L’analisi effettuata dal Dipartimento di Statistica di Firenze a seguito della sentenza n. 12013/2023 del TAR del Lazio sulla qualità dei dati sulla mortalità dei vaccinati contro il Covid-19 ha evidenziato sei macroscopiche anomalie. Gli errori sono “di entità tale da non consentirne l’utilizzo per analisi sostantive della mortalità dei soggetti vaccinati contro il Covid-19”. I ricercatori lamentano che “né l’AIFA ha provveduto a correggere i gravi errori […], né il Ministero della Salute ha finora messo a disposizione i dati che, nell’interesse collettivo, consentirebbero di analizzare la mortalità nella popolazione vaccinata contro il Covid-19, confrontandola con quella complessiva tramite SMR o con quella dei non vaccinati”. In sintesi: i dati sono del tutto inattendibili. Solo per questo e anche volendo escludere fin dall’inizio qualsiasi ipotesi di dolo, il ministero della salute e AIFA dovrebbero essere azzerati.
Secondo un recente studio, circa il 70% delle persone decedute in Giappone dopo aver ricevuto il vaccino COVID-19 di Pfizer ha perso la vita nei primi 10 giorni successivi al vaccino.
Lo studio giapponese sottoposto a revisione paritaria, pubblicato sulla rivista Cureus il 7 dicembre, ha esaminato l'associazione tra la vaccinazione COVID-19 di Pfizer e i decessi entro 10 giorni dalla vaccinazione.
Il periodo a rischio è stato definito come entro 10 giorni dalla vaccinazione, con il giorno di vaccinazione come giorno 1, e il periodo di controllo è stato definito come da 11 a 180 giorni dopo la vaccinazione.
A seguito di alcune segnalazioni fatte da persone ricoverate in ospedale per COVID-19, queste mi raccontano di essere state sottoposte all’utilizzo degli anticorpi monoclonali. Mi raccontano che ciò è avvenuto con premura e pressione da parte degli infermieri e medici di reparto che, in assenza di dovute informazioni, e quindi nella assoluta carenza del dovuto consenso informato adeguato, forzano letteralmente i pazienti dicendo “firmi che non c’è tempo da perdere!”.
Con l’aiuto di una carissima amica C.L., ho approfondito la vicenda e siamo venuti a conoscenza di quanto Vi scriverò qui di seguito, in modo dettagliato e con i link di riferimento.
Il 5 giugno scorso sul Virology Journal, importante rivista scientifica ad accesso aperto sottoposta a revisione paritaria,è stato pubblicato, a firma Kenji Yamamoto, un articolo di commento agli effetti dei vaccini COVID-19.
L’autore inizia menzionandolo studio pubblicato a febbraio da The Lancetsul declino dell’immunità nel tempo e sottolinea che la funzione immunitaria tra gli individui vaccinati, trascorsi 8 mesi dalla somministrazione di due dosi di vaccino covid-19, risulta inferiore a quella tra gli individui non vaccinati.
Poi fa un lungo elenco dipreoccupanti effetti avversi. Riporto in corsivo alcuni passaggi degni di attenzione: “Le proteine spike non decadono immediatamente dopo la somministrazione di vaccini mRNA. Le proteine spike presenti sugli esosomi circolano in tutto il corpo per più di 4 mesi. Inoltre, studi in vivo hanno dimostrato che le nanoparticelle lipidiche (LNP) si accumulano nel fegato, nella milza, nelle ghiandole surrenali e nelle ovaie e che l’mRNA incapsulato con LNP è altamente infiammatorio.
Il Senato, premesso che: in Italia è stata recentemente avviata la fase della campagna vaccinale che prevede la vaccinazione anche degli "over 16", mentre nei giorni scorsi è arrivato il via libera da parte delle agenzie EMA e AIFA per la vaccinazione anche delle persone in fascia d'età compresa tra i 12 e i 15 anni, per le quali sono già stati programmati ed avviati i cosiddetti open day per la somministrazione del vaccino Comirnaty (Pfizer/Biontech);
in Germania la commissione permanente per le vaccinazioni (Stiko) del "Robert Koch Institut" non consiglia la somministrazione di Pfizer ai giovanissimi e addirittura, nelle raccomandazioni ufficiali diffuse sul sito del Robert Koch Institut, che è l'equivalente dell'Istituto superiore di sanità italiano, si legge che: "L'uso di Comirnaty in bambini e adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni senza precedenti malattie è attualmente generalmente non raccomandato"
STRAGE TRA VACCINATI COVID: Più di mille morti negli States, 2.787 casi fatali in Europa
In Italia segnalati 27.917 effetti indesiderati dopo i tre vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca
Dai dati EudraVigilance dell’EMA emergono 34.733 reazioni avverse gravi su 95.554 totali.
Emorragie gastrointestinali, disturbi del sistema nervoso, respiratorio e cardiovascolare, e infine tante, tantissime infezioni, anche per Covid-19. Nei paesi dell’Unione Europea (pertanto Regno Unito escluso) più degli shock anafilattici sono queste patologie ad emergere in un’alluvione di reazioni avverse al 50% sono gravi e hanno avuto esito fatale in 2.787 casi.
Aumentano i ricoveri perché i protocolli di cura domiciliare Covid sono ancora quelli insufficienti a base di paracetamolo. L'assurdo viaggio della Bussola tra scaricabarile e reticenze evidenzia il fallimento della gestione Speranza, che ha messo al centro gli ospedali e ora il vaccino, dimenticando che i malati non curati precocemente oggi, sono i morti di domani. Palù (Aifa): «Linee guida da cambiare, l'ho detto al ministero, ma dicono che ci sono altre priorità». L'Agenas: «Speranza non ci ha detto di lavorare sui protocolli domiciliari».
I dati generali di ieri parlano di un aumento sensibile dei ricoveri. Il commissario lombardo Guido Bertolaso parla già di una terza ondata, il governatore Luca Zaia ha rimarcato come per la prima volta dal 31 dicembre ci sia un aumento dei ricoveri che «fa preoccupare». Aumenti di posti letto occupati anche i Piemonte.
Secondo alcuni ingegneri aeronautici il bombo non può volare, però il bombo non legge le loro pubblicazioni e vola lo stesso. Secondo Pfizer & C. il 'vaccino' a RNA messaggero non può modificare il genoma, però il 'vaccino' non legge i comunicati di Pfizer e... Anzitutto alcune precisazioni:
P1. Il proverbiale calabrone non è un calabrone ma un bombo (Bombus terrestris) su cui un secolo fa Antoine Magnan e altri (1) scrissero che non poteva volare in base ai loro studi di aerodinamica.
P2. Il paradosso non è un paradosso, tanto che Magnan dovette correggere i propri studi invece che 'correggere' i bombi.
P3. il cosiddetto 'paradosso del calabrone' è diventato proverbiale per indicare la presunzione di tanti 'apprendisti stregoni' che pretendono di piegare la Natura alla loro visione ultra semplificata della realtà.
La scoperta che il Sars Cov 2 sia un virus batterico ha enormi conseguenze. Il rischio tra i vaccinati di potenziamento fatale della malattia. Il fenomeno della vaccino resistenza causa la diffusione di mutanti del virus più pericolosi e contagiosi. Quale ruolo virtuoso avrebbero avuto gli asintomatici, in condizioni normali, se non fossero stati messi in quarantena? Di tutto questo e di molto altro parliamo con la dott.ssa Loretta Bolgan
Potresti imbatterti in Loretta Bolgan se preso da dubbi, perplessità e preoccupazioni rispetto alla pressante richiesta di adesione alla campagna vaccinale ti decidi a percorrere la rete in lungo e in largo cercando di saperne di più. Ti stai chiedendo se sia la cosa giusta da fare, se sia l’unica scelta possibile per te, le persone che ami, per tutti noi.
Nessuno può imporre un obbligo di vaccino se non il Parlamento, ma la Costituzione è chiara: deve tutelare la salute della collettività e non deve incidere negativamente sullo stato di salute. Ma il vaccino anti covid ha dimostrato reazioni avverse anche gravi. E non è detto che tuteli la salute della collettività: l'Aifa ha detto che non è esclusa la trasmissibilità del virus.
Il tema delle vaccinazioni rappresenta un campo di interfaccia tra medicina, politica e legislazione e di tanto in tanto emerge il tema della obbligatorietà di questa misura di prevenzione delle malattie infettive. Oltre all’obbligo di 10 vaccini in età pediatrica oggetto della legge 119/2017, recentemente è stato deliberato da alcune Regioni l’obbligo di inoculo di antinfluenzale (prontamente bocciato dal TAR) e ora si assiste al ripetersi di proposte di obbligo per l’anti-covid.
Si è discusso molto in questi mesi sui tempi record in cui sono stati realizzati e approvati i primi vaccini per il Covid-19. Molti esperti del settore avevano sottolineato all’inizio della diffusione del virus che sarebbero stati necessari almeno due anni per avere un vaccino contro il nuovo virus. Queste previsioni sono state polverizzate con la realizzazione di molti vaccini in appena un anno. Ci si chiede dunque se il periodo impiegato sia stato sufficiente per effettuare tutti i test necessari ad assicurare la distribuzione di un prodotto sicuro. Il dibattito pubblico è molto acceso su questo tema: la sperimentazione del vaccino è stata troppo breve?
Il parere di Loretta Bolgan, della Harvard Medical School di Boston: “Alterazioni epigenetiche e infertilità”
Mentre si ascolta Loretta Bolgan parlare del vaccino, la sensazione è quella di una roulette russa. Laurea in chimica e tecnologia farmaceutiche, dottorato in scienze farmaceutiche e research fellow alla Harvard Medical School di Boston. È ricercatrice industriale per aziende che producono kit diagnostici e si è occupata di registrazione di farmaci.
La dott.ssa Bolgan teme, nell’ordine, “un rischio gravissimo di reazione avversa fatale; il pericolo di reazioni autoimmuni, di malattie gravi a carico del sistema nervoso; la possibilità che si verifichino alterazioni epigenetiche, ovvero capaci di modificare l’espressione dei geni. Infine, l’ipotesi che possa essere attaccato il sistema riproduttivo con lo spettro dell’infertilità”.
Allarmati dal crescendo di notizie sulla pandemia da Covid19 in corso, osserviamo la scomparsa della verità sostanziale dei fatti dall’informazione confusa ed inquietante che arriva sia dalle istituzioni sia dalla stampa, cosa che costituisce un grave attentato agli interessi sostanziali della nazione.
La narrazione si arricchisce ogni giorno degli appelli di scienziati non sempre qualificati, sedicenti “esperti” di diverse discipline, i quali, osservati i dati diffusi dai media, chiedono a gran voce un inasprimento delle misure di limitazione degli spostamenti, al fine di limitare il contagio. Tali appelli sono ripresi ed amplificati nuovamente dalla stampa con allarmismo parossistico ed utilizzati dal Governo per supportare le misure di contenimento che, a loro volta, vengono rilanciate con accorta drammatizzazione. L’effetto complessivo è un innalzamento del livello di ansia, in una spirale che impatta drammaticamente le vite dei cittadini, ma non l’andamento dell’epidemia.
Da agosto 2018 la nostra associazione ha iniziato a pubblicare i risultati di diverse analisi commissionate a laboratori indipendenti ed accreditati su alcuni lotti di vaccino. Questi stessi risultati sono sempre stati inoltrati anche al Suo Ministero, nonché all’ISS, all’AIFA, all’Ema e alle case produttrici.
Duole constatare che, nonostante i risultati contengano dati preoccupanti e ravvisino diversi profili di rischio, nessuna risposta sia arrivata da parte Sua né di alcun funzionario del ministero da Lei presieduto.
Eppure, fu proprio Lei, come componente della Commissione Parlamentare di Inchiesta “Uranio Impoverito”, a firmare insieme agli altri membri le seguenti considerazioni:
Il rapporto vaccini appena divulgato da Aifa riporta le segnalazioni ricevute nel 2017, riferite anche alle vaccinazioni eseguite negli anni passati. È un corposo volume di 140 pagine che trovate qui. La novità è che, per la prima volta, è ammessa la responsabilità delle vaccinazioni nel provocare una gran parte di eventi avversi gravi. Non era mai successo prima. Infatti, come potete ascoltare dalle dichiarazioni degli esperti nel video allegato (gentilmente realizzato dall’infettivologo Fabio Franchi) gli eventi avversi non erano mai attribuiti ai vaccini se non in casi molto rari, “perché i vaccini sono sicurissimi”. I professori interpellati hanno riconosciuto che, raramente, queste punture possono provocare una reazione anafilattica (sorta di manifestazione allergica possibile dopo qualsiasi farmaco e risolvibile con un’iniezione di adrenalina), ma si tratta di “un caso su un milione”, oppure “su due milioni”. Invece no.
Devo ammettere che sui vaccini non ho alcuna certezza, non ho nemmeno competenze scientifiche per affermarne l’assoluta validità, oppure per denunciarne rischi accertati. Però in questa strana storia molte cose non tornano, le ambiguità abbondano e le bufale ben orchestrate e indecifrabili dell’informazione mediatica addensano la nebbia sulle verità.
Il vaccino sembra comunque essere diventato il nuovo dogma di fede, dogma di Stato, verità scientifica rivelata e imposta ai fedeli come principio sacrosanto.
Naturalmente come ogni fede assoluta suscita ribellioni eretiche e diserzioni agnostiche, scatena fanatismi da entrambi i versanti, con tutte le deviazioni del caso. Perché dunque tutta questa ansia, questo fanatismo, del tipo chi non si vaccina con me peste lo colga?
Sarebbe meglio invece spiegare pacatamente all’opinione pubblica quali studi hanno portato a decidere l’obbligatorietà di ben 10 vaccini nel primo anno di vita, cosa si sa delle possibili complicazioni, e come fare per evitarle.
Si tratta di «rapporti clamorosi tenuti finora riservati dal Ministero della salute e dall’Agenzia del farmaco». Lo rivela il Codacons , il coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori. Il Codacons, il coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, ha reso pubblici alcuni documenti che metterebbero in luce dati importanti sulle reazioni avverse dei vaccini su un numero piuttosto elevato di pazienti. Si tratta in realtà delle relazioni Aifa relative agli anni 2014-2015-2016, finora mai rese pubbliche, e su cui il Codacons chiede se i ministri siano stati o meno informati prima dell’ok al decreto Lorenzin. Giornalettismo pubblica in esclusiva il rapporto Aifa con i numeri relativi alle reazioni avverse registrate. Questa azione – secondo quanto riportano fonti interne all’Aifa – potrebbe anche avere delle conseguenze. Anche perché questo documento è in realtà la replica dell’Aifa a una precisa e circostanziale richiesta della procura di Torino. E in quanto tale era un documento riservato. Documento che però è stato consegnato nelle cartelle stampa dei giornalisti presenti nella conferenza stampa organizzata dal Codacons.