20 gennaio 2024
Intervista a Yasser Arafat ►Un’analisi geopolitica ancora attuale
3 settembre 2022
CONTRO IL CAPITALISMO UNA RIVOLUZIONE DELL’ORTICOLTURA
* Scrittore impegnato, protagonista essenziale dell'Internazionale Situazionista con Guy Debord, il medievalista Raoul Vaneigem ha pubblicato una cinquantina di libri a cominciare dal suo Trattato del saper vivere ad uso delle giovani generazioni (mia traduzione per Castelvecchi, Roma 2006, NdT), che ha contribuito al sollevamento delle università nel maggio '68.
8 luglio 2022
Ripubblichiamo il post censurato da G😈😈GLE...
Ho già ospitato Fausto Sorini su questo blog con un suo intervento. Il più letto in assoluto. 4 settimane fa gli ho chiesto un’intervista, mi ha fatto attendere ma vi assicuro che ne è valsa la pena, come potete leggere. Fausto Sorini, dirigente Pci e Rifondazione poi, responsabile esteri del Pdci, decenni di relazioni con tanti paesi al mondo, in primis Urss e Cina, dice la sua sulla situazione attuale. Sono felice che me l’abbia concessa, voglio bene a Fausto, ogni tanto lo faccio penare, ma lui, uomo di mondo, si fa scivolare il tutto. E’ tramite lui, assieme a Vladimiro Giacchè, che ho avuto una lunga collaborazione con Marx 21. Molti di quei scritti fanno parte del libro Piano contro mercato.
12 maggio 2020
2 settembre 2019
Da Dutroux e Outreau* a Epstein: flashback sulla pedocriminalità, arma suprema di biopotere
In memoria di tutti i bambini vittime della pedofilia |
Nel mondo francofono il primato del nascondere la testa sotto la sabbia e del rifiuto di indagare va senza dubbio a Arnaud Leparmentier, corrispondente del Monde a New York, il cui dialogo on line coi lettori è una ricchissima antologia di perle mediamenzognere e di riduzioni ad minimum (leggi qui).
Com’è possibile che il caso Epstein non abbia mobilitato l”infanteria e la cavalleria del giornalismo investigativo, ad eccezione del Miami Herald? Perché quest’assenza di appelli, di hashtags, di #metoo ? L’ipotesi più verosimile si trova sicuramente nelle figure delle vittime e dei carnefici: da una parte delle ragazzine anonime, dall’altra degli uomini potenti come “clienti”. L’implicazione dei servizi segreti – CIA e Mossad innanzitutto – è senza dubbio l’altro fattore di raffreddamento degli ardori.
Leggi tutto...
16 luglio 2018
"Il razzismo è usato per dividere la classe lavoratrice"
Keeanga-Yamahtta Taylor (nella foto) dice che il suo nome se lo inventò suo padre, dal momento che poter chiamare i suoi figli come voleva era l'unico spazio di libertà che avevano i neri negli anni '70 negli Stati Uniti. Più di quattro decenni dopo, beve dallo spirito ribelle di suo padre e lo porta oltre. Accademica, attivista e scrittrice, ha recentemente visitato Madrid per presentare il suo ultimo libro Un destello de libertad. De #BlackLivesMatter a la liberación negra (Ed. Traficantes de Sueños) e parliamo di razzismo, capitalismo, politica, cosa è stato realizzato e di quanto resta da fare. Molto.
Nel suo libro dice che l'80% delle persone uccise dalla polizia tra il 2007 e il 2013 erano afro-americani. Non sembra troppo esagerato dire che le vite nere negli Stati Uniti sono in pericolo ...
15 settembre 2016
L’Italia al guinzaglio della NATO
La NATO fa veramente gli interessi dell'Europa? Le continue esercitazioni militari ai confini con la Russia, le costose missioni di guerra in giro per il mondo non daranno poi evidentemente tanta stabilità e sicurezza ai Paesi europei. Dal canto suo l'Italia, sotto il controllo militare a stelle e strisce del suo territorio, si ritrova, mani legate, ad agire anche contro i propri interessi, continuando a sottoscrivere le sanzioni alla Russia.
"Siamo vittime di un'autocastrazione nei confronti dei nostri stessi interessi. L'Europa si sta pestando i piedi, si sta mutilando",ha sottolineato in un'intervista a Sputnik Italia il giornalista e documentarista Fulvio Grimaldi.
22 gennaio 2016
Tlaxcala: “Le lingue devono essere ponti e non muri”
Molto presto, quando abbiamo iniziato a parlare del progetto, ci siamo accordati sulla necessità di creare una base chiara del nostro lavoro. Abbiamo dunque redatto un Manifesto, in cui spieghiamo la nostra filosofia comune e i nostri principi di base. Prima di entrare a far parte della rete, chiediamo ad ogni traduttore di leggere il nostro manifesto e di comunicarci se lo condivide.
14 luglio 2015
Yanis Varoufakis: "L'Eurogruppo non ha esistenza legale ma ha il potere per decidere le vite degli europei. E il suo grande capo è Doc Schäuble"
30 gennaio 2013
DAVOS: Intervista a Marx, Keynes, Friedman e Schumacher
Christine Lagarde: Karl, tu come vedi la situazione?
Karl Marx: La classe capitalista riunita a Davos ha trascorso gli ultimi giorni grattandosi la testa per la disoccupazione e la mancanza di domanda dei propri prodotti. Non sembra però capace riconoscere che ciò è inevitabile in un’economia globalizzata. C’è una tendenza verso il sovrainvestimento, la sovraproduzione e la caduta del saggio di profitto, che, come sempre, i datori di lavoro hanno cercato di contrastare con il taglio dei salari e la creazione di un esercito di riserva del lavoro [disoccupazione, ndt]. Ecco perché ci sono più di 200 milioni di disoccupati in tutto il mondo e vi è stata una tendenza verso una maggiore disuguaglianza. E’ possibile che il 2013 sia migliore del 2012, ma sarà un sollievo di breve durata.
Lagarde: Questa è una analisi cupa, Karl. I salari stanno crescendo abbastanza velocemente in alcune parti del mondo, come la Cina, ma sarei d’accordo sul fatto che la disuguaglianza è una minaccia. Le ricerche del FMI mostrano che la disuguaglianza è correlata all’instabilità economica…
8 febbraio 2012
NEL 2045 GLI UMANI SARANNO IMMORTALI?
1 agosto 2011
ENRICO BERLINGUER E LA QUESTIONE MORALE
14 aprile 2011
Politica, Massoneria e Satanismo: Intervista a Giuseppe Cosco
Come si conviene a qualsiasi occultista, il suo lavoro fu oggetto di critiche a causa dello scetticismo sollevato dai suoi studi in tema di cospirazionismo, satanismo, società segrete e fenomeni misteriosi. La sua opera di ricerca e denuncia proseguì fino al 2002, quando a soli 52 anni fu improvvisamente stroncato da un 'malore' fulminante.
Proponiamo di seguito un estratto da una interessante intervista, a tratti profetica, che Cosco rilasciò nell'anno 2000 alla rivista Terzo Millennio.
11 maggio 2010
EVO MORALES: «STIAMO MEGLIO SENZA GLI USA E IL FMI»
21 giugno 2009
CRISI GLOBALE E PREZZO DEL PETROLIO
VANCOUVER, 17 giugno 2009 (IPS) - Seduto al ristorante del lussuoso Fairmount Waterfront Hotel di Vancouver, l’ex capo economista di una delle più grandi banche canadesi non ha certo l'aspetto di uno tra gli apocalittici fautori della teoria del picco del petrolio.
Ma nel suo nuovo libro, "Why Your World is About to Get a Whole Lot Smaller", Jeff Rubin sostiene la fine della globalizzazione, alimentata dal basso costo del petrolio. Nel volume, Rubin afferma che l’attuale recessione globale è il risultato dell’alto prezzo del petrolio, e non della crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti.
Spesso considerato uno dei massimi economisti canadesi, Rubin pronostica che un barile di petrolio costerà 225 dollari nel 2012. Altri analisti la ritengono una cifra sconclusionata: il giornale conservatore National Post, dove l’uomo veniva spesso citato come esperto prima di lasciare il lavoro alla CIBC World Markets, lo accusa di “anti-materialismo” e di “paranoia sul petrolio”.
Eppure, nel 2000, Rubin aveva pronosticato che il petrolio avrebbe raggiunto i 50 dollari entro il 2005; e in quell’anno indovinò nuovamente, prevedendo un costo di 100 dollari al barile nel 2007. Rubin ci ha concesso un’intervista presso il suo hotel, dopo un pranzo di lavoro al Vancouver Board of Trade.
Se lo stato della sicurezza in Iraq migliorasse, e il petrolio a basso costo del paese riprendesse regolarmente le esportazioni, tornerebbe indietro sulle previsioni di 225 dollari al barile entro il 2012?
Jeff Rubin: Neanche lontanamente. E nemmeno cambierei idea sul fatto che le esportazioni dall’OPEC (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio), invece di aumentare, dovrebbero ridursi tra un milione e un milione e mezzo di barili al giorno nei prossimi quattro o cinque anni.
Non è solo per l'esaurimento [dei giacimenti petroliferi dell’OPEC], anche se questo ha certo un ruolo importante. È anche per la crescita esplosiva del consumo di petrolio negli stessi paesi dell’OPEC. Per questo le esportazioni da questi paesi non sono aumentate negli ultimi cinque anni; di fatto stanno cannibalizzando le loro stesse esportazioni.
Se l’economia mondiale può funzionare con il petrolio a 140 dollari al barile, non sarebbe fattibile sfruttare le enormi riserve di petrolio non convenzionale - scisti petroliferi nello Utah, greggio pesante della cintura dell’Orinoco in Venezuela e depositi di profondità offshore?
JR: Cosa è successo all’economia mondiale quando il petrolio ha raggiunto i 140 dollari? La peggiore recessione del periodo post-bellico riguarda davvero il mercato Usa dei mutui subprime? Oppure il barile di petrolio a 140 dollari? Secondo me riguarda il barile di petrolio a 140 dollari.
In che misura il prezzo del petrolio rende insostenibile la globalizzazione basata sulle esportazioni?
JR: Il modello che conosciamo ha avuto un picco nel 2007. Se misuriamo la globalizzazione secondo la percentuale del PIL mondiale ovvero l’esportazione o l’importazione, il 2007 segna il picco dell’era passata.
Vedremo sempre meno navi porta-container. Tutti questi container riguardano una cosa sola: la curva dei salari. Spostare la tua fabbrica da un posto dove paghi la gente 30 dollari l’ora verso un altro posto dove la paghi 30 dollari a settimana va bene, se si tratta solo di salari.
Ma ciò che muove quelle navi container è il petrolio. A 150-200 dollari al barile, la curva dei salari diventa uno stupido controsenso, perché ciò che risparmi sul salario ti costa più di quello che spendi sul petrolio combustibile.
Alcuni analisti stimano che il 25 per cento delle riserve mondiali di idrocarburi si trova nell’Artico, e che presto si darà il via al loro sfruttamento a causa, ironicamente, del riscaldamento globale.
JR: La faccenda dell’Artico è una goccia nell’oceano. Stiamo perdendo di vista quello che il Cambridge Energy Research Associates e la Exxon non dicono. Organizzano grandi conferenze per dire ‘Oh, abbiamo appena scoperto il Jack Field - 10mila piedi sotto i mari del Golfo del Messico devastati dagli uragani, non è fantastico!’.
Però non tengono conferenze stampa [per annunciare] ‘vedete quel giacimento? Ha prodotto petrolio per 50 anni, sta per esaurirsi’.
Ogni anno perdiamo quattro milioni di barili al giorno [di produzione di petrolio a causa dell’esarimento]. Negli prossimi cinque anni, dovremo trovare 20 milioni di barili al giorno di nuova produzione, così possiamo [continuare a] consumare quello che consumiamo oggi.
Anche se ha ragione sul fatto che le riserve di petrolio a basso costo si stanno esaurendo, una migliore efficienza non potrebbe compensare le carenze nella produzione?
JR: Credo che l’efficienza porti alla conservazione, ma la storia dimostra che non è questo ciò che accade.
Oggi, il motore medio è del 30 per cento più efficiente dei motori prodotti prima della crisi petrolifera dell’OPEC [degli anni ‘70]. Eppure, il veicolo [nordamericano] medio consuma altrettanta benzina nel corso di un anno.
Negli anni ’70, [i nordamericani] percorrevano circa 9mila miglia l’anno, mentre oggi 12mila. Negli anni ’70, non vivevamo in periferie sterminate. Tutte queste conquiste in efficienza ci hanno portato, anche più efficientemente, a consumare sempre più petrolio.
Quale pensa che sia la minaccia principale, il picco del petrolio o il picco dell’acqua?
JR: Il picco dell’acqua è un'altra grossa partita. Ma ti dirò di un luogo dove picco del petrolio e picco dell’acqua si incontrano: le sabbie petrolifere canadesi. Per produrre un barile di petrolio sintetico, devi bruciare 1.400 piedi cubici di gas naturale, trascinarti due tonnellate di sabbia [e] inquinare 250 galloni di acqua.
Come per le emissioni di carbonio, l’acqua è gratis. Se lavori con le sabbie petrolifere e inquini 250 galloni d’acqua, non costa niente.
Fonte: © IPS (FINE/2009)
17 maggio 2009
NOAM CHOMSKY: “La politica estera di Obama sarà come la seconda amministrazione di Bush” (2° Parte)
MV: Professore, una delle richieste fatte dal governo venezuelano per migliorare i rapporti col governo degli Stati Uniti era l’estradizione del noto terrorista Posada Carriles. Ha anche sollecitato l’estradizione di due ex militari responsabili delle bombe nelle sedi diplomatiche a Caracas. Lei pensa che il governo statunitense potrebbe consegnare questi terroristi al governo venezuelano? Dopo tutto chiuderanno la base di Guantanamo, e questo gesto sarebbe un segnale per i diritti umani.
Chomsky: Chiuderanno Guantanamo perché non era utile per nessuno scopo e si era trasformato in una vergogna per gli Stati Uniti, sia a livello internazionale come a livello nazionale. Inoltre, si era prodotta una immensa quantità di letteratura scritta da professionisti giuridici e di altre professioni, che condannavano Guantanamo.
15 maggio 2009
NOAM CHOMSKY: “La politica estera di Obama sarà come la seconda amministrazione di Bush” (1° Parte)
Noam Chomsky , intellettuale, scrittore e accademico, ha rivoluzionato la linguistica moderna attraverso le sue investigazioni e contributi teorici. Insieme alla sua lunga carriera nelle aule, Chomsky ha portato avanti , nel corso degli anni, un' instancabile militanza per la giustizia sociale, dando un impulso al ruolo degli intellettuali come agenti di cambio di fronte alle politiche immorali dei governi.
E’ così che si è trasformato in uno dei critici più acuti della politica estera interventista ed imperialista dei successivi governi statunitensi e di altri governi, o come lui descrive, delle élites che controllano il potere.
Chomsky è nato nel 1928 a Filadelfia, USA, in un famiglia di origine ebraica che proveniva dall’Europa dell’Est. La sua infanzia è stata segnata dalla depressione economica , la discriminazione verso gli ebrei e l’auge del fascismo a livello mondiale.
A giovane età comincia a nutrirsi politicamente con il pensiero della sinistra, che predominava nelle comunità degli ebrei immigranti. Era il periodo della Rivoluzione Spagnola, dove migliaia di volontari di diversi paesi sono partiti per lottare contro il fascismo di Franco e dei suoi alleati Mussolini e Hitler. La caduta della ribelle Barcellona nelle mani di Franco, motivò Chomsky all’età di 10 anni, a scrivere il suo primo articolo sulla politica.
Dalla mano di Orwell e il suo “omaggio a Catalogna” , Chomsky si addentra nello studio del socialismo letterario. Quella società utopica senza privilegi di classe che è stata portata alla pratica verso la fine del 1936, in quella regione della Spagna senza terra tenenti nè padroni, diretta dai consigli di operai, contadini e miliziani, con le terre distribuite tra i comuni agrari e l’industria collettivizzata sotto il controllo dei lavoratori.
Da lì in avanti Chomsky si identifica politicamente con questa corrente del socialismo, vigorosamente opposta a Stalin e comincia allora, il suo percorso lungo la linguistica e la politica, che lo ha portato ad ottenere i più elevati riconoscimento del mondo accademico , così come le simpatie, e rancori di molti.
In questa intervista il Professore Chomsky analizza i vari temi di rilevanza per il Venezuela, come la posizione del Governo bolivariano verso Israele e Palestina, le aspettative della relazione tra l’amministrazione di Obama e il Presidente Chavez, il programma atomico di Iran, il caso del terrorista Posada Carriles, Guantanamo e l’embargo a Cuba, il contesto storico della guerra mediatica contro il Venezuela, il giro a sinistra dell’America Latina, il ruolo ispiratore dei movimenti sociali in Bolivia e la Dottrina Monroe.
Questa intervista è stata realizzata prima del summit dei Capi di Stato della OEA a Trinità, nonostante questo, di fronte al sollecito di qualche ulteriore commento in occasione degli avvenimenti del suddetto summit, il Professore Chomsky ha manifestato la persistenza di tutti i suoi punti di vista.
Venezuela, Palestina e Israele.
MV: Prof. Chomsky, come Lei sa, il governo del Venezuela ha una posizione politica ben definita riguardo al conflitto di Gaza che è stato criticato da alcuni, e dato che, secondo loro, questa posizione è stata la causa di sentimenti antisemiti che hanno portato agli attacchi ad una sinagoga a Caracas. Qual è la sua opinione sulla posizione del Venezuela sul conflitto a Gaza?
Chomsky: Personalmente considero che la posizione presa dal Venezuela è stata la corretta. E’ stata un’aggressione selvaggia e criminale ad una popolazione che si trova basicamente ingabbiata e non può scappare. Con questo attacco di alta tecnologia e altamente distruttivo, non solo hanno ucciso probabilmente circa 1.300 persone, si è anche distrutto il sistema agricolo e la poca produzione manifatturiera che esisteva.
Questa società è stata continuamente sotto assedio. E’ un’occupazione, non si deve chiamare aggressione, dato che è un territorio occupato; non c’è stato nessun momento in cui non lo sia stato, ed è sotto attacco diretto. Inoltre, gli attacchi non hanno a che vedere solo con Gaza, ma con la Palestina nella sua totalità.
Con l’appoggio degli Stati Uniti, Israele costantemente porta avanti azioni criminali in Cisjordania. Ad Israele non importa molto di Gaza, sarebbero felici che si purificasse e affondasse in mare. Se ciò che gli importa è la Cisjordiana , lì c’è terra che ha un valore, terra coltivabile, lì ci sono i piacevoli sobborghi di Gerusalemme e di Tel Aviv. Vogliono impadronirsi di tutto ciò che possono. Lì hanno tutta una serie di interessi culturali e presunti interessi storici.
Così che quelli continuano ad impadronirsi le risorse, le terre e principalmente l’acqua della Cisjordania, per dividerla in cantoni non transitabili nei quali la popolazione si purifichi , ed essenzialmente, alla lunga, ci sia un esodo. Questo è totalmente criminoso, loro lo sanno, è fuori discussione.
Nel 1967, quando sono iniziate le occupazioni, i propri assessori legali avevano comunicato che le loro azioni costituivano una diretta violazione dei principi essenziali della Legge Umanitaria Internazionale e delle Convenzioni di Ginevra, e loro lo sapevano. Da allora questo è stato ratificato dalla corte costituzionale, e in numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, ciò che accade è che non vi è alcuna discussione su questo tema.
Israele si vuole impadronire di queste terre per le sue risorse e per altre ragioni e gli Stati Uniti lo sostengono. Sono riusciti a sopprimere quasi tutta la resistenza in Cisjiordania con la violenza. In parte con le loro solo forze, che sono schiaccianti, ed in parte con la collaborazione.
Gli Stati Uniti e Giordania addestrano le forze militari a favore del partito politico con cui hanno le preferenze. La loro funzione principale è stata quella di sopprimere dimostrazioni, proteste e arrestare simpatizzanti. Questa è una strategia tipica dell’imperialismo. Sviluppano una collaborazione tra le forze coloniali per controllare la popolazione.
Così sono riusciti a sopprimere la protesta in Cisjordania. Tuttavia non hanno potuto dominare completamente la protesta a Gaza, motivo per il quale fanno a pezzi e distruggono la zona. Oltre alla chiara selvaggia codardia, queste azioni sono totalmente criminali. Quindi è chiaro che si deve protestare.
La posizione dell’Europa è vergognosa: dicono che non sono d’accordo ma li appoggiano. La posizione degli Stati Uniti è grottesca. La maggior parte dei paesi temono gli Stati Uniti- e per motivi validi, quindi stanno zitti e si fanno da parte.
La posizione del Venezuela è totalmente onorabile e non ha niente a che vedere con l’antisemitismo. La profanazione della Sinagoga è stato un atto antisemita, ma non è stato azionato dal Governo. La stessa cosa è successa in Francia e a quanto ne so, anche negli Stati Uniti. Fino a dove so, il Governo ha preso una posizione forte ed ha condannato quell’atto, ha arrestato i colpevoli che sono stati portati davanti alla Giustizia. Sono le azioni che qualsiasi paese dovrebbe prendere.
Palestina e il blocco a Cuba
MV: Pensa che se ci fossero più paesi che prendessero una posizione chiara rispetto all’occupazione d’Israele a Gaza, questo potrebbe avere un effetto in questa situazione? Se l' opinione pubblica si mobilizza e più paesi prendessero misure simili a quella del Venezuela, Lei pensa che questo avrebbe qualche effetto?
Chomsky: Innanzitutto, dobbiamo essere chiari, non solo Gaza. Agli Stati Uniti e a Israele piacerebbe che ci concentrassimo solo su Gaza e che sorvolassimo sul fatto che la Palestina è un' unità, Gaza e Cisjordania sono un’unità. Di fatto la sua potrebbe essere una domanda più ampia. Sotto la Legge Internazionale i limiti territoriali di Israele sono stati creati a giugno del 1967, il restante 22% che forma la Palestina è un territorio occupato. Questo include due aree separate non contigue: Gaza e Cisjordania. Ma basicamente sono un’unità.
Se la resistenza agli atti criminali d’Israele è legittima in Cisjordania, allora la stessa resistenza deve essere legittima a Gaza. Io ho detto questo alla stampa d’Israele e lo dico anche a te; anche se gli attacchi a Gaza sono particolarmente feroci, omicidi e distruttivi, ciò che succede giornalmente in Cisjordania è anche quella una forma per distruggere questo popolo.
E’ quello che il defunto sociologo israelita, Baruch Kimmerling , ha chiamao “politicidio” la distruzione di una nazione. Può essere che non sia ucciso ogni cittadino ma distruggi la nazione. Quello che succede ogni giorno in Cisordania è la stessa cosa. Infatti, Israele prende vantaggio dal fatto che l’attenzione è focalizzata su Gaza per espandere e scalare l’infrastruttura dei suoi progetti di assedio e sviluppo in Cisjordania. Tutto questo è disegnato per commettere un “politicidio”.
Quindi dobbiamo tenere a mente questo fattore. Se più paesi prendessero una posizione più decisa, potrebbe avere qualche influenza sui padroni. In realtà gli Stati Uniti dirigono lo show, non è un segreto. Se l’Europa avesse la volontà di prendere una posizione indipendente, avrebbe un effetto, perché l’Europa è potente e importante. I paesi più piccoli del mondo non possono fare molto.
In un' inchiesta internazionale fatta di recente e realizzata da una delle più importanti agenzie d’inchiesta delle organizzazioni mondiali di opinione pubblica, è stato chiesto a persone di tutto il mondo qual’era la loro opinione su vari paesi. Israele era negli ultimi posti; è un paese temuto, detestato e considerato da vari paesi come il più pericoloso al mondo. L’unico paese che forse gli si avvicinava era l’Iran, che si è classificato più o meno allo stesso posto. Ma questo non conta fino a quando il padrone del mondo da a loro il suo sostegno.
Quindi la vera domanda è se l’opinione degli altri paesi ha qualche effetto sulle decisioni del governo statunitense. Non è facile, neanche l’opinione pubblica statunitense ha qualche effetto sulle decisioni del suo Governo riguardo a molti aspetti.
Prendiamo un vecchio caso nell’emisfero occidentale: Cuba. Le sanzioni e il terrore contro Cuba da parte degli Stati Uniti sono attività criminose e tutta la diplomazia mondiale si oppone. L’ultimo voto alle Nazioni Unite, credo che sia stato di 180 voti a 3; gli Stati Uniti, Israele e una isola del Pacifico, credo che Micronesia, che significa che si tratta solo degli Stati Uniti, Israele segue il gioco degli Usa, anche se di fatto violenta le sanzioni, quindi sono solo gli Usa.
L’opinione pubblica statunitense ha favorito con fermezza che fossero tolte le sanzioni per decenni, ma questo non ha avuto alcuna risonanza nella politica estera e questo non è l’unico caso. C’è un divorzio tra l’opinione pubblica e le politiche degli Usa, non è una democrazia che funziona, in contrasto con la propaganda.. A meno che l’opinione pubblica non si organizzi e si faccia attiva, ma non importa quello che la gente pensa. Si è organizzata intorno ad altri argomenti ma non su Cuba, per questo motivo la politica del governo ha continuato per la sua strada.
La stessa cosa è valida per il sostegno alle aggressioni, atrocità ed espansione di Israele. Mentre il governo degli Stati Uniti lo sostenga, ci sarà bisogno di potenti forze esterne perché questa politica sia modificata.
Politica estera degli Stati Uniti riguardo il Venezuela, la Russia e l’Iran.
MV: Professore, l' ex segretaria di Stato, Condoleeza Rice ha detto una volta che l’amministrazione di Chavez era una figura pericolosa e maligna in America Latina. Il presidente Barack Obama ha parlato del presidente Chavez come di una forza che ha interrotto il progresso della regione. Sembrerebbe che ci fosse poca differenza tra quanto si diceva durante l’amministrazione di Bush e quella che apparentemente sarà la posizione di Obama riguardo il Venezuela. Come vede Lei questo? Pensa che questa può essere mancanza d’informazione della nuova amministrazione o una continuazione delle stesse politiche?
Chomsky: E’ una continuazione delle stesse politiche. Difatti, tornando su C. Rice, raramente sono d’accordo con lei ma in qualche cosa che dice lo sono. Recentemente ha scritto un articolo nel quale ha predetto che la politica estera della Amministrazione di Obama sarà come la seconda Amministrazione di Bush.
Le due amministrazioni di Bush hanno avuto qualche differenza; la prima è stata molto più violenta, aggressiva, arrogante mostrando il suo pugno al mondo, e ci ha condotto a disastri uno dietro l’altro e ad un' opinione in decadenza sugli Stati Uniti. Attualmente gli Stati Uniti sono i più detestati nel mondo, ora più che mai, è questo è negativo per alcuni interessi che sono fondamentali.
Questa società è basicamente diretta da aziende. Formalmente è una democrazia, ma in realtà è una società diretta dalle aziende e i suoi affari, e i loro interessi si vedono toccati da questi avvenimenti. Quindi c’è stata una pressione perché ci fosse un cambio durante la seconda amministrazione di Bush. Infatti alcune delle figure più distruttive, brutali e antidemocratiche sono state rimosse dai loro incarichi: Wolfowitz, Rumsfeld e altri. E’ rimasto Cheney come assistente di Bush e chi, basicamente, era l’amministrazione. Quindi le politiche sono cambiate e si sono mosse verso il centro.
Non c’è nessuna indicazione che mostri che Obama cambierà queste politiche. Difatti in alcune situazioni ha preso una posizione più aggressiva, come in Afghanistan e Pakistan. Obama è una persona intelligente, sono sicuro che quello che lui dice è stato preparato accuratamente da lui e i suoi assessori ed esprime quello che vuole. Ma in tutte le sue dichiarazioni è stato deliberatamente impreciso.
La campagna elettorale di Obama ha vinto un premio dall’industria pubblicitaria per migliore campagna di mercato del 2008. Ha vinto ai pc della Apple. Gli alti esecutivi dell' industria sono stati molto effusivi, letteralmente hanno detto che avevano commercializzato canditati nello stesso modo in cui si commercializza la merce da 30 anni, dai tempi di Reagan , ma questo è stato il più grande risultato che abbiano ottenuto.
Questo avrà un grande effetto sui Direttori Esecutivi, la cultura corporativa adotterà questo modello per commercializzare altre cose. Questa campagna elettorale è stata una campagna di mercato. Loro hanno ben chiaro che devono eludere certe questioni e si concentrano solo in parole vuote che servono per tirare su il morale, quello che la stampa chiama “ sorving rethoric”, come ad esempio: “speranza”, “cambio”, “cambio nel quale puoi credere”. Ma, se la gente questiona quali misure prenderà, dovrà sforzarsi parecchio per poterle capire. Forse incontra qualcosa sulla sua pagina web. Ma questi non erano i temi della campagna, di questa vincente campagna di mercato. Ci sono studi che lo dimostrano e all’industria è piaciuta moltissimo.
Si parla molto del contributo dei cittadini ma in realtà è stato minimo. La maggior parte del sostegno economico è stato dato dalle industrie finanziare, buffet di avvocati che sono lobbisti e le sue politiche (di Obama) rifletteranno certamente questo. Si può già notare la scelta dei suoi funzionari e il gabinetto di assessori. E ‘ una amministrazione di democratici di centro, con i quali la gente è familiarizzata e che non si differenzia tanto dal secondo periodo di Bush. Si differenziano solo in alcune questioni.
Saranno ridotti i numeri di violazioni più estreme alla legge e alla Costituzione, portate avanti dall' amministrazione Cheney-Bush; come le torture a Guantanamo o la vigilanza illegale, ma in pratica qualunque dei candidati, anche Mc Cain, avrebbe fatto lo stesso.
Questa amministrazione si confronterà di meno con il resto del mondo, ma continuerà con la stessa politica di prima. Questo si nota dai recenti attacchi su Gaza. La campagna a Gaza è stato un esempio stupefacente. E’ stata pianificata molto meticolosamente con mesi di anticipo, e la stampa israeliana lo dice senza pudore. E’ stata meticolosa e chiaramente pianificata perché finisse giustamente prima dell’inaugurazione presidenziale, e si è conclusa un giorno prima della presa della Presidenza.
Questo non è per niente dovuto al caso, dato che questo ha fatto in modo di mostrare che Obama non poteva dire nulla sulla questione. Mentre succedevano queste atrocità, Obama ha detto, “C'è solo un Presidente, quindi non posso dire niente al riguardo”. Certamente lui esprimeva la sua opinione su tutti gli argomenti e non gli è stato impedito che parlasse sull' “ideologia dell’odio” dietro agli attacchi a Mumbay. Lui si che poteva dire la sua su questo ma non poteva parlare sull’altro perché :”C’ è solo un Presidente”
La stampa e gli elettori si sono bevuti questa scusa, ma gli attacchi su Gaza dovevano finire prima che salisse al potere. Ma, adesso è lui il Presidente. Cosa dice adesso? Di fatto, la sua prima dichiarazione sulla politica estera è stato in riferimento a Israele e la Palestina, in connessione con George Mitchell come mediatore.
Ha menzionato anche qualcosa sulla pace tra Israele e Palestina, su una sostanziosa proposta, che è stata elaborata con molta attenzione. Ha detto che c’era una proposta importante che lui sostiene, cioè, l’iniziativa della Lega Araba che cerca di normalizzare i rapporti con Israele e questo richiede sforzo da parte degli Stati arabi. Ma lui sa benissimo che non è questo quello che la Lega Araba propone. La Lega Araba propone l’assedio dei due stati (israeliano e palestinese) con le loro frontiere internazionali, in base all’accordo internazionale, posizione che gli Stati Uniti hanno bloccato per più di 30 anni. E’ in questo contesto che si incammineranno verso la stabilizzazione della normalità nelle relazioni con Israele.
Quello che Obama omette non è accidentale ma è la componente essenziale della proposta. Lui sa quello che sta facendo, non è uno sciocco. Quello che vuole dire è che continuerà a fare quello che sia, incluso continuare a bloccare il consenso internazionale rispetto ad una risoluzione politica, ma vogliamo che normalizzino i rapporti con gli stati arabi che sono nostri clienti.
Avrà richiesto una tremenda disciplina perché la stampa e gli intellettuali abbiano finto di non accorgersi di questo. Quello che succede è che questa è una perfetta obbedienza. Semplicemente seguono i passi del loro padrone, come i passi dei ganzi. Lo stesso succede quando lo intervistano, ripetono che lui è molto comunicativo e che è pieno di speranza.
La dichiarazione che è seguita sulla politica estera è stata un discorso del Vicepresidente, Joe Biden, che è stato anche lui elogiato per essere molto comunicativo e per voler estendere la mano in segno di amicizia a Iran e Russia. Biden non è arrogante come lo era John Bolton, che li aveva mandati ad annegare al lago più vicino; anzi è molto amabile e usava parole simpatiche; che dobbiamo essere tutti amici e via dicendo.
Ma guardiamo il contenuto. Riguardo alla Russia ha detto che continueranno a mettere sistemi di missili di difesa vicino alle loro frontiere. Lui sa molto bene che la Russia considera questo come un attacco probabile alle sue capacità nucleari dissuasive. E’ per questo che la Russia si oppone. Non c’entra nulla l’Iran.
Gli Usa dicono che è per impedire che l’Iran spari missili, che Iran non ha, e armi nucleari, che non neanche ha. Ma qualsiasi persona con la testa al suo posto sa che se anche l’Iran avesse missili e armi nucleari non attaccherebbe l’Europa tranne se non vogliano scomparire immediatamente e non c’è alcun motivo per pensare che l’Iran vuole qualcosa del genere.
Allora, credo che questa è una grande truffa. Se veramente fossero preoccupati per la minaccia iraniana, che non esiste, avrebbero collocato il sistema di difesa di missili al sud, in un posto come Azerbaiyàn, così come era stato proposto dalla Russia. Ma a loro non interessa. Ciò che veramente vogliono è minacciare la forza dissuasiva nucleare russa.
Gli analisti strategici nordamericani sono consapevoli di tutto questo. Può essere letto nelle pubblicazioni più importanti. (La base missilistica) in questo momento non induce a reazioni immediate (da parte dei russi) che non funzioneranno, ma può servire come base perché la Russia reagisca, ed è inoltre una provocazione per la Russia.
Biden ha insistito di parlare a bassa voce al posto di essere arrogante per comunque dire che avrebbero continuato con questo tipo di politiche. Continuano fiancheggiando i territori russi in Europa. E sull’Iran? Ha detto che possiamo dialogare se loro abbandonano i programmi nucleari illeciti. Quali sono questi programmi nucleari illeciti? L’Iran è uno dei firmatari del Trattato di Non Proliferazione. E’ un suo diritto portare a termine programmi nucleari e di sviluppare energia nucleare.
La maggior parte dei paesi del mondo è d’accordo su questo ma sono membri dei Paesi non Allineati, quindi non “esistono”. Tutto quello che si legge in occidente è che l’Iran sta sfidando la comunità internazionale. La “comunità internazionale”, significa tutti quelli che hanno armi a sufficienza per colpire in testa gli altri.
Se la maggior parte dei paesi del mondo non è d’accordo con la “comunità internazionale” non importa perché non esistono. E cosa ne pensano gli statunitensi? Una buona parte pensa che l’Iran abbia il diritto di sviluppare energia nucleare. Ma, come i paesi non allineati, i cittadini statunitensi non fanno parte della comunità internazionale. Quindi quando qualcuno legge un articolo sul NewYork Times o sulla stampa britannica sulle sfide alla comunità internazionale, si riferiscono in realtà al Governo degli Stati Uniti.
Quali sono questi programmi illeciti? Sono programmi di armi? Forse ma l’intelligence statunitense non ci crede. Solo un anno fa l’intelligence nazionale ha dichiarato che erano fiduciosi sul fatto che l’Iran non avesse continuato il suo programma di armi da cinque anni. Questo non è andato giù al Governo, quindi i passi del ganzo che la stampa aveva lasciato sono spariti dopo aver investigato su questa questione. Così lo hanno fatto sparire dai media. I commentatori intellettuali non sfiorano l’argomento.
Quindi può essere che abbiano delle armi, può essere che l’intelligence si sia sbagliata, ma nulla da a Biden il diritto, assolutamente no, di parlare di “programmi nucleari illeciti”, lui non ha le prove che questi programmi esistano, il problema è che gli Stati Uniti non hanno voglia che li sviluppino. Ed è il loro programma nucleare l’argomento in discussione dal punto di vista degli Stati Uniti. Ci sono altre questioni riguardanti l’Iran ma questo (delle armi) è il punto della discussione degli Stati Uniti.
L’Iran ha altri problemi ma non fa parte del mondo, non ha le armi sufficienti per fare parte del mondo. Quindi dal punto di vista statunitense ed europeo l’unica questione che interessa è quella sulle armi nucleari e del “sostegno terroristico”. Sostenere il terrorismo significa sostenere la resistenza agli atti criminali degli Stati Uniti e Israele, questo significa per loro terrorismo.
Questi sono gli argomenti che dovrebbero essere discussi nella negoziazione. Dire che negozieranno solo sotto le loro condizioni, cioè non è nel loro interesse arrivare a negoziare. Questo è stato il contenuto del discorso di Biden. E’ stato detto in un modo amabile, con un tono amichevole, con parole gradevoli, per questo viene descritto come molto comunicativo. Dal punto di vista delle élites statunitensi ed europee, questo passo è abbastanza positivo, dato che amano appoggiare la violenza e le aggressioni. Lo considerano utile. Ma se lo fa qualcuno come Cheney o Boulton, non possono continuare a fare il loro gioco perché hanno un modo di esprimersi molto offensivo ed intollerabile, ma hanno il piacere che qualcuno come Obama lo faccia dato che parla in una forma amabile, ha studiato giurisprudenza, è nero, quindi possono fingere di non essere razzisti anche se sono più razzisti degli statunitensi, quindi per loro è piacevole. Ma stai attento ai contenuti, Condoleezza Rice è, più o meno, corretta nel suo giudizio. Nulla indica il contrario.
Fonte: http://www.visionesalternativas.com/index.php?option=com_content&task=view&id=43922&Itemid=1
Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA
Seconda parte: NOAM CHOMSKY: “La politica estera di Obama sarà come la seconda amministrazione di Bush” (2° Parte)16 aprile 2009
LILIANA GORINI SUL TRATTATO DI LISBONA
13 marzo 2009
NOAM CHOMSKY: "NON SONO UN DON CHISCIOTTE, PERCHE' I MIEI MULINI A VENTO SONO REALI"
Non è sorprendente: perchè non a caso è l'autore di libri come "I guardiani della libertà". E ', insieme a Edward Herman, sbriciola negli anni Ottanta il modello di propaganda che prevale nei principali media americani, analizzando come e perché un certo numero di informazioni e opinioni come le vostre sono sistematicamente messe a tacere. Ora, quando ha appena compiuto 80 anni, nelle librerie spagnole escono suoi libri, "Sobre el anarquismo" (Laetoli) e "Entrevista a Noam Chomsky", de Vicenç Navarro (Anagrama).
Anarchico dichiarato e ottimista nel continuare a scommettere per un futuro in cui il socialismo libertario di nuovo può diventare realtà, come è accaduto durante la guerra civile spagnola, occupa ancora un ufficio al MIT (Massachusetts Institute of Technology), dove è stato professore di lingua dagli anni Cinquanta. Ufficialmente in pensione nei primi mesi del XXI secolo, ma continua a recarsi giornalmente nell'edificio dalle forme sinuose e colori stridenti disegnato da Frank Gehry dove risiede il dipartimento di filosofia e linguistica del MIT a Cambridge (Massachusetts). Si direbbe che la sua luminosa "abitazione", piena di libri e capeggiata da una enorme foto di Bertran Russell, sia la sua seconda casa.
L'altra parte della sua vita, l'attivista politico, non punta verso il pensionamento. Dopo aver pubblicato decine di libri, soprattutto per criticare la politica estera degli Stati Uniti, continua a scrivere viaggiando per il mondo dando conferenze. La risposta nulla di Obama all' invasione israeliana di Gaza, la pioggia di milioni per salvare le banche del suo paese o il risultato delle recenti elezioni americane sono questioni che continuano a far pensare, questo sereno presidente che non dimostra la sua età, e riceve EL PAIS in jeans e scarpe da ginnastica.
Domanda. Il modello economico della stampa tradizionale sta attraversando il suo momento peggiore. Lei pensa che i cambiamenti che stanno avvenendo, motivati in parte dal peso che internet ha preso, favoriscono l'emergere di gruppi sociali con minore potenza nel settore della comunicazione?
Risposta. Le fonti d'informazione sono ancora la stampa tradizionale. Internet offre una maggiore varietà di opinioni, ma se volete veramente conoscere i fatti, ciò che sta accadendo nei siti, le opzioni rimangono le stesse. Ci sono molte fonti di informazione come sembra. Credo che i media tradizionali sopravviveranno. Troveranno un modo per capire e usare la rete a proprio vantaggio.Tuttavia, la qualità continua a diminuire. L'informazione è più omogenea che mai.
Domanda. Non pensa che la porta che hanno aperto alla rete costituisce una minaccia per il sistema di potere di cui lei ha parlato ne "I guardini della libertà"?
Risposta. Internet è un grande valore, ma è anche minacciato. La prossima battaglia sarà la lotta per la neutralità della rete. L'accesso a Internet è limitato, perché si deve pagare per questo, ma ora le imprese vogliono rendere più agevole raggiungere alcuni siti rispetto ad altri, a scapito di coloro che non possono permettersi di avere l'accesso veloce. Dobbiamo evitare che ciò accada.
Domanda. Lei è uno dei più critici della politica estera del suo paese, ma, stranamente, il suo punto di vista raramente appare sulla stampa americana.
Risposta. Gli Stati Uniti sono probabilmente il paese con il più alto grado di libertà di espressione nel mondo, la capacità dello Stato è molto limitata perchè nel 1964 ha abolito il cosiddetto atto di sedizione. Ma la libertà ha molte dimensioni e altre forme di controllo, per esempio attraverso l'impatto della raccolta di capitali. Quindi vedete i miei articoli a Johannesburg, ma non sul The New York Times.
Domanda. L'Europa ha seguito la ultime elezioni presidenziali, con attenzione. Perché pensi che gli Stati Uniti continuano ad affascinare gli Europei?
Risposta. Il mondo delle relazioni internazionali è molto simile alla mafia. E se avete un piccolo negozio, siete preoccupati per ciò che pensa il padrino, perché è pericoloso. L'Europa è preoccupata per quello che pensa il padrino, ma non credo davvero che continueranno la campagna. Segue tutto ciò che è superficiale, senza entrare nei programmi.
Domanda. Lei pensa che la crisi economica potrebbe causare una crisi di valori che porteranno ad un cambiamento nella forma di organizzazione sociale e politica?
Risposta. Sta già succedendo, penso che sia sotto la superficie, e la maggior parte delle persone stanno iniziando a sentirlo istintivamente. Nella letteratura popolare del XIX secolo, uno dei principali problemi è che coloro che lavorano il mulino dovrebbero possederlo. Molti scritti della rivoluzione industriale di contadini dicono: 'Il sistema industriale ha portato via la nostra cultura, la nostra individualità, siamo diventati strumenti nelle mani di altri. Quelle cose le ha scritte gente che non aveva mai sentito parlare di anarchismo e marxismo, ma lo hanno pensato istintivamente.Questa crisi torna a dare forza a queste idee.
Domanda. Secondo i politici, la più grande minaccia per la sicurezza del mondo non è il terrorismo, ma l'instabilità causata dalla crisi. Come interpretare questo messaggio?
Risposta. L'instabilità ha un significato tecnico: subordinazione agli Stati Uniti. Obama cosa farà per far fronte alla minaccia? Circondarsi di persone che hanno contribuito a creare questa crisi, come Timothy Geithner, Laurence Summers, banchieri, e trovare una formula per il salvataggio del sistema di controllo del dominio. Tutto l'Occidente è volta a salvare le istituzioni finanziarie ma non sono di alcuna utilità nei confronti di una crisi molto più grande: ci sono un miliardo di persone sull'orlo della morte per fame. Si tratta di una grave crisi, e il denaro non fa nulla per loro. È interessante notare, che non ho letto un giornale americano, ma uno del Bangladesh. Ciò che mi colpisce di più, inoltre, è che i giornalisti non ricordano che tutte le misure adottate da Obama sono esattamente il contrario di quello che la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) hanno raccomandato ai paesi poveri in momenti di crisi .
Domanda. Hai appena compiuto 80 anni, che cosa ti fa continuare a lottare?
Risposta.[Chomsky mostra una immagine nel suo ufficio dove l'angelo sterminatore col Cardinale Romero e sei gesuiti e intellettuali uccisi in El Salvador negli anni Ottanta dagli squadroni della morte]. Uno dei miei fallimenti è che nessun statunitense sappia cosa questo significhi.
Domanda. C'è sempre un senso di Don Chisciotte?
Risposta. No, perché i mulini sono reali e alcuni li abbiamo anche abbattuti. "La stampa dovrà trovare il modo tradizionale di utilizzare la rete a proprio vantaggio" "La qualità delle informazioni continua a decadere: è sempre più omogenea"