Il momento globale dell’acqua è arrivato, dichiara con gioia il World Economic Forum sulla sua pagina dellaGlobal Water Initiative in riferimento alla prossima Conferenza sull’acqua delle Nazioni Unite. Il sito web deve essere obsoleto perché la conferenza delle Nazioni Unite è finita.Nel marzo 2023 si è tenuta a New York la Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua, ospitata congiuntamente dai governi dei Paesi Bassi e del Tagikistan. È la prima volta che questa conferenza si tiene in 46 anni; il primo si è svolto in Argentina nel 1977.
“Speriamo che possa portare a un “momento Parigi” per l’acqua – con risultati altrettanto critici per l’acqua quanto lo è stato l’accordo di Parigi per l’azione per il clima”, hanno affermato Henk Ovink e Sulton Rahimzoda.
Il Cnt, il Consiglio nazionale transitorio libico si appresta a trasferirsi a Tripoli. Nella capitale tutto scarseggia. Moltissimi non hanno cibo e nemmeno più un tetto, l’acqua è diventata più preziosa del petrolio tanto che ormai costa più della benzina. Ed è la sete in un paese dove la temperatura raggiunge i 40 gradi, l’emblema dell’emergenza umanitaria che tormenta la Libia dopo sette mesi di guerra. Ma parra strano in un paese ricoperto di sabbia, l’acqua non scarseggia, anzi sotto le dune del Sahara si trova la riserva più grande del mondo tanto da spingere qualcuno a suggerire che non solo petrolio, uranio e gas sono il “premio” che gli alleati occidentali cercano in Libia.
E’ passata quasi in secondo piano, ma il mare di acqua dolce esteso quanto la Germania a soli 100 metri di profondità in terra libica, equivale ad un tesoro, non solo materiale ma anche politico in una regione dove l’acqua significa vita e sviluppo sia per la produzione agricola locale sia per l’esportazione in altre nazioni africane.
Si tratta del progetto GMMR (Great Man made River) mirato a portare l’acqua fossile dalla profondità del Sahara alla costa del Mediterraneo. Gheddafi aveva cominciato a costruirlo con ingegneri cinesi finanziandolo di tasca propria, senza cioè servirsi degli onerosi prestiti della Banca Mondiale ma anzi investendo generosamente nella Banca Africana e dando così un pessimo esempio per l’intero globo.
Il mondo della finanza, istituti di credito in testa, non si lascerà sfuggire l’occasione d’oro offerta dal governo, che ha dato vita ad una privatizzazione forzata del comparto idrico. Che dovrà concludersi entro il 2015.
Chiare, fresche, dolci acque. E redditizie. Senza fare troppo rumore, le banche stanno mettendo le mani su una delle risorse vitali del Paese (e del mondo intero). Dopo aver acquisito piccole quote nelle principali società idriche del settore, ora si avvicina il momento di fare il grande salto. Restano due ostacoli da superare: le tariffe (troppo basse) e il referendum per l’acqua pubblica. Poi sul resto ci si può mettere d’accordo. La svolta è arrivata con l’operazione San Giacomo, nuovo polo dell’acqua controllato da Iren (frutto della fusione tra la ligure-piemontese Iride e l’emiliana Enìa) in partnership con F2i, il fondo di private equity guidato da Vito Gamberale e partecipato al 55% da Intesa SanPaolo, Unicredit, Merryl Lynch e sette fondazioni bancarie. F2i nella nuova società – che ha inglobato la genovese Mediterranea delle Acque – avrà una quota del 35%, con l’opzione di salire al 40%. Altro socio di rilievo con l’8% è la Cassa Depositi e Prestiti, a sua volta partecipata al 30% dalle stesse fondazioni.
Il mondo non è in grado di fronteggiare gravi perturbazioni. La crisi finanziaria ha indebolito la resistenza dell’economia mondiale; allo stesso modo, l’aumento della tensione geopolitica e la crescente preoccupazione sul piano sociale ha fatto si che tanto i governi quanto le società abbiano meno possibilità che mai di fare fronte alle difficoltà su scala globale. Tuttavia,comemostra questo rapporto,vi è una maggiore preoccupazione per i rischi globali, le possibilitàdiuna rapida diffusioneattraversosistemisempre piùinterconnessie laminaccia dieffetti catastrofici.
In questo contesto, Rischi Globali 2011, Sesta Edizione mostra informazioni provenienti dal World EconomicForum e analizzail quadrogeneraleriguardante i rischineiprossimi dieci anni (1).
Due rischi globali trasversali
Esistono due rischi duerischidi particolare importanza per il loro alto grado diinfluenzae diinterazione. La disuguaglianza economica (2) e le carenze in materia di governance (3) si ripercuotono sull’evoluzione di molti altri rischi globali e limitano la nostra capacità di rispondere a questi rischi in modo efficace.
Da decenni, scienziati “pazzi” e attivisti “apocalittici” annunciano quello che sarebbe successo se non si surclassava il modello di vita della “civiltà” occidentale. Ma l’avarizia di alcuni pochi ha potuto di più della sensibilità per il destino del pianeta. Il desiderio di guadagno in un certo senso ha avuto la meglio sulla sussistenza della vita.
Un bambino scalzo e piagnucolante contempla impotente la sua squallida mucca moribonda per terra, il cui sguardo, fisso verso la sorgente (quasi senza acqua) alla quale non è potuta arrivare. Migliaia di chilometri sul livello del mare, un uomo dal viso segnato dal sole e dall’aria e dita quasi senza unghie, ammira il tramonto ardente, e con il suo sguardo afflitto ci dice: bisognerà fuggire da qualche parte, perché la pioggia non ritornerà. Queste non sono due immagini dell’ Africa Sahariana. Sono sgarranti realtà che stanno accadendo in Bolivia, quinta potenza mondiale di riserve di acqua dolce registrate.
Mentre succede questo, scienziati altamente qualificati dell' ONU, sul cambio climatico, ci annunciano i primi frutti delle loro ricerche in Bolivia: meteo irregolare, ritiro forzato dei ghiacciai, siccità, desertificazione, foreste, ecc. Questo lo sappiamo da tempo a causa dalla nostra esperienza quotidiana.
L’acqua, insieme all’aria che respiriamo e al cibo, rappresenta uno degli elementi indispensabili per la nostra sopravvivenza. La possibilità di accedere all’acqua potabile per bere e cucinare costituisce un bisogno primario il cui soddisfacimento dovrebbe essere garantito a qualsiasi essere umano, ma anche la disponibilità di risorse idriche da usare per l’igiene personale e l’agricoltura si rivela indispensabile per garantire una vita dignitosa e la sopravvivenza delle comunità.
Nonostante ciò la disponibilità di acqua a livello mondiale sta continuando a diminuire e proprio l'accesso all'acqua sembra destinato a diventare uno dei più potenti strumenti di speculazione per multinazionali senza scrupoli.
"L'acqua è destinata ad essere per il XXI secolo, ciò che il petrolio è stato nel XX secolo: un bene prezioso che determina la ricchezza delle nazioni "
di Anna Morella
Fortune Magazine
La Terra è chiamata il pianeta azzurro per le sue acque blu. Ma il 97,5% di essa è salata, e pertanto non potabile. Solo il 2,5% di acqua è dolce e corrispone a ciò che noi chiamiamo "le risorse idriche del nostro pianeta".
Inoltre la maggior parte delle acque dolci è sottoforma di ghiaccio nei ghiacciai ai poli, che riduce ulteriormente l'acqua disponibile.
L'acqua è essenziale per la vita di tutti gli esseri viventi. La mancanza di acqua potabile rappresenta la distruzione degli ecosistemi e significa la distruzione di parti del nostro pianeta che non sono più adatte per la vita.
A differenza dell'oro-nero (petrolio), si dice che l'acqua è una risorsa inesauribile, poiché ha un ciclo naturale che permette il suo rinnovo.
Ma questo è vero solo a metà, attualmente il consumo supera la quantità di acqua proveniente dalle precipitazioni, si stanno estraendo grandi quantità di acqua delle falde acquifere senza aspettare chi si rialimentino. Così, quando il consumo è superiore al suo rinnovo porta ad una situazione di stress idrico e non si ha accesso ad acqua dolce di qualità.
Le organizzazioni civili criticano i risultati del Forum mondiale sull'Acqua. I rappresentanti di organismi civili hanno richiesto più azioni e compromessi per difendere una risorsa che serve a tutti: l'acqua. Dicono che i documenti firmati in Istabul sono insufficienti. Il Forum Mondiale sull'Acqua si è concluso domenica nella città di Istanbul con una grande quantità di proposte e di promesse per conservare le risorse di acqua nel nostro pianeta.