31 gennaio 2015
Da quando Usa e Nato patrocinano il terrorismo?
Le divisioni e l'odio, le dispute religiose, linguistiche, culturali e
nazionali, il razzismo in tutte le sue varianti [1] sembrano essere una
vecchia ed efficace ricetta per dominare e sfruttare i popoli, il modo
di rovinarli, indebolirli e dividerli al fine di soggiogarli,
schiavizzarli o cancellarli dalle mappe a beneficio degli interessi di
colonizzatori e imperialisti. Questa politica, attuata durante la Guerra fredda contro l'Unione
Sovietica, la Cina e gli altri paesi socialisti, non è scomparsa con il
crollo dell'Urss e del campo socialista europeo.
In realtà, la guerra ideologica e le pratiche sovversive dei tempi della Guerra fredda sono state adattate da oltre quattro decenni, agli obiettivi egemonici dell'imperialismo Usa e dei suoi alleati della Nato, al capitalismo che oggi chiamiamo neoliberismo, e da allora hanno effetto su tutti i paesi e le regioni del mondo che rifiutano l'egemonia imperiale.
In realtà, la guerra ideologica e le pratiche sovversive dei tempi della Guerra fredda sono state adattate da oltre quattro decenni, agli obiettivi egemonici dell'imperialismo Usa e dei suoi alleati della Nato, al capitalismo che oggi chiamiamo neoliberismo, e da allora hanno effetto su tutti i paesi e le regioni del mondo che rifiutano l'egemonia imperiale.
29 gennaio 2015
Libertà di parola, ragazze rapite, Dieudonné arrestato: il mondo alla rovescia
Quelli cui le ragazze Greta e Vanessa hanno portato sostegno e 12 milioni
Sulle nuove
operazioni Cia-Mossad-DGSE in
Francia (caccia al terrorista-dissidente, arresto di Dieudonné), Belgio (dove,
come Obama insegna con la sua killing
list, si infligge la pena di morte extragiudiziale alle cattive intenzioni,
immaginate da polizia e media), Italia (le donzelle anti-Assad liberate), mondo
(panico seminato con proclami di sfracelli jihadisti, perquisizioni, arresti),
si realizza la medesima union sacrée sinistronzi-fasciodestre,
dal “manifesto” a Giuliano Ferrara, sull’inconfutabilità della matrice
islamista di ogni nefandezza.
E’ l’apoteosi del matrimonio
stupidità-complicità, per ognuno dei quali termini si distribuisca la
responsabilità a piacere. Ne è espressione conclamata Giuliana Sgrena,
tsiprasiana, ex-ostaggio emerito e martire in servizio permanente effettivo. La
lacrimosa penna del giornale della blanda e compatibile socialdemocrazia
tsiprasiana, esulta per la liberazione delle due lombarde alla loro prima
crociata su tutta la prima pagina con il titolo “La diplomazia paga”. Sorvola
sulla circostanza che a pagare 12 milioni per la liberazione delle due ancelle
del terrorismo anti-siriano siamo noi
con quanto ci resta delle depredazioni renzusconiane (come siamo noi a
pagare con la libertà e la verità per i terrorismi globali dell’imperialismo e
del totalitarismo domestico) e che,
dunque, la diplomazia se ne stropiccia.
28 gennaio 2015
Noam Chomsky: "Il successo di American Sniper spiega l'oblio sulla campagna terroristica di Obama"
Noam Chomsky ha discusso del film "American Sniper" ad un evento organizzato da The Baffler la scorsa settimana a Cambridge. Il celebre linguista, filosofo e commentatore politico ha commentato il film, tracciando
un paragone tra la mentalità di Chris Kyle (l'American Snyper dalle cui
memorie è tratto il film), quella degli operatori dei droni, e il
pubblico americano che ignora la guerra dei droni.
27 gennaio 2015
Giornata della Memoria
«Tutto comincia da mia madre e mio padre sopravvissuti ai campi di concentramento»
25 gennaio 2015
"Altri anni nell'€uro e l'Italia si trasformerà nel 'Mezzogiorno d'Europa"
“Una soluzione federale è auspicabile solo da chi pensa ad una dittatura tecnocratica imposta alle popolazioni dell’Europa” (Alessandro Bianchi)
Intervista a Ambrose Evans-Pritchard. International Business Editor of The Daily Telegraph
– Oggi si vota in Grecia e il giudizio si divide tra chi considera Tsipras un nuovo Papandreou o un nuovo Samaras che si piegherà presto ai voleri della Troika e chi, al contrario, la miccia in grado di far implodere la zona euro. Cosa comporterebbe una vittoria di Syriza e, più in generale, cosa rappresentano le elezioni in Grecia per il futuro della crisi europea in corso?
Sono un evento fondamentale per il futuro della zona euro. Ma non è ancora chiaro chi vincerà secondo gli ultimi sondaggi e gli scenari sarebbero diversi nel caso in cui Syriza dovesse ottenere una maggioranza assoluta o dovesse, al contrario, essere costretta ad una coalizione di governo, che complicherebbe inevitabilmente l’applicazione del suo programma.
Quello che nelle capitali europee (Berlino, Bruxelles e Francoforte) e nei mercati finanziari si pensa è che la vittoria di Tsipras sarà facilmente gestibile e che Syriza non sarà in grado di portare avanti i suoi obiettivi, in particolare la profonda ristrutturazione del debito della Grecia.
Intervista a Ambrose Evans-Pritchard. International Business Editor of The Daily Telegraph
– Oggi si vota in Grecia e il giudizio si divide tra chi considera Tsipras un nuovo Papandreou o un nuovo Samaras che si piegherà presto ai voleri della Troika e chi, al contrario, la miccia in grado di far implodere la zona euro. Cosa comporterebbe una vittoria di Syriza e, più in generale, cosa rappresentano le elezioni in Grecia per il futuro della crisi europea in corso?
Sono un evento fondamentale per il futuro della zona euro. Ma non è ancora chiaro chi vincerà secondo gli ultimi sondaggi e gli scenari sarebbero diversi nel caso in cui Syriza dovesse ottenere una maggioranza assoluta o dovesse, al contrario, essere costretta ad una coalizione di governo, che complicherebbe inevitabilmente l’applicazione del suo programma.
Quello che nelle capitali europee (Berlino, Bruxelles e Francoforte) e nei mercati finanziari si pensa è che la vittoria di Tsipras sarà facilmente gestibile e che Syriza non sarà in grado di portare avanti i suoi obiettivi, in particolare la profonda ristrutturazione del debito della Grecia.
22 gennaio 2015
Charlie Hebdo: l'esecuzione di Amedy Coulibaly con le mani legate
L'’enorme responsabilità dei media occidentali nelle bugie, nelle morti e nella distruzione
Nota: il secondo video nei link è stato eliminato, ma è il primo video, appena precedente al secondo, che ha maggiori informazioni visive.
Questo video testimonia l’esecuzione di Amedy Coulibaly. Proviene da un sito internet tedesco, il video del blitz della polizia al supermercato kosher è in francese. Sul sito ci sono tre video. Il primo mostra ripetutamente Coulibaly, con le mani legate e disarmato, che viene fucilato e ucciso, mentre avrebbe potuto facilmente essere catturato.
21 gennaio 2015
Non possiamo essere tutti «Charlie Hebdo»
Gianfranco Uber, Italia |
Di Amedeo Curatoli - Resistenze.org
20 gennaio 2015
Dopo l'attacco contro Charlie Hebdo, Obama e Cameron si preparano per la guerra e la repressione
Il
primo ministro britannico David Cameron ha incontrato ieri il
presidente americano Barack Obama alla Casa Bianca per discutere
l'escalation militare perseguita dai due paesi nel Medio Oriente, le
nuove provocazioni della NATO contro la Russia e, dopo l'attacco contro Charlie Hebdo in Francia, di una maggiore repressione della polizia in nome della "guerra contro il terrorismo".
Di Chris Marsden e Jerry White
WSWS
Il giorno prima della riunione, Obama e Cameron avevano pubblicato un articolo comune sul Times di Londra del gruppo Murdoch. "Per affrontare i terroristi che ci minacciano, impegnandoci insieme contro le azioni aggressive della Russia e continuare i nostri sforzi per sviluppare la nostra crescita economica, continueremo a migliorare la sicurezza e la prosperità che il nostro popolo merita", hanno dichiarato.
I due leader - i cui paesi hanno commesso atti di tortura in violazione del diritto nazionale e internazionale, hanno lanciato guerre basate su menzogne e attuato misure da stato di polizia contro il proprio popolo - hanno scritto "Non permetteremo che la voce della libertà sia imbavagliata", e hanno aggiunto che "la nostra capacità di difendere le nostre libertà è radicata nella nostra forza economica e dei valori che ci stanno a cuore: la libertà di espressione, lo Stato di diritto e solide istituzioni democratiche".
Di Chris Marsden e Jerry White
WSWS
Il giorno prima della riunione, Obama e Cameron avevano pubblicato un articolo comune sul Times di Londra del gruppo Murdoch. "Per affrontare i terroristi che ci minacciano, impegnandoci insieme contro le azioni aggressive della Russia e continuare i nostri sforzi per sviluppare la nostra crescita economica, continueremo a migliorare la sicurezza e la prosperità che il nostro popolo merita", hanno dichiarato.
I due leader - i cui paesi hanno commesso atti di tortura in violazione del diritto nazionale e internazionale, hanno lanciato guerre basate su menzogne e attuato misure da stato di polizia contro il proprio popolo - hanno scritto "Non permetteremo che la voce della libertà sia imbavagliata", e hanno aggiunto che "la nostra capacità di difendere le nostre libertà è radicata nella nostra forza economica e dei valori che ci stanno a cuore: la libertà di espressione, lo Stato di diritto e solide istituzioni democratiche".
Quel dragone cinese...
“Non è certo roba cinese!” strilla il commesso al
potenziale acquirente. Sì perché oggi la considerazione delle produzioni cinesi
in Europa non è delle migliori, e di tanto in tanto i media danno notizia di
casi di produzioni “pericolose”, specie di cosmetici e giocattoli.
Non si tiene conto che parecchi prodotti che non
riportano il “made in China” sono in realtà prodotti proprio da cinesi.
Addirittura persino prodotti che riportano la dicitura “made in Italy”
potrebbero essere stati lavorati da cinesi.
A questo proposito sono state fatte diverse
inchieste giornalistiche, soprattutto dalla trasmissione “Report”, che
documentano queste stranezze.
Dunque, nelle produzioni, e non solo, il rapporto
che ci lega ai cinesi è controverso: sappiamo che molti cinesi non lavorano in
condizioni sane e i loro diritti lavorativi e di salute non vengono rispettati.
Ciò nonostante, le nostre autorità non sono particolarmente efficienti a tale
proposito, e in Italia non sono poche le “fabbriche-tuguri” in cui si lavora
quasi ininterrottamente.
19 gennaio 2015
Charlie Hebdo: il terrorismo USA-NATO è il più grande assassino di giornalisti nel mondo
Sulla scia degli attentati terroristici perpetrati da sedicenti agenti di Al
Qaeda che hanno ucciso 12 persone, tra cui otto giornalisti della
rivista satirica francese Charlie Hebdo, l'elite e i media mainstream
occidentali, che esprimono la loro compassione e l'indignazione, non fanno altro che evidenziare la loro compiacenza nei confronti del
terrorismo di stato occidentale e israeliano.
Di Julie Lévesque
Mondialisation
Di Julie Lévesque
Mondialisation
Prima di esplorare più da vicino la questione, va osservato che gli
attentati di Parigi mostrano segni che indicano la possibilità di un
attacco di False Flag (falsa bandiera), ad esempio, la carta d'identità lasciata
in macchina da un terrorista. Questa ipotesi, però, non è oggetto di analisi e viene esclusa a priori, completamente ignorata dai media tradizionali.
Inoltre, uno dei presunti terroristi, Kouachi Cherif, ha detto ai media
francesi che era stato finanziato dall'ex leader di Al Qaeda, Anwar
Al-Awlaki, un religioso cittadino statunitense, che ha cenato al Pentagono pochi mesi dopo l'11
settembre.
Secondo il tenente colonnello Anthony Shaffer, cittadino degli Stati
Uniti, al-Awlaki "ha lavorato come triplo agente ed è stato una risorsa dell' FBI
prima dell'11 settembre" (Kurt Nimmo, FBI ammette che l'ospite al Pentagono Al-Awlaki ha lavorato per loro, Infowars 2 AGOSTO 2012).
18 gennaio 2015
La farsa della libertà di espressione
Dal
Palazzo dell'Eliseo all'indomani dei terribili omicidi in Francia della scorsa
settimana, l'ex presidente Nicolas Sarkozy ha condannato la violenza
come "un attacco alla civiltà". Ben pettinato, abbronzato ed elegantemente vestito, le sue solenni parole lo facevano apparire come l'incarnazione della "civiltà".
Si tratta di un restyling unico di un politico che è coinvolto in accuse di azioni illegali, corruzione e crimini di guerra.
Di Finian Cunningham
Dissidentvoice
Sarkozy non si preoccupava troppo di "civiltà", quando lui e i suoi alleati britannici lanciavano la campagna di bombardamenti della NATO in Libia nel marzo 2011, in palese violazione del mandato delle Nazioni Unite, attacchi che dopo sette mesi hanno portato all'omicidio del vecchio leader libico Muammar Gheddafi - dal quale Sarkozy in passato, compiaciuto e in gran segreto, aveva ricevuto donazioni per le sue campagne, prima di accoltellarlo alle spalle.
Si tratta di un restyling unico di un politico che è coinvolto in accuse di azioni illegali, corruzione e crimini di guerra.
Di Finian Cunningham
Dissidentvoice
Sarkozy non si preoccupava troppo di "civiltà", quando lui e i suoi alleati britannici lanciavano la campagna di bombardamenti della NATO in Libia nel marzo 2011, in palese violazione del mandato delle Nazioni Unite, attacchi che dopo sette mesi hanno portato all'omicidio del vecchio leader libico Muammar Gheddafi - dal quale Sarkozy in passato, compiaciuto e in gran segreto, aveva ricevuto donazioni per le sue campagne, prima di accoltellarlo alle spalle.
17 gennaio 2015
Neonazisti chiamano all’assassinio di disegnatori in Israele
Come
informa nella sua edizione di oggi, domenica
11, una cataratta di minacce si è riversata su Facebook contro i
disegnatori del prestigioso quotidiano israeliano Haaretz per
un’immagina pubblicata questo fine settimana.
In essa, su un fondo completamente nero, si legge
quanto segue:
“10 giornalisti assassinati nell’attacco a Charlie Hebdo a Parigi e 13 giornalisti assassinati nell’attacco della scorsa estate a
Gaza”. E, in mezzo, una legenda che dice “Io sono Charlie”, “Io sono Gaza”.
16 gennaio 2015
Io non sono Charlie….?
“Tutti siamo Charlie” proclama Libération.
Io no!
Non ho fatto una campagna a
favore del trattato di Maastricht. Non sono Charlie.
Non ho mai paragonato il Partito
Comunista al Fronte Nazionale. Non sono Charlie
Non ho mai appoggiato i
bombardamenti della NATO in Yugoslavia. Non sono Charlie.
Non ho mai fatto campagna per il
SI nel Referendum per la Costituzione Europea del 2005. Non sono Charlie.
Mai ho voluto affondare (far
sprofondare) Denis Robert né ho difeso il caso Clearstream. Non sono Charlie. (N.d.T.: allusione al giornalista che svelò nel 2001 un ‘affaire’ di corruzione nella vendita di navi da
guerra e i legami della compagnia finanziaria Clearstrem con i politici francesi).
Non ho mai pensato che Cuba sia
una dittatura. Non sono Charlie.
Non ho mai pensato che Chàvez
fosse un dittatore. Non sono Charlie.
Jobs Act, fine del lavoro e di cent’anni di progresso in Italia
Era lecito domandarsi a che servisse togliere la tutela dell’articolo
18 a tutti i nuovi assunti, quando non si creano nuovi posti di lavoro
e la disoccupazione aumenta. Il decreto natalizio del governo Renzi
supera questa contraddizione. Senza che se ne fosse minimamente
accennato nella discussione parlamentare sulla legge delega, il testo
sfrutta al massimo l’incostituzionale mandato in bianco imposto col voto
di fiducia e estende la franchigia anche al mancato rispetto delle
regole sui licenziamenti collettivi. La legge 223 infatti, recependo
principi e regole in vigore in tutti i paesi industriali più avanzati e
sostenute con forza da tutte le organizzazioni internazionali, Onu in
testa, da oltre venti anni disciplina i licenziamenti collettivi per crisi, stabilendo criteri e regole nel loro esercizio. Ad esempio essa applica un concetto principe del diritto del lavoro degli Usa,
la “seniority list”.
”L’occidente fra due opzioni: lento declino o guerra mondiale”
Saker Italia intervista Giulietto Chiesa
Alla fine degli anni venti del
secolo scorso l’opposizione trotskista chiamava la Russia “stato
laburista degenerato”, ne denunciava l’assolutismo il “burocratismo” e
chiamava gli operai ad una rivoluzione mondiale non solo contro la
borghesia, ma anche a contro i “burocrati” dei partiti che alla
borghesia erano assimilati. Oggi molte voci a sinistra tacciano la
Russia di essere un paese fascista ed assolutista, ne denunciano la
struttura economica liberista, tacciano di “rossobrunismo” i suoi amici,
e ritengono che il mondo vada cambiato non riequilibrando i rapporti di
forza fra le potenze e attraverso le organizzazioni politiche, ma con
“rivoluzioni” organizzate da movimenti improvvisati attraverso i quali
si dovrebbe imporre universalmente la concezione atlantica dei diritti
civili. Vede qualche similitudine?
15 gennaio 2015
Alessandro Di Battista (M5S) a Porta a Porta: "Con il pretesto degli attentati in Francia, limitazioni alle libertà civili e cessioni di sovranità"
Bruno Vespa, noto zerbino del partito unico della corruzione, attacca in tutti i modi Di Battista per metterlo in difficoltà...se qualcuno aveva dei dubbi sul fatto che NON è un giornalista....
Io NON sono Charlie
Solo una stupida sfida? |
Ok, siamo chiari. Non sono Musulmano. Mi
oppongo al terrorismo. Non parteggio neanche per la pena di morte.
Aborro il Takfirismo, Mi oppongo alla violenza come metodo per sostenere
un punto di vista politico o etico. Dò pieno sostegno al diritto di
parola, inclusi discorsi critici e umoristici.
Tuttavia questa mattina NON sono affatto Charlie.
Di fatto sono disgustato e nauseato dallo show malato di ipocrisie collettive riguardo gli assassini in Francia. Ecco perché:
Charlie Hebdo concorre per i Darwin Awards
Le persone di Charlie Hebdo sapevano
sarebbe successo qualcosa. Ecco cosa scrissi su di loro durante il mese
di Settembre 2012 quando pubblicarono la loro famosa caricatura del
Profeta Maometto: Degno dei Darwin Awards, se mi domandate.
Eccellente, “la banca dati genetica” della “Sinistra intrisa di caviale”
necessita pesantemente di una pulizia. Oggi sostengo pienamente le mie parole.
Da Charlie Hebdo ai segreti di stato, così si distinguono i fatti dai deliri
Si è letto e ancora si legge di tutto. Come fa un terrorista a
dimenticare la patente in macchina? Sul marciapiede dopo l’uccisione del
poliziotto non si vede traccia di sangue, dunque non è stato ucciso.
Bernard Maris, economista di fama che criticava la grande finanza
mondiale ucciso insieme a dei vignettisti: non sarà mica una
coincidenza. Gli autori delle stragi di Parigi dunque? Ovvio, i servizi
segreti dei paesi occidentali che in questo modo potranno scatenare una
guerra contro l’islam, come già successe dopo l’11 settembre quando
vennero invasi Afghanistan prima e Iraq dopo. Il complottismo è la merce
più apprezzata in questi anni, si sa.
Secondo Marcello Foa, intervistato da
ilsussidiario.net, ad alimentare queste teorie sono le stesse
istituzioni che, come dimostrano casi eclatanti, forniscono versioni
ufficiali non attendibili o si rifiutano di dire tutto quello che sanno.
Il peggiore presidente della Repubblica italiana si è dimesso...
Una caricatura
di Enzo Apicella per ricordare le dimissioni da Presidente della
Repubblica di Giorgio Napolitano. Apicella lo definisce il peggior
presidente italiano. Non sappiamo chi sia veramente il peggiore (è un
compito arduo perchè in fondo quasi tutti i presidenti italiani meritano
tale onorevole titolo), ma indubbiamente Napolitano è tra i favoriti.
14 gennaio 2015
Terrore a Parigi...odore di False-Flag
Sarà Parigi la goccia che fa traboccare il vaso? Abbiamo prove incontrovertibili che almeno un aspetto dell’attacco terroristico è stato messo in scena. […]
L’attacco è semplicemente “non credibile”. I sospettati, la carta d’identità in macchina, i bersagli “facilmente sacrificati”, puzzano di terrorismo false-flag. Dopotutto, l’Europa ha dimenticato il massacro di 77 persone per opera di Breivik, nel 2011, una pura operazione del Mossad per punire un gruppo politico coinvolto nel movimento di boicottaggio a Israele.
Il giornale francese Le Point ha già assegnato la responsabilità all’ISIS. Pare che nessuno abbia notato che l’ISIS è l’organizzazione islamica più “amica di Israele” del mondo. Che sia perché Israele fornisce passaggio sicuro ai jihadisti, assistenza medica, armi, logistica e intelligence al gruppo che attacca solo i nemici di Israele?
Il fatto che ad abbattere il volo MH370 fu la giunta di Kiev, che fosse o no un false-flag pianificato, è stato rapidamente insabbiato dopo che si era provato ad incolparne la Russia con foto satellitari ritoccate e video finti, prodotti rapidamente ma in modo mediocre.
L’uccisione di 12 cittadini francesi per manipolare l’opinione pubblica in un paese sempre meno amico di Israele si adatta perfettamente allo schema. Tale schema comprende anche i recenti attacchi alle sinagoghe.
L’attacco è semplicemente “non credibile”. I sospettati, la carta d’identità in macchina, i bersagli “facilmente sacrificati”, puzzano di terrorismo false-flag. Dopotutto, l’Europa ha dimenticato il massacro di 77 persone per opera di Breivik, nel 2011, una pura operazione del Mossad per punire un gruppo politico coinvolto nel movimento di boicottaggio a Israele.
Il giornale francese Le Point ha già assegnato la responsabilità all’ISIS. Pare che nessuno abbia notato che l’ISIS è l’organizzazione islamica più “amica di Israele” del mondo. Che sia perché Israele fornisce passaggio sicuro ai jihadisti, assistenza medica, armi, logistica e intelligence al gruppo che attacca solo i nemici di Israele?
Il fatto che ad abbattere il volo MH370 fu la giunta di Kiev, che fosse o no un false-flag pianificato, è stato rapidamente insabbiato dopo che si era provato ad incolparne la Russia con foto satellitari ritoccate e video finti, prodotti rapidamente ma in modo mediocre.
L’uccisione di 12 cittadini francesi per manipolare l’opinione pubblica in un paese sempre meno amico di Israele si adatta perfettamente allo schema. Tale schema comprende anche i recenti attacchi alle sinagoghe.
12 gennaio 2015
Il piccolo particolare che i media non vi hanno raccontato della Marche Republicaine
"Al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico." (Bertolt Brecht)
Per l'intera giornata di ieri, proprio quei media che in queste ore si dichiarano tanto gelosi della "libertà d'espressione" vi hanno mostrato questi signori con questa inquadratura:
Per l'intera giornata di ieri, proprio quei media che in queste ore si dichiarano tanto gelosi della "libertà d'espressione" vi hanno mostrato questi signori con questa inquadratura:
Per l'intera giornata di ieri, proprio quei media che in queste ore si dichiarano tanto gelosi della "libertà d'espressione" vi hanno mostrato questi signori con questa inquadratura:
Per l'intera giornata di ieri, proprio quei media che in queste ore si dichiarano tanto gelosi della "libertà d'espressione" vi hanno mostrato questi signori con questa inquadratura:
Spaventare la Francia: ieri il petroliere, oggi il banchiere
Bernard Maris |
11 gennaio 2015
Chi ha ordinato l’attacco contro Charlie Hebdo?
Mentre molti francesi reagiscono all’attacco contro Charlie Hebdo
denunciando l’Islam e dimostrando per le piazze, Thierry Meyssan osserva
che l’interpretazione jihadista è impossibile. Mentre avrebbe
interesse a denunciare un’operazione di al-Qaida o del Daash, propone
un’altra ipotesi, molto più pericolosa.
In questo reportage, la televisione francese France24 taglia il video originale in modo che gli spettatori non vedono il momento in cui gli attentatori uccidono il poliziotto a terra ferito.
Il 7 gennaio 2015 un commando ha fatto irruzione a Parigi, nei locali di Charlie Hebdo, uccidendo 12 persone. Altre 4 vittime sono ancora in gravi condizioni. Nel video si sentono gli attentatori gridare "Allah Akbar!" e "abbiamo vendicato Maometto". Una testimone, la vignettista Coco, ha detto che si proclamavano affiliati ad al-Qaida. Non c’è voluto molto affinché molti francesi denunciassero l’attentato islamista. Ma tale ipotesi è illogica.
In questo reportage, la televisione francese France24 taglia il video originale in modo che gli spettatori non vedono il momento in cui gli attentatori uccidono il poliziotto a terra ferito.
Il 7 gennaio 2015 un commando ha fatto irruzione a Parigi, nei locali di Charlie Hebdo, uccidendo 12 persone. Altre 4 vittime sono ancora in gravi condizioni. Nel video si sentono gli attentatori gridare "Allah Akbar!" e "abbiamo vendicato Maometto". Una testimone, la vignettista Coco, ha detto che si proclamavano affiliati ad al-Qaida. Non c’è voluto molto affinché molti francesi denunciassero l’attentato islamista. Ma tale ipotesi è illogica.
La farsa dell'11 settembre francese
La strage del 7 gennaio 2015 nella redazione del giornale satirico
Charlie Hebdo nella quale sono morte ben dodici persone, ha come dato
reale – purtroppo – solo le vittime, anche se ci sono dei dubbi perfino
su queste.
Quello che è certo infatti è che una redazione di un giornale provocatorio e in forte crisi di liquidità, nonché critico verso tutti i poteri considerati forti – politici, economici e religiosi – ha subito una decapitazione con la morte di alcuni dei suoi esponenti più importanti, come il Direttore Stephane Charbonnier, detto Charb, e quattro vignettisti, tra cui Tignous e George Wolinsky, quest'ultimo conosciuto anche in Italia per la sua satira pungente e potente.
Secondo le ricostruzioni della versione ufficiale, gli attentatori – due fratelli francesi addestratisi in Siria che dichiareranno di far parte di Al-Qaeda ad una televisione – sono penetrati nel palazzo sbagliato, poi sono andati nel palazzo di fronte e si sono fatti aprire il cancello dalla disegnatrice Corinne Rey, che era arrivata in quel momento e che ha dovuto digitare il codice di accesso sotto minaccia del commando. I due sono arrivati così al primo piano e hanno cominciato a fare fuoco, nel bel mezzo della riunione settimanale del giornale di cui – ovviamente – erano a conoscenza.
Quello che è certo infatti è che una redazione di un giornale provocatorio e in forte crisi di liquidità, nonché critico verso tutti i poteri considerati forti – politici, economici e religiosi – ha subito una decapitazione con la morte di alcuni dei suoi esponenti più importanti, come il Direttore Stephane Charbonnier, detto Charb, e quattro vignettisti, tra cui Tignous e George Wolinsky, quest'ultimo conosciuto anche in Italia per la sua satira pungente e potente.
Secondo le ricostruzioni della versione ufficiale, gli attentatori – due fratelli francesi addestratisi in Siria che dichiareranno di far parte di Al-Qaeda ad una televisione – sono penetrati nel palazzo sbagliato, poi sono andati nel palazzo di fronte e si sono fatti aprire il cancello dalla disegnatrice Corinne Rey, che era arrivata in quel momento e che ha dovuto digitare il codice di accesso sotto minaccia del commando. I due sono arrivati così al primo piano e hanno cominciato a fare fuoco, nel bel mezzo della riunione settimanale del giornale di cui – ovviamente – erano a conoscenza.
6 gennaio 2015
Ucraina: CIA nel governo e Soros alla Banca Centrale
Il sito libanese Al-Manar, portavoce della guerriglia sciita
Hezbollah - alleato dell'Iran e del presidente siriano Bashar Assad
- si chiede se per caso sia Dominique Strauss-Khan o Soros a dirigere la Banca Centrale ucraina.
L'inquietante notizia di Al-Manar poteva sembrare uno scherzo, se non fosse stato per la conferma di uno dei massimi esperti di geopolitica, F. William Engdahl, della Princeton University. Egli sostiene che il controverso speculatore George Soros, è indicato come il nuovo presidente della Banca Centrale Ucraina (http://tinyurl.com/o7fbrc6).
In questa fase di escalation a spirale, che può innescare una guerra nucleare tra gli Stati Uniti-UE e la Russia, l'Ucraina ha cessato di esistere come paese indipendente, libero e sovrano, da quando il governo di Kiev è composto da molti stranieri e oscenamente diretto dall'interventismo di Vicky Nuland, assistente del Dipartimento di Stato e moglie del neoconservatore straussiano Robert Kagan, uno degli artefici dei fallimenti della guerra in Iraq e in Afghanistan.
L'inquietante notizia di Al-Manar poteva sembrare uno scherzo, se non fosse stato per la conferma di uno dei massimi esperti di geopolitica, F. William Engdahl, della Princeton University. Egli sostiene che il controverso speculatore George Soros, è indicato come il nuovo presidente della Banca Centrale Ucraina (http://tinyurl.com/o7fbrc6).
In questa fase di escalation a spirale, che può innescare una guerra nucleare tra gli Stati Uniti-UE e la Russia, l'Ucraina ha cessato di esistere come paese indipendente, libero e sovrano, da quando il governo di Kiev è composto da molti stranieri e oscenamente diretto dall'interventismo di Vicky Nuland, assistente del Dipartimento di Stato e moglie del neoconservatore straussiano Robert Kagan, uno degli artefici dei fallimenti della guerra in Iraq e in Afghanistan.
5 gennaio 2015
Grecia, il grande ricatto!
All’improvviso, il fantasma di Lehman Brothers
torna a bussare alle porte della storia, nascosto dietro le spoglie
dell’uomo nero tedesco…
“The times where we had to rescue Greece are over. There is no potential for political blackmail anymore. Greece is no longer of systemic importance for the euro.” Euro zone no longer obliged to rescue Greece
“The times where we had to rescue Greece are over. There is no potential for political blackmail anymore. Greece is no longer of systemic importance for the euro.” Euro zone no longer obliged to rescue Greece
“Se Alexis Tsipras del partito greco di sinistra Syriza pensa di poter ridurre gli sforzi di riforma e le misure di austerità, allora la troika dovrà tagliare il credito alla Grecia…“Sono finiti i tempi in cui dovevamo per forza salvare la Grecia, perché non ha più una rilevanza sistemica per l’euro. Non sono più possibili ricatti politici”.
Affascinante no, lui si chiama Michael Fuchs, uno dei tanti portaborse di Angelina, membro autorevole dice qualcuno.
Dopo aver ricattato in ogni maniera la
Grecia, averla corrotta e costretta a disintegrare la propria economia
per recuperare miliardi di crediti irresponsabili concessi, ora i
tedeschi parlano di ricatto!
4 gennaio 2015
Napolitano: il presidente che tradì l'Italia
Rieccomi
a voi, dopo qualche giorno di vacanza in cui ho davvero staccato la
spina. Innanzitutto, ovviamente, buon anno. E sarà un anno importante
per l'Italia: Napolitano non sarà più il presidente della Repubblica.
Come al solito, non mi unisco al coro dei giornalisti e dei partiti che già salutano, con la consueta retorica, il servitore delle Istituzioni. Il mio giudizio su Napolitano è tutt'altro che retorico e, come sempre fattuale. Fuor di metafora: Napolitano non è stato un buon presidente per la semplice ragione che non ha rispettato l'essenza, l'anima, la missione di un Capo dello Stato: che è quello di servire il popolo, di rispettare in modo inflessibile la Costituzione, di difendere la sovranità.
Come al solito, non mi unisco al coro dei giornalisti e dei partiti che già salutano, con la consueta retorica, il servitore delle Istituzioni. Il mio giudizio su Napolitano è tutt'altro che retorico e, come sempre fattuale. Fuor di metafora: Napolitano non è stato un buon presidente per la semplice ragione che non ha rispettato l'essenza, l'anima, la missione di un Capo dello Stato: che è quello di servire il popolo, di rispettare in modo inflessibile la Costituzione, di difendere la sovranità.
Napolitano, invece, appartiene a quella élite di politici che, in Italia ma non solo, di fatto si prodiga per svuotare di significato proprio la carica, le istituzioni e in ultima analisi il Paese che dovrebbe difendere.
2 gennaio 2015
Merkel: "La Grecia non è più necessaria all'euro. Non vi salveremo più"
Intanto il direttore di un
famoso istituto di ricerca economica di Monaco, l’IFO, afferma: “La
Grecia valuti l’uscita dall’euro”
E’ iniziata nei giorni scorsi la campagna elettorale per le elezioni anticipate in Grecia che si terranno il prossimo 25 gennaio. Mentre i sondaggi danno in testa, con il 28,1% delle intenzioni di voto, la sinistra radicale di Syriza, contraria alle politiche di austerità dell’UE, seguita dal partito Nd del premier uscente Antonis Samaras al 25,1%, dalla Germania giungono le controverse dichiarazioni di un politico tedesco, Michael Fuchs, membro di lunga data della CDU, partito della cancelliera Angela Merkel.
“Nessuno politico europeo è obbligato a salvare la Grecia in quanto il Paese non è più di importanza sistemica alla moneta unica”, ha detto Michael Fuchs in un’intervista pubblicata sul quotidiano Rheinische Post, aggiungendo che i politici greci non potranno più “ricattare” i loro partner dell’Eurozona. “Se Alexis Tsipras, leader del partito Syriza pensa di poter fermare le politiche di austerità e le riforme, allora la Troika dovrà tagliare i crediti concessi alla Grecia”.
E’ iniziata nei giorni scorsi la campagna elettorale per le elezioni anticipate in Grecia che si terranno il prossimo 25 gennaio. Mentre i sondaggi danno in testa, con il 28,1% delle intenzioni di voto, la sinistra radicale di Syriza, contraria alle politiche di austerità dell’UE, seguita dal partito Nd del premier uscente Antonis Samaras al 25,1%, dalla Germania giungono le controverse dichiarazioni di un politico tedesco, Michael Fuchs, membro di lunga data della CDU, partito della cancelliera Angela Merkel.
“Nessuno politico europeo è obbligato a salvare la Grecia in quanto il Paese non è più di importanza sistemica alla moneta unica”, ha detto Michael Fuchs in un’intervista pubblicata sul quotidiano Rheinische Post, aggiungendo che i politici greci non potranno più “ricattare” i loro partner dell’Eurozona. “Se Alexis Tsipras, leader del partito Syriza pensa di poter fermare le politiche di austerità e le riforme, allora la Troika dovrà tagliare i crediti concessi alla Grecia”.
1 gennaio 2015
Usa: Droni per sorvegliare i cittadini
Uno dei compiti di questi aerei senza pilota, sarà quello di monitorare gli immigrati che attraversano il Rio Grande verso il nord. La decisione è stata rilasciata sul sito Defense Systems. L'aeroporto sarà pronto nel 2016.
Negli Stati Uniti i droni chiedono pista. La otterranno nel 2016 grazie ad un contratto per 33 milioni di dollari. L'esercito pagherà tale importo alla multinazionale SGS affinché costruisca un aeroporto esclusiva per loro nella base di Fort Bliss a El Paso, in Texas. Non a caso è stato scelto il confine con il Messico. Una delle funzioni di questi aerei senza pilota sarà quella di continuare a monitorare immigrati che attraversano il Rio Grande verso il nord. La decisione è stata rilasciata sul sito Defense Systems di questo mese ed è dato come parte di una campagna di attivisti che si oppongono a questo tipo di tecnologia spaziale per scopi militari.
Negli Stati Uniti i droni chiedono pista. La otterranno nel 2016 grazie ad un contratto per 33 milioni di dollari. L'esercito pagherà tale importo alla multinazionale SGS affinché costruisca un aeroporto esclusiva per loro nella base di Fort Bliss a El Paso, in Texas. Non a caso è stato scelto il confine con il Messico. Una delle funzioni di questi aerei senza pilota sarà quella di continuare a monitorare immigrati che attraversano il Rio Grande verso il nord. La decisione è stata rilasciata sul sito Defense Systems di questo mese ed è dato come parte di una campagna di attivisti che si oppongono a questo tipo di tecnologia spaziale per scopi militari.
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