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30 gennaio 2023
Il Messico diventa la prima nazione ad ammettere i danni della geoingegneria e blocca i futuri esperimenti
Il governo messicano ha annunciato una moratoria sugli esperimenti di geoingegneria solare a seguito di un esperimento non autorizzato su piccola scala condotto da una startup statunitense. Che impatto avrà la decisione sui piani dei globalisti che mirano a usare la geoingegneria come porta d'accesso alla governance mondiale?
Solo poche settimane fa, Luke Iseman, l'amministratore delegato di Make Sunsets, l'azienda che ha condotto l'esperimento, ha annunciato al mondo di aver rilasciato due palloni meteorologici riempiti di particelle di zolfo riflettenti come parte di una trovata pubblicitaria volta ad accendere la conversazione sulla scienza della geoingegneria.
12 marzo 2020
Wall Street: "Un altro bagno di sangue", crollano gli indici del mercato azionario mondiale
Altre borse, come quelle europee, di San Paolo (Brasile) e del Messico, hanno subito brusche cadute; alcune hanno temporaneamente sospeso le loro operazioni.
Oggi, le quotazioni di Wall Street sono state sospese subito dopo l'apertura, in quanto gli indici principali sono scesi di oltre il 7%, ovvero oltre il limite giornaliero.
Fino a quel momento gli indici del mercato azionario statunitense erano in forte calo. La media industriale del Dow Jones è scesa del 7 %, oltre 1.600 punti. Anche S&P 500 e Nasdaq sono diminuiti del 7% ciascuno.
Oggi, le quotazioni di Wall Street sono state sospese subito dopo l'apertura, in quanto gli indici principali sono scesi di oltre il 7%, ovvero oltre il limite giornaliero.
Fino a quel momento gli indici del mercato azionario statunitense erano in forte calo. La media industriale del Dow Jones è scesa del 7 %, oltre 1.600 punti. Anche S&P 500 e Nasdaq sono diminuiti del 7% ciascuno.
7 gennaio 2019
I 13 pagliacci del Gruppo di Lima dichiarano guerra al Venezuela
Il Messico salva il suo onore non firmando la dichiarazione
Riuniti a Lima il 4 gennaio, con la partecipazione in teleconferenza da Washington del segretario di Stato yankee Mike Pompeo, i ministri e i rappresentanti di 13 dei 14 paesi che compongono il cosiddetto Gruppo Lima hanno firmato una dichiarazione su e contro il Venezuela - proposta dal brasiliano Ernesto Araújo, l'uomo di Bolsonaro a Itamaraty (la Farnesina brasiliana) - che è una vera e propria dichiarazione di guerra.
Il Messico si è dissociato dalla dichiarazione. Il suo Sottosegretario agli Affari Esteri per l'America Latina e il Caribe, Maximiliano Reyes, ha dichiarato tra l'altro: "(...) chiediamo una riflessione all'interno del Gruppo di Lima sulle conseguenze che avrebbero per i venezuelani quelle misure che cercano di interferire nelle questioni interne che ostacolano il dialogo tra gli attori coinvolti e la comunità internazionale.
Riuniti a Lima il 4 gennaio, con la partecipazione in teleconferenza da Washington del segretario di Stato yankee Mike Pompeo, i ministri e i rappresentanti di 13 dei 14 paesi che compongono il cosiddetto Gruppo Lima hanno firmato una dichiarazione su e contro il Venezuela - proposta dal brasiliano Ernesto Araújo, l'uomo di Bolsonaro a Itamaraty (la Farnesina brasiliana) - che è una vera e propria dichiarazione di guerra.
Il Messico si è dissociato dalla dichiarazione. Il suo Sottosegretario agli Affari Esteri per l'America Latina e il Caribe, Maximiliano Reyes, ha dichiarato tra l'altro: "(...) chiediamo una riflessione all'interno del Gruppo di Lima sulle conseguenze che avrebbero per i venezuelani quelle misure che cercano di interferire nelle questioni interne che ostacolano il dialogo tra gli attori coinvolti e la comunità internazionale.
3 dicembre 2018
Maduro acclamato in Messico. Cadono anni di fake news
I fatti hanno la testa dura. Presto o tardi arrivano a smentire la propaganda a reti unificate dei media mainstream, contro il Venezuela e il suo presidente Nicolas Maduro, che propalano fake news a tutto spiano per screditare il massimo dirigente della Rivoluzione Bolivariana.
Maduro è un dittatore. Il popolo lo odia. Non solo i venezuelani, anche i latinoamericani provano rabbia verso il presidente venezuelano. Questo è quanto il martellamento mediatico cerca di far entrare nella testa dell’opinione pubblica.
Però succede che avvengono dei fatti capaci di cancellare le narrazioni tossiche dei media dominanti. Come a Città del Messico in occasione dell’insediamento al potere del presidente messicano Andres Lopez Obrador. Qui Maduro viene infatti acclamato dai messicani accorsi per accompagnare nel giorno del suo insediamento l’esponente della sinistra messicana che si propone di risollevare un paese devastato dal neoliberismo.
26 ottobre 2018
L’assalto al nuovo colosso: la minaccia di Trump di chiudere il confine tra Stati Uniti e Messico
Giovedì 18 ottobre alle 4:25, il Presidente Trump è andato, come al solito, su Twitter con una minaccia di chiudere il confine tra Stati Uniti e Messico. I tweet ripetevano le stesse parole: assalto, massacro, criminali, droghe. La maggior parre di questi erano in lettere maiuscole, naturalmente.
Trump ha dichiarato che “avrebbe chiamato le forze armate degli Stati Uniti” per chiudere il confine. C’è, però, un trucco: la Posse Comitatus Act* limita la partecipazione delle forze armate alle attività di difesa nazionale. Anche se le truppe militari possono fornire sostegno agli agenti di confine in termini di logistica e di sorveglianza, viene loro proibito di impegnarsi in compiti di applicazione della legge al di fuori delle basi militari negli Stati Uniti.
Trump ha dichiarato che “avrebbe chiamato le forze armate degli Stati Uniti” per chiudere il confine. C’è, però, un trucco: la Posse Comitatus Act* limita la partecipazione delle forze armate alle attività di difesa nazionale. Anche se le truppe militari possono fornire sostegno agli agenti di confine in termini di logistica e di sorveglianza, viene loro proibito di impegnarsi in compiti di applicazione della legge al di fuori delle basi militari negli Stati Uniti.
6 settembre 2018
Tijuana, il mondo perduto nascosto dal muro
Di Alessandro Di Battista
“Il primo ad avermi deportato è stato Obama. Poi anche Trump due mesi fa. Ora aspetto il momento giusto per saltare un’altra volta. Dall’altra parte ho il mio lavoro e la mia famiglia, non mi importa nulla del muro”.
È quel che mi ha detto un uomo in un hotel per migranti a Mexicali, la capitale dello Stato messicano della Bassa California. A Mexicali siamo arrivati con un micro-bus da Tijuana. La strada è abbastanza buona anche se c’è una parte che viene considerata la più pericolosa del Messico. È il tratto che attraversa la Sierra de Juarez, 20 km di tornanti costeggiati da enormi massi.
A Mexicali la temperatura è insopportabile. Fino agli anni 80, a poche miglia dal centro, iniziava la Laguna Salada, un enorme bacino di acqua salmastra alimentato da qualche rivo perduto del fiume Colorado o dalle alte maree provenienti dal Golfo di California. Oggi la laguna è completamente secca. I messicani accusano i nordamericani di utilizzare tutta l’acqua del Colorado per irrigare i campi di barbabietole dell’Imperial Valley, la valle che inizia al di là del muro, e per dare corrente alle insegne e alle slot-machine di Las Vegas.
18 luglio 2018
Messico: Dopo la vittoria di AMLO, i media statunitensi temono il Chavismo
Il dogma capitalista neo-liberale pervade i media ufficiali. Un esempio tipico è la copertura della clamorosa vittoria di Andrés Manuel López Obrador nelle elezioni presidenziali del Messico.
Riferendosi al presidente eletto col suo acronimo comunemente usato (AMLO), i giornalisti Azam Ahmed e Paulina Villegas del New York Times del 1° luglio 2018, sostenevano che:
Una delle maggiori sfide di AMLO sarà di convincere gli investitori stranieri che il Messico rimarrà aperto agli affari. Se no riesce a convincere i mercati che si impegna per la continuità, o se fa cambiamenti improvvisi nell’attuale politica economica, il paese potrebbe trovarsi a lottare per ottenere anche la modesta crescita dell’amministrazione precedente.
3 luglio 2018
Messico: Vince Lopez Obrador, il trionfo popolare contro il Neoliberismo
Il Messico ha voltato la pagina della trentennale notte neoliberista con un trionfo
della regione petrolifera del Tabasco, fedele alla tradizione nazional-popolare. Quella della nazionalizzazione del petrolio e della difesa della sovranitá nazionale, raggiunta dall'espressione piú alta della rivoluzione messicana, con la presidenza del generale Lazaro Cardenas.
Il 53% di voti confluiti su AMLO é un risultato di grande rilevanza -non solo politica- per la societá messicana e per la regione latino-americana. Si tratta di una vasta alleanza politica e sociale formata da contadini, operai, indigeni, ceti medi e imprenditoria (non solo piccola o media).
3 gennaio 2018
Il Debito Sovrano: un racconto di Natale
Tra le storie subnormali che la destra ha cercato di vendere c'è quella della presunta crescita del debito pubblico cileno. Luis Casado spiega un paio di cose, per ristabilire un po' di verità ...
Ho letto da queste parti che gli esperti sono preoccupati per il debito sovrano del campo di fiori ricamato (*). Sembra che la gestione del biglietto nazionale sia dispendiosa e irresponsabile. Anche se i governi di Bachelet in particolare, e quelli della Concertación/Nueva Mayoría in generale, non sono la mia tazza di tè, sono sorpreso dalla campagna di terrore scatenata sul tema di un debito pubblico che, nel bene e nel male, è un peccato minore.
Ho letto da queste parti che gli esperti sono preoccupati per il debito sovrano del campo di fiori ricamato (*). Sembra che la gestione del biglietto nazionale sia dispendiosa e irresponsabile. Anche se i governi di Bachelet in particolare, e quelli della Concertación/Nueva Mayoría in generale, non sono la mia tazza di tè, sono sorpreso dalla campagna di terrore scatenata sul tema di un debito pubblico che, nel bene e nel male, è un peccato minore.
Dal 1990 in poi, i governi non hanno fatto altro che amministrare il capitalismo puro e duro che oggi chiamano neoliberalismo. Più papisti del Papa, hanno inventato quel surplus strutturale, cioè di spendere meno di quello che è disponibile, secondo quanto stabilito dal Consenso di Washington, e dagli ordini del FMI.
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17 novembre 2017
Non è il Venezuela, è il resto dell’America Latina
Mentre i mezzi di informazione corporativi ci bombardano di notizie sul Venezuela – c’è la fame ... la dittatura di Maduro ... – nel resto del continente si vive l’assalto del neo-liberismo.
Mentre noi “non vogliamo essere come il Venezuela”, nei nostri paesi si commettono malversazioni milionarie, muoiono centinaia di bambini per denutrizione, si fa della pulizia sociale, veniamo terrorizzati con la violenza comune, che in realtà è violenza istituzionale, si commettono furti di terre da parte dei governi e delle oligarchie, opprimendo così le comunità che le abitano e, se è necessario, facendole sparire.
Gli ecocidi abbondano, ma noi urbanizzati, noi delle capitali, non ce ne rendiamo conto o, per meglio dire, ci voltiamo dall’altra parte perchè è più comodo: teniamo gli occhi addosso al Venezuela perchè non vogliamo essere come loro; ci hanno detto che là si vive un inferno di dittatura in modo che non ci rendessimo conto che la dittatura, in realtà, la stiamo vivendo noi: questo è il successo del capitalismo e del modello neo-liberista che ci hanno imposto le post dittature in America Latina.
30 gennaio 2017
Il Muro di Trump: Un simbolo contro la classe lavoratrice
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Costruire un muro in un territorio che ha una storia di occupazione, di corruzione e di criminalità senza confini, è coerente con la logica di una borghesia determinata a vedere una minaccia in tutto ciò che è alieno. Specialmente quando c'è di mezzo il colore della pelle, la lingua e una cultura stanca di subire umiliazioni. In questo muro di Trump si coagulano tutte le perversioni del razzismo e tutte le follie dell'imperialismo. Il suo prototipo più evidente è in Israele . Costerà 25 miliardi di dollari. E vogliono che lo paghi il popolo messicano. Questo è il vero "castigo".
È questa la logica delle "comunità chiuse", quelle che incantano la piccola borghesia, cosa che un magnate immobiliare sa gestire bene. Quel muro mette in evidenza le idee tanto care alla borghesia: "questo è mio", riafferma la "proprietà privata" e tiene lontano l'"altro". Chiarisce il concetto che "l'altro" è un "pericolo" e si cala in un ruolo di antidoto indelebile e simbolico,perché il mondo capisca da che parte sta il "potere". Quando il vero potere sta dalla parte del popolo ... anche se il popolo (per ora) questo non lo vede molto chiaramente.
12 gennaio 2017
Messico: Cronaca di una privatizzazione occulta
"Sono solo investitori stranieri, non esagerare" |
Il nuovo 'gasolinazo' che fu in precedenza annunciato un paio di giorni dopo Natale, ha generato un'ondata di indignazione popolare che nella prima settimana di proteste, mobilitazioni, presa di stazioni di servizio, sciopero dei trasporti e saccheggi, lasciando un saldo di almeno sei morti, 15 feriti e più di 1.500 detenuti.
Crismar Lujano
CELAG
Crismar Lujano
CELAG
Molti economisti concordano sul fatto che questo è un duro colpo per le tasche dei messicani. E l'effetto moltiplicatore della benzina si rifletterà in un aumento previsto dell'inflazione del 3% e che inevitabilmente aumenterà il costo della vita di tutti, che utilizzino i veicoli o meno.
23 giugno 2016
Dalla tempesta
Comunicato congiunto del Congresso Nazionale Indigeno e dell’EZLN sul vile attacco della polizia contro il Coordinamento Nazionale dei Lavoratori dell’Educazione e la comunità indigena di Nochixtlán, Oaxaca. 20 giugno 2016.
Ai Popoli del Mondo:
Contro il vile attacco repressivo che hanno subito i maestri, le maestre e la comunità di Nochixtlán, Oaxaca, -con cui lo Stato messicano ci ricorda che questa è una guerra contro tutte e tutti-, noi popoli, nazioni e tribù che componiamo il Congresso Nazionale Indigeno e l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, diciamo al magistero degno che non è solo, che sappiamo che la ragione e la verità sono dalla sua parte, che la dignità collettiva con cui parla la sua resistenza è infrangibile e che questa è l’arma principale di quelli che, come noi, stanno in basso.
8 giugno 2016
Messico: "Non rifiutiamo l'energia eolica, ma le multinazionali che ci impongono i loro progetti"
Bettina Cruz, donna indigena e attivista per la difesa dei diritti umani in Messico, critica le modalità con cui le multinazionali impongono la costruzione di parchi eolici nella sua comunità
Nell'istmo di Tehuantepec in Messico, si sono moltiplicati negli ultimi anni una serie di progetti eolici, con l'aiuto di grandi multinazionali che sono state favorite dall'ultima riforma energetica promossa dal governo del presidente Enrique Peña Nieto. Approfittando di questa situazione, si sono serviti dell'accaparramento di terre (land grabbing N.d.T) e del saccheggio delle risorse naturali (acqua) per implementare la propria attività con l'etichetta di "energia verde" e la presunta giustificazione di contribuire allo sviluppo, l'occupazione e il trasferimento della tecnologia. In risposta, diverse comunità dell'istmo si sono organizzate a livello regionale, nazionale ed internazionale, per difendere la loro vita, quella della loro comunità, la terra e il territorio.
Bettina Cruz |
Per saperne di più su questa lotta, abbiamo parlato con Bettina Cruz: donna indigena del popolo binni'zaa (Zapoteca), attivista difenditrice dei diritti umani e membro dell'Assemblea dei Popoli Indigeni dell' Istmo di Tehuantepec in Difesa della Terra e del Territorio, che dal 2009 sta denunciando le gravi violazioni commesse dalle multinazionali che si trovano nel suo territorio.
18 marzo 2016
La nuova colonizzazione del Messico
Questo venerdì 18 marzo celebriamo il 78esimo anniversario dell’espropriazione petrolifera ad opera del Presidente messicano Lazaro Cardenas del Rio, in un contesto di tradimento assoluto dei principi della sovranità nazionale, della democrazie e del benessere sociale, incarnati dal grande generale della rivoluzione. Un tempo la forza enorme dello stato messicano veniva posta al servizio degli interessi e del benessere del popolo messicano. Oggi invece questo stesso stato è stato messo a servizio degli interessi internazionali più vili che stanno facendo di tutto per smantellare il paese, annientando la resistenza popolare.
Il 22 febbraio scorso il presidente Enrique Peña Nieto si è recato a Houston in Texas per partecipare al congresso annuale dell’IHS Energy CERAWeek. Nel suo tentativo disperato di svendere il nostro oro nero, il presidente messicano si è abbassato al livello dei burocrati di secondo ordine e dei dirigenti delle compagnie petrolifere internazionali che si riuniscono ogni anni. Era l’unico capo di stato a partecipare a questo evento (vedi la lista dei partecipanti qui). In maniera scandalosa Peña Nieto ha anche approfittato del suo viaggio per incontrare il governatore del Texas, Greg Abbott, riducendo in questo modo lo stato messicano a rango di entità federale degli Stati Uniti.
10 gennaio 2016
Cannibalismo corporativo: ciò che è in arrivo
Nel 1981, il Gruppo ETC (allora chiamato RAFI) ha denunciato che le società agrochimiche stavano comprando i semi, e che il loro obiettivo era quello di sviluppare colture che tollerano i veleni delle società stesse, per creare dipendenza degli agricoltori e vendere più veleno, il loro business più redditizio. Ci chiamarono allarmisti, dissero che tale tecnologia non sarebbe mai esistita, fino a quando nel 1995 l'industria ha cominciato a piantare transgenici: esattamente quel tipo di seme.
17 dicembre 2015
Cop 21: Nessuna azione a favore del clima!
In concomitanza con gli incontri regolari tra i rappresentanti delle multinazionali per lo sfruttamento dei combustibili fossili e del settore finanziario, che fingono di affrontare il cambiamento climatico, e qualche gruppo delle loro vittime, attualmente Cop21, Oxfam ha pubblicato un'analisi che sostiene che "la disuguaglianza" è una causa centrale della crisi climatica. Di fronte al valore in senso ampio di quest'affermazione, la replica tecnocratica occidentale è che se emettono tutti circa la stessa quantità di anidride carbonica, a risolvere la questione sarà un "democratico" suicidio di massa. Il contingente "sviluppato" in Cop21 fa di questa formulazione il principio motivante: diffondere il consumismo occidentale nel mondo vista l'impossibilità di un consumo "pulito".
L'intuizione di base del rapporto di Oxfam, che profila la catastrofe ambientale quale prodotto del consumismo occidentale, colpisce quasi il bersaglio. La questione della genesi del consumismo punta agli ampi sforzi di considerare l'acquisto capitalista come fatto naturale, mentre l'atto medesimo di vendere crea una contraddizione: perché consumare energia vendendo ciò che è naturale? Prima del XIX secolo la storia era colma di disuguaglianza nella ricchezza, cosa che però ha contribuito molto poco in termini di emissioni di gas serra. La disuguaglianza nella distribuzione economica è l'impianto del capitalismo. Il colpevole della crisi ambientale è la disuguaglianza associata alla produzione economica capitalistica.
L'intuizione di base del rapporto di Oxfam, che profila la catastrofe ambientale quale prodotto del consumismo occidentale, colpisce quasi il bersaglio. La questione della genesi del consumismo punta agli ampi sforzi di considerare l'acquisto capitalista come fatto naturale, mentre l'atto medesimo di vendere crea una contraddizione: perché consumare energia vendendo ciò che è naturale? Prima del XIX secolo la storia era colma di disuguaglianza nella ricchezza, cosa che però ha contribuito molto poco in termini di emissioni di gas serra. La disuguaglianza nella distribuzione economica è l'impianto del capitalismo. Il colpevole della crisi ambientale è la disuguaglianza associata alla produzione economica capitalistica.
8 agosto 2015
Colombia: il prof. Miguel Ángel Beltrán Villegas arrestato di nuovo
In Colombia continuano gli arresti di leader e militanti dei movimenti sociali. Questa volta è stato il turno dell'insegnante Miguel Ángel Beltrán Villegas di essere arrestato dalle autorità colombiane mentre faceva la spesa.
Il professor Miguel Ángel Beltrán Villegas è stato arrestato dalla polizia nazionale a Bogotà il 31 luglio alle ore 11:30.
Beltrán ha ribadito a più riprese che è stato perseguitato dalle autorità giudiziarie per le sue idee, il suo atteggiamento critico e le sue ricerche sul conflitto colombiano.
28 aprile 2015
TTIP: Stiamo per perdere anche la sovranità giuridica. Vuoi davvero essere uno schiavo o cercherai di fare qualcosa?
Il TTIP è una manovra congiunta delle élite americana ed europea che risponde a mandanti che già dispongono di oltre metà della ricchezza del pianeta e che mirano a sottoporre al proprio dominio politico, economico, militare e culturale chi ancora si oppone alle devastazioni del neoliberismo e delle strategie di guerra.
L’obiettivo è di far prevalere gli interessi di banche e multinazionali sulle legislazioni nazionali , con misure come il Tribunale Privato Internazionale, composto da privati esponenti del potere economico e che giudicherà sui conflitti che potranno nascere tra leggi nazionali a protezione di ambiente, lavoratori, salute, cibo e, dall’altra parte, i profitti delle multinazionali. Tutto deve essere ridotto agli standard e alle norme esistenti negli Usa, che è il partner più forte. L’agroindustria, la chimica, l’alimentare, degli Stati Uniti avranno la meglio sulla nostra agricoltura, sui controlli alimentari, sui farmaci, sul principio di precauzione che da noi esiste e da loro no. Verremmo inondati da Ogm, carne al cloro, polli agli antibiotici, diserbanti e antiparassitari tossici.
1 gennaio 2015
Usa: Droni per sorvegliare i cittadini
Uno dei compiti di questi aerei senza pilota, sarà quello di monitorare gli immigrati che attraversano il Rio Grande verso il nord. La decisione è stata rilasciata sul sito Defense Systems. L'aeroporto sarà pronto nel 2016.
Negli Stati Uniti i droni chiedono pista. La otterranno nel 2016 grazie ad un contratto per 33 milioni di dollari. L'esercito pagherà tale importo alla multinazionale SGS affinché costruisca un aeroporto esclusiva per loro nella base di Fort Bliss a El Paso, in Texas. Non a caso è stato scelto il confine con il Messico. Una delle funzioni di questi aerei senza pilota sarà quella di continuare a monitorare immigrati che attraversano il Rio Grande verso il nord. La decisione è stata rilasciata sul sito Defense Systems di questo mese ed è dato come parte di una campagna di attivisti che si oppongono a questo tipo di tecnologia spaziale per scopi militari.
Negli Stati Uniti i droni chiedono pista. La otterranno nel 2016 grazie ad un contratto per 33 milioni di dollari. L'esercito pagherà tale importo alla multinazionale SGS affinché costruisca un aeroporto esclusiva per loro nella base di Fort Bliss a El Paso, in Texas. Non a caso è stato scelto il confine con il Messico. Una delle funzioni di questi aerei senza pilota sarà quella di continuare a monitorare immigrati che attraversano il Rio Grande verso il nord. La decisione è stata rilasciata sul sito Defense Systems di questo mese ed è dato come parte di una campagna di attivisti che si oppongono a questo tipo di tecnologia spaziale per scopi militari.
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