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18 luglio 2023
Privacy e digitale ► La carta elettronica non è obbligatoria. Ecco come difendere i nostri dati
Correva l’anno 2011 quando Mario Monti affermava: “Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata”.
Cedere sovranità nazionale all’Europa a quale scopo?
Ecco che Klaus Schwab con il suo libro “La quarta rivoluzione industriale” e con l’agenda di DAVOS 2030, ci ha già anticipato gran parte del programma e delle finalità che porteranno alle Smart city e alla digitalizzazione di tutti i nostri dati.
Cedere sovranità nazionale all’Europa a quale scopo?
Ecco che Klaus Schwab con il suo libro “La quarta rivoluzione industriale” e con l’agenda di DAVOS 2030, ci ha già anticipato gran parte del programma e delle finalità che porteranno alle Smart city e alla digitalizzazione di tutti i nostri dati.
13 febbraio 2021
Draghi non viene in pace: la condizione per il Recovery Fund è l’austerità
Mentre si lavora per assicurare al Presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, la più ampia maggioranza parlamentare per dare vita – dieci anni dopo l’esperienza del Governo Monti – all’ennesimo governo tecnico, sul piano comunicativo si ripete come un mantra il seguente messaggio: “Monti è stato chiamato per tagliare la spesa, Draghi invece è stato chiamato per spendere le risorse concesse all’Italia dall’Unione Europea”.
Questo mantra veicola una rassicurazione tutta politica: “Non temete, l’esperienza tragica della macelleria sociale operata da Monti non si ripeterà; al contrario, Draghi viene in pace per spendere nel migliore dei modi possibili quei fiumi di denaro che le istituzioni europee elargiscono”. Sembrerebbe un ottimo auspicio. Purtroppo, si tratta di volgare propaganda, come è evidente se si passa dal piano comunicativo alla materialità dei documenti istituzionali che, nero su bianco, disciplinano il funzionamento del Recovery Fund.
12 agosto 2020
OMS e la “poltrona Covid” a Mario Monti
Dopo aver sbagliato tutto nella gestione della psico-pandemia e aver contribuito a creare danni enormi (economici e sanitari) al mondo intero per via dei consigli contraddittori; dopo aver messo al bando una terapia funzionante come l’idrossiclorochina basandosi su uno studio pubblicato da Lancet dichiaratamente fraudolento; dopo essere stata comprata da un ente privato come la Fondazione Bill & Melinda Gates, l'Oms cosa fa?
L'organizzazione invece di sciogliersi e salutare tutti, istituisce una Commissione con il compito di “raccomandare” gli investimenti e le riforme “per migliorare i sistemi sanitari e di protezione sociale” dei vari Paesi europei. Sapere che una commissione esterna controllerà i soldi destinati al miglioramento dei sistemi sanitari e della protezione dei sudditi al tempo del corona, chiude un po’ lo stomaco. Ma quando si viene a conoscere che la “Poltrona Covid”, la presidenza della commissione è stata destinata al cyborg con loden blu: Mario Monti, la stretta si trasforma in veri e propri sforzi di vomito!
L'organizzazione invece di sciogliersi e salutare tutti, istituisce una Commissione con il compito di “raccomandare” gli investimenti e le riforme “per migliorare i sistemi sanitari e di protezione sociale” dei vari Paesi europei. Sapere che una commissione esterna controllerà i soldi destinati al miglioramento dei sistemi sanitari e della protezione dei sudditi al tempo del corona, chiude un po’ lo stomaco. Ma quando si viene a conoscere che la “Poltrona Covid”, la presidenza della commissione è stata destinata al cyborg con loden blu: Mario Monti, la stretta si trasforma in veri e propri sforzi di vomito!
9 giugno 2020
Italia: L'unico made in Italy è la crisi di Democrazia
Lo Stato nella palude: il controllo politico-giudiziario, il folle decentramento e il protagonismo del Presidente della Repubblica.
Tra il centro-sinistra e il centro-destra è stato quasi impossibile appianare le differenze per costruire una casa comune della Repubblica e, allo stesso tempo, elaborare uno spazio di esercizio democratico non solo nuovo, ma anche estraneo al bizantinismo del passato. Ha rovinato il progetto di passare da un tipo di Stato all'altro, preservando e correggendo il parlamentarismo e, comunque, rafforzando il ruolo dell'esecutivo, in un momento in cui la frenesia del mondo economico e finanziario richiede decisioni e risposte più rapide e commisurate alla sua complessità e ai suoi ostacoli. La trasformazione quantitativo-qualitativa su scala mondiale non è stata percepita dalla classe dirigente italiana, che ha portato a un'alterazione meramente formale, cioè con una evoluzione quasi nulla e secondo una linea ininterrotta dalla partitocrazia ai partiti personalisti.
Tra il centro-sinistra e il centro-destra è stato quasi impossibile appianare le differenze per costruire una casa comune della Repubblica e, allo stesso tempo, elaborare uno spazio di esercizio democratico non solo nuovo, ma anche estraneo al bizantinismo del passato. Ha rovinato il progetto di passare da un tipo di Stato all'altro, preservando e correggendo il parlamentarismo e, comunque, rafforzando il ruolo dell'esecutivo, in un momento in cui la frenesia del mondo economico e finanziario richiede decisioni e risposte più rapide e commisurate alla sua complessità e ai suoi ostacoli. La trasformazione quantitativo-qualitativa su scala mondiale non è stata percepita dalla classe dirigente italiana, che ha portato a un'alterazione meramente formale, cioè con una evoluzione quasi nulla e secondo una linea ininterrotta dalla partitocrazia ai partiti personalisti.
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12 settembre 2018
Chi lavora nei festivi? Un esercito di precari senza diritti e paga
Chiusure Domenicali. Alle commesse degli outlet non riconosciuti contratto e indennità. Le cassiere dei supermercati in gran parte sono socie di finte coop
Nello strano elastico degli annunci la questione della regolazione delle aperture festive degli esercizi commerciali produce sempre polemiche. Polemiche che – al solito – coprono merito e sostanza dei tanti progetti di legge depositati in parlamento e degli impegni dei ministri. Polemiche che considerano l’aspetto «economico» sempre prima dei diritti dei lavoratori e delle conseguenze sociali delle aperture senza freni.
PARTIAMO ALLORA DAI DATI di fatto incontrovertibili e dal confronto con il resto d’Europa. Il decreto Monti del 24 gennaio 2012 liberalizzava in toto le aperture degli esercizi commerciali e aveva lo scopo di rivitalizzare i consumi. Obiettivo mai realizzato tanto che nel 2017 i consumi delle famiglie sono calati di 5 miliardi di euro.
9 settembre 2018
Spread: Come uscire dalla trappola
Il tema non è nuovo. E' lì da sette anni, da quando servì ad intronizzare Monti, portando l'Italia sulla china di un declino di cui ancora non si vede la fine. No, il tema non è nuovo, ma è di nuovo attualissimo. Il signor spread torna a presentarsi non solo come il supremo regolatore delle scelte economiche, ma come l'autentico dittatore dell'eterno "stato d'eccezione" in cui l'Italia si è cacciata entrando nell'euro.
Torneremo a breve sulle alterne vicende che ci stanno portando al decisivo snodo della Legge di Bilancio. Vicende che vedono un triplo e complicato confronto: tra il governo e l'Unione Europea sui numeri del bilancio 2019; tra M5s e Lega sulle priorità dei provvedimenti da adottare; tra questi due partiti e la Quinta Colonna dei poteri sistemici all'interno dell'esecutivo (Tria, Moavero, ecc.) sul grado di compatibilità (politica, oltreché economica) dell'intera manovra. Di certo a nessuno sfuggirà come, in questa triplice partita, la vera arma delle forze euriste sia fondamentalmente lo spread.
18 ottobre 2017
“L’Europa a due velocità” passa per il sacco di Roma
L’eurocrisi sta entrato nell’ultima fase e, guardando indietro, si può finalmente afferrare il grande disegno nel suo complesso: tutte le tappe salienti dell’Unione Europea, dal Trattato di Maastricht all’imposizione dell’austerità, passando per la demolizione della Prima Repubblica ed il sostegno alle forze secessionistiche, sono riconducibili ad un solo, coerente, obiettivo. La fondazione degli Stati Uniti d’Europa, allargati all’intero continente, è stata scartata da anni, sempre che sia stata mai presa seriamente in considerazione. Dal 2011 in avanti, si persegue la nascita di un nocciolo federale circoscritto a Germania, Francia e realtà minori. Il destino dell’Europa meridionale è il default e lo smembramento, così da annettere alcuni territori agli USE: l’uscita dall’Unione Europea è l’unica salvezza per Italia e Spagna.
Tutto è finalmente chiaro: Macron, Monti e Bossi giocano nella stessa squadra
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16 giugno 2017
L’intreccio Tesoro-Morgan Stanley (2° Parte)
Una delle più colossali truffe della storia italiana, seconda forse solo a quella sulla manipolazione di mercato da parte delle agenzie di rating del 2011-2012, sta venendo alla luce grazie all’opera paziente dei pubblici ministeri della Corte dei Conti, che ha invitato le parti a fornire deduzioni (vedi documento in evidenza).
Le parti hanno nomi e cognomi ben precisi. Da un lato c’è la Morgan Stanley, advisor del Tesoro per la gestione del debito pubblico, accusata dalla Corte dei Conti di “palesi violazioni dei principi di correttezza e buona fede nell’esecuzione contrattuale“, di violazione dell’obbligo professionale di assistenza “anche mediante attività di consulenza e ricerca” (Dm 13 maggio 1999, n.219) e di aver ingiustamente sottratto €4,1 miliardi allo Stato italiano attraverso contratti derivati truffaldini.
16 maggio 2017
Euro-crack: l’Italia è ora in prima linea
Sfumato lo scenario di una conflagrazione “politica” dell’Unione Europea sull’onda di una vittoria elettorale di Marine Le Pen, tornano alla ribalta le forze centrifughe di natura economica: l’Italia si trova adesso in prima linea. Gli allarmanti dati su debito pubblico, disoccupazione, crescita e sofferenze bancarie, suggeriscono che la situazione, complice la prossima instabilità politica, possa precipitare anche prima del rialzo dei tassi da parte della BCE: è quasi certo che, come nel bollente autunno del 2011, Mario Draghi ed Angela Merkel, spalleggiati dal neo-presidente francese Emmanuel Macron, tenteranno di commissariare l’Italia, spingendola verso un “salvataggio” del FMI/ESM. Rimane da capire se la nostra classe dirigente, incalzata da una società sempre più insofferente, cederà al ricatto.
Un nuovo 2011 alle porte
Le presidenziali francesi rappresentavano la principale, e forse unica, occasione del 2017 per una conflagrazione “politica” dell’Unione Europea: se il Front National, sospinto dalla disoccupazione record e dalle montanti tensioni sociali, avesse conquistato l’Eliseo, l’intera architettura europea sarebbe crollata nel volgere di pochi mesi, travolta dall’esplosione del motore franco-tedesco.
Un nuovo 2011 alle porte
Le presidenziali francesi rappresentavano la principale, e forse unica, occasione del 2017 per una conflagrazione “politica” dell’Unione Europea: se il Front National, sospinto dalla disoccupazione record e dalle montanti tensioni sociali, avesse conquistato l’Eliseo, l’intera architettura europea sarebbe crollata nel volgere di pochi mesi, travolta dall’esplosione del motore franco-tedesco.
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9 maggio 2017
Attali, cioè Macron: salvare la Francia a spese dell’Italia
Ho riletto recentemente un libro importantissimo, il saggio “Come finirà” di Jacques Attali: ebreo, estremamente influente, consigliere di svariati presidenti francesi senza distinzione partitica e soprattutto vero mentore di Emmanuel Macron, molto probabilmente il prossimo presidente d’oltralpe. Oggi molti in Italia pensano erroneamente che avere un giovane come presidente in Francia sia una buona notizia. Nulla di più errato, sarà il perfetto contrario per gli interessi italici. Visto che quanto verrà fatto da Macron ricalcherà le idee di Attali ben spiegate nel saggio in oggetto, vale la pena di spiegarvi quale può essere la strategia eurofrancese del nuovo presidente in relazione all’Italia. Notasi: il saggio citato è del 2010, ossia antecedente a tutti gli eventi più scottanti che hanno riguardato l’Italia, di fatto anticipati in modo addirittura imbarazzante. In breve, i concetti fondamentali che emergono dallo splendido saggio sopra citato sono, secondo chi, scrive quattro. Primo: la storia insegna che gli Stati perdono la loro autonomia venendo fin anche smembrati principalmente a causa dell’eccesso di debito (normalmente in presenza di un debito eccessivo si diventa un protettorato alla mercè di chi detiene le tue obbligazioni).
1 gennaio 2017
"Il neoliberismo è una specie di fascismo"
Il tempo delle incertezze retoriche è finito. Le cose devono essere chiamate con il loro nome per rendere possibile dare avvio a una reazione democratica coordinata, soprattutto nel campo dei servizi pubblici.
Il liberalismo è una dottrina, al tempo stesso politica ed economica, derivata dalla filosofia dell’Illuminismo, che mirava a imporre allo stato la necessaria distanza [dai cittadini] per garantire il rispetto delle libertà e l’emancipazione democratica. E’ stato il motore per l’ascesa, e il continuo progresso, delle democrazie occidentali.
Il neoliberismo dei nostri giorni è una forma di economicismo che colpisce continuamente tutti i settori della nostra comunità. Si tratta di una forma di estremismo.
Il liberalismo è una dottrina, al tempo stesso politica ed economica, derivata dalla filosofia dell’Illuminismo, che mirava a imporre allo stato la necessaria distanza [dai cittadini] per garantire il rispetto delle libertà e l’emancipazione democratica. E’ stato il motore per l’ascesa, e il continuo progresso, delle democrazie occidentali.
Il neoliberismo dei nostri giorni è una forma di economicismo che colpisce continuamente tutti i settori della nostra comunità. Si tratta di una forma di estremismo.
Il fascismo può essere definito come la subordinazione di ogni parte dello Stato a una ideologia totalitaria e nichilista.
Io sostengo che il neoliberismo è una specie di fascismo, perché l’economia ha soggiogato non solo il governo dei paesi democratici, ma anche tutti gli aspetti del nostro pensiero.
20 dicembre 2016
Gentiloni è la reincarnazione di Renzi
La scelta di Gentiloni come Presidente del Consiglio rappresenta la completa prosecuzione del governo Renzi e delle sue politiche, della fedeltà del governo italiano alla UE, alla Nato e agli interessi della Confindustria e della finanza. Una vera e propria reincarnazione di Renzi nel nuovo Presidente del Consiglio, la cui figura è un evidente segnale per "rassicurare" la finanza e le istituzioni internazionali. Si cambia il presidente del consiglio per mascherare l'assoluta continuità delle politiche e degli interessi che sono alla base di esse. Il referendum costituzionale ha evidenziato la volontà dei settori popolari di questo paese di un cambio di passo, di una rottura con le politiche che oggi vengono poste in totale continuità. La risposta è un cambiamento fittizio che servirà solamente a mettere al riparo i risultati delle politiche antipopolari di questi anni.
Le opposizioni presenti in Parlamento non sono realmente alternative agli interessi del grande capitale. Rappresentano solo diversi settori di esso in contrasto tra loro per determinare le rispettive quote di profitto, ma uniti nell'attacco ai diritti dei lavoratori, ai salari, nel peggioramento delle condizioni di vita delle classi popolari.
Le opposizioni presenti in Parlamento non sono realmente alternative agli interessi del grande capitale. Rappresentano solo diversi settori di esso in contrasto tra loro per determinare le rispettive quote di profitto, ma uniti nell'attacco ai diritti dei lavoratori, ai salari, nel peggioramento delle condizioni di vita delle classi popolari.
27 agosto 2016
27 giugno 2016
La tentazione antidemocratica
Dopo lo shock mattutino, che ha regalato al mondo una imprevista uscita della Gran Bretagna dall'Europa, tutti gli europeisti più convinti (in mala o buona fede che siano) hanno dedicato la giornata a metabolizzare questa fragorosa legnata sui denti.
Il risultato di questa metabolizzazione si può riassumere in due diverse correnti di pensiero: la prima dice, sostanzialmente, che "l'Europa deve cambiare se non vuole morire". Questo ovviamente non significa nulla, perché l'Europa per come è stata costruita, con un Parlamento senza alcun reale potere esecutivo, non sarà mai in grado di modificare se stessa. E' stata creata apposta come una gabbia per convogliare e controllare i consensi, e quello dell' "Europa che deve cambiare" è soltanto lo slogan disperato di coloro che si rendono conto che il loro "sogno europeo" ha ormai imboccato la china del tramonto.
La seconda corrente di pensiero invece è molto più interessante, poiché era più difficile da prevedere: c'è infatti un diffuso senso di insoddisfazione - o quasi di rancore, si potrebbe dire - verso "le masse che non sono in grado di decidere".
La seconda corrente di pensiero invece è molto più interessante, poiché era più difficile da prevedere: c'è infatti un diffuso senso di insoddisfazione - o quasi di rancore, si potrebbe dire - verso "le masse che non sono in grado di decidere".
13 ottobre 2015
Processo a Standard & Poor’s: Mario Draghi assente!
Dovrebbe essere su tutte le prime pagine dei giornali. E invece è solo QUI.
Doveva testimoniare, Mario Draghi, nel corso delle udienze al processo di Trani contro “Standard & Poor’s“. Era stato citato dal PM Michele Ruggiero, ma non verrà. Già, perché – ha detto – “è un momento delicato per l’economia mondiale” e “teme clamori mediatici“. Un altro modo per dire che più sali in alto, più sei intoccabile. E’ vero che l’imputato non era lui, ma l’agenzia di rating che il 21 maggio 2011 preannunciava in un report l’instabilità dell’Italia e che nel gennaio 2012 la declassava da A a BBB+, però nel corso di un’audizione un teste viene interrogato e potrebbe correre il rischio di rispondere a domande scomode, che poi verrebbero riprese dai giornali e – guarda un po’ – finirebbero in pasto all’opinione pubblica. Che non deve sapere, mi raccomando! Così bisognerà accontentarsi delle dichiarazioni che già aveva reso quando venne sentito, quattro anni fa a Roma, dal pm Michele Ruggiero e dalla Guardia di finanza di Bari in merito al pericolo di un contagio greco per il sistema finanziario italiano. Per l’occasione, aveva dichiarato che il sistema nazionale era solido (e quindi, perché declassarlo?).
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