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7 agosto 2023

"Diritto all'aborto, progressismo o nuova eugenetica?"
Norman Finkelstein

Nota: In questo estratto dal mio libro di prossima pubblicazione, "I’ll Burn That Bridge When I Get to It!,", affronto la questione se sia legittimo censurare un discorso in quanto socialmente "regressivo". La risposta è negativa e illustro il mio punto di vista con il dibattito sull'aborto.
La correttezza politica e la "cultura dell'annullamento" pretendono di essere l'avanguardia delle idee progressiste. Chiunque si opponga ad esse è un retrogrado, uno sciocco immerso nelle tenebre dell'ignoranza. "Ho visto il futuro, e funziona", annunciò il giornalista progressista Lincoln Steffens al suo ritorno dalla Russia bolscevica nel 1919.

Posizionarsi dalla parte giusta della storia prima che questa abbia emesso il suo verdetto è un affare complicato [1]. Mentre il bolscevismo era la causa progressista del giorno a livello internazionale nella prima metà del XX secolo, l'eugenetica era di gran moda nei circoli progressisti nazionali.

27 ottobre 2020

"I negazionisti non devono essere privati della libertà di espressione"

Facebook e Twitter hanno annunciato che bandiranno la negazione dell'Olocausto sulle loro piattaforme. In un libro di prossima pubblicazione intitolato Cancel Culture, Academic Freedom, and MeNorman Finkelstein (foto) sostiene che la negazione dell'Olocausto dovrebbe essere insegnata all'università, preferibilmente da un negatore dell'Olocausto. Sono considerazioni di alto livello agli antipodi dell'attuale isteria islamofobica e pornografica, che pretende di fare del Paese della legge Gayssot, l'ultima della classe, un modello di libertà di espressione. Ecco un estratto del suo manoscritto.

Sarebbe una presa in giro della verità e della libertà accademica (si sostiene) se un'università desse una piattaforma ai negazionisti dell'Olocausto. Ma, per cominciare, non è chiaro cosa neghino i negazionisti dell'Olocausto. L'Olocausto nazista denota lo sterminio della comunità ebraica europea o di tutte le categorie di persone sistematicamente messe a morte o condannate a morte? 
Se riguarda solo gli ebrei, perché questo trattamento esclusivo? 

1 settembre 2018

Norman Finkelstein: "Israele non ha il diritto di difendersi da Gaza"

Secondo la legge internazionale, qualsiasi tipo di uso della forza a Gaza è proibito a Israele in qualsiasi circostanza.
Dal 30 marzo 2018, quando sono iniziate le manifestazioni in gran parte nonviolente a Gaza, la comunità internazionale ha condannato con forza gli attacchi armati israeliani. 
Una risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite "ha deplorato ogni uso eccessivo, sproporzionato e indiscriminato della forza da parte delle forze israeliane contro i civili palestinesi", mentre il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha denunciato "l'uso sproporzionato e indiscriminato della forza". Dopo che i cecchini israeliani hanno ucciso Razan al-Najjar, un paramedico palestinese disarmato di 21 anni; il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente ha avvertito Israele che "doveva calibrare il suo uso della forza".

16 maggio 2018

« Li avevamo avvertiti ! »
Il discorso di Netanyahu alla nazione ebraica

Noi, lo Stato di Israele, abbiamo appena lanciato messaggi di avvertimento su Gaza: 
Non marciate domani! 

Gente di Gaza, 

Dovete capirlo: 
Voi siete untermenschen! (sub-umani, termine dell'ideologia nazista) 
Siete destinati ad essere nostri schiavi o ad essere sterminati. 
Questo è il motivo per cui vi abbiamo imprigionato in uno spazio insopportabile, in cui siete lentamente avvelenati. 
Non osate paragonarci ai nazisti!
Vi avevamo avvertiti di non cercare di sfuggire al vostro destino.

16 gennaio 2018

Norman Finkelstein: Le molte menzogne perpetuate a proposito di Gaza

Israele rischia una possibile inchiesta da parte della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra per il suo attacco del 2014 contro Gaza che uccise più 2.100 palestinesi, tra cui 500 bambini. Per saperne di più parliamo con Norman Finkelstein, autore del nuovo libro ‘Gaza: An Inquest into its Martyrdom’ [Gaza: un’indagine sul suo martirio]. E’ autore di molti altri libri, tra cui “L’industria dell’Olocausto: lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei” e ‘Knowing Too Much: Why the American Jewish Romance with Israel Is Coming to an End’ [Sapere troppo: perché l’innamoramento degli ebrei statunitensi nei confronti di Israele sta arrivando alla fine].
Prima di cominciare a parlare più estesamente di Gaza volevo chiederti velocemente quali hai pensato siano state le motivazioni del presidente Trump nel riconoscere Gerusalemme come la capitale, dicendo che avrebbe trasferito l’ambasciata statunitense da Tel Aviv, la massica reazione presso le Nazioni Unite dopo il suo annuncio di tale riconoscimento, il prevalente voto contro gli Stati Uniti e gli Stati Uniti che hanno minacciato chi votava contro di loro.