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3 febbraio 2025
Copenaghen, 13 gennaio 2025 ► Attentato terroristico contro difensori del popolo Saharawi
L’attentato che ha devastato gli uffici della ONG danese Global Aktion a Copenaghen, lunedì 13 gennaio 2025, è un atto estremamente grave: per quanto di nostra conoscenza, è la prima volta che i sostenitori dell’occupazione marocchina del Sahara occidentale ricorrono a metodi di tale violenza sul territorio europeo. È l’inizio di una campagna organizzata che prende di mira i difensori del popolo saharawi in Europa e nel mondo? Possiamo temerlo. Nel frattempo, ecco le informazioni che abbiamo finora.-SOLIDMAR
4 gennaio 2025
Soleimani: perchè il suo esempio vale per tutti noi

Mentre cerco di scrivere qualche riga manca una settimana al quinto anniversario del suo martirio, avvenuto il 3 gennaio 2020 a Baghdad, su ordine diretto di Trump, e sembra per un attimo di tornare indietro nel tempo: Trump eletto nuovamente presidente, la questione siriana tra le notizie principali dopo la caduta del governo di Bashar al-Assad, l’ennesimo crimine israeliano in Palestina e in Libano…
Tutti temi in qualche modo legati alla figura del generale Soleimani.
18 novembre 2023
“Spara a tutto” ► Come i piloti israeliani hanno ucciso i propri civili
Negli ultimi giorni questo videoclip è diventato assolutamente virale. Syrian Girl, un utente di X (ex Twitter), lo ha condiviso con l'avvincente didascalia:
"BREAKING: Israele ammette che gli elicotteri Apache hanno sparato sui propri civili in fuga dal festival musicale Supernova".
18 settembre 2023
Caso Kennedy ► qualcuno prima o poi HA parlato
Ricordate il famoso ritornello dei debunkers, rispetto a tutte le grandi cospirazioni della storia? “Se davvero ci fossa stata una cospirazione così grande – dicono sempre tutti in coro – prima o poi qualcuno, magari in punto di morte, avrebbe parlato”.
Di solto questa argomentazione riesce a convincere le menti più deboli, che si accontentano di questo pseudo-ragionamento per tranquillizzarsi e per riconfermare che “il mondo è un posto pulito e meraviglioso, dove non esistono i complotti.” E dormirono tutti felici e contenti.
Il problema (per i debunkers) nasce quando qualcuno, magari appunto prima di morire, decide finalmente di liberarsi di quel fardello di verità che si era portato dentro per così tanti anni.
E’ il caso di Paul Landis, oggi 88enne, che all’epoca dei fatti era un agente dei servizi segreti incaricato di proteggere la First Lady, Jaqueline Kennedy.
Di solto questa argomentazione riesce a convincere le menti più deboli, che si accontentano di questo pseudo-ragionamento per tranquillizzarsi e per riconfermare che “il mondo è un posto pulito e meraviglioso, dove non esistono i complotti.” E dormirono tutti felici e contenti.
Il problema (per i debunkers) nasce quando qualcuno, magari appunto prima di morire, decide finalmente di liberarsi di quel fardello di verità che si era portato dentro per così tanti anni.
E’ il caso di Paul Landis, oggi 88enne, che all’epoca dei fatti era un agente dei servizi segreti incaricato di proteggere la First Lady, Jaqueline Kennedy.
8 febbraio 2023
Come l'America ha eliminato il gasdotto Nord Stream
Il New York Times l'ha definita un "mistero", ma gli Stati Uniti hanno eseguito un'operazione marittima segreta, fino ad oggi.
Il Diving and Salvage Center della Marina degli Stati Uniti si trova in un luogo oscuro come il suo nome, in quello che una volta era un viottolo di campagna nella zona rurale di Panama City, una città di villeggiatura ora in piena espansione nel panhandle sud-occidentale della Florida, 70 miglia a sud del confine con l'Alabama. Il complesso del centro non è descrittivo come la sua ubicazione: una struttura in cemento scialbo del secondo dopoguerra, che ha l'aspetto di una scuola superiore professionale nella zona ovest di Chicago. Una lavanderia a gettoni e una scuola di danza si trovano dall'altra parte di quella che ora è una strada a quattro corsie.
15 gennaio 2023
AFRICA ► L'amministratore delegato di un gigante dell'energia avvelenato con del cianuro
L'amministratore delegato di un gigante africano dell'energia è stato avvelenato con del cianuro versato nel suo caffè, pochi giorni dopo le sue dimissioni
L'amministratore delegato della più grande azienda energetica sudafricana, Eskom, è stato avvelenato a dicembre, ha dichiarato l'azienda.
Secondo numerose fonti, l'amministratore delegato Andre De Ruyter sarebbe stato avvelenato con del cianuro nel suo caffè presso la sede centrale dell'azienda ma fortunatamente è sopravvissuto all'"attentato alla sua vita".
9 agosto 2020
Israele ha distrutto Beirut Est con una nuova arma
Il primo ministro israeliano ha ordinato la distruzione di un deposito d’armi dello Hezbollah a Beirut con una nuova arma che, non ancora ben sperimentata, ha causato ingenti danni, ha ucciso più di un centinaio di persone, ne ha ferite 5.000 e ha distrutto molti edifici. Questa volta Benjamin Netanyahu difficilmente potrà negare.
Il 27 settembre 2018, alla tribuna delle Nazioni Unite, Benjamin Netanyahu mostra il deposito che esploderà il 4 agosto 2020, indicandolo come deposito di armi dello Hezbollah.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha autorizzato un’offensiva contro un deposito d’armi dello Hezbollah per mezzo di una nuova arma, testata sette mesi fa in Siria. S’ignora se l’operazione sia avvenuta con il consenso del secondo primo ministro, Benny Gantz.
Il 27 settembre 2018, alla tribuna delle Nazioni Unite, Benjamin Netanyahu mostra il deposito che esploderà il 4 agosto 2020, indicandolo come deposito di armi dello Hezbollah.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha autorizzato un’offensiva contro un deposito d’armi dello Hezbollah per mezzo di una nuova arma, testata sette mesi fa in Siria. S’ignora se l’operazione sia avvenuta con il consenso del secondo primo ministro, Benny Gantz.
L’offensiva del 4 agosto 2020 ha colpito esattamente il luogo indicato da Benjamin Netanyahu nel discorso tenuto alle Nazioni Unite il 27 settembre 2018 [1].
8 agosto 2020
6 agosto 2020
A Beirut è stata utilizzata una carica nucleare miniaturizzata
Iniziano ad emergere nuove informazioni sull’attacco effettuato ieri Martedì 04 Agosto contro Beirut. Informazioni accuratamente oscurate e camuffate dai media occidentali che seguitano a parlare di “incidente”.
Fonti militari ben documentate ed influenti di Beirut deducono, dal tipo di esplosione e dalle polveri rilasciate a seguito dell’esplosione, che si tratta di una carica corrispondente a 100 volte l’energia scagionata dall’esplosione di Tianjin del 2015, calcolata come equivalente a 5,4 chilotoni di equivalente TNT. Questo significa che a Beirut è stata utilizzata sicuramente una bomba tattica nucleare miniaturizzata per far saltare il porto, i depositi circostanti ed una area della città, seminando il terrore.
Fonti militari ben documentate ed influenti di Beirut deducono, dal tipo di esplosione e dalle polveri rilasciate a seguito dell’esplosione, che si tratta di una carica corrispondente a 100 volte l’energia scagionata dall’esplosione di Tianjin del 2015, calcolata come equivalente a 5,4 chilotoni di equivalente TNT. Questo significa che a Beirut è stata utilizzata sicuramente una bomba tattica nucleare miniaturizzata per far saltare il porto, i depositi circostanti ed una area della città, seminando il terrore.
26 agosto 2019
11 Settembre: Le torri del WTC erano minate?
Una commissione di vigili del fuoco lo sostiene e per me è giusto ascoltarli
Il 24 luglio scorso, 18 anni dopo la tragedia dell’11 settembre a New York, nel silenzio totale dei grandi media americani (e italiani), cinque uomini non “qualunque” si sono riuniti nel Distretto di Piazza Franklin e Munson, a un passo dai Queens di New York, per approvare, all’unanimità, una risoluzione.
Il cui testo proclama l’”incontrovertibile evidenza” del dato che “esplosivi preventivamente collocati” all’interno delle “tre torri” del World Trade Center, “ne hanno provocato la distruzione”.
Chiunque abbia seguito un poco le polemiche che da 18 anni ruotano attorno alla spiegazione dell’11 Settembre 2001, si renderanno conto immediatamente che una tale dichiarazione cancella in un colpo solo l’intero impianto della inchiesta ufficiale, contenuta nel famigerato “9/11 Commission Report”.
20 marzo 2019
Censura e arresti a seguito dell’attacco di Christchurch
Dalla piattaforma alternativa off-Guardian pubblichiamo un articolo che mostra l’immancabile reazione orwelliana dei governi agli attacchi terroristici: deriva autoritaria con limitazione delle libertà individuali. I governi approfittano di queste crisi per rendere illegali la diffusione o persino il possesso di video ritenuti “sconvenienti”, così come la pubblicazione di testi ritenuti “riprovevoli”. La censura colpisce sempre gli individui e le voci alternative – mai i giganti mainstream, neanche quando questi hanno diffuso i contenuti incriminati. Le grandi piattaforme si schierano velocemente dalla parte del potente di turno, e continuano ad agire indisturbate.
Non importa quale sia l’origine della violenza, non importa quali ne siano le motivazioni, le vittime o il luogo, sembra che la reazione dei governi al “terrorismo” sia praticamente sempre la stessa – restringere con forza i diritti individuali.
Non importa quale sia l’origine della violenza, non importa quali ne siano le motivazioni, le vittime o il luogo, sembra che la reazione dei governi al “terrorismo” sia praticamente sempre la stessa – restringere con forza i diritti individuali.
13 gennaio 2019
Carlo Palermo: ''Sono un sopravvissuto alla rivelazione di alcuni segreti di Stato''
Carlo Palermo, già giudice istruttore presso il Tribunale di Trento (prima) e di Trapani (poi), ha scritto un libro (La Bestia-ed. Sperling & Kupfer) in cui ripercorre diversi accadimenti che lo hanno visto protagonista anche in prima persona. Palermo, oggi avvocato, è infatti un sopravvissuto di quella strage del 2 aprile 1985, anche nota come strage di Pizzolungo, che lo vedeva come obiettivo e che spazzò via le vite di Barbara Rizzo, 30 anni, e dei suoi figli, i gemellini Salvatore e Giuseppe Asta, di appena 6 anni.
A 33 anni di distanza la richiesta di verità e giustizia su quel delitto è ancora forte ed è più che mai necessario comprendere ciò che è avvenuto in merito a questa storia. Una vicenda che ha segnato profondamente Carlo Palermo il quale, anche dopo aver lasciato la magistratura nel 1990, non ha mai smesso di indagare sui rapporti tra mafia e Stato. Anche se per l'attentato sono stati condannati i boss mafiosi, appare evidente che a voler eliminare il magistrato non fosse solo Cosa nostra.
A 33 anni di distanza la richiesta di verità e giustizia su quel delitto è ancora forte ed è più che mai necessario comprendere ciò che è avvenuto in merito a questa storia. Una vicenda che ha segnato profondamente Carlo Palermo il quale, anche dopo aver lasciato la magistratura nel 1990, non ha mai smesso di indagare sui rapporti tra mafia e Stato. Anche se per l'attentato sono stati condannati i boss mafiosi, appare evidente che a voler eliminare il magistrato non fosse solo Cosa nostra.
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21 dicembre 2018
Basta retorica: Antonio Megalizzi non è morto per l’Europa!
Era nel
posto sbagliato nel momento peggiore. Contro gli sciacalli di ogni parte
e partito, qualche dubbio sui fatti di Strasburgo
È il momento degli sciacalli. Di destra.
Di sinistra. Di centro. Dotati di intelletto o portatori inconsapevoli
di neuroni in numero imprecisato e collegamento dadaista, un sirtaki di
sinapsi in libera uscita. Antonio Megalizzi è morto, riposi in
pace. Mi hanno insegnato a fare così di fronte all’ultimo passo, al
miglio definitivo: si piange in silenzio, da soli. Fuori, dignità.
I quattro quinti abbondanti di quelli che hanno già proclamato il
29enne giornalista trentino un martire d’Europa, santo patrono delle
Commissione UE e del Trattato di Schengen, immaginetta laica
dell’Erasmus e di quanto è bello girare senza dogane e senza dover
cambiare i soldi a ogni destinazione. Roba da pro loco globale, la
Mastercard delle meravigliose sorti e progressive che ci spettano. “È
morto per l’Europa”, dicono gli uni. “È morto per le porte aperte di
questa Europa, vittima del terrorismo islamico”, controbattono gli
altri. L’unica certezza, a casa mia, è che sia morto. A 29 anni. Con un
proiettile sotto la nuca, alla base del cranio. Inestraibile.
Inoperabile.
15 dicembre 2018
L'11 settembre arriva in tribunale?
Il Lawyers' Committee for 9/11 Inquiry è una organizzazione di avvocati americani che combatte da anni per la verità sui fatti dell'11 settembre. Dopo aver lanciato un enorme numero di petizioni che sono state sistematicamente ignorate dalle autorità americane, finalmente il Lawyers' Committee ha riportato una importante vittoria: il procuratore distrettuale di New York ha accettato di far valutare le prove di una demolizione controllata del World Trade Center ad un Grand Jury appositamente stabilito. Se il Grand Jury riterrà le prove valide e sostanziate, si potrà dare luogo ad un processo vero e proprio sulle responsabilità dei crolli dei tre grattacieli del World Trade Center.
La notizia è importante, perchè per la prima volta dopo 17 anni una entità governativa americana (il procuratore di New York) riconosce che vi siano elementi oggettivamente validi per sottoporli ad un Grand Jury. (Questa è la lettera con cui il procuratore di New York, Geoffrey Bergman, conferma al Lawyers' Committee che seguirà le procedure indicate dalla legge).
13 dicembre 2018
L'attentato "salva Macron"
Ci risiamo. Puntuale come un orologio svizzero arriva l'attentato che distoglie dai veri problemi politici e sposta l'attenzione sul "terrorismo internazionale".
Ormai la dinamica è talmente prevedibile che bisognerebbe quasi farne una regola: se un certo governo attraversa un periodo particolarmente difficile, state alla larga dai mercatini e dai luoghi affollati di quella nazione. La "cellula dormiente" di turno sarà pronta a risvegliarsi proprio in quelle occasioni.
Pensate solo alla coincidenza: fino a ieri sera tutti i tg e le testate giornalistiche francesi parlavano solo di Macron, di come il suo discorso non fosse riuscito a placare i Gilet Gialli, e di come ormai la fine del suo governo apparisse scontata.
Ormai la dinamica è talmente prevedibile che bisognerebbe quasi farne una regola: se un certo governo attraversa un periodo particolarmente difficile, state alla larga dai mercatini e dai luoghi affollati di quella nazione. La "cellula dormiente" di turno sarà pronta a risvegliarsi proprio in quelle occasioni.
Pensate solo alla coincidenza: fino a ieri sera tutti i tg e le testate giornalistiche francesi parlavano solo di Macron, di come il suo discorso non fosse riuscito a placare i Gilet Gialli, e di come ormai la fine del suo governo apparisse scontata.
28 agosto 2017
Sul ripugnante video della “sceneggiata di Barcellona”
È l’ultima frontiera dell’intossicazione mediatica: promuovere o, addirittura, commissionare video che “smascherano” complotti utilizzando “prove” così palesemente false o inconsistenti da neutralizzare ogni pur serio tentativo di mettere in dubbio la Verità ufficiale.
Una strategia già segnalata, anni fa, dall’ottimo Massimo Mazzucco e che ha cominciato a marciare a pieno regime con la diffusione di un falso-falso video attribuito allo staff del senatore McCain e soprattutto con i falsi-falsi video dellastrage al Bataclan (da noi analizzati qui). Video che, come quelli prodotti per altre stragi che hanno insanguinato l’Europa, pretendono di dimostrare come queste siano null’altro che sceneggiate realizzate con l’utilizzo degli ormai famigerati “Crisis Actors” e cioè comparse, – spesso mutilate di braccia o gambe – solitamente utilizzate per rendere più “verosimili” esercitazioni militari o di Protezione civile.
Una strategia già segnalata, anni fa, dall’ottimo Massimo Mazzucco e che ha cominciato a marciare a pieno regime con la diffusione di un falso-falso video attribuito allo staff del senatore McCain e soprattutto con i falsi-falsi video dellastrage al Bataclan (da noi analizzati qui). Video che, come quelli prodotti per altre stragi che hanno insanguinato l’Europa, pretendono di dimostrare come queste siano null’altro che sceneggiate realizzate con l’utilizzo degli ormai famigerati “Crisis Actors” e cioè comparse, – spesso mutilate di braccia o gambe – solitamente utilizzate per rendere più “verosimili” esercitazioni militari o di Protezione civile.
17 luglio 2017
Alcune domande scomode sul terrorismo

Di fronte ai continui massacri di esseri umani perpetrati negli ultimi anni attraverso attentati in Asia, Africa, Nord America ed Europa, si dovrebbe cominciare a porre pubblicamente alcune domande semplici ma fondamentali.
Sanno le nostre società, ad esempio, che i Fratelli Musulmani furono creati per volere dell'impero britannico per assicurare il suo dominio in Egitto e nell'Asia Occidentale (quello che è stato chiamato “Medio Oriente”)? Che esso ha creato divisioni e in tal modo ha cercato di far fronte ai progetti sovranisti, laici e di sinistra che si erano sollevati contro la sua dominazione? Per caso qualcuno ha informato la nostra gente che Al-Qaeda fu creata alla fine degli anni 70 dagli Stati Uniti per rovesciare il legittimo governo afghano? Questo governo aveva avviato una politica economica di inclusione delle diverse classi popolari, un ampio programma di alfabetizzazione e anche una riforma agraria. Aveva ottenuto che migliaia di donne potessero frequentare l'università e che occupassero funzioni e cariche pubbliche. I talebani USA hanno messo fine a tutto ciò. La desolazione della situazione sociale di oggi in Afghanistan ci viene mostrata solo in parte dai nostri telegiornali. Dell'inferno che stanno vivendo le donne, solo una piccola parte.
26 giugno 2017
Perché finora l’Italia è stata risparmiata da attacchi terroristici di massa?
Ogni volta che Youssef Zaghba atterrava a Bologna c’era qualcuno che lo aspettava appena sceso dall’aereo. Non era un segreto, in Italia, che il 22enne italiano nato in Marocco, identificato come uno dei tre terroristi dietro l’attacco al London Bridge, fosse sotto stretta sorveglianza.
“All’aeroporto gli parlavano. Poi, durante la sua permanenza, i funzionari di polizia venivano un paio di volte al giorno a controllarlo”, ha raccontato sua madre, Valeria Collina, in un’intervista al Guardian. “Erano amichevoli con Youssef. Gli dicevano: ‘Ehi figliolo, dimmi cos’hai fatto. Che cosa stai facendo adesso? Come stai?’ ”
Nelle settimane dopo l’attacco, il ruolo di Zaghba ha gettato una luce sulle differenze tra come i sospettati di terrorismo sono trattati in Italia e nel Regno Unito. All’arrivo a Londra, ha raccontato la madre di Zaghba, suo figlio non era mai stato fermato all’aeroporto né interrogato, nonostante i funzionari italiani avessero informato le loro controparti britanniche che quell’uomo poteva rappresentare una minaccia.
“All’aeroporto gli parlavano. Poi, durante la sua permanenza, i funzionari di polizia venivano un paio di volte al giorno a controllarlo”, ha raccontato sua madre, Valeria Collina, in un’intervista al Guardian. “Erano amichevoli con Youssef. Gli dicevano: ‘Ehi figliolo, dimmi cos’hai fatto. Che cosa stai facendo adesso? Come stai?’ ”
Nelle settimane dopo l’attacco, il ruolo di Zaghba ha gettato una luce sulle differenze tra come i sospettati di terrorismo sono trattati in Italia e nel Regno Unito. All’arrivo a Londra, ha raccontato la madre di Zaghba, suo figlio non era mai stato fermato all’aeroporto né interrogato, nonostante i funzionari italiani avessero informato le loro controparti britanniche che quell’uomo poteva rappresentare una minaccia.
23 maggio 2017
Un attentato emotivo, mediatico e politico. Che spiana la strada a una nuova pax mediorientale
Azzardo ipotesi a caldo riguardo l’attentato di Manchester, dove -nel momento in cui sto scrivendo – hanno perso la vita 22 persone, mentre altre 59 sono rimaste ferite. Si parla di un kamikaze, come a Parigi nel 2015 ma un qualcuno che, se fosse confermata l’ipotesi, ha atteso il momento del deflusso dall’arena a fine concerto per farsi esplodere, in un’area esterna vicino alla biglietteria, quindi per ottenere il massimo effetto, senza correre il rischio di dover eludere i controlli di sicurezza per poter entrare nella struttura. Insomma, morti per la deflagrazione più effetto calca della gente che scappa. Allo Stade de France, come dissero gli inquirenti, di fatto i kamikaze si suicidarono, facendosi esplodere all’esterno della struttura ma quando la partita era in corso: uno, addirittura, andò a farsi brillare in un vialetto senza uscita.
Restano due cose strane: il fatto che sia circolata in tempi brevissimi la notizia che fosse stato identificato l’attentatore (se fosse stato davvero un kamikaze, ci sarebbe voluto più tempo e una gran fortuna), smentita solo in parte poco fa dal capo della polizia di Manchester, Ian Hopkins, (il quale ha detto che non poteva confermare né se l’identità fosse stata scoperta, né se si trattasse di un cittadino britannico) e quello che a parlare per primi di attentatore suicida siano stati funzionari USA, come riportato da SkyNews britannica. Come mai questa certezza dall’altra parte dell’Oceano?
Restano due cose strane: il fatto che sia circolata in tempi brevissimi la notizia che fosse stato identificato l’attentatore (se fosse stato davvero un kamikaze, ci sarebbe voluto più tempo e una gran fortuna), smentita solo in parte poco fa dal capo della polizia di Manchester, Ian Hopkins, (il quale ha detto che non poteva confermare né se l’identità fosse stata scoperta, né se si trattasse di un cittadino britannico) e quello che a parlare per primi di attentatore suicida siano stati funzionari USA, come riportato da SkyNews britannica. Come mai questa certezza dall’altra parte dell’Oceano?
14 agosto 2016
“Unità nazionale” fondata sulla paura
Finora l’Italia non ha subito gli effetti stragisti degli attentati islamosunniti sul suo territorio. A differenza di Francia e Belgio, ha potuto osservare la situazione con relativo distacco, senza dover fare la conta dei morti e dei feriti. Centinaia di vittime per ora evitate, in Italia, perché le devastanti azioni islamosunnite – sostenute sullo sfondo da Usa, Nato, Ue, Turchia, Arabia Saudita, Emirati, Qatar e Israele – sono la spia di una guerra sporca, di sterminio, senza limiti etici o di diritto internazionale, e colpiscono direttamente nel mucchio.
La posizione servile dell’Italia nei confronti dell’occidente neocapitalista e la dipendenza da Usa e Nato, potrebbero però cambiare le cose se è vero che questo governo metterà a disposizioni le basi (Sigonella) per attacchi aerei alla Libia.
I bombardamenti partiranno dall’Italia e si concentreranno su Sirte, dove i “fantasmi” dello stato islamico resistono, finora con successo, agli armati del governo fantoccio di Fayez al-Sarraj. Al-Sarraj e lo stato islamico hanno, in buona sostanza, gli stessi mandanti (fra i quali gli Usa), ma si combattono con ferocia, rispettando il copione stabilito per questa guerra.
La posizione servile dell’Italia nei confronti dell’occidente neocapitalista e la dipendenza da Usa e Nato, potrebbero però cambiare le cose se è vero che questo governo metterà a disposizioni le basi (Sigonella) per attacchi aerei alla Libia.
I bombardamenti partiranno dall’Italia e si concentreranno su Sirte, dove i “fantasmi” dello stato islamico resistono, finora con successo, agli armati del governo fantoccio di Fayez al-Sarraj. Al-Sarraj e lo stato islamico hanno, in buona sostanza, gli stessi mandanti (fra i quali gli Usa), ma si combattono con ferocia, rispettando il copione stabilito per questa guerra.
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