Ramtukan (Intervista) Resistenza linguistica Mapuche nella voce di una leader: intervista a Elisa Loncon Antileo Mapuce zomo weycafe igkanielu mapuzugun
Elisa Loncon Antileo (nella foto) è una donna mapuche,
linguista, membro della Rete per i diritti educativi e linguistici dei
popoli indigeni in Cile, difende e parla il Mapuzugun oltre al
castigliano e l'inglese. E' anche un'accademica presso l'Università di
Santiago. Tuwvn: Origini
Quando
divenne consapevole della necessità di esercitare una resistenza
linguistica e della sua importanza per la sopravvivenza della lingua e
del popolo Mapuche?
ELA: Sono nata in una famiglia in cui si
parlavano entrambe le lingue. Da quando sono nata sono cresciuta
sentendo due lingue, spagnolo e mapuzugun, questo mi ha resa
consapevole del problema. Anni dopo ho studiato inglese, ma ero già
consapevole della questione. Studiando pedagogia inglese, feci un
riciclaggio di alcune strategie didattiche per l'insegnamento
dell'inglese nell'insegnare il Mapuzugun.
Sapevo di parlare una lingua poco apprezzata socialmente, associata
alla discriminazione subita da bambina per essere Mapuche, ma era una
lingua che aveva un valore nella mia famiglia. Presi coscienza fin da
piccola, del fatto che la mia cultura era importante e allo stesso
tempo mi resi conto che era discriminata. Ci è stato insegnato fin da
piccoli che è stato un errore chiamarci indiani, che chi arrivò qui
pensava di essere in India. Appresi che non eravamo indiani, ma Mapuche.
Partiamo da questo semplice grafico, che ci racconta il recente passato dell'Italia e ci consente esprimere anche qualche giudizio sul prossimo futuro. Il grafico rappresenta la dinamica del PIL nominale (scala sinistra) e del debito pubblico dal 2000 in avanti; mentre la scala destra (linea verde) esprime l'andamento del rapporto debito/Pil nel periodo considerato.
Come si osserva, dal 2000 fino al 2007/2008, le traiettorie del debito pubblico e del Pil sono del tutto analoghe, con una lieve diminuzione del rapporto tra debito e Pil (linea verde) durante gli anni di maggiore espansione economica.
Si ricorderà che quegli anni sono stati caratterizzati da un ciclo economico straordinariamente positivo per l'Italia e per il resto del mondo, benché viziato da numerosi fattori che hanno costituito (almeno in parte) la causa della crisi scoppiata nel 2008 con il fallimento di Leheman Brothers, con le conseguenze che ne sono derivate. Basti pensare che, alla fine del 2006, il tasso di disoccupazione era arrivato al 6.1% contro il 13% attuale.
Nonostante un ciclo economico di estremo favore, il rapporto debito/Pil non è mai diminuito sotto la soglia del 103,3% dai massimi di quel periodo a 109%. Una riduzione inferiore al 6%, insomma.
Dopo la liberazione dalla "dittatura" e l'arrivo della democrazia USA, ecco un segnale di civiltà (?)
Nuova feroce rappresaglia giudiziaria contro I “Fratelli Musulmani” in Egitto. Un tribunale de Il Cairo ha infatti condannato a morte 683 seguaci del presidente eletto egiziano Morsi, defenestrato da un colpo di Stato e accusati di atti di terrorismo per l’attacco a una stazione di polizia di Minya il 14 agosto del 2013. Tra questi, è stato condannato alla pena capitale anche uno dei leader del movimento islamico, Mohamed Badie. Lo stesso “Tribunale speciale” ha anche tramutato in 492 ergastoli su 529 pene capitali comminate ad altrettanti militanti del movimento di Morsi già condannati a marzo. La Fratellanza Musulmana, aveva conquistato legalmente il potere, con il presidente Morsi, nelle elezioni del 2012 seguite alla rivolta di popolo contro Hosni Mubarak. Il presidente Morsi era stato rovesciato da un golpe della giunta militare e la Fratellanza era stata dichiarata fuorilegge.
Pandemie fittizie, leggi sulla vaccinazione coatta. Non è che la preparazione alla sterilizzazione totale della popolazione "superflua" della Terra. Nel 1989 è stato desecretato il Memorandum-200, compilato nel 1974 da Henry Kissinger, consigliere per la sicurezza nazionale degli USA. Il suo tema era la crescita della popolazione nel mondo e le sue conseguenze per la sicurezza degli USA e i loro interessi all'estero. Proponendo le misure per una notevole riduzione della popolazione Kissinger ha scritto:
Bush e Kissinger
"Il mondo dipende sempre di più e di più dalle forniture minerarie dai paesi in via di sviluppo, e se un rapido accrescimento della popolazione disturba le loro prospettive dello sviluppo economico e del progresso sociale, l'instabilità che ne consegue può minare le condizioni per la produzione allargata e per il sostegno di un flusso ininterrotto di tali risorse".
Per accelerare al massimo l'avanzamento verso la stabilità della popolazione si proponeva di prestare attenzione ai tredici paesi in via di sviluppo delle aree più ricche di risorse del pianeta: India, Bangladesh, Pakistan, Nigeria, Messico, Indonesia, Brasile, Filippine, Tailandia, Egitto, Turchia, Etiopia e Colombia. Il Memorandum-200 proponeva una drastica riduzione della popolazione di questi paesi ciò che permetterebbe agli USA di sfruttare le loro risorse minerarie. Il piano segreto di Kissinger è stato immediatamente messo in pratica.
Come ci ricorda Ivan Illich, il più grande pensatore del Novecento, il concetto di “sviluppo economico” nella sua accezione attuale fa la sua comparsa il 10 gennaio 1949, nel celebre “Discorso dei Quattro Punti” rivolto alla nazione dal presidente americano Truman, alla vigilia della ricostruzione post-bellica. Fino ad allora, tale espressione era relegata all’evoluzione delle
specie animali, al gioco degli scacchi e poco altro. Da quel giorno, e
in meno di una generazione, hanno invece cominciato a pullulare le più
disparate teorie sull’opportunità di inscatolare all’interno di quel
concetto il vero destino dell’evoluzione del genere umano: se da un lato
si ricordano i cosiddetti “pragmatisti”, coloro cioè
che attribuivano alla vocazione imprenditoriale l’unica rotta salvifica
perseguibile; dall’altro lato, vi erano quelli che potremmo definire gli
“aspiranti politici”, prevalentemente intenti a
salvaguardare gli aspetti più “soft” del new-deal espansionistico, come
per esempio l’intima realizzazione di se stessi.
"Un giorno le macchine risolveranno tutti i problemi, ma mai nessuna di esse riuscirà a formularne uno."A. Einstein
Molti di noi sono a conoscenza dell'esistenza di un gruppo molto
agguerrito di ideologi pieni di soldi e potere, convinti che il futuro
dell'umanità debba consistere nella costruzione di un nuovo 'esemplare' di essere umano. Un essere umano plasmato non più da Dio o dalla evoluzione naturale, ma da tutta una serie di interventi scientifici e tecnologici effettuati dall'uomo sull'uomo, e dettati dalla agenda sedicente illuminata promossa da tali sedicenti geni incompresi. Evoluzione
indotta artificialmente, quindi, da perseguirsi con una progressiva e
radicale induzione alla manipolazione psichica, fisica, sensoriale,
culturale e sessuale (v. correlati).
Secondo alcune correnti di pensiero l'ideologia transumanistica prenderebbe spunto filosoficamente dallo eudemonismo, dottrina morale che pone il raggiungimento della felicità quale fine naturale della esistenza umana. Fu su tali basi filosofiche che il biologo Julian Huxley nel 1957 coniò il termine 'transumanesimo', definendolo come 'l'uomo che restando uomo trascende se stesso, realizzando nuove potenzialità di e per la sua natura umana.'
Il problema è che, in quanto forma egregorica, l'ideologia
transumanistica non poteva che essere destinata a trascendere i suoi
iniziali propositi filantropici per sfociare in una serie di azioni non
più controllabili dai singoli propugnatori.
"I nostri problemi economici non sono cominciati con la crisi del debito, ma con l’adesione all’Euro"
Può
sembrare strano chiedere un default sui nostri debiti ed uscire
dall’Eurozona, con la Troika che ha appena lasciato l’Irlanda [Dicembre
2013]. Le persone, istintivamente, non lo vogliono fare. La prima cosa
equivarrebbe a rinnegare i debiti che abbiamo liberamente assunto. La
seconda a rinnegare l’attuale grande progetto costituito dall'Unione
Europea [l’autore si riferisce, in realtà, all’Eurozona e non all’UE,
ndt]. E poi, i problemi dell’Eurozona sono stati risolti, giusto? … Non
molto, quanto meno ascoltando attentamente le parole di qualcuno che
sull’argomento dovrebbe saperne parecchio: Mario Draghi, il Presidente
della Banca Centrale Europea. Lo scorso Gennaio aveva definito come
“prematuri” i commenti ottimistici dal Presidente della Commissione
Europea Jose Manuel Barroso, che aveva predetto di come l’Eurozona, nel
2014, avrebbe messo la crisi alle sue spalle. Oppure
considerando le parole dell'ex capo della Banca Centrale Tedesca, Axel
Weber. Egli ha detto, al World Economic Forum di Davos di Gennaio 2014,
che la malattia sta persistendo e che l’Eurozona dovrà probabilmente
affrontare un nuovo attacco da parte dei mercati, nel corso di
quest'anno.
"L'Europa è in pericolo. Sono ancora molto preoccupato. I
mercati sono migliorati, ma la situazione economica della maggior parte
dei paesi aderenti non è migliorata".
L’hotel di lusso a cinque piani sorgerà nel centro di Torino, in
Piazza Carlo Emanuele: si chiamerà Hotel Gramsci. Sorgerà sulle ceneri
della casa in cui Antonio Gramsci abitò dal 1919 al 1921, fondando
“L’Ordine Nuovo” e gettando le basi del futuro Pci. Non conosco,
personalmente, miglior modo di descrivere la storia della sinistra
italiana: il passaggio dalla nobile figura di Antonio Gramsci all’hotel
di lusso a lui dedicato, con il pieno sostegno della sinistra cittadina.È l’emblema dell’involuzione indecente della sinistra, la tragicomica
vicenda del “serpentone metamorfico Pci-Pds-Ds-Pd” (la definizione è di
Costanzo Preve): in essa è possibile leggere, in filigrana, una
dialettica di progressivo abbandono dell’anticapitalismo e di graduale
integrazione, oggi divenuta totale, alle logiche illogiche del mercato
divinizzato da parte delle forze di sinistra. L’Hotel Gramsci presenta
una sinistra (!) analogia con il Grand Hotel Abisso di cui diceva Lukács
nellaDistruzione della ragione.
Il paradosso sta nel fatto che la sinistra oggi, per un verso, ha
ereditato il giacimento di consensi inerziali di legittimazione proprio
della valenza oppositiva del’ormai defunto Partito Comunista e, per un
altro verso, li impiega puntualmente in vista del traghettamento della
generazione comunista degli anni Sessanta e Settanta verso una graduale
“acculturazione” (laicista, relativista, individualista e sempre pronta a
difendere la teologia interventistica dei diritti umani) funzionale
alla sovranità irresponsabile dell’economia.
Da anni si legge in molti libri di medicina naturale che
lo zucchero è come una droga dolce ma pericolosa per l’organismo.
Spesso si crede che per lo zucchero di canna tale verità non sia valida,
ma il cosiddetto zucchero di canna molto spesso è lo stesso zucchero
bianco colorato con melassa (si salva forse il mascobado e qualche altro
zucchero del commercio equo e solidale).In questo articolo ci stiamo
ovviamente riferendo allo zucchero raffinato artificialmente dalla canna
o dalla barbabietola, e non agli zuccheri presenti all’interno di altri
alimenti completi come il fruttosio della frutta o il lattosio del
latte)È difficile credere che lo zucchero possa essere dannoso perché
tale sostanza è entrata nella nostra dieta in modo tanto profondo che
una buona metà dei cibi confezionati che si trovano in commercio nè
risulta “contaminato”. L'Assunzione di zucchero raffinato sottrae vitamina C all’organismo
come fanno le sigarette, uccidealcuni batteri simbionti che nel nostro
organismo producono vitamine del complesso B e altera il ciclo di
regolazione glicemica. Il pancreas reagisce allo zucchero puro con una
ipersecrezione di insulina, cui segue da una parte una ipoglicemia,
dall’altra a lungo andare il surplus di lavoro del pancreas può portare
al diabete.L’assunzione di zucchero inoltre causa sonnolenza post
pranzo, altera il metabolismo e influisce sugli ormoni, decalcifica le
ossa e può portare alle carie dentarie.
Dopo l’annuncio del consigliere scientifico di Obama, che ha confermato
l’irrorazione di sostanze chimiche (come il sale di Bario, l’ossido di
alluminio, il Torio, il Quarzo, il Potassio e il Magnesio) nei cieli di
tutto il mondo, a favore della geoingegneria e la manipolazione del
clima, apprendiamo la notizia che il Presidente Rafael Correa, ha
ribadito l’utilizzo della forza attraverso caccia intercettori che
avranno il compito di catturare tutti gli aerei che irroreranno sostanze
chimiche nei cieli dell’Ecuador.
«Si dice che la crisi e la guerra servano al sistema
capitalista per ridurre le capacità produttive in eccesso, anche quando
si presenta un “eccesso” di capitale umano». Stefano Porcari, su “Contropiano”, commenta così l’ultimo report del Fmi,
secondo cui la nostra vita media è diventata troppo lunga, e quindi
troppo onerosa: la crescente longevità rende i sistemi pensionistici
sempre più costosi e questo produce un impatto negativo sui conti
pubblici. L’analisi del Fondo Monetario Internazionale è contenuta nel
“Global Financial Stability Report” 2014. In particolare colpisce
“l’allarme longevità” del Fmi.
Ma la longevità non dovrebbe essere un indicatore positivo, per una
società sviluppata che si rispetti? Non per il Fondo Monetario, secondo
cui i governi dovrebbero affrettarsi ad “adeguare” i loro sistemi di welfarealzando l’età pensionabile e tagliando le pensioni pubbliche.
«Non è la prima volta che torna su questo tasto, e non è certo un bel segnale», scrive Porcari, commentato il rapporto del Fmi. Secondo il Fondo Monetario – uno dei massimi poteri mondiali – l’impatto dell’allungamento delle aspettative di vita sull’economia
e i conti pubblici degli Stati è profondo e occorre provi rimedio.
Nel suo intervento per la Conferenza "Un'Europa senza euro" tenutosi a Roma sabato 12 aprile, l'ex commissario dell'Unione Europea e firmatario del Manifesto di solidarietà europea, Fred Bolkestein riporta una frase dell'ex cancelliere Helmut Kohl al Parlamento europeo nel 1991: "L'Unione politica è la controparte essenziale dell'Unione monetaria". L'unione politica doveva precedere la formazione della moneta unica e di una vera e propria Banca centrale. E' avvenuto l'opposto, ricorda Bolkstein, e all'interno di Maastricht le politiche per creare un'unione monetaria non hanno avuto un effetto integrante politico, ma un effetto opposto come vediamo oggi.
Tra i 5 criteri di Maastricht, il primo è il parametro del 3% di deficit per tutti i paesi, ribadito in una posizione solenne dal Patto di stabilità e crescita. Ma non è stato rispettato in primis da Francia e Germania dopo pochi anni. Un trattato che tutti hanno firmato e solennemente ribadito formalmente da tutti i paesi è stato palesemente violato e quindi non c'è nessuna credibilità per tutti i patti successivi firmati a Bruxelles.
Dai cambiamenti climatici alla Crimea,
l'industria del gas naturale è sempre pronta a trovare il modo migliore
per sfruttare le crisi per guadagnarci sopra: E' quello che io chiamo
la dottrina d'urto (The shock doctrine).
Il modo pensato per battere Vladimir Putin sarebbe inondare il mercato europeo con gas naturale-fracked-in-USA, o almeno così vorrebbero farci credere. Come parte della crescente
isteria anti-russa, sono stati presentati due disegni di legge al
Congresso degli Stati Uniti - uno alla Camera dei Rappresentanti (H.R. 6), e uno al Senato (S. 2083)
– che propongono l'esportazione di gas naturale liquefatto (LNG),
tutto in nome di un aiuto all'Europa per svezzarla dalla dipendenza dai
combuatibili fossili di Putin e per il miglioramento della sicurezza
nazionale USA.
Secondo Cory Gardner, il deputato repubblicano che ha presentato la mozione alla Camera, "opporsi a questa legislazione è come lasciare in attesa una chiamata d'emergenza dei nostri amici e alleati". Cosa che potrebbe essere vera - fintanto che i nostri amici e alleati lavorano
alla Chevron e alla Shell, e che lo stato di emergenza sia il bisogno
di mantenere alti i profitti menrte diminuiscono le scorte di petrolio e
gas convenzionali. Perché
questa strategia funzioni, è importante non cercare mai il pelo
nell'uovo. Come il fatto che gran parte del gas non andrà mai in Europa -
perché gli accordi dicono che il gas deve essere venduto sul mercato
mondiale a qualsiasi paese faccia parte dell'Organizzazione Mondiale del
Commercio.
Aggiornamento: Voci di strada
riferiscono che al momento vi è un movimento, fino a 5000 uomini delle
milizie popolari armate, in arrivo a Bunkerville, Nevada oggi (11/04/2014, N.d.E.)
E' evidente oramai che il governo
federale pensava di poter semplicemente occupare la terra circostante il
ranch di Bunkerville, NV e poter disporre di come meglio pensavano
della proprietà e del sostentamento della famiglia Bundy. Quello che non
si aspettavano era il grido degli americani in tutto il paese. E ora le
cose possono passare al livello successivo. Come Kim Paxton afferma,
molte milizie cittadini sono state convocate da diversi stati degli
stati uniti. Molti membri di queste organizzazioni stanno prendendo le
armi e si stanno dirigendo in Nevada.
E non sono solo le milizie
cittadine che si apprestano a prendere provvedimenti. Il governatore del
Nevada ha ufficialmente condannato le azioni del governo federale,
anche se deve ancora agire dal punto d vista legislativo. Lo Sceriffo
Richard Mack di Gilbert, Arizona, ha pensato bene di aumentare la tensione, chiamando questi eventi come azioni di "terrorismo".
Secondo le ultime stime ci sono
stati circa 200 agenti federali inviati da vari enti in Nevada e sembra
che centinaia, forse migliaia, di miliziani armati arriveranno presto a
confrontarsi con loro.
Doveva
essere “l’ultimo
atto di redenzione” della guerra contro il terrore degli USA, la
promessa elettorale di un Barak Obama che nel 2012 accusava Mitt Romney
di non avere un calendario per portare a casa le truppe
dall’Afganistan. Ora il presidente statunitense vuole mantenere in
quel paese circa 16.000 soldati in forma ufficiale, e non si sa quante
altre migliaia sotto quali nomi e quali incarichi, e
prolungare ancor più quella che è stata la guerra più lunga del
paese. Alla fine, Obama soffre di quello che i greci chiamavano akrasia, debolezza
della volontà.
Il
nuovo presidente del
paese invaso e occupato dovrà legalizzare lo status di colonia che
Washington gli ha preparato. Né il presunto assassinio di Bin Laden in
Pakistan, né la rivelazione (del segreto di cui tutti
parlavano) del presidente Hamid Karzai, quest’uomo della CIA, del
fatto che “Al Qaeda è un mito”, hanno fatto sì che gli USA smettessero
di sottostimare l’intelligenza di chi li
ascolta.
“Non
possiamo lasciare adesso l’Afganistan. Ha bilioni di dollari in
minerali” disse il generale David Petraeus, smontando i motivi umanitari
(salvare
gli afgani dagli integralisti talebani) o di sicurezza (salvare
l’umanità dai terroristi di Al Qaeda) dell’invasione. Alla tentazione
delle risorse naturali dell’Asia Centrale si
aggiungono la posizione strategica del paese, che per secoli ha fatto
da cerniera tra Cina, Russia, Iran e India.
Svendono tutto. L’Italia, lo Stato, - dicono – è in bancarotta e ogni suo gioiello dovrà essere messo all’asta per soddisfare i lupi usurai che lucrano decine e decine di miliardi di interessi ogni anno sul debito nazionale. Alla Grecia – e non era una battuta… - ci fu nell’Ue chi propose, due anni fa, di mettere “in garanzia” il Partenone. In attesa di vedere anche il Colosseo (su cui il patron di Tod’s ha già comunque lanciato una sorta di opa) diventare un bene privato, magari acquistato a prezzi di saldo con un carretto di quella carta straccia che viene definito “valuta” (dollaro, euro), il nostro (si fa per dire – demanio ha cominciato aste di realizzo per “beni minori”. Così, il cittadino teledipendente, o drogato, non avrà nulla da ridire. Al via, attraverso l'Agenzia del Demanio, la dismissione di alcuni gioielli pubblici, tra i quali un castello, un ex convento e il diritto di superficie di un'isola veneziana. Con una gran faccia senza vergogna, Paolo Maranca, il superburocrate di nomina governativa alla guida del dipartimento e dell’Agenzia del Demanio, ha dichiarato la dismissione "un piano di vendita secondo un piano articolato e non solo per fare cassa, ma per favorire lo sviluppo dei territori" e volto "ad un'imprenditoria capace e illuminata che capisca questo progetto" chiamato 'Valore Paese'. I cinque beni di pregio del valore sopra i 400 mila euro finiranno in un’asta che avverra' on line e “senza una base d'asta, ad offerta libera "che Maranca si è augurato “congrua”. Si tratta del castello del 1400 a Gradisca d'Isonzo (Gorizia), un complesso costituito da sei edifici dal grande valore storico-architettonico (11.500 mq, di cui 7.200 mq coperti); di una palazzina nel centro di Trieste (24 mila mq di cui 3.000 coperti); dell'ex convento del 1.600 a S.Domenico Maggiore Monteoliveto (Taranto), la 'Casa Nappi' a Loreto (Ancona).
Come riportato dall'Ansa il 31 marzo scorso, il capo della divisione di cardiologia della University of South California, Leslie Saxon, ha affermato che entro al massimo dieci anni tutti i bambini potrebbero avere il loro microchip celebrale già poche ore dopo la nascita, chip in grado di monitorare tutti i parametri vitali. Come riporta Tgcom 24 del 7 aprile ,all'ospedale Santa Chiara di Pisa è stato impiantato per la prima volta il microstimolatore wireless, un chip sottocutaneo che dovrebbe controllare il dolore cronico delle persone che non rispondono alla somministrazione di farmaci. Negli Stati Uniti ein Russia le principali compagnie di credito stanno spingendo le banche e i commercianti per la totale conversione alla tecnologia dei microchip, che dovrà iniziare da ottobre 2015. Insomma, nel futuro tutti saranno dotati di un chip sottopelle sin dalla nascita e quella che sino a pochissimo tempo fa era considerata fantascienza e visione distopica del futuro, ora è realtà. Da molti anni dei ricercatori avevano avvertito che entro un breve periodo tutto ciò sarebbe successo e sarebbe stato propagandato come necessario e positivo in un primo tempo.
Destinatari 100 persone influenti, convocate per tre giorni in una località segreta.
La lunga guerra legale tra Apple e Samsung sta portando alla luce alcuni dettagli interessanti che, se il conflitto non fosse iniziato, sarebbero rimasti segreti. Di recente è stata resa pubblica un'email scritta da Steve Jobs nel 2010 per annunciare il contenuto dell'incontro super-segreto riservato ai Top 100 per quell'anno. I Top 100 sono - o erano - un gruppo particolare all'intero di Apple: 100 persone convocate da Steve Jobs per tre giorni in una località segreta ma fornita di tutti i comfort per parlare della strategia aziendale per il futuro.
Il gruppo era composto da manager importanti ma anche da singole persone che avevano magari avuto un'idea brillante, tanto da colpire Jobs stesso. E nessuno che avesse l'onore di partecipare una volta aveva la garanzia di essere riconvocato: bisognava confermare il privilegio con il duro lavoro. Per il fondatore di Apple questi incontri erano importantissimi: non solo permettevano di condividere la strategia con l'élite più importante, ma gli consentivano di «fare circolare le idee», un'attività che egli considerava parte fondamentale del proprio lavoro.
Da quando il mese scorso i ministri delle Finanze europei hanno adottato lo schema del prelievo forzoso (bail-in) per colpire azionisti, obbligazionisti e depositi bancari, l’intero sistema finanziario monetarista che fa perno sulla City di Londra e Wall Street è spacciato. Dal punto di vista oligarchico, il modo per evitare un default inevitabile è provocare una guerra che consentirà ai vincitori di cancellare la massa di debito impagabile in una riorganizzazione post-bellica.
Per questa ragione la NATO ha chiuso tutti i canali di collaborazione con la Russia, accelerando così la prospettiva di uno scontro militare strategico. Allo stesso tempo, il Presidente Obama si sta muovendo per spingere i rapporti con la Cina lungo la stessa china. Durante un’audizione al Congresso la scorsa settimana, il sottosegretario USA per l’Asia ed il Pacifico Daniel Russel ha minacciato direttamente la Cina di rappresaglie se dovesse intraprendere passi che vadano nella direzione del "modello Crimea" nelle isole disputate nel Mar della Cina.
Dietro ordini della Casa Bianca, il ministro della Difesa USA Chuck Hagel ha annunciato che due nuovi cacciatorpediniere americani dotati di sistemi di difesa missilistica Aegis verranno dispiegate in Giappone nel 2017, stringendo così il laccio di contenimento intorno alla Cina. Il dispiegamento punta chiaramente alla Corea del Nord, ma Pechino lo leggerà come parte di un disegno per creare un’alleanza contro la Cina nell’Asia e nel Pacifico. Al contempo, gruppi di opposizione a Taiwan continuano a inscenare violente provocazioni che mirano allo scontro ora che i rapporti tra Cina e Taiwan si erano sviluppati nel senso della riconciliazione ed eventualmente della riunificazione.
Il racconto choc al programma tv "Le Iene" di un
militare che nel 2003 si trovava nella base di White Horse. L'uomo parla
di violenze e torture sui prigionieri interrogati dai soldati italiani
durante la missione in Iraq.
Prigionieri torturati, con la testa incappucciata e le mani legate con
fascette da elettricista, che venivano sistematicamente malmenati in un
crescendo di violenze, passando da una camera alla successiva finchè non
parlavano. E' quello che accadeva nella missione militare italiana a
Nassiriya, in Iraq, secondo il racconto di un militare al programma tv
'Le iene'. A più di 10 anni dalla strage che costò la vita a 19 italiani
(tra civili e militari) e 9 iracheni, queste testimonianze potrebbero
costringere a rivedere gli scenari sulla presenza italiana in Iraq. Gia
la settimana scorsa, lo stesso programma aveva mandato in onda un
servizio in cui un ex militare aveva raccontato al giornalista Luigi
Pelazza delle presunte torture che sarebbero avvenute durante la
missione in Iraq nel 2003. Questa volta lo stesso Pelazza ha incontrato
un altro militare, che ha raccontato nuovi dettagli.
Non è più l'Europa a
chiedercelo. Sono le organizzazioni finanziarie internazionali e
l'Europa e gli Stati accettano di essere “delegittimati”. Lidia Undiemi, studiosa di diritto e economia, editorialista di Wallstreet Italia. La
prima e principale accusatrice in Italia di MES e Fiscal Compact. Le sue
tesi saranno sintetizzate in un volume di prossima pubblicazione.
- Sono passati ormai tre anni da quando ha iniziato la sua
battaglia per impedire che l'Italia si legasse a trattati
intergovernativi come il MES – Meccanismo europeo di stabilità – ed il
Fiscal Compact. La sua azione di divulgazione continua oggi per cercare
di trasmettere nell'opinione pubblica la consapevolezza delle tremende
conseguenze pratiche sulla società di questi trattati. Ci può spiegare
cosa rappresenta il MES e perché i paesi per salvare l'euro hanno avuto
la necessità di scavalcare il diritto comunitario?
Il MES è un trattato di diritto internazionale che ha
come base giuridica il “meccanismo di stabilità da attivare ove
indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo
insieme”, introdotto con la modifica dell'art. 136 del Trattato sul
Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE). In parole più semplici, per
far fronte alla crisi della zona euro si è deciso di ricorrere ad un
accordo di diritto internazionale, con regole proprie che fuoriescono
dal sistema normativo comunitario. Qual è il risvolto politico di una simile scelta? Basti pensare al
sistema di votazione: nel processo decisionale dell'organizzazione MES,
il peso di ciascun paese aderente dell'Eurozona è proporzionato al
potere finanziario che esso riesce ad esprimere mediante il versamento
delle quote di partecipazione; la Germania, guarda caso, possiede la
quota maggiore.
A fine ’800 e a inizio ’900 quelle che
poi diventarono le multinazionali della chimica e del farmaco pare che
facessero sparire i loro oppositori. Un medico che curava senza farmaci, o
non si atteneva ai protocolli, stranamente aveva un incidente o spariva
senza lasciar traccia. Altri tempi, oggi non si ricorre più a tali
metodi, che oltre ad essere deprecabili possono creare martiri e fare
continuare l’opposizione invece che fermarla. Parte del mio addestramento comprendeva
lo studio dell’opera di Sun Tzu, “L’Arte della Guerra”. Il modo migliore
di vincere il nemico è quello di renderlo partecipe del tuo mondo,
delle tue ricchezze, dei tuoi beni. A quel punto i confini non
esisteranno più, e il suo territorio farà parte del tuo, insieme alle
sue ricchezze e i suoi beni, un’annessione senza colpo ferire. Che sia la nuova strategia usata dalle multinazionali?
A quanto pare Mark Lynas, che una volta
combatteva fianco a fianco con Greenpeace, ha sposato il credo di
Monsanto e affini. Viene da chiedersi se sia stato comprato
dall’industria della biotech, dato il suo voltafaccia totale e senza
riserve. Il 29 Aprile 2013 Mark Lynas ha fatto il
discorso che segue al College of Agriculture and Life Sciences (50th
Anniversary Celebration), and the Atkinson Center for a Sustainable
Future, Cornell University.
“I batteri
e i virus non producono malattia: è la malattia che li produce”
Non ci si ammala
per colpa dei germi, dei batteri, dei virus, del destino o del
patrimonio genetico. La genetica incide minimamente sulla percentuale di
malattie e in gran parte ridimensionabili attraverso un corretto stile
di vita. Il diabete e il cancro non arrivano dall’esterno: è il corpo
che li sviluppa. L’obesità non si prende: è il corpo che accumula
grasso. Il mal di testa, il mal di schiena, l’artrite, l’impotenza, non
si prendono: sono tutte condizioni patologiche che il corpo sviluppa dal
suo interno.
Ci ammala perché
vengono violate le leggi naturali che ogni organismo vivente, a seconda
della sua specie, deve rispettare. Quando la popolazione assume
standard di vita sbagliati, viola le leggi naturali e si alimenta con
prodotti industrializzati, le persone incominciano ad ingrassare, ad
ammalarsi, a sviluppare i disturbi della civiltà moderna. Le malattie
sono dovute a: tossine, caos elettromagnetico, stress psicofisico, ma
soprattutto a causa della cattiva alimentazione dovuta a cibo cotto,
industriale che causa carenze nutrizionali (nonostante la
sovralimentazione) e le nostre cellule restano affamate e assetate per
carenza di veri nutrienti.
In molti si rincorrono oggi a criticare un Trattato internazionale, il
cosiddetto Fiscal compact, che avrà i suoi effetti dirompenti e
drammatici per il nostro paese dal prossimo anno. A chiedere la
rinegoziazione di un accordo che prevede per il nostro paese l'obbligo
del perseguimento del pareggio di bilancio per Costituzione, quello del
non superamento della soglia di deficit strutturale superiore allo 0,5%
del Pil e una significativa riduzione del debito pubblico al ritmo di un
ventesimo (5%) all'anno, fino al rapporto del 60% sul PIL nell'arco di
un ventennio, sono, in modo sorprendente e tragicomico, anche quei
partiti che l'hanno ratificato in Parlamento nel luglio del 2012 dietro
le direttive dell'allora premier Mario Monti. La campagna elettorale per le elezioni europee di maggio, del resto, è iniziata
e il regime del partito unico che governa il paese dall'ex Commissario
dell'Unione Europea, Monti, a Renzi, passando per Letta, continua nella
sua opera di mistificazione verso una popolazione, della quale non
interessa nemmeno più il voto.
Troppo poco, a torto, si sa di un altro Trattato internazionale, quello istitutivo il Meccanismo europeo di stabilità (MES),
che, in modo complementare al Fiscal Compact, ha istituito una nuova
governance europea per la gestione della crisi. Il MES ha già prodotto
risultati pratici tangibili e enormi. L'Italia, considerando anche il
vecchio Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF) di cui il Mes è
stato l'erede, ha già versato 46 miliardi di euro dei 125 miliardi
previsti fino al 2017. Soldi che chiaramente potevano essere utilizzati
per rilanciare la nostra economia attraverso quei progetti eternamente
sospesi per la mancanza di coperture.
Giorgio Napolitano ha calpestato la
Patria e la Costituzione Repubblicana. Va destituito e processato per
alto tradimento. L'Italia non ha più alcuna sovranità. Il presente e il
futuro che dall'estero - grazie a mister Napolitano - hanno imposto al
nostro Paese è il declino e la subordinazione. Ecco l'intervista che il
13 dicembre 2007 Napolitano ha rilasciato al Council on Foreign Relations, una organizzazione terroristica che risponde al famigerato nome di Bilderberg Group, a cui risultano affiliati Romano Prodi, Mario Monti, Enrico Letta, e tanti altri. https://www.youtube.com/watch?v=DKAlQ-xShYY La Nato ha trasformato l'Italia in una
gigantesca camera a gas. Ogni giorno i velivoli militari irrorano i
centri abitati, scaricando nell'aria sostanze tossiche come alluminio,
bario, stronzio, manganese, e così via, determinando gravi conseguenze
sulla salute dell'ignara popolazione italiana. Ma Napolitano che fa in
qualità di capo delle forze armate tricolori per tutelare il popolo
sovrano, in virtù dell'articolo 32 della Costituzione? Assolutamente
niente. E' complice di questo crimine contro l'umanità. Inoltre, espone
60 milioni di persone nello Stivale al pericolo nucleare, consentendo al
governo degli Stati Uniti d'America di detenere illegalmente e
segretamente, violando il Trattato internazionale di non proliferazione
nucleare (TNP), centinaia di bombe atomiche proprio sul suolo italiano.
«A chi paventa catastrofi nel caso di un’eventuale fine dell’euro – è stato fatto anche qui – io rispondo che al punto in cui siamo l’onere della prova va rovesciato, perché la catastrofe c’è già.»
Intervento di Vladimiro Giacchè all’incontro “Titanic Europa?”, promosso da Re:Vision, 7 marzo 2014, Roma
Ringrazio Stefano Fassina per questa occasione di confronto che ha voluto estendere al di là dei confini del PD. Credo che il modo migliore per contribuire a questo incontro sia offrire il proprio punto di vista alla discussione, nel modo più diretto possibile. Credo infatti che il primo dovere nei confronti di noi stessi sia quello della chiarezza. In primo luogo sulla gravità della situazione. Il nostro paese ha perso, dall’inizio della crisi, poco meno del 10% del prodotto interno lordo, il 25% della produzione industriale, il 30% degli investimenti. A chi paventa catastrofi nel caso di un’eventuale fine dell’euro – è stato fatto anche qui – io rispondo che al punto in cui siamo l’onere della prova va rovesciato, perché la catastrofe c’è già. La priorità non può essere rappresentata dai moniti relativi a una catastrofe eventuale, ma dal tentativo di comprendere come siamo finiti nella catastrofe attuale e cosa si debba fare per uscire dal disastro economico in cui ci troviamo.
“Catastrofe”, “disastro”: purtroppo non si tratta di iperboli. Come hanno dimostrato i ricercatori del Centro Europa Ricerche nel luglio scorso (Rapporto CER n. 2/2013), ci troviamo, molto semplicemente, nella peggiore crisi dopo l’Unità d’Italia: peggiore di quella del 1866, e peggiore di quella del 1929.
Per il Ceo di Saxo Bank l'euro è "un esperimento pericoloso, irresponsabile che non deve essere mai più ripetuto" Il Ceo e co-fondatore di Saxo Bank Lars Seier Christensen nel suo blog TradingFloor.com torna a occuparsi dell'euro.
Dopo aver ribadito come la moneta unica sia "una monumentale cattiva idea",
Christensen sottolinea come l'euro ha creato un numero infinito di
vittime nel suo tragitto, ha costretto de facto al fallimento numerosi
paesi, ha prodotto la perdita di intere giovani generazioni nell'Europa
del sud e, infine, ha condotto l'Europa nella direzione di un super stato totalitario. Potrebbe scomparire un giorno non così lontano, prosegue il Ceo di Saxo
Bank, lasciando solo un ricordo triste e desolante di un esperimento pericoloso, irresponsabile che non deve essere mai più ripetuto.
Lascerà dietro di sè immensi costi sociali e umani, ma sarebbe molto
meglio subire queste perdite inevitabili il prima possibile. La ripresa
inizierebbe molto prima se la causa alla radice del malessere attuale
venisse rimossa.
"I nostri attuali problemi economici non sono iniziati con la crisi del debito ma affondano le radici nella decisione di aderire all’Eurozona. Con la Troika che ha lasciato l’Irlanda nel Dicembre 2013, può sembrare strano chiedere il default sul nostro debito e l’uscita dall’Eurozona. Istintivamente, la gente non vuole nessuna delle due cose. La prima implicherebbe il rifiuto di quello stesso debito che ci siamo liberamente accollati. La seconda comporterebbe rinunciare all’attuale grande progetto dell’Unione Europea.
E dopotutto i problemi dell’eurozona sono stati risolti, no?
Ascoltate con attenzione le parole di qualcuno che dovrebbe saperlo – Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea.
A Gennaio Draghi ha respinto come “prematuri” gli ottimistici commenti di Jose Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea, che in precedenza aveva previsto che l’eurozona si sarebbe lasciata la crisi alle spalle nel 2014.
O considerate le parole dell'ex presidente della Banca Centrale Tedesca, Axel Weber. Al World Economic Forum di Davos a gennaio egli ha detto che gli squilibri sottostanti alla crisi continuavano a deteriorarsi e che probabilmente quest’anno l’eurozona dovrà affrontare un nuovo attacco dei mercati. “L’Europa è sotto minaccia. Sono tutt’ora molto preoccupato. E’ migliorata la situazione dei mercati, ma non la situazione dell'economia della maggior parte dei paesi” ha dichiarato.
Questo è un articolo che apparirà, in qualche forma, in una futura edizione di Brooklyn Rail, una rivista d'arte di New York. Il mio intento era quello di scrivere un pezzo sugli effetti dell'unificazione europea sulla cultura europea. 1. Europa: Dalla divisione all'unità alla frammentazione Mentre stava scendendo la cortina di ferro, “La doppia vita di Veronica” di Krzysztof Kieślowski (1991) non solo catturò con eleganza l'impatto emotivo della divisione post-bellica dell'Europa, ma tramise anche una rimuginante angoscia sulla promessa “ Unione Europea”. Il congegno utilizzato da Kieslowski era il travolgente legame tra due identiche sconosciute, Weronika in Polonia e Véronique in Francia (entrambe interpretate da Irène Jacob). Le loro strade si incrociano solo una volta, proprio mentre l'Europa sta per essere ri-unita. Felice per essere stata appena chiamata al provino per una parte importante di canto, Weronika corre verso casa passando dalla piazza principale di Cracovia per ritrovarsi nel bel mezzo di una dimostrazione. Un manifestante colpisce accidentalmente la sua borsa, e gli spartiti cadono a terra. Mentre li sta raccogliendo, nota Véronique che sale su un autobus. Gli occhi delle due donne si incontrano per una frazione di secondo. Dopo il provino, coronato dal successo, Weronika ottiene il ruolo da solista ma, mentre canta intensamente allapremieredel concerto, crolla sul palco e muore. In quello stesso momento, a Parigi, Véronique viene sopraffatta da un dolore profondo e inspiegabile.
Intervista a tutto campo a Fabio Castellucci, ingegnere di Creazzo
(Vicenza) che sta raccogliendo consensi per presentarsi candidato di
Cinquestelle alle elezioni europee. Castellucci demolisce i miti della
moneta unica, ricordando che quando c’era la “liretta” gli operai
compravano casa ed oggi non lo possono fare. Poi lancia l’allarme
sull’estrema destra francese, che forse potrebbe togliere l’Euro, ma che
rischia di intaccare diritti e libertà fondamentali. E qui scatta un
paragone con il nazismo…
Il
Fiscal compact obbliga l'Italia a ridurre di un ventesimo l'anno la
distanza che separa il rapporto debito/Pil, visto nel 2014 sopra il
133%, dalla soglia di riferimento del 60%. In linea di
principio il Fiscal compact non è così rigido come lo descrivono certi
opinionisti. E non comporta una manovra correttiva di 45-50 miliardi in
ciascun anno. In teoria, per
ridurre il rapporto debito/Pil di un ventesimo all'anno è sufficiente
mantenere il pareggio di bilancio in termini strutturali -- cioè al
netto del ciclo e delle una tantum -- e avere una crescita nominale
(compresa l'inflazione) vicina al 3%. Il problema è
che l'Italia è lontana da queste condizioni. Commissione europea, Fondo
monetario internazionale e Ocse stimano che il Pil di quest'anno
crescerà in termini reali dello 0,6%. E dallo scorso ottobre
l'inflazione è scesa al di sotto dell'1%. Il deficit strutturale per
Bruxelles è oltre lo 0,5% che delimita il pareggio di bilancio. D'altro canto, la decisione finale sul rispetto delle regole ha margini di discrezionalità politica.
"Molte volte spendiamo dei soldi che non abbiamo, comprando cose delle quali non abbiamo bisogno, per far bella figura con gente che non se ne importa."
Queste parole, attribuite all'attore americano Will Smith, caratterizzano la vita moderna. Siamo alla rincorsa costante dei soldi per vivere e pagare "i nostri debiti". Dobbiamo restituire il mutuo in banca, pagare le rate per i mobili di cucina, comprare libri e vestiti per i figli, pagare le bollette, il canone, la benzina per la macchina … mille cose e poi ancora alcune.
In un certo senso siamo diventati schiavi con le catene del debito. Ma la colpa è anche nostra: Ci vogliono due per indebitarsi. La banca e le finanziarie ci offrono del denaro a condizioni vantaggiose, almeno così ci pare, ma non basta. Ci vuole anche la nostra volontà di spendere...
Forse, prima di prendere un prestito che poi dobbiamo restituire con tanto di interessi, è bene farsi due domande. Prima, la cosa che stiamo per comprare è veramente necessaria? Se non è di prima necessità, si può anche aspettare. A volte è meglio andare a piedi o con la bici piuttosto che con la macchina, oppure di far senza la tv o di portare le scarpe ancora un'altra estate. Non c'è nessuno che ci impone di comprare quando non vogliamo. Possiamo anche pensare di far senza. La decisione è sempre volontaria.
Rivolte. Città a secco. Impennata dei prezzi. Fame
devastante. Se questo vi sembra allarmismo degli scienziati, parlate con
gli agricoltori
La madre di tutti i report sul clima è così spaventosa che uno dei
suoi autori si è dimesso dal Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti
Climatici (IPCC) in segno di protesta. "Gli agricoltori non sono
stupidi", ha detto la scorsa settimana l'economista della Sussex
University Richard Tol, mentre centinaia di ricercatori si sono ritirati
a Yokohama, in Giappone, per elaborare il testo finale di un documento
che lui ha definito "allarmista" quando tratta delle tante minacce del
riscaldamento globale. La gente che coltiva il nostro cibo troveranno il
modo di adattarsi, ha detto l’isolato scienziato del clima alla più
importante riunione sulla scienza del clima degli ultimi sette anni. Ma cambiare non è facile, soprattutto quando non si parla della tettonica terrestre. Il testo finale è arrivato oggi, e le le più allarmanti proiezioni
del report dell’IPCC chiariscono ciò che avevano ipotizzato tanti altri
studi: il futuro dell'agricoltura - della fame nel mondo, della vostro
conto dal droghiere – è fottuto. O, come ha detto il Segretario Generale dell’ONU Ban-Ki Moon in modo un po’ più educato all'inaugurazione dei primi incontri per il report dell’IPCC nello scorso settembre: "Il caldo si fa sentire. Dobbiamo agire."