Secondo quanto riportato da Reuters, il Ministro Saccomanni avrebbe espresso la volontà da parte dell'esecutivo di ridurre ulteriormente i limiti di utilizzo del contante. Nell'agenzia si legge:
Il governo intende ridurre la soglia massima di pagamento in
contanti, attualmente posta a 1.000 euro."Questo è un punto su cui
l'Italia resta indietro ed è un punto su cui vogliamo intervenire", ha
detto il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, durante
un'audizione in Parlamento sulla legge di Stabilità.
Di seguito vi propongo alcune riflessioni, in parte già ospitate su numerosi articoli presenti sul blog.
Nella vita comune, l'utilizzo del denaro contante è una delle cose più
normali che esista. La possibilità di utilizzare denaro contante per
compensare transazioni commerciali, costituisce elemento di libertà di
ogni essere umano, oltre che motore di sviluppo alla crescita economica e
al benessere collettivo.
Quotidianamente, avvengono milioni e milioni di transazioni che hanno
come contropartita l'utilizzo del denaro contate, senza il quale, con
ogni probabilità, parte di queste non avverrebbero mai, o avverrebbero
in maniera sensibilmente ridotta.
L'utilizzo del denaro contante è semplice, è pratico, è efficace, è veloce e non è costoso.
Due
recenti immagini ritraggono il messaggio che sta dietro alle secche
statistiche contenute nella relazione della scorsa settimana della Banca
mondiale sullo stato dell'economia palestinese.
Il primo é un poster del gruppo della campagna Visualizing Palestine,
che mostra un'immagine modificata di Central Park, stranamente vuota.
Tra i grattacieli di New York, il parco é stato privato dei suoi alberi
dalle ruspe. Una didascalia rivela che da quando é iniziata
l'occupazione nel 1967, Israele ha sradicato 800.000 alberi di ulivo
appartenenti ai palestinesi, abbastanza da riempire 33 diversi Central
Park.La seconda, una fotografia ampiamente pubblicata in
Israele il mese scorso, é di una diplomatica francese sdraiata per
terra, fissando i soldati israeliani che la circondano, con le loro
armi puntate verso di lei. Marion Castaing era stata maltrattata quando
lei e un piccolo gruppo di colleghi diplomatici hanno tentato di
fornire aiuti di emergenza, tra cui tende, a contadini palestinesi le
cui case erano state appena rase al suolo. Leggi tutto...
La lugubre pagliacciata allestita attorno al cadavere di Priebke, ha
sortito l'effetto di attribuire anche ad un personaggio del genere
l'alone di vittima e di martire. Non era però questo l'obiettivo
principale dell'operazione, dato che l'isterismo così generato ha
fornito il pretesto per reintrodurre in grande stile nella legislazione
la criminalizzazione delle opinioni; ciò attraverso il reato di
"negazionismo" nei confronti del cosiddetto "Olocausto". In molti hanno
notato che, rispetto allo scopo dichiarato, la legge contro il
"negazionismo" appare del tutto incongruente; anzi, essa finisce per
attribuire all'opinione che si dice di voler combattere una patente di
anticonformismo culturale e persino di eroismo. Sono quindi altre le
opinioni che si vogliono effettivamente colpire, perciò si vedranno ben
presto una legislazione ed una giurisprudenza ad hoc, che magari
dilateranno la categoria di "negazionismo" a ben altri scetticismi, come
quello di chi non crede alla versione ufficiale sull'11 settembre, o
nega l'esistenza di Bin Laden. Lo scopo non è esclusivamente repressivo,
ma soprattutto di discredito nei confronti di opinioni che vedrebbero
con imbarazzo il trovarsi accomunate a "quel" negazionismo.
Per
un presente di lotta radicato in un movimento per la difesa della causa
amerindia (indigenismo) degno e combattivo contro l’ingiustizia, in
fratellanza con gli afro-discendenti e con i meticci. Un’identità
nella lotta per una società senza sfruttatori; un’identità senza
esclusioni divisioniste né misticismi artificiali paralizzanti; senza
manipolazioni dello pseudo-indigenismo made in USAID-UE - tanto
compiacente alla genuflessione e al divisionismo neo-razzista
dell’ambito popolare quanto funzionale al Grande Capitale. Alla vigilia
del 12 Ottobre, abbiamo cominciato a ripensare la nostra identità con un
fulcro unitario nella lotta per la giustizia sociale per tutte e tutti.
Da piccoli, per molte generazioni, ci hanno insegnato a celebrare il 12 Ottobre come “Il Giorno della Razza”…
Questa distorsione della storia è solamente un dato in più di tante
altre menzogne che ci hanno fatto ripetere fino a ritenerle vere. All’inizio, questa celebrazione venne imposta a ferro e fuoco. Fu
imposta dal genocida conquistatore così come la sua lingua, le sue
religioni, le sue credenze, il suo sistema politico ed economico, la sua
cultura… attraverso lo sterminio sistematico di 70 milioni di nostri
avi che vennero assassinati in molti modi, con il proposito di strappare
loro la propria terra, spogliarli dei propri diritti ancestrali e,
molte volte, addirittura per il solo piacere di vederli soffrire – come
si può apprezzare in uno dei numerosi racconti di Fray Bartolomé de las Casas (Siviglia, 24 agosto del 1474 o 1484 – Madrid, 17 luglio del 1566) che fu un “encomendero” spagnolo [colonizzatore a cui veniva concessa un’ “encomienda”, ovvero l’assegnazione di un gruppo di indios a un colono, NdT] e poi frate domenicano, cronista, filosofo, teologo, giurista, «Procuratore o protettore universale di tutti gli indios delle Indie»,
ed è considerato uno dei fondatori del diritto internazionale moderno,
un grande protettore degli indios e precursore dei diritti umani:
Parlando
della tragedia di Lampedusa, c’è poco da aggiungere ai lamenti
ipocriti delle autorità europee e alle giustissime denunce degli
attivisti, delle organizzazioni e dei migranti. Anni fa, il teologo
costaricano di origine tedesca, Franz Hinkelammert,
riassunse in due parole questa routinaria abbondanza di cadaveri
raccolti nei mari e nei deserti nelle frontiere d’occidente:
“genocidio strutturale”. L’idea di “genocidio
strutturale”, certamente implica un’accusa: le strutture non si
impongono da sole, bensì necessitano di decisioni politiche che le
facciano funzionare; decisioni politiche che, eventualmente,
potrebbero disattivare. Quando una struttura alla propria fonte è
incompatibile con la Dichiarazione dei Diritti Umani e con la più
elementare dignità umana, le decisioni che vengono prese per tenerla
in attività acquisiscono un’aura necessariamente truculenta, un’ aria
di ludica crudeltà infantile, la forma di un grande sbadiglio
nichilista. Penso che Barroso e Letta non
avranno gradito di venire ricevuti a Lampedusa al grido di
“assassini”. Non si sentono “assassini”e, probabilmente, la pila di
cadaveri accumulati ai loro piedi gli trasmette un orrore sincero. Ma
devono ingoiare gli insulti e i rimorsi di coscienza rispondendo in
modo responsabile ai propri compromessi con la “struttura”.
Compromessi da cui, in certa misura, dipendono anche i voti dei loro
elettori.
Prelievo forzoso: dopo il precedente di Cipro, tutta l'Europa è a rischio. E ora l'Fmi apre anche a questa possibilità.
L’idea è sorprendente, ma ciononostante è passata pressoché inosservata,
celata tra le righe di un lungo rapporto di economia. Per porre rimedio
all’esperimento fallimentare della moneta unica, il Fondo Monetario
Internazionale ha aperto alla possibilità che le autorità europee
impongano un prelievo forzoso del 10% sui conti correnti di 15
paesi dell’area euro. Tanto ci vorrebbe, secondo i calcoli degli
economisti, per riportare il debito sovrano del blocco ai livelli pre
crisi.
L’idea "brillante" viene enunciata in uno dei capitoli del report
semestrale "Monitor delle finanze pubbliche" preparato dagli economisti
del Fondo. Quello proposto e riportato dai quotidiani, tra cui un giornale greco, sarebbe un provvedimento suicida, in quanto scatenerebbe una fuga di capitali dalle banche europee.
Quanto espresso dall’istituto di Washington è certamente stato preso in
considerazione anche dalle autorità politiche. Il concetto è semplice:
piuttosto che appesantire il carico fiscale delle imprese e far scendere
ancora di più le buste paga, perché non andare a toccare i capitali
"dormienti"?
Ragazzi di Tunisi dispersi al largo di Lampedusa nel marzo 2011
Un giorno a Lampedusa e a Zuwarah, a Evros e a Samos, a Las Palmas e a
Motril saranno eretti dei sacrari con i nomi delle vittime di questi
anni di repressione della libertà di movimento. E ai nostri nipoti non
potremo neanche dire che non lo sapevamo. Dal 1988 sono morte lungo le
frontiere dell'Europa almeno 19.372 persone.
Di cui 2.352 soltanto nel corso del 2011, almeno 590 nel 2012 e già 695
nel 2013. Il dato è aggiornato al 12 ottobre 2013 e si basa sulle
notizie censite negli archivi della stampa internazionale degli ultimi
26 anni. Di seguito trovate soltanto gli incidenti degli ultimi mesi.
Per consultare la documentazione di Fortress Europe dal 1988, visitate
il nostro speciale La strage. Per un'analisi statistica, frontiera per frontiera, leggete la scheda Fortezza Europa.
Come è noto, in Italia, l'organismo deputato a garantire la tutela del depositi è il Fondo Interbancario di tutela dei depositi. Al FIDT, per obbligo di legge, aderiscono tutte le banche residenti in
italia, eccezion fatta per le banche di credito cooperativo che, a loro
volta, aderiscono al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito
Cooperativo. Senza addentrarci troppo sulle modalità e sulle forme di garanzia prestate dal Fondo (che potete trovare QUI ),
quel che preme segnalare è l'assoluta inadeguatezza del fondo, rispetto
ai fondi classificati come "Rimborsabili",cioè rispetto ai volumi dei
depositi bancari rimborsabili.
Per comprendere di cosa stiamo parlando, osserviamo la tabella
di seguito riportata, tratta dalla Relazione Annuale del Fondo
Interbancario di Tutela dei Depositi, riferita all'anno 2012.
Nelle tabella proposta si evincono i volumi di fondi rimborsabili suddivisi per
livello di rischiosità degli istituti di credito considerati (254),
analizzati secondo gli standard previsti dal FIDT. Da notare che,
complessivamente, secondo l'analisi proposta dal FIDT, per le 254 banche
considerate, i fondi rimborsabili ammontano a 476 miliardi di euro. Dei
476 miliardi di Euro, oltre la metà sono allocati in banche che lo
stesso FIDT considera con un rischio superiore a quello medio, con il
grosso della fetta (197 mld di euro) allocata presso istituti con
"Rischio Medio Alto", e addirittura oltre 50 miliardi allocati presso
istituti con "Rischio Alto" (43 mld) o "Escudibile" (3.04 mld). Nella
stessa relazione, a pagina 37, si legge che i fondi a disposizione del
FIDT da utilizzare per far fronte ad eventuali dissesti bancari e da
poter rimborsare ai depositanti ammontano ad appena 1,9 miliardi di
euro: ossia appena lo 0,4% del totale dei fondi rimborsabili. Da ciò se
ne deduce che i fondi disponibili in caso di dissesto bancario, non
sarebbero neanche sufficienti per coprire i rimborsi di una banca di
piccola dimensione.
La
discussione sui semi geneticamente modificati è dominata dalle
critiche rivolte alla MONSANTO. Sulla scia della MONSANTO la compagnia
tedesca BAYER è diventata una delle più grandi multinazionali
dell'agricoltura nel mondo. La BAYER è già oggi uno dei principali
fornitori di pesticidi e di semi. Una recente indagine all'Ufficio
Europeo dei Brevetti mostra che, in termini di numero di brevetti sugli
OGM, la BAYER è addirittura la prima.
Mais, frumento, riso, orzo, soia, cotone, barbabietola da zucchero,
rape, patate, tabacco, pomodori, uva: la lista delle piante transgeniche
di cui la BAYER CROPSCIENCE detiene il brevetto, è lunga.
La
multinazionale ha brevettato anche alberi geneticamente modificati, come
per esempio, pioppi, pini ed eucalipti. Questo è il risultato di una
recente indagine presso l'Ufficio Europeo dei Brevetti di Monaco, in
Germania, condotta dalla Coalizione contro i pericoli derivanti dalla
Bayer (Germania) assieme a No Patents on Seeds! (No ai brevetti sui
semi!). A questo scopo, l'iniziativa ha esaminato tutte le richieste di
brevetto presentate dalla BAYER negli ultimi 20 anni. Secondo i
risultati dell'indagine, la Compagnia possiede 206 dei 2000 brevetti
concessi in totale in Europa su piante transgeniche. Questo mette la
BAYER al primo posto, davanti a PIONEER (179), BASF (144), SYNGENTA
(135) e MONSANTO (119). Leggi tutto...
Ora che il "bail -in" è diventato una prassi accettata in tutto il
pianeta, nessun conto in banca e nessun fondo pensione sarà più sicuro
al 100 %. In realtà, la confisca delle ricchezze "alla cipriota" sta
cominciando ad accadere in tutto il mondo. Come potrete leggere di
seguito, in Polonia i fondi pensione privati sono stati appena
alleggeriti da parte del governo ed è stato organizzato un "bail-in" per
una delle più grandi banche italiane. Purtroppo, questo è solo
l'inizio. Il precedente che è stato fissato a Cipro viene utilizzato
come modello per la creazione di procedure di bail-in in Nuova Zelanda,
in Canada e in tutta Europa. E' solo una questione di tempo prima di
vedere accadere questa cosa negli Stati Uniti. D'ora in poi, chiunque
mantenga una grande quantità di denaro in un singolo conto bancario o
fondo pensione si dimostrerà incredibilmente stupido.
Diamo uno sguardo ad alcuni degli esempi di come la confisca
delle ricchezze "alla cipriota" si sta ora spostando in avanti in tutto
il mondo ... Leggi tutto...
Ancora una volta, di fronte all’ennesima strage del proibizionismo,
questa volta di proporzioni agghiaccianti, si prova ad additare come
unici responsabili gli “scafisti”. Arrestare qualche povero disgraziato,
di solito egli stesso esule o migrante, vale a tacitare le nerissime
coscienze dei tanti che concorrono a perpetuare e moltiplicare
l’ecatombe mediterranea. Serve ad additare un capro espiatorio
per occultare le responsabilità dei decisori europei e dei ceti
politici nostrani, di ogni tendenza, che del proibizionismo e della
politica dei “respingimenti” hanno fatto un dogma da rispettare ad ogni
costo umano. Solo una quindicina di giorni fa Angelino Alfano, feroce “colomba”,
dichiarava che “va potenziata la frontiera europea nel Mediterraneo e il
ruolo di Frontex, anche perché in questi flussi si annidano cellule
terroristiche”. Ecco la chiave, utile ormai non solo a reprimere ogni
dissenso (la vicenda NoTav lo dimostra) ma pure a coprire ogni
nefandezza: anche la tranquilla messa in conto che la strategia che
esternalizza le frontiere, finanzia i centri di detenzione, pattuglia e respinge, ha sempre più quale effetto “secondario” la morte di bambini e di donne, perfino gestanti. Leggi tutto...
7 basi USA in Colombia incapaci di intercettare l'aviazione mafiosa - Credibile l'impotenza a ridurre l'esportazione di cocaina?
E'
stata approvata la legge che regolamenta l'uso dello spazio aereo e
fissa le procedure contro i voli clandestini delle narcomafie colombiane
dedicate all'esportazione della cocaina verso gli Stati uniti. La Colombia è il primo produttore mondiale e gli Stati uniti sono il primo mercato di consumo della droga bianca, mentre lo spazio aereo del Venezuela è la principale e naturale rotta di transito utilizzata dai narcos verso gli USA, attaverso
i Caraibi. Il presidente Nicolàs Maduro ha annunciato che qualsiasi
velivolo clandestino che sfugga, rifiuta il controllo o non atterra,
sarà abbattuto dai Sukhoy, F16 e Mirage dall'aviazione venezuelana. E' inspiegabile come sette basi militari degli Stati Uniti presenti sul territorio della Colombia, in aggiunta alle istallazioni aeroportuali dell'isola di Aruba e Curazao, e le altre sparse per la regione caraibica, siano incapaci di controllare e intercettare il via vai della aviazione mafiosa.
E' credibile che le moderne basi del Pentagono, con sofisticata
tecnologia radaristica, da cui decollano aerei supersonici, dotati di
sofisticati droni, siano permanentemente beffati da piccoli aerei ad elica dei mafiosi?
Il presidente della Bolivia, Evo Morales, da New York ha concesso un'intervista a Eva Golinger, presentatrice del programma di RT 'Detrás de la Noticia', in cui ha commentato le questioni discusse alla 68ª Assemblea generale delle Nazioni Unite.Durante il suo discorso alle Nazioni Unite, il leader boliviano ha criticato la politica degli Stati Uniti e ha proposto la creazione di un "Tribunale dei popoli" per giudicare il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, per "crimini contro l'umanità".
Le banche "troppo grandi per fallire" sono ora molto, molto più grandi
di quanto non fossero l'ultima volta che hanno causato così tanti
problemi. Negli ultimi cinque anni le sei maggiori banche degli USA sono
cresciute del 37%. Nel frattempo, 1.400 banche più piccole sono
scomparse nello stesso periodo.
Ciò significa che la salute di JPMorgan Chase, Bank of America,
Citigroup, Wells Fargo, Goldman Sachs e Morgan Stanley è più critica per
l'economia degli Stati Uniti rispetto al passato. Se nel 2008 erano
"troppo grandi per fallire", ora devono essere "troppo colossali per
crollare". Senza queste banche, non abbiamo un'economia. Leggi tutto...