Non solo agli Scozzesi, ma agli Irlandesi del nord, ai Gallesi, ai Cornovagliesi e agli Inglesi propriamente detti. Alla fine, la "Gran Bretagna" dovrebbe scomparire a favore di una confederazione in cui gli elettori dovrebbero scegliere di aderire o meno. La Scozia indipendente, l'Irlanda del Nord indipendente, seguita da Galles, Cornovaglia e Inghilterra, con Londra, dovrebbe scegliere tra diversi scenari: far parte di una confederazione di paesi "Britannici", dell'UE, o di entrambi. L'Irlanda del Nord dovrebbe scegliere tra l'indipendenza pura e semplice, l'unificazione con la Repubblica d'Irlanda, un nuovo Commonwealth e/o l'Unione europea.1- Un nuovo referendum dovrebbe essere organizzato per chiedere agli elettori se vogliono rimanere nel Regno "unito".
30 giugno 2016
Brexit e dopo... bye bye U€, benvenuti Popoli!
Ora che gli elettori britannici hanno detto addio a Bruxelles, lo scenario logico dovrebbe essere:
Vaccini e autismo: il ministero della Salute condannato a risarcire
Una nuova sentenza riapre il tema sul tanto discusso legame tra vaccini e autismo.
Il Tar della Sicilia ha condannato il ministero della Salute a risarcire un ragazzo autistico di Agrigento che nel 2014 aveva effettuato la vaccinazione tetravalente (contro difterite, pertosse, tetano ed epatite B); già nel 2014 il tribunale ordinario aveva chiarito che vi fosse un rapporto di causa-effetto tra la vaccinazione e la patologia, riconoscendo un danno alla famiglia di 250mila euro; il ministero però non aveva adempiuto, e ora il giudice amministrativo impone il pagamento, interessi compresi, altrimenti si procederà al commissariamento ad acta.28 giugno 2016
BPVI: A chi vanno i soldi creati dal nulla?
Potrebbe essere arrivata l'ora della verità per la Banca popolare di Vicenza. Questa mattina sono scattate perquisizioni della Guardia di Finanza nella sede dell'istituto. «la Banca è indagata per responsabilità amministrativa per fatti penali dei suoi dirigenti perché rispetto ai reati contestati evidenziava un modello organizzativo e di controllo inadeguato o di fatto inattuato», spiegano le carte. Il riferimento è ai manager indagati della vecchia gestione: il presidente Giovanni Zonin, i consiglieri di amministrazione Giuseppe Zigliotto e Giovanna Maria Dossena, il direttore generale Samuele Sorato, i due vice Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta.
Noi del M5S avevamo denunciato da tempo uno “Schema Zonin”, oggi al centro delle indagini. E' grazie alla nostra coerenza che domenica scorsa sono potuto andare a testa alta, unico politico, al funerale di Antonio Bedin, il piccolo azionista suicidato proprio a causa di questo schema, attraverso il quale la cricca di BpVI ha bruciato i suoi risparmi di una vita. Ho guardato negli occhi la gente lì presente, siamo la loro unica speranza mi hanno detto. La mia promessa è che non molleremo mai fino a che giustizia non sarà fatta.
Noi del M5S avevamo denunciato da tempo uno “Schema Zonin”, oggi al centro delle indagini. E' grazie alla nostra coerenza che domenica scorsa sono potuto andare a testa alta, unico politico, al funerale di Antonio Bedin, il piccolo azionista suicidato proprio a causa di questo schema, attraverso il quale la cricca di BpVI ha bruciato i suoi risparmi di una vita. Ho guardato negli occhi la gente lì presente, siamo la loro unica speranza mi hanno detto. La mia promessa è che non molleremo mai fino a che giustizia non sarà fatta.
Il popolo è Sovrano quando"vota come deve"
«Il 24 giugno è San Giovanni, patrono di Torino. Quindi per la città è giorno di festa, e succede che si passi una serata con amici e conoscenti, a chiacchierare del più e del meno e a guardare i fuochi d’artificio.
Quest’anno però era diverso, a tenere banco erano solo due argomenti: la caduta di Fassino per mano di una neo-sindaca grillina (Chiara Appendino), e il capitombolo dell’Europa sotto i colpi del Brexit. E i discorsi?
Un po’ di tutto, ma quello che più mi ha colpito, un po’ girando per i siti un po’ parlando con le persone che conosco (quasi tutte favorevoli a Fassino e al «Remain»), è il tratto che li accomunava: l’animosità contro il suffragio universale. Il discorso più moderato che ho sentito suggeriva che i referendum dovrebbero essere indetti solo su materie semplici e comprensibili (tipo: sei pro o contro i matrimoni gay?) e che il referendum sul Brexit proprio non si doveva fare.
I più estremisti suggerivano drastiche limitazioni del suffragio: per votare si dovrebbe almeno avere la licenza media (ma c’è anche chi dice: la laurea); oppure: per votare si devono avere meno di 70 anni. In breve: a vecchi e ignoranti bisognerebbe togliere il diritto di voto.
Quest’anno però era diverso, a tenere banco erano solo due argomenti: la caduta di Fassino per mano di una neo-sindaca grillina (Chiara Appendino), e il capitombolo dell’Europa sotto i colpi del Brexit. E i discorsi?
Un po’ di tutto, ma quello che più mi ha colpito, un po’ girando per i siti un po’ parlando con le persone che conosco (quasi tutte favorevoli a Fassino e al «Remain»), è il tratto che li accomunava: l’animosità contro il suffragio universale. Il discorso più moderato che ho sentito suggeriva che i referendum dovrebbero essere indetti solo su materie semplici e comprensibili (tipo: sei pro o contro i matrimoni gay?) e che il referendum sul Brexit proprio non si doveva fare.
I più estremisti suggerivano drastiche limitazioni del suffragio: per votare si dovrebbe almeno avere la licenza media (ma c’è anche chi dice: la laurea); oppure: per votare si devono avere meno di 70 anni. In breve: a vecchi e ignoranti bisognerebbe togliere il diritto di voto.
27 giugno 2016
La tentazione antidemocratica
Dopo lo shock mattutino, che ha regalato al mondo una imprevista uscita della Gran Bretagna dall'Europa, tutti gli europeisti più convinti (in mala o buona fede che siano) hanno dedicato la giornata a metabolizzare questa fragorosa legnata sui denti.
Il risultato di questa metabolizzazione si può riassumere in due diverse correnti di pensiero: la prima dice, sostanzialmente, che "l'Europa deve cambiare se non vuole morire". Questo ovviamente non significa nulla, perché l'Europa per come è stata costruita, con un Parlamento senza alcun reale potere esecutivo, non sarà mai in grado di modificare se stessa. E' stata creata apposta come una gabbia per convogliare e controllare i consensi, e quello dell' "Europa che deve cambiare" è soltanto lo slogan disperato di coloro che si rendono conto che il loro "sogno europeo" ha ormai imboccato la china del tramonto.
La seconda corrente di pensiero invece è molto più interessante, poiché era più difficile da prevedere: c'è infatti un diffuso senso di insoddisfazione - o quasi di rancore, si potrebbe dire - verso "le masse che non sono in grado di decidere".
La seconda corrente di pensiero invece è molto più interessante, poiché era più difficile da prevedere: c'è infatti un diffuso senso di insoddisfazione - o quasi di rancore, si potrebbe dire - verso "le masse che non sono in grado di decidere".
26 giugno 2016
68 anni di Nakba e la negoziazione del diritto al ritorno
Tutti i rifugiati hanno un sogno in comune: ritornare nelle loro case di origine, e questo sogno è sancito da una risoluzione ONU, la 194, una delle circa 70 che Israele continua impunemente a violare.
Riconoscere l'olocausto degli ebrei, mentre si nega la nakba, è il peggior vilipendio che il mondo ebraico possa commettere contro quelle vittime che, ogni anno, commemora in tutto il mondo.
L'olocausto degli ebrei, unico riconosciuto dell'epoca moderna, ha fornito agli stessi un'arma micidiale di cui servirsi contro il popolo palestinese.
È in nome di quelle vittime che gli ebrei di oggi, possono diventare carnefici, invocando una protezione loro mancata durante l'epoca nazista.
È in nome di quelle vittime, di cui essi stessi insultano la memoria, che possono occupare la Palestina, con apartheid e leggi razziste, senza che la "comunità internazionale" condanni fermamente ed in modo inequivocabile i loro reati e crimini di guerra.
L'olocausto degli ebrei, unico riconosciuto dell'epoca moderna, ha fornito agli stessi un'arma micidiale di cui servirsi contro il popolo palestinese.
È in nome di quelle vittime che gli ebrei di oggi, possono diventare carnefici, invocando una protezione loro mancata durante l'epoca nazista.
È in nome di quelle vittime, di cui essi stessi insultano la memoria, che possono occupare la Palestina, con apartheid e leggi razziste, senza che la "comunità internazionale" condanni fermamente ed in modo inequivocabile i loro reati e crimini di guerra.
24 giugno 2016
Joseph Stiglitz:"TPP e TTIP sono un tentativo da parte delle multinazionali di cambiare le regole del gioco contro il resto della società"
Joseph Stiglitz (Indiana, 1943) non è radicale. Il suo carattere, rivestito di un cauto ottimismo, e il suo impressionante curriculum, fanno di lui tanto un uomo d'ordine, quanto un riformatore. Eppure, il premio Nobel, che fu capo economista della Banca Mondiale alla fine degli anni novanta, dopo aver presieduto il Consiglio dei Consulenti Economici di Bill Clinton, è diventato un forte critico dell'establishment. Per qualcuno del suo pedigree, prendere posizione in favore del "no" al referendum greco sul piano di salvataggio, o gridare contro gli accordi di libero scambio, lo sfruttamento dei lavoratori, l'estorsione dei fondi avvoltoio alle nazioni indebitate e ciò che egli chiama la "depravazione morale" del settore finanziario, suggerisce un rinnovato slancio progressista, o forse una rivelazione. Eppure le posizioni di Stiglitz non sono cambiate molto - è il mondo che le mantiene che è cambiato. La marcia verso destra inarrestabile dell'ortodossia economica, insieme alla crescita della disuguaglianza, posizionano questo professore della Columbia University in contraddizione con i suoi presunti alleati, e anche con i suoi colleghi. Non sembra curarsene troppo. Stiglitz riceve CTXT nel suo ufficio alla Columbia per discutere del suo nuovo libro, The Great Divide: Unequal Societies and What We Can Do about Them (2015), che affronta le cause, le conseguenze e i pericoli del crescente divario tra ricchi e poveri. E perché niente di tutto questo è inevitabile.
Brexit e fine dell’€uro
L’affermazione dell’“exit” al referendum britannico apre una crisi che oggi vede uscire il Regno Unito dall’Unione Europea e che in breve tempo potrebbe vedere sgretolarsi l’eurozona. È il caso di dire che i nodi vengono sempre al pettine, e per una volta nessuno potrà dire che gli economisti non avevano avvertito.
Già nel giugno 2010, ai primi segni di crisi dell’eurozona, una lettera pubblicata da economiaepolitica.it e sottoscritta da trecento economisti italiani e stranieri, lanciò un allarme sul modo in cui i governi europei reagivano alla crisi e soprattutto sui pericoli insiti nelle politiche di “austerità” imposte dai Trattati, che avrebbero ulteriormente depresso l’occupazione e i redditi, rendendo ancora più difficili i rimborsi dei debiti, pubblici e privati. Ma quell’allarme rimase inascoltato.
Già nel giugno 2010, ai primi segni di crisi dell’eurozona, una lettera pubblicata da economiaepolitica.it e sottoscritta da trecento economisti italiani e stranieri, lanciò un allarme sul modo in cui i governi europei reagivano alla crisi e soprattutto sui pericoli insiti nelle politiche di “austerità” imposte dai Trattati, che avrebbero ulteriormente depresso l’occupazione e i redditi, rendendo ancora più difficili i rimborsi dei debiti, pubblici e privati. Ma quell’allarme rimase inascoltato.
Nel novembre 2013 il Financial Times pubblicò il “monito degli economisti”, con il quale insieme ad alcuni celebri studiosi di tutto il mondo sostenevamo che in assenza di una svolta espansiva e di uno sforzo concertato per la ricomposizione dei crescenti squilibri macroeconomici, l’Unione Europea non avrebbe potuto reggere, e la stessa esperienza della moneta unica si sarebbe esaurita.
BREXIT. Che Londra lasci l’Unione o meno ora si rischia l’effetto domino: “Il primo pilastro dell’Ue in discussione sarà l’€uro”
L’uccisione della deputata labourista Jo Cox potrebbe aver inferto il colpo fatale alla Brexit. Ma l’effetto domino scatenato dal referendum britannico potrebbe essere già iniziato. “Che il Regno Unito esca o meno dall’Ue – sostiene Vittorio Emanuele Parsi, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (Aseri) della Cattolica di Milano – gli altri Paesi hanno capito che una contrattazione con l’Europa è possibile"
Francia, Austria, Grecia, ma anche Italia e Germania.
L’uccisione della deputata labourista britannica Jo Cox potrebbe aver inferto il colpo fatale alla Brexit. Ma l’effetto domino scatenato dal referendum britannico sull’uscita dall’Unione Europea potrebbe essere già iniziato e pronto a coinvolgere anche altri stati membri. “Che il Regno Unito esca o meno dall’Ue – sostiene Vittorio Emanuele Parsi, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (Aseri) dell’Università Cattolica di Milano – gli altri Paesi hanno capito che una contrattazione con l’Europa è possibile. Quindi faranno di tutto per ottenere più vantaggi possibili da questa situazione”. E il primo pilastro dell’unione a essere messo in discussione “sarà l’Euro”.
Francia, Austria, Grecia, ma anche Italia e Germania.
L’uccisione della deputata labourista britannica Jo Cox potrebbe aver inferto il colpo fatale alla Brexit. Ma l’effetto domino scatenato dal referendum britannico sull’uscita dall’Unione Europea potrebbe essere già iniziato e pronto a coinvolgere anche altri stati membri. “Che il Regno Unito esca o meno dall’Ue – sostiene Vittorio Emanuele Parsi, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (Aseri) dell’Università Cattolica di Milano – gli altri Paesi hanno capito che una contrattazione con l’Europa è possibile. Quindi faranno di tutto per ottenere più vantaggi possibili da questa situazione”. E il primo pilastro dell’unione a essere messo in discussione “sarà l’Euro”.
23 giugno 2016
Dalla tempesta
Comunicato congiunto del Congresso Nazionale Indigeno e dell’EZLN sul vile attacco della polizia contro il Coordinamento Nazionale dei Lavoratori dell’Educazione e la comunità indigena di Nochixtlán, Oaxaca. 20 giugno 2016.
Ai Popoli del Mondo:
Contro il vile attacco repressivo che hanno subito i maestri, le maestre e la comunità di Nochixtlán, Oaxaca, -con cui lo Stato messicano ci ricorda che questa è una guerra contro tutte e tutti-, noi popoli, nazioni e tribù che componiamo il Congresso Nazionale Indigeno e l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, diciamo al magistero degno che non è solo, che sappiamo che la ragione e la verità sono dalla sua parte, che la dignità collettiva con cui parla la sua resistenza è infrangibile e che questa è l’arma principale di quelli che, come noi, stanno in basso.
Gli occhi miopi sul referendum U€
Chi attrae i fili della politica italiana è capace di tenere i propri satelliti molto vicini al centro. Lo dimostra - come sempre - l'attenzione grandissima conferita ai cambi di cavallo nelle battaglie elettorali comunali, mentre sullo sfondo galleggiava una nuova problematica consultazione referendaria, quella che metteva in discussione nel Regno Unito l'Unione Europea.
Le tematiche circolate mediaticamente su quest'ultimo argomento vertevano intorno a due poli. Da un lato le paure agitate anche nel nostro paese sull'inopinata uscita della Gran Bretagna, non mancando di asserire - come solito - la mancanza di conseguenze sulla nostra economia… Dall'altro la sapiente grossolana descrizione dei sostenitori della Brexit come arroccati intorno ad un blocco sciovinista e populista dominato dalla paura dell'immigrazione, col condimento del tempestivo fatto di sangue ai danni della deputata Jo Cox.
Sono lontani anni luce dal ragionare se il prossimo referendum coinvolga o meno uno dei pilastri principali del nostro sistema economico con le sue responsabilità.
Le tematiche circolate mediaticamente su quest'ultimo argomento vertevano intorno a due poli. Da un lato le paure agitate anche nel nostro paese sull'inopinata uscita della Gran Bretagna, non mancando di asserire - come solito - la mancanza di conseguenze sulla nostra economia… Dall'altro la sapiente grossolana descrizione dei sostenitori della Brexit come arroccati intorno ad un blocco sciovinista e populista dominato dalla paura dell'immigrazione, col condimento del tempestivo fatto di sangue ai danni della deputata Jo Cox.
Sono lontani anni luce dal ragionare se il prossimo referendum coinvolga o meno uno dei pilastri principali del nostro sistema economico con le sue responsabilità.
22 giugno 2016
Wall Street dietro il colpo di stato in Brasile
Il controllo sulla politica monetaria e sulle riforme macroeconomiche è stato l'obiettivo finale del colpo di stato. Le nomine chiave, dal punto di vista di Wall Street sono la Banca Centrale, che domina la politica monetaria così come gli scambi con l'estero, il Ministero delle Finanze ed il Banco del Brasile.
Per conto di Wall Street e del "consenso di Washington", il governo post golpista ad interim di Michel Temer ha nominato un ex amministratore delegato di Wall Street (con cittadinanza americana) a capo dell'amministrazione del Ministero delle Finanze.
Henrique de Campos Meirelles: ex presidente della FleetBoston Financial's Global Banking (dal 1999 al 2002) ed ex capo della Banca Centrale sotto la presidenza Lula è stato nominato ministro delle finanze il 12 Maggio.
Ilan Goldfajn [Goldfein]: appena nominato a capo della Banca Centrale, era capo economista di Itaù, la più grande banca privata del Brasile. Goldfein ha stretti legami sia col Fondo Monetario Internazionale che con la Banca Mondiale. E' compare finanziario di Meirelles.
Per conto di Wall Street e del "consenso di Washington", il governo post golpista ad interim di Michel Temer ha nominato un ex amministratore delegato di Wall Street (con cittadinanza americana) a capo dell'amministrazione del Ministero delle Finanze.
Henrique de Campos Meirelles: ex presidente della FleetBoston Financial's Global Banking (dal 1999 al 2002) ed ex capo della Banca Centrale sotto la presidenza Lula è stato nominato ministro delle finanze il 12 Maggio.
Ilan Goldfajn [Goldfein]: appena nominato a capo della Banca Centrale, era capo economista di Itaù, la più grande banca privata del Brasile. Goldfein ha stretti legami sia col Fondo Monetario Internazionale che con la Banca Mondiale. E' compare finanziario di Meirelles.
11 Settembre, ha senso parlarne ancora?
Non è solo per la persistenza del "terrorismo islamico" che l'argomento 11 settembre rimane oggi di grande attualità.
Si avvicina il quindicesimo anniversario degli attacchi dell’undici settembre, ed il prevedibile picco d’interesse scatenerà la più banale e genuina delle domande: ha ancora senso continuare a parlare oggi di quei fatti?
Vediamo allora di colmare alcune delle lacune che i nostri media hanno lasciato, così da poter dare un efficace risposta a tale domanda.
A seguito degli attacchi dell’undici settembre il presidente Bush ha equiparato l’associazione terroristica Al Qaeda con una nazione nemica; questo ha permesso agli Stati Uniti di invocare l’articolo V del trattato della NATO (1), che afferma sostanzialmente che un attacco militare contro un membro della NATO è un attacco contro tutti, coinvolgendo gli alleati nelle azioni susseguenti.
Avendo ratificato quel trattato ed avendo accettato l’interpretazione statunitense e quella del Consiglio di Sicurezza ONU, la Repubblica Italiana è di fatto in stato di guerra contro Al Qaeda dall’undici settembre 2001.
Si avvicina il quindicesimo anniversario degli attacchi dell’undici settembre, ed il prevedibile picco d’interesse scatenerà la più banale e genuina delle domande: ha ancora senso continuare a parlare oggi di quei fatti?
Vediamo allora di colmare alcune delle lacune che i nostri media hanno lasciato, così da poter dare un efficace risposta a tale domanda.
A seguito degli attacchi dell’undici settembre il presidente Bush ha equiparato l’associazione terroristica Al Qaeda con una nazione nemica; questo ha permesso agli Stati Uniti di invocare l’articolo V del trattato della NATO (1), che afferma sostanzialmente che un attacco militare contro un membro della NATO è un attacco contro tutti, coinvolgendo gli alleati nelle azioni susseguenti.
Avendo ratificato quel trattato ed avendo accettato l’interpretazione statunitense e quella del Consiglio di Sicurezza ONU, la Repubblica Italiana è di fatto in stato di guerra contro Al Qaeda dall’undici settembre 2001.
21 giugno 2016
Orlando/USA: La strana ditta per cui lavorava Mateen...
La G4S è una multinazionale britannica, una grande agenzia paramilitare (anzi, la dicono più grossa delle stesse forze armate britanniche) che offre servizi di sicurezza e sorveglianza; quindi si ritiene che selezioni con cura il suo personale. Come può garantire “sicurezza” se prima non assume personale “sicuro”?
Orbene, una tale ditta assume nel 2007 come guardia giurata un Omar S. Mateen, e se lo tiene, nonostante costui sia stato due volte in Arabia Saudita (nel 2011 e nel 2012, per i pellegrinaggio a La Mecca), e sia stato indagato due volte dall’FBI come potenziale minaccia islamista, anche se poi l’inchiesta (dicono oggi) fu chiusa perché non risultava nulla di concreto. Proprio vero?
Orbene, una tale ditta assume nel 2007 come guardia giurata un Omar S. Mateen, e se lo tiene, nonostante costui sia stato due volte in Arabia Saudita (nel 2011 e nel 2012, per i pellegrinaggio a La Mecca), e sia stato indagato due volte dall’FBI come potenziale minaccia islamista, anche se poi l’inchiesta (dicono oggi) fu chiusa perché non risultava nulla di concreto. Proprio vero?
Collabora con Israele
Singolari – più che ottimi – sono i rapporti della G4S con lo stato d’Israele: questa “grossa compagnia di sicurezza britannica fornisce equipaggiamento e servizi alle prigioni israeliane in cui sono detenuti prigionieri politici senza processo e soggetti a torture”, leggiamo in una nota del Movimento BDS:
“Aiutando Israele a gestire 5 prigioni e centri d’interrogatorio, la G4S partecipa alla tortura e all’incarcerazione di oltre 600 mila palestinesi (…) La G4S ha anche un contratto con il governo israeliano per fornire materiale e servizi ai posti di blocco del muro dell’Apartheid, i punti di passaggio che forzano l’assedio di Gaza e le stazioni di polizia israeliane. Guardie della G4S operano in varie basi militari israeliane”.
“Aiutando Israele a gestire 5 prigioni e centri d’interrogatorio, la G4S partecipa alla tortura e all’incarcerazione di oltre 600 mila palestinesi (…) La G4S ha anche un contratto con il governo israeliano per fornire materiale e servizi ai posti di blocco del muro dell’Apartheid, i punti di passaggio che forzano l’assedio di Gaza e le stazioni di polizia israeliane. Guardie della G4S operano in varie basi militari israeliane”.
20 giugno 2016
Bilderberg 2016: L’agenda e la lista dei partecipanti
Quest’anno la riunione del Bilderberg si terrà dal 9 al 12 Giugno a Dresda, Germania. Ancora una volta, saranno riunite le persone più potenti del mondo e si affronteranno temi cruciali nella segretezza più totale.
Tra i partecipanti di quest’anno vi sono due primi ministri, quattro ministri delle Finanze, il capo del Fondo monetario internazionale, il vice-presidente della Commissione europea, politici di alto livello, decine di boss bancari, magnati dell’alta finanza, imprenditori ed ex capi di CIA e MI6. Naturalmente, Henry Kissinger sarà presente, in veste di burattinaio della politica internazionale.
Tra i partecipanti di quest’anno vi sono due primi ministri, quattro ministri delle Finanze, il capo del Fondo monetario internazionale, il vice-presidente della Commissione europea, politici di alto livello, decine di boss bancari, magnati dell’alta finanza, imprenditori ed ex capi di CIA e MI6. Naturalmente, Henry Kissinger sarà presente, in veste di burattinaio della politica internazionale.
La Neolingua
Viviamo in un`epoca in cui è difficile distinguere la verità dalla falsità a causa di una feroce propaganda mediatica. Con il termine inglese doublespeak si possono intendere termini eufemistici (espressioni progettate per nascondere significati piu` duri o spiacevoli), ambigui (espressioni progettate per nascondere la verità) o totali inversioni della realtà (bugie che affermano il contrario della verità). Anche se non ha mai usato il termine doublespeak (o linguaggio ambiguo), nel suo libro, 1984, molti associano tale termine a George Orwell. Dopo tutto, è stato Orwell a scrivere il motto del partito totalitario in 1984: “La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza” – un perfetto esempio di inversione. Orwell ha tuttavia usato il termine “neolingua” per riferirsi a un nuovo tipo di linguaggio che ha drasticamente ridotto le parole e i termini disponibili, in modo da ridurre contemporaneamente ogni forma di liberta` di pensiero nel popolo governato.
Neovitruvian.wordpress.com/
Neovitruvian.wordpress.com/
Molti termini neolinguistici, nel seguente elenco, sono ossimori. In molti nascondono la verità, perché è troppo cruda, sgradevole o addirittura terrificante. È di vitale importanza che ci prendiamo cura della nostra lingua, perché essa gioca un ruolo di estrema importanza nel modo in cui plasiamo il nostro mondo e nel modo in cui creiamo la nostra realtà. Utilizzando inconsapevolmente questi termini invece di quelli più precisi e veritieri, mentiamo a noi stessi, acconsentendo alla menzogna e ad essere programmati.
19 giugno 2016
Medici Senza Frontiere non prenderà più fondi dall'UE e dai suoi stati membri
MSF ha annunciato oggi a livello internazionale che non prenderà più fondi da parte dell'Unione Europea e dei suoi stati membri, in opposizione alle loro dannose politiche di deterrenza sulla migrazione e ai sempre maggiori tentativi di allontanare le persone e le loro sofferenze dalle frontiere europee. Questa decisione avrà effetto immediato e si applicherà ai progetti di MSF in tutto il mondo.
In Italia MSF non riceve fondi istituzionali e tutti i fondi raccolti provengono da donazioni private di individui, fondazioni e imprese selezionate. A livello internazionale, i fondi raccolti da MSF derivano per il 92% da donazioni private, mentre una parte minoritaria di risorse, che vengono utilizzate in programmi specifici, proviene anche da fondi istituzionali.
17 giugno 2016
La Pseudo-Costituzione renziana
L’essenza strutturale della riforma Renzi-Boschi è l’abolizione del principio della separazione dei tre poteri dello Stato -legislativo, esecutivo, giudiziario-, che vengono ampiamente concentrati nelle mani del premier. Essa abolisce quella separazione, che distingue gli Stati di diritto moderni da quelli assolutistici. Questo punto essenziale sta sfuggendo al dibattito in corso: non si tratta semplicemente di una radicale riforma della Costituzione – che già come tale non sarebbe ammessa dalla Costituzione stessa, perché questa prevede solo la revisione (ossia l’aggiornamento, il ritocco) e non la ristrutturazione (art. 138), per la quale sarebbe necessaria la convocazione di un’assemblea costituente. Si tratta di molto più: si tratta dell’abolizione dello stesso principio fondante del costituzionalismo e dello Stato di diritto, garantista e rappresentativo. Un’abolizione che hanno realizzato tutti i dittatori, per divenire tali, iniziando – in epoca moderna – con Napoleone. Non puoi fare il dittatore se c’è un potere indipendente da te, che controlla la legittimità del tuo agire. La riforma Renzi-Boschi, inoltre, vanifica l’altro pilastro dello Stato moderno, ossia la rappresentanza del popolo, in quanto il Senato non è più elettivo, e 2/3 dei membri della Camera sono decisi dai segretari dei partiti mediante le liste bloccate, mentre il terzo residuo degli eletti è in parte determinato dal caso.
Medicine letali e crimine organizzato
L’ultimo libro del dottor Peter C. Gøtzsche, “Medicine letali e crimine organizzato” è inquietante.
Se non fosse stato scritto da uno scienziato di fama internazionale il cui curriculum professionale è inossidabile e inattaccabile verrebbe da non crederci.
Due lauree (medicina e chimica) hanno permesso a Gøtzsche di lavorare direttamente per le aziende farmaceutiche sia come informatore impegnato a lanciare i nuovi farmaci sia come responsabile del prodotto. Quindi uno che conosce molto bene come funziona il Sistema dal di dentro… Ha diretto inoltre il prestigioso e indipendente Nordic Center della Cochrane Collaboration (1). Nel libro Gøtzsche spiega dettagliatamente, studio dopo studio come le aziende farmaceutiche sono riuscite a nascondere il fatto che i farmaci, al pari del tabacco, sono uno dei killer più spietati al mondo.
Due lauree (medicina e chimica) hanno permesso a Gøtzsche di lavorare direttamente per le aziende farmaceutiche sia come informatore impegnato a lanciare i nuovi farmaci sia come responsabile del prodotto. Quindi uno che conosce molto bene come funziona il Sistema dal di dentro… Ha diretto inoltre il prestigioso e indipendente Nordic Center della Cochrane Collaboration (1). Nel libro Gøtzsche spiega dettagliatamente, studio dopo studio come le aziende farmaceutiche sono riuscite a nascondere il fatto che i farmaci, al pari del tabacco, sono uno dei killer più spietati al mondo.
Le industrie grazie a comportamenti fraudolenti sia nel campo della ricerca che della promozione commerciale hanno sempre nascosto la letalità dei loro prodotti, e non appena emergono dati convincenti sulla loro pericolosità, vengono puntualmente realizzate ricerche di scarsissima qualità, spesso falsificandole, che arrivano a conclusioni opposte, generando volutamente confusione sia nell’opinione pubblica che nel mondo medico.
Così facendo le aziende guadagnano tempo e le persone continuano a prendere farmaci e a morire…
15 giugno 2016
Delitto Moro: il corpo trascinato più volte. Nuova verità choc
La maglietta mostra due sgocciolature di sangue; il corpo non è stato sempre riverso nel bagagliaio
Cancellate la sequenza di Aldo Moro ucciso da due terroristi delle Brigate Rosse in un garage, la mattina del 9 maggio 1978 all'interno del portabagagli di una Renault 4 di colore rosso e con targa falsa. Dimenticate la mitraglietta Skorpion ritrovata sotto il letto di un terrorista a Roma in Viale Giulio Cesare. Dimenticate anche l'ora della spietata esecuzione perché non è nell'intervallo di tempo che è stato sempre dato per certo. Dimenticate i colpi sparati verso il corpo di Moro mentre è avvolto in una coperta.
Cancellate la sequenza di Aldo Moro ucciso da due terroristi delle Brigate Rosse in un garage, la mattina del 9 maggio 1978 all'interno del portabagagli di una Renault 4 di colore rosso e con targa falsa. Dimenticate la mitraglietta Skorpion ritrovata sotto il letto di un terrorista a Roma in Viale Giulio Cesare. Dimenticate anche l'ora della spietata esecuzione perché non è nell'intervallo di tempo che è stato sempre dato per certo. Dimenticate i colpi sparati verso il corpo di Moro mentre è avvolto in una coperta.
I documenti giudiziari delle indagini sottoposti a un'analisi incrociata rivelano una dinamica diversa. Completamente divergente dalla "verità ufficiale" e che non è mai stata raccontata dallo Stato e neanche dalle Brigate Rosse fino ad oggi. La ricostruzione dei fatti divulgata è peggiore del lavoro svolto dalla Commissione Warren che si occupò dell'omicidio di John Fitzgerald Kennedy. Sottoposte al vaglio di un'accurata analisi critica le tessere del puzzle non combaciano. I primi a chiedere rigore nelle indagini erano stati proprio i terroristi Morucci e Faranda nel 1980, chiedendo una nuova perizia sulle armi usate per l'esecuzione. La loro richiesta rimase inascoltata, nessuno ha mai saputo il perché.
Caso Moro, ex poliziotto: “Il giorno dell’agguato in via Fani furono sospesi i controlli di ‘bonifica’ nelle strade vicine”
Ascoltato in Commissione l’ex agente di Pubblica Sicurezza Adelmo Saba. Senatore Federico Fornaro: "Per la prima volta abbiamo appreso che esisteva questa prassi e che sicuramente quel giorno non fu garantita"
Sedici marzo 1978: in via Mario Fani nessuna delle auto civetta del commissariato di zona svolge le consuete operazioni di ‘bonifica’ del territorio. Il servizio di controllo, che precede il passaggio di personalità importanti, viene misteriosamente sospeso. Lo ha detto davanti alla commissione d’inchiesta sul ‘caso Moro’ l’ex agente di Pubblica Sicurezza Adelmo Saba che quella mattina si trova inaspettatamente libero perché il suo capo, Enrico Marinelli, ha deciso, senza avvisarlo, di metterlo in ferie forzate.
Sedici marzo 1978: in via Mario Fani nessuna delle auto civetta del commissariato di zona svolge le consuete operazioni di ‘bonifica’ del territorio. Il servizio di controllo, che precede il passaggio di personalità importanti, viene misteriosamente sospeso. Lo ha detto davanti alla commissione d’inchiesta sul ‘caso Moro’ l’ex agente di Pubblica Sicurezza Adelmo Saba che quella mattina si trova inaspettatamente libero perché il suo capo, Enrico Marinelli, ha deciso, senza avvisarlo, di metterlo in ferie forzate.
Quelle due nuove perizie che riaprono il caso Moro
«Il libro “Morte di un Presidente”, scritto dal giornalista Paolo Cucchiarelli, contiene tra l’altro due perizie depositate in Commissione Moro/2 insieme a tante novità: quella balistica del perito Gianluca Bordin e quella medica del prof. Alberto Bellocco, relative al decesso di Aldo Moro. Contengono rivoluzionarie verità a suffragio di alcune tesi da noi pubblicamente sostenute nel tempo», è quanto afferma Gero Grassi, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera e componente commissione d’inchiesta.
Bellocco e Bordin provano che l’ora del decesso, a differenza di quanto sostenuto dai brigatisti e dalla perizia dell’epoca, è riconducibile alle 4,35 del 9 maggio 1978. Per quanto attiene la direzione dei proiettili, si dimostra che lo sparatore è accanto al conducente dell’auto e che Moro è seduto dietro il conducente.
Bellocco e Bordin provano che l’ora del decesso, a differenza di quanto sostenuto dai brigatisti e dalla perizia dell’epoca, è riconducibile alle 4,35 del 9 maggio 1978. Per quanto attiene la direzione dei proiettili, si dimostra che lo sparatore è accanto al conducente dell’auto e che Moro è seduto dietro il conducente.
«E’ impossibile - dice Grassi - che il Presidente Moro sia sdraiato nel bagagliaio, come sostengo da oltre due anni, in quanto sono presenti tracce ematiche sul lato interno del finestrino laterale posteriore sinistro e sul tettuccio interno, a livello del sedile posteriore dell’autoveicolo.
14 giugno 2016
Massacro a Orlando: proibito essere innocenti
Le anime buone del mondo si sono un’altra volta stracciate le vesti, come è già successo troppe volte: New York, Madrid, Londra, Parigi e di nuovo Parigi, Bruxelles, San Bernardino e ora Orlando. Bisognerebbe chiedersi: quale sarà la prossima città innocente dove un massacro farà capire che è proibito esserlo?
Ogni massacro prodottosi in Occidente, solo da che George W.Bush iniziò la sua guerra globale al terrorismo nel 2001, si replica migliaia di volte nei paesi del Medio Oriente, dell’Asia e dell’Africa; questi morti che già si contano a milioni sarebbero molto più colpevoli dei cinquanta morti nel club notturno Pulse della città di Orlando?
Che diritto ha il disadattato di turno, Omar Mateen ad esempio, “scoria” come l’avrebbe chiamato Sarkozy nel 2005, di mettere fine alla vita di 50 persone innocenti che volevano solo passare una serata divertente? Per evitare confusione a quelli che trasudano acqua benedetta: NESSUNO.
13 giugno 2016
TTIP TPP, strumenti di guerra degli USA
TTIP e TPP, strumenti di guerra degli USA per riaffermare la loro egemonia in Europa e in Asia
Il TTIP e il TPP (Trans-Pacific Partneship )*, oltre ad essere canali privilegiati per il dominio incontrastato delle multinazionali e della grande finanza transnazionale sulle istituzioni statali e sui popoli dei Paesi membri, sono progettati per costruire un argine all’ascesa economica della Cina e al recupero di una forte presenza internazionale della Russia.
Russia e Cina: ossessioni USA che comportano gravi rischi di un conflitto planetario che è visto dai “falchi” liberali e conservatori non solo come un’eventualità cui tenersi pronti ma come un evento inevitabile da predisporre lavorando “ai fianchi”(“rivoluzioni colorate”, terrorismo, guerra finanziaria e monetaria, “informazione” massmediatica …).
Intendo sorvolare sull’accerchiamento militare che gli States hanno realizzato perché ciò merita un articolo apposito. Basti pensare solo alla massiccia presenza di truppe, di mezzi corazzati, di missili in Europa orientale e particolarmente nell’Intermarium”* pericolosamente vicini ai confini della Federazione russa ,alla logistica e alle basi che dall’Afghanistan al Giappone gravano attorno alla Cina, all’imponente schieramento di navi da guerra nel mar cinese orientale …
Russia e Cina: ossessioni USA che comportano gravi rischi di un conflitto planetario che è visto dai “falchi” liberali e conservatori non solo come un’eventualità cui tenersi pronti ma come un evento inevitabile da predisporre lavorando “ai fianchi”(“rivoluzioni colorate”, terrorismo, guerra finanziaria e monetaria, “informazione” massmediatica …).
Intendo sorvolare sull’accerchiamento militare che gli States hanno realizzato perché ciò merita un articolo apposito. Basti pensare solo alla massiccia presenza di truppe, di mezzi corazzati, di missili in Europa orientale e particolarmente nell’Intermarium”* pericolosamente vicini ai confini della Federazione russa ,alla logistica e alle basi che dall’Afghanistan al Giappone gravano attorno alla Cina, all’imponente schieramento di navi da guerra nel mar cinese orientale …
Faida tra Servizi dietro la fine di Giulio Regeni. Accanto al corpo una coperta militare
GIULIO REGENI ha cominciato a morire poco dopo il suo arrivo al Cairo, nel settembre del 2015, quando la Sicurezza Nazionale, il Servizio segreto interno egiziano, apre sul suo conto il fascicolo riservato 333//01/2015 con le accuse di spionaggio, cospirazione e appartenenza a una rete terroristica interna al Paese che progetta l'eliminazione del presidente Al Sisi.
Per tre mesi, ignaro dell'occhio paranoico che lo osserva, Giulio diventa "fair game", preda indifesa di una caccia libera tra gli apparati dello Stato - Servizi militari e Servizi civili - in lotta per contendersi un posto al sole nella gerarchia del regime. Fino all'esito finale. Prima il sequestro, la sera del 25 gennaio sulla riva destra del Nilo, all'uscita della stazione metropolitana di Naguib, quindi le torture per mano dei Servizi militari. Infine, l'oltraggio del cadavere, scaricato seminudo lungo la desert road Cairo-Alessandria con accanto un oggetto di cui sin qui nulla si era saputo. Una coperta in uso all'esercito. La traccia lasciata da chi, all'interno degli apparati egiziani, ha deciso, "per vendetta", di offrire un'indicazione sulle responsabilità dell'omicidio.
12 giugno 2016
La povertà mondiale
L'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL-ILO) sforna ogni anno una pubblicazione dal titolo L'occupazione nel mondo e le prospettive sociali. Il rapporto per l'anno in corso, pubblicato il 18 maggio, e sottotitolato "Trasformare il lavoro per sconfiggere la povertà". Fornisce stime sulla soglia di povertà nel mondo e del quantitativo di reddito che sarebbe necessario trasferire ai poveri per metter fine alla povertà mondiale.
Prima di buttarci su queste stime, val la pena di riflettere su come l'OIL definisce la povertà. Vengono utilizzati i parametri della Banca Mondiale per l'anno 2011, per i quali vivere con meno di 1,90 dollari al giorno significa rientrare nella "povertà estrema", mentre vivere con una somma compresa tra 1,90 e 3,10 dollari al giorno significa trovarsi in una "povertà moderata" nei "paesi emergenti ed in via di sviluppo". Queste soglie di povertà sono convertite nelle monete locali di questi paesi usando i tassi di cambio del sistema detto della "parità dei poteri di acquisto" (purchasing power parity, PPP) del 2011, e non i tassi di cambio nominali correnti.
8 giugno 2016
Messico: "Non rifiutiamo l'energia eolica, ma le multinazionali che ci impongono i loro progetti"
Bettina Cruz, donna indigena e attivista per la difesa dei diritti umani in Messico, critica le modalità con cui le multinazionali impongono la costruzione di parchi eolici nella sua comunità
Nell'istmo di Tehuantepec in Messico, si sono moltiplicati negli ultimi anni una serie di progetti eolici, con l'aiuto di grandi multinazionali che sono state favorite dall'ultima riforma energetica promossa dal governo del presidente Enrique Peña Nieto. Approfittando di questa situazione, si sono serviti dell'accaparramento di terre (land grabbing N.d.T) e del saccheggio delle risorse naturali (acqua) per implementare la propria attività con l'etichetta di "energia verde" e la presunta giustificazione di contribuire allo sviluppo, l'occupazione e il trasferimento della tecnologia. In risposta, diverse comunità dell'istmo si sono organizzate a livello regionale, nazionale ed internazionale, per difendere la loro vita, quella della loro comunità, la terra e il territorio.
Bettina Cruz |
Per saperne di più su questa lotta, abbiamo parlato con Bettina Cruz: donna indigena del popolo binni'zaa (Zapoteca), attivista difenditrice dei diritti umani e membro dell'Assemblea dei Popoli Indigeni dell' Istmo di Tehuantepec in Difesa della Terra e del Territorio, che dal 2009 sta denunciando le gravi violazioni commesse dalle multinazionali che si trovano nel suo territorio.
7 giugno 2016
Ambiente/Italia: «Si è consumato il delitto perfetto»
«Un'altra legge che non salva la nostra terra»
La legge che dovrebbe contrastare il consumo di suolo è stata approvata dalla Camera con 256 sì, 140 no e 4 astenuti. Il Forum Salviamo il Paesaggio: «Si è consumato il delitto perfetto».
Il Cambiamento
La legge che dovrebbe contrastare il consumo di suolo è stata approvata dalla Camera con 256 sì, 140 no e 4 astenuti. Il Forum Salviamo il Paesaggio: «Si è consumato il delitto perfetto».
Il Cambiamento
«Il contenimento del consumo del suolo è una priorità nazionale che necessita di norme chiare e strumenti efficaci e il testo approvato oggi alla Camera in prima lettura deve essere modificato al Senato in modo da consolidare quello che deve costituire un passo in avanti per chiudere definitivamente nel nostro Paese l’epoca dei piani urbanistici sovradimensionati, degli abusi edilizi e dei successivi condoni (sono stati 3 negli ultimi 40 anni, 1985, 1995 e 2003) e della sub-urbanizzazione che fa scempio del territorio». Per questo FAI, Legambiente, Slow Food e Touring Club italiano e WWF chiedono al Senato di non perdere altro tempo e aprire subito il confronto su un testo «che contiene anche norme innovative, ma ancora molti punti contradditori e pericolosi».
Precipita drone di guerra nel Mar di Sicilia
Gli attivisti no war siciliani avevano inutilmente lanciato l’allarme da tempo ma alla fine i test sperimentali dei droni militari P.1HH HammerHead di Piaggio Aerospace dall’aeroporto “Cesare Toschi” di Trapani Birgi hanno mostrato tutta la loro pericolosità per il traffico aereo e le popolazioni che vivono tra Trapani, Marsala e le isole Egadi. Nella tarda mattinata di martedì 31 maggio un prototipo del velivolo senza pilota (UAV - Unmanned aerial vehicle) è precipitato in mare a 5 miglia a nord dell’isola di Levanzo, una ventina di minuti dopo dopo essere decollato dallo scalo di Birgi. “Non si sono registrati danni a persone o cose e subito dopo l’incidente abbiamo attivato una commissione interna per accertarne le cause in collaborazione con le autorità competenti”, hanno dichiarato i manager di Piaggio Aerospace.
Sempre secondo la società produttrice, il sistema a pilotaggio remoto P.1HH HammerHead può “operare anche su aree densamente popolate in quanto derivato da un aeroplano civile certificato, il Piaggio P-180”. Peccato però che quello accaduto qualche giorno fa non è il primo “inconveniente” al nuovo drone che Piaggio, in collaborazione con Leonardo-Finmeccanica e l’Aeronautica militare italiana, testa in Sicilia occidentale dal novembre 2013. Il 19 marzo 2015, un P.1HH uscì fuori pista durante le prove di rullaggio, causando la temporanea chiusura per motivi di sicurezza dell’aeroporto di Trapani Birgi e il dirottamento dei voli sullo scalo di Palermo - Punta Raisi. Le prove sperimentali dei droni hanno causato altri gravi disagi al traffico aereo, come rilevato dal personale delle compagnie che operano da Birgi.
Sempre secondo la società produttrice, il sistema a pilotaggio remoto P.1HH HammerHead può “operare anche su aree densamente popolate in quanto derivato da un aeroplano civile certificato, il Piaggio P-180”. Peccato però che quello accaduto qualche giorno fa non è il primo “inconveniente” al nuovo drone che Piaggio, in collaborazione con Leonardo-Finmeccanica e l’Aeronautica militare italiana, testa in Sicilia occidentale dal novembre 2013. Il 19 marzo 2015, un P.1HH uscì fuori pista durante le prove di rullaggio, causando la temporanea chiusura per motivi di sicurezza dell’aeroporto di Trapani Birgi e il dirottamento dei voli sullo scalo di Palermo - Punta Raisi. Le prove sperimentali dei droni hanno causato altri gravi disagi al traffico aereo, come rilevato dal personale delle compagnie che operano da Birgi.
6 giugno 2016
Congo: Il ritorno dei mercenari
Uno dei paesi più grandi e più ricchi paesi dell'Africa, la Repubblica del Congo è anche di conseguenza e sin dalla sua indipendenza nel 1960, uno di quelli che l'imperialismo nord-americano ed europeo hanno più destabilizzato e saccheggiato.
Stanno avvenendo nuovi episodi di interferenza degli Stati Uniti e del Belgio negli affari interni della Repubblica Democratica del Congo (RDC). Il governo di questo paese rifiuta le ingerenze e le pressioni, dando l'allarme sulla presenza di mercenari stranieri nel proprio territorio.
Il ministro della giustizia congolese Alexis Thambwe Mwamba ha invitato l'ambasciata degli Stati Uniti a Kinshasa a "non sostituirsi ai tribunali" e a non intervenire nel processo sul reclutamento di mercenari stranieri, in particolare americani, nella antica provincia di Katanga, nel sud della paese.
Al centro del caso è la detenzione da parte dei servizi di sicurezza congolesi, di un cittadino statunitense, Darryl Lewis, che è stato arrestato il 24 aprile, insieme a tre guardie del corpo, durante una manifestazione di sostenitori di Moïse Katumbi, candidato dell'opposizione alle elezioni presidenziali previste per novembre di quest'anno. La manifestazione a Lubumbashi, capitale katanghese, è stata dispersa dalla polizia con i gas lacrimogeni.
Stanno avvenendo nuovi episodi di interferenza degli Stati Uniti e del Belgio negli affari interni della Repubblica Democratica del Congo (RDC). Il governo di questo paese rifiuta le ingerenze e le pressioni, dando l'allarme sulla presenza di mercenari stranieri nel proprio territorio.
Il ministro della giustizia congolese Alexis Thambwe Mwamba ha invitato l'ambasciata degli Stati Uniti a Kinshasa a "non sostituirsi ai tribunali" e a non intervenire nel processo sul reclutamento di mercenari stranieri, in particolare americani, nella antica provincia di Katanga, nel sud della paese.
Al centro del caso è la detenzione da parte dei servizi di sicurezza congolesi, di un cittadino statunitense, Darryl Lewis, che è stato arrestato il 24 aprile, insieme a tre guardie del corpo, durante una manifestazione di sostenitori di Moïse Katumbi, candidato dell'opposizione alle elezioni presidenziali previste per novembre di quest'anno. La manifestazione a Lubumbashi, capitale katanghese, è stata dispersa dalla polizia con i gas lacrimogeni.
1 giugno 2016
Hillary Clinton: l’escort preferita dei Sionisti
Se la psicopatica guerrafondaia Clinton sarà coronata candidata presidenziale del Partito Democratico, in nessun modo potrà essere considerata pragmaticamente il ‘male minore’ di fronte a Donald Trump o a qualsiasi Repubblicano i loro capi decidano di vomitare ( James Petras )
L’analista marxista James Petras ha recentemente definito la classe dominante nord-americana “Plutosionista, inventandosi una nuova categoria politica eloquente nel definire l’offensiva imperialista congiunta Usa – Israele. Nel linguaggio di Petras il Plutosionismo è il matrimonio a tre fra plutocrazia, Sionismo e la candidata presidenziale U.S.A. Hillary Clinton, una criminale di guerra seriale, razzista e alle dipendenze di Wall Street.
Che origini ha questa alleanza? James Petras e Diana Johnstone lo spiegano – utilizzando una metodologia differente – in due libri molto importanti pubblicati in Italia dall’Editore Zambon: Diana Johnstone, Hillary Clinton, La Regina del caos ( 2016 ); James Petras, Usa: padroni o servi del sionismo? ( 2007 ). Tanto la Johnstone quanto Petras concordano nel ritenere che l’imperialismo occidentale sia retto da una Diarchia Imperiale Usa – Israele dove, i secondi, tramite la famosa lobby sionista riescono a condizionare gran parte delle decisioni politiche e militari di Washington.
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