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29 marzo 2020

La gestione disastrosa del coronavirus da parte della Banca Mondiale e del FMI

"Il miglior consiglio per l'Africa è di essere preparati al peggio e di essere preparati oggi". La dichiarazione del 18 marzo del direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ci ricorda che il coronavirus non risparmia il Sud, compreso il continente africano, particolarmente vulnerabile alla pandemia.

Già presente in una quarantina di paesi africani il 24 marzo, il virus si sta diffondendo così rapidamente che l'OMS è già preoccupata per l'alto rischio di saturazione dei centri sanitari, di cui le donne sono le prime vittime. Le donne sono, infatti, particolarmente esposte alle epidemie perché sono loro a prendersi cura dei malati, cercando così di compensare i servizi pubblici carenti o addirittura inesistenti nei loro Paesi.
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25 febbraio 2019

Haiti: rivolta popolare contro il governo fantoccio degli USA e decine di morti nel silenzio mainstream

Forti proteste popolari ad Haiti contro il governo Moïse. Dall’inizio di questa nuova ondata di proteste, lo scorso 7 febbraio, si registrano diversi morti tra i manifestanti. Le stime, a seconda delle fonti giornalistiche, oscillano tra le 7 e le 12, mentre fonti dell’opposizione parlano di 52 morti.
Le proteste antigovernative si susseguono dallo scorso luglio, attraverso scioperi, mobilitazioni di massa e rivolte di strada, a seguito dell’imposizione di nuove misure antipopolari dettate dal Fondo Monetario Internazionale – in cambio di un prestito milionario – con un deciso aumento del prezzo del carburante (+51%) e dei beni di prima necessità.

10 novembre 2017

Haiti: dalla tratta al debito

L'isola delle Indie Occidentali non è in debito, è creditrice. È la Francia che le deve dei soldi. Spiega Jerome Duval, CADTM.
Risultati immagini per haiti francia debito La miseria dei paesi colonizzati è notevolmente aumentata a causa del trasferimento del debito: i debiti contratti dalle potenze coloniali con la Banca Mondiale per massimizzare la redditività nelle loro colonie, sono stati trasferiti, senza il loro consenso, ai paesi colonizzati che hanno guadagnato la loro indipendenza. Essi costituiscono un caso di debito odioso, nonché i successivi debiti contratti per rimborsarli.

A Santo Domingo, nella notte del 22-23 agosto 1791, decine di migliaia di schiavi entrarono contemporaneamente in insurrezione armata, provocando un lungo processo che conduce alla prima abolizione della schiavitù nella storia, il 29 Agosto 1793, e alla proclamazione dell'indipendenza. Santo Domingo, recuperando poi il nome di Haiti, diventa la prima repubblica nera indipendente nel 1804, caso unico nella storia di una rivolta di schiavi che hanno dato vita a uno Stato. La Francia probabilmente non ha mai perdonato questa insurrezione, con conseguente perdita di entrate del suo sistema schiavista e migliaia di piantagioni di zucchero e caffè distrutte. Haiti la paga molto cara:

23 febbraio 2016

Haiti: In strada contro i corrotti e gli invasori


La ribellione popolare haitiana ha impedito il "golpe elettorale" che aveva preparato il Governo di Michel Martelly, con l'appoggio della Casa Bianca, per perpetuare al potere gli eredi del regime di François Duvalier. Il secondo turno doveva realizzarsi il 22 gennaio - inizialmente previsto per il 27 dicembre - per eleggere il successore di Martelly che ha concluso il suo mandato domenica 7 febbraio. L'opposizione di sinistra denuncia l'occupazione coloniale che patisce l'isola dall'intervento militare di Stati Uniti, Canada, Francia e Cile che rovesciò il presidente eletto Jean-Bertrand Aristide, il 29 febbraio 2004. Mesi dopo le Nazioni Unite, che non condannarono l'intervento militare, insediarono la Missione di Stabilizzazione delle Nazioni Unite ad Haiti (MINUSTAH) con più di 7.000 militari effettivi, in maggioranza appartenenti a paesi latinoamericani come Brasile, Uruguay e Argentina (che apportano metà del contingente), ma anche di Bolivia, Cile, Ecuador, El Salvador, Colombia, Paraguay, Perù e Guatemala.

La popolazione haitiana rifiuta decisamente una presenza militare che non ha richiesto e che genera situazioni di violenza permanenti.

3 febbraio 2015

Haiti: A 5 anni dal terremoto la ricostruzione fraudolenta sotto occupazione militare

Nel 2014, quasi cinque anni dopo il devastante terremoto, numerose proteste di massa si sono svolte contro l'occupazione delle Nazioni Unite (MINUSTAH), per la partenza del presidente haitiano Michel Martelly e il primo ministro Laurent Lamothe. Quest'ultimo infine si è dimesso nel dicembre 2014. Questi eventi non hanno avuto nessuna menzione dai media mainstream. Perché?
Quando le proteste anti-governative si verificano in un paese che non è guidato da un alleato degli Stati Uniti, vi è un'ampia copertura. Gli attuali leader di Haiti sono "adatti" per i leader occidentali, in particolare per gli Stati Uniti, perché in realtà, sono loro che scelgono i leader del paese, non il popolo di Haiti.
Di Julie Lévesque
Mondialisation
 
Il 12 gennaio, c'è stato 5° anniversario del devastante terremoto, ma le principali questioni e problemi strutturali non sono, né saranno affrontati o, nella migliore delle ipotesi, saranno presentati in un modo che sostiene la nozione fuorviante del fardello dell'uomo bianco. "Haiti ha bisogno di aiuto". "E' davvero il caso? E di che tipo di aiuto stiamo parlando?
 
"Gli aiuti internazionali" sono solo uno strumento capitalistico imperiale progettato per mantenere il Sud prigioniero delle disastrose politiche neoliberiste del Nord, che ostacolano un vero sviluppo e per impedire la sovranità economica e politica del Sud.
Dove finiscono i soldi degli aiuti? Nelle stesse tasche di coloro che pretendono di donare. Haiti è probabilmente il miglior esempio della vera truffa degli aiuti internazionali.

3 novembre 2012

HAITI: 60 anni di ingerenza degli Stati Uniti

Dal colpo di Stato del 1954 fino alla lotta contro il narcotraffico, passando per il dominio delle multinazionali, Luis Solano traccia per noi quasi sessanta anni d'ingerenza degli Stati Uniti in Guatemala. 
L'economia del Guatemala è, attualmente e storicamente, interamente orientata verso la soddisfazione del mercato estero (miniere, dighe, call center, agro-esportazione, turismo, petrolio, maquiladoras…). Come si spiega?
 
Dal governo di Alvaro Arzú, (1996-1999), si è assistito ad un cambio di direzione negli investimenti privati interni ed esteri a favore dei settori economici legati all'industria estrattiva, alla produzione di energia, all'agro-export e ai servizi. Questo cambiamento è avvenuto dopo la firma degli Accordi di pace del 1996, accordi che hanno aperto una porta alla stabilità politica per gli investitori. Questa è una delle spiegazioni principali del perché era così importante porre fine alla guerra contro-insurrezionale.

20 dicembre 2010

Confermato: l' ONU ha introdotto il colera ad Haiti!

L’ONU ha occupato militarmente il paese. Ha represso, ammalato e perfino ucciso. Un'indagine ha rivelato che il battaglione nepalese delle Nazioni Unite ha introdotto il colera in Haiti, dove l' epidemia ha ucciso 2120 persone e contagiato 93.222 dalla sua apparizione in ottobre.
Insurgente.org  

Secondo quanto pubblica oggi (07.12.2010, N.d.E.) il giornale locale Le Nouvelliste, lo studio dell' epidemiologo francese Piarroux Renaud ha determinato che il batterio causa del male, Vibrio cholerae, è stato portato dai militari e si è propagato dalla loro base in Mirebalais, una delle zone più colpite dal male. Lo scienziato, ha detto il giornale, ha condotto l'indagine nel mese di novembre.

20 novembre 2010

HAITI: RIVOLTA POPOLARE

L’emittente televisiva Al Jazeera informa su scontri tra la popolazione haitiana e le forze dell’ordine delle Nazioni Unite (Minustah), che qualifica come “rivolta popolare”. Le proteste sono sorte a causa dell’indignazione popolare di fronte al sospetto che l' epidemia, che ha già causato più di 1000 morti nel paese caraibico, abbia avuto la sua origine nella filtrazione delle acque reflue dal campo dei soldati delle Nazioni Unite nepalesi. 
Kaos En La Red

Gli scontri hanno causato già due morti tra la popolazione civile e più di 30 feriti mentre, secondo informazioni non confermate, si parla di soldati della Minustah morti per spari di armi da fuoco.
L’ONU ha negato che l' epidemia sia sorta nella base dei soldati nepalesi. Dall’altra parte, secondo la giornalista di Al Jazeera in Haiti, Cath Turner, la situazione “stava fermentando da tempo” a causa delle estreme tensioni tra i soldati della Minustah e la popolazione, e che erano peggiorate da quando ad agosto fu trovato impiccato ad un albero un sedicenne. Anche se l' ONU ha dichiarato che si trattava di un suicidio, nel sentimento popolare giaceva l’idea che si trattava di un omicidio per mano dei soldati delle Nazioni Unite. Nessuna indagine ufficiale è stata portata a termine.

19 novembre 2010

Haiti: E gli "aiuti" internazionali? Manco l'acqua!

Dopo le promesse e gli aiuti -esibite e gridati urbi et orbi- è arrivato il colera. Dopo il via vai di star, preminobel, ong, ministri, celebrità, autorità, bellimbusti, filibusta internazionale e rockstar, nell'incantevole e tragica isola è scoppiata con virulenza la peggiore delle epidemie. Censurato il numero delle vittime. 
di Tito Pulsinelli
Erano promesse di marinaio, lunghe liste di impegni subito dimenticati, cinico protagonismo della buona coscienza internazionale, abilissima a sfruttare mediaticamente tutte le disgrazie, però notoriamente incapace di sborsare mediamente più dell'1% di quel che promette.
Haiti è la tragica riprova della criminale condotta "occidentale" e degli organismi internazionali che domina e rivolta come calzettini, come e quando vuole: non hanno garantito nemmeno l'acqua potabile.

2 giugno 2010

L'ONU REPRIME PROTESTE AD HAITI

Ci saranno provvedimenti e risoluzioni Onu contro Istaele dopo l'attacco ed il  massacro  all'imbarcazione di Freedom Flotilla, se l'Onu è il primo a commettere violenze? (NdE)

di Ansel Herz

Port au Prince, 26 maggio 2010. Forze della missione di pace dell’ONU in Haiti  questa settimana hanno fatto uso di pallottole di gomma e gas lacrimogeni per disperdere le proteste degli studenti universitari. La repressione si è estesa fino ad un accampamento di sfollati dopo il terremoto. Ci saranno altre mobilitazioni giovedì.
I disturbi di lunedì, vicino al Palazzo Nazionale- residenza presidenziale- hanno fatto sì che anziani, donne, bambini/e scappassero impauriti.
Migliaia di famiglie si trovano nelle piazze vicino alla zona di Champs de Marz, vicino al Palazzo Nazionale, dal terremoto del 12 gennaio che ha lasciato 200.000 morti e quasi due milioni di sfollati dai quartieri distrutti di Port au Prince.

2 marzo 2010

HAITI: AZIENDE PRIVATE COME AVVOLTOI IN AGGUATO


Di Anthony Fenton

Il terremoto di Haiti ha svegliato l'interesse di imprese militari private che vedono la possibilità di realizzare un profitto nel paese più povero dell'emisfero occidentale.
Il 9 ed il 10 marzo, un’associazione che rappresenta i militari e logistica, l’International Peace Operations Association (IPOA), organizzerà a Miami, Stati Uniti, un “Summit di Haiti” affinchè “importanti funzionari” possano celebrare “consultazioni private con aziende ed investitori partecipanti”.
L’associazione non ha perso tempo nel dedicare una pagina di “Sostegno al terremoto di Haiti” nel suo sito web dopo il sisma del 12 gennaio che ha devastato il paese caraibico. LA IPOA è stata soprannominata “associazione del commercio mercenario”, dal giornalista Jeremy Scahill, autore di “Balckwater: The Rise of the World’s Most Powerful Mercenary Army” (Blackwater: Il successo dell’esercito mercenario più potente del mondo).

23 febbraio 2010

HAITI: UN CREDITORE, NON UN DEBITORE


di Naomi Klein
http://www.thenation.com/ 

Se crediamo ai ministri della Finanza del G-7, Haiti è sul punto di ottenere qualcosa che meritava da molto tempo: la “remissione” totale del suo debito estero. A Port au Prince, l’economista haitiano Camille Chalmers ha seguito gli avvenimenti con un cauto ottimismo. La cancellazione del debito è un buon inizio, ha detto ad Al Jazeera nella sua versione inglese, ma “è tempo di andare oltre. Dobbiamo parlare delle risarcimenti ed indennizzi per le devastanti conseguenze del debito”. Nella sua dichiarazione, l' idea che Haiti è un paese debitore, ha bisogno di essere abbandonata. Haiti, argomenta- è un creditore- e siamo noi, in Occidente ad essere in ritardo con il pagamento dei nostri obblighi.

8 febbraio 2010

REALTA' GLOBALE vs EGEMONIA SOCIALE

Di Tito Pulsinelli

La realtà globale imposta in Honduras

Il Tegucigolpe ribadisce che l'America centrale fa parte della zona di influenza e controllo diretta dagli Stati Uniti. Hanno deciso che, dopo la quasi-annessione del Messico, questa regione strategica non poteva essere una frontiera in disputa con il blocco del Sudamerica. Non potevano correre questo rischio quando la rivoluzione bolivariana, che capeggiava il Venezuela, stava acquistando una crescente influenza.
Se l'area dei Caraibi - tranne Cuba - costituisce il primo anello di sicurezza e sfruttamento dell' Impero, che continua ad imporre manu militari, nell’Istmo Centro- americano era indispensabile la continuazione del modello neocoloniale e neoliberale. Un Taiwan in Occidente. Pertanto, il compito di contrastare attivamente ogni tentativo di unificare questi micro-Stati, o impedire loro di cristallizzare modelli sociali più equi, è stato un compito fondamentale per Washington.

2 febbraio 2010

APPELLO PER HAITI


Foto di Fabio Cuttica (® http://haitifreelance.wordpress.com) Port-au-Prince HAITI

di Redazione www.selvas.org

L'Associazione di avvocati haitiani volontari AUMOHD, Action des Unité Motives pour une Haïti de Droit "è in dovere di lanciare un appello urgente a tutti i suoi amici e sostenitori, a tutti gli amici di Haiti per aiutarci tramite un contributo che ci possa permettere di supportare i senza tetto, ricostruire le infrastrutture distrutte dell'AUMOHD, e aiutare le famiglie in difficoltà."

31 gennaio 2010

I PECCATI DI HAITI


Di Eduardo Galeano

La democrazia haitiana è nata da poco. Nel suo breve tempo di vita, questa creatura famelica e malata non ha ricevuto altro che schiaffi. Era appena nata, nei giorni di festa del 1991, quando è stata assassinata dalla ribellione militare del generale Raoul Cedras. Tre anni più tardi, è resuscitata. Dopo aver messo e tolto tanti dittatori militari, gli USA rimossero e riposero Il presidente Jean-Bertrand AristIde, che era stato il primo governante scelto per voto popolare in tutta la storia di Haiti e che aveva avuto la pazza idea di volere un paese meno ingiusto.

27 gennaio 2010

HAITI E IL TERREMOTO POLITICO-ECONOMICO IMPOSTO DA WASHINGTON


"QUESTO TERREMOTO E' STATO ANTICIPATO DA UN ALTRO TERREMOTO  POLITICO ED ECONOMICO IMPOSTO DA WASHINGTON"

di Amy Goodman  

Ci siamo incontrati con Kim Ives, corrispondente di Haiti Liberté, con cui siamo stati in viaggio durante il nostro soggiorno in Haiti. E' da molti anni che vive ad Haiti, tra i tanti viaggi all'estero. Kim, non posso dire, "Benvenuta Democracy Now!" Perché siamo stati insieme attraverso questa visita, ma "benvenuta a questa intervista!"

Grazie, Amy.

Parliamo di questa terribile catastrofe, questa devastazione. Naturalmente si tratta di una catastrofe naturale, ma ci puoi parlare di come s'inserisce questa catastrofe con la realtà di Haiti? Il grado di devastazione che stiamo vedendo, non ha solo a che fare con la natura.

No, naturalmente. In realtà, questo terremoto è stato anticipato da un terremoto politico ed economico, il cui epicentro è stato localizzato 2.000 miglia a nord, a Washington, DC, e per 24 anni.

Parliamo prima dei due colpi di stato perpetrati in un periodo di 13 anni, sostenuti dagli Stati Uniti, che hanno istituito regimi fantoccio che hanno espulso gli haitiani dal potere. Ma quei colpi di stato e la successiva occupazione militare da parte delle forze straniere vietate dalla Costituzione haitiana, sono stati distruttivi non solo per il governo e la sovranità nazionale, ma anche per i governi e le legislature locali, i sindaci e i comitati elettorali locali responsabili di scegliere un consiglio permanente elettorale. Non si è mai costituitoto un consiglio elettorale permanente, vi è solo una forma provvisoria e quindi Préval, poco prima del terremoto, ha ignorato la democrazia popolare imponendo il proprio consiglio elettorale, che ha garantito il dominio del suo partito.

E perchè sia chiaro, quando si parla di colpi di stato nel 1991 e nel 2004, dobbiamo dire che entrambi hanno comportato l'espropriazione e l'esilio del presidente Jean-Bertrand Aristide.

E' giusto.

Parliamo del coinvolgimento degli Stati Uniti in questi golpes

In entrambi i casi le forze armate Usa hanno rimosso Aristide da Haiti. La prima volta ha trascorso il suo esilio a Washington e la seconda è finito in Sud Africa, dove ha trascorso gli ultimi sei anni.

Questi terremoti politici imposti da Washington sono stati accompagnati da terremoti economici, le politiche economiche attuate quando espulsero Aristide, che aveva espresso un orientamento nazionalista, cercando di costruire l' autosufficienza nazionale di Haiti e respingendo gli Stati Uniti. Volevano privatizzare le nove industrie di Stato che sono state vendute agli USA e gli investitori stranieri.

Per 12 anni, sotto la prima amministrazione di René Préval, è stata privatizzata Minoterie d'Haiti e Ciment d'Haiti e le imprese statali che producono farina di frumento e cemento. Per quanto riguarda il grano, attualmente abbiamo una popolazione affamata. Si potrebbero immaginare le possibilità, se lo Stato avesse avuto un mulino robusto per la produzione di farina, la gente avrebbe pane da mangiare. E' stata venduta questa impresa ad una società di cui Henry Kissinger è un membro del consiglio di amministrazione. E appunto, fu chiusa l'attività. Adesso, Haiti non dispone di un mulino, statale nè privato.

Da dove viene il grano Haiti? Questo è il paese più povero dell'emisfero.

Deve importarlo, una buona parte proviene dagli Stati Uniti.L'altro caso, più ironico, Amy, è la fabbrica di cemento. Questo è un paese la cui conformazione geologica è principalmente di calcare, che è la base prima per il cemento. E 'un paese che assolutamente dovrebbe e potrebbe avere un'impresa produttrice di cemento, e l'aveva, ma è stata privatizzata e chiusa in fretta. Iniziarono a costruire i pilastri di quella che fu la società di importazione di cemento a cemento.  Così quando viaggiamo per il paese vediamo le migliaia di edifici di cemento crollato e schiacciato, ricordiamo che ci sarà bisogno di milioni di tonnellate di cemento, ed ora sarà necessario importarlo, invece di produrlo.Haiti potrebbe e dovrebbe esportare cemento, non importarlo.

Stiamo parlando con Kim Ives di Haiti Liberté, che ha appena pubblicato una nuova edizione nel bel mezzo dellla catastrofe del terremoto. Lei ha parlato di compagnia del cemento, mulino del grano e di privatizzazione. Uno dei problemi più dolorosi per la diaspora haitiana e le famiglie all'estero, con i propri cari qui in Haiti, che non sono riusciti a scoprire se sono vivi. No se han podido comunicar con ellos. Non si è potuto comunicare con loro.

E' così.

E questo ci porta al tema della compagnia telefonica

Esatto. Teleco è stata la tomba delle imprese statali ad Haiti. Durante il primo colpo di stato del 1991-1994, il reddito della Teleco manteneva il governo in esilio del presidente Aristide. Ed ora abbiamo visto che una settimana prima del terremoto è stata privatizzata questa compagnia. E' stata venduta ad una società vietnamita, Viettel. E se noi in questo paese avessimo avuto una compagnia telefonica nazionale forte e dinamica, si sarebbero evitati gran parte dei problemi di comunicazione che ci sono. Invece tutte le comunicazioni del paese sono nelle mani di tre società di telefoni cellulari: Digicel, Voila e HAITEL.

Ma alcuni potrebbero sostenere che la società è stata privatizzata una settimana fa perchè, a causa dei suoi precedenti proprietari, era carente.

E 'proprio quello che è successo. Il governo haitiano sotto la guida di Préval e dei suoi ministri, hanno sabotato e indebolito la società. Ne abbiamo discusso nel corso degli anni. Ricordo che 13 anni fa ha portammo qui una delegazione per parlare con i sindacalisti. Da molto tempo manteniamo questa lotta contro la privatizzazione. Abbiamo parlato con un sindacalista di Teleco, Jean Mabou, un funzionario del sindacato. E questo ci ha portato in una stanza piena di nuovi impianti di telecomunicazioni moderni. Ci ha detto: "Abbiamo questi equipaggiamenti e non ci permettono di installarli. Essi stanno minando la società di Stato ai fini della privatizzazione.

E l'ironia è che abbiamo il lupo a guardia del gregge. E così si mina la proprietà del popolo nelle sue imprese statali.

Kim, si sa che purtroppo il mondo presta attenzione solo quando ci sono disastri e ora l'attenzione del mondo si concentra su Haiti. Hai cominciato a parlare di due colpi di stato contro Aristide. Forse si può fare un breve riassunto della storia di Haiti dal 1804.

Ok, in breve. 1804, la prima ed ultima rivoluzione di schiavi successa nella storia, la prima repubblica nera del mondo, la prima nazione indipendente in America Latina, che divenne la pietra angolare di tutte le altre rivoluzioni. E ci sono voluti 60 anni per il riconoscimento del governo di Abraham Lincoln, dopo la guerra civile.

Poi, nel 1915, i Marines USA invasero il paese e si appropriarono della banca centrale e del governo. Sono rimasti 19 anni, fino al 1934. Hanno poi installato la Garde d'Haiti, la Guardia di Haiti, che ha operato come un braccio dei Marines per proteggere gli interessi degli Stati Uniti ad Haiti. L'occupazione ha dato vita nel 1957 alla dittatura di François "Papa Doc" Duvalier, che ha lasciato in eredità il suo titolo di presidente a vita a suo figlio, Jean-Claude Duvalier, quando morì nel 1971.

E il ruolo degli Stati Uniti in questa storia?

L'America ha sempre sostenuto tutti questi governi, per motivi geopolitici. Haiti è stato il principale baluardo contro l'espansionismo "comunista" della vicina Cuba. Per questo gli Stati Uniti hanno mantenuto e mantenuta e sostenuto militarmente ed economicamente, i regimi Duvalier, nonostante l'opposizione del popolo haitiano.

Una cleptocrazia? Si sono arricchiti i dittatori a scapito della povera gente?

Esattamente. Eppoi nel 1986, si resero conto che questo modello stava creando di troppi "Che Guevara", troppe rivoluzioni in America Latina e hanno optato per queste elezioni per installare un leader apparentemente più democratico, ma le elezioni sono state comprate.

Haiti è stato il primo paese dell'America Latina che ha sconfitto lo schema elettorale promosso dagli Stati Uniti ed eleggere per la presidenza un povero parroco, Jean Bertrand Aristide. Durante la sua presa del potere, il 7 febbraio 1991, Aristide ha dichiarato la seconda indipendenza di Haiti, perché il paese ha voluto l'indipendenza dal dominio degli Stati Uniti e Francia. E hanno risposto in otto mesi con un colpo di stato. Fu mandato in esilio. E così ha iniziato il terremoto politico ed economico, con un epicentro a Washington e Parigi per 24 anni.

Così è stato effettuato il primo colpo di Stato contro Aristide. E' stato tenuto in esilio per tre anni. E' successo durante l'amministrazione di George H.W. Bush, ma è continuato con l'amministrazione Clinton.

Per inciso, uno dei principali impegni di Aristide alla presidenza era quello di aumentare il salario minimo.

Gli ascoltatori di Democracy Now! ricorderanno la seconda volta che Aristide è stato eletto nel 2004 e quasi immediatamente rapito dai militari e dall' intelligence degli Stati Uniti, come è stato accompagnato da una delegazione della Repubblica Centrafricana, dove cacciarono e praticamente fecero prigionieri il presidente e Mildred Aristide. E Maxine Waters, deputato di Los Angeles, e Randall Robinson, fondatore dell'organizzazione TransAfrica, andarono a prendere Aristide nella Repubblica Centrafricana per portarlo in Giamaica. Finalmente finirono in Sud Africa, dove risiedono oggi.  Non potevano tornare ad Haiti a causa delle pressioni da parte di funzionari degli Stati Uniti. Il cancelliere dell' epoca, Colin Powell e Condoleezza Rice affermarono che Aristide non poteva tornare in questo emisfero.

Dal suo esilio in Sud Africa, il presidente Aristide ha detto in una conferenza stampa che vuole tornare ad Haiti. Ho sollevato la preoccupazione di molte persone qui in Haiti. A Washington, il presidente Obama ha nominato immediatamente gli ex presidenti Clinton e Bush per guidare gli sforzi umanitari, dicendo che le loro azioni sono partitistiche. Così ora nasce la preoccupazione per il ritorno di Aristide. Gli Stati Uniti controllano l'aeroporto. Il presidente Preval ha dato il controllo dell'aeroporto agli Stati Uniti. Ma Aristide ha chiesto di tornare. Cosa ne pensi dell' immagine, per non parlare delle risorse, dei due presidenti che dicono che il disastro va oltre le differenze politiche e che dobbiamo ricostruire il paese?

Beh, è giusto. Ieri rimasi di fronte l'ospedale generale, dove ho visto gli orrori, parlando ad una moltitudine di gente all' angolo della strada, è emerso questo stesso punto. Perché non è possibile ritorno del presidente Aristide? Lo vuole. Così ha detto. Ma il governo ha rinnovato il suo passaporto diplomatico, che è passato. Non hanno dato misure di sicurezza per il suo ritorno nel paese. Questo è tutto quello che serve.

Se il governo di Barack Obama o di chiunque altro è davvero disposto a sostenerci, forse meglio di tutti i C-130 con il loro carico, non solo con cibo e assistenza medica, ma anche un sacco di fucili, potrebbero inviare un aereo in Sud Africa prendere Aristide e riportarlo. Sarebbe un gesto che avrebbe creato un effetto a catena, un anti-terremoto di speranza e di orgoglio popolare che potrebbe restituire la forza morale di cui la gente ha bisogno per superare questa crisi.

Beh, Kim Ives, voglio ringraziarti per essere stato con noi, e fare ancora una domanda, che si riferisce alle organizzazioni dpopolari in questo paese. Chi ha il potere qui? Come si fa a organizzare il popolo? A tale riguardo, si pone sempre il problema della sicurezza per giustificare il motivo per cui non va fuori dalla zona dell'aeroporto, dove è conservato perchè raggiunga le comunità. L'ONU, per esempio, ha detto che non arriverà fino Leogane, l'epicentro del terremoto, finchè non sarà garantita la sicurezza di quella zona.

E 'il cuore della questione. La sicurezza è un pretesto. Noi vediamo ovunque che la popolazione di Haiti è divisa in comitati popolari per pulire, rimuovere i corpi dalle macerie, costruzione di campi profughi, per instaurare la sicurezza nei campi profughi. Questa è una popolazione che è autosufficiente, e lo è stata per molti anni.

Ma non può esserlo quando arriva un gruppo di marines con M-16 e cominciano ad urlare. lo scenario di fronte l'ospedale generale di ieri ha detto tutto. Le persone che entrano ed escono dall'ospedale per portare  cibo ai propri cari o perché hanno bisogno di assistenza e un gruppo di soldati della 82a Brigata aereotrasportata, di stanza al di fuori dell'ospedale, urla in lingua inglese alla folla. Non sapevano quello che facevano. Habría sido cómico si no fuera trágico. Hanno creato più caos anziché ridurlo. Sarebbe stato comico, se fosse non tragico.

Non dovevano essere lì. Naturalmente, se vi è un esercito di gangster che attacca le persone, che non è questo il caso, avrebbe potuto portare queste persone. Ma ora la gente non ha bisogno marines, ha bisogno di medicine. Questa situazione riassume l' essenziale. E' la stessa cosa che hanno fatto dopo l'uragano Katrina. Sono le vittime che fanno paura, sono "altri" sono i neri che hanno vinto l'unica rivoluzione di schiavi nella storia. Cosa può provocare loro più paura?

E le organizzazioni comunitarie che ci sono qui?

Ah, sì, le organizzazioni comunitarie, abbiamo visto l'altra notte nella comunità di Matteo 25, che ci ospita. Una spedizione di prodotti alimentari è arrivato nella notte senza preavviso. Avrebbe potuto essere una battaglia campale. Ma si sono messi in contatto con organizzazione locale di base, Pity Drop che ha mobilizzato i suoi militanti immediatamente. Hanno stabilito un perimetro e un cordone di sicurezza. Formavano una linea con 600 persone accampate sul campo di calcio dietro la casa, che è anche un ospedale, e distribuito il cibo in modo ordinato ed equo. Sono stati pienamente capace. Non hanno bisogno i Marines. Non hanno bisogno delle Nazioni Unite. Non hanno bisogno di nessuna di quelle cose che i media, Hillary Clinton e ministri degli esteri dicono che hanno bisognoi. Quelle sono cose che il popolo haitiano può fare da solo e sta le facendo lo stesso.

La ringrazio molto, Kim Ives.
Kim Ives scrive per Haiti Liberté.

Fonte: http://www.democracynow.org/2010/1/20/journalist_kim_ives_on_how_decades

26 gennaio 2010

HAITI BASTA DEBITO, ADESSO!

 
Comunicato Stampa, 
A tutte le redazioni con preghiera di pubblicazione.


Roma, Lunedì 25 gennaio 2010,

con l’invio di una lettera indirizzata al Ministro Giulio Tremonti - Ministero delle Finanze e al Ministro Franco Frattini - Ministero degli Affari Esteri, e in concomitanza con la Conferenza Internazionale dei Paesi Donatori che si sta svolgendo in queste ore a Montreal, in Canada,

è stata lanciata la Campagna nazionale HAITI BASTA DEBITO, ADESSO!” che sostiene la “Cancellazione immediata e incondizionata del debito bilaterale e multilaterale di Haiti”.
La Campagna nazionale che ha tra i suoi promotori, Mani Tese, Campagna Riforma Banca Mondiale, Osservatorio Selvas.org, Coordinamento Italia Nicaragua e SdL Intercategoriale, chiama a raccolta tutte le Associazioni, ONG e Istituzioni che operano nel mondo della Cooperazione Internazionale, chiedendo al Governo italiano, già impegnato nell’opera degli aiuti internazionali in soccorso delle vittime del terremoto del 12 gennaio ad Haiti, di sostenere una posizione di rilievo internazionale nell’estinzione incondizionato del debito della nazione caraibica. 

“Il governo e' pronto a cancellare i 40 milioni di euro di debito estero di Haiti verso l'Italia”: lo ha annunciato il ministro degli Esteri Franco Frattini, il 17 gennaio 2010, quando ancora le prime pagine dei quotidiani mondiali aprivano con le prime drammatiche immagini e notizie dalla nazione caraibica. Nel giugno del 2009, Haiti aveva ottenuto la cancellazione di 1,2 miliardi di dollari di debito dai suoi principali creditori nell'ambito dell'iniziativa HIPC (Heavily Indebted Poor Countries) rivolta a quelle nazioni, che come Haiti hanno un tasso di povertà estremo. Nonostante questo passo in avanti molto importante, il debito estero di Haiti ammonta ancora a più di 800 milioni di dollari. 

Il terremoto della settimana scorsa e i tre uragani devastanti che hanno colpito l'isola nel corso del 2008 hanno distrutto l'economia del Paese, incapace, adesso più che mai, di generare le entrate necessarie a servire il debito estero sia oggi che nel prossimo futuro. Risorse che a parere della Campagna, qualora e non appena l'economia del Paese riprendesse a funzionare, dovrebbero essere investite in via prioritaria nella ricostruzione interna, delle infrastrutture di base e nella fornitura dei servizi di base per i milioni di senzatetto prima che al servizio del debito. 

La storia recente di Haiti ha dimostrato che sono grandi le responsabilità del mondo, verso la condizione attuale di Haiti: trent’anni di dittatura di Duvalier padre (François Duvalier) e poi il figlio (Jean-Claude Duvalier), e i successivi colpi di mano militare diretti dall’estero, trasformarono quest’angolo dell’isola Hispaniola in un inferno di violenza e terrore, con decine di migliaia di morti e desaparecidos, nell’ambito dello schieramento sostenuto dapprima dalla Guerra Fredda e successivamente dall’applicazione selvaggia delle regole della competizione economica. Solo ad esempio trent’anni fa Haiti coltivava tutto il riso di cui aveva bisogno, ora il Dipartimento dell'agricoltura Statunitense indica Haiti come tra i primi importatori del riso prodotto negli U.S.A.. 

Alla luce del grave disastro umanitario, aggravato dal terremoto del 12 gennaio 2010, la Campagna HAITI BASTA DEBITO, ADESSO! Chiede al Governo italiano

· di contribuire alla ricostruzione di Haiti attraverso la concessione di aiuti a perdere (Grants) e non attraverso la concessione di crediti di aiuto che il governo di Haiti dovrebbe poi restituire;


· Usare la propria rappresentanza e il proprio voto nel Board dei Direttori Esecutivi del Fondo Monetario e della Banca Interamericana di Sviluppo per assicurare la cancellazione immediata e incondizionata del debito rimanente di Haiti verso queste istituzioni e contemporaneamente di spendersi per ottenere una moratoria immediata sul servizio dei pagamenti del debito da parte di Haiti verso le stesse istituzioni, congelando anche il maturare degli interessi; 

· Chiedere al FMI di mobilitare risorse interne per pagare il servizio del debito di Haiti con risorse proprie nel momento in cui le rate dei pagamenti verrebbero a scadenza.


La Campagna HAITI BASTA DEBITO, ADESSO! Ha deciso di mantenere attivo un Osservatorio di controllo della società civile affinché dopo gli annunci da parte del nostro Governo si concretizzino azioni decisive e immediate.


Si attendono nelle prossime ore numerose adesioni di associazioni e anche di singole persone attraverso il Blog internet:  
e la campagna in Face Book:  

Le Associazioni Promotrici.
Comunicato Stampa a cura di: ufficiostampa@comunicatorevisivo.com


23 gennaio 2010

MINACCE USA: RINCHIUDERE A GUANTANAMO GLI HAITIANI CHE CERCANO DI USCIRE DAL PAESE

L’incursione militare degli Stati Uniti ad Haiti ha generato grande preoccupazione nella comunità internazionale, a causa degli antecedenti di ingerenza politico-sociale che la nazione ha nel paese caraibico.

Di fronte all’ondata di haitiani che cercano di migrare dall’isola, dopo il potente sisma che ha distrutto gran parte della nazione caraibica, funzionari statunitensi hanno disegnato piani per controllare l’esodo di massa e si stanno preparando per imprigionare chi insiste nell’abbandonare Hait,
nella prigione della base illegale che gli USA mantengono a Guantanamo, Cuba.

In base all’intervista realizzata dall’investigatrice statunitense, Eva Golinger, che cita, tra le altri fonti il giornale inglese
The Telegraph, l’operazione aerea, marittima e terrestre, chiamata “Sentry Vigilante” e stata lanciata ufficialmente questo martedì dal Pentagono e dal Dipartimento di Stato degli USA, sotto la supervisione della Segretaria di Stato, Hillary Clinton, che si trova a Haiti.

La Golinger racconta che la portaerei USS Carl Vinson, insieme ad una flotta di navi militari statunitensi, è preparata per intercettare gli haitiani che cerchino di uscire dal loro paese con destinazione Miami; ed il Comandante della Guardia Costiera degli USA, Christopher O’Neill ha spiegato che l’obiettivo è
“intercettarli in alto mare e rimpatriarli”.

L’ambasciatore di Haiti a Washington, Raymond Joseph, clandestinamente ha registrato un messaggio in creolo ai suoi compatrioti, mettendoli in guardia dall' uscire dal paese. “Se credi che arriverai agli USA e tutte le porte sono aperte, non è così” ha detto.


“Loro ti intercetteranno in mare e ti manderanno indietro”, aggiunge il funzionario haitiano nel suo messaggio.


In contrapposizione con la posizione presa dal governo di Washington, il presidente del Senegal, Abdoulaye Wade, ha offerto agli haitiani l’opportunità di rimpatriare “alla terra dei loro antenati”, ed ha anche offerto terreni nei paesi africani.


“L’Africa deve offrire la possibilità agli haitiani di ritornare alla loro terra madre. E’ un loro diritto”, ha dichiarato il presidente Wade.


Nel testo scritto dall'avvocato Eva Golinger, è riferito che migliaia di haitiani sono alla ricerca di una via d'uscita dalla capitale, Port-au-Prince, dopo essere stata distrutto dal terremoto
, questo è stato criticato dalle autorità statunitense perchè credono che queste azioni mirano a distogliere l'attenzione dagli aiuti umanitari che, teoricamente, stanno dando alla nazione caraibica.

Di fronte alla militarizzazione con la leadership degli USA, in Haiti, la comunità internazionale ha manifestato preoccupazione, perché questo potrebbe indicare una nuova ingerenza della nazione nordamericana nel contesto politico- sociale dell’isola dei Caraibi.


Washington è stato coinvolto nel
rovesciamento del presidente del 2004, Jean Bertrand Aristide, attualmente in Sud Africa.

Fonte:
http://www.telesurtv.net/noticias/secciones/nota/65480-NN/eeuu-amenaza-con-llevar-presos-a-guantanamo-a-haitianos-que-intenten-salir-del-pais/

Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da
VANESA

21 gennaio 2010

L'ESERCITO USA INVADE HAITI...CON UNA MISSIONE UMANITARIA

"Marines attaccati dalle Onde S"

"Proteggerà la popolazione dalle onde sismiche"

Il Nobel Obama ha mandato 10.000 elementi del suo esercito per aiutare Haiti. Il distaccamento, battezzato Esercito della Salvezza Sismica (ESS), s'inquadra nella lotta al terrorismo naturale.
Il costo iniziale dell'operazione è stimato in 100 milioni di dollari per il lavoro straordinario delle truppe e 2.500 dollari in striscette per la popolazione. I salvatori della libertà devono proteggere gli haitiani dagli effetti delle onde P e S che causano la distruzione di massa. Siccome si prevedono repliche del sisma, distaccamento resterà per 20 anni in territorio haitiano e sarà progressivamente sostituito da agenti-antisismici della Blackwater.

La posizione del Dipartimento di Stato Usa ha deplorato il fatto che Cuba si è limitato ad inviare 600 medici armati con pericolosi strumenti chirurgici e che di fronte alla scarsità di anestetici recitano ai feriti passaggi di
La fine della Storia di Francis Fukuyama, per addormentarli e guarirli senza alcuna considerazione. Essi sostengono che questo violi la libertà di pensiero critico e che hanno già inviato un reclamo formale all' OEA, che è stato sostenuto immediatamente da Micheletti Il Vitalizio.

D'altra parte
il sisma di Haiti pregiudica gravemente la sicurezza degli Stati Uniti in quanto si nota la penuria di cocaina a Wall Street, non dimenticate che Haiti è lo scalo da cui la cocaina colombiana raggiunge la Florida in piccoli aerei. Il secondo compito del SSE sarà ripristinare immediatamente il traffico aereo attraverso l'apertura di 70 piste. Si stima che questo ripristinerà la fornitura di polvere bianca che, proprio ieri, ha causato il ribasso di 1 punto nell'indice Dow Jones. Larry Snif, broker degli assessori di capitali fungibili Rich & Poor Corporation, ha detto che "ieri ha vissuto scene di panico immobiliste, il parquet è crollato, alcuni assaggiavano e sniffavano carte di valori, altri ribassavano il loro tasso metabolico cerebrale a valori Bushiani, e alcuni ordinavano operazioni e contro-operazioni in favore di imprese statali della Corea del Nord. Un caos improduttivo e non come quello giornaliero che, almeno ci lascia dei profitti".

Donald Rumsfeld ha proposto di vaccinare gli haitiani "vivi" contro l'influenza A,
"ci sono vaccini e dopo i disastri il principale pericolo sono le epidemie e il comunismo", ha detto al New York Times. Trinidad Jimenez appoggia la proposta, "così diamo fuori i milioni di vaccini che stanno per scadere".

Fonte:
http://www.kaosenlared.net/noticia/us-army-invade-haiti-mision-humanitaria

20 gennaio 2010

USA: RICOLONOZZARE HAITI A SPESE DEL MONDO

http://alertaroja.net/media/blogs/alertaroja/obama_bush_clinton_010709.jpg
di Tito Pulsinelli

Mentre da tutto il mondo arrivano aiuti alimentari, medicine, acqua potabile, vaccini, impianti di rimozione delle macerie ed ospedali da campo, gli Stati Uniti hanno inviato navi da guerra (nucleare e no) e diecimila soldati. Si sono impossessati dell'unico aeroporto funzionante, e da lì
hanno respinto tutti quelli che sono arrivati senza il simbolo della bandiera a stelle strisciate.
Senza nessuna distinzione, che si trattasse di delegazioni ufficiali di piccole nazioni o della Francia, o di sbarchi dei soccorsi inviati dalla comunità internazionale. La precedenza assoluta è il rimpatrio dei cittadini nordamericani, e tutti devono adeguarsi a questo: haitiani e stranieri.

Gli Stati Uniti hanno precisato che
"siamo stati invitati" (da chi? ONU o governo haitiano?) e che si fermeranno a lungo perchè "l'invito" sarebbe senza data di scadenza. Funzionano di già come filtro tra la tragedia degli isolani ed il resto del mondo. Non è tutto: anticipano che vogliono centralizzare lo smistamento e la distribuzione degli aiuti, ad opera del loro corpo di spedizione militare.

"Ogni dollaro raccolto dai cittadini, ogni soccorso radunato dalle ONG ed istituzioni di vario tipo" saranno amministrati da Bill Clinton e George Bush, designati da Obama come plenipotenziari imperiali. La sinistra cronaca degli avvenimenti contribuisce a chiarire le intenzioni della Casa Bianca, molto di più di quanto traspare dalle ambigue dichiarazioni ufficiali.
Centralizzare i soccorsi provenienti dagli USA o quelli del resto del mondo? La seconda.

Obama e il Pentagono
hanno surrogato il residuale potere del governo locale di Preval, dopo una operazione militare che non è definibile correttamente in altro modo: invasione. Probabilmente la più ignobile messa a segno nella loro storia. E' un colpo di mano che punta ad estromettere l'ONU e la missione dei circa tremila caschi blu sotto il comando del Brasile.

Fuori l'ONU, fuori il Brasile, reistallarsi sul suolo di Haiti
, come hanno fatto numerose volte nel passato, almeno fino stabilizzare con una definitiva repressione i movimenti sociali "aristidiani", anti-oligarchici, e poi mettere sul trono qualche nuova versione di Duvalier-Papa doc che faccia le loro veci.
Un copione classico, per nulla orignale, solo che questa volta c'è la pretesa di imporre al mondo di sottostare a una cosa inaccettabile: che consegnino i soccorsi raccolti ai militari USA. A figuri come George Bush, e che rinuncino a qualsiasi contatto con i nativi.

Il mondo invia soccorsi di ogni genere, gli USA investono 100 milioni di dollari per finanziare l'invasione prolungata. Il Pentagono sogna di
ri-costruire un Protettorato con gli sforzi di molti Paesi e della società civile internazionale. Questa è la pretesa di Obama.

"Non si può impedirgli di sognare di essere una nuova Portorico" diceva il neocolonialismo atlantista con la penna spiumata di Lucio Caracciolo. Tranquillo, la lunga storia di invasioni ha insegnato ad Haiti che "con Francia, Stati Uniti o Spagna non si magna".

Chi "sogna Portorico" è il grigio funzionariato autoctono del protettorato, geloso della concorrenza scomoda degli "internazionali" nella gestione dei flussi economici "da catastrofe umanitaria". Loro si sono sempre intesi meglio con i colonnelli bianchi-occhi-azzurri. Hanno esperienza nell'economia della catastrofe, sanno rivendere al mercato nero -senza cambiar neppure le etichette- tutte le mercanzie generosamente affluite.

L'epigono dell'EuroNATO è molto preoccupato dalle forniture di benzina a basso costo che il Venezuela garantisce alle micro-nazioni dei Caraibi e dell'America centrale. Le definisce sprezzantemente
"gesticolazioni bolivarianiste". Ma gli USA, oltre alla truppa scelta, vorranno fornire delle modeste bombole del gas alle famiglie haitiane per frenare la deforestazione?

La costituzione di un Protettorato permanente ha un costo, riusciranno a scaricarlo sul resto del mondo?
I Caraibi difficilmente torneranno ad essere un "lago interno" dell'Unione. Non è interesse del Brasile agevolare questa manovra, nè del Mercosur, nè del BRIC che ha bisogno di rotte libere verso le concessioni ottenute nel megagiacimento "bolivarianista" della conca dell'Orinoco.
Con l'ingresso del Venezuela -che è una cerniera geopolitica tra i Caraibi, le Ande e l'Amazzonia- aumentano le frecce nell'arco del blocco emergente sudamericano. Dopo l'Honduras, la sfida si è spostata nelle Antille e -per ora- implica lo schieramento di ben diecimila soldati e una portaerei nucleare. A carico di chi?

Haiti ha bisogno dell'annullamento del suo debito estero, dell'autodeterminazione e della coperazione permanente -non emergenziale- innanzitutto regionale. Null'altro.

Fonte: http://selvasorg.blogspot.com/2010/01/usa-ricolonizzare-haiti-spese-del-mondo.html
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