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18 giugno 2017

Helmut Kohl: “Per portare la Germania nell’euro ho agito da dittatore”

In occasione della morte di Helmut Kohl, riportiamo dal Telegraph una delle sue ultime interviste, in cui il padre della riunificazione tedesca e, assieme a Mitterand, dell’unione monetaria europea, non fa mistero della visione paternalistica e del metodo autoritario con cui ha introdotto l’euro in Germania, consapevole che il popolo tedesco lo avrebbe respinto a grande maggioranza se sottoposto a referendum. In questo, Kohl, come molti altri statisti europei, ha seguito la strategia dei “piccoli passi” del fondatore del progetto europeo, l’elitista Jean Monnet, secondo il quale “le nazioni europee dovrebbero essere guidate verso un superstato senza che le loro popolazioni si accorgano di quanto sta accadendo”, evitando di chiedere il loro consenso (e di perdere, come ogni qualvolta è stato fatto, vedi i referendum in Francia, Olanda e Irlanda).

In un’intervista condotta per una tesi di dottorato in giornalismo, Helmut Kohl, il cancelliere tedesco che è stato più a lungo in carica nel secondo dopoguerra, ha dichiarato che in qualsiasi votazione popolare sull’euro avrebbe perso a schiacciante maggioranza:
Sapevo che non avrei mai potuto vincere un referendum in Germania. In un referendum sull’introduzione dell’euro saremmo usciti sconfitti. È abbastanza chiaro. Avrei perso, e per sette a tre”.