Sanità lombarda: la "sublimazione del CReG"
Negli ultimi anni la Lombardia si è resa protagonista di una serie di importanti riforme in ambito sanitario, ma probabilmente in pochi ne hanno potuto cogliere la portata. Nell'immaginario comune, infatti, la nostra regione offre ancora uno dei migliori sistemi sanitari del panorama italiano.
Eppure, basta osservare la storia recente per scoprire che la sanità lombarda non gode per nulla di buona salute. Da Poggiolini (1993) a Poggi Longostrevi (1997) al dubbio Abelli a Daccò (2011) fino ad arrivare al "celeste" Formigoni (2012)[1] e al più recente Rizzi (2016)[2], la sanità lombarda è costellata di casi di tangenti, di buchi in bilancio, di false fatture, di accordi per gonfiare prezzi e indirizzare i pazienti verso cliniche private. Truffe sempre più fantasiose con poche costanti: persone malate dirottate in strutture private per usufruire di un servizio pubblico che dovrebbe essere fornito dallo Stato; affaristi e imprenditori del settore che fanno soldi a palate sulla pelle dei malati utilizzando le casse della Regione come se fossero il loro bancomat personale.