Uccidendo il generale iraniano Qassem Soleimani e il suo braccio destro iracheno Abu Mahdi al Muhandisi, capo delle forze di mobilitazione popolare dei Kataib Hezbollah: questo è stato l’ordine di Trump anticipato 24 ore prima, pubblicamente, dall’ex agente dei servizi Usa Michael Pregent senza che per altro nessuno se ne accorgesse.
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6 gennaio 2020
Il “caos creativo” americano colpisce ancora
L'incendio. L’obiettivo di Washington era ed è polverizzare gli Stati arabi e musulmani che possono opporsi a Israele, il guardiano degli Usa nella regione, e all’Arabia Saudita
Il nuovo anno americano si inaugura con un altro sconcertante capitolo della destabilizzazione permanente del Medio Oriente voluta da Washington: altro che ritiro degli Stati Uniti dalla regione. Colpire al cuore il regime iraniano e assestare una mazzata all’apparato di sicurezza sciita in Iraq.
Uccidendo il generale iraniano Qassem Soleimani e il suo braccio destro iracheno Abu Mahdi al Muhandisi, capo delle forze di mobilitazione popolare dei Kataib Hezbollah: questo è stato l’ordine di Trump anticipato 24 ore prima, pubblicamente, dall’ex agente dei servizi Usa Michael Pregent senza che per altro nessuno se ne accorgesse.
Uccidendo il generale iraniano Qassem Soleimani e il suo braccio destro iracheno Abu Mahdi al Muhandisi, capo delle forze di mobilitazione popolare dei Kataib Hezbollah: questo è stato l’ordine di Trump anticipato 24 ore prima, pubblicamente, dall’ex agente dei servizi Usa Michael Pregent senza che per altro nessuno se ne accorgesse.
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20 aprile 2018
I nostri media ti spiegano il bombardamento della Siria
Vale la pena fare una rassegna di come i media ci hanno informati sull'ultimo attacco di Stati Uniti, Francia e Regno Unito in Siria.
La prima fase è stata dare per scontata la paternità al presidente siriano Al Assad dell'attacco con armi chimiche. Cataluña Radio, come molti media, senza spostarsi dalla redazione perché da lì firmano, sottolinea che le truppe di Al Assad hanno causato 70 morti lanciando un gas chimico contro la popolazione di Douma. Il testo delle notizie mostra che il presidente siriano lo nega, ma non importa, il titolo mira dargli la colpa senza controllare le informazioni.
Molti di noi si chiedono perché un governante, indipendentemente dal fatto che sia democratico o dittatore, va a bombardare una zona civile nel suo paese con il gas. La decisione sembra totalmente assurda, i dittatori di solito si concentrano sull'uccisione degli oppositori, ma non attaccano con delle armi chimiche i bambini del proprio paese, tanto meno quando i paesi più armati al mondo minacciano di punirlo se lo fa.
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12 aprile 2018
Fermare ogni decisione di bombardamento in nome della sicurezza di tutti
Comunicato Congiunto Blogger Italiani
La situazione militare in Siria e attorno ha ormai raggiunto il livello di guardia. Il presidente americano si accinge a prendere decisioni la cui portata e la cui pericolosità sono inimmaginabili.
Le accuse ad Assad di avere bombardato con armi chimiche il centro di Douma non sono né provate né sensate. Il rischio di uno scontro diretto con la Russia, su qualcuno degli scenari che sono già da tempo in fibrillazione, è imminente. La Russia ha già messo in stato di allarme tutte le sue difese, su tutti i fronti.
Di fronte al silenzio e alla menzogna del mainstream italiano e occidentale, noi blogger italiani facciamo appello, tutti insieme, ai partiti italiani, affinché si esprimano immediatamente chiedendo al nostro alleato principale di non commettere altre sciocchezze e di attendere il risultato di una commissione internazionale che accerti le responsabilità.
La situazione militare in Siria e attorno ha ormai raggiunto il livello di guardia. Il presidente americano si accinge a prendere decisioni la cui portata e la cui pericolosità sono inimmaginabili.
Le accuse ad Assad di avere bombardato con armi chimiche il centro di Douma non sono né provate né sensate. Il rischio di uno scontro diretto con la Russia, su qualcuno degli scenari che sono già da tempo in fibrillazione, è imminente. La Russia ha già messo in stato di allarme tutte le sue difese, su tutti i fronti.
Di fronte al silenzio e alla menzogna del mainstream italiano e occidentale, noi blogger italiani facciamo appello, tutti insieme, ai partiti italiani, affinché si esprimano immediatamente chiedendo al nostro alleato principale di non commettere altre sciocchezze e di attendere il risultato di una commissione internazionale che accerti le responsabilità.
12 febbraio 2018
Genocidi in stile Washington: Tocca al Venezuela?
Ci sarà un motivo per cui nessuno osa parlare di “genocidio” quando si pensa alle atrocità commesse da Washington in tutto il mondo? – Se c’è una nazione che è colpevole di omicidio di massa, questa nazione è gli Stati Uniti d’America insieme ai suoi manipolatori sionisti. Ma sembra che nessuno ci faccia caso, o meglio che nessuno osi dirlo. È diventata una cosa normale che è ormai entrata nel cervello della gente. La nazione eccezionale può fare quello che vuole, quando vuole e dove vuole – può seminare guerre e conflitti, uccidere milioni e milioni di persone e poi dare la colpa a Russia e Cina e, naturalmente, Iran, Venezuela, Siria, Cuba, Corea del Nord … ma potremo andare avanti.
Quando un certo Mr. Tillerson parla apertamente di colpo di stato militare in Venezuela, sta incitando ad un genocidio in questo pacifico vicino del sud. Questo significa, per chi sta ascoltando, come Capriles e Co., che può contare sull’appoggio degli Stati Uniti, cosa che, ovviamente, sapeva da sempre. Ma ora la cosa è ufficiale, quando il Segretario di Stato USA chiede apertamente un intervento militare – chiede sangue – sta provocando un bagno di sangue. Questo è genocidio. Per definizione, è un assassino.
6 gennaio 2018
Le armi passano di mano dalla CIA all’ISIS in meno di due mesi
Come documenta Zero Hedge, i media mainstream fingono di accorgersi solo oggi che le armi segretamente fornite dal governo USA ai ribelli siriani finivano regolarmente nelle mani dei terroristi islamici. Dopo aver ridicolizzato in passato qualsiasi legame tra il sostegno USA ai “ribelli moderati” e gli armamenti a disposizione dei terroristi, oggi riconoscono lo schema, riducendolo però a un disguido dovuto a carenze nei controlli. In realtà che il flusso di armi dal governo americano ai ribelli passasse da questi all’ISIS era noto almeno dal 2014, e nonostante ciò l’intelligence americana alla guida di Obama continuava ad alimentarlo, sperando che potesse servire per destabilizzare il legittimo governo siriano di Assad.
I media mainstream nel 2013: “Complottisti!”
I media mainstream nel 2017: “l’ISIS ha un potente missile acquistato dalla CIA!”
Con anni di ritardo, i media mainstream come USA Today, la Reuters e BuzzFeed pubblicano “attualissimi” ed “esclusivi” report che dettagliano come un vasto arsenale militare inviato in Siria dalla CIA in collaborazione con alleati USA ha alimentato la rapida crescita dell’ISIS.
I media mainstream nel 2013: “Complottisti!”
I media mainstream nel 2017: “l’ISIS ha un potente missile acquistato dalla CIA!”
Con anni di ritardo, i media mainstream come USA Today, la Reuters e BuzzFeed pubblicano “attualissimi” ed “esclusivi” report che dettagliano come un vasto arsenale militare inviato in Siria dalla CIA in collaborazione con alleati USA ha alimentato la rapida crescita dell’ISIS.
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8 settembre 2017
Il Complesso Militare Industriale di Trump
14 giugno 2017
Qatar: Dodici motivi di una strana crisi nella regione
E’ possibile che sette alleati degli USA dichiarino una guerra, per il momento diplomatico/economica, contro il Qatar, che è la sede del Comando USA per il Medio Oriente (CENTOCOM), la base più grande posseduta dal Pentagono in tutta la Regione, senza l’autorizzazione della Casa Bianca?
Si tratta della prima conseguenza della visita anti-iraniana di Donald Trump in Arabia Saudita, e può essere una crisi trappola per trascinare l’Iran in una guerra regionale, ora che gli USA non si ritengono capaci di affrontare direttamente questa nazione e appropriarsi della prima riserva mondiale di gas e della terza di petrolio.
Il pretesto del conflitto sta in alcune dichiarazioni dell’emiro del Qatar – Tamim Bin Hamad Al Thani –in cui egli afferma che una guerra contro l’Iran sarebbe una pazzia, visto che sparirebbero tutti i paesi arabi del Golfo Persico, e che Trump non durerà molto al potere.
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8 giugno 2017
Zbigniew Brzezinski: Il grande architetto del terrorismo moderno
È morto da pochi giorni Zbigniew Brzezinski, uno degli ispiratori della politica estera americana dai tempi della guerra russo-afghana fino al recente conflitto in Siria, uno dei più geniali e spietati ideatori della violenza imperialista statunitense. The AntiMedia ne riassume l’eredità: la costruzione metodica dell’estremismo islamico, di al-Qaeda, la destabilizzazione sistematica del Medio Oriente, l’induzione di uno stato di tensione continua contro la Russia.
Zbigniew Brzezinski, ex consulente per la sicurezza nazionale del Presidente Jimmy Carter, è morto lo scorso venerdì in un ospedale della Virginia, all’età di 89 anni. Sebbene il New York Times ammetta che l’ex consulente del governo fosse un “falco della teoria strategica”, travisare la sua eredità come se fosse, per il resto, infinitamente positiva, non è così semplice come l’establishment vorrebbe credere.
Mentre il Regno Unito si destreggia con la “minaccia terroristica” ai più alti livelli, dopo un attacco devastante ispirato dall’ISIS — e mentre le Filippine entrano in uno stato di legge marziale quasi totale, dopo la devastazione ispirata dall’ISIS — la morte di Brzezinski giunge al momento giusto, come stimolo a una comprensione più profonda dell’origine del terrorismo moderno.
Zbigniew Brzezinski, ex consulente per la sicurezza nazionale del Presidente Jimmy Carter, è morto lo scorso venerdì in un ospedale della Virginia, all’età di 89 anni. Sebbene il New York Times ammetta che l’ex consulente del governo fosse un “falco della teoria strategica”, travisare la sua eredità come se fosse, per il resto, infinitamente positiva, non è così semplice come l’establishment vorrebbe credere.
Mentre il Regno Unito si destreggia con la “minaccia terroristica” ai più alti livelli, dopo un attacco devastante ispirato dall’ISIS — e mentre le Filippine entrano in uno stato di legge marziale quasi totale, dopo la devastazione ispirata dall’ISIS — la morte di Brzezinski giunge al momento giusto, come stimolo a una comprensione più profonda dell’origine del terrorismo moderno.
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27 aprile 2017
La rieducazione di Trump

Questo è il livello di tortuosa ipocrisia nella quale sono affogati le elite intellettuali USA.
Nello spettro delle corporation dei media simili irresponsabili "giustificazioni" dominano la conversazione, e così nel centrosinistra. Alcuni, come il già screditato, ma ancora accontentato, Brian Williams del MSNBC, ai confini della pazzia quando invoca il cantautore Leonard Cohen per meravigliarsi della "bellezza" del lancio dei missili da crociera.
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20 aprile 2017
Il Sultano, l'Europa e la Guerra
"L'Europa sta commettendo crimini di guerra" contro la Turchia, Germania e Olanda hanno "attitudini fasciste", "proprie dei nazisti". Si potrebbe, con parecchi distinguo, essere d'accordo, non fosse che questi giudizi vengono da Recep Erdogan, il presidente turco dichiaratamente ammiratore di Hitler, e dai suoi ministri, non proprio brillanti campioni di democrazia e di libertà.
Cosa sta succedendo a quello che è stato lo strumento principe della guerra di aggressione alla Siria, con il sostegno ormai riconosciuto persino dai nord-americani dato dal governo turco all'ISIS, con i suoi campi di addestramento per i terroristi che entravano comodamente in Siria attraverso la lunga frontiera che i due stati condividono (frontiera oggi ermeticamente chiusa per i profughi, grazie all'accordo Unione Europea-Turchia sui rifugiati)?
Facciamo un passo indietro. Nel giugno 2015, alle elezioni generali, il Partito Democratico dei Popoli (HDP), che riunisce il movimento kurdo di liberazione e settori della sinistra turca e delle minoranze etniche del paese, guadagna inaspettatamente ben 80 seggi in parlamento, una vittoria definita "storica" dai kurdi. Erdogan non accetta la sconfitta e indice un referendum, da tenersi nell'aprile di quest'anno, con cui chiede gli vengano ampliati i poteri presidenziali...
Cosa sta succedendo a quello che è stato lo strumento principe della guerra di aggressione alla Siria, con il sostegno ormai riconosciuto persino dai nord-americani dato dal governo turco all'ISIS, con i suoi campi di addestramento per i terroristi che entravano comodamente in Siria attraverso la lunga frontiera che i due stati condividono (frontiera oggi ermeticamente chiusa per i profughi, grazie all'accordo Unione Europea-Turchia sui rifugiati)?
Facciamo un passo indietro. Nel giugno 2015, alle elezioni generali, il Partito Democratico dei Popoli (HDP), che riunisce il movimento kurdo di liberazione e settori della sinistra turca e delle minoranze etniche del paese, guadagna inaspettatamente ben 80 seggi in parlamento, una vittoria definita "storica" dai kurdi. Erdogan non accetta la sconfitta e indice un referendum, da tenersi nell'aprile di quest'anno, con cui chiede gli vengano ampliati i poteri presidenziali...
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17 aprile 2017
Siria e Nord Corea: il disperato tentativo atlantico di separare Mosca e Pechino
Dopo il bombardamento del 7 aprile, domina l’interrogativo se il raid statunitense sia stato solo un evento isolato oppure il preludio di un più ampio coinvolgimento in Siria. Parallelamente le manovre americane in Nord Corea lasciano presagire un intervento militare anche in Estremo Oriente: c’è un nesso tra le due crisi simultanee? L’attacco chimico del 4 aprile, seguito dal blitz missilistico e dalle pressioni sul Cremlino per abbandonare Assad, è una maldestra manovra per riallineare la Russia agli USA ed al resto del blocco occidentale. La minaccia di un intervento contro il regime di Pyongyang, storico “vassallo” cinese, è il tentativo speculare di svincolare Pechino dalla Russia: constata la monoliticità del blocco euroasiatico, si va verso l’escalation militare?
Il bombardamento del 7 aprile sulla base siriana di Shayrat ha creato molta amarezza tra i “populisti” europei, galvanizzando al contrario quei governi e quelle istituzioni che si sentivano orfani della salda guida della Casa Bianca: la Francia di François Hollande, la Germania di Angela Merkel, l’Unione Europea e la NATO hanno salutato con sollievo e soddisfazione il rinsavimento, o sarebbe meglio dire “la normalizzazione”, di Donald Trump.
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14 aprile 2017
Il Pentagono ha addestrato i "ribelli" di Al Qaeda in Siria all'uso di armi chimiche
I media occidentali confutano le loro stesse bugie
Non solo confermano che il Pentagono ha sinora addestrato i terroristi nell'uso di armi chimiche, ma riconoscono anche l'esistenza di un neppure così segreto piano sostenuto dagli USA per lanciare un attacco con armi chimiche in Siria e addebitarlo al regime di Assad.
Il London Daily Mail in un articolo del 2013 confemava l'esistenza di un progetto anglo-americano, appoggiato dalla Casa Bianca (con il sostegno del Qatar) per lanciare un attacco con armi chimiche sulla Siria ed addossare la colpa su Bashar al-Assad.
Aggiornamento; 8 aprile 2017. La decisione di Trump di bombardare la base aerea siriana come rappresaglia all'asserito uso di armi chimiche da parte di Assad sul suo stesso popolo conferma che lo scenario d'operazione sotto falsa bandiera dell'attacco con armi chimiche è ancora "sul tavolo".
La nostra analisi (che include una grande mole di pezzi investigativi di Global research) conferma inequivocabilmente che Trump sta mentendo, i media occidentali stanno mentendo e molti degli alleati americani stanno mentendo.
Non solo confermano che il Pentagono ha sinora addestrato i terroristi nell'uso di armi chimiche, ma riconoscono anche l'esistenza di un neppure così segreto piano sostenuto dagli USA per lanciare un attacco con armi chimiche in Siria e addebitarlo al regime di Assad.
Il London Daily Mail in un articolo del 2013 confemava l'esistenza di un progetto anglo-americano, appoggiato dalla Casa Bianca (con il sostegno del Qatar) per lanciare un attacco con armi chimiche sulla Siria ed addossare la colpa su Bashar al-Assad.
Aggiornamento; 8 aprile 2017. La decisione di Trump di bombardare la base aerea siriana come rappresaglia all'asserito uso di armi chimiche da parte di Assad sul suo stesso popolo conferma che lo scenario d'operazione sotto falsa bandiera dell'attacco con armi chimiche è ancora "sul tavolo".
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7 aprile 2017
Gli USA attaccano la Siria
Finalmente ci sono riusciti. Laddove avevano fallito i "ribelli moderati" finanziati direttamente dagli USA, laddove aveva fallito l'ISIS finanziata dai sauditi per conto degli USA, è bastato far esplodere qualche bomba con agenti chimichi per giustificare quello che gli Stati Uniti sognano di fare ormai da 5 anni: attaccare direttamente la Siria. Per ora si tratta solo di un bombardamento limitato ad una base militare, ma la storia ci insegna che il termine "escalation" esiste proprio per ciò che significa letteralmente: una crescita, in termini di scala, di qualcosa che da piccolo diventa grande.
Quello che invece la storia non ci insegna, a quanto pare, è come le stesse bugie continuino a funzionare, nonostante ogni volta vengano smascherate come tali. La storia delle armi chimiche (WMD) di Saddam Hussein, usata per invadere l'Iraq, si è rivelata platealmente falsa. L'accusa allo stesso Assad di aver usato armi chimiche, due anni fa, si era rivelata falsa.
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Tutto quello che non torna sull'uso del gas da parte di Assad
Nel gioco dei veti incrociati e delle accuse reciproche sull'uso dei gas nella guerra civile siriana, è possibile che la strage di Khan Sheikun finisca per perdersi nel solito rivolo di formalismi burocratici e diplomatici senza che si arrivi a stabilire una responsabilità certa per quello che è accaduto.
Allo stato dell'arte, se così si può dire e sulla pelle delle 72 vittime finora accertate (circa 300 le altre persone contaminate), i ribelli accusano l'aviazione e le bombe di Assad, supportati da Stati Uniti, Turchia, Israele e da buona parte dei governi europei. Mentre Mosca difende Damasco sostenendo la tesi secondo cui sarebbe stato incidentalmente colpito un deposito di armi della guerriglia, dove erano stoccate anche alcune testate contenenti i gas.
Allo stato dell'arte, se così si può dire e sulla pelle delle 72 vittime finora accertate (circa 300 le altre persone contaminate), i ribelli accusano l'aviazione e le bombe di Assad, supportati da Stati Uniti, Turchia, Israele e da buona parte dei governi europei. Mentre Mosca difende Damasco sostenendo la tesi secondo cui sarebbe stato incidentalmente colpito un deposito di armi della guerriglia, dove erano stoccate anche alcune testate contenenti i gas.
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