30 aprile 2013
« I DIRIGENTI EUROPEI NON SOPPORTANO PIU' LA DEMOCRAZIA! »
Che cosa ci riserva l’Unione europea? Ex sindacalista in una grande azienda, oggi giornalista, Pierre Levy, in particolare, ha cercato di rispondere a questa domanda attraverso il suo ultimo libro, “L’Insurrection”. Un libro fortemente politico che spazia nei campi dell’economia, del sociale e della geopolitica. Il sottotitolo del libro, “il favoloso destino dell’Europa all’alba dell’anno di grazia 2022”,
non è un puro prodotto della fantasia di Pierre Lévy, ma ci rinvia ad
una inquietante attualità e solleva una questione: bisogna restare
nell’Unione europea?
Il
suo romanzo ci fa piombare nel 2022, e dalle prime righe questo futuro
non troppo lontano ci appare insieme assurdo e spaventoso. Ma, cosa
ancora più spaventosa, ci si accorge subito che questo mondo non è puro
frutto della sua immaginazione, ma si basa su elementi attuali
decisamente realistici…
Questo è lo spirito del libro. Anche se questo è un libro molto
politico, ho preferito una forma insolita per un saggio. Volevo ridere
di cose che non sono affatto divertenti, portando all’assurdo ed
estremizzando le logiche attuali. L’idea era quella di capire cosa sta
succedendo oggi in campo economico, politico, sociale e geopolitico,
andare fino in fondo. Sperando che tutto ciò faccia riflettere.
29 aprile 2013
LA VERGOGNA DEI GULAG AMERICANI
Se, come scrisse Fyodor Dostoevsky, “il grado di civilizzazione di una
società si può valutare entrando nelle sue carceri”, qui siamo davanti
ad una nazione di barbari. La nostra vasta rete di prigioni federali e
statali, con qualcosa come 2.3 milioni di reclusi, fa a gara con i gulag
degli stati totalitari. Non appena sparisci dietro le pareti del
carcere diventi una preda. Da stuprare. Da torturare. Da picchiare.
Isolamenti prolungati. Privazioni sensoriali. Discriminazioni razziali.
Reti di bande. Lavori forzati. Cibo rancido. Bimbi incarcerati alla
stregua degli adulti. Prigionieri forzati a prendere medicinali che
inducono all’apatia. Impianti di ventilazione e riscaldamento
inadeguati. Scarse cure sanitarie. Dure sentenze per crimini non
violenti.
Di Chris Hedges
Bonnie Kerness e Ojore Lutalo li incontrai entrambi a Newmark, New Jersey, dopo che, qualche giorno prima, avevano combattuto, come forse pochi prima di loro, nel comitato americano per il monitoraggio delle prigioni (AFSCPW, n.d.t.) contro i crescenti abusi nei confronti dei prigionieri (specialmente l’uso dell’isolamento). Lutalo, una volta diventato membro dell’esercito per la liberazione dei neri (BLA, n.d.t.), un ramo delle Pantere Nere, scrisse a Kerness per la prima volta nel 1986, durante la sua detenzione alla prigione di stato di Trenton, ora chiamata prigione dello stato del New Jersey. Le raccontò il mondo oscuro e degradante dell’isolamento;
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Leggi anche:
USA: Il grande business delle carceri private
Di Chris Hedges
Bonnie Kerness e Ojore Lutalo li incontrai entrambi a Newmark, New Jersey, dopo che, qualche giorno prima, avevano combattuto, come forse pochi prima di loro, nel comitato americano per il monitoraggio delle prigioni (AFSCPW, n.d.t.) contro i crescenti abusi nei confronti dei prigionieri (specialmente l’uso dell’isolamento). Lutalo, una volta diventato membro dell’esercito per la liberazione dei neri (BLA, n.d.t.), un ramo delle Pantere Nere, scrisse a Kerness per la prima volta nel 1986, durante la sua detenzione alla prigione di stato di Trenton, ora chiamata prigione dello stato del New Jersey. Le raccontò il mondo oscuro e degradante dell’isolamento;
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28 aprile 2013
LE URGENTISSIME RIFORME CANNIBAL RISING
AFFIDAVIT
Col nobile intento di tutelare le ‘parti deboli’
– altresi’ note quali: “i giovani” –
nell’interesse dei ‘poteri forti’
nonche’ vista l’impellente necessita’ di ‘agire’ sul debito pubblico
e per facilitare gli ‘investitori internazionali’
qui di seguito gli urgentissimi 20 punti
dell’Agenda: “Ma Chi Comanda in Italia?”
- e relativi consigli preventivi
Col nobile intento di tutelare le ‘parti deboli’
– altresi’ note quali: “i giovani” –
nell’interesse dei ‘poteri forti’
nonche’ vista l’impellente necessita’ di ‘agire’ sul debito pubblico
e per facilitare gli ‘investitori internazionali’
qui di seguito gli urgentissimi 20 punti
dell’Agenda: “Ma Chi Comanda in Italia?”
- e relativi consigli preventivi
26 aprile 2013
GOVERNO: LA "LETTA" VIA...
ENRICO LETTA, L'UOMO DEI POTERI FORTI ALLA GUIDA DEL GOVERNO ITALIANO
Il governo di larghe coalizioni ha “finalmente” un premier. Alla fine l’establishment ha scelto Enrico Letta, personaggio d’apparato di gattopardiana memoria, per la serie che tutto cambi perchè nulla cambi. Enrico, ex vice segretario nazionale del Partito Democratico, nipote del pidiellino Gianni Letta, cavallo di razza del sistema potere italiano, da vent’anni, senza far clamore, ai vertici della sinistra elitaria italiana e tra i ranghi dei più conosciuti circoli globalisti.
Di Italo Romano
Oltre La Coltre
E’ quello che molti chiamerebbero un uomo della casta, la più fine e sgradevole espressione di quella pseudo sinistra radical chic e politcally correct, asservita ai poteri finanziari e mondialisti, filoamericana, filosionista ed europeista dogmatica. Il nuovo Presidente del Consiglio ha alle spalle un percorso umano e formativo all’insegna del “più Europa”. Dall’infanzia a Strasburgo – dove frequenta la scuola dell’obbligo – alla laurea in Diritto internazionale all’Università di Pisa. Sempre a Pisa consegue il dottorato di ricerca in Diritto delle comunità europee alla Scuola Superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant’Anna, fucina italiana di dirigenti di partito, manager e specialisti di ogni sorta.
Il governo di larghe coalizioni ha “finalmente” un premier. Alla fine l’establishment ha scelto Enrico Letta, personaggio d’apparato di gattopardiana memoria, per la serie che tutto cambi perchè nulla cambi. Enrico, ex vice segretario nazionale del Partito Democratico, nipote del pidiellino Gianni Letta, cavallo di razza del sistema potere italiano, da vent’anni, senza far clamore, ai vertici della sinistra elitaria italiana e tra i ranghi dei più conosciuti circoli globalisti.
Di Italo Romano
Oltre La Coltre
E’ quello che molti chiamerebbero un uomo della casta, la più fine e sgradevole espressione di quella pseudo sinistra radical chic e politcally correct, asservita ai poteri finanziari e mondialisti, filoamericana, filosionista ed europeista dogmatica. Il nuovo Presidente del Consiglio ha alle spalle un percorso umano e formativo all’insegna del “più Europa”. Dall’infanzia a Strasburgo – dove frequenta la scuola dell’obbligo – alla laurea in Diritto internazionale all’Università di Pisa. Sempre a Pisa consegue il dottorato di ricerca in Diritto delle comunità europee alla Scuola Superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant’Anna, fucina italiana di dirigenti di partito, manager e specialisti di ogni sorta.
24 aprile 2013
PERCHE' IL FMI NON PUO' AFFRONTARE LA VERITA' SUL FALLIMENTO DELL'€URO?
Christine Lagarde |
Di Jeremy Warner
In “The Economic Consequences of the Peace - Le conseguenze economiche della pace”,
l’economista britannico John Maynard Keynes scriveva che la sua
preferenza in qualsiasi negoziato o arbitrato era quella di “dire la
verità, anche se brutale e spietata”, ma nelle discussioni di questa
settimana c’è stata ben poca attestazione di tutto questo.
Invece di affrontare le cause alla base del disastro economico
attuale - il fallimento dell’euro - il dibattito si è incentrato su
questioni marginali di bilancio e monetarie, come il consolidamento
fiscale troppo stretto della Gran Bretagna e degli Stati Uniti.
Che il responsabile in capo del dipartimento economico del FMI,
Olivier Blanchard, e la sua direttrice generale, Christine Lagarde,
possano pensare che qualche allentamento dei cordoni della borsa fiscale
in Gran Bretagna sia misura adeguata e in grado di riportare la
crescita, quando in Europa è in corso una crisi così profonda, non è
solo strano, è patetico.
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IL CAMBIAMENTO
Ci sono
voluti quasi due mesi, dopo le elezioni di febbraio, per condurre
l'Italia al punto d'incontro con il secondo golpe, promesso da Napolitano e da Monti a tutti i poteri forti internazionali alla
vigilia della campagna elettorale.
In
molti si supponeva che saremmo giunti al nuovo colpo di stato,
attraverso le ire dei mercati ed il progredire dello spread, invece
la strada scelta è stata di tutt'altra natura. Bersani e Berlusconi
hanno di fatto menato per il naso gli italiani che li hanno votati,
attraverso due mesi di teatrino tanto folkloristico e disordinato,
quanto mirato ad ottenere l'effetto voluto. Il primo ostinandosi
fintamente ad inseguire l'appoggio di Beppe Grillo, pur sapendo bene
che mancava qualsiasi spazio per ottenerlo. Il secondo cavalcando
l'affondamento dell'Italia (quasi le colpe del disastro fossero di un
evento tellurico) ed inseguendo Bersani, fingendo di volerlo
abbracciare stretto.
PD e
PDL hanno passato il tempo cianciando di cambiamento e chiamando i
propri elettori a manifestazioni farsa, fino ad arrivare al momento
dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica.....
23 aprile 2013
ECONOMIA: L'ARMAGEDDON E' IMMINENTE
George Soros sa che qualcosa di spaventoso è in arrivo. I Rockefeller sanno che qualcosa di grande e orrendo sta per accadere. Quel qualcosa di grande è il collasso di tutto il denaro stampato dal nulla che è in giro per il mondo.
Nei loro incontri segreti del Bilderberg, i globalisti hanno pianificato la data esatta della nostra fine economica. Potete persino scommettere che “qualsiasi giorno nero” coinciderà con una data ironica che farà ridere sommessamente i globalismi, all’inizio pianificato di un prossimo evento ” false flag” (un falso evento).
Vi ricordate quando i lacchè globalisti fecero schiantare gli aerei contro il World Trade Center l’11 settembre? I globalisti pianificarono un evento 911… il 9/11 (la data scritta in modo americano, in cui prima c’è il mese e poi il giorno, ndt) . Capito?? 3000 morti non sono niente per i globalisti.
Nessuno, se non questi psicopatici criminali, riderà quando lanceranno il loro piano per il collasso finanziario. Purtroppo né io nè voi abbiamo un posto a tavola , quindi non abbiamo informazioni da un insider, per valutare quando il collasso finanziario è in arrivo. Tuttavia ci sono delle cose su cui possiamo fare attenzione.
Nei loro incontri segreti del Bilderberg, i globalisti hanno pianificato la data esatta della nostra fine economica. Potete persino scommettere che “qualsiasi giorno nero” coinciderà con una data ironica che farà ridere sommessamente i globalismi, all’inizio pianificato di un prossimo evento ” false flag” (un falso evento).
Vi ricordate quando i lacchè globalisti fecero schiantare gli aerei contro il World Trade Center l’11 settembre? I globalisti pianificarono un evento 911… il 9/11 (la data scritta in modo americano, in cui prima c’è il mese e poi il giorno, ndt) . Capito?? 3000 morti non sono niente per i globalisti.
Nessuno, se non questi psicopatici criminali, riderà quando lanceranno il loro piano per il collasso finanziario. Purtroppo né io nè voi abbiamo un posto a tavola , quindi non abbiamo informazioni da un insider, per valutare quando il collasso finanziario è in arrivo. Tuttavia ci sono delle cose su cui possiamo fare attenzione.
22 aprile 2013
GRECIA: CAMPI MILITARI PER IMPRIGIONARE I DEBITORI STATALI
Un poco alla volta, la Grecia si sta trasformando in una versione del
XXI secolo del tetro e buio mondo di Charles Dickes: famiglie che
bruciano legna per scaldarsi, lavoratori che lavoro per due soldi… e,
per mettere la ciliegina sulla torta greca, tra poco anche prigioni per i
debitori! Ciò che abbiamo riferito a gennaio, è diventato realtà:
prigioni fiscali! Il governo sta cercando dei campi militari per
trasformarli in prigioni per coloro che non sono in grado di pagare i
loro debiti: fisco o fondi per la previdenza sociale, ad esempio.
Tuttavia, le condizioni delle prigioni non saranno così dure come quelle
della prigione Marshalsea, dove Willam Dorrit ha trascorso molto tempo.
I moderni debitori greci in prigione, vivranno in “condizioni umane” perché debitori di più di 5.000 € allo stato, come ha affermato il Ministro della Giustizia ai membri del parlamento giovedì.
“Lo stato sta cercando un campo militare entro i limiti della prefettura di Attica per la custodia dei debitori statali accusati di pene detentive”, ha detto il Ministro della Giustizia Kostas Karagounis al gruppo MPS, aggiungendo che la prigione speciale per debitori migliorerà le loro condizioni detentive, che diventeranno più umane.
I moderni debitori greci in prigione, vivranno in “condizioni umane” perché debitori di più di 5.000 € allo stato, come ha affermato il Ministro della Giustizia ai membri del parlamento giovedì.
“Lo stato sta cercando un campo militare entro i limiti della prefettura di Attica per la custodia dei debitori statali accusati di pene detentive”, ha detto il Ministro della Giustizia Kostas Karagounis al gruppo MPS, aggiungendo che la prigione speciale per debitori migliorerà le loro condizioni detentive, che diventeranno più umane.
19 aprile 2013
17 aprile 2013
ITALIA: PRELIEVO FORZOSO SUI CONTI CORRENTI COME CIPRO?
Lasciate perdere le fantasiose proiezioni politiche sul futuro del
nostro paese, ormai non ha neanche tanto senso continuare ad aspettare
il nuovo governo. La pagheranno circa cinque milioni di italiani, questa
fase di instabilità e di mancanza di convergenza politica
nell'interesse del paese, con il Partito Democratico come principale
responsabile. Sono cinque milioni infatti i contribuenti italiani
(intesi come persone fisiche) che secondo le rilevazioni di Bankitalia
detengono depositi e giacenze bancarie a prima vista superiori a euro
100.000. Lo hanno fatto capire con grande disinvoltura persino le
autorità sovranazionali europee, l'Italia non è più di tanto a rischio
per adesso, nonostante i suicidi quotidiani e le chiusure sistematiche
di piccole e medie imprese day by day.
Di Eugenio Benetazzo
La prima manovra tampone, con grande presunzione, istituita dal prossimo governo sarà l'istituzione di una sorta di imposta di solidarietà su chi possiede disponibilità liquide superiori a centomila euro appunto. Il prelievo potrebbe essere anche di entità piuttosto contenuta (tra lo 0.5% e il 3%), mettendo il futuro governo nelle condizioni di gestire le future contingenze della spesa pubblica. In parallelo ci potrebbe stare anche un inasprimento dell'attuale l'imposta di bollo (oggi allo 0.15%) facendola lievitare sino allo 0.50% del totale degli assets finanziari complessivamente detenuti.
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Di Eugenio Benetazzo
La prima manovra tampone, con grande presunzione, istituita dal prossimo governo sarà l'istituzione di una sorta di imposta di solidarietà su chi possiede disponibilità liquide superiori a centomila euro appunto. Il prelievo potrebbe essere anche di entità piuttosto contenuta (tra lo 0.5% e il 3%), mettendo il futuro governo nelle condizioni di gestire le future contingenze della spesa pubblica. In parallelo ci potrebbe stare anche un inasprimento dell'attuale l'imposta di bollo (oggi allo 0.15%) facendola lievitare sino allo 0.50% del totale degli assets finanziari complessivamente detenuti.
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COSA ACCADREBBE CON E SENZA L'€URO?
Ipotizzare quanto avverra’ a seguito di una disintegrazione dell’Euro e’
un esercizio estremamente complesso e certamente criticabile, in quanto
le variabili in gioco sono realmente molte, e non tutte sono
economiche. Una nazione seria quale dovrebbe essere l’Italia, si
sarebbe dovuta porre le domanda negli anni 80 se conveniva entrare in
un sistema a cambi fissi o quasi (SME) e negli anni 90 se conveniva
entrare nell’Euro. Analogamente oggi dovrebbe porsi la domanda di quale
futuro ci attende restando nell’Euro e quale se si tornasse a valute
nazionali, e se c’e’ convenuto entrare nell’euro.
I dibattiti nostrani, invece, sono da sempre puramente ideologici, e mai analitici e numerici. La domanda comunque, merita una risposta, e scenarieconomici.it e’ a disposizione per migliorare ed arricchire l’analisi che vi presenteremo, ove vi fossero osservazioni numeriche e supportate.
IPOTESI DI PARTENZA
Ben pochi si sono cimentati in studi numerici affrontando la questione degli scenari economici che ci attendono con e senza Euro.
Tra questi segnaliamo lo studio Game theory and euro breakup risk premium – Cause and Effect di Bank of America e Merrill Lynch e L’impact d’une sortie de l’Euro sur l’économie française di Jacques Sapir. I risultati sono simili, e prevedono chiaramente che in uno scenario di ritorno non traumatico alle valute nazionali, i paesi periferici (in primis l’Italia) avrebbero decisi vantaggi, mentre le nazioni centrali (in primis la Germania) avrebbero decisi svantaggi da tale processo.
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I dibattiti nostrani, invece, sono da sempre puramente ideologici, e mai analitici e numerici. La domanda comunque, merita una risposta, e scenarieconomici.it e’ a disposizione per migliorare ed arricchire l’analisi che vi presenteremo, ove vi fossero osservazioni numeriche e supportate.
IPOTESI DI PARTENZA
Ben pochi si sono cimentati in studi numerici affrontando la questione degli scenari economici che ci attendono con e senza Euro.
Tra questi segnaliamo lo studio Game theory and euro breakup risk premium – Cause and Effect di Bank of America e Merrill Lynch e L’impact d’une sortie de l’Euro sur l’économie française di Jacques Sapir. I risultati sono simili, e prevedono chiaramente che in uno scenario di ritorno non traumatico alle valute nazionali, i paesi periferici (in primis l’Italia) avrebbero decisi vantaggi, mentre le nazioni centrali (in primis la Germania) avrebbero decisi svantaggi da tale processo.
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16 aprile 2013
REPUBBLICA: LA PARTE E IL TUTTO...
Il moderno revival (impieghiamo l’inglesismo con tutta la -cattiva- intenzione) del repubblicanesimo sarebbe confortante se non venisse da dove proviene: dal mondo anglosassone. In effetti, in questo universo culturale ha predominato sempre - nel migliore dei casi- l’ideologia liberale, la quale mette al primo posto, non solo giuridicamente ma ontologicamente, questa astrazione che chiamiamo individuo (ci potrebbero richiedere di giustificare immediatamente perché qualifichiamo l’individuo come astrazione, quando nell’uso del linguaggio corrente lo si considera sinonimo della massima concretezza: questa giustificazione però si può dare solo come conclusione e non come premessa del presente testo).
Il liberalismo, pensiero progressista per antonomasia nel secolo XVII, quando ciò che stava all’ordine del giorno era liberare il popolo dalla dominazione asfissiante della monarchia assoluta, raddoppiata in Inghilterra, per di più, dalla autorità religiosa, smise di compiere questa funzione a partire, come minimo, dalla Rivoluzione Francese. Fu così proprio perché si trattava di una concezione politica pensata per società non industriali, nelle quali la distanza fra il produttore e il processo completo di produzione-distribuzione era minima, cosa che permetteva di parlare di una certa “autonomia” degli agenti sociali, capaci di controllare le mutue relazioni se non interveniva alcun meccanismo coercitivo esterno al congiunto economico. Era proprio questo meccanismo imposto alla società civile dall’alto che il liberalismo combatteva e che la Rivoluzione Francese fece saltare in aria.
Il liberalismo, pensiero progressista per antonomasia nel secolo XVII, quando ciò che stava all’ordine del giorno era liberare il popolo dalla dominazione asfissiante della monarchia assoluta, raddoppiata in Inghilterra, per di più, dalla autorità religiosa, smise di compiere questa funzione a partire, come minimo, dalla Rivoluzione Francese. Fu così proprio perché si trattava di una concezione politica pensata per società non industriali, nelle quali la distanza fra il produttore e il processo completo di produzione-distribuzione era minima, cosa che permetteva di parlare di una certa “autonomia” degli agenti sociali, capaci di controllare le mutue relazioni se non interveniva alcun meccanismo coercitivo esterno al congiunto economico. Era proprio questo meccanismo imposto alla società civile dall’alto che il liberalismo combatteva e che la Rivoluzione Francese fece saltare in aria.
15 aprile 2013
EUROPA A CONTROLLO TOTALE: IN ITALIA SCHEDATURE DI MASSA
Anche in Occidente i diritti dell’essere umano sono sempre più carta straccia. Alzi la mano chi ha mai sentito parlare del Trattato di Prüm, sottoscritto da sette Stati membri il 27 luglio 2005, e ratificato dal Parlamento italiano, con la Legge n. 85 del 30 giugno 2009. In ossequio alle dottrine autoritarie Usa, nonché ai Trattati di Velsen e di Lisbona -approvati in tutta fretta dai parlamentari di stanza a Bruxelles e Strasburgo (compresa Sonia Alfano che tiene conferenze pubbliche con Forza Nuova, sponsorizzata in campagna elettorale dal comico eterodiretto Beppe Grillo) senza uno straccio di coinvolgimento popolare, almeno nel belpaese- la libertà risulta sempre più vigilata nel vecchio continente.
Di Gianni Lannes
Oltre Orwell - il codice ereditario umano è balìa di alcuni Stati europei. Il pretesto è apparentemente nobile: la lotta contro «il terrorismo internazionale, la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale» mediante la cooperazione. In sostanza: il Dna (acido desossiribonucleico), viene immagazzinato per 40 anni in una banca dati istituzionale.
Lo standard europeo Issol (Interpol Standard Set Of Loci) “aveva inizialmente solo 7 marcatori più amelogenina” spiega l’avvocato Giorgio Ponti “Nell’aprile 2005 è stata decisa l’introduzione di 3 nuovi marcatori ritenuti molto sensibili. Non tutte utilizzano il medesimo standard di archiviazione, anche se la risoluzione del Consiglio E del 9 giugno 1997 ‘invita’ gli Stati membri alla realizzazione di uno standard comune. La più affollata banca dati europea è quella inglese con 3 milioni di profili”.
14 aprile 2013
LE MINACCE DELLA GEOINGEGNERIA
Dane Wigington, uno dei maggiori esperti mondiali di Geoingegneria, interpellato pure nel fondamentale documentario di Michael Murphy, “What in the world are they spraying?”, ha di recente rilasciato un’intervista a George Noory, il conduttore del celebre programma radiofonico, “Coast to coast”.
Si tratta di un importante contributo, soprattutto poiché Wigington
evidenzia il caos climatico provocato dalle operazioni di geoingegneria
clandestina. La sua analisi ci consentirà di svolgere rilevanti
riflessioni che saranno il succo di un articolo il cui titolo sarà
“Convergenza”.
Il ricercatore ed attivista Dane Wigington ha documentato preoccupanti cambiamenti nell'ambiente dovuti alla geoingegneria. Ciò include varie tecniche di modificazione del clima, come le scie chimiche ed i sistemi H.A.A.R.P. A causa degli interventi compiuti con la dispersione nella biosfera di nanoparticelle metalliche, stiamo assistendo ad un "oscuramento globale", con cui il 20% dei raggi del sole non raggiunge la superficie del pianeta.
Il ricercatore ed attivista Dane Wigington ha documentato preoccupanti cambiamenti nell'ambiente dovuti alla geoingegneria. Ciò include varie tecniche di modificazione del clima, come le scie chimiche ed i sistemi H.A.A.R.P. A causa degli interventi compiuti con la dispersione nella biosfera di nanoparticelle metalliche, stiamo assistendo ad un "oscuramento globale", con cui il 20% dei raggi del sole non raggiunge la superficie del pianeta.
13 aprile 2013
MUOS: UN'ARMA AMBIENTALE
A Niscemi (Sicilia), all’interno di una riserva
naturale (area SIC), sono in corso i lavori di realizzazione di uno dei
quattro terminali terrestri del MUOS (Mobile User Objective System), il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari della Marina militare degli Stati Uniti d’America. Il MUOS dovrà assicurare il collegamento della rete militare Usa (centri di comando, controllo e logistici, le migliaia di utenti mobili
come cacciabombardieri, unità navali, sommergibili, reparti operativi,
missili Cruise, aerei senza pilota, ecc.), decuplicando la velocità e la
quantità delle informazioni trasmesse nell’unità di tempo e rendendo
sempre più automatizzati e disumanizzati i conflitti del XXI secolo. Con
la conseguenza di accrescere sempre più il rischio di guerra
(convenzionale, batteriologica, chimica e/o nucleare) anche per un mero
errore di elaborazione da parte dei computer.
Il terminale MUOS di Niscemi sarà costituito da tre
grandi antenne paraboliche del diametro di 18,4 metri per le
trasmissioni verso i satelliti geostazionari con frequenze che
raggiungeranno i 31 GHz e da due trasmettitori di 149 metri d’altezza
per il posizionamento geografico con frequenze tra i 240 e i 315 MHz. Un
mixer di onde elettromagnetiche che penetreranno la ionosfera con potenziali effetti devastanti per l’ambiente e la salute dell’uomo. Originariamente
il progetto era stato previsto per Sigonella, la principale stazione
aeronavale della Marina militare Usa nel Mediterraneo alle porte di
Catania. Poi fu deciso di dirottare l’impianto una settantina di
chilometri più a sud, nella stazione utilizzata dal oltre vent’anni dal
Pentagono per le comunicazioni con i sottomarini atomici in navigazione
negli oceani.
12 aprile 2013
MORTO CHAVEZ, EVO MORALES E' NEL MIRINO DEI "GLOBALIZZATORI"
Com’è facile spingere la gente ... Ma com’è difficile guidarla
(Rabindranath Tagore, 1861 – 1941)
(Rabindranath Tagore, 1861 – 1941)
Evo Morales e Hugo Chavez |
L’agenda degli “illuminati” globalizzatori,
il cui vero fine è stabilire un controllo assoluto sulle risorse
natutrali del pianeta attraverso la lotta preventiva contro i
leaders che osano sfidare questo processo difendendo gli interessi
nazionali dei loro paesi, non ha mai riposo o intervallo. E’ permanente, irreversibile, spietata ed essi utilizzano tutti i
mezzi disponibili che vanno dai più rudimentali ai più sofisticati. Per
più di 14 anni hanno fatto una guerra “nascosta” contro il governo
bolilvariano di Hugo Chàvez, ma non hanno mutato le loro intenzioni
neppure dopo la sua morte annunciata.
Ora è il turno del primo presidente aymara della Bolivia, Evo
Morales, che ha osato dichiararsi “antimperialista” guidando il suo
popolo verso uno Stato del Buon Vivere, realizzando cambiamenti
sostanziali con nuovi impegni sulla qualità di vita e la protezione
della natura.
Negli ultimi mesi la guerra mediatica contro Evo Morales e il suo
governo si è intensificata; lo hanno definito comunista, dittatore,
chavista, fidelista, individualista, egocentrico, anticlericale,
narcisista, ecc. ecc. Ma c’è un elemento nuovo che consiste nel
corrompere, confondere e sviare le basi tradizionali di appoggio alla
gestione del presidente attraverso le Organizzazioni Non Governative
(ONGs).
11 aprile 2013
ANGELINA JOLIE: LA BAMBOLA E LA BESTIA
Angelina Jolie, idolo dello schermo americano è una delle attrici più
pagate di sempre, è famosa per il suo look sensuale e per una presenza
da femme fatale. E' una donna pericolosa, l'incarnazione di un vulcano, una minaccia capricciosa.
Il che, se ci pensate, assomiglia molto al suo ruolo nella vita reale
come inviata speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani. Nel suo
ultimo «ruolo da protagonista», si è battuta al fianco del ministro
degli Esteri britannico William Hague.
Di Finian Cunningham
La «location» è la Repubblica Democratica del Congo. Entrambi hanno viaggiato per il paese dell'Africa centrale devastato dalla guerra di questa settimana per far luce sui crimini strazianti di stupro contro le donne come conseguenza dei conflitti.
Questa non è la prima volta che l'improbabile coppia si è unita per questo scopo. In precedenza, l'attrice Angelina Jolie ed il diplomatico più anziano della Gran Bretagna hanno collaborato per 'attirare l'attenzione pubblica' sulla violenza contro le donne in Libia, Mali e Siria, tra le altre zone internazionali di guerra.
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Di Finian Cunningham
La «location» è la Repubblica Democratica del Congo. Entrambi hanno viaggiato per il paese dell'Africa centrale devastato dalla guerra di questa settimana per far luce sui crimini strazianti di stupro contro le donne come conseguenza dei conflitti.
Questa non è la prima volta che l'improbabile coppia si è unita per questo scopo. In precedenza, l'attrice Angelina Jolie ed il diplomatico più anziano della Gran Bretagna hanno collaborato per 'attirare l'attenzione pubblica' sulla violenza contro le donne in Libia, Mali e Siria, tra le altre zone internazionali di guerra.
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COSA C'E' DIETRO IL CONFLITTO USA-COREA DEL NORD?
Cosa
sta succedendo tra Stati Uniti e Corea del Nord, che questa settimana
ha prodotto titoli come “Aumentano le tensioni in Corea” e “La Corea
del Nord minaccia gli Stati Uniti”?
Il 30 marzo The New York Times informava: “Questa
settimana il giovane dirigente della Corea del Nord, Kim Jung-un, ha
ordinato ai suoi subordinati di prepararsi per un attacco con
missili agli Stati Uniti. Si è mostrato in un centro di comando di
fronte ad una mappa appesa al muro con il baldanzoso e improbabile
titolo ‘Piani per attaccare il territorio degli Stati Uniti’. Alcuni
giorni prima i suoi generali si sono vantati di aver sviluppato
un’ogiva nucleare “stile coreano” che potrebbe essere utilizzata da un
missile a largo raggio”.
Di Jack A. Smith
Gli Stati Uniti sanno bene che le dichiarazioni della Corea del Nord non sono suffragate da un potere militare sufficiente a materializzare le sue minacce retoriche, ma la tensione sembra aumentare in tutti i modi. Che sta succedendo?
Devo tornare un poco indietro nel tempo per spiegare la situazione.
Dalla fine della Guerra di Corea, 60 anni fa, il governo della Repubblica Popolare d Democratica della Corea del Nord (RPDCN o Corea del Nord) ha fatto ripetutamente sempre le stesse quattro proposte agli Stati Uniti:
Leggi tutto... Gli Stati Uniti sanno bene che le dichiarazioni della Corea del Nord non sono suffragate da un potere militare sufficiente a materializzare le sue minacce retoriche, ma la tensione sembra aumentare in tutti i modi. Che sta succedendo?
Devo tornare un poco indietro nel tempo per spiegare la situazione.
Dalla fine della Guerra di Corea, 60 anni fa, il governo della Repubblica Popolare d Democratica della Corea del Nord (RPDCN o Corea del Nord) ha fatto ripetutamente sempre le stesse quattro proposte agli Stati Uniti:
10 aprile 2013
GLI ITALIANI EMIGRANO NELL'ALDILA'
Di Marco Cedolin
Nonostante la novella presidente della Camera Laura Boldrini, impegnata con migranti e migrazioni di altro genere, abbia dichiarato di non esserne al corrente e mostri tutto il proprio stupore per la povertà in cui versano i suoi connazionali privi di uno stipendio dell'ONU, una larga parte degli italiani vive in condizioni sempre più drammatiche, senza che esista alcun ammortizzatore sociale in grado di mitigare gli effetti della catastrofe economica che si è riversata sulle loro teste.
L'ondata di persone che al culmine della propria disperazione decidono di sublimare il proprio dramma emigrando nell'aldilà, continua a farsi sempre più impetuosa ed inizia a tracimare dagli argini di silenzio attraverso i quali Monti e Napolitano hanno deciso di nasconderla alla vista, intimando ai media la più completa omertà.
Qualche caso più eclatante degli altri, come la strage di Perugia o il triplice suicidio di Civitanova Marche, finisce per forza di cose per trovare spazio sui quotidiani a tiratura nazionale, ma nonostante perfino la Boldrini e qualche opinionista chic dei salottini TV inizino a prendere atto del fatto che una sempre più ampia fascia della popolazione italiana sia in procinto di migrare con mezzi assai più drammatici dei barconi, continua a mancare totalmente una reale percezione del fenomeno......
Nonostante la novella presidente della Camera Laura Boldrini, impegnata con migranti e migrazioni di altro genere, abbia dichiarato di non esserne al corrente e mostri tutto il proprio stupore per la povertà in cui versano i suoi connazionali privi di uno stipendio dell'ONU, una larga parte degli italiani vive in condizioni sempre più drammatiche, senza che esista alcun ammortizzatore sociale in grado di mitigare gli effetti della catastrofe economica che si è riversata sulle loro teste.
L'ondata di persone che al culmine della propria disperazione decidono di sublimare il proprio dramma emigrando nell'aldilà, continua a farsi sempre più impetuosa ed inizia a tracimare dagli argini di silenzio attraverso i quali Monti e Napolitano hanno deciso di nasconderla alla vista, intimando ai media la più completa omertà.
Qualche caso più eclatante degli altri, come la strage di Perugia o il triplice suicidio di Civitanova Marche, finisce per forza di cose per trovare spazio sui quotidiani a tiratura nazionale, ma nonostante perfino la Boldrini e qualche opinionista chic dei salottini TV inizino a prendere atto del fatto che una sempre più ampia fascia della popolazione italiana sia in procinto di migrare con mezzi assai più drammatici dei barconi, continua a mancare totalmente una reale percezione del fenomeno......
9 aprile 2013
E' MORTA MARGARET THATCHTER, LA REGINA MADRE DELL’ AUSTERITÀ GLOBALE E DELLA FINANZIARIZZAZIONE
Noi di solito rispettiamo la convenzione di astenerci dal parlare male
di chi è scomparso recentemente. Ma Margaret Thatcher probabilmente non
si opporrebbe a un epitaffio concentrandosi su come la sua eredità
politica sia riuscita a raggiungere il suo obiettivo dichiarato di uno "smantellamento irreversibile"
del settore pubblico in Gran Bretagna. Con un attacco alla
pianificazione dello stato fatta dal governo, la Thatcher ha spostato le
istituzioni nelle mani molto più accentratrici della finanza - la City
di Londra - senza nessun controllo sui danni all’economia prodotti da
una regolamentazione finanziaria "libera" da qualsiasi norma
anti-monopolistica di controllo sui prezzi.
Di Michael Hudson Михаел Хадсон e Jeffrey Sommers
La Thatcher ha trasformato il carattere della politica britannica per voce di un governo parlamentare democraticamente eletto che ha permesso con una pianificazione finanziaria di spartirsi il dominio del settore pubblico con il consenso popolare. Come il suo contemporaneo, l’attore Ronald Reagan, ha raccontato una storia con una copertina affascinante dove prometteva di aiutare la ripresa dell'economia. La realtà, ovviamente, è stata un aumento del costo della vita e la possibilità di fare business per la Gran Bretagna. Ma questo gioco a somma zero ha cominciato a registrare le perdite di tutto il sistema economico e di una gran parte del collegio elettorale che il partito conservatore raccoglieva nel settore bancario della Gran Bretagna.
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Di Michael Hudson Михаел Хадсон e Jeffrey Sommers
La Thatcher ha trasformato il carattere della politica britannica per voce di un governo parlamentare democraticamente eletto che ha permesso con una pianificazione finanziaria di spartirsi il dominio del settore pubblico con il consenso popolare. Come il suo contemporaneo, l’attore Ronald Reagan, ha raccontato una storia con una copertina affascinante dove prometteva di aiutare la ripresa dell'economia. La realtà, ovviamente, è stata un aumento del costo della vita e la possibilità di fare business per la Gran Bretagna. Ma questo gioco a somma zero ha cominciato a registrare le perdite di tutto il sistema economico e di una gran parte del collegio elettorale che il partito conservatore raccoglieva nel settore bancario della Gran Bretagna.
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L’ ITALIA FARÀ LA FINE DELLA GRECIA!
In questi giorni ho ricevuto parecchie mail che mi chiedevano di
commentare l’articolo apparso sul blog di Beppe Grillo che reiterava il
rischio per l’Italia di fare una fine, questa volta a medio termine come
la Grecia. Grillo segue i suggerimenti dei suoi consiglieri economici e si vede….sic! Se utilizziamo il lungo termine forse riesce meglio soprattutto
considerando che per Keynes nel lungo termine siamo tutti morti e così
si mettono in pace anche gli ansiosi e i paranoici.
Che dire oggi nel partito unico trasversale del ” occhio che faremo
la fine della Grecia ” ci sono un po’ tutti, dagli economisti grillini
come la mitica Napoleoni quella che devevamo fallire ieri agli
economisti caccia grillini come Seminerio , dallo stesso Grillo a Monti,
da tizio a caio sino a raggiungere sempronio.
Che volete che vi dica ma lasciamoli sfogare, devono pur scrivere o parlare di qualcosa, non importa cosa.
Sembrano tanti papa o patrigni che avvertono ignari bambini dell’ arrivo dell’uomo nero.
8 aprile 2013
COME GLI USA HANNO UTILIZZATO LE ONG PER DESTABILIZZARE IL VENEZUELA
Un documento pubblicato da Wikileaks rivela la strategia in cinque fasi degli Stati Uniti per minare il chavismo del Venezuela utilizzando l'USAID ed altre organizzazioni non governative (ONG). In un messaggio inviato a Washington nel novembre 2006, l'ambasciatore degli Stati Uniti in Venezuela, William Brownfield, ha dettagliato i risultati del suo lavoro nel 2004, che aveva cinque obiettivi:
- 1) Rinforzare le istituzioni democratiche
- 2) Infiltrarsi nella base politica di (Hugo) Chavez
- 3) Disgregare il chavismo
- 4) Proteggere gli interessi vitali delle società statunitensi
- 5) Isolare Chavez a livello internazionale.
CRESCITA E DECRESCITA...PERCHE' UN CONCETTO NON ESCLUDE L'ALTRO
Premetto che sono un abbonato e un occasionale collaboratore del
Fatto Quotidiano. Lo dico per sottolineare la mia affinità di vedute con
la linea politica del giornale. Ciò non esclude, ovviamente, che a
volte mi possa trovare in disaccordo con quanto scrive qualcuno dei suoi
più autorevoli redattori, come mi è successo leggendo il commento di
Furio Colombo intitolato “Crisi, l’ora della scelta tra crescita e decrescita” pubblicato domenica scorsa.
Di Maurizio Pallante
Il Fatto Quotidiano
E non mi riferisco alla sua predilezione per la crescita con una più equa redistribuzione del reddito come sostenuto dai suoi economisti di riferimento, ma alle premesse concettuali che la sottendono, che Colombo manifesta commentando l’affermazione di Gianni Agnelli: «Non puoi dire decrescita. È una parola contro natura», con queste parole: «la frase è fondata – perché – i bambini crescono, gli animali crescono, la natura cresce». A parte l’ultimo esempio di cui mi sfugge il significato, le domando: i bambini e gli animali crescono per sempre o a un certo punto smettono di crescere? Noi abbiamo un cane di 17 anni. Cosa sarebbe diventato se avesse continuato a crescere da quando è nato? Lei dopo il 17 /18 anni ha continuato a crescere? Eppure, anche avendo smesso di crescere ha continuato a migliorare. La sua affermazione mi fa pensare a quel versetto del profeta Isaia in cui si legge: «Iddio acceca quelli che vuol perdere».
Di Maurizio Pallante
Il Fatto Quotidiano
E non mi riferisco alla sua predilezione per la crescita con una più equa redistribuzione del reddito come sostenuto dai suoi economisti di riferimento, ma alle premesse concettuali che la sottendono, che Colombo manifesta commentando l’affermazione di Gianni Agnelli: «Non puoi dire decrescita. È una parola contro natura», con queste parole: «la frase è fondata – perché – i bambini crescono, gli animali crescono, la natura cresce». A parte l’ultimo esempio di cui mi sfugge il significato, le domando: i bambini e gli animali crescono per sempre o a un certo punto smettono di crescere? Noi abbiamo un cane di 17 anni. Cosa sarebbe diventato se avesse continuato a crescere da quando è nato? Lei dopo il 17 /18 anni ha continuato a crescere? Eppure, anche avendo smesso di crescere ha continuato a migliorare. La sua affermazione mi fa pensare a quel versetto del profeta Isaia in cui si legge: «Iddio acceca quelli che vuol perdere».
6 aprile 2013
PUO' LA CIVILTA' SOPRAVVIVERE AL CAPITALISMO?
Il capitalismo oggi esistente è radicalmente incompatibile con la democrazia. Vi è il “capitalismo” e poi c’è il “capitalismo reale”.
Di Noam Chomsky
Il termine “capitalismo” è comunemente usato riferendosi al sistema economico degli USA, che prevede considerevoli interventi dello Stato, i quali vanno dai sussidi per l’innovazione creativa alla politica assicurativa “too-big-to-fail” (troppo-grandi-per-fallire, ndr) del governo per le banche. Il sistema è altamente monopolizzato e ciò limita ulteriormente la dipendenza dal mercato, in modo crescente: negli ultimi 20 anni la quota dei profitti delle 200 imprese più importanti è aumentata enormemente, riporta l’accademico Robert W. McChesney nel suo nuovo libro Digital disconnect. In questo momento “capitalismo” è un termine comunemente usato per descrivere sistemi nei quali non ci sono capitalisti; per esempio il conglomerato-cooperativa Mondragón nella regione basca in Spagna, o le imprese-cooperative che si espandono nel nord dell’Ohio, spesso con il sostegno conservatore – entrambe esaminate in un’importante ricerca dell’accademico Gar Alperovitz.
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Di Noam Chomsky
Il termine “capitalismo” è comunemente usato riferendosi al sistema economico degli USA, che prevede considerevoli interventi dello Stato, i quali vanno dai sussidi per l’innovazione creativa alla politica assicurativa “too-big-to-fail” (troppo-grandi-per-fallire, ndr) del governo per le banche. Il sistema è altamente monopolizzato e ciò limita ulteriormente la dipendenza dal mercato, in modo crescente: negli ultimi 20 anni la quota dei profitti delle 200 imprese più importanti è aumentata enormemente, riporta l’accademico Robert W. McChesney nel suo nuovo libro Digital disconnect. In questo momento “capitalismo” è un termine comunemente usato per descrivere sistemi nei quali non ci sono capitalisti; per esempio il conglomerato-cooperativa Mondragón nella regione basca in Spagna, o le imprese-cooperative che si espandono nel nord dell’Ohio, spesso con il sostegno conservatore – entrambe esaminate in un’importante ricerca dell’accademico Gar Alperovitz.
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5 aprile 2013
L'U€ PIANIFICA DI CONFISCARE I DEPOSITI IN TUTTA L'€UROZONA
La confisca dei depositi a Cipro non è che la prima applicazione pratica
di una soluzione pianificata da tempo per tutta la regione
translatlantica. Il piano prevede di passare dai salvataggi esterni
("bailouts") delle banche eseguiti con il prelievo fiscale, ai
salvataggi interni ("bail-ins") eseguiti confiscando azioni,
obbligazioni e depositi.
Movisol
Il Parlamento Europeo sta per votare una legge per la "risoluzione" delle banche in difficoltà la cui bozza è stata presentata dalla Commissione EU il 6 giugno 2012, basata su uno schema di bail-in che include la confisca dei depositi al di sopra della quota garantita di 100 mila euro. Il relatore della legge, Gunnar Hokmark, ha dichiarato alla Reuters il 20 marzo che probabilmente la legge passerà così come è stata scritta. "Dovremo essere in grado di eseguire il bail-in anche attingendo ai depositi. Quelli sotto i 100 mila euro sono protetti (…) quelli sopra i 100 mila non sono protetti e dovranno essere trattati come parte del capitale che può essere usato per il salvataggio". Hokmark è fiducioso che la maggioranza del Parlamento Europeo voterà in questo senso.
Il 25 marzo il nuovo presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, aveva creato scalpore affermando che la confisca dei depositi a Cipro era un "modello" per l'Eurozona.
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Movisol
Il Parlamento Europeo sta per votare una legge per la "risoluzione" delle banche in difficoltà la cui bozza è stata presentata dalla Commissione EU il 6 giugno 2012, basata su uno schema di bail-in che include la confisca dei depositi al di sopra della quota garantita di 100 mila euro. Il relatore della legge, Gunnar Hokmark, ha dichiarato alla Reuters il 20 marzo che probabilmente la legge passerà così come è stata scritta. "Dovremo essere in grado di eseguire il bail-in anche attingendo ai depositi. Quelli sotto i 100 mila euro sono protetti (…) quelli sopra i 100 mila non sono protetti e dovranno essere trattati come parte del capitale che può essere usato per il salvataggio". Hokmark è fiducioso che la maggioranza del Parlamento Europeo voterà in questo senso.
Il 25 marzo il nuovo presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, aveva creato scalpore affermando che la confisca dei depositi a Cipro era un "modello" per l'Eurozona.
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4 aprile 2013
GLI USA CERCANO DI RECUPERARE IL CONTROLLO SUL VENEZUELA
Poco
dopo la morte del leader della Rivoluzione Bolivariana e presidente
del Venezuela, Hugo Chàvez, alcuni media della destra statunitense
hanno lanciato una campagna di calunnie, descrivendolo come un
leader “autoritario” e “provocatore di divisioni”. Alcuni hanno anche
espresso la loro speranza che il progetto politico di Chàvez crollasse. Ma, come tutto il mondo può vedere, sono i governi di Stati Uniti e
Canada, e non Chàvez, quelli che sono isolati nel continente. I
presidenti di tutta l’America Latina sono andati a Caracas per
partecipare al funerale e a rendere omaggio a Chàvez. Lì molti di essi
hanno riaffermato il loro appoggio agli ideali di giustizia sociale e
sviluppo, integrazione e indipendenza per l’America Latina che il
leader venezuelano ha appoggiato per tutta la sua vita. Molti messaggi
di simpatia e solidarietà sono arrivati a Caracas, dal Messico
all’Argentina.
Di Yusuf Fernàndez
Vari governanti latinoamericani hanno affermato che, anche in assenza del leader della Rivoluzione Bolivariana, avrebbero continuato a lavorare insieme per sviluppare gli ideali di Hugo Chàvez, che sono stati messi in pratica con successo. Anche il capo di Stato della Colombia – un paese nemico del Venezuela durante il mandato dell’ex presidente Alvaro Uribe – José Manuel Santos ha elogiato l’impegno di Chàvez e del governo del Venezuela nel processo di pace nel suo paese.
Di Yusuf Fernàndez
Vari governanti latinoamericani hanno affermato che, anche in assenza del leader della Rivoluzione Bolivariana, avrebbero continuato a lavorare insieme per sviluppare gli ideali di Hugo Chàvez, che sono stati messi in pratica con successo. Anche il capo di Stato della Colombia – un paese nemico del Venezuela durante il mandato dell’ex presidente Alvaro Uribe – José Manuel Santos ha elogiato l’impegno di Chàvez e del governo del Venezuela nel processo di pace nel suo paese.
3 aprile 2013
CONGO: l giallo dei 2 milioni di ettari scomparsi
Il fenomeno del cosiddetto land grabbing (letteralmente:
"accaparramento della terra") è al centro della preoccupazione di molte
organizzazioni internazionali che si occupano di sviluppo ed
agricoltura.
Negli ultimi anni, infatti, società e Stati stanno acquisendo enormi estensioni di terra coltivabile, specialmente nei Paesi meno sviluppati dell'Africa, per scopi di sfruttamento agricolo - con l'evidente rischio non solo di creare un nuovo tipo di colonialismo ma ancor più di creare nuovi monopoli dei prodotti agro-alimentari, in un momento in cui essi sono già oggetto della speculazione finanziaria e di significativi rialzi di prezzo. Un altro aspetto delicatissimo della questione è legato al fatto che la maggior parte delle colture cui vengono destinati questi terreni servono per produrre energia: queste terre sono così sottratte alla produzione per alimentazione umana e animale, con ulteriori effetti di spinta, secondo molti osservatori, sulla crescita dei prezzi dei prodotti agro-alimentari, i cui effetti sono ovviamente più pesanti nei paesi del Sud del mondo.
L'argomento è sicuramente fondamentale per chi ha a cuore il futuro del pianeta, ormai unificato dalla globalizzazione, ma la cosa diventa addirittura appassionante quando uno di questi accaparramenti si trasforma in un vero e proprio giallo.
Negli ultimi anni, infatti, società e Stati stanno acquisendo enormi estensioni di terra coltivabile, specialmente nei Paesi meno sviluppati dell'Africa, per scopi di sfruttamento agricolo - con l'evidente rischio non solo di creare un nuovo tipo di colonialismo ma ancor più di creare nuovi monopoli dei prodotti agro-alimentari, in un momento in cui essi sono già oggetto della speculazione finanziaria e di significativi rialzi di prezzo. Un altro aspetto delicatissimo della questione è legato al fatto che la maggior parte delle colture cui vengono destinati questi terreni servono per produrre energia: queste terre sono così sottratte alla produzione per alimentazione umana e animale, con ulteriori effetti di spinta, secondo molti osservatori, sulla crescita dei prezzi dei prodotti agro-alimentari, i cui effetti sono ovviamente più pesanti nei paesi del Sud del mondo.
L'argomento è sicuramente fondamentale per chi ha a cuore il futuro del pianeta, ormai unificato dalla globalizzazione, ma la cosa diventa addirittura appassionante quando uno di questi accaparramenti si trasforma in un vero e proprio giallo.
2 aprile 2013
UE: GUERRA ALLA LIBERTA' DI INTERNET
PER INDEBOLIRE I MEDIA ALTERNATIVI INDIPENDENTI ONLINE, L'UE SI APPRESTA S "REGOLAMENTARE I MOTORI DI RICERCA INTERNET
Un nuovo rapporto della Commissione europea raccomanda la regolamentazione delle notizie in internet, attraverso la modificazione dei motori di ricerca per controllare l'accesso ai "luoghi della cospirazione", la creazione di agenzie stampa europee governative e la formazione di nuovi "quadri di giornalisti professionisti ... per ... scienza, tecnologia, finanza o medicina ".
Di Nathan Allonby
(Traduzione di Anna Moffa)
Il rapporto sollecita anche i politici europei e i leader delle istituzioni europee a tenere conferenze stampa regolarmente, ad emergere dalle ombre e a prendere il centro della scena come veri leader europei. Questo segna l'inizio di una nuova era per l'Unione europea, e per il suo controllo sui media. Se state leggendo questo negli Stati Uniti o in Canada, siate consapevoli del fatto che ciò che succede in Europa potrebbe accadere anche in America del Nord, a causa dell' Area di cooperazione euro-atlantica. Si tratta di un processo di convergenza attraverso il quale l'Europa e il Nord America adotteranno politiche simili su "libertà", giustizia e sicurezza, da attuare entro il 2014, cosa che sembra si possa applicare alle ultime proposte sui media.
Un nuovo rapporto della Commissione europea raccomanda la regolamentazione delle notizie in internet, attraverso la modificazione dei motori di ricerca per controllare l'accesso ai "luoghi della cospirazione", la creazione di agenzie stampa europee governative e la formazione di nuovi "quadri di giornalisti professionisti ... per ... scienza, tecnologia, finanza o medicina ".
Di Nathan Allonby
(Traduzione di Anna Moffa)
Il rapporto sollecita anche i politici europei e i leader delle istituzioni europee a tenere conferenze stampa regolarmente, ad emergere dalle ombre e a prendere il centro della scena come veri leader europei. Questo segna l'inizio di una nuova era per l'Unione europea, e per il suo controllo sui media. Se state leggendo questo negli Stati Uniti o in Canada, siate consapevoli del fatto che ciò che succede in Europa potrebbe accadere anche in America del Nord, a causa dell' Area di cooperazione euro-atlantica. Si tratta di un processo di convergenza attraverso il quale l'Europa e il Nord America adotteranno politiche simili su "libertà", giustizia e sicurezza, da attuare entro il 2014, cosa che sembra si possa applicare alle ultime proposte sui media.
« CON L'€URO NAZIONI RIDOTTE A COLONIE »
Poi non dite che non ci avevano avvisati. L’euroscettico Wynne Godley lo
fece, in modo perentorio, a partire dal lontano 1992, al momento del
varo del Trattato di Maastricht. Tesi: senza un governo democratico
federale, l’Europa affidata solo all’euro e alla Bce è fatta apposta per
portare le sue nazioni al collasso economico. Perché, senza un potere
di spesa illimitato e “pronta cassa”, alla prima crisi seria si
spalancherà l’inferno delle austerità e le economie più deboli
cominceranno a soccombere, andando incontro alla catastrofe sociale.
Godley non era un profeta, ma semplicemente un economista democratico:
«Se un paese o una regione non ha alcun potere di svalutare – scriveva
nel ’92 – e se questo paese non è il beneficiario di un sistema di
perequazione fiscale, allora un processo di declino cumulativo e
terminale sarebbe inevitabile e condurrebbe, alla fine, all’emigrazione
come unica alternativa alla povertà e alla fame».
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«Moltissime persone, in Europa, si sono rese conto improvvisamente di quanto il Trattato di Maastricht potrebbe interessare direttamente le loro vite e quanto poco ne conoscano i contenuti. La loro legittima ansia ha spinto Jacques Delors a fare una dichiarazione secondo la quale il punto di vista della gente comune, in futuro, dovrebbe essere consultato. Avrebbe potuto pensarci prima». Parole che sembrano scritte oggi. E che, invece, hanno richiesto vent’anni per essere diffusamente comprese. «L’idea centrale del Trattato di Maastricht – scrive Godley in un intervento ripreso dal sito “MeMmt” – è che i paesi della Ce dovrebbero muoversi verso l’unione economica e monetaria, con una moneta unica gestita da una banca centrale indipendente. Ma qual è il resto della politica economica da approntare? Poiché il trattato non propone alcuna nuova istituzione eccetto quella di una banca europea, chi sponsorizza tale trattato probabilmente crede che non occorra fare di più».La storia dell’economia che si auto-regola? Non s’è mai visto al mondo!
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