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9 luglio 2024
L’eugenetica e la razza dominante della sinistra
30 agosto 1997. Le sterilizzazioni forzate in Scandinavia hanno scioccato il mondo. Ma i grandi padri fondatori del socialismo britannico, riferisce Jonathan Freedland, avevano sogni vili quasi quanto quelli dei nazisti
8 novembre 2021
Il Grande Reset ► Socialismo corporativo (2/6)
Gli obiettivi del WEF non sono quelli di pianificare ogni aspetto della produzione e quindi di dirigere tutte le attività individuali. Piuttosto, l'obiettivo è quello di limitare le possibilità di attività individuale, a forza di spremere le industrie e i produttori all'interno delle industrie dall'economia.
Come ho notato nella prima parte, il Grande Reset, se i suoi architetti hanno la loro strada, comporterebbe trasformazioni di quasi tutti gli aspetti della vita. Qui, limiterò la mia discussione all'economia del Grande Reset come promosso dal World Economic Forum (WEF), così come ai recenti sviluppi che hanno avanzato questi piani.
28 gennaio 2020
Gramsci in carne e ossa
Agitatore culturale, usava la penna come una spada, segretario di partito, filosofo, linguista, rivoluzionario, organizzatore politico infaticabile. A 129 anni dalla sua nascita (22 gennaio 1891, Ales, Sardegna) lo ricordiamo con le voci di chi lo ha conosciuto e amato.
Torino, via dell’Arcivescovado. Notte fonda, primissimi anni Venti del Novecento. Alla porta dell’Ordine Nuovo si presenta un signore dall’accento meridionale che chiede di parlare con Antonio Gramsci. Il signore dall’accento meridionale è insistente, pretende subito un colloquio col direttore della rivista (perché l’Ordine Nuovo non era solo il giornale degli operai torinesi, era anche il giornale di Antonio Gramsci).
7 ottobre 2019
Chavez e Fidel come riferimento della battaglia ambientalista
Partiamo dall’aspetto indubbiamente positivo: tantissimi giovani hanno deciso di rigettare l’apatia degli ultimi anni e scendere in piazza, per una causa nobile: la difesa dell’ambiente e del pianeta che ci ospita tutti. Secondo gli organizzatori nelle piazze italiane circa un milione sono stati i manifestanti in questo Climate Strike for the Future.
14 agosto 2019
Ex Relatore Onu sul Venezuela: «Il vero obiettivo degli Usa è il caos e la guerra civile a Caracas»
Il Venezuela è assediato dagli Stati Uniti che vogliono rovesciare Maduro e distruggere la Rivoluzione Bolivariana per appropriarsi dei proventi delle immense risorse naturali che possiede il paese sudamericano.
«Il grande partito del saccheggio venezuelano» è al lavoro per questo, come ci ha spiegato in questa intervista esclusiva Alfred de Zayas, professore di diritto internazionale a Ginevra dal 2007 e unico relatore delle Nazioni Unite in Venezuela negli anni della Rivoluzione Bolivariana.
Un'opposizione seria e credibile può sostenere un embargo volto a distruggere l'economia del paese?
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26 gennaio 2019
L’appello di Maduro al popolo del Venezuela, deciso a restare indipendente
Di fronte alla grottesca situazione di un signor nessuno che ha deciso di proclamarsi presidente del Venezuela e di farsi “incaricare” dalla Casa Bianca e non dagli elettori, si sta scatenando la creatività popolare. C’è chi va in piazza inalberando un fantoccio, chi porta il ritratto di un comandante guerrigliero, chi tira fuori dal cappello il proprio “presidente” da proclamare senza tema che gli succeda niente: perché se lo dice Trump, chiunque lo può fare senza essere portato in manicomio in galera.
Tutto questo si chiama “democrazia”
Evidentemente sì, data la lunga sudditanza dei governi europei ai diktat della Troika e del Fondo Monetario Internazionale. Evidentemente sì per quei governi latinoamericani, nostalgici del tempo in cui il continente era considerato il “cortile di casa degli Stati Uniti”. Evidentemente sì per quell’Europa che ha dato un ultimatum al governo del Venezuela affinché indica al più presto “elezioni democratiche” pena il riconoscimento dell’utoproclamato “presidente a interim”. Le 25 elezioni celebrate in Venezuela e certificate da centinaia di giuristi internazionali? Carta straccia, vale di più l’investitura dall’alto di questo Juan Guaido.
Evidentemente sì, data la lunga sudditanza dei governi europei ai diktat della Troika e del Fondo Monetario Internazionale. Evidentemente sì per quei governi latinoamericani, nostalgici del tempo in cui il continente era considerato il “cortile di casa degli Stati Uniti”. Evidentemente sì per quell’Europa che ha dato un ultimatum al governo del Venezuela affinché indica al più presto “elezioni democratiche” pena il riconoscimento dell’utoproclamato “presidente a interim”. Le 25 elezioni celebrate in Venezuela e certificate da centinaia di giuristi internazionali? Carta straccia, vale di più l’investitura dall’alto di questo Juan Guaido.
24 gennaio 2019
I 3 fattori che spiegano la storica resistenza del governo e del popolo venezuelano
Se il Venezuela sta resistendo e non è imploso come i paesi dell'ex blocco socialista est-europeo, dove le controrivoluzioni hanno preso il potere senza sparare un solo colpo (tranne in Urss ed in Romania), è essenzialmente per 3 fattori:
1) Nonostante le difficoltà economiche dovute al crollo del prezzo del petrolio, all'embargo, alla guerra di bassa intensità tramite il contrabbando e il boicottaggio delle reti di distribuzione di beni di prima necessità, alla perdita di alcuni importanti partners regionali (in primis Brasile ed Argentina), nonché ai limiti noti della "monocultura" petrolifera, il presidente Maduro, il Psuv e le altre forze motrici della Rivoluzione bolivariana vanta ancora un forte sostegno tra lo zoccolo duro del loro blocco sociale di riferimento. Anche in queste ore, sono decine di migliaia gli attivisti delle reti ed i simpatizzanti del governo scesi in piazza per controbattere le mobilitazioni controrivoluzionarie.
1) Nonostante le difficoltà economiche dovute al crollo del prezzo del petrolio, all'embargo, alla guerra di bassa intensità tramite il contrabbando e il boicottaggio delle reti di distribuzione di beni di prima necessità, alla perdita di alcuni importanti partners regionali (in primis Brasile ed Argentina), nonché ai limiti noti della "monocultura" petrolifera, il presidente Maduro, il Psuv e le altre forze motrici della Rivoluzione bolivariana vanta ancora un forte sostegno tra lo zoccolo duro del loro blocco sociale di riferimento. Anche in queste ore, sono decine di migliaia gli attivisti delle reti ed i simpatizzanti del governo scesi in piazza per controbattere le mobilitazioni controrivoluzionarie.
20 gennaio 2019
Distopia socialista
Combattono con un socialismo che non esiste. Lottano contro un'anti-utopia che non appartiene a nessuno. Immaginano un mondo senza famiglia, senza ordine, senza mercato, senza libertà. I liberali di destra del mondo hanno inventato un fantasma, gli hanno appeso il segno del "socialismo" e ora lo vedono dappertutto, specialmente, e ogni tanto in Venezuela. Ma adesso è troppo.
Nicolás Maduro Moros
La Jornada
Perché questo socialismo che stanno combattendo non è il socialismo in cui comunichiamo, noi, le democrazie inclusive, pieno di persone che vivono nel XXI secolo... Il nostro socialismo è particolare, popolare e profondamente latinoamericano. Come abbiamo detto chiaramente durante l'Assemblea delle Nazioni Unite lo scorso settembre: il nostro è un progetto autonomo di rivoluzione democratica, di rivendicazione sociale, è un modello e un percorso a sé stante che si basa sulla nostra storia e sulla nostra cultura.
Nicolás Maduro Moros
La Jornada
Perché questo socialismo che stanno combattendo non è il socialismo in cui comunichiamo, noi, le democrazie inclusive, pieno di persone che vivono nel XXI secolo... Il nostro socialismo è particolare, popolare e profondamente latinoamericano. Come abbiamo detto chiaramente durante l'Assemblea delle Nazioni Unite lo scorso settembre: il nostro è un progetto autonomo di rivoluzione democratica, di rivendicazione sociale, è un modello e un percorso a sé stante che si basa sulla nostra storia e sulla nostra cultura.
5 gennaio 2019
Cuba sempre
Si compiono 60 anni del trionfo della Rivoluzione cubana, il cui esempio per i paesi dipendenti del mondo significò la possibilità di realizzare l’utopia di liberarsi e poter decidere da sé la strada da seguire. Le grandi trasformazioni che da subito realizzò il governo rivoluzionario sono la dimostrazione che è possibile realizzare un’altra forma di economia e di società, lontane dalla devastazione che il capitalismo storico ha generato per sua natura.
La Rivoluzione è riuscita a vivere resistendo ad ogni forma di aggressione, da un’invasione orchestrata dagli Stati Uniti nel 1961 a Playa Giròn al permanente blocco economico imposto dall'imperialismo yankee, insieme a centinaia di attacchi terroristici coordinati dalla CIA oltre che a continue campagne controrivoluzionarie, molte delle quali provenienti da Miami. Cuba ha superato un numero senza fine di boicottaggi economici, politici, sociali e culturali, e da essi ne è uscita con sempre maggior onore per la sua resistenza, per il suo spirito rivoluzionario e per la sua dignità fondata nelle convinzioni socialiste che guidano i passi liberi del suo popolo per il mondo.
La Rivoluzione è riuscita a vivere resistendo ad ogni forma di aggressione, da un’invasione orchestrata dagli Stati Uniti nel 1961 a Playa Giròn al permanente blocco economico imposto dall'imperialismo yankee, insieme a centinaia di attacchi terroristici coordinati dalla CIA oltre che a continue campagne controrivoluzionarie, molte delle quali provenienti da Miami. Cuba ha superato un numero senza fine di boicottaggi economici, politici, sociali e culturali, e da essi ne è uscita con sempre maggior onore per la sua resistenza, per il suo spirito rivoluzionario e per la sua dignità fondata nelle convinzioni socialiste che guidano i passi liberi del suo popolo per il mondo.
4 gennaio 2019
Cuba. Gli anni passano, la Rivoluzione resta
Cuba, dicembre del 1958.
L’isola è percorsa dal fuoco rivoluzionario che, né Batista né gli Usa suoi alleati, sono riusciti a spegnere. Al contrario: esso è ormai penetrato in ogni angolo di quella terra, agitando il popolo, informando di sé ogni spirito ormai convinto che il tiranno, anche a Cuba come in URSS, potesse essere sconfitto.
Il Movimento 26 Luglio, guidato da Ernesto Guevara e da Camilo Cienfuegos, dopo un inutile tentativo da parte delle forze governative di distruggere alcune posizioni guerrigliere di istanza a Escambray, decide di iniziare l’attacco definitivo a Batista. E lo fa attaccando Santa Clara, cuore dell’isola e ultimo baluardo da conquistare per arrivare alla capitale.
Era il 28 dicembre del 1958.
L’isola è percorsa dal fuoco rivoluzionario che, né Batista né gli Usa suoi alleati, sono riusciti a spegnere. Al contrario: esso è ormai penetrato in ogni angolo di quella terra, agitando il popolo, informando di sé ogni spirito ormai convinto che il tiranno, anche a Cuba come in URSS, potesse essere sconfitto.
Il Movimento 26 Luglio, guidato da Ernesto Guevara e da Camilo Cienfuegos, dopo un inutile tentativo da parte delle forze governative di distruggere alcune posizioni guerrigliere di istanza a Escambray, decide di iniziare l’attacco definitivo a Batista. E lo fa attaccando Santa Clara, cuore dell’isola e ultimo baluardo da conquistare per arrivare alla capitale.
Era il 28 dicembre del 1958.
6 novembre 2018
Brasile, l’età delle tenebre
“Signori, non siate tanto contenti della sconfitta (di Hitler). Perché anche se il mondo s'è desto e ha fermato il bastardo, la puttana che l’ha partorito è ancora viva”
Bertold Brecht
Jair “Messias” Bolsonaro è presidente del Brasile dopo essere riuscito, domenica scorsa, ad ottenere 57 milioni di voti. Anche se era prevedibile, il suo trionfo nella seconda tornata delle elezioni del paese più influente della regione non è meno allarmante. Il fascismo è arrivato per mezzo delle urne, e viene per restare. Un segnale di allerta continentale.
“Non volevamo continuare a flirtare con il comunismo e il socialismo, e con l’estremismo di sinistra” ha detto Bolsonaro appena il Tribunale Supremo Elettorale ha confermato che era stato eletto presidente del Brasile. Immediatamente ha ricevuto i saluti entusiasti del presidente argentino Mauricio Macri, il primo governante a festeggiare il trionfo del grottesco fascista: “Felicitazioni a Jair Bolsonaro per il trionfo in Brasile! Desidero che presto lavoriamo insieme per la relazione tra i nostri paesi e per il benessere di argentini e brasiliani”.
3 novembre 2018
Il ritorno dei caudillos latinoamericani
La “primavera del socialismo” dell’America Latina è al termine. Dopo oltre un decennio di Presidenti progressisti socialisti che anteponevano le persone al clientelismo, gli oligarchi dell’America latina, attraverso la prevaricazione dei tribunali, dei parlamenti e dei sistemi elettorali, hanno messo dei caudillos in carica in tutta la regione. A differenza del passato, quando i generali locali, con un cenno del capo dalla base locale della CIA, chiamavano i carri armati e le truppe per cacciare i Presidenti eletti democraticamente, i leader fascisti di oggi hanno scoperto che i social media, associati a giudici e legislatori corrotti, può mettere in scena quelli che sono, essenzialmente, “colpi di stato costituzionali” soft.
La primavera del socialismo in America Latina ha visto molte nazioni adottare politiche estere indipendenti, esenti dai dettami provenienti da Washington. Con gli Stati Uniti impaludati nei pantani [delle operazioni] militari in Afghanistan e in Iraq, l’America Latina si è liberata dalle catene politiche, finanziarie e militari che la legavano a Washington.
9 ottobre 2018
Un potere rivoluzionario per guarire
Il 9 ottobre 1967, nella Bolivia meridionale, vicino al desolato villaggio di La Higuera, l’esercito boliviano, in base a istruzioni avute dal governo degli Stati Uniti, tese una trappola all’isolata colonna di guerriglieri guidata da Ernesto ‘Che’ Guevara.
Il Che, uno degli eroi della Rivoluzione Cubana del 1959, credeva che Cuba, situata soltanto a 90 miglia dalla terraferma degli Stati Uniti, sarebbe rimasta vulnerabile, a meno che altre rivoluzioni non avessero avuto successo nel mondo. La sua reazione al violento bombardamento americano del Vietnam, era stata simile, non sufficiente a difendere il Vietnam, aveva detto, ma era necessaria ‘per creare due, tre, molti Vietnam’. Il fallimento di scatenare la rivoluzione in Congo, portò il Che in Bolivia, dove l’esercito di quel paese lo prese in trappola. Alla fine fu catturato e portato in un edificio scolastico. Mario Terán Salazar un soldato, fu incaricato dell’assassinio. Il Che guardò quell’uomo che tremava: “Calmati e prendi bene la mira,” gli disse. “Stai per uccidere un uomo.” Il Che morì in piedi.
4 ottobre 2018
Discorso del presidente cubano all'ONU: «La natura irrevocabile del socialismo sarà ratificata»
Discorso integrale di Miguel Díaz-Canel Bermúdez (nella foto), Presidente della Repubblica di Cuba, al dibattito generale della 73ª Sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.New York, 26 settembre 2018
Signora Presidente,
Signor Segretario Generale,
È impossibile essere qui, parlare da questa tribuna a nome di Cuba e non ricordare i momenti storici dell'Assemblea Generale che sono anche parte dei nostri ricordi più cari: Fidel Castro, Che Guevara, Raúl Castro e il "Cancelliere della dignità", Raúl Roa, solo per menzionare i più significativi, che hanno portato qui non solo la voce del nostro popolo, ma anche la voce di altri popoli latinoamericani e caraibici, africani, asiatici, non allineati, con i quali abbiamo condiviso più di mezzo secolo di lotte per un giusto ordine internazionale, che è ancora lontano dall'essere raggiunto.
Signora Presidente,
Signor Segretario Generale,
È impossibile essere qui, parlare da questa tribuna a nome di Cuba e non ricordare i momenti storici dell'Assemblea Generale che sono anche parte dei nostri ricordi più cari: Fidel Castro, Che Guevara, Raúl Castro e il "Cancelliere della dignità", Raúl Roa, solo per menzionare i più significativi, che hanno portato qui non solo la voce del nostro popolo, ma anche la voce di altri popoli latinoamericani e caraibici, africani, asiatici, non allineati, con i quali abbiamo condiviso più di mezzo secolo di lotte per un giusto ordine internazionale, che è ancora lontano dall'essere raggiunto.
21 giugno 2018
Kerala, Vietnam, Cina, Cuba: Conquiste e limiti dell'agroecologia socialista di fronte all'agrobusiness imperialista
Il governo comunista del Kerala, un piccolo stato nel sud-ovest della Federazione indiana, è appena stato incoronato dal lancio dell'etichetta "Kerala Organic", i successi della sua politica volontaristica in materia di agroecologia. L'obiettivo è passare a un Produzione agricola biologica al 100% entro il 2020. Con 100 000 tonnellate di prodotti biologici, metà del percorso sembra già percorso. Ma non è tutto: la diversificazione della produzione agricola, che contribuisce a sviluppare un'autentica autosufficienza alimentare, ha già trasformato il paese. La rottura con il modello di monocoltura intensiva dipendente, con le sue sopravvivenze feudali, sembra ben vincolato e "sostenibile" (dall'agroecologico), e i principi politici del governo non sono certamente estranei.
Il Kerala, governato dai comunisti dal 1957, presenta in questo percorso agricolo sostenibile alcune analogie con la rivoluzione agro-ecologica cubana, di cui è inutile ricordare gli incontestabili successi e la leadership in materia dagli anni '90: il popolo del Kerala è il più istruito di tutti i popoli indiani, i rivali del sistema scolastico e universitario in performance con quello di Cuba e l'HDI (Indice di sviluppo umano) che unisce gli indicatori economici, scolastici e sanitari, è tra i più alti dei paesi in via di sviluppo , ... come a Cuba.
Il Kerala, governato dai comunisti dal 1957, presenta in questo percorso agricolo sostenibile alcune analogie con la rivoluzione agro-ecologica cubana, di cui è inutile ricordare gli incontestabili successi e la leadership in materia dagli anni '90: il popolo del Kerala è il più istruito di tutti i popoli indiani, i rivali del sistema scolastico e universitario in performance con quello di Cuba e l'HDI (Indice di sviluppo umano) che unisce gli indicatori economici, scolastici e sanitari, è tra i più alti dei paesi in via di sviluppo , ... come a Cuba.
11 giugno 2018
Perché Antonio Gramsci è il pensatore marxista del nostro tempo
Il concetto di egemonia del defunto filosofo italiano era sorprendentemente lungimirante
Nel processo di Antonio Gramsci del 1928, il pubblico ministero dichiarò: "Dobbiamo impedire a questo cervello di lavorare per 20 anni". Gramsci, ex leader del Partito Comunista Italiano e lucido teorico e giornalista marxista, fu condannato a due decenni di prigione dal governo fascista di Benito Mussolini.
Tuttavia, la reclusione causò la fioritura del pensiero di Gramsci invece del suo declino. Intraprese una colossale ricerca intellettuale il cui obiettivo era quello di offrire un'eredità imperitura. I suoi Quaderni del carcere* comprendevano 33 volumi e 3.000 pagine di storia, filosofia, economia e strategia rivoluzionaria. Sebbene gli fosse stato permesso di scrivere, Gramsci non aveva accesso alle opere marxiste e fu costretto a usare un codice per aggirare i censori della prigione.
Nel processo di Antonio Gramsci del 1928, il pubblico ministero dichiarò: "Dobbiamo impedire a questo cervello di lavorare per 20 anni". Gramsci, ex leader del Partito Comunista Italiano e lucido teorico e giornalista marxista, fu condannato a due decenni di prigione dal governo fascista di Benito Mussolini.
Tuttavia, la reclusione causò la fioritura del pensiero di Gramsci invece del suo declino. Intraprese una colossale ricerca intellettuale il cui obiettivo era quello di offrire un'eredità imperitura. I suoi Quaderni del carcere* comprendevano 33 volumi e 3.000 pagine di storia, filosofia, economia e strategia rivoluzionaria. Sebbene gli fosse stato permesso di scrivere, Gramsci non aveva accesso alle opere marxiste e fu costretto a usare un codice per aggirare i censori della prigione.
4 maggio 2018
Nicolás Maduro: "La nostra democrazia è proteggere"
La nostra democrazia è diversa dalle altre. Perché tutte le altre - in praticamente tutti i paesi del mondo - sono democrazie formate da e per le élite. Si tratta di democrazie dove è giusto solo ciò che conviene ai pochi. Sono democrazie classiste, dove i molti sono visti più come una quantità, invece che in termini di qualità.
In Venezuela, no. In Venezuela, la democrazia è per i molti, ed è giusto ciò che risulta essere positivo per tutto il popolo. Così come i bisogni delle persone cambiano, si articolano e si rinnovano, il nostro progetto rivoluzionario cambia continuamente.
5 marzo 2018
In ricordo di Hugo Chavez
Hugo Chavez è la spiegazione del perché, in tutta l’America Latina, la parola socialismo ha ancora un profondo significato, mentre in Europa lo ha perduto quasi del tutto.
Questa spiegazione è, prima di tutto, nei numeri. Nei circa 20 anni in cui Chavez fu al potere in Venezuela, con alterne vicende, quel paese si portò al primo posto del continente nella riduzione della povertà; la mortalità infantile fu dimezzata; la rivoluzione educativa fece del Venezuela uno dei paesi più alfabetizzati del Sud America. Un paese che ha meno disoccupazione di tutti gli altri; che ha un’assistenza sanitaria senza confronti (con l’aiuto di Cuba).
Questa spiegazione è, prima di tutto, nei numeri. Nei circa 20 anni in cui Chavez fu al potere in Venezuela, con alterne vicende, quel paese si portò al primo posto del continente nella riduzione della povertà; la mortalità infantile fu dimezzata; la rivoluzione educativa fece del Venezuela uno dei paesi più alfabetizzati del Sud America. Un paese che ha meno disoccupazione di tutti gli altri; che ha un’assistenza sanitaria senza confronti (con l’aiuto di Cuba).
E’ un elenco che si può estendere a tutte le sfere della vita venezuelana. Certo, tutto ha una sua spiegazione e le percentuali si comprendono solo se si tiene conto che il punto di partenza fu tremendamente basso. Ma, proprio per questo, proprio tenendo conto della disperazione sociale che Chavez trovò, si capisce la difficoltà e la grandezza dell’opera compiuta.
9 gennaio 2018
Perché il Socialismo?
Albert Einstein |
Consideriamo dapprima la questione dal punto di vista della conoscenza scientifica. Potrebbe sembrare che non vi siano essenziali differenze di metodo tra l'astronomia e l'economia: in entrambi i campi gli scienziati tentano di scoprire leggi generalmente accettabili per un gruppo circoscritto di fenomeni, allo scopo di rendere il più possibile comprensibili le connessioni tra questi stessi fenomeni. Ma in realtà tali differenze di metodo esistono. La scoperta di leggi generali nel campo economico è resa difficile dal fatto che i fenomeni economici risultano spesso influenzati da molti fattori difficilmente valutabili separatamente. Inoltre l'esperienza accumulata dal principio del cosiddetto periodo civile della storia umana è stata, come ben si sa, largamente influenzata e limitata da cause che non sono di natura esclusivamente economica.
1 gennaio 2018
« Odio il Capodanno »
Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è capodanno.
Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date.
Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. È un torto in genere delle date.
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