Trascurando che la violenza è esercitata da precisi individui su altri individui, il ministro espone il suo programma con un perentorio «basta alla cultura machista e maschilista che ancora inquina il nostro paese» e documenta la sua preoccupazione esclusiva per le donne menzionando i «dati ufficiali del Ministero dell’Interno che registrano, negli ultimi anni, una tendenza di crescita del fenomeno del femminicidio». Tuttavia, i dati ufficiali degli ultimi anni resi disponibili dal Ministero dell’Interno nel proprio sito.
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2 dicembre 2023
I PRESUPPOSTI MANCANTI DEL "FEMMINICIDIO"
La direttiva n. 83 del 24 novembre 2023 emanata dal ministro Valditara dà facoltà (per ora) alle scuole secondarie di secondo grado di attivare iniziative progettuali mirate all’«educazione alle relazioni e al contrasto alla violenza maschile sulle donne».
13 dicembre 2019
L’allarme democratico (quello vero)
È in corso un’offensiva politico-poliziesco-giudiziaria contro il sindacato Si Cobas e soprattutto contro le centinaia di lavoratori e lavoratrici che stanno affrontando, sotto la direzione di questa sigla, durissime battaglie sul terreno della difesa dei posti del lavoro e del diritto alla contrattazione. Non è la solita recriminazione contro la repressione – che in Italia, del resto, non guarda in faccia a nessuno e interviene puntuale, da sempre, dentro ogni contraddizione reale. Qua siamo davanti a un salto di qualità, coordinato e organizzato, che potrebbe anche preludere alla costruzione di un qualche “teorema” nazionale, se si troverà una Procura di buona volontà pronta a prestarsi. È tradizione italiana ricondurre alle aule dei tribunali tutti i fenomeni sociali che non si riescono a normalizzare.
Il rosario della repressione, solo per restare agli ultimi giorni, è impressionante e va aggiornato con il passare delle ore. Sul piano propriamente vertenziale, gli attacchi sono molteplici: a Tortona, a Brescia, a Fermo, a Bologna, a Castellarano: si va dall’ordinario cambio appalto con mancato rinnovo degli iscritti, al licenziamento mirato delle avanguardie (20 alla Coop di Tortona), al licenziamento di massa di chi sciopera (140 dipendenti alla Ambruosi e Viscardi di Fermo), alle cessioni di ramo d’azienda fatte al solo scopo di “ripulire” il personale riottoso e sindacalizzato (alla ex Pamm di Castellarano) e numerose altre situazioni analoghe.
24 marzo 2019
Arretramento nei diritti umani in Francia:
La repubblica in marcia torna indietro
La Francia si trova in una zona di forti turbolenze da vari mesi. La violenza dei conflitti sociali è stata, per molto, una caratteristica importante che sta segnando la vita di questo paese, così come un dato storico di una nazione fondata, essenzialmente dopo il 1789, sulla base di una rivoluzione di portata mondiale, le cui impronte – insieme alle conquiste sociali del 1936, del 1945 o quelle del 1968 – continuano ad essere presenti nella memoria collettiva e nelle istituzioni, indipendentemente dai tentativi di cancellarle.
Ma presto si compiranno 40 anni da quando la Francia, così come altri paesi del Nord, senza eccezione, è rimasta intrappolata nel gioco letale delle politiche neoliberiste demolitrici.
Ma presto si compiranno 40 anni da quando la Francia, così come altri paesi del Nord, senza eccezione, è rimasta intrappolata nel gioco letale delle politiche neoliberiste demolitrici.
22 marzo 2019
Braccialetti elettronici e microchip
Storie di schiavi e di infiltrati in Amazon
Amazon e il braccialetto elettronico…
Un braccialetto elettronico in grado di monitorare i movimenti dei dipendenti e di controllarne la produttività. Dopo le polemiche per i ritmi di lavoro frenetici e massacranti, le pause cronometrate, un sistema di controllo che esaspera la competitività tra gli stessi lavoratori, le battaglie per avere diritto al riscaldamento o all’aria condizionata – tutte tematiche già denunciate dal report investigativo di Jean-Baptiste Malet pubblicato in En Amazonie − nei giorni scorsi Amazon è finita di nuovo al centro delle polemiche per il progetto di un braccialetto elettronico per monitorare i suoi dipendenti.
9 dicembre 2018
Robot di Amazon manda all'ospedale oltre 20 dipendenti
Ventiquattro dipendenti di Amazon, che lavorano in un magazzino del New Jersey (USA), sono stati mandati all'ospedale da un robot, e uno di essi è in condizioni critiche.
Nei magazzini di Amazon uomini e robot lavorano insieme. Questi ultimi svolgono diversi compiti: spostano i pacchi più piccoli all'interno dell'edificio senza bisogno di supervisione, si occupano di muovere i carichi più pesanti, scaricano i camion.
Nei magazzini di Amazon uomini e robot lavorano insieme. Questi ultimi svolgono diversi compiti: spostano i pacchi più piccoli all'interno dell'edificio senza bisogno di supervisione, si occupano di muovere i carichi più pesanti, scaricano i camion.
12 settembre 2018
Chi lavora nei festivi? Un esercito di precari senza diritti e paga
Chiusure Domenicali. Alle commesse degli outlet non riconosciuti contratto e indennità. Le cassiere dei supermercati in gran parte sono socie di finte coop
Nello strano elastico degli annunci la questione della regolazione delle aperture festive degli esercizi commerciali produce sempre polemiche. Polemiche che – al solito – coprono merito e sostanza dei tanti progetti di legge depositati in parlamento e degli impegni dei ministri. Polemiche che considerano l’aspetto «economico» sempre prima dei diritti dei lavoratori e delle conseguenze sociali delle aperture senza freni.
PARTIAMO ALLORA DAI DATI di fatto incontrovertibili e dal confronto con il resto d’Europa. Il decreto Monti del 24 gennaio 2012 liberalizzava in toto le aperture degli esercizi commerciali e aveva lo scopo di rivitalizzare i consumi. Obiettivo mai realizzato tanto che nel 2017 i consumi delle famiglie sono calati di 5 miliardi di euro.
26 agosto 2018
Germania: opposizione ai nazisti in fabbrica
Nella cittadina di Goerlitz, situata a destra del confine tra la Sassonia e la Repubblica Ceca, i pericoli dell’attuale polarizzazione politica sono forse messi a nudo perché tutti li possano vedere.
I lavoratori del distretto di Goerlitz hanno sofferto in misura sproporzionata per l’attacco neoliberista dopo la riunificazione, con salari al livello più basso di ogni provincia tedesca e a malapena pari a due terzi della media nazionale e con una disoccupazione considerevolmente superiore all’8,3 per cento.
A parte Siemens e Bombardier, che hanno importanti impianti nella località e impiegano circa 2.000 lavoratori di posti sindacalizzati, sono pochissime le imprese che pagano significativamente più del salario minimo.
22 marzo 2018
Leroy Merlin, la multinazionale francese fondata sullo sfruttamento
La grande multinazionale francese Leroy Merlin, con propri negozi e strutture in tutto il mondo, utilizza il “caporalato” per il reclutamento dei dipendenti nel magazzino del Polo Logistico di Castel San Giovanni in provincia di Piacenza.
I 420 lavoratori non sono assunti direttamente alle dipendenze della multinazionale, ma attraverso un sistema di “cooperative” che operano come veri e propri intermediari di mano d’opera e che si arricchiscono sottraendo salario e diritti ai “loro” operai.
Non solo le cooperative che forniscono manodopera a Leroy Merlin non garantiscono il rispetto del contratto e dei diritti minimi - i licenziamenti sono all’ordine del giorno e il ricambio è elevatissimo, basta provare ad alzare la testa - ma cambiano continuamente denominazione e codice fiscale per sfuggire agli Ispettori del Lavoro, all’INPS e all’INAIL per poter continuare indisturbati a violare le norme che regolano il salario, la regolarità contributiva, la tutela della salute negli impianti. In questo spesso aiutati da sindacati compiacenti.
18 ottobre 2017
Abu Ali Mustafa: Le lezioni del lavoratore rivoluzionario
"Siamo un partito con una storia gloriosa e grande rispetto per i popoli, ma questo non giustifica lo stato di inerzia e di declino che ci troviamo ad affrontare. Un partito che non sa rinnovarsi nelle capacità di analisi ed azione è un partito destinato a morire". Abu Ali Mustafa, al-Hadaf - 31 luglio 2000
Qual è il principale contributo storico del leader martire Abu Ali Mustafa nel movimento di resistenza palestinese e di tutta l'area, e quello particolare all'interno del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, il cui segretario generale è stato assassinato dai sionisti il 27 agosto 2001?
Quali sono gli elementi dell'automotivazione che hanno fatto di un ragazzo povero proveniente dal villaggio di Arraba (nel distretto occupato di Jenin) che lavorava nelle fabbriche di Haifa e che non ha completato la terza elementare, uno dei più importanti leader e rivoluzionari arabo-palestinesi del nostro tempo?
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