31 gennaio 2017

“PLAN CONDOR”: Condannati solo alcuni assassini già in galera, assolti quelli liberi!

La terza Corte d’assise di Roma ha appena emesso la sentenza del processo contro alcuni degli esponenti delle dittature civico-militari latino-americane degli anni ’70 e ’80, responsabili del “Plan Condor”. Come si ricorderà il “Plan Condor”, con l’auspicio di Washington, fu il coordinamento delle dittature latinoamericane (in particolare del Cile, Argentina e Uruguay) per la repressione e lo sterminio degli oppositori politici. Grazie a questo criminale accordo, gli oppositori erano detenuti, interrogati, torturati, e fatti scomparire nei diversi Paesi, da squadre “miste” delle forze della repressione latinoamericane. 

La Procura di Roma ha condotto indagini interminabili, e lo stesso processo è durato 23 mesi e 61 udienze. Alla lettura della sentenza un silenzio assordante, le facce attonite dei familiari delle vittime, gli occhi pieni di lacrime e la tristezza di chi cerca verità e giustizia da più di 40 anni. Gli artigli del Condor sono arrivati anche a Roma e si è visto nella scandalosa sentenza per la morte di vittime di origine italiana: su 27 richieste di ergastolo per alcuni carnefici e protagonisti dell’orrore, la Corte ne ha concessi solo 8 (tutti già in prigione nei loro Paesi). Vergognosa l’assoluzione di ben diciannove imputati, la maggioranza uruguaiani.

30 gennaio 2017

Il Muro di Trump: Un simbolo contro la classe lavoratrice


Sig. Trump, il Messico ha finalmente accettato
di pagare il Suo muro. Con piacere.

Costruire un muro in un territorio che ha una storia di occupazione, di corruzione e di criminalità senza confini, è coerente con la logica di una borghesia determinata a vedere una minaccia in tutto ciò che è alieno. Specialmente quando c'è di mezzo il colore della pelle, la lingua e una cultura stanca di subire umiliazioni. In questo muro di Trump si coagulano tutte le perversioni del razzismo e tutte le follie dell'imperialismo. Il suo prototipo più evidente è in Israele . Costerà 25 miliardi di dollari. E vogliono che lo paghi il popolo messicano. Questo è il vero "castigo".

È questa la logica delle "comunità chiuse", quelle che incantano la piccola borghesia, cosa che un magnate immobiliare sa gestire bene. Quel muro mette in evidenza le idee tanto care alla borghesia: "questo è mio", riafferma la "proprietà privata" e tiene lontano l'"altro". Chiarisce il concetto che "l'altro" è un "pericolo" e si cala in un ruolo di antidoto indelebile e simbolico,perché il mondo capisca da che parte sta il "potere". Quando il vero potere sta dalla parte del popolo ... anche se il popolo (per ora) questo non lo vede molto chiaramente. 

Le braccia aperte di Shatila

Campo profughi di Shatila (Beirut), 12 gennaio 2016, Nena News – La finestra dell’ufficio di Abu Mujahed nel Children and Youth Center (CYC) affaccia su un cortile rettangolare delimitato da edifici fatiscenti. Su uno di essi, quello un po’ più alto, dominano i poster con i volti dei tre leader del Fronte popolare per la liberazione della Palestina.
LE IMMAGINI DICONO che questo angolo del campo profughi di Shatila, alla periferia sud di Beirut, ospita associazioni e strutture della sinistra palestinese. O forse era così fino a qualche anno fa. Tante cose sono cambiate qui, in Libano, nella regione. E molte altre sono rimaste le stesse in questo minuscolo campo palestinese che, assieme a quello di Sabra, ha legato il suo nome al massacro del 1982 (circa 3mila vittime). Di sicuro non sono migliorate le condizioni di vita di coloro che vi abitano e che da 70 anni sperano di tornare con figli e nipoti nella terra da cui fuggirono o che furono costretti a lasciare sotto la minaccia delle armi. E perciò si aggrappano con tutte le forze alla mai applicata risoluzione Onu 194, che sancisce il “diritto al ritorno” per i profughi palestinesi.

28 gennaio 2017

La fabbricazione della normalità

Della propaganda mediatica in democrazia
Non sarà sfuggito a nessuno che il postulato democratico afferma che i media sono indipendenti, determinati a scoprire la verità e a farla conoscere ; e non che essi passano la maggior parte del tempo a dare l’immagine di un mondo tale che i potenti desiderano che noi ci rappresentiamo, che sono in una posizione d’imporre la trama dei discorsi, di decidere ciò che il buon popolo ha il diritto di vedere, di sentire o di pensare, e di “gestire” l’opinione a colpi di campagne di propaganda.Noam Chomsky - Edward Herman – “La fabbrica del consenso”
Intorno alla metà di novembre, a seguito della disfatta di Hillary Clinton (cioè all’inizio della fine della democrazia), i sedicenti Guardiani della Realtà, meglio conosciuti con il nome di “media” gestiti dal mondo degli affari, hanno lanciato una campagna mondiale di marketing contro il malefico e perfido flagello delle “fake news”. Questa campagna ha attualmente raggiunto lo stadio di isteria. I media dell’insieme dell’Impero diffondono quotidianamente degli avvertimenti terrificanti sulla minaccia imminente ed esistenziale contro le nostre libertà, la minaccia delle “post verità” .
Ciò non riguarda solo la diffusione di disinformazione, di propaganda, ecc., che dura da migliaia di anni… La Verità in sé è sotto attacco. Le basi stesse della Realtà tremano.

27 gennaio 2017

L' ex br Morucci e il gen. dei Carabinieri Mori, lavorano insieme in una società di "intelligence"

Valerio Morucci, capo delle Brigate Rosse a Roma, dichiarò a Fabrizio Caccia del Corriere della Sera: "Quando esci, il lavoro non te lo dà nessuno, perché sei quel che sei". Morucci invece è stato assunto a tempo indeterminato da una società romana. La notizia è però che la società era amministrata fino al novembre del 2014 dal suo ex cacciatore: il generale Mario Mori, già parte dell' antiterrorismo ai tempi in cui Morucci feriva, uccideva o sequestrava i nemici della rivoluzione, poi a capo del Ros dei Carabinieri e del Sisde, il servizio segreto civile che ora si chiama Aisi.
La società che ha dato il posto a Morucci non è una qualsiasi società di intelligence e sicurezza. La G Risk è di proprietà del principale collaboratore di Mori, l' ex colonnello dei carabinieri ed ex dirigente dei servizi segreti Giuseppe De Donno, imputato con Mori a Palermo al processo Trattativa Stato-Mafia.

Bolivar, Garibaldi e Gramsci: emancipazione e rivoluzione

Intervento d'apertura del Convegno Libertà e Rivoluzione: Bolivar, Garibaldi e Gramsci, Caracas, 17 luglio 2007
Le gesta che maggiormente hanno ispirato i rivoluzionari italiani e latinoamericani sono di Simón Bolívar e Giuseppe Garibaldi. Ambedue intraprendono lotte d’emancipazione politica per spezzare i legami che sottomettono i loro paesi a sovranità straniere. Entrambi si sollevano per unificare popoli liberati. Entrambi promuovono idee repubblicane, democratiche e di secolarizzazione dello stato. Tentano di realizzare riforme sociali ed economiche. Entrambi subiscono un triste destino: culminata la fase militare, forze oscure fanno fallire il loro progetto politico e sociale. Voltaire disse che i profeti armati sconfiggono sempre quelli disarmati. Due profeti invincibili sembrano annichiliti da forze senza volto né armi. Invochiamo il profeta disarmato Antonio Gramsci per identificarle.
Approfondiamo innanzi tutto le relazioni tra lotte d’emancipazione e rivoluzioni. La mentalità neocoloniale squalifica il patriottismo e taccia di delitto l’aspirazione dei popoli dipendenti a non essere governati da stranieri, mentre al contempo, con poteri imperiali, si affanna a custodire intatte, indissolubili ed inviolabili, le fedeltà politiche, giuridiche ed ideologiche. Questo dopo la globalizzazione del capitale e la transnazionalizzazione della cittadinanza.

26 gennaio 2017

"Non si può unire un continente tramite i soldi"


Gregor Gysi è l'attuale presidente del partito tedesco Die Linke (La Sinistra), nato dalla trasformazione dell'ex partito socialista tedesco (PDS). Nel 1998 Gysi fece questo discorso al parlamento tedesco, mettendo in guardia contro l'introduzione dell'Euro. Viene quasi un dolore allo stomaco nel sentire queste lucide profezie, espresse quasi 20 anni fa.

Piccoli Bertinotti crescono in Europa

Se qualcuno volesse avere la misura di cosa è diventata la Sinistra Europea basterebbe ascoltare l'intervento di Eleonora Forenza. La parlamentare eletta con l'Altra Europa con Tsipras, attivista di Rifondazione ha tenuto oggi il suo discorso come candidata del GUE/NGL alla Presidenza del Parlamento Europeo. Un mito attrattivo quello di candidarsi a funzioni di garanzia di organi sempre più inutili che evidentemente a Rifondazione continua a piacere. La lezione di Bertinotti non è servita.

L'intervento della Forenza è un concentrato di tutto ciò che c'è da combattere a sinistra. Nessuna critica al capitalismo, mai nominato nell'intervento. La Forenza esordisce affermando «sono una femminista e una femminista può fare la differenza» sostenendo come prima priorità del suo intervento il contrasto al sessismo e all'omofobia nella UE. Poi il discorso si rivolge alla questione del Sud Europa e dell'austerità, in piena linea con la linea Renzi-Tsipras del vertice dei paesi del Sud Europa ad Atene di qualche mese fa. Parole d'ordine che confondono l'analisi sulla UE che alimentando un'idea di scontro tra paesi, spostano l'attenzione dall'enorme conflitto di classe che oggi si genera nell'area europea e che comporta un trasferimento enorme di ricchezza dalle classi popolari alla finanza. Si passa poi all'immigrazione, ma nulla dice la Forenza sulla guerra e sulle responsabilità dell'imperialismo.

25 gennaio 2017

ROMANIA: 10 anni dopo l'adesione all'U€, i rumeni sono più poveri

Il primo gennaio 2017 si è compiuto il decimostato anniversario dell'integrazione della Romania all'Unione Europea. I mass media rumeni e la propaganda comunitaria hanno inondato l'opinione pubblica con comunicati e statistiche illusorie sui benefici che avrebbe avuto la Romania con l'entrata a far parte del club, in questi dieci anni di sottomissione agli interessi della Commissione Europea e dei suoi grandi poteri economici, principalmente Germania e Francia.

Per esempio, si è parlato dell'esponenziale crescita economica della Romania e del livello di vita dei rumeni. Nei dieci anni come stato membro, il PIL è cresciuto dai 98.000 milioni di euro di fine 2006, fino ai 172.000 del 2016, secondo la propaganda di Bruxelles. Tuttavia, non si menzionano gli alti costi degli alloggi, causati dalla concorrenza dopo la generalizzazione della libera circolazione di merci con le grandi multinazionali comunitarie e straniere. Inoltre, come normalmente succede ai lavoratori in una dittatura del capitale, la distribuzione del PIL è estremamente disuguale; cioè, pochi si portano a casa quasi tutto e la maggioranza rimane con le briciole.

24 gennaio 2017

Francia: Assolto il caricaturista Zèon

Il 10 novembre 2016, il tribunale di alta istanza di Parigi, ha assolto il disegnatore Zéon, che tempo addietro era stato accusato di "antisemitismo". 

Zeon era salito alla ribalta della cronaca  perchè il suo lavoro grafico risalente al 2006-2011 venne giudicato inammisibile, dapprima dai media e poi dalla polizia. Zéon finì in carcere, criminalizzato per la sua critica corrosiva di Israele e la repressione indiscrimanata che applica ininterrottamente a danno dei Palestinesi.

E' davvero curioso che la giustizia francese che riconosce la piena libertà di espressione a Charlie Hebdo, ai suoi attacchi velenosi contro gli arabi e la religione cristiana e musulmana, metteva sotto accusa Zéon che ha come bersaglio il sionismo e la politica espansionista di Tel Aviv. La "libertà d'espressione"evidentemente, è selettiva e differenziata, e varia secondo i casi.

23 gennaio 2017

Lettera aperta ai sedicenti “Difensori dei Diritti Umani” ad Aleppo

Che non ci siano equivoci: quanto segue non è in alcun modo una critica ai diritti umani come ideale per cui lavorare. Il titolo completo di questa lettera dovrebbe essere: “Lettera aperta a coloro che invocano selettivamente i diritti umani per giustificare la politica di intervento delle potenze occidentali negli affari interni di altri paesi”.

In realtà l’unica cosa di cui discutere sulla Siria non è la situazione sul terreno (che può essere complicata), ma la legittimità delle politiche interventiste in quel paese da parte degli USA e dei suoi “alleati”, gli europei, i turchi e gli stati del Golfo.

Per decenni il principio su cui si fonda il diritto internazionale, di questo si tratta – l’uguale sovranità degli stati, il che implica il non-intervento di uno stato negli affari di un altro – è stato sistematicamente violato ad un punto tale che è stato praticamente dimenticato dai campioni del “diritto all'intervento umanitario”.
Recentemente alcuni avvocati che si occupano di diritti umani, autoproclamatisi di sinistra ‘dura’, si sono aggiunti al coro del partito della guerra di Washington rimproverando l’amministrazione Obama per non aver fatto più sforzi militari per rovesciare il governo della Siria.
In una parola: criticano l’amministrazione Obama per non aver violato sufficientemente il diritto internazionale.

AGENDA 21: Quando l'ONU vorrebbe sostituirsi a Dio?

Forse nell'ultimo ventennio vi sarà capitato di sentire parlare dell'Agenda 21 dell'ONU, o forse no, ma a prescindere dal fatto che conosciate più o meno a fondo l'argomento, l'Agenda 21 ha già iniziato in questi anni ad occuparsi di voi ed intende farlo in maniera se possibile ancora più invasiva nei decenni a venire, senza che nessuno si sia premurato di domandarvi se siete felici di ricevere tante attenzioni.

A grandi linee il progetto Agenda 21 è una sorta di "programma di azione" attraverso il quale l'ONU si impegna a ridisegnare radicalmente tanto il rapporto dell'uomo con l'ambiente in cui vive, quanto il rapporto dell'uomo con la sua propria esistenza, attraverso una complessa operazione d'ingegneria sociale ad ampio respiro che trovi la propria realizzazione nel corso del nuovo secolo.

22 gennaio 2017

Gli agenti della CIA catturati ad Aleppo


Le autorità siriane, grazie a dati accurati, sono arrivate nel comando supremo degli ufficiali occidentali e arabi nascosto nel seminterrato di un quartiere di Aleppo est, catturandoli tutti vivi. Alcuni nomi sono già filtrati. Si tratta di bastardi militari USA, francesi, inglesi, tedeschi, israeliani, turchi, sauditi, marocchini, qatarioti ecc., che la Siria detiene attualmente con grande cura per concludere i negoziati con i Paesi che l’hanno devastata. Come annunciato dai media ad Aleppo, ieri notte, sono numerosi gli agenti stranieri armati che la Turchia ha chiesto alla Russia di far uscire vivi.

21 gennaio 2017

La deflazione programmata dell'Italia

L’Italia, ha certificato l’Istat, torna in deflazione per la prima volta dal 1959. Non è un incidente di percorso ma un obiettivo che è stato perseguito con lucidità e coerenza. L’ISTAT ha recentemente certificato che il 2016 è stato per l’Italia il primo anno di deflazione dal 1959.
Nell’anno appena terminato, i prezzi hanno registrato una variazione negativa dello 0,1 per cento rispetto al 2015. Era dal 1959, quando la flessione fu dello 0,4 per cento, che non accadeva.
Ciò che a prima vista potrebbe apparire come una manna dal cielo in tempo di crisi – beni e servizi a prezzi più accessibili, ottimo no? – è invece la cartina di tornasole della crisi profondissima in cui versa il nostro paese, quella che il governatore della Banca d’Italia ha recentemente definito 
«la recessione più profonda e duratura nella storia d’Italia».
La deflazione – con la quale s’intende una caduta generalizzata dei prezzi – è causata dal crollo della domanda aggregata e in particolar modo dei consumi, che infatti in Italia sono tornati ai livelli di trent’anni fa. A questo le imprese reagiscono riducendo il personale e tagliando i salari nonché, appunto, i prezzi. Il che, ovviamente, non fa che deprimere ulteriormente la domanda. E così via, in una spirale distruttiva da cui, una volta entrati, è molto difficile uscire.

20 gennaio 2017

Caso Moro: le zone grigie della ‘versione Morucci’

La Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani e l’assassinio di Aldo Moro ha deciso di ascoltare, questa sera, l’ex brigatista Valerio Morucci in merito alle contraddizioni emerse tra i racconti, forniti nel corso degli anni, dall’autore della telefonata che annunciava la morte di Aldo Moro e le ricostruzioni dell’organo istituito dal Parlamento nel 2014. Morucci, militante di Potere Operaio e dal 1976 membro della colonna romana delle Brigate Rosse, dovrà fare chiarezza sui diversi aspetti ancora misteriosi riguardanti l’agguato di Via Fani: la dinamica, il numero dei presenti e chi ha premuto il grilletto. Il racconto dell’ex brigatista infatti, coincide solo in parte, con quanto riportato dai testimoni presenti sul tipo di armi utilizzate e sul numero, ancora oggi imprecisato, di componenti dell’unità che ha compiuto la strage e il sequestro.
Le audizioni programmate dalla Commissione presieduta da Giuseppe Fioroni, servono a far luce sulle «zone grigie» descritte dalla relazione approvata il 20 dicembre 2016. Le conclusioni di quel documento che, a detta della stessa Commissione, «non esauriscono la complessità della vicenda Moro», parlano della necessità di chiarire il significato di alcune «omissioni investigative». Le ‘sviste’ più importanti, secondo quanto riportato, riguarderebbero la vicenda del bar Olivetti, frequentato da persone collegate alla malavita romana e calabrese, e del suo titolare Tullio Olivetti, «figura poco approfondita», nonostante fosse emerso «un suo possibile ruolo criminale tra il 1977 e il 1978».

19 gennaio 2017

"Sono giunto alla conclusione che il paese non ha bisogno della CIA"

Il presidente eletto Donald Trump ha accusato il direttore della CIA, John Brennan, di essere la fonte delle "notizie false" che circolano su di lui, in sostanza, di aver definito il nostro nuovo Leader Supremo un “fantoccio russo” e accusandolo di aver avuto un incontro sessuale - diversi anni fa - mentre telecamere dell' intelligence russa lo riprendevano in una stanza d'albergo a Mosca. 

Non ho idea se Trump o non Trump, nel corso di una visita a Mosca nel 2010, abbia pagato delle prostitute o se abbia pisciato su un materasso della Suit Presidenziale del Four Seasons Hotel, perché una volta gli Obama avevano dormito nella stessa stanza. Non mi interessa. Inoltre non ho idea se il governo russo abbia "hackerato" il Democratic National Committee o se abbia rubato le email del direttore di campagna della Clinton, John Podesta. Non ho visto nessuna prova della CIA, del FBI, o della NSA, così sono giunto alla mia personale conclusione che la storia dell'hacking sia esagerata. Tutti i paesi si spiano a vicenda. E' un dato di fatto. Le spie USA spiano su quasi tutti in tutto il mondo. Per questo motivo ho un problema con la giusta indignazione  sul comportamento di russi, che sto vedendo da parte di tanti miei amici ed ex colleghi della CIA.

L'Italia si dota della Legge per la guerra

Piuttosto in sordina, il 31 dicembre scorso è entrata in vigore la Legge quadro sulle missioni militari all'estero. La legge era già stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale fin dal 1̊ agosto; ma ne era stata rimandata l'attuazione a fine anno, tranne che per la disposizione all'integrazione del Copasir, cioè dell'organismo di controllo sulle attività dei servizi segreti (venuto fuori come problema in occasione delle "missioni coperte" in Libia), anche se valido solo per la legislatura in corso.

L'Italia si è così dotata di una legge organica dello Stato per l'invio di contingenti militari all'estero che dovrebbe azzerare le contraddizioni di incostituzionalità sul ricorso alle azioni militari contro, verso o in altri paesi vincolate al rispetto dell'art.11. Infatti il nostro ordinamento fino ad oggi prevedeva solo la disciplina della "guerra". Ma lo stato di guerra deve essere deliberato dalle Camere, che conferiscono al Governo i poteri necessari (art. 78 Cost.), mentre la dichiarazione di guerra è prerogativa del Presidente della Repubblica (art. 87, 9° comma). ll tutto nei limiti sanciti dall'art. 11 Cost., che vieta la guerra di aggressione e consente l'uso della violenza bellica solo in ipotesi ben determinate (la difesa).

Carri armati Usa schierati in Polonia

Il 12 gennaio, due giorni dopo il suo discorso di addio, il presidente Obama ha dato il via al più grande schieramento di forze terrestri nell'Europa orientale dalla fine della guerra fredda: un lungo convoglio di carrirmati e altri veicoli corazzati statunitensi, proveniente dalla Germania, è entrato in Polonia.

È la 3a Brigata corazzata, trasferita in Europa da Fort Carson in Colorado: composta da circa 4.000 uomini, 87 carrirmati, 18 obici semoventi, 144 veicoli da combattimento Bradley e centinaia di Humvees. L'intero armamento viene trasportato in Polonia sia su strada, sia con 900 carri ferroviari. Alla cerimonia di benvenuto svoltasi nella città polacca di Zagan, l'ambasciatore Usa Jones ha detto che «man mano che cresce la minaccia, cresce lo spiegamento militare Usa in Europa».

Vaclav Klaus: Smantellare l'U€ potrebbe essere una via di salvezza per l'Europa

L’Unione europea entra nel 2017 gravata da problemi enormi – un flusso senza fine di migranti, continui guai nella zona euro, e tensioni con la Russia. La crescente frustrazione nei confronti di Bruxelles minaccia di sfidare lo status quo della Ue e, con le elezioni in arrivo in alcuni degli stati membri più importanti, le forze politiche alternative potrebbero essere a un passo dal prendere il potere. L’Unione è in grado di reggere tutta questa pressione? E quando l’idea di una pacifica comunità di nazioni europee è stata stravolta? Lo chiediamo all’ex presidente della Repubblica Ceca – Vaclav Klaus

Sophie Shevardnadze:  Ringrazio molto l’ex presidente ceco, Vaclav Klaus, di essere qui con noi oggi.

Vaclav Klaus: Grazie a lei.

L’Europa è arrivata quest’anno al 25 ° anniversario dalla creazione della Ue. Venticinque anni dopo, lei vede il processo di integrazione europea come un successo o come un fallimento? 

Sono un critico molto noto del processo di integrazione europea, tutti lo sanno, quindi non sarà una sorpresa sentirmi dire che non sono molto soddisfatto di quello che è accaduto; e sì che ero molto favorevole – ancora nei tempi bui del comunismo – ero davvero a favore del processo di integrazione europea, ma questo processo è stato stravolto, trasformato dal trattato di Maastricht, 25 anni fa, e in modo particolare, in seguito, dal trattato di Lisbona, in qualcosa di completamente diverso. Io lo definisco un passaggio dall’integrazione alla unificazione. Questo è stato l’inizio dello sviluppo sbagliato, negativo, per come la vedo io.

18 gennaio 2017

“Informazione da controllare? Siamo al ministero della Verità, come in ‘1984’ di Orwell”

Vladimiro Giacché – economista, filosofo e firma del Fatto – ha scritto nel 2008 La fabbrica del falso. Strategie della menzogna nella politica contemporanea: il libro ha avuto due successive edizioni, l’ultima ad aprile di quest’anno, ma come spiega l’autore, “l’ho solo aggiornato, non ho dovuto cambiare la struttura. Le cose così stanno: c’è un tentativo di far passare pseudo verità come fatti oggettivi”.

Cosa pensa dell’agenzia statale invocata dal presidente dell’Antitrust Pitruzzella?

Non è una proposta nuova: in 1984 di Orwell c’è il ministero della Verità, che si prefiggeva per l’appunto di avere il monopolio sulla verità nel dibattito pubblico e purtroppo serviva a propagandare bugie. Dovremmo tenere ben presente questo scenario perché è il primo rischio di un’operazione di questo tipo, dove qualcuno pretende di avere il monopolio della verità.

Gentiloni e Alfano umiliati dal governo di Tobruk

Il Gen. Jalifa Haftar, ex impiegato della CIA
Si poteva un tempo accusare Andreotti di mancanza di qualità morali ma non certo di qualità intellettuali e di ingegno.
Purtroppo il triste trio Gentiloni Alfano Minniti impegnati nella questione libica difettano di qualsiasi qualità (non va trascurato ovviamente Renzi con il suo staff, per non parlare della collaborazione di Napolitano con Sarkozy per favorire gli interessi imperiali della Francia a discapito di quelli italiani).
Offrire aiuti medicinali e umanitari al governo di Tobruk e alla stesso tempo aprire l’ambasciata a Tripoli presso l’imposto governo patrocinato dall’Onu di Fajez Serraj, governo evanescente che non comanda neanche a Tripoli, mentre navi da guerra italiane cariche di soldati e di armi entrano nelle acque territoriali libiche, dimostrano tutta l’idiozia politica dei “nostri” “leader”.

Il governo di Tobruk di Al Thani ha infatti risposto sdegnosamente, attraverso il generale dell’esercito Khalifa Haftar ” Rifiutiamo qualsiasi aiuto dall’Italia prima che le sue navi da guerra e le truppe italiane abbiano lasciato Tripoli e Misurata”.
L’ambasciata italiana a Tripoli? “Una nuova forma di occupazione”.

17 gennaio 2017

Auguri al governo e al popolo cubani per il 58º anniversario della Rivoluzione

Continuano a giungere all'Isola gli auguri di politici, intellettuali e persone di distinte parti del mondo.
Il 58º anniversario della Rivoluzione  Cubana non è stato trascurato a livello internazionale, all'inizio di questo 2017, e continuano a giungere nell'Isola gli auguri di politici, intellettuali e persone solidali di distinte parti del mondo.

La cancelleria russa ha pubblicato un comunicato sul messaggio che il presidente Vladimir Putin ha inviato al suo omologo cubano  in occasione dell'importante data.

Vladimir Putin ha espresso nuovamente le sue condoglianze per la morte di Fidel Castro ed ha espresso la sicurezza che la giusta causa della sua vita, consistente nella creazione di una società giusta, sarà continuata dai suoi seguaci per il bene del popolo cubano, indica il testo. Putin inoltre ha segnalato lo sviluppo progressivo delle relazioni russo- cubane e del loro spirito d'associazione strategica.

16 gennaio 2017

Tunisia: 6 anni dopo una quasi-rivoluzione, un interregno che non finisce mai

6 anni non sono nulla quando si hanno 90 anni. Ma quando se ne hanno tra i 20 e i 30, è molto. Sei anni fa, il popolo tunisino ha visto sfuggire un dittatore di basso rilievo che l'ambasciata degli Stati Uniti ha fatto evacuare per un esilio dorato, all'ombra delle torri di perforazione saudite. Quella che i media europei si sono affrettati a battezzare stupidamente "Rivoluzione dei gelsomini" (espressione che mai sarebbe venuta in mente ai tunisini) rapidamente ha emanato odore di putrefazione. I politicanti hanno abilmente ripreso le redini e hanno architettato una via d'uscita nel più puro spirito del Gattopardo: "Cambieremo tutto affinché nulla cambi".
Il risultato è schiacciante: la Tunisia è governata da una coalizione di furfanti che come maiali hanno condiviso le briciole di torta stantia lasciando cadere molto poco nelle mani della gente comune. I carnefici e le loro vittime di ieri hanno realizzato un compromesso storico, distribuendosi cariche e prebende. Le speranze che si erano risvegliate nei giorni di dicembre 2010-gennaio 2011 - "Pane, libertà, dignità nazionale" - si sono dimostrate folli. Si sono insediate la delusione, la depressione, e la disperazione. Ogni giorno un tunisino si suicida. Altre migliaia hanno preso la via del glorioso suicidio, tra la Libia e la Siria. I più ragionevoli e meglio attrezzati organizzano un'emigrazione legale per studio o per "affari", quelli astuti vanno alla mangiatoia dei sussidi: ci sono così tante persone ricche che vogliono il meglio per noi! Fondazioni tedesche, svedesi, svizzere, statunitensi, giapponesi, del Qatar, austriache, e così via: oggi, almeno 50.000 tunisini/e ricevono uno stipendio da una fondazione, ONG o OMG (un'organizzazione molto governativa) straniera. Per qualche  milione di euro, "esse" sono venute a pacificare gran parte dell'ala giovanile che aveva fatto - o seguito su facebook - questa famosa quasi-rivoluzione. Il potere è dove ci sono le casseforti e non nei ministeri o per strada.

15 gennaio 2017

2016, anno record di minorenni uccisi da Israele

Secondo l’ong Defence for Children International- Palestine, sono 31 i giovanissimi palestinesi che sono morti per mano dell’esercito israeliano (81 i feriti) tra la Cisgiordania e Gerusalemme est.
Il 2016 sarà ricordato come l’anno in cui Israele ha ucciso più minorenni nell’ultimo decennio in Cisgiordania e Gerusalemme est. A sostenerlo è uno studio dell’organizzazione non governativa “Defence for Children International-Palestine” (DCIP) pubblicato la scorsa settimana. Secondo la ricerca, sono 31 i giovani palestinesi che sono stati uccisi dall’esercito israeliano quest’anno. L’ultimo è stato il 15enne Farid Ziyad Atta al-Bayed morto il 23 dicembre dopo 69 giorni di coma. Faris era rimasto ferito negli scontri con i militari di Tel Aviv divampati lo scorso 15 ottobre nel campo profughi di Jalazoun (vicino a Ramallah).
Nel suo rapporto l’ong denuncia come per queste morti le autorità israeliane non hanno mai accusato nessun soldato. Non una novità: secondo lo studio, infatti, negli ultimi 3 anni solo una volta un militare è stato iscritto nel registro degli indagati. “Dal 2014 le forze israeliane fanno maggior utilizzo di una forza eccessiva per reprimere le manifestazioni” accusa Ayed Abu Eqtaish, direttore del programma “Responsabilità” presso il DCIP. “La forza letale sembra essere usata regolarmente dall’esercito perfino in situazioni dove non è giustificata e nessuno ne paga il prezzo. In questo modo, però, sempre più bambini sono a rischio”.

13 gennaio 2017

Libia, sepolta nel crimine e nel silenzio

Non sappiamo quanti siano stati i morti in Libia in seguito al brutale intervento NATO nel 2011. Alcune fonti parlano di circa trentamila morti, altre danno cifre maggiori. Intanto, la stima della Croce Rossa è di circa 120.000 morti, ma non vi è dubbio che la guerra iniziata dalla NATO ha distrutto il paese e gettato i suoi sei milioni di abitanti in un incubo terribile.

Il prossimo marzo segnerà i sei anni dall'inizio del macello: da navi e aerei, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna hanno lanciato un diluvio di bombe e missili da crociera. Hanno giustificato la guerra e le uccisioni con la risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che parlava esclusivamente dell'utilizzo di "misure necessarie" a proteggere la popolazione civile "sotto minaccia" e che autorizzava una zona di esclusione aerea, ma nessuna invasione del paese. Non c'era l'autorizzazione ad avviare l'intervento militare, né tanto meno quella di un attacco per rovesciare il governo del paese. Cina e Russia, così come India e Germania, si astennero dal voto in Consiglio di Sicurezza e, successivamente, dinanzi all'imposizione della guerra, sia Mosca che Pechino hanno denunciato la forzatura interpretativa che Washington, i suoi alleati europei e la NATO avevano fatto della risoluzione del Consiglio. Il Sudafrica, che pure aveva votato a favore della risoluzione, ha denunciato l'uso eccessivo dell'accordo per forzare un "cambiamento di regime e l'occupazione militare del paese".

12 gennaio 2017

Messico: Cronaca di una privatizzazione occulta

"Sono solo investitori stranieri, non esagerare"
In Messico inizia un 2017 che molti vogliono già alla fine. Con lo scoccare della mezzanotte del nuovo anno, o forse vecchio, è entrato in vigore il maggior incremento dei prezzi del carburante in quasi due decenni.
Il nuovo 'gasolinazo' che fu in precedenza annunciato un paio di giorni dopo Natale, ha generato un'ondata di indignazione popolare che nella prima settimana di proteste, mobilitazioni, presa di stazioni di servizio, sciopero dei trasporti e saccheggi, lasciando un saldo di almeno sei morti, 15 feriti e più di 1.500 detenuti.
Crismar Lujano
CELAG

Molti economisti concordano sul fatto che questo è un duro colpo per le tasche dei messicani. E l'effetto moltiplicatore della benzina si rifletterà in un aumento previsto dell'inflazione del 3% e che inevitabilmente aumenterà il costo della vita di tutti, che utilizzino i veicoli o meno.

11 gennaio 2017

"Salvate gli yemeniti!"

Mohammad Saba'aneh, Palestina
Il “mondo esterno, che da tempo ha dimenticato la guerra nello Yemen, ce l’ha oramai sulla coscienza. Prendetevi la responsabilità morale ed umanitaria per questa tragedia in corso!” insiste l’autrice ed attivista Bushra al-Maqtari in una cronaca struggente sulle cause e le conseguenze di questa guerra. 
Giorno dopo giorno gli yemeniti muoiono in una guerra assurda ed immorale che rischia di distruggere le loro vite, trasformandoli in obiettivi della morte. A terra vengono attaccati dalle forze fedeli all'ex-presidente Ali Abdullah Saleh e dalle milizie Houthi, e dal cielo dai loro nemici, l’alleanza diretta dai sauditi.
Boshra al-Maqtari بشرى المقطري 
Feministisktperspektiv.se

La guerra ha già ucciso decine di migliaia di persone, ferendone molte di più. Due milioni di persone sono fuggite dalle zone teatro di scontri violenti, dirigendosi nei campi profughi di altre regioni del paese. La guerra riporta gli yemeniti in una  situazione senza precedenti dalla nascita della civiltà. Non c’è sicurezza e neppure libertà, né in ambito privato né in ambito pubblico. E ci sono arresti illegali. Gli alimenti sono quasi finiti. Quello che rimane, è costoso e razionato. I servizi pubblici, la sanità, l’educazione, l’elettricità e l’acqua, sono spariti. Gli yemeniti sono abbandonati a se  stessi e dispongono appena di mezzi primitivi quali i bracieri e le lampade da petrolio per cercare di mantenere almeno la sembianza di una vita quotidiana normale.

10 gennaio 2017

L'ignoranza sul popolo Mapuche

Spett. On. José Antonio Kast*,

ho letto alcune puerilità sul popolo Mapuche esposte da German Becker, Diego Paulsen y Carlos Larraín**, che dicevano, "qui si sta incoraggiando l'impunità", riferendosi a Machi Linconao. Un chiaro esempio di due pesi e due misure, dal momento che suo figlio ha investito una persona che è morta, si è dato alla fuga ed è scappato impunito... Tuttavia, la sua miopia, deputato Jose Antonio Kast, ha superato ogni immaginazione.

I vostri commenti sono infondati, anche se Lei non è colpevole della propria ignoranza, visto che è stato cresciuto in un ambiente razzista, classista e arrivista, che lo ha formato fuori dalla realtà del suo paese, e siccome il mezzo crea biotipo, è una sorta di vittima di un settore del Cile molto diverso dal mondo dei Mapuche. "Tutto ciò che si ignora, si disprezza", diceva Antonio Machado, quindi, è un dovere superare l'ignoranza sul popolo Mapuche, non gli ignoranti.
Nella sua lettera aperta, ha detto: "Sono andato, diverse volte, a l'Araucania e ho visto in prima persona la distruzione dello Stato di Diritto e la paura che infondono giorno dopo giorno i terroristi".
Per sua conoscenza, in Cile non c'è il terrorismo, c'è stato dall'11 Settembre 1973 fino al 1990, allora, si distrusse lo Stato di Diritto e la gente non poteva vivere tranquilla per paura di essere uccisa. E' l'eredità politica della dittatura ed è, a quanto pare, quella alla quale appartiene, almeno così dimostrano le sue affermazioni.

9 gennaio 2017

L’incontro con un amico

Fidel ritorna di nuovo a Santa Clara, e lo fa come allora: invitto e vittorioso.
Santa Clara – Fidel ritorna di nuovo in questa terra dopo circa 58  anni dalla sua entrata trionfale a Santa Clara in quel 6 gennaio del 1959 e lo fa come allora, vittorioso e con mete da realizzare.
In quella storica giornata era un giovane carico di sogni e di speranze, con un mondo di impegni da realizzare per onorare quel che aveva promesso durante il processo per la Moncada. Le sfide erano immense, ma senza dubbio la forza d’ uragano che lo caratterizzava e il suo impeto giovanile straordinario auguravano la vittoria.
Era tornato in questo territorio moltissime volte per fondare fabbriche, scuole, centri scientifici,  affrontare cicloni, ricevere amici e anche per combattere il nemico che fomentava il banditismo nelle  montagne, come base per le azioni contro la nascente Rivoluzione.

8 gennaio 2017

Pronunciamento congiunto del CNI e dell'EZLN per la libertà della sorella mapuche Machi Francisca Lincolao Huircapan

Al popolo Mapuche:
Al popolo cileno:
Alla Sesta Internazionale:
Ai media:
I popoli, le nazioni e le tribù che compongono il Congresso Nazionale Indigeno inviano un saluto fraterno e solidale alla Machi Francisca Lincolao Huircapan, del popolo Mapuche in Cile, imprigionata dal 30 marzo 2016. Sappiamo che lo sciopero della fame nella resistenza portato avanti dalla compagna Machi Francisca mira a chiedere la giustizia negata dal malgoverno cileno, che la tiene in carcere per il suo reato: la difesa delle risorse naturali, dei luoghi sacri e dei diritti culturali del suo popolo, sperando che il suo stato di salute, si deteriori fino al punto di compromette la vita della compagna, la cui salute è molto delicata.

Denunciamo che mentre il governo cileno reprime la Machi Francisca, protegge sfacciatamente capitalisti transnazionali e cacicchi come il latifondista Alejandro Taldriz, il suo disboscamento illegale e la corruzione di stato che lo protegge.

6 gennaio 2017

Nord Dakota/USA: Le grandi banche finanziano il controverso oleodotto a Standing Rock

Un nuovo progetto di oleodotto in Nord Dakota, Stati Uniti, ha provocato un grande movimento di opposizione internazionale. L'oleodotto di 1770 km e con un costo di 3.700 milioni di dollari, prevede di trasportare più di 500.000 barili di petrolio al giorno, dividendo i territori sacri dei nativi americani, nonché le terre attribuite loro da un Trattato. Ma minaccia anche la qualità dell'aria e delle risorse idriche nella regione e presume una spinta importante per l'industria petrolifera nel pericoloso scenario che ci colloca nel cambiamento climatico.
Yago Martínez Álvarez
El Salmon Contracorriente

Il 30 novembre, più di 500 organizzazioni della società civile provenienti da 50 paesi hanno firmato una lettera aperta indirizzata a 17 banche, tra le quali ING, BNP Paribas, Citigroup e BBVA, chiedendo il ritiro del finanziamento al progetto del Dakota Acces Pipeline (DAPL).
Questo progetto prevede la costruzione di un oleodotto di 1770 km, con un costo di 3,7 miliardi di dollari, che prevede di trasportare più di 500.000 barili di greggio al giorno, dal North Dakota al centro-ovest e, infine, alla costa orientale e meridionale degli Stati Uniti. Il progetto di costruzione di questo oleodotto ha generato un notevole movimento di opposizione internazionale, guidato dalla tribù Sioux di Standing Rock, ma supportato da governi tribali di oltre 280 altre città e alleati in tutto il mondo. Questa crescente resistenza in tutto il mondo si oppone al Dakota Acces Pipeline (DAPL) perché il percorso dell'oleodotto divide i territori sacri dei nativi americani, nonché le terre a loro attribuite dal Trattato, e minaccia la qualità dell'aria e delle risorse idriche nella regione. Inoltre, questa infrastruttura è una minaccia a tutti gli effetti del clima, poiché ciò significherebbe un notevole impulso per l'industria petrolifera nella regione.

5 gennaio 2017

Aleppo, Ankara, Berlino: Geopolitica del disastro

Spavento, ERL - Germania
Bisognerà analizzare le conseguenze e mettere in guardia dai pericoli, ma nessuno può essere sorpreso da ciò che è successo. Era una questione di tempo. Sia l'assassinio dell'ambasciatore russo ad Ankara che il bombardamento di Berlino si iscrivono in una logica imparabile, prodotto di un'accumulazione storica precedente, che ha avuto inizio cinque anni fa. Che la rivista Esprit ha chiamato il "nuovo disordine mondiale" e Pablo Bustinduy*, in modo più eloquente, "geopolitica del disastro".

Di Santiago Alba Rico Σαντιάγκο Άλμπα Ρίκο سانتياغو البا ريكو 
Cuartopoder

Per capire questo quadro disastroso che produce nuove catastrofi, in un rimbalzo continuo tra pareti chiuse, dobbiamo affrontare questo contesto dalla denuncia di un'illusione molto pericolosa che sembra prevalere tra la sinistra, proprio quando la sinistra è in declino in tutto il mondo. Noti militanti antimperialisti in America Latina, per esempio, interpretano l'uccisione dell'ambasciatore russo in Turchia come una "risposta" per il ruolo crescente della Russia e della Cina nel mondo, che descrive questo ruolo in un tono positivo, come "il peggior incubo per gli Stati Uniti". Questa interpretazione incorre, a mio parere, in un doppio accecamento. Il primo è quello di considerare che l'uomo armato turco, sparando al diplomatico ha difeso in un modo o nell'altro gli interessi degli Stati Uniti, se non era diretto o controllato direttamente da Washington. Il secondo, più grave, è quello di considerare che un "incubo per gli Stati Uniti" è necessariamente una liberazione per l'umanità; che qualsiasi evento o alleanza o cambiamento strategico che mette in difficoltà gli Stati Uniti, corrisponde automaticamente ad un'erosione del capitalismo e rafforzamento della democrazia, della giustizia sociale e dei diritti umani in tutto il mondo.

4 gennaio 2017

10 cose che la Commissione europea vuole rendere illegali...

A breve Günther Oettinger non sarà più il Commissario europeo per l'economia e la società digitali perché è stato promosso alla Commissione bilancio.
Ma prima di lasciare, Oettinger ha presentato due proposte che rischiano di mettere in crisi due fondamenta cruciali di internet: link e caricamento di file. Anche se Oettinger sta andando via, le sue proposte dettate dalle lobby sono qui per restare.
Queste proposte assecondano le richieste di alcune media company che vogliono chiedere a motori di ricerca e social network di indirizzare traffico verso di loro (sì, avete letto bene) e le richieste dell’industria musicale di essere sostenuta nei suoi negoziati con YouTube.

Queste proposte causeranno danni collaterali di grande importanza: renderanno molte abitudini giornaliere e molti servizi usati ogni giorno sulla rete illegali, soggette a tariffe o quantomeno imprigionate in qualche modo dall’incertezza legale.

3 gennaio 2017

Le molte “verità” sulla Siria: come la nostra rivalità ha distrutto un paese

“La guerra contro la Siria: costruita su una menzogna”
“Gli Stati Uniti hanno il potere di decretare la morte di nazioni”, ha scritto Stephen Kinzer sul Boston Globe. L’articolo di Kinzer è intitolato: “I media stanno fuorviando il pubblico sulla Siria”. Nel suo testo lo studioso del Brown University Institute ha contestato che la disinformazione mediatica del suo paese sulla Siria sta determinando il tipo di ignoranza che consente al governo statunitense di perseguire qualsiasi politica, indipendentemente dalla sua imprudenza, nel paese arabo devastato dalla guerra.
Il governo statunitense può “decretare la morte di nazioni” con “sostegno popolare perché molti statunitensi – e molti giornalisti – si accontentano della storia ufficiale”, ha scritto. Kinzer, in linea di principio, coglie fortemente nel giusto. Il suo articolo, tuttavia, è stata particolarmente popolare tra quelli che ritengono il governo siriano del tutto innocente di qualsiasi colpa nella guerra in corso e che Iran e Russia non abbiano colpa alcuna; meglio ancora, il loro intervento in Siria è interamente mosso da motivi morali e altruistico.

2 gennaio 2017

Gentiloni: da pacifista militante a finanziatore di dittatori e guerre

Napolitano, Gentiloni e Renzi
Paolo Gentiloni l’ha spuntata: il ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale sostituisce l’amico fraterno Renzi alla Presidenza del consiglio. Da quando circolava con sempre più insistenza il suo nome, un ricordo sfocato mi è tornato alla mente. Correva l’autunno 1983 e a Roma si era conclusa da poco una delle più grandi manifestazioni per la pace della storia italiana. Un milione di persone per dire No ai missili nucleari Nato-Usa in Sicilia. Poi i sit-in di fronte al Parlamento duramente repressi dalle forze dell’ordine. 

Con alcuni dei componenti del Comitato XXIV ottobre ci si vede a cena in un signorile appartamento del centro. Tra gli ospiti, schivo e austero, c’era il giornalista Gentiloni, una breve e invidiata esperienza nel movimento studentesco di Mario Capanna, in procinto di assumere la direzione de La nuova ecologia, il periodico di Legambiente ideato con Chicco Testa ed Ermete Realacci che, non vorrei sbagliare, quella sera erano con noi pacifisti e antinucleari. Le evoluzioni o involuzioni del trio legambientalista sono note: Testa volò alla presidenza del Cda di Enel che contribuì a privatizzare; Realacci è oggi presidente della Commissione ambiente della Camera dei deputati, anch’egli in quota Giglio-Renzi, mentre il nobile di origini Gentiloni è incoronato Capo di governo.

1 gennaio 2017

"Il neoliberismo è una specie di fascismo"

Il tempo delle incertezze retoriche è finito. Le cose devono essere chiamate con il loro nome per rendere possibile dare avvio a una reazione democratica coordinata, soprattutto nel campo dei servizi pubblici.

Il liberalismo è una dottrina, al tempo stesso politica ed economica, derivata dalla filosofia dell’Illuminismo, che mirava a imporre allo stato la necessaria distanza [dai cittadini] per garantire il rispetto delle libertà e l’emancipazione democratica. E’ stato il motore per l’ascesa, e il continuo progresso, delle democrazie occidentali.

Il neoliberismo dei nostri giorni è una forma di economicismo che colpisce continuamente tutti i settori della nostra comunità. Si tratta di una forma di estremismo.

Il fascismo può essere definito come la subordinazione di ogni parte dello Stato a una ideologia totalitaria e nichilista.
Io sostengo che il neoliberismo è una specie di fascismo, perché l’economia ha soggiogato non solo il governo dei paesi democratici, ma anche tutti gli aspetti del nostro pensiero.
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