1. L'agenda della destra iberoamericana è fissata in Spagna dalla Fondazione per l'Analisi Economica e gli Studi Sociali patrocinata da Felipe Gonzalez e dedicata ad “integrare l'America Latina nell'Occidente”. Con “l'obiettivo comune di sconfiggere democraticamente il progetto del socialismo del XXI secolo”, è stata proposta nel 2007 l' “Agenda per la Libertà” che comprende la creazione di una Internazionale delle Destre, l'eliminazione della formazione universitaria gratuita e la proibizione delle espropriazioni. A tale scopo “l'America Latina deve cooperare in materia di sicurezza e lotta contro il terrorismo con l'Europa e il Nord America, attraverso la creazione di un'associazione strategica tra la NATO e la Colombia”. Firmano il documento Julio Borges (particolarmente attivo ai tempi del fallito colpo di Stato del 2002 e oggi presidente dell'Assemblea Nazionale del Venezuela, NdT) e Leopoldo López (anch'egli esponente dell'opposizione venezuelana, tra i caporioni delle più violente azioni eversive contro la Rivoluzione Bolivariana, attualmente incarceratoNdT).
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20 febbraio 2017
La NATO alle porte dell'America Latina
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4 dicembre 2015
L'importanza crescente di Chávez
Perchè le elites finanziarie lo detestano tanto? E' lo statista che ha anticipato di un decennio il cammino per mettere a salvo il suo Paese. Ha rimesso all'ordine del giorno valori come la sovranità, trasformandola in politica di Stato. Preambolo per recidere gli artigli con cui l'oligarchia finanziaria si appropriò delle risorse strategiche di tutti venezuelani. Nel 1989, il Venezuela ebbe la sventura di subire l'equivalente dell'assalto frontale di cui è vittima oggi l'Europa meridionale. La depredazione era motivata dalle medesime ideologie onnivore, confiscatorie, finalizzate a trasferire a "controllori esterni"
beni, risorse, autonomia e poteri istituzionali, propri delle nazioni e delle democrazie.
Chávez è il prodotto della sintesi tra le sollevazioni popolari spontaneedel febbraio del 1989, dilagate in tutte le principali città venezuelane -debellate con il fuoco delle armi dal governo-protesi del FMI e USA- e la ribellione del 1992 di quei militari utilizzati come cecchini contro i cittadini. Altro che golpe! Presero il controllo pieno delle cinque maggiori regioni, con la partecipazione di almeno 8000 soldati. Il movimento bolivariano è la ricomposizione della forza tellurica dei saccheggi, della sommossa popolare e della ribellione organizzata dei sottufficiali. In esso confluiscono le energie dell'equità sociale e quelle della sovranità, dell'antimperialismo e del nazionalismo (1), per aprire la prospettiva ad un altro Paese-possibile.
Chávez è il prodotto della sintesi tra le sollevazioni popolari spontaneedel febbraio del 1989, dilagate in tutte le principali città venezuelane -debellate con il fuoco delle armi dal governo-protesi del FMI e USA- e la ribellione del 1992 di quei militari utilizzati come cecchini contro i cittadini. Altro che golpe! Presero il controllo pieno delle cinque maggiori regioni, con la partecipazione di almeno 8000 soldati. Il movimento bolivariano è la ricomposizione della forza tellurica dei saccheggi, della sommossa popolare e della ribellione organizzata dei sottufficiali. In esso confluiscono le energie dell'equità sociale e quelle della sovranità, dell'antimperialismo e del nazionalismo (1), per aprire la prospettiva ad un altro Paese-possibile.
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15 maggio 2012
Banca Mondiale: nel 2010 crescita record per Venezuela, ALBA, UNASUR, CELAC e BRICS; perdono potere Europa ed USA
Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla Banca Mondiale, gli otto paesi che conformano l’ALBA (1) sono quelli che maggiormente sono cresciuti fra il 2009 ed il 2010: il PIL dei paesi dell’ALBA ècresciuto del 33,43%, seguto dai 5 Paesi che conformano l’area geografica dell’ AfricaMeridionale (2), cresciuti del 28,81%, dai 12 paesi dell’ UNASUR (3) al 27,07%, dai 33 paesidell’America Latina che conformano la CELAC (4) al 25,41%, dai 5 paesi dell’ ASEAN (5) al24.39%, dai 5 del BRICS (6) al 22,37% e dai 6 paesi dell'OCS (7) in crescita del 19.36%.
Di
Attilio Folliero Аттилио Фолльеро , Cecilia Laya
e Tito Pulsinelli
I paesi del cosiddetto blocco occidentale, che ben rispondono alla definizione di Paesi Industrializzati Altamente Indebitati (PIAI), sono al di sotto della crescita media mondiale;infatti, mentre l’economia mondiale è cresciuta complessivamente dell’8,92%, l’ Oceania (Australia e Nuova Zelanda) è cresciuta del 7,68%; i paesi del Nord America del 5,06%; iPaesi dell’ OCSE (8) hanno fatto registrare una crescita del 4,74%; quelli del G7 (9) solamentedel 3,76%; l’Europa nel suo complesso è cresciuta dell’1,42%. I 27 paesi che conformano l’Unione Europea (10) ed i 17 dell’ Area Euro (11) sono in decrescita, rispettivamente dello0,49% e del 2,14%.
I paesi del cosiddetto blocco occidentale, che ben rispondono alla definizione di Paesi Industrializzati Altamente Indebitati (PIAI), sono al di sotto della crescita media mondiale;infatti, mentre l’economia mondiale è cresciuta complessivamente dell’8,92%, l’ Oceania (Australia e Nuova Zelanda) è cresciuta del 7,68%; i paesi del Nord America del 5,06%; iPaesi dell’ OCSE (8) hanno fatto registrare una crescita del 4,74%; quelli del G7 (9) solamentedel 3,76%; l’Europa nel suo complesso è cresciuta dell’1,42%. I 27 paesi che conformano l’Unione Europea (10) ed i 17 dell’ Area Euro (11) sono in decrescita, rispettivamente dello0,49% e del 2,14%.
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15 aprile 2012
Gli USA hanno perso il "cortile" continentale
32 Paesi su 34 dicono che Cuba è
America - Dal Consenso di Washington al consenso senza Wahington - Le
Malvine sono dell'Argentina - USA devono ridurre il mercato interno del
consumo di cocaina -
Di Tito Pulsinelli
Di Tito Pulsinelli
13/4 - Cartagena de India,
Il vertice delle nazioni americane di questo fine settimana, renderà
visibile anche ai ciechi che gli Stati Uniti hanno definitivamente perso
il loro storico "cortile". Non riesce più ad imporre la propria agenda,
nè ad escludere Paesi sovrani e temi scottanti di interesse mondiale. 32 Paesi su 34 hanno rifiutato l'esclusione aprioristica ed unilaterale di Cuba da questa assise. Si sono spinti a telefonare a Raul Castro per sollecitare il suo arrivo nella città caraibica colombiana.
Gli USA sono isolati, appoggiati alla stampella del Canada, nazione dalla curiosa sovranità limitata. Soprattutto per la politica estera, è totalmente subordinata alla corona inglese, automaticamente allineata alla Casa Bianca. Questa coppia anglosassone, si ritrova contro lo schieramento compatto delle Americhe a sud del rio Bravo e dei Caraibi. Concretamente, la recente fondada CELAC (Comunità degli Stati Latino Americani e Caraibici), manifesta la sua unione all'interno dello strumento storico con cui gli USA hanno dettato legge.
Gli USA sono isolati, appoggiati alla stampella del Canada, nazione dalla curiosa sovranità limitata. Soprattutto per la politica estera, è totalmente subordinata alla corona inglese, automaticamente allineata alla Casa Bianca. Questa coppia anglosassone, si ritrova contro lo schieramento compatto delle Americhe a sud del rio Bravo e dei Caraibi. Concretamente, la recente fondada CELAC (Comunità degli Stati Latino Americani e Caraibici), manifesta la sua unione all'interno dello strumento storico con cui gli USA hanno dettato legge.
9 dicembre 2011
LA CELAC E LO SMISURATO SOGNO BOLIVARIANO
Il vertice costitutivo della Comunità degli Stati dell'America Latina e dei Caraibi (CEPAL), tenutosi a Caracas il 2 e 3 dicembre, è un fatto di indiscutibile dimensione storica. In questo caso il termine può essere utilizzato senza esagerazione. D'ora in poi l'America Latina e Caraibi parleranno con voce propria sulla scena internazionale e multipolare delle nazioni, accelerata dalla débâcle del capitalismo neoliberista e dal fallimento delle guerre di aggressione da parte di Washington. "Il prossimo secolo, [per l'America Latina], è il secolo della speranza, è il nostro secolo, è il secolo della risurrezione del sogno bolivariano, il sogno di Martí, il sogno dell'America Latina."
Bolivar, Germán Tessarollo, 1996, Pittura (olio su tela) 104 x 75,4 centimetri, Museo Bolivariano d'Arte Contemporanea, Santa Marta, Magdalena, in Colombia. |
Il vertice costitutivo della Comunità degli Stati dell'America Latina e dei Caraibi (CEPAL), tenutosi a Caracas il 2 e 3 dicembre, è un fatto di indiscutibile dimensione storica. In questo caso il termine può essere utilizzato senza esagerazione. L'incontro ha superato le aspettative più ottimistiche per lo spirito democratico con cui è stato preparato dai padroni di casa venezuelani in stretta consultazione con gli altri governi, per l'atmosfera di fratellanza con cui è stato sviluppato, per il contenuto dei suoi documenti fondanti che traspirano di uno spirito e lessico emancipatore, indipendente e latino-americanista. D'ora in poi l'America Latina e i Caraibi parleranno con voce propria sulla scena internazionale e multipolare delle nazioni, accelerata dalla débâcle del capitalismo neoliberista e dal fallimento delle guerre di aggressione da parte di Washington.
Anche se nella CELAC ci sono nazioni con politiche neoliberiste ed altre che le mettono in discussione a testa alta, il vertice segna la rottura della regione con la Dottrina Monroe.
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