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4 novembre 2023
Il piano a lungo termine di Israele per respingere la popolazione di Gaza nel Sinai è ora a portata di mano
Mentre il Regno Unito e gli Stati Uniti appoggiano la carneficina a Gaza, inclusa un’imminente invasione di terra, stanno anche per sostenere il piano di pulizia etnica di Israele per una “Grande Gaza” in Egitto?
Mentre Israele ammassa le sue forze lungo la barriera che circonda Gaza, in attesa del via libera da parte degli Stati Uniti per un’invasione di terra, la domanda che pochi si pongono è: qual è la fine definitiva per Israele?
24 gennaio 2023
Perché la Marina egiziana comanda una coalizione guidata dalla NATO nel Mar Rosso?
Il 12 dicembre 2022, la Marina egiziana ha assunto il comando della Combined Task Force 153 (CTF 153), di recente costituzione, dalla Marina statunitense.
La CTF 153 è responsabile del controllo del traffico marittimo nel Mar Rosso ed è la quarta unità della Combined Maritime Forces (CMF), una coalizione internazionale istituita nel 2001 dagli Stati Uniti e dai suoi alleati della NATO che si concentra nelle vie d'acqua dell'Asia occidentale - dal Golfo Persico al Canale di Suez.
20 aprile 2021
Un'iscrizione cananea scoperta in Israele è l'"anello mancante" nella storia dell'alfabeto
Secondo gli archeologi, il minuscolo frammento di ceramica con un'iscrizione trovata a Tell Lachish, ha 3.500 anni ed è il più antico testo del Levante meridionale che utilizza una scrittura alfabetica piuttosto che pittografica.
Gli archeologi che hanno scavato nell'antico insediamento cananeo di Tell Lachish hanno scoperto un frammento di ceramica di 3500 anni fa con quello che credono essere il più antico testo trovato in Israele scritto in una scrittura alfabetica. Si conoscono testi cananei più antichi, ma erano scritti usando geroglifici o caratteri cuneiformi.
20 agosto 2020
GAZA: Niente pesca, quattro ore di elettricità al giorno: Israele stringe il cappio sulla striscia
Israele ha intensificato le restrizioni sulla Striscia di Gaza, che ospita due milioni di palestinesi, sotto un blocco disumano in vigore da più di dieci anni. Inoltre, i bombardamenti sulle postazioni di Hamas sono avvenuti quotidianamente dallo scorso 6 agosto.
I palestinesi nella Striscia di Gaza, intrappolati tra il mare, l'Egitto e Israele, continuano a subire le restrizioni imposte dallo Stato ebraico.
Il governo di Benjamin Netanyahu ha infatti intensificato negli ultimi giorni il suo blocco su Gaza - in vigore da più di un decennio - vietando ai pescatori di Gaza di uscire in mare e chiudendo l'unico valico di merci tra Gaza e Israele, rallentando così le consegne di carburante e portando alla “chiusura completa”, lunedì scorso, della centrale in questo territorio palestinese.
I palestinesi nella Striscia di Gaza, intrappolati tra il mare, l'Egitto e Israele, continuano a subire le restrizioni imposte dallo Stato ebraico.
Il governo di Benjamin Netanyahu ha infatti intensificato negli ultimi giorni il suo blocco su Gaza - in vigore da più di un decennio - vietando ai pescatori di Gaza di uscire in mare e chiudendo l'unico valico di merci tra Gaza e Israele, rallentando così le consegne di carburante e portando alla “chiusura completa”, lunedì scorso, della centrale in questo territorio palestinese.
23 novembre 2017
Come l'Arabia Saudita compra gli "alleati" globali e regionali
L'Arabia Saudita ha costruito una potente rete di relazioni politiche, militari ed economiche regionali e locali che integrano un'appartenenza religioso-estremista condivisa. Di conseguenza, nonostante la reputazione di monarchia clericale dispotica e arretrata con una fortissima dipendenza dalle vendite di petrolio, l'Arabia Saudita è diventata una forza politica micidiale nel Medio Oriente e altrove.
Per comprendere le dinamiche e le proiezioni del potere saudita, è importante identificare e analizzare come utilizza le sue armi militari, religiose ed economiche.
Arabia Saudita: senilità e protezione mercenaria
L'Arabia Saudita ha finanziato e fornito feroci eserciti mercenari in Siria, Iraq, Somalia, Yemen, Libia, Libano, Afghanistan, Pakistan, Filippine, Malesia e molti altri paesi asiatici e africani.
L'intollerante ramo wahhabita dell'Islam sunnita, quello saudita e i suoi mercenari agiscono per rovesciare e distruggere i regimi arabi e le società che vantano una leadership moderna, nazionalista e laica indipendente o praticano la tolleranza multietnica o multireligiosa. Hanno anche preso di mira le repubbliche con governi a maggioranza sciita contro la dominazione saudita-wahhabita in Medio Oriente.
Arabia Saudita: senilità e protezione mercenaria
L'Arabia Saudita ha finanziato e fornito feroci eserciti mercenari in Siria, Iraq, Somalia, Yemen, Libia, Libano, Afghanistan, Pakistan, Filippine, Malesia e molti altri paesi asiatici e africani.
L'intollerante ramo wahhabita dell'Islam sunnita, quello saudita e i suoi mercenari agiscono per rovesciare e distruggere i regimi arabi e le società che vantano una leadership moderna, nazionalista e laica indipendente o praticano la tolleranza multietnica o multireligiosa. Hanno anche preso di mira le repubbliche con governi a maggioranza sciita contro la dominazione saudita-wahhabita in Medio Oriente.
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19 settembre 2017
Egitto: scomparso uno dei legali della famiglia Regeni
Ibrahim Metwaly Hegazy |
L’avvocato si stava imbarcando su un aereo diretto a Ginevra dall’aeroporto del Cairo dove sarebbe dovuto intervenire sul tema dei diritti umani a un’assemblea delle Nazioni Unite. Dal momento in cui è stato fermato ai controlli non risulta più contattabile e non ha mai preso il volo per la Svizzera.
In quella sede Hegazy avrebbe dovuto parlare dell’omicidio di Giulio Regeni, caso che segue da vicino per la Commissione egiziana per i diritti e le libertà (Ercf), l’Ong che fornisce consulenza ai legali della famiglia del ricercatore friulano torturato e ucciso al Cairo nel 2016. E avrebbe illustrato anche l’ultimo rapporto sulle sparizioni forzate nel paese di Al Sisi pubblicato dall’Ecrf sulla propria pagina web, oscurata d’imperio dal governo egiziano il 5 settembre scorso come altri 405 siti di Ong da maggio ad oggi.
18 settembre 2017
Regeni: chi sa, chi mente e chi è complice
Due novità aggiornano nelle ultime ore gli sviluppi sul caso Regeni.
Un articolo del New York Times pubblicato ieri conferma che il dipartimento di Stato americano informò il governo italiano che dietro la morte di Giulio Regeni c'erano i servizi segreti egiziani con alti esponenti dell'entourage di Al-Sisi coinvolti. Gli americani non rivelarono le fonti né i dettagli delle figure coinvolte per non bruciare gli informatori. Renzi tacque la notizia e non approfondì la pista. La seconda novità riguarda l'annuncio dato, sempre nella giornata di ieri, dalla Farnesina dell'invio di un nuovo ambasciatore, Giampaolo Cantini, al Cairo. Per la famiglia di Giulio è il segnale di una resa. Il predecessore di Cantini, Massari, venne richiamato a Roma l'8 aprile 2016 per esercitare pressione verso le autorità egiziane in riferimento alle indagini sul caso Regeni. La tempesta è passata, la normalità delle relazioni diplomatiche, commerciali e di potere, ovvero quella normalità che ha ucciso Giulio Regeni, va ristabilita.
16 agosto 2017
C’é dittatore e dittatore: Maduro é brutto, Al-Sisi é bello
Slobodan Milosevic (1999), Saddam Hussein (2003), Muhammar Gheddafi (2011). Il prossimo obbiettivo è Nicolàs Maduro.
Nel 1999 avevo capito che gli americani avevano l’intenzione di attaccare la Serbia di Milosevic, che non era un dittatore ma un autocrate, tipo il Putin di oggi, ma aveva il gravissimo torto di essere il capo dell’unico Paese rimasto paracomunista in Europa, quando vidi che la CNN trasmetteva ogni giorno, ripresa senza nessuna verifica dalla Televisione italiana, gli eccidi che avvenivano quotidianamente in Serbia a danno degli albanesi. Le immagini erano autentiche, ma si riferivano ad un solo episodio, avvenuto nella cittadina di Račak (45 morti), ma opportunamente miscelate, riprese da varie angolazioni, sembravano appartenere ogni volta ad episodi diversi, per cui l’apparenza era che in Serbia fosse effettivamente in atto un genocidio ai danni dei serbo-albanesi. E arrivò, contro la volontà dell’Onu, la prevedibile aggressione americana, una grande e colta capitale europea come Belgrado bombardata per 72 giorni (5500 morti) con la complicità del governo italiano (premier D’Alema) che si prestò a fare la parte più ignobile, la nostra, come sempre, quella del ‘palo’ (gli F-15 e i Tornado partivano dalla base di Aviano).
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27 luglio 2017
Gaza: l’esperimento israeliano su esseri umani costretti in situazioni di stress e deprivazione estremi
Sotto i nostri occhi è in corso uno dei più grandi esperimenti mai condotti al mondo su esseri umani, e il mondo tace. Il test è giunto al culmine e il mondo mostra disinteresse.
Questo esperimento non è stato autorizzato da nessuna istituzione scientifica internazionale, la cui supervisione è invece necessaria secondo la Dichiarazione di Helsinki; lo scopo è di indagare il comportamento umano in situazioni di stress e deprivazione estremi.
Di Gideon Levy جدعون ليفي גדעון לוי
Per Israele, l’Autorità palestinese e l’Egitto si presenta così: cosa accade a due milioni di esseri umani quando si sottrae loro la corrente elettrica per quasi tutte le ore del giorno e della notte? Cosa succede in inverno, in primavera e soprattutto adesso, nella mostruosa calura dell’estate mediorientale?
Di Gideon Levy جدعون ليفي גדעון לוי
Il gruppo sperimentale non comprende pochi individui, non dozzine o centinaia, migliaia o decine di migliaia, centinaia di migliaia di persone: la popolazione sotto esperimento conta almeno due milioni di esseri umani.
Ad oggi, hanno sostenuto egregiamente la prova. La pentola a pressione in cui sono confinati non è ancora esplosa, sebbene sia evidente qualche turbolenza al suo interno. La striscia di Gaza è tenuta sotto osservazione per vedere quando e come, infine, esploderà. Sembra sia solo questione di tempo.Per Israele, l’Autorità palestinese e l’Egitto si presenta così: cosa accade a due milioni di esseri umani quando si sottrae loro la corrente elettrica per quasi tutte le ore del giorno e della notte? Cosa succede in inverno, in primavera e soprattutto adesso, nella mostruosa calura dell’estate mediorientale?
17 aprile 2017
Siria e Nord Corea: il disperato tentativo atlantico di separare Mosca e Pechino
Dopo il bombardamento del 7 aprile, domina l’interrogativo se il raid statunitense sia stato solo un evento isolato oppure il preludio di un più ampio coinvolgimento in Siria. Parallelamente le manovre americane in Nord Corea lasciano presagire un intervento militare anche in Estremo Oriente: c’è un nesso tra le due crisi simultanee? L’attacco chimico del 4 aprile, seguito dal blitz missilistico e dalle pressioni sul Cremlino per abbandonare Assad, è una maldestra manovra per riallineare la Russia agli USA ed al resto del blocco occidentale. La minaccia di un intervento contro il regime di Pyongyang, storico “vassallo” cinese, è il tentativo speculare di svincolare Pechino dalla Russia: constata la monoliticità del blocco euroasiatico, si va verso l’escalation militare?
Il bombardamento del 7 aprile sulla base siriana di Shayrat ha creato molta amarezza tra i “populisti” europei, galvanizzando al contrario quei governi e quelle istituzioni che si sentivano orfani della salda guida della Casa Bianca: la Francia di François Hollande, la Germania di Angela Merkel, l’Unione Europea e la NATO hanno salutato con sollievo e soddisfazione il rinsavimento, o sarebbe meglio dire “la normalizzazione”, di Donald Trump.
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16 marzo 2017
La fame condurrà ad una seconda rivolta del pane in Egitto?
I poveri in Egitto si sono svegliati con una brutta sorpresa: non potranno ottenere la razione di pane (cinque pani a persona) consentita loro dalle tessere annonarie di razionamento.
Della crisi iniziata martedì 7 marzo si è iniziato a parlare il giorno prima quando si cominciò a rumoreggiare sul fatto che la razione per persona potrebbe ridursi da 5 a 3 pani. Il Ministero dell’Approvvigionamento e del Commercio Interno comunque lo ha smentito, dopo essersi reso conto dell’impopolarità di tale misura.
Il ministero comunque ha ridotto la farina che ottengono le panetterie che distribuiscono il pane ai cittadini e che dunque producono ormai solo 500 pani al giorno invece dei 3.000 pani di prima. In seguito a questo provvedimenti, i proprietari delle panetterie in alcune province hanno smesso di distribuire le quote di pane che alle quali danno diritto le tessere annonarie, il che ha fatto scendere la gente nelle strade e nelle piazze di varie città per protestare.
4 marzo 2017
Il Triangolo Strategico che Cambierà il Mondo
Mentre il mondo continua a decifrare o digerire la nuova presidenza Trump, dipende dai punti di vista, importanti cambiamenti avvengono nel grande triangolo strategico compreso tra Russia, Iran e Cina.
Il grande gioco che si sta evolvendo all'ombra del caos negli Stati Uniti, vede Iran, Russia e Cina coordinarsi su una serie di questioni più che rilevanti per il futuro del continente Eurasiatico. Con una popolazione di più di cinque miliardi di persone, circa due terzi della popolazione terrestre, il futuro dell’umanità passa attraverso questa immensa area. In un cambiamento epocale, da un ordine mondiale unipolare basato su Europa e Stati Uniti, ad uno multipolare con protagoniste Cina, Russia ed Iran, quest’ultime hanno scelto di ritagliarsi un ruolo di primo piano nello sviluppo del continente. Le impegnative sfide future del continente fanno parte dell'eredità lasciata dal frame work internazionale basato sull’ordine mondiale euro-americano creato dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Il grande gioco che si sta evolvendo all'ombra del caos negli Stati Uniti, vede Iran, Russia e Cina coordinarsi su una serie di questioni più che rilevanti per il futuro del continente Eurasiatico. Con una popolazione di più di cinque miliardi di persone, circa due terzi della popolazione terrestre, il futuro dell’umanità passa attraverso questa immensa area. In un cambiamento epocale, da un ordine mondiale unipolare basato su Europa e Stati Uniti, ad uno multipolare con protagoniste Cina, Russia ed Iran, quest’ultime hanno scelto di ritagliarsi un ruolo di primo piano nello sviluppo del continente. Le impegnative sfide future del continente fanno parte dell'eredità lasciata dal frame work internazionale basato sull’ordine mondiale euro-americano creato dopo la fine della seconda guerra mondiale.
28 agosto 2016
Lettera aperta al Presidente egiziano sull'accordo imminente con il FMI
Prestito del FMI - Ahmed Hassan |
Messaggio delle forze nazionali al Signor Presidente della Repubblica
E' con preoccupazione che le forze firmatarie nazionali di questo messaggio seguono l'esito dei negoziati tra l'esecutivo e la delegazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI), attualmente in visita in Egitto con l'intenzione di concedere un prestito di 12 miliardi. E' con inquietudine che seguono le misure finanziarie ed economiche estremamente gravi e spietate per la maggior parte del popolo egiziano composto da classi povere e medie. L'esecutivo aveva già iniziato ad attuare queste misure, anche prima dell'annuncio di questi negoziati. E questo ignorando completamente l'intero popolo, i suoi sindacati, le sue federazioni e le forze politiche.
13 giugno 2016
Faida tra Servizi dietro la fine di Giulio Regeni. Accanto al corpo una coperta militare
GIULIO REGENI ha cominciato a morire poco dopo il suo arrivo al Cairo, nel settembre del 2015, quando la Sicurezza Nazionale, il Servizio segreto interno egiziano, apre sul suo conto il fascicolo riservato 333//01/2015 con le accuse di spionaggio, cospirazione e appartenenza a una rete terroristica interna al Paese che progetta l'eliminazione del presidente Al Sisi.
Per tre mesi, ignaro dell'occhio paranoico che lo osserva, Giulio diventa "fair game", preda indifesa di una caccia libera tra gli apparati dello Stato - Servizi militari e Servizi civili - in lotta per contendersi un posto al sole nella gerarchia del regime. Fino all'esito finale. Prima il sequestro, la sera del 25 gennaio sulla riva destra del Nilo, all'uscita della stazione metropolitana di Naguib, quindi le torture per mano dei Servizi militari. Infine, l'oltraggio del cadavere, scaricato seminudo lungo la desert road Cairo-Alessandria con accanto un oggetto di cui sin qui nulla si era saputo. Una coperta in uso all'esercito. La traccia lasciata da chi, all'interno degli apparati egiziani, ha deciso, "per vendetta", di offrire un'indicazione sulle responsabilità dell'omicidio.
12 aprile 2016
Il generale El Sisi: la nuova prostituta di Casa Saud
Nonostante i tentavi dei mass media italiani – soprattutto quelli legati a certi ambienti che possiamo definire patriottardi – d’imbellettarlo, il regime egiziano del generale El Sisi, giorno dopo giorno, mostra il suo vero volto. Inutile girarci attorno sventolando lo spauracchio dell’Islam politico: siamo i fronte ad una dittatura al servizio di Israele e di Casa Saud.
Sabato scorso, Egitto ed Arabia Saudita hanno firmato diversi accordi di cooperazione incluso un patto relativo alla creazione di un fondo d’investimenti che ammonta a ben 16 milioni di dollari 1. La notizia è stata diffusa dalla televisione pubblica egiziana e subito ripresa criticamente dal giornale online hispantv: ‘’(Acordaron) poner en marcha un fondo de inversión egipcio-saudí con un capital de 60.000 millones de riales saudíes (16.000 millones de dólares)’’.
Le pessime notizie non finiscono qui.
8 marzo 2016
Egitto: Silenzio, si purga!
Dall'estate del 2013, centinaia di egiziani/e sono scomparsi/e, rapiti/e dalle forze di repressione. Le loro famiglie non sanno dove sono o se sono ancora vivi. Diverse azioni sono previste in tutto l'Egitto, in occasione della Giornata internazionale delle donne questo 8 marzo.
TLAXCALA ΤΛΑΞΚΑΛΑ ТЛАКСКАЛА تلاكسكالا 特拉科斯卡拉
Dalle profondità delle loro celle, le "ragazze di Dumyat" (Damietta) gridano la loro innocenza. Il 5 maggio 2015, avevano solo manifestato per chiedere la liberazione dei loro padri e fratelli, torturati e imprigionati in condizioni spaventose per le loro opinioni politiche. Sono tuttora accusate di aver ucciso agenti di polizia con armi da fuoco, dopo essere state selvaggiamente picchiate e ripartite in carceri sovraffollate. Dal loro arresto, la data del processo è rinviato di udienza in udienza, come per prolungare il loro calvario e quello delle loro madri le cui visite sono lasciate alla discrezione dell'amministrazione penitenziaria.
TLAXCALA ΤΛΑΞΚΑΛΑ ТЛАКСКАЛА تلاكسكالا 特拉科斯卡拉
Dalle profondità delle loro celle, le "ragazze di Dumyat" (Damietta) gridano la loro innocenza. Il 5 maggio 2015, avevano solo manifestato per chiedere la liberazione dei loro padri e fratelli, torturati e imprigionati in condizioni spaventose per le loro opinioni politiche. Sono tuttora accusate di aver ucciso agenti di polizia con armi da fuoco, dopo essere state selvaggiamente picchiate e ripartite in carceri sovraffollate. Dal loro arresto, la data del processo è rinviato di udienza in udienza, come per prolungare il loro calvario e quello delle loro madri le cui visite sono lasciate alla discrezione dell'amministrazione penitenziaria.
9 febbraio 2016
"In Egitto, la seconda vita dei sindacati indipendenti" - L’ultimo reportage di Giulio Regeni
Pubblichiamo qui l’articolo inviatoci da Giulio Regeni, e sollecitato via e-mail a metà gennaio, sui sindacati indipendenti in Egitto. Ci aveva chiesto di pubblicarlo con uno pseudonimo così come accaduto altre volte in passato. Dopo la sua scomparsa, rispettando prudenza e opportunità, l’abbiamo tenuto nel cassetto sperando in un esito positivo della vicenda. Dopo il barbaro omicidio al Cairo del ricercatore friulano abbiamo deciso di offrirlo ai lettori come testimonianza, con il vero nome del suo autore, adesso che quella cautela è stata tragicamente superata dai fatti.
Al-Sisi ha ottenuto il controllo del parlamento con il più alto numero di poliziotti e militari della storia del paese mentre l’Egitto è in coda a tutta le classifiche mondiali per rispetto della libertà di stampa. Eppure i sindacati indipendenti non demordono. Si è appena svolto un vibrante incontro presso il Centro Servizi per i Lavoratori e i Sindacati (Ctuws), tra i punti di riferimento del sindacalismo indipendente egiziano.
Al-Sisi ha ottenuto il controllo del parlamento con il più alto numero di poliziotti e militari della storia del paese mentre l’Egitto è in coda a tutta le classifiche mondiali per rispetto della libertà di stampa. Eppure i sindacati indipendenti non demordono. Si è appena svolto un vibrante incontro presso il Centro Servizi per i Lavoratori e i Sindacati (Ctuws), tra i punti di riferimento del sindacalismo indipendente egiziano.
25 marzo 2015
Le carceri egiziane al modo di al-Sisi
Non è un segreto che il regime di Hosni Mubarak sia stato repressivo. Eppure, sebbene quello di Abd al-Fattah al-Sisi sia anche peggiore sotto certi aspetti, come nel modo in cui tratta i detenuti, i politici di tutto il mondo elogiano il suo ruolo nella “transizione democratica” dell’Egitto. L’anno scorso, quando John Kerry si è recato al Cairo, ha riferito che al-Sisi gli aveva trasmesso “un forte senso di dedizione per i diritti umani”, aggiungendo che questa causa occupava “moltissimo” i pensieri del maresciallo. Per più di trent’anni è stata proprio la politica degli USA a supportare un regime autocratico in Egitto, come la strada per la “sicurezza regionale”. Gli USA hanno appoggiato il regime di Mubarak fino all’ultimo istante dell’ultimo giorno; perfino durante le proteste di massa, nel gennaio del 2011, gli USA hanno sperato che Mubarak potesse sopravvivere facendo delle concessioni politiche. Alla fine Mubarak è andato, ma i legami - solidi e di vecchia data - tra il Dipartimento della Difesa usamericano e le Forze armate egiziane, si sono mantenuti. I funzionari di Washington stanno regolarmente ripristinando il flusso di aiuti ed equipaggiamenti militari che era stato temporaneamente sospeso subito dopo il colpo di stato: per Washington non c’è nessun problema serio di “diritti umani”.
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29 aprile 2014
EGITTO: 683 CONDANNE A MORTE
Dopo la liberazione dalla "dittatura" e l'arrivo della democrazia USA, ecco un segnale di civiltà (?)
Nuova feroce rappresaglia giudiziaria contro I “Fratelli Musulmani” in Egitto. Un tribunale de Il Cairo ha infatti condannato a morte 683 seguaci del presidente eletto egiziano Morsi, defenestrato da un colpo di Stato e accusati di atti di terrorismo per l’attacco a una stazione di polizia di Minya il 14 agosto del 2013. Tra questi, è stato condannato alla pena capitale anche uno dei leader del movimento islamico, Mohamed Badie.
Lo stesso “Tribunale speciale” ha anche tramutato in 492 ergastoli su 529 pene capitali comminate ad altrettanti militanti del movimento di Morsi già condannati a marzo.
La Fratellanza Musulmana, aveva conquistato legalmente il potere, con il presidente Morsi, nelle elezioni del 2012 seguite alla rivolta di popolo contro Hosni Mubarak. Il presidente Morsi era stato rovesciato da un golpe della giunta militare e la Fratellanza era stata dichiarata fuorilegge.
Nuova feroce rappresaglia giudiziaria contro I “Fratelli Musulmani” in Egitto. Un tribunale de Il Cairo ha infatti condannato a morte 683 seguaci del presidente eletto egiziano Morsi, defenestrato da un colpo di Stato e accusati di atti di terrorismo per l’attacco a una stazione di polizia di Minya il 14 agosto del 2013. Tra questi, è stato condannato alla pena capitale anche uno dei leader del movimento islamico, Mohamed Badie.
Lo stesso “Tribunale speciale” ha anche tramutato in 492 ergastoli su 529 pene capitali comminate ad altrettanti militanti del movimento di Morsi già condannati a marzo.
La Fratellanza Musulmana, aveva conquistato legalmente il potere, con il presidente Morsi, nelle elezioni del 2012 seguite alla rivolta di popolo contro Hosni Mubarak. Il presidente Morsi era stato rovesciato da un golpe della giunta militare e la Fratellanza era stata dichiarata fuorilegge.
28 marzo 2011
PIAZZA TAHIR, CON I MILITANTI DELLA LIBERA REPUBBLICA D'EGITTO
Di Rabha Attaf رابحة عطاف
Un vento di libertà soffia in Egitto dal quel giorno storico dell'11 febbraio 2011, data della destituzione del generale-presidente Hosni Mubarak da parte dei suoi colleghi e della sua fuga senza gloria verso Sharm El Sheikh, stazione balneare particolarmente apprezzata dai sub di tutto il mondo per le sue acque limpide e la compagnia di delfini.
Un vento così eccitante che il gruppo irriducibile di attivisti per la pace - al quale si sono aggiunte più di 500 persone - ha deciso di assediare la piazza di Tahrir. Diverse classi della società egiziana - imprenditori, guide turistiche, ingegneri, avvocati, medici, giornalisti, studenti, o semplicemente uomini e donne del popolo - hanno deciso di occupare, come una sfida democratica, il centro di questo luogo simbolico della rivoluzione egiziana. Obiettivo: la promulgazione di una nuova costituzione e indire elezioni libere dopo un anno - e non quattro mesi, come annunciato dal Consiglio Supremo delle Forze Armate a capo del paese - per consentire alla società civile egiziana di organizzare la sua rappresentazione. La posta in gioco è alta: evitare che le aspirazioni democratiche della maggioranza finora silenziosa non si ritrovino incagliate tra la potente Fratellanza Musulmana (prima soggetta a divieto di scrutinio elettorale come un partito) e il Partito Nazionale Democratico, lo stesso sul quale si è basato il sistema clientelare di Mubarak.
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