio proletario".
Ma per veicolare la propaganda a favore del denaro elettronico, ci si è serviti anche di un tema come la lotta all'evasione fiscale, ritenuta un cavallo di battaglia della "sinistra". In realtà l'utopia della giustizia fiscale consiste solo nella proiezione di un fantasma vittimistico della destra, che descrive i ricchi sempre sotto la minaccia di un presunto "esproprio proletario".
26 novembre 2014
Grillo va a scuola da Bossi
Non è un mistero per chi legge da tempo questa pubblicazione che noi riteniamo che la vera dissidenza non si trova mai candidata con grande spazio sui media di massa. Chi controlla questi canali di informazione ha un potere immenso sui popoli, e non è certo disposto a cederlo a qualcuno, specie se questo qualcuno è davvero intenzionato al cambiamento. Ovviamente, rispettiamo chi non la pensa come noi e vede in Beppe Grillo un valido elemento di cambiamento del sistema. Tuttavia, invitiamo a guardare attentamente i fatti.
Anche a noi piacerebbe che un reale personaggio che sta dalla parte del
popolo avesse tutto quello spazio mediatico che è stato dato, e ancora viene concesso, a Grillo. Ma, a nostro avviso, i fatti sono in grado di smascherare l’ex comico genovese come un semplice personaggio che ricopre un ruolo politico nel gioco delle parti del sistema attuale.
Anche a noi piacerebbe che un reale personaggio che sta dalla parte del
popolo avesse tutto quello spazio mediatico che è stato dato, e ancora viene concesso, a Grillo. Ma, a nostro avviso, i fatti sono in grado di smascherare l’ex comico genovese come un semplice personaggio che ricopre un ruolo politico nel gioco delle parti del sistema attuale.
Le simulazioni ideologiche di papa Francesco
In un
mondo dove la critica scarseggia, chiunque critichi appena appena il
capitalismo, anche se è un conservatore, può apparire come un messia di
sinistra.
Scommetto che neanche gli spin-doctors, i propagandisti del Vaticano si immaginavano che il re-branding avesse tanto successo. In poco tempo Jorge Mario Bergoglio, il conservatore vicino ai settori più reazionari della Chiesa argentina durante la dittatura, che metteva i bastoni fra le ruote al progressismo kirchnerista [Kirchnerismo, ndt], è diventato un leader mondiale di sinistra.
Ma il vento è in poppa. Qualunque conservatore sensibile - come Bergoglio - appare un progressita a confronto degli ultra conservatori e trogloditi che dominano la Chiesa post-woityliana. In un mondo in cui il fulcro della politica si muove (molto) verso destra, chiunque dica qualcosa sulla povertà e l'ingiustizia è già marxista e/o comunista (lo stesso accade sul tema della disuguaglianza e il suo contrasto: sembra una rivendicazione rivoluzionaria che nella sostanza è molto conservatrice). In un mondo dove la critica è rara, chiunque attacchi appena appena il capitalismo può apparire come un messia di sinistra.
Scommetto che neanche gli spin-doctors, i propagandisti del Vaticano si immaginavano che il re-branding avesse tanto successo. In poco tempo Jorge Mario Bergoglio, il conservatore vicino ai settori più reazionari della Chiesa argentina durante la dittatura, che metteva i bastoni fra le ruote al progressismo kirchnerista [Kirchnerismo, ndt], è diventato un leader mondiale di sinistra.
Ma il vento è in poppa. Qualunque conservatore sensibile - come Bergoglio - appare un progressita a confronto degli ultra conservatori e trogloditi che dominano la Chiesa post-woityliana. In un mondo in cui il fulcro della politica si muove (molto) verso destra, chiunque dica qualcosa sulla povertà e l'ingiustizia è già marxista e/o comunista (lo stesso accade sul tema della disuguaglianza e il suo contrasto: sembra una rivendicazione rivoluzionaria che nella sostanza è molto conservatrice). In un mondo dove la critica è rara, chiunque attacchi appena appena il capitalismo può apparire come un messia di sinistra.
23 novembre 2014
Jin, Jîyan, Azadî
C'è uno slogan,
qui, che vuol dire più o meno “che le donne vivano in libertà”:
“Jin, Jîyan, Azadî”. Mi è stato chiesto di scrivere qualche
cosa sulle donne curde. Avrei voluto scrivere del fatto che è solo
nel combattere che la donna si emancipa davvero, che è nella lotta
che la donna arriva ad essere completa. Eppure mi sembra banale, mi
sembra un'ovvietà. Ciononostante, il fatto che queste donne prendano
le armi va al di la delle lotte femministe dei nostri Paesi, è
proprio un gesto che si pone su un altro livello.
E non lo fanno per
apparire davanti ad una telecamera o macchina fotografica, come
modelle esibizioniste. Non lo fanno per essere più belle. Vi basti
pensare a questo: in molti, quando dall'occidente guardano le foto di
queste orgogliose combattenti, la prima cosa che dicono è: “come
sono belle!”. Non importa se per belle intendono belle fisicamente
o belle dentro per il loro orgoglio e la loro fierezza, non è questo
il punto... il punto è che noi occidentali, quando vediamo delle
donne combattere, pensiamo a quanto sono belle (o in alcuni casi
addirittura che le donne non dovrebbero combattere, quasi come se
combattendo una donna smettesse di essere tale) e non alla ragione
per cui combattono. Fossero uomini, faremmo le stesse esclamazioni?
Si certo, le donne che combattono sono belle. Sono bellissime. E
cantano splendidamente. E permettetemi di dire che anche gli uomini
che combattono sono belli, bellissimi, e cantano splendidamente. Ma,
ugualmente, non è questo il punto.
Qui le donne
combattono. Per la libertà.
20 novembre 2014
Da Pinochet a Renzi, cancellare i diritti del popolo
La strage fascista di piazza della Loggia a Brescia aveva ricevuto una risposta popolare enorme che aveva messo in crisi i disegni autoritari di settori degli apparati dello Stato e della eversione nera. Nelle scuole entravano i metalmeccanici che avevano da poco conquistato il diritto a studiare con permessi di 150 ore.
18 novembre 2014
Il massacro come strategia di dominio
Recentemente è avvenuta presso l’Università Iberoamericana di Puebla la consegna del premio Tata Vasco 2014 all'associazione FUDEM ( Forze Unite per i Dispersi del Messico). Uno dei pochi uomini presenti nel gruppo dei 25 parenti degli scomparsi che patecipavano alla cerimonia, ha urlato: “Questa è una guerra!” Il dolore inimmaginabile dei parenti delle vittime di questo massacro silenzioso li costringe a guardare in faccia la realtà, senza filtri.
In effetti è in corso una vera e propria guerra contro i popoli. Una guerra coloniale per l'appropriazione dei beni comuni, che presuppone l'annientamento di quella parte di umanità che ostacola il furto di questi beni, sia perché vive sopra di esse e resistono all'esproprio o, semplicemente, perché "è troppa", e nel senso più crudo, non sono necessari per l'accumulo di ricchezza.
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In effetti è in corso una vera e propria guerra contro i popoli. Una guerra coloniale per l'appropriazione dei beni comuni, che presuppone l'annientamento di quella parte di umanità che ostacola il furto di questi beni, sia perché vive sopra di esse e resistono all'esproprio o, semplicemente, perché "è troppa", e nel senso più crudo, non sono necessari per l'accumulo di ricchezza.
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17 novembre 2014
A Napoli il comando della forza di pronto intervento Nato anti-Russia
Due settimane per provare i reparti di pronto
intervento Nato destinati ad ostacolare in Europa orientale ogni manovra
politico-militare della Russia di Putin. L’8 novembre ha preso il via
presso il Nato Joint Forces Command (FC) di Napoli l’esercitazione
internazionale “Trident Juncture 14” che si concluderà lunedì 17.
I complessi war games avranno il compito di certificare le strutture del comando strategico alleato da poco trasferito a Lago Patria come il Centro di direzione e controllo della Nato Response Force (NRF), la forza di pronto intervento dell’Alleanza Atlantica a cui sono assegnati 25.000 militari. “Trident Juncture ha lo scopo di accrescere le competenze e le capacità di comando a un livello operativo bellico, grazie all’addestramento, la pianificazione e l’esecuzione delle missioni all’interno di un complesso scenario politico-militare”, hanno spiegato nel corso di una conferenza stampa l’ammiraglio Mark Ferguson (comandante in capo di JFC Naples e delle forze navali Usa in Europa e Africa) e il generale dell’esercito italiano, Leonardo di Marco. “L’esercitazione è il coronamento di un anno d’addestramento di unità tattiche più piccole – task forces speciali terrestri, aeree e navali — messe a disposizione a rotazione dai paesi membri della Nato. Esse faranno parte della NRF che a partire del 2015 ricadrà sotto il controllo del Comando alleato di Napoli”.
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I complessi war games avranno il compito di certificare le strutture del comando strategico alleato da poco trasferito a Lago Patria come il Centro di direzione e controllo della Nato Response Force (NRF), la forza di pronto intervento dell’Alleanza Atlantica a cui sono assegnati 25.000 militari. “Trident Juncture ha lo scopo di accrescere le competenze e le capacità di comando a un livello operativo bellico, grazie all’addestramento, la pianificazione e l’esecuzione delle missioni all’interno di un complesso scenario politico-militare”, hanno spiegato nel corso di una conferenza stampa l’ammiraglio Mark Ferguson (comandante in capo di JFC Naples e delle forze navali Usa in Europa e Africa) e il generale dell’esercito italiano, Leonardo di Marco. “L’esercitazione è il coronamento di un anno d’addestramento di unità tattiche più piccole – task forces speciali terrestri, aeree e navali — messe a disposizione a rotazione dai paesi membri della Nato. Esse faranno parte della NRF che a partire del 2015 ricadrà sotto il controllo del Comando alleato di Napoli”.
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15 novembre 2014
Il piano segreto dell'€uropa: saccheggiare i nostri risparmi
L'allarme di Standard & Poor's: vicina la terza recessione.
Un'interpellanza rivela: in caso di emergenza la Bce potrà bloccare i
conti correnti e prelevare denaro per salvare banche e Stati
Un'«euro-rapina» sui conti correnti? Potrebbe accadere e i poveri risparmiatori subirebbero una mazzata con pochi precedenti (tra i quali il prelievo forzoso notturno del 1992 effettuato dal governo Amato).
E, soprattutto, è quello che teme il focoso europarlamentare leghista, Gianluca Buonanno, che ha presentato un'interrogazione scritta alla Commissione Ue e alla Bce per chiedere di confermare «l'esistenza di un piano di misure adottato nel luglio 2014» secondo il quale, come già sperimentato a Cipro, «sarebbe prevista l'imposizione di misure d'urgenza che consentirebbero il congelamento dei conti correnti bancari dei cittadini e delle imprese europee e il prelievo forzato delle somme ritenute necessarie a fronteggiare l'esposizione debitoria».
Un'«euro-rapina» sui conti correnti? Potrebbe accadere e i poveri risparmiatori subirebbero una mazzata con pochi precedenti (tra i quali il prelievo forzoso notturno del 1992 effettuato dal governo Amato).
E, soprattutto, è quello che teme il focoso europarlamentare leghista, Gianluca Buonanno, che ha presentato un'interrogazione scritta alla Commissione Ue e alla Bce per chiedere di confermare «l'esistenza di un piano di misure adottato nel luglio 2014» secondo il quale, come già sperimentato a Cipro, «sarebbe prevista l'imposizione di misure d'urgenza che consentirebbero il congelamento dei conti correnti bancari dei cittadini e delle imprese europee e il prelievo forzato delle somme ritenute necessarie a fronteggiare l'esposizione debitoria».
12 novembre 2014
La fine della libertà di cura e di ricerca scientifica
Joseph
Pulitzer “Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano
della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti,
descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica
opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente,
ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri. “
Prof. Luigi Di Bella |
9 novembre 2014
Il ritorno al fascismo del capitalismo contemporaneo
Non
è un caso che il titolo stesso di questo contributo colleghi il
ritorno del fascismo sulla scena politica con la crisi del capitalismo
contemporaneo. Il fascismo non è sinonimo di un regime di polizia
autoritario che rifiuta le incertezze della democrazia parlamentare
elettorale. Il fascismo è una particolare risposta politica alle sfide
con cui la gestione della società capitalistica deve confrontarsi in
circostanze specifiche.
Quindi vanno precisati i differenti effetti che questa diversità di strutture e circostanze hanno prodotto sulle società interessate. Tuttavia, al di là di questa diversità, tutti questi regimi fascisti condividono due tratti comuni:
1. Date le circostanze, accettano di inserire la loro gestione della politica e della società in un quadro che non metta in causa i principi fondamentali del capitalismo, cioè la proprietà privata capitalistica, compresa quella dei moderni monopoli. È per questo che qualifico questi fascismi dei modi particolari di gestione del capitalismo e non delle forme politiche che mettono in discussione la sua legittimità, anche se nella retorica del discorso fascista il "capitalismo" o i "plutocrati" sono oggetto di lunghe diatribe. La menzogna che nasconde la vera natura di questi discorsi appare appena si esamina la "alternativa" proposta da questi fascisti, sempre muta riguardo l'essenziale, la proprietà privata capitalistica. Tuttavia, l'opzione fascista non costituisce l'unica risposta alle sfide che la gestione politica di una società capitalista deve affrontare. È solo in determinate circostanze di crisi violenta e profonda che la soluzione fascista sembra essere, per il capitale dominante, la migliore se non addirittura la sola possibile. L'analisi deve centrare l'attenzione su tali crisi.
Unità e diversità dei fascismi
I movimenti politici che possono
definirsi fascisti in senso proprio hanno occupato la scena ed
esercitato il potere in un buon numero di paesi europei, in particolare
negli anni 1930, fino al 1945 (Mussolini, Hitler, Franco, Salazar,
Pétain, Horthy, Antonescu, Ante Pavelic e altri). La diversità delle
società che ne sono state vittima - capitalisticamente più sviluppate
qui, minori e dominate là, associate a una guerra vittoriosa qui,
prodotto della sconfitta altrove - impedisce di confonderle.Quindi vanno precisati i differenti effetti che questa diversità di strutture e circostanze hanno prodotto sulle società interessate. Tuttavia, al di là di questa diversità, tutti questi regimi fascisti condividono due tratti comuni:
1. Date le circostanze, accettano di inserire la loro gestione della politica e della società in un quadro che non metta in causa i principi fondamentali del capitalismo, cioè la proprietà privata capitalistica, compresa quella dei moderni monopoli. È per questo che qualifico questi fascismi dei modi particolari di gestione del capitalismo e non delle forme politiche che mettono in discussione la sua legittimità, anche se nella retorica del discorso fascista il "capitalismo" o i "plutocrati" sono oggetto di lunghe diatribe. La menzogna che nasconde la vera natura di questi discorsi appare appena si esamina la "alternativa" proposta da questi fascisti, sempre muta riguardo l'essenziale, la proprietà privata capitalistica. Tuttavia, l'opzione fascista non costituisce l'unica risposta alle sfide che la gestione politica di una società capitalista deve affrontare. È solo in determinate circostanze di crisi violenta e profonda che la soluzione fascista sembra essere, per il capitale dominante, la migliore se non addirittura la sola possibile. L'analisi deve centrare l'attenzione su tali crisi.
7 novembre 2014
Tribunale Penale Internazionale per la Chevron: Crimini Contro l'Umanità
Le comunità indigene dell’Amazzonia ecuadoriana hanno portato la
Chevron davanti al Tribunale penale internazionale accusando la
multinazionale di crimini contro l’umanità perché si rifiuta di
bonificare la devastazione provocata nella foresta.
I
rifiuti ripetuti della Chevron di bonificare ed eliminare la
contaminazione tossica della foresta amazzonica ecuadoriana
costituiscono un attacco alla popolazione civile e, come tale, questo
crimine deve essere oggetto di inchiesta da parte del Tribunale penale internazionale:
lo sostengono le comunità indigene impattate dalla devastazione e
dall’inquinamento provocato dalla società petrolifera americana. «Nel
contesto della legge sui crimini internazionali, la decisione presa dal
Ceo di Chevron, John Watson, ha deliberatamente mantenuto e alimentato
l’inquinamento ambientale che minaccia la vita delle persone della
regione orientale dell’Ecuador» afferma la requisitoria inoltrata al
Tribunale internazionale dal procuratore capo Fatou Bensouda nei giorni
scorsi in rappresentanza d circa 80 comunità per complessive decine di
migliaia di persone.
6 novembre 2014
Eurogendfor: la Gestapo €uropea Non Risponde ai Giudici!
I Paesi Bassi sono il luogo dove l’Italia ha cambiato la propria storia
negli ultimi 25 anni, non solo legandosi al Trattato di Maastricht, con
la cessione della sovranità monetaria e legislativa, ma per poter
definitivamente abbandonare la veste di Stato sovrano era necessario
rinunciare all’esclusività delle funzioni delle forze armate sul proprio
territorio, con l’istituzione di una milizia sovranazionale. Questo
passaggio è avvenuto nel 2007 a Velsen, piccola municipalità dei Paesi
Bassi, dove è stato firmato un trattato congiuntamente a Francia,
Spagna, Paesi Bassi e Portogallo che istituisce la gendarmeria europea,
l’Eurogendfor, che andrà ad esautorare le forze dell’ordine nella
gestione dell’ordine pubblico. Uno scenario irrealistico, ma che è stato
messo nero su bianco con la legge di ratifica numero 84 del 14 maggio
2010, votata dal Parlamento con 443 voti favorevoli su 444 presenti,
solamente un astenuto. L’Eurogendfor sarà la milizia che si incaricherà
della gestione delle crisi (scioperi, manifestazioni) sul territorio italiano, e non risponderà più direttamente alle istituzioni parlamentari.
Servono volontari a Suruc!
Da
Kobane circa 150.000 profughi sono scappati in Turchia. Ora, mi dicono
che Erdogan sostiene che si prende cura dei bisogni di tutti questi
150.000, ma nell'unico campo profughi gestito dal governo turco sono
presenti intorno alle 12.000 persone. Le altre, sono in altri campi o
ospiti in altre case, o in altre città. Issam è volontario nel deposito
dove si organizzano gli aiuti, e spiega che, nella città di Suruc, sono
presenti altre 40.000 persone di Kobane oltre alle 12.000 nel campo
governativo: esse si trovano in campi profughi gestiti da volontari o in
case che li ospitano.
Di Silvia Todeschini
Le donazioni per mantenerli vengono da tutto il mondo, chi lavora nel deposito del materiale o al montaggio tende sono volontari perlopiù curdi e in buona parte giovanissimi: organizzazioni come l'ONU non si fanno vedere e non sono presenti. Nessuno è professionista, e i volontari restano per qualche settimana. La cosa incredibile, è che tutto questo funziona. I campi vengono montati, il cibo viene distribuito, nel deposito vengono separati gli aiuti che arrivano.
Di Silvia Todeschini
Le donazioni per mantenerli vengono da tutto il mondo, chi lavora nel deposito del materiale o al montaggio tende sono volontari perlopiù curdi e in buona parte giovanissimi: organizzazioni come l'ONU non si fanno vedere e non sono presenti. Nessuno è professionista, e i volontari restano per qualche settimana. La cosa incredibile, è che tutto questo funziona. I campi vengono montati, il cibo viene distribuito, nel deposito vengono separati gli aiuti che arrivano.
4 novembre 2014
La profezia di Pier Paolo Pasolini
"Prevedo la spoliticizzazione completa dell'Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi. Lo so: i comitati di quartiere, la partecipazione dei genitori nelle scuole, la politica dal basso... Ma sono tutte iniziative pratiche, utilitaristiche, in definitiva non politiche. La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come."Pier Paolo Pasolini, 5 marzo 1922 - 2 novembre 1975
Riflettiamo (chi ne ha ancora la voglia e la forza). E' avvenuto e molti di noi non se ne sono nemmeno accorti. E invito a riflettere soprattutto sul riferimento alla cosiddetta, anche allora, "politica dal basso". Pasolini la liquida - io credo giustamente - come "iniziative pratiche, utilitaristiche, in definitiva non politiche".
2 novembre 2014
Bandiere false, false bandiere
“Nessuno è più schiavizzato di coloro che
falsamente credono di essere liberi”. (Wolfgang Goethe)
“Il 5% della gente pensa, il 10% della gente pensa di pensare e il restante 85% morirebbe piuttosto che pensare”. (Thomas Edison)
“L’Occidente ha conquistato il mondo non per la superiorità delle idee, dei valori, della religione, ma solo per la superiorità nell’applicazione della violenza organizzata. Gli occidentali spesso dimenticano questo fatto, i non-occidentali mai” (Samuel Huntington)
Cari amici interlocutori, mi sa che per tutto novembre non ci incontreremo. Sono partito per una nuova impresa documentaristica sulle più gravi violazioni inflitte dai briganti del potere al nostro paese, in termini di territorio, comunità, salute, ambiente. La guerra all’Italia, civile e militare. E chi sta in trincea. Tra le riprese da fare da un capo all’altro della penisola, difficilmente ci sarà tempo per interventi sul blog. Ma seguirò con attenzione i vostri, di interventi. Hasta siempre.
So che la maggior parte dei miei interlocutori è interessata più ai miei interventi su questioni internazionali, che non a quelli su temi domestici. Eppure, come dicono i francesi, tout se tien e conviene comporre la presbiopia con la miopia, nel qual caso lo strumento migliore sono le lenti bifocali. Per esempio cosa c’entra lo Stato islamico (IS, ISIS, ISIL, che dir si voglia) con la kermesse di Svendola-Landini-Civati ai Santi Apostoli (di cui già nel precedente post), o con “Sinistra-Lavoro”, di cui sul “manifesto” (dove sennò) è apparsa, splattata su tutta l’ultima pagina, la notizia della nascita? Il primo si vede col cannocchiale, per gli altri due ci vuole il microscopio, ma qualcosa in comune ce l’hanno. Sono tutti False Flag, che lo sappiano o no, che lo vogliano o no.
“Il 5% della gente pensa, il 10% della gente pensa di pensare e il restante 85% morirebbe piuttosto che pensare”. (Thomas Edison)
“L’Occidente ha conquistato il mondo non per la superiorità delle idee, dei valori, della religione, ma solo per la superiorità nell’applicazione della violenza organizzata. Gli occidentali spesso dimenticano questo fatto, i non-occidentali mai” (Samuel Huntington)
Cari amici interlocutori, mi sa che per tutto novembre non ci incontreremo. Sono partito per una nuova impresa documentaristica sulle più gravi violazioni inflitte dai briganti del potere al nostro paese, in termini di territorio, comunità, salute, ambiente. La guerra all’Italia, civile e militare. E chi sta in trincea. Tra le riprese da fare da un capo all’altro della penisola, difficilmente ci sarà tempo per interventi sul blog. Ma seguirò con attenzione i vostri, di interventi. Hasta siempre.
So che la maggior parte dei miei interlocutori è interessata più ai miei interventi su questioni internazionali, che non a quelli su temi domestici. Eppure, come dicono i francesi, tout se tien e conviene comporre la presbiopia con la miopia, nel qual caso lo strumento migliore sono le lenti bifocali. Per esempio cosa c’entra lo Stato islamico (IS, ISIS, ISIL, che dir si voglia) con la kermesse di Svendola-Landini-Civati ai Santi Apostoli (di cui già nel precedente post), o con “Sinistra-Lavoro”, di cui sul “manifesto” (dove sennò) è apparsa, splattata su tutta l’ultima pagina, la notizia della nascita? Il primo si vede col cannocchiale, per gli altri due ci vuole il microscopio, ma qualcosa in comune ce l’hanno. Sono tutti False Flag, che lo sappiano o no, che lo vogliano o no.
1 novembre 2014
Ridurre debito e disuguaglianze? Basta togliere alle banche il potere di creare moneta dal nulla.
L’idea circola ai più alti livelli. E in Svizzera si raccolgono le firme per un referendum.
Interdire le banche private, impedire
loro di creare moneta dal nulla. Sembra un’idea folle, oltre che poco
comprensibile ai più. E però circola sempre di più, non dalle parti del
M5S, dell’Ukip, o di qualche altro partito populista (che pure
sarebbero d’accordo). Ma ai più alti livelli: Financial Times, Banca
d’Inghilterra, Fondo Monetario, economisti vari. Sulla scia di proposte
che risalgono agli anni ’30. Presi dai problemi italiani, dalle
elezioni europee, dagli scandali nostrani, ci si è fatto poco caso ( qui l’unica eccezione, a parte un blog).
Forse si temeva di confondere le idee, di togliere enfasi alle riforme
di cui l’Italia ha comunque bisogno, di tirare la volata ai partiti
“sovversivi” che queste idee sostengono.
Perché di un’idea davvero sovversiva si
tratta. Idea non nuova, in realtà. Da tempo in varie forme fa
proseliti fra economisti americani ed europei, preoccupati di una
prossima crisi sistemica, più devastante della precedente. La vera
sovversione sta nel fatto che a sponsorizzarla sia stato, qualche
settimana fa, il più autorevole quotidiano economico del mondo, il Financial Times, da sempre pilastro della cultura economica neoliberale. In un commento firmato dall’illustre Martin Wolf .
Titolo: “ Spogliare le banche private del potere di creare denaro”.
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