30 ottobre 2015
Quando eravamo ricchi, con la lira e l’inflazione a mille
«Negli anni Ottanta, gli anni in cui l’Italia navigava nell’oro, quando eravamo il quarto paese più ricco del mondo, il tasso d’inflazione si aggirava mediamente attorno al 15% e raggiungeva picchi di oltre il 21%». Le famiglie spendevano e il risparmio medio dei nuclei familiare durante il periodo d’inflazione più alta superava il 25%: «Eravamo il primo paese al mondo per risparmio privato e le famiglie avevano ampia libertà di spesa», ricorda Vincenzo Bellisario. Oggi l’inflazione si aggira attorno allo 0%, e l’economia è alla canna del gas: «Le famiglie devono risparmiare su tutto, hanno scarsa libertà economica, abbiamo raggiunto e superato i livelli di consumo da fame del periodo della “grande depressione” e, nonostante ciò, la media attuale di risparmio privato è del 4% circa. E tutto va male». Secondo Bellisario, esponente del Movimento Roosevelt fondato da Gioele Magaldi per contribuire alla democratizzazione della politica italiana contro lo strapotere dell’élite economica, «lo spettro dell’inflazione è una grande truffa, così come lo è stata e lo è purtroppo ancora oggi quella del debito pubblico, che altro non è se non l’indicatore che misura la ricchezza finanziaria del cittadini».
29 ottobre 2015
Lettera aperta al National Geographic: fermate la cooperazione con la BAYER
National Geographic Society
Gary E. Knell, Président et PDG
1 145 17th Street N.W.
Washington, D.C., USA
28 octobre 2015
Caro Signor Knell,
la settimana scorsa National Geographic e BAYER CropScience hanno annunciato il lancio del loro gioco online "Top Crop: Farming for the Future" (Massimo raccolto: l'agricoltura del futuro). Melina Bellows, capo dell'Ufficio Educazione del National Geographic ha affermato che "il gioco è un ottimo esempio di come possiamo insegnare ai ragazzi i problemi e le soluzioni con cui si confrontano gli agricoltori nella realtà."
La Coalizione contro i pericoli derivanti dalla BAYER (CBG Germania), che da oltre 35 anni sta monitorando le attività della Bayer, critica tale scelta. A nostro parere National Geographic dovrebbe parlare delle responsabilità delle multinazionali nei problemi ambientali, specialmente nel campo dell'agricoltura. Aiutando la BAYER a ripulire la propria immagine ambientale si mettono in pericolo la missione e l'integrità della National Geographic Society.
28 ottobre 2015
L'U€ vi ha appena scollegato da internet!
Non è bastato l’appello del creatore del World Wide Web, Sir Tim Berners-Lee, che invitava gli eurodeputati, oggi a Strasburgo, a cambiare quel testo maledetto. Del resto, la Commissione Europea e il Consiglio dell’Unione Europea l’hanno studiata bene, consapevoli che i MEP (gergo tecnico per riferirsi ai parlamentari europei) se la sarebbero bevuta, ognuno perso nelle cose sue. Avevano formulato un pacchetto contenente uno specchietto per le allodole, cioè l’abolizione dei costi di roaming negli spostamenti tra i vari stati membri europei, per poi infilarci la polpetta avvelenata, che in questo caso si chiama: fine della Net Neutrality.
Cos’è la Net Neutrality? E’ quella regola d’oro della rete in base alla quale “tutti i bit sono creati uguali”. Ovverosia, fuor di metafora, una volta che sono immessi in rete, non esistono dati di serie A e dati di serie B: le infrastrutture informatiche che li trasportano (che fanno capo agli internet service provider cui paghiamo la bolletta e che stendono i cavi) devono trattarli tutti alla stessa maniera. Sembra cosa di poco conto per chi non è del mestiere, ma provate a riflettere: cosa succede se un fornitore di accesso a internet lancia un’offerta per cui vi dà internet gratis, o a poco prezzo, ma vi mette solo il Corriere della Sera e Repubblica, mentre tutto il resto dei siti internet sono consultabili solo pagando 3 volte tanto? Succede che avere accesso a internet non significa più disporre della libertà di consultare qualunque informazione sia presente in rete, ma solo quella prodotta dai grossi siti convenzionati, cioè solo quella che il nostro fornitore vorrà farci leggere.
27 ottobre 2015
Islanda: condannati 26 banchieri a un totale di 74 anni di carcere
In forte contrasto con il record per il basso numero di azioni penali contro amministratori delegati e dirigenti finanziari di alto livello negli USA, l'Islanda ha appena condannato 26 banchieri ad un totale di 74 anni di carcere.
La maggior parte di quelli condannati ha ricevuto pene detentive dai due ai cinque anni. Anche se in Islanda la pena massima per i crimini finanziari è di sei anni e sebbene le udienze siano ancora in corso, si sta valutando di estendere il massimo oltre i sei anni.
I processi sono il risultato delle manipolazioni del mercato finanziario islandese da parte dei bankster islandesi dopo che l'Islanda liberalizzò il proprio mercato finanziario nel 2001. Nel 2008, l’accumulo di debito estero ha determinato alla fine un tracollo dell’intero settore bancario.
26 ottobre 2015
Il saccheggio come “diritto internazionale”
Lucide le parole di Karl Polanyi in “la Grande Trasformazione”: “La separazione dei poteri, inventata nel 1784 da Montesquieu, era utilizzata per separare il popolo dal potere su tutta la sua vita economica. La Costituzione statunitense, creata in un ambiente di agricoltori-artigiani da una classe dirigente cosciente di ciò che succedeva sulla scena industriale inglese, isola totalmente la sfera economica della Costituzione, ponendo così la proprietà privata sotto la più grande protezione concepibile e crea l’unica società di mercato del mondo che è stata concepita legalmente. Nonostante il suffragio universale, i votanti statunitensi saranno impotenti (di fronte) ai possessori”.
Un aspetto importante e poco analizzato di cosa significano trattati come il TPP e il TTIP (USA-UE) è che stanno creando un “diritto internazionale” che in realtà è basato sulle leggi e la giurisprudenza degli USA (perché nessun Trattato o Accordo con questo paese può contraddire le leggi o il Congresso USA). Ciò significa che tutti i Trattati firmati da questo paese istituzionalizzano de jure l’applicazione extraterritoriale delle leggi USA.
La liberalizzazione commerciale (OMC e Trattati di libero commercio) potenzia questa operazione su scala mondiale.
Dopo l’ISIS, vaccini e pertosse una priorità nazionale
I servi o “camerieri dei banchieri”[1] hanno deciso. La manovalanza delle lobbies farmaceutiche hanno preso la decisione per tutti noi. A Roma gli assessori alla Sanità delle Regioni italiane hanno deciso all'unanimità di inserire nel nuovo "Piano nazionale di prevenzione vaccinale", la previsione di non ammettere nelle scuole i bambini che non siano in regola con il libretto delle vaccinazioni.
Della serie: “Per andare a scuola bisogna essere vaccinati”.
Gongolano le case farmaceutiche perché il piano vaccinale costerà a noi contribuenti la bellezza di 200 milioni di euro, senza parlare del costo incalcolabile che pagheremo in termini di salute…
Tale misura da Stato totalitario è sollecitata, tra l'altro, da una “firmatissima” petizione lanciata sul sito change.org dalla madre di una bimba di Cesena che ha contratto la pertosse.
Tale “firmatissima” petizione - come l’ha etichettata La Repubblica - riguarda circa 20 mila persone, quindi non proprio una petizione a furor di popolo, anche se grazie al terrorismo di Stato e alla vergognosa campagna mediatica di giornali e televisione, molte persone impaurite finiranno per cedere alle pressioni…
25 ottobre 2015
La storia taciuta del vaccino antipertosse
Il New York Times riferisce di un nuovo studio che ha rilevato come il maggior rischio per i bambini di essere infettati con il batterio che causa la pertosse arrivi dai fratelli maggiori. I Times spiega che questo “è probabilmente il risultato della diminuita immunità tra i bambini e adolescenti che hanno ricevuto il vaccino DTaP (ndt: difterite, tetano pertosse acellulare)”
Infatti, la diminuita immunità è un problema serio del vaccino combinato DTaP. Uno studio recente pubblicato su Pediatrics conclude: la protezione data dal vaccino DTaP diminuisce nel giro di 2-4 anni. E’ possibile che la mancanza di una protezione a lungo termine dopo la vaccinazione contribuisca ad aumentare i casi di pertosse tra gli adolescenti.
Ma il Times sta disorientando i suoi lettori raccontando loro solo una parte della storia, lasciando i lettori con l’impressione che basterebbe fare più “richiami” per risolvere il problema.
Non è così.
Individui Vaccinati diffondono la malattia
Tattiche fallimentari dell'imperialismo Usa
L'imperialismo USA e i suoi alleati hanno imparato una dura lezione dall'esperienza negativa in Vietnam. Il crescente coinvolgimento di truppe statunitensi, arrivate a quasi mezzo milione nella fase acuta del conflitto con l'arruolamento forzato (coscrizione obbligatoria) e la chiamata alle armi di quasi tre milioni di soldati nel corso di tutta la guerra e con oltre 200.000 vittime, ha dimostrato di essere una politica destabilizzante, una sfida impegnativa al mantenimento del consenso.
Gli strateghi militari hanno riconosciuto che quando non si è in grado di generare un ampio consenso alla guerra o a garantirne una breve e decisiva durata, l'avventura bellica rischia di generare una reazione di instabilità politica. Di conseguenza, si è optato per lo sviluppo di un esercito di volontari e di una cultura di guerra per legittimarne l'utilizzo.
Ma l'imperialismo ha tratto una conclusione ancora più importante. Quando l'imperialismo ha combattuto un nemico che difende la sua terra d'origine, i costi sono abitualmente troppo grandi per essere tollerati dal pubblico statunitense. Certamente l'impegno nella guerra mondiale antifascista del 1939-1945 ha goduto di un sostegno popolare incrollabile. Ma le forze Usa non hanno combattuto sul suolo giapponese e solo per breve periodo in una Germania al collasso.
Gli strateghi militari hanno riconosciuto che quando non si è in grado di generare un ampio consenso alla guerra o a garantirne una breve e decisiva durata, l'avventura bellica rischia di generare una reazione di instabilità politica. Di conseguenza, si è optato per lo sviluppo di un esercito di volontari e di una cultura di guerra per legittimarne l'utilizzo.
Ma l'imperialismo ha tratto una conclusione ancora più importante. Quando l'imperialismo ha combattuto un nemico che difende la sua terra d'origine, i costi sono abitualmente troppo grandi per essere tollerati dal pubblico statunitense. Certamente l'impegno nella guerra mondiale antifascista del 1939-1945 ha goduto di un sostegno popolare incrollabile. Ma le forze Usa non hanno combattuto sul suolo giapponese e solo per breve periodo in una Germania al collasso.
24 ottobre 2015
USA: Imminente attacco "False Flag" per sospendere la Bill of Rights (Legge sui Diritti)
Il corrotto regime criminale, attualmente occupante di Washington DC, sta perdendo la sua presa sull'America. La grande popolarità di Donald Trump riflette la perdita di fiducia degli americani nelle istituzioni nel governo e nei media mainstream. Il popolo americano è stanco di essere ingannato e si sta svegliando dalla realtà che viene propagandata, controllata e imprigionato da un regime totalitario che non rispetta alcuna legge o libertà individuale.
Questo Venerdì su TalkNetwork.com, ci svelano i dettagli scioccanti sul pesante attacco false flag che sta per accadere in America ... e come, a questo, seguirà immediatamente una forte spinta governativa per la messa sotto controllo totale di tutte le informazioni on-line oltre alla sospensione del Primo Emendamento.
23 ottobre 2015
L’ambasciatore Usa a Parigi: “Dobbiamo far male all’Europa. A lungo”
Per capire cosa stanno cercando di fare, in gran segreto, con il TTIP, e per comprendere a fondo la logica con la quale gli States tentano di colonizzare economicamente il vecchio continente, basta che io vi racconti cosa stanno facendo con gli organismi geneticamente modificati(OGM)
La maggior parte dei consumatori europei si opponeva al consumo di cibo prodotto con i metodi dell’ingegneria genetica. C’era una diffusa resistenza in Germania e non esisteva assolutamente nessuna domanda né dai consumatori né dai produttori per le coltivazioni biotech in Austria. E, malgrado gli sforzi prodotti per sconfiggere le resistenze ungheresi, il pubblico non mostrava alcun segnale di ripensamento sul divieto di consumo del mais geneticamente modificato. Così, il Dipartimento di Stato americano, che ha il compito di coordinare la politica estera statunitense, cui non sfuggiva il peso del giudizio dell’Unione Europea sulla diffusioni di tali tecnologie a livello globale, ha cercato di limitare l’influenza dei punti di vista negativi all’interno della UE sulla biotecnologia.
Paul Craig Roberts: "La Cia potrebbe assassinare Putin"
«Penso che Putin rischi un attentato da parte della Cia o di qualche altro gruppo di balordi, mentre qui da noi continueranno a perseguitare chi rivela informazioni o a spingersi oltre dichiarando illegale chi critica il governo».
Cancro “incurabile”, il business infinito della chemioterapia
Da decenni, il cancro viene inutilmente fronteggiato con la chemioterapia: l’oncologia ospedaliera non guarisce quasi nessuno, e i tumori stanno aumentando in modo esponenziale. In parallelo, c’è il boom delle cure alternative: in questo settore si registrano guarigioni in costante aumento, ma i numeri sono ancora limitati e comunque esclusi dall’ufficialità. Ovvio, sottolineano gli “alternativi”: per il sistema è pericoloso far sapere che si può guarire anche solo con erbe, biofarmaci e dieta, cioè con quattro soldi, mentre il sistema ospedaliero (chemio e radio) costa una follia, oltre a non salvare nessuno. Di recente, Paolo Barnard ha acceso una contro-polemica, accusando di slealtà gli “alternativi” che speculerebbero sull’altrui dolore, contrabbandando soluzioni miracolose quanto irrealistiche. La riprova? I potenti della terra, a partire dal boss della Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, ricorrono alla chemio. «In realtà – replica a distanza Paolo Franceschetti, autore di un sito sulle cure alternative esistenti – i super-potenti sono i primi a ricorrere a metodi alternativi: lo stesso Berlusconi ha evitato la chemio ed è guarito grazie alla terapia Di Bella».
Benvenuti a Lampedusa
Una ex caserma dell’esercito edificata in spregio alle norme urbanistiche funge da centro d’identificazione e smistamento dei rifugiati di mezzo mondo, sopravvissuti ai bombardamenti e ai naufragi. Un mostro di cemento che ricorda carceri speciali. Guardie armate dentro e fuori e i carabinieri che fotografano o filmano tutto ciò che intorno si muove. Fuori i bambini con la maglia di Messi e di Ronaldo che inseguono un pallone all’ombra di rari e spogli eucalipti o le bambine a farsi le treccine sedute su un gradone all’ingresso della mensacontainer. Accanto, i bidoni di spazzatura. E ancora, nell’“isola con tanto vento ma con pochissima aria” hotspot, hub, detenzione, deportazione, radar militari, ponti radio, antenne satellitari, centri di spionaggio… Ma Lampedusa non è solo questo. È Zona Protezione Speciale, Sito Importanza Comunitaria, Riserva Naturale Orientata, e i mille occhi che ogni giorno incontri. Benvenuti a Lampedusa.
21 ottobre 2015
NoTav, Erri De Luca e il sabotaggio del sistema
Quando lo scrittore Erri De Luca ha pronunciato le parole «la Tav va sabotata» non ha commesso un reato, non si è trasformato in un terrorista o in un pericolo per lo Stato. La sentenza pronunciata il 19 ottobre al Palagiustizia di Torino, davanti ad una platea foltissima di attivisti NoTav, ha reso giustizia e onore a un intellettuale che si è sempre mantenuto fermo e saldo sui suoi principi.
Nel 2013, nel corso di alcune interviste, lo scrittore aveva pronunciato parole come «Il sabotaggio è l'unica alternativa» e «resto convinto che il Tav sia un'opera inutile e continuo a pensare che sia giusto sabotare quest'opera».
La sua figura e il suo spessore ne avevano fatto un’icona, un emblema del movimento che da anni si batte contro la realizzazione di un’opera che ha dimostrato di essere in grado di devastare un territorio. E proprio per abbattere un simbolo, per ammainare una bandiera, molto probabilmente gli inquisitori si erano fatti carico di perseguire quelle parole e quell’uomo. Erri De Luca è stato portato in tribunale e dal tribunale è uscito a testa alta; qualcuno si è reso conto dell’assurdità di un procedimento che avrebbe dato la nettissima impressione di avere come scopo la repressione del pensiero critico anzichè il perseguimento di fini di giustizia.
20 ottobre 2015
Evo Morales: “Il capitalismo è il cancro di Madre Terra”
Settemila ambientalisti, contadini e attivisti indigeni da 40 paesi si sono riuniti a Tiquipaya in Bolivia nella World People's Conference on Climate Change, per definire le richieste dei movimenti e dei paesi in via di sviluppo che dovranno essere portate al summit sul clima dell’Onu previsto a Parigi in dicembre.
“Il capitalismo è il cancro di Madre Terra” ha detto Evo Morales, presidente della Bolivia, rivolgendosi alle tantissimi persone presenti.La conferenza ha prodotto una dichiarazione in dodici punti che sarà presentata durante i negoziati COP21 nel tentativo di esigere un accordo vero e concreto per fermare i cambiamenti climatici. L’agenda di COP21 è stata fortemente criticata dai movimenti per la foritissima presenza delle lobby capitaliste e per il ruolo che si sottintende mantenuto e conservato per il capitalismo, che diviene una sorta di convitato di pietra.
La Declaración de Tiquipaya pone alcuni punti importanti.
16 ottobre 2015
8 città degli USA hanno sostituito il Giorno di Colombo con il Giorno dei popoli indigeni
Mentre sale la tensione sulla scena internazionale, otto città statunitensi, nel giro di due mesi, hanno abolito una festa federale che da tempo insulta e offende la popolazione indigena locale ed altri ancora – il Columbus Day – ma questo non è tutto. Queste otto città (di cui tre solo la settimana scorsa) hanno voluto sostituire la festa del 12 Ottobre con una nuova che da tempo attende di essere celebrata: l’Indigenous Peoples Day. Ecco come queste città statunitensi hanno deciso che l’imperialismo brutale non può più essere considerato una festa da onorare:
1. Albuquerque, New Mexico
In una dichiarazione ufficiale sulla conversione del secondo lunedì di Ottobre in Indigenous Peoples’ Day, la città si è impegnata a “fare luce con dati storici più accurati sulla scoperta degli Stati Uniti d’America” riconoscendo “l’avvenuta occupazione delle terre degli indigeni del New Mexico per la costruzione della nostra città”. Quest’anno, la città di Albuquerque sta incoraggiando aziende e individui a “riflettere sui conflitti attuali” delle popolazioni native, e a “festeggiare il contributo di queste popolazioni attraverso le loro radici e valori culturali”.
15 ottobre 2015
Chiamata alle armi della NATO
Nato: «Mosca viola la Turchia e attacca i ʽnostri’»
"Chi mi ha svegliato?"-Tom Janssen |
Il Consiglio del Nord Atlantico si è riunito ieri d’urgenza a Bruxelles, a livello dei ministri della difesa, «in un momento decisivo per la nostra sicurezza». La Nato è «fortemente preoccupata dalla escalation dell’attività militare russa in Siria», in particolare dal fatto che «la Russia non sta prendendo di mira l’Isis, ma sta attaccando l’opposizione siriana e i civili».
Non specifica la Nato quale sia «l’opposizione siriana» attaccata dalla Russia. Il Pentagono ha dovuto ammettere, il 16 settembre, di essere riuscito ad addestrare in Turchia, spendendo 41 milioni di dollari, appena 60 combattenti attentamente selezionati, ma che, una volta infiltrati in Siria con l’insegna di «Nuovo esercito siriano», sono stati «quasi completamente spazzati via da forze del Fronte al-Nusra». L’«opposizione siriana», che la Nato vorrebbe non fosse attaccata, è una galassia di gruppi armati, formati per la maggior parte da combattenti stranieri, finanziati dall’Arabia Saudita e altre monarchie del Golfo, molti dei quali sono passati dai campi di addestramento della Cia e delle Forze speciali Usa in Turchia. Il confine tra questi gruppi e l’Isis è assai labile, tanto che spesso armi fornite all’«opposizione» finiscono nelle mani dell’Isis. Ciò che li accomuna è l’obiettivo, funzionale alla strategia Usa/Nato, di abbattere il governo di Damasco.
14 ottobre 2015
L'unico paese in Europa con l'1% di disoccupazione...
E' per questo che lo vollero distruggere, e parliamo al passato perché questa porta è stata già chiusa in faccia al fascismo imperialista. Sai quale paese è?
Si tratta della Repubblica di Bielorussia, abitata da quasi 10 milioni di abitanti e attualmente presieduta da Alexander Lukashenko. Questo paese ha fatto parte dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (Urss) fino al 1991.
Dopo la disgregazione dell'Unione Sovietica, la Bielorussia si è dichiarata indipendente e ha mantenuto in prevalenza il controllo statale sull'economia. Ad esempio, le banche straniere sono praticamente escluse dal paese, i beni ed i servizi di base sono sovvenzionati dallo stato, i prezzi di vendita al dettaglio sono regolati e il governo continua a puntare sulle imprese statali. Infatti, il 51,2% dei Bielorussi lavora in aziende statali, il 47,4% è impiegato da imprese private nazionali e l'1,4 % lavora per imprese a capitale estero stabilitesi nel paese.
Il settimanale britannico The Economist, facendo riferimento a una relazione sulla libertà economica dell'Heritage Foundation dice in uno dei suoi articoli, che "Lukashenko segue una politica di onnipresente intervento statale in economia" e che "il governo nega i diritti di proprietà sui beni comuni, mantenendo risorse naturali, acque, foreste e terre sotto il controllo pubblico".
Si tratta della Repubblica di Bielorussia, abitata da quasi 10 milioni di abitanti e attualmente presieduta da Alexander Lukashenko. Questo paese ha fatto parte dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (Urss) fino al 1991.
Dopo la disgregazione dell'Unione Sovietica, la Bielorussia si è dichiarata indipendente e ha mantenuto in prevalenza il controllo statale sull'economia. Ad esempio, le banche straniere sono praticamente escluse dal paese, i beni ed i servizi di base sono sovvenzionati dallo stato, i prezzi di vendita al dettaglio sono regolati e il governo continua a puntare sulle imprese statali. Infatti, il 51,2% dei Bielorussi lavora in aziende statali, il 47,4% è impiegato da imprese private nazionali e l'1,4 % lavora per imprese a capitale estero stabilitesi nel paese.
Il settimanale britannico The Economist, facendo riferimento a una relazione sulla libertà economica dell'Heritage Foundation dice in uno dei suoi articoli, che "Lukashenko segue una politica di onnipresente intervento statale in economia" e che "il governo nega i diritti di proprietà sui beni comuni, mantenendo risorse naturali, acque, foreste e terre sotto il controllo pubblico".
13 ottobre 2015
Processo a Standard & Poor’s: Mario Draghi assente!
Dovrebbe essere su tutte le prime pagine dei giornali. E invece è solo QUI.
Doveva testimoniare, Mario Draghi, nel corso delle udienze al processo di Trani contro “Standard & Poor’s“. Era stato citato dal PM Michele Ruggiero, ma non verrà. Già, perché – ha detto – “è un momento delicato per l’economia mondiale” e “teme clamori mediatici“. Un altro modo per dire che più sali in alto, più sei intoccabile. E’ vero che l’imputato non era lui, ma l’agenzia di rating che il 21 maggio 2011 preannunciava in un report l’instabilità dell’Italia e che nel gennaio 2012 la declassava da A a BBB+, però nel corso di un’audizione un teste viene interrogato e potrebbe correre il rischio di rispondere a domande scomode, che poi verrebbero riprese dai giornali e – guarda un po’ – finirebbero in pasto all’opinione pubblica. Che non deve sapere, mi raccomando! Così bisognerà accontentarsi delle dichiarazioni che già aveva reso quando venne sentito, quattro anni fa a Roma, dal pm Michele Ruggiero e dalla Guardia di finanza di Bari in merito al pericolo di un contagio greco per il sistema finanziario italiano. Per l’occasione, aveva dichiarato che il sistema nazionale era solido (e quindi, perché declassarlo?).
12 ottobre 2015
Politiche del Portogallo: propaganda a pieno regime!
Che cosa potrà pensare un Candido (*) scarsamente informato sulla situazione politica portoghese delle dichiarazioni diffuse dall’oligarchia mediatica europea e dei suoi grandi titoli sui risultati delle ultime elezioni politiche in Portogallo? Cominciamo con un breve florilegio.
Il presidente della Commissione Europea - Jean-Claude Juncker – peraltro esperto di evasione fiscale, si è felicitato con Pedro Passos Coelho “per la vittoria della coalizione portata avanti dal partito del primo ministro ”. E il portavoce della Commissione Europea ha rilanciato:
“I risultati di questo scrutinio confermano l’auspicio della maggioranza dei portoghesi di voler proseguire il cammino delle riforme ” (tradotto : il proseguimento della politica d’auterità).
L’inenarrabile ministro tedesco delle Finanze - Wolfgang Schäuble – afferma di vedere dei "segnali incoraggianti" nell’esito delle urne.
10 ottobre 2015
"Creare due, tre ... molti Vietnam" Messaggio ai popoli del mondo attraverso la Tricontinental
Questo messaggio, scritto a Cuba nel 1966, mentre il Che si stava preparando per andare a combattere in Bolivia, è stato pubblicato il 16 Aprile 1967 come supplemento speciale alla rivista Tricontinental, organo del segretariato esecutivo dell' OSPAAAL (Organizzazione di Solidarietà con i popoli dell'Africa, Asia e America Latina), a L'Avana, mentre Ernesto Che Guevara era già in Bolivia, dove organizzava la guerriglia e dove fu assassinato il 9 Ottobre 1967.
Sono passati ventun anni dalla fine dell'ultima guerra mondiale e molte pubblicazioni, in lingue diverse, celebrano l'avvenimento, di cui è simbolo la sconfitta del Giappone. Un clima di apparente ottimismo regna in molti settori degli avversi campi in cui è diviso il mondo.
Ventun anni senza guerre mondiali, in questo tempo di grandi contrapposizioni, di scontri violenti e di trasformazioni repentine, sembrano molti. Ma, senza analizzare i risultati pratici (miseria, degradazione, sfruttamento sempre più intenso di enormi settori del mondo), di questa pace per la quale tutti noi ci dichiariamo disposti a lottare, bisogna chiedersi se essa è reale.
Sono passati ventun anni dalla fine dell'ultima guerra mondiale e molte pubblicazioni, in lingue diverse, celebrano l'avvenimento, di cui è simbolo la sconfitta del Giappone. Un clima di apparente ottimismo regna in molti settori degli avversi campi in cui è diviso il mondo.
Ventun anni senza guerre mondiali, in questo tempo di grandi contrapposizioni, di scontri violenti e di trasformazioni repentine, sembrano molti. Ma, senza analizzare i risultati pratici (miseria, degradazione, sfruttamento sempre più intenso di enormi settori del mondo), di questa pace per la quale tutti noi ci dichiariamo disposti a lottare, bisogna chiedersi se essa è reale.
9 ottobre 2015
NATO-Russia: il faccia a faccia in Siria
Un SU-30 entra di qualche centinaio di metri nello spazio aereo turco per solo un paio di minuti, sopra la provincia di Hatay, e ritorna nello spazio aereo siriano, dopo essere stato avvertito da un paio di F-16 turchi.
Poi si scatena l’inferno, come se questo fosse il casus belli definitivo per uno scontro Russia-NATO.
La NATO, prevedibilmente, ha tirato fuori tutte le sue armi retoriche. La Russia sta scatenando “immenso pericolo” e dovrebbe immediatamente smettere di bombardare quegli adorabili “ribelli moderati” che la coalizione dei loschi opportunisti si rifiuta di bombardare.
La NATO, prevedibilmente, ha tirato fuori tutte le sue armi retoriche. La Russia sta scatenando “immenso pericolo” e dovrebbe immediatamente smettere di bombardare quegli adorabili “ribelli moderati” che la coalizione dei loschi opportunisti si rifiuta di bombardare.
8 ottobre 2015
Le armi israeliane alimentano le atrocità in Africa
Le armi israeliane alimentano le atrocità nel Sud Sudan, secondo un rapporto delle Nazioni Unite che getta una nuova luce sul commercio segreto di armi degli israeliani in Africa.
Redatto da un team di investigatori che lavorano per il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, il rapporto presenta prove fotografiche di fucili automatici prodotti dalle Industrie Militari Israeliane (IMI) rinvenuti negli arsenali dell'esercito e della polizia del Sud Sudan. Conosciuti con il nome di Galil ACE, i fucili sono utilizzati in particolare dalle guardie del corpo dei politici di alto rango e degli ufficiali superiori dell'esercito.
Il Sud Sudan ha ottenuto l'indipendenza nel 2011 dopo una guerra civile durata decenni. Dal giorno della sua nascita, personaggi dell'industria israeliana degli armamenti si sono precipitati a difendere e promuovere i loro interessi presso questo nuovo alleato e per contrastare l'influenza dell'Iran nel Sudan.
Dopo la secessione del 2011, il Sud Sudan si è diviso in fazioni politiche opposte.
Celiachia: l’utilizzo del glifosato nella coltivazione dei cereali una possibile causa
L’intolleranza al glutine e la Celiachia stanno crescendo in maniera esponenziale in Europa, negli USA e nel resto del mondo tanto da essere in forma epidemica e si stima che il 5% della popolazione Europea e Statunitense siano affette da questa patologia.
Uno studio pubblicato sulla rivista Interdisciplinary Toxicology (1) mette in discussione l’origine delle malattia che viene definita secondo la medicina ufficiale una malattia autoimmune, i cui effetti sono collegati al consumo di alimenti contenenti glutine una proteina presente nei cereali come frumento, orzo , segale e avena. Lo studio sostiene che un maggior uso del diserbante a base di glifosate, conosciuto principalmente con il nome commerciale di Roundup, nella coltivazione dei cereali e non solo, potrebbe essere la causa della crescita dei casi di celiachia, intolleranza al glutine, come mostra questo grafico riportato nell’articolo, ma anche della sindrome dell'intestino irritabile.
6 ottobre 2015
Le bombe "moderate"
Le bombe in Siria e le bombe in Afghanistan, la lettura occidentale e quella russa, tra ipocrisia e ironia. Mainstream in piena confusione...
Prendi, ad esempio, il Pompiere della Sera. Stamani il suo titolo principale, quattro colonne a centro pagina, è dedicato al "Teologo Gay, caso mondiale". Ah, dunque sarebbe questo il "caso mondiale"?
La "Strage nell'ospedale attaccato dagli aerei USA" è due colonne di spalla, con un articolo di Venturini ("La sindrome del Vietnam") che va a pescare farfalle.
E infine l'editoriale di apertura, del solito Panebianco, intitolato, strabiliantemente: "Difendere Israele sarà reato?" Ipotesi del tutto impossibile, nei secoli dei secoli, essendo vero proprio il contrario: che chi critica Israele è immediatamente definito antisemita. E, nel caso dell'Olocausto, chi si permette di dire che Netanyhau lo usa come arma contundente corre il serio rischio di essere subito definito "negazionista", con tutti i rischi annessi e connessi.
E la Siria? Sparita dalla prima pagina. Non arrivano istruzioni chiare da Washington. Hic sunt leones.
5 ottobre 2015
Putin alla 70° Assemblea Generale dell'ONU
Sua eccellenza Signor Presidente, Sua eccellenza Vice Segretario, Distinti Capi di Stato e di Governo, Signore e Signori, il settantesimo anniversario delle Nazioni Unite è una buona occasione per fare il punto della situazione sul passato e parlare del nostro comune futuro.
1 ottobre 2015
Il mondo brucia, e il calvo si pettina* La nuova religione di Varoufakis: la "ragione pura"
Yanis "Allstar" Varoufakis ha pubblicato un articolo sul Frankfurter Allgemeine Zeitung, l'organo centrale del PPT (Partito dei padroni tedeschi) un articolo che ci lascia sbalorditi, a cui si ritiene necessario rispondere.
Come Kador, il cane dei Bidochon, Varouf è dunque un lettore di Kant. Questo lo sapevamo dallo scorso febbraio, quando, appena nominato ministro delle Finanze, una volta aveva citato il filosofo di Königsberg, ma con una buona dose di ironia. Questa volta, tutta l'ironia è scomparsa. Nel suo articolo, da leggere come un omelia dominicale - pubblicato nell'edizione di domenica di FAZ - Varouf si lascia andare a una inverosimile lucidatura di scarpe berlinesi. Ai nostri lettori, essendo in genere gente di corsa e indaffarata, offriamo una sintesi del messaggio kantiano di Varouf, seguito da un breve commento. I lettori che hanno il desiderio e tempo possono leggere l'intero articolo, pubblicato in inglese, tedesco, italiano, portoghese e francese.
Innanzitutto una premessa: non abbiamo aspettato che il Magnifico Yanis diventasse famoso nel mondo, dopo la sua nomina a ministro da Tsipras lo scorso febbraio, per pubblicare e tradurre suoi articoli. Lo abbiamo pubblicato da settembre 2012; e da allora, Tlaxcala ha pubblicato non meno di 134 testi di Varoufakis in varie lingue. Ci si può accusare di tutto, ma non di essere i suoi nemici. Ma quando è troppo è troppo. Andiamo avanti.
Nel laboratorio dell’Europa postmoderna
A pensarci bene, questa Europa costituisce il compimento del post-moderno in ambito politico-istituzionale ed economico. Letteralmente, di ciò che “viene dopo”. Ma “dopo” che cosa?
Non c’è dubbio: “dopo” la stagione in cui lo Stato ha tentato di “contenere” e governare il capitalismo, di addomesticarne le crisi ed influenzarne le scelte, mediante la “politica economica”, la programmazione, l’intervento pubblico in economia. D’altro canto, per tutto il secolo XIX e parte degli anni venti, per dirla con James K. Galbraith, «il grande problema del capitalismo era stato la crescente gravità dei cicli economici, tra rapide espansioni e dure recessioni»[1], alle quali, salvando il capitalismo stesso, si era reagito, per l’appunto, con l’interventismo pubblico ed il welfare state. In ambito teorico, parliamo, più semplicemente, del salto di qualità dall’analisi di ciò che è (economia politica) all’elaborazione di ciò che deve essere (politica economica)[2].
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