Nessuno pensi che il proprio paese sia governabile secondo gli interessi specifici della sua popolazione, struttura sociale o industriale. “La linea” piove dall'alto come nemmeno nel “blocco sovietico” del secolo scorso.
E per farlo capire a tutti, Olli Rehn – commissario europeo agli affari monetari, finlandese e “falco” neoliberista – ha ribadito le sue prescrizioni all'Italia. «L'Italia deve usare la maggiore stabilità politica per lanciare progetti come le privatizzazioni e gli ulteriori miglioramenti sul mercato del lavoro per aumentare la competitività». L'ha fatto non a caso dal vertice di Davos, in Svizzera, dove i decision maker di tutto il mondo svolgono il consueto brainstorming annuale per vedere come regolare i business comuni – e conflittuali, non va mai dimenticato – per l'anno che si è aperto. Ma non ce n'è stato soltato per la derelitta italietta. «L'Italia come la Francia ha accusato un'erosione delle sue quote di mercato negli ultimi dieci anni. C'è una chiara necessità che aumentino la competitività sia in termini di costo del lavoro che di mercato dei prodotti».
C'è da dire che si tratta di una caduta di stile, visto che il governo Letta aveva deciso proprio il giorno prima di mettere sul mercato il 40% di Poste, aprendo così la strada alla privatizzazione-distruzione di una cassaforte (da lì vengono i soldi della Cassa Depositi e Prestiti) che conserva i risparmi di milioni di cittadini, specie quelli meno abbienti. Sui “miglioramenti del mercato del lavoro” - notate la delicatezza linguistica che deve nascondere la realtà brutale della regolamentazione forsennata, abolendo diritti, garanzie, livelli salariali del lavoro dipendente – quel che non è stato ancora fatto sarà certamente contenuto nel “jobs act” del piccolo duce di Firenze.
I lavori per la costruzione del sistema satellitare Usa sono stati ultimati
Caltanissetta, 28 gen – La sovranità, il
valore e l’onore di una nazione passano anche e non solo da episodi come
questo che andremo a raccontarvi, perchè in Sicilia gli Stati uniti
hanno vinto e l’Italia ha perso. La costruzione delle tre parabole americane a Niscemi è terminata.
Non sono stati sufficienti anni di proteste, di ricorsi, di tribunali,
di medici, per impedire la costruzione del Muos. Una contesa ad armi
impari combattuta senza il supporto delle istituzioni, colpevoli di aver
illuso la popolazione locale, di averla sostenuta in un primo momento e
poi di averla abbandonata. Insomma, la consueta storia tutta
italiana, condita dalla solita soggezione di non voler contraddire
l’alleato a stelle e strisce.
Ma procediamo con ordine. Il Muos è l’acronimo di “Mobile User Objective System”,
cioè un moderno sistema di telecomunicazioni satellitari concepito
dalla marina militare statunitense che, grazie a cinque satelliti in
orbita e quattro stazioni di terra, permetterà agli Usa di controllare e coordinare tutte le unità navali, aeree e terrestri dislocate nel mondo, compresi i droni.
Una di queste quattro stazioni di terra è proprio quella di Niscemi, in
provincia di Caltanissetta. È qui che ieri, 27 gennaio, si è completata
la costruzione di tre parabole satellitari dal diametro di 20 metri e
di due antenne alte 150. Ma il sistema di difesa americano è
diventato anche di pubblico interesse perché nasce in un’area dove
vivono persone che hanno paura di assistere inermi ad un bombardamento
di onde elettromagnetiche.
Intervista esclusiva di Alessandro Bianchi al Columnist economico del Telegraph Ambrose Evans Pritchard.
- Dalle colonne del Telegraph, Lei ha scritto spesso come i paesi dell'Europa del sud dovrebbero formare un cartello e parlare con un'unica voce nel board della Bce e nei vari summit per forzare quel cambiamento di politica necessario a rilanciare le loro economie. Ritiene che il sistema euro possa ancora salvarsi o giudica migliore per un paese come l'Italia scegliere il ritorno alla propria valuta nazionale?
Quello che serve in Europa oggi è uno shock economico sul modello dell'Abenomics. Italia, Spagna, Grecia e Portogallo, insieme alla Francia devono smettere di fare finta di non avere un interesse in comune da tutelare. Questi paesi hanno i voti necessari per forzare un cambiamento. La Bce oggi non sta rispettando gli obblighi previsti dai trattati e non solo per il target del 2%, dato che nei trattati non si parla solo d'inflazione, ma anche di crescita e di occupazione. Il dato dello 0,8% di ottobre è un autentico disastro per l'andamento della traiettoria di lungo periodo del debito. Senza un cambio di strategia forte, l'Italia sarà al collasso nel 2014. Il paese ha un avanzo primario del 2.5% del PIL e ciononostante il suo debito continua ad aumentare. Il dramma dell'Italia non è morale, ma dipende dalla crisi deflattiva cui è costretta per la sua partecipazione alla zona euro. La politica è fatta di scelte e di coraggio. Fino ad oggi non si è agito per impedire che si dissolvesse il consenso politico dell'euro in Germania. Ma oggi c'è una minaccia più grande e se Berlino non dovesse accettare le nuove politiche, può anche uscire dal sistema. Il ritorno di Spagna, Italia e Francia ad una valuta debole è proprio quello di cui i paesi latini hanno bisogno. Del resto, la minaccia tedesca è un bluff ed i paesi dell'Europa meridionale devono smascherarlo. L'ora del confronto è arrivato.
Il buon candidato? Chi devolve ai legittimi depositari il potere usurpato dalla “commissione” di Bruxelles e dalla Banca Centrale Europea (BCE) Di Tito Pulsinelli SelvasBlog
Alla fine l'essenziale è sapere chi è il nemico principale. Quali sono i mezzi più efficaci per impedire che il potere economico deglutisca anche il residuale potere politico. Come strappare spazi di manovra alle onnivore elites universaliste? Il 14 maggio, l'oggetto del contendere è una istituzione devitalizzata, evirata di ogni potere reale sull'economia, moneta e difesa. Strasburgo è un teatro in cui le due ali del neoliberismo -costrette dall'emergenza a dismettere la vetusta baruffa sceneggiata- si coalizzano per non precipitare nel vuoto. Demonizzano il movimento reale in cui è sottesa un'idea-forza: chi ha il potere economico non può avere anche il potere politico. Oligarchie e lobbies segrete contro ceti medi e produttivi; funzionari in incognito di Goldman Sachs contro dirigenti scaturiti e legittimati dalla sovranità popolare. “Commissari” di Bruxelles e plenipotenziari di Francoforte versus dirigenza leale ai Paesi che compongono l'Europa storica e millenaria. Non quella fuoriuscita dalla provetta di Maastricht con la formula esoterica che riduce il governare a 5 macro-indicatori economici.
Nel novembre 2008, durante una conferenza organizzata per la regina d'Inghilterra da accademici della London School of Economics circa la debacle del mercato internazionale, la regina ha chiesto dopo aver visto i più sofisticati modelli matematici ... "e perché nessuno è stato in grado di prevedere la crisi?". Quello che ella mise in dubbio è se l'economia è davvero una scienza come proclamano gli economisti.
Se consideriamo la storia degli ultimi due secoli, possiamo vedere che quando le istituzioni religiose hanno cominciato a perdere il controllo ideologico gli intellettuali dell'Illuminismo si sono affrettati ad adottare i principi di analisi come base per la costruzione di un ordine sociale razionale, che garantisca le migliori condizioni per l'evoluzione sociale.
Non ci volle molto per i riformatori sociali anche laici in possesso di questi principi per creare un'economia politica nello stile della scienza.Se il Medioevo fu dominato da progetti teologici per interpretare le leggi di Dio, l'epoca moderna ha puntato tutte le sue carte sulla scoperta delle leggi alla base della realtà economica per comprendere le dinamiche sociali.L'economia si trasforma così nel fondamento sociale a priori, la cui conoscenza è stata considerata essenziale per la costruzione di una società migliore. Questo ottimismo dell'economia politica classica si basava sulla fiducia della ragione di scoprire i meccanismi oggettivi dell'economia.Stranamente però questa obiettività, tuttavia, non sempre è stata costruita nello stesso modo.
- Gli Stati sono oggi circa 200 e le Organizzazioni internazionali più del doppio. L'azione di quest'ultime è perlopiù esente da alcuna forma di controllo e responsabilità attraverso i consueti meccanismi democratici nazionali. Nel suo libro, inoltre, spiega molto bene la differenza che non viene colta dall'opinione pubblica tra quelle organizzazioni nate per lo sviluppo della pace e della cooperazione internazionale con quelle che, al contrario, hanno fini prettamente economici e che stanno portando ad una riformulazione del vecchio sistema di Westfalia. Come evolverà il rapporto tra Stati ed organizzazioni internazionali e quali sono i meccanismi di difesa rimasti ad i primi?
In un mondo che sostanzialmente vede la diffusione del modello capitalista (liberoscambista) a livello praticamente planetario, i rapporti di forza della comunità internazionale, che una volta erano legati alle cannoniere, sono oggi sul piano esclusivamente economico e legati sempre più alla capacità di penetrazione dei grandi gruppi finanziari internazionali. Non si tratta più di indagare la prevalenza degli stati in sé, ma il modo in cui gli stati collimino, nelle loro scelte, con la classe dirigente mondiale, la famosa oligarchia mondiale e non più con l’interesse nazionale in senso democratico. E su questo il professore coreano di Cambridge Chang nel suo libro “Bad samarhitans” credo offra il punto di vista più lucido.
Due
dinosauri del commercio mondiale - Stati Uniti ed Unione Europea -
hanno avviato negoziati per un accordo bilaterale di libero scambio, al
fine di rilanciare l'occupazione e la crescita economica all'interno
delle rispettive economie ampiamente depresse. Lo scopo essenziale
dell’accordo dovrebbe essere una maggiore armonizzazione della
regolamentazione tra i due mercati, in particolar modo in materia di
sicurezza sanitaria degli alimenti.
Tuttavia, in nessun modo le proposte dell'accordo risulteranno
utili agli interessi dei consumatori o del pubblico. Non si tratta che
di appianare le difficoltà che toccano l'agro-industria. Gli europei, le cui norme nettamente più esigenti verrebbero tirate
verso il basso, ne risentirebbero, ma l'impatto toccherebbe anche i
produttori di alimenti e i consumatori di numerosi altri paesi, poiché
la conclusione dell'accordo tra Washington e Bruxelles stabilirebbe un
nuovo riferimento internazionale. Che si tratti di organismi
geneticamente modificati (OGM) o di bisfenolo A ( BPA), la necessità di
proteggere le persone contro il sistema alimentare industriale, di non
aprire la strada alla diffusione di tale sistema, è più urgente che mai.
Il presidente Barack Obama ha svelato l'attesa valutazione dei programmi di sorveglianza della National Security Agency (NSA), circa sei mesi dopo che Edward Snowden li ha rivelati al mondo.Con una misura criticata dai difensori della privacy, Obama ha rifiutato di porre fine alla collezione massiva di metadati telefonici, affermando che modificherebbe solo la pratica rispetto a "come esiste attualmente".
Obama ha detto: "Ordinerò una transizione che porrà fine al massiccio programma di metadati, sezione 215, nella sua forma attuale, per stabilire un meccanismo che preservi le capacità di cui abbiamo bisogno, senza che il governo immagazzini questi massicci metadati.Questo non sarà semplice. "
L’incontro “epocale” tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi per definire a porte chiuse le linee della legge elettorale da votare in aula, sancisce un dato: che Renzi intende sostituirsi a Berlusconi. Cerca di inglobare a sé i voti dei forzisti, ma anche dei democristian-montiani, dei socialisti, e, perché no, pure di qualche grillino disilluso dalle improbabili alleanze col vecchio Pd. Sono pronto a scommettere che in quell’incontro non si è discusso soltanto di legge elettorale. Anzi, la legge elettorale sarà stata il pretesto per uno scambio di rassicurazioni più sostanziose in favore del pregiudicato di Arcore. Il tema delle televisioni che ha a che fare col conflitto d’interessi e quello della giustizia, visto che se Berlusconi sarà condannato in appello ad altri 7 anni per il processo Ruby, tra al massimo un annetto e mezzo, rischia di dover scontare la pena da detenuto nella migliore delle ipotesi ai domiciliari. In quello stato non potrà più parlare con l’esterno e tantomeno potrà candidarsi.
Passata la finta sbronza della legge elettorale, dobbiamo tornare con i piedi per terra e fare i conti con l’economia paralizzata di questo Paese. Per economia paralizzata intendo deflazione, che è la somma del calo dei prezzi col calo dei consumi. Calo che fa il paio col calo del gettito fiscale a causa della chiusura o della delocalizzazione di migliaia di aziende, con conseguente aumento della disoccupazione, ormai fuori controllo, e fuga dei giovani all’estero. Insomma, siamo di fronte a una sommatoria di indicatori talmente nefasti da renderci indecisi di quale bandolo afferrare per sbrogliare la matassa.
Se vogliamo rimanere sullo spicciolo, dobbiamo decidere innanzitutto come affrontare il dramma della sopravvivenza di milioni di famiglie. Bocciata la proposta del reddito di cittadinanza avanzata dal M5s, che doveva servire ad un momentaneo alleggerimento del disagio della povertà, dovremmo, a mio avviso, cercare di guardare con più insistenza oltre i confini nazionali perché questo governo, con o senza Porcellum, è soltanto un esecutivo virtuale che ha le mani legate da Bruxelles e da Berlino. L’Italia è un Paese commissariato dall’Europa che ci vuole rispettosi di regole che in queste condizioni non potremo rispettare mai. Mi riferisco al Patto di stabilità e al Mes fondo salvastati (salvabanche).
Nel 1967, Martin Luther King parlò presso l'Università di St. Joseph di Philadelphia (USA). Nessuno fuori da quella stanza ha mai sentito le sue parole. Ora, 47 anni più tardi, una registrazione dimenticata di quel discorso ha visto la luce. La registrazione è stata trovata da Tom Lingenfelter, collezionista e studioso di storia americana, che a sua volta l'ha ricevuta da Glen McCarthy, un giornalista che era stato inviato sul posto per scattare foto dell'evento. Oltre alle foto, McCarthy registrò anche il discorso su nastro (cassetta) che salvò e ora, 47 anni dopo, è stato scoperto in una scatola dimenticata. Attualmente non vi è alcuna prova di qualsiasi altra registrazione del discorso o copie scritte. In un'intervista concessa da Lingenfelter alla radio The Voice of Russia, il discorso di King è stato riprodotto per la prima volta.
"L'essenza di un uomo non è la sua specificità, ma le sue fondamenta, non il colore della sua pelle, ma la sua eterna dignità e il suo valore". dice Luther King nel discorso.
Il segretario di stato statunitense Henry
Kissinger, diede ai militari argentini il via libera per attivare azioni
criminali contro gruppi di sinistra in questo paese, secondo le informazioni pubblicate dai siti digitaliAporreaeMother Jones.
Henry Kissinger e Cesar Guzzetti
Citando documenti risalenti al periodo cui la nazione sudamericana era stata
governata da giunte militari, la pubblicazione afferma che Kissinger ha
consigliato ai generali argentini di procedere con la loro campagna
repressiva contro la sinistra, che il consiglio di routine
qualificava come terroristi.In una riunione dell'allora Ministro degli Esteri argentino, Cesar
Guzzetti con Kissinger, questi identificò il terrorismo come il
principale problema dei militari e il segretario di stato degli Stati Uniti diede istruzioni su come procedere...
Avviati nel 2008, i negoziati sull’accordo di libero scambio tra Canada e Unione europea sono terminati il 18 ottobre. Un buon segnale per il governo statunitense, che spera di concludere con il Vecchio continente una partnership di questo tipo. Negoziato in segreto, tale progetto fortemente sostenuto dalle multinazionali permetterebbe loro di citare in giudizio gli stati che non si piegano alle leggi del liberismo. Di Lori Wallach Le Monde Diplomatique Possiamo immaginare delle multinazionali trascinare in giudizio i governi i cui orientamenti politici avessero come effetto la diminuzione dei loro profitti? Si può concepire il fatto che queste possano reclamare – e ottenere! – una generosa compensazione per il mancato guadagno indotto da un diritto del lavoro troppo vincolante o da una legislazione ambientale troppo rigorosa? Per quanto inverosimile possa apparire, questo scenario non risale a ieri. Esso compariva già a chiare lettere nel progetto di accordo multilaterale sugli investimenti (Mai) negoziato segretamente tra il 1995 e il 1997 dai ventinove stati membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) (1). Divulgato in extremis, in particolare da Le Monde diplomatique, il documento sollevò un’ondata di proteste senza precedenti, costringendo i suoi promotori ad accantonarlo. Quindici anni più tardi, essa fa il suo ritorno sotto nuove sembianze. L’accordo di partenariato transatlantico (TTIP) negoziato a partire dal luglio 2013 tra Stati uniti e Unione europea è una versione modificata del Mai.
Nel 2012, un team scientifico guidato da Gilles-Eric Séralini ha pubblicato un articolo che mostrava come i topi alimentati con mais OGM della Monsanto, per tutta la vita, hanno sviluppato il cancro nel 60-70% dei casi (contro il 20-30% del gruppo controllo),oltre a problemi epato-renali e morte prematura.Ora, la rivista che lo pubblicò ritratta in un altro vergognoso esempio di corruzione in ambiti scientifici, in quanto la motivazione addotta non si applica a eguali studi della Monsanto.L'editore ammette che l'articolo di Séralini è grave e non pecca di inesattezze, ma i risultati sono inconcludenti, qualcosa che colpisce un gran numero di articoli e fa parte della discussione scientifica. Di Silvia Ribeiro La Jornada La ritrattazione arriva dopo che la rivista ha assunto come redattore speciale Richard Goodman, un ex funzionario della Monsanto, e come corollario di un'aggressiva campagna di attacchi contro il lavoro di Séralini, orchestrato dalle multinazionali.Il caso ricorda la persecuzione che ha sofferto Ignacio Chapela quando pubblicò sulla rivista Nature che c'era contaminazione transgenica nel mais contadino di Oaxaca.
La Commissione dell’Unione Europea per la prima volta in base al trattato Two Pack della UE ha revisionato la legge italiana di bilancio imponendo al governo Letta di garantire la diminuzione più rapida del deficit pubblico. E’ sempre più chiaro che Parlamento e governo italiano non decidono quasi più nulla della politica economica nazionale. I contratti di programma per attuare le cosiddette (contro)riforme strutturali prefigurano un’ulteriore cessione di sovranità nazionale verso organismi europei non eletti, e, in ultima istanza, verso i rappresentanti politici della UE che difendono gli interessi finanziari del nord Europa. Il processo è destinato ad accentuarsi.
La UE intende infatti centralizzare sempre di più le politiche di bilancio dei singoli stati. La cessione di sovranità nazionale avviene però senza contropartita alcuna. La UE inasprirà una politica recessiva di tagli che colpisce i lavoratori pubblici e privati e quello che resta del welfare e del patrimonio pubblico, grazie alle privatizzazioni. La strada imposta dalla UE è incompatibile con la ripresa dell’occupazione e con uno sviluppo economicamente, socialmente e ambientalmente sostenibile. E’ una politica miope che potrebbe fare bene nel breve periodo solo alla Germania e agli altri paesi creditori (come Olanda, Finlandia e Austria).
Dopo 5 anni di lavoro ci hanno “RUBATO” in nostro dominio vocidallastrada.com, non ci è possibile avvisare i lettori a questo link perchè non ci permettono di aggiornarlo infatti è fermo al 24 dicembre. Il nuovo link del blog è http://vocidallastrada.blogspot.it/ dove potete trovare tutti i 2000 articoli publicati in 5 anni. Attualmente il nuovo proprietario del dominio sta utilizzando i nostri contenuti, articoli, grafica ecc... in quanto ha messo in vendita il dominio...e una pagina bianca non attira nessuno... Cercheremo di ovviare anche a questo ABUSO. Grazie per la vostra attenzione e per il sostegno che ci stanno dando tutti i lettori e amici bloggers che sono a conoscenza della vicenda. Alba Kan
Classica scena da famiglia bene, in puro stile Mulino Bianco (e multinazionali associate): lei, nel fiore dei suoi trent'anni, se ne sta seduta in salotto a godersi il suo programma preferito. Non ci sono preoccupazioni in vista, la vita scorre liscia e confortevole. Sorride guardando divertita l'episodio che il nuovo tv led da 50” sta portando direttamente a casa sua. E' un sorriso tutto acqua e sapone, il suo. Viene da chiedersi da quante ore se ne stia imbambolata davanti al dispensatore di liete telenovelas, attorniata da vasi dal design raffinato, lampade che soffondono rassicuranti luci e tavolini con prestigiose riviste in bella mostra. Di Tonguessy Ad un tratto l'idillio subisce una brusca interruzione: è arrivato il marito che saluta e sorride davanti a cotanto benessere e casalinga tranquillità. Ma il suo sorriso si smorza appena capisce i contenuti delle lettere che tiene in mano: la prima rata del tv led e la bolletta del canone RAI. Davanti a quest'ultima la faccia gli si incupisce e con un gesto di stizza appallottola la busta. Per un mistero che sarà argomento di alcune puntate di Voyager, anche la nuovissima (e non ancora pagata) tv led si appallottola. Non fa in tempo ad imprecare davanti a tale (costosa) stranezza il disgraziato marito, perchè colei che fino a due secondi prima era la dolce mogliettina, una volta privata del suo divertimento principale si trasforma in una terribile strega dall'alito pesante che con un urlo lancinante lancia il suo anatema antiappallottolamento canone RAI/tv led.
Le tre vite di Arik: assassino decorato, politico sfacciato, vegetale assistito Ariel
Sharon alla fine è stato riconosciuto ufficialmente morto a 85 anni,
sabato 11 gennaio 2014. Da otto anni, si è visto ridotto alla condizione
di vegetale, mantenuto artificialmente in vita per la modica cifra di
296.000 euro all’anno, in larga misura a spese dei contribuenti
israeliani. Gli otto anni di mantenimento del coma sarebbero costati 2
milioni e mezzo di euro. Gli israeliani, a partire da Bibi Netanyahu,
lo avevano già sepolto. Dimenticato l’ “eroe” di tutte le guerre
sioniste di aggressione e di conquista, quello che avevano
soprannominato “il Bulldozer”, un giorno aveva detto ai giornalisti
britannici: "Perfino le pecore hanno paura di me!"
"Sharon... Votate Sharon ...
- Che succede? Non avete mai visto un politico che bacia un bambino?"
Fumetto di Dave Brown pubblicato da The Independent (UK) nel gennaio 2003, e designato Cartoon of the Year (2003) dal British Political Cartoon Society
Nel sud dell' "isola grande" si trova il "Parco Tantauco". Questo parco costituisce un progetto privato di conservazione che ha una superficie di 118.000 ettari (Parco Tantauco, 2013) di boschi millenari che corrispondono al 15% della superficie dell'isola. Ne è proprietario il presidente della repubblica cilena - Sebastián Piñera – per il cui acquisto ha pagato più di 6 milioni di dollari all'uomo d'affari americano Jeremiah Henderson. Questa proprietà ha una storia particolare, fatta di espropri legali e illegali che specificheremo di seguito. Originariamente protetto dal Trattato di Tantauco, nel 1923 gran parte di questo territorio figurava a nome della Sociedad Explotadora de Chiloé. Decenni più tardi, nel 1968, è stata acquisita dal conte francese Timoleón de la Taille, che cercò di sfruttarne il legname sebbene senza successo. Nel 1997, Henderson ha acquisito le terre per lo stesso scopo. Neanche lui ha avuto fortuna: il terreno inaccessibile fece aumentare i costi e optò per un progetto di vendita dei terreni destinati al mercato del turismo. Con la consulenza di Douglas Tompkins, magnate americano proprietario del Parco Pumalin, accetta finalmente l'offerta di acquisto fatta da Sebastián Piñera per creare una riserva di conservazionismo (Cayuqueo, 2013).
Anni fa, nel lontano 2006, lessi un libro intitolato “Lettere dalla Kirghisia”, scritto da Silvano Agosti, che mi colpì molto. Raccontava di un paese immaginario, la Kirghisia appunto, dove sembrava si fosse realizzato tutto quello che negli altri paesi del mondo, da secoli, non riesce a concretizzarsi.
In Kirghisia, in ogni settore, pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno a pieno stipendio e le rimanenti 20 o 21 sono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all'amore, alla vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili (cfr. Agosti).
In Kirghisia la produttività si è triplicata perché sembra che una persona felice sia più produttiva di una frustrata e scontenta.
In Kirghisia la possibilità di dedicare gran parte della giornata alla vita ha fatto si che i rapporti tra padri e figli, moglie e marito, colleghi di lavoro e vicini di casa fossero radicalmente modificati e migliorati. In Kirghisia dopo pochi anni dall'attuazione di queste riforme il consumo di droghe, alcool, sigarette si è drasticamente ridotto e i farmaci restano in gran parte invenduti. In Kirghisia esistono due organizzazioni governative, una si occupa della gestione quotidiana della cosa pubblica, l’altra si dedica esclusivamente al miglioramento delle strutture. In Kirghisia chi governa lo fa in forma di volontariato continuando a percepire lo stesso stipendio della precedente attività.
Oggi, una nuova fuga di notizie nel segno dei negoziati commerciali ci dà un’idea del lavoro realizzato dalla Commissione Europea in materia di proprietà intellettuale. Ha origine dal web, dal Core Group dei Verdi del Parlamento Europeo (incaricato delle questioni relative a Internet), che ha reso pubblici alcuni archivi elettronici.
Questo rapporto di prima mano – tradotto di seguito – ci fornisce l’informazione sinora sconosciuta sul contenuto del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership, Partenariato transatlanticosu commercio ed investimenti, in italiano) sui diritti di proprietà intellettuale. Mentre la Commissione aveva sostenuto finora che il TTIP avrebbe riguardato poco tali questioni, sembra che i negoziatori stiano lavorando direttamente a favore degli interessi delle imprese. In questo senso stanno accogliendo le numerose lamentele (“lista dei regali di Natale”) e stanno andando oltre i propri compiti. Infine, i rappresentanti dell’Unione Europea acconsentiranno che si mantenga la società civile fuori del dibattito pubblico.
In una riunione non ufficiale del 5 dicembre, il responsabile della Commissione Europea incaricato delle questioni sulla proprietà intellettuale del TTIP - Pedro Velasco Martins – ha tenuto un incontro con rappresentanti delle grandi imprese al fine di proporre nuove regole sulla proprietà intellettuale nel prossimo trattato economico tra la UE e gli Stati Uniti.