Aggiornamento dell'autore La conclusione di "Nessuna prova finora" nel titolo si riferiva al forte sospetto che questo orrendo terremoto fosse il risultato di un disastro ingegnerizzato ENMOD. (Environmental Modification Techniques). Fino ad oggi ha ucciso più di 48.000 persone, ne ha ferite più di mezzo milione e decine di migliaia sono ancora disperse. Ci sarà mai giustizia? I presunti responsabili saranno processati?
L'affermazione "non ci sono prove" si assottiglia sempre di più, soprattutto ascoltando Serdar Hussein, il capo dell'Agenzia spaziale turca, parlare alla TV russa.
Le radiazioni ELF ad alta potenza generate dal riscaldamento HF modulato della ionosfera possono causare terremoti, cicloni e riscaldamento localizzato
Il Programma di High Frequency Active Auroral Research Program (HAARP) è attualmente il più importante impianto utilizzato per generare radiazioni elettromagnetiche a bassissima frequenza (ELF) nella ionosfera. Per produrre questa radiazione ELF, il trasmettitore HAARP irradia un forte fascio di onde ad alta frequenza (HF) modulate a ELF. Questo riscaldamento HF modula la temperatura degli elettroni nella ionosfera della regione D e porta a una conduttività modulata e a una corrente variabile nel tempo che viene irradiata alla frequenza di modulazione. Recentemente, il trasmettitore HAARP HF ha operato con 3,6GW di potenza effettiva irradiata modulata alla frequenza di 2,5Hz. È stato dimostrato che le radiazioni ELF ad alta potenza generate dai riscaldatori ionosferici HF, come l'attuale riscaldatore HAARP, possono causare terremoti, cicloni e un forte riscaldamento localizzato.
Le sollecitazioni rilasciate dai terremoti indotti dall'uomo e da quelli naturali che si verificano negli Stati Uniti centrali sono in molti casi indistinguibili, il che significa che gli strumenti esistenti per prevedere i danni da scuotimento possono essere applicati a entrambi i tipi.
Questa è la principale conclusione di uno studio condotto da un sismologo dell'Università del Michigan e da due colleghi dell'Università di Stanford, pubblicato online il 2 agosto sulla rivista Science Advances.
Dopo il terremoto del 2011, la centrale nucleare della TEPCO (Tokyio Electric Power Company) a Fukushima, in Giappone è crollata con sei reattori nucleari. Tre si fusero. Quello che è successo dopo è stato il più grande rilascio di radiazioni in acqua nella storia del mondo: i prodotti radioattivi, alcuni in quantità ancora maggiori rispetto a Chernobyl, sono filtrati nell'Oceano Pacifico. Che cosa è successo a partire da quella data finora?
1. Il Pacifico contaminato
Il disastro, la catastrofe nucleare di Fukushima, ha contaminato il più grande oceano del mondo in soli sei anni [1].Ricordiamo brevemente che cosa è accaduto [2]: nel 2011, un terremoto – si è detto che probabilmente fu una ripetizione del terremoto del 2010 in Cile - genera uno tsunami che causa un crollo nella centrale nucleare della TEPCO (Tokyio Electric Power Company) a Fukushima, in Giappone, con sei reattori nucleari, di cui tre vanno in fusione. Quello che accade dopo è il più grande rilascio di radiazioni in acqua della storia mondiale: il materiale radioattivo, in alcuni casi in quantità ancora maggiore rispetto a Chernobyl, filtra nell'Oceano Pacifico. La quantità, è ragionevole ipotizzare alla luce di quanto sappiamo oggi, potrebbe essere molto più grande rispetto alle stime ufficiali giapponesi, che per molti scienziati sono alquanto imprecise.
Mentre l'Italia è devastata da nuove scosse di terremoto, Moscovici, Commissario europeo per gli affari economici, e il ministro Padoan discutono se e in che misura le spese per il terremoto di agosto in Italia centrale possano essere defalcate dal computo del deficit di bilancio. Il punto imprescindibile, per Bruxelles, è, come sempre, rientrare nei limiti di bilancio. Francamente, ciò è ormai intollerabile. È ora di dire basta con il tira e molla tra governo Renzi e Commissione europea per una manciata di milioni per le spese per il terremoto, mentre si prevedono nella legge di bilancio super e iperammortamenti fiscali che andranno a beneficio soltanto delle grandi imprese.
Più che di permessi della Commissione europea a includere nella legge di bilancio cifre non esorbitanti, c'è bisogno di un grande piano di ricostruzione nazionale, che metta in campo risorse adeguate (miliardi e non poche centinaia di milioni) per la messa in sicurezza del territorio italiano da terremoti e alluvioni e per la manutenzione della infrastruttura stradale e ferroviaria. Proprio pochi giorni fa a Lecco è crollato un cavalcavia stradale e, mentre le autostrade, costruite con i soldi pubblici e ora a gestione privata, aumentano le tariffe, le autostrade ancora pubbliche subiscono crolli, come quello che ha interessato l'anno scorso un tratto dell'autostrada Palermo-Catania.
Telecamere, esercitazioni e singolari coincidenze simboliche. Alcune indicazioni d'indagine per l'ennesima strage
1.Sarebbe interessante sapere come mai non è stato possibile, fino ad ora, vedere le registrazioni delle telecamere di sorveglianza delle zone in cui sono avvenute le esplosioni all'aeroporto Zaventem. Quello che il mondo ha visto fino ad ora è stato il fake del filmato dell'esplosione della bomba terroristica del 2011 nell'aeroporto Domodedovo di Mosca. Esso appare come un'operazione di diversione volta a disorientare l'opinione pubblica. Un'indagine per scoprire gli autori di questa diversione sarebbe auspicabile. Ma parto dalla constatazione che l'aeroporto di Bruxelles è pieno di telecamere di sorveglianza. Nell'area colpita dall'attentato vi erano numerose telecamere in funzione. Sicuramente più d'una ha ripreso le esplosioni.
Da quelle immagini si potrebbe facilmente scoprire sia dove furono collocate le valigie, sia dove si trovavano i terroristi al momento degli scoppi. Insieme a molte altre circostanze preziose, incluse quelle dei movimenti dei terroristi prima e dopo l'esplosione. La polizia ha detto che qualcuno dei terroristi è saltato in aria insieme alle valigie, ma non vi è alcuna prova di una tale affermazione. Immagino che voi abbiate già guardato quelle immagini. Saremmo tutti molto contenti di poterle vedere anche noi. Fino ad ora le immagini che circolano, riguardanti, Zaventem sono state girate da alcuni cellulari di testimoni presenti. Nulla che provenga dalle telecamere di sorveglianza. Non credo ci sia un segreto di Stato da custodire. O mi sbaglio?
Un'arma utilizzata negli attacchi di Parigi del 13 novembre proviene da un fornitore d'armi in stretto contatto con la CIA
Allo stato almeno una delle pistole usate negli attacchi terroristici di Parigi del 13 novembre è stata acquistata dalla Century International Arms e poi ri-esportata in Europa. Uno dei più grandi fornitori di armi negli USA, la Century Arms ha stretti legami con la CIA ed è stata accusata in America ed in Europa di essere coinvolta in commercio illegale di armi.
La pistola, una M92 semiautomatica, è stata prodotta nelle fabbriche di armi Zastava, a Kragujevac, in Serbia. La scorsa settimana, il direttore della fabbrica Milojiko Brzakovic ha detto di aver verificato sui propri registri che sette pistole costruite dallo stabilimento sono state utilizzate negli attacchi di Parigi. La fabbrica ha distribuito diverse pistole all'interno della ex Jugoslavia prima della dissoluzione della repubblica federale, tra la restaurazione capitalista e la guerra civile negli anni novanta, ma ha consegnato una di queste pistole nel maggio 2013 alla Century Arms, con base a Delray Beach, in Florida.
Nik Crepaldi, un consulente che opera nel ramo finanziario, ha scoperto chel’indice VIX, anche chiamato “indice della paura“, si è impennato del 9,31% venerdì 13 novembre, senza alcun motivo apparente. L’indice misura il grado di nervosismo delle borse: quando è alto tutti vendono, quando è basso tutti comprano. Non solo, il VIX ha manifestato un rialzo del 40% nei 5 giorni precedenti all’attentato di Parigi, dopo due mesi di sostanziale noia!
Allora Stefano Fugazzi, giornalista e consulente finanziario a sua volta, è andato a vedere il comportamento del VIX nelle fasi precedenti a tutti i maggiori eventi terroristici della storia recente.
Il
caso della piattaforma “Giovanna”, nella provincia di Teramo, dove
Eni-Agip ha operato negli anni 90. Come estrarre gas “fratturando” il
fondo servendosi di acqua marina. Volumi triplicati, costi ridotti.
Anche grazie a concessioni convenienti.
La piattaforma “Giovanna” nel mar Adriatico
“Fino al 1992 nel mio pezzo di mare, abbastanza lontano
dalla costa, pescare era una bellezza. Ma quando è arrivata Giovanna ho
smesso, perché l’acqua non era più la stessa”. Con queste parole
Aldino ricorda il suo passato da pescatore. Tossisce, si ferma un
attimo, appoggia la cornetta sul tavolo, si allontana, e poi ritornando
al telefono dice che “il mare di fronte al tratto di costa tra
Montesilvano e Marina di Silvi e Giulianova pure oggi non è lo stesso. A
me non piace più”. Siamo nel medio Adriatico, in Abruzzo, nella
provincia di Teramo dove le numerose piattaforme di gas -monotubolari,
bitubolari e reticolari- hanno cambiato le abitudini dei pescatori.
Anche se fino al 2002 (anno in cui è entrata in vigore un’ordinanza
della Capitaneria di Porto di Pescara, ndr) pescare in prossimità delle
piattaforme metanifere era quasi una regola fissa. Una di queste è la
piattaforma “Giovanna” (in foto), realizzata nel 1992, e localizzata a
poco più di 23 miglia dalla costa. A 37, 38 chilometri dalla
terraferma. Il giacimento di gas “Giovanna” fu scoperto da Agip e
Deutsche Shell nel 1988, dopo 6 anni dalla messa in produzione del
giacimento “Emma”, con omonima piattaforma. Leggi tutto...