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9 agosto 2017

L’Ungheria non è una dittatura

Il paese sta scivolando verso una tirannia? Secondo i media sì.
L’Ungheria è “tenuta ostaggio”” dal “tiranno” Orban, che sta facendo tornare il proprio paese al “totalitarismo”, scrive The New Statesman. L’International Business Times è preoccupato del “sinistro percorso ungherese verso la dittatura“. L’UE si sforza di contenere il “dittatore” , dice il Sydney Morning Herald. Orban è il “nemico ” in Europa, avverte il Financial Times. È il “nuovo dittatore europeor“, dice Politico.

Questi titoli sono un’esagerazione totale. Certo, il governo non è perfetto, ma questa è una macchina del fango. Bruxelles ama fingere di promuovere la democrazia nei 28 Stati membri: quando tuttavia Orban inizia ad attuare politiche a lei sgradite (ma gradite agli ungheresi), il presidente viene sùbito attaccato. Vediamo degli esempi.

1 agosto 2017

Dopo la Brexit una “Polexit”?

I giovani polacchi hanno vinto una battaglia contro i conservatori
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Dopo la Brexit si parlerà di una “Polexit” per la Polonia, o direttamente di una “Estexit” per l’eventuale scissione tra i vecchi paesi membri dell’Unione europea e quelli nuovi dell’Europa centrale e orientale?
La decisione presa il 24 luglio dal presidente polacco Andrzej Duda di apporre il veto su due delle tre riforme del sistema giudiziario proposte dal governo di Varsavia e adottate dal parlamento, allontana per il momento questa minaccia. Si tratta però soltanto di una tregua, una battaglia vinta nella guerra dell’autoritarismo combattuta in seno stesso all’Unione europea.
Il presidente Duda, al quale fino a oggi nessuno aveva attribuito una simile forza di carattere, ha detto di essere stato colpito dalle parole di Irena Zofia Romaszewska, 77 anni, anziana intellettuale associata all’epopea di Solidarność nell’era comunista.

24 marzo 2013

UNGHERIA: BATTESIMO DI FUOCO PER L'U€

L’Ungheria è una nazione dell’Unione Europea composta da circa dieci milioni di abitanti ed ha un PIL di circa 200 miliardi di dollari. Rispettivamente rappresenta il 2% della popolazione e circa 1,2% del PIL dell’Unione; è stata recentemente declassata a BB, la disoccupazione sfiora il 12%, l’agricoltura è in calo di oltre il 25%, l’edilizia scende del 6% e la produzione industriale del 4%. Il debito pubblico rimane molto elevato e si attesta intorno all’80% e il deficit al 3,4%. La crescita economica arranca e per il 2013 il paese potrebbe entrare definitivamente in recessione, spinto dalla fuga di capitali dovuta all’accerchiamento finanziario attorno al presidente Orban che ha scelto di sfidare l’Eurocrazia.
Hescaton
 
Con un’enorme maggioranza del 52% , il partito del premier, il Fidesz è riuscito a varare una serie di riforme costituzionali che hanno fatto infuriare Bruxelles e le opposizioni  ungheresi. Tra queste ci sono forti limitazioni alla Corte Costituzionale, limitazioni alla libertà di espressione, divieto di dormire in luoghi pubblici, riconferma della famiglia tradizionale, illegalità del Partito Comunista ma soprattutto la messa sotto tutela governativa della Banca Centrale Ungherese e l’allontanamento dell’adesione del paese all’Euro. A nostro avviso sono questi i due punti principali invisi agli eurocrati e agli usurai internazionali.

10 settembre 2012

PRIMO MINISTRO UNGHERESE "RIFIUTA AMICIZIA SU FACEBOOK" AL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE...

Il Primo Ministro ungherese ha avuto a lungo una gustosa relazione con il Fondo Monetario Internazionale  e giovedi u.s. ha usato Facebook per togliere l'Ente dalla lista di amici ("unfriend" come nel neologismo degli ultimi anni relativo al linguaggio del social network ndt) e rifiutare le sue condizioni di prestito ritenute estreme. Il PM Viktor Orban in un messaggio video ha detto sulla sua pagina ufficiale di Facebook che l'Ungheria non poteva accettare tagli alle pensioni, l'eliminazione di una tassa bancaria, una diminuzione degli impiegati pubblici ed altre condizioni, in cambio di un prestito da parte del FMI che altri funzionari hanno detto avrebbe potuto essere di ca. 15 miliardi di euro ($18.9 miliardi).

La lista della condizioni del FMI , ha detto Orban, "contiene tutto quel che non è nell'interesse dell'Ungheria".
La dichiarazione di Orban ha colto di sorpresa i mercati internazionali, in parte perchè solo il giorno prima aveva detto che le negoziazioni con il FMI e la EU stavano seguendo i programmi previsti  ed entrambe le parti desideravano raggiungere gli accordi.
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22 gennaio 2012

L'UE VUOLE SANZIONARE BUDAPEST MA ORBAN "SE NE FREGA"!

È rottura tra Budapest e Bruxelles. L’Europa ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Ungheria chiedendo di modificare alcuni aspetti della Costituzione in vigore dal primo gennaio, come l’indipendenza della Banca centrale, l’autonomia della magistratura e il garante della privacy, pena la non riattivazione del prestito Ue-Fmi. L’ala di sinistra del Parlamento di Strasburgo chiede la sospensione dei diritti dello Stato magiaro come membro dell’Ue, mentre in patria Orban cerca di minimizzare i rilievi europei a mere questioni tecniche e tira dritto.
Da Linkiesta
L’Ungheria e l’Europa. La partita corre lungo due binari. Nei giorni scorsi la Commissione ha aperto una procedura d’infrazione contro Budapest, esortando il governo magiaro, guidato dal discusso Viktor Orban, a rettificare le norme costituzionali entrate in vigore il primo gennaio. Violano ordinamento e principi comunitari: così si sono pronunciati Barroso e i commissari. Gli interventi richiesti sono tre. Il primo riguarda l’indipendenza della Banca centrale,

17 gennaio 2012

Gli ungheresi vogliono uscire dall’Unione Europea

Alcune migliaia di persone hanno manifestato ieri a Budapest per chiedere l’uscita dell’Ungheria dall’Unione europea. Nel corso del raduno, indetto dal partito di estrema destra Jobbik (che è all’opposizione), due deputati di tale forza politica hanno dato alle fiamme una bandiera della Ue davanti alla rappresentanza della commissione europea.
«Questa settimana la Ue ha dichiarato guerra all’Ungheria in modo aperto e violento», ha detto Csanad Szegedi, europarlamentare di Jobbik, come riferito dai media. Bruxelles ha duramente criticato una serie di riforme costituzionali in chiave autoritaria varate dal governo conservatore di Viktor Orban, che prevedono in particolare il controllo del governo sulla Banca centrale,