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19 giugno 2017

È NATO il neonazismo in Europa

L'Ucraina, di fatto già nella Nato, vuole ora entrarvi ufficialmente. Il parlamento di Kiev, l'8 giugno, ha votato a maggioranza (276 contro 25) un emendamento legislativo che rende prioritario tale obiettivo. La sua ammissione nell'Alleanza atlantica non sarebbe solo un atto formale. La Russia viene accusata dalla Nato di aver annesso illegalmente la Crimea e di condurre azioni militari contro l'Ucraina.
Di conseguenza, se l'Ucraina entrasse ufficialmente nella Nato, gli altri 29 membri della Alleanza, in base all'Articolo 5, dovrebbero «assistere la parte attaccata intraprendendo l'azione giudicata necessaria, compreso l'uso della forza armata». In altre parole, dovrebbero andare in guerra contro la Russia.

29 settembre 2015

Democrazia Nato in Ucraina

«Storica» visita del segretario generale della Nato Stoltenberg, il 21/22 settembre, in Ucraina, dove partecipa (per la prima volta nella storia delle relazioni bilaterali) al Consiglio di sicurezza nazionale, firma un accordo per l'apertura di un'ambasciata della Nato a Kiev, tiene due conferenze stampa col presidente Poroshenko. Un decisivo passo avanti nell'integrazione dell'Ucraina nell'Alleanza. Iniziata nel 1991 quando, appena divenuta Stato indipendente in seguito alla disgregazione dell'Urss, l'Ucraina entra nel «Consiglio di cooperazione nordatlantica» e, nel 1994, nella «Partnership per la pace».

Nel 1999, mentre la Nato demolisce con la guerra la Jugoslavia e ingloba i primi paesi dell'ex Patto di Varsavia (Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria), viene aperto a Kiev l'«Ufficio di collegamento Nato» e formato un battaglione polacco-ucraino per l'operazione Nato di «peacekeeping» in Kosovo.

8 maggio 2015

Dossier Odessa

Immaginatevi centinaia di squadristi che attaccano e incendiano la camera del lavoro della vostra città, immaginatevi che all'interno di questo edificio brucino vive decine di persone, che quelli che cercano di scappare fuori vengono assassinati all'esterno a colpi di mazza. E infine, immaginate gli squadristi entrare nella camera del lavoro ancora fumante, a finire i superstiti. Questi fatti sono accaduti un anno fa, il 2 maggio, a Odessa. Non in Ruanda, ma in Ucraina, Europa.

Altro che qualche auto e banca bruciata in centro a Milano! Con l'assalto alla casa dei Sindacati di Odessa, mi riferisco a una strage, un orrendo eccidio, un crimine taciuto e minimizzato dai nostri media ufficiali (come nel resto dell'Occidente). Gli stessi così zelanti a stigmatizzare ogni cacata di cane che imbratti i salotti buoni dell'ennesima fiera del profitto e che in questi giorni ci ha fatto vedere le vetrine rotte milanesi da ogni angolo possibile e immaginabile. Media che però sono censori e falsi verso fatti macroscopici come i pogrom nazisti in Ucraina. Il che mi porta a dire che questo giornalismo dei grandi network e delle testate controllate dai gruppi finanziari non può rappresentare la coscienza democratica di un paese civile. Non ne ha più la cifra etica già da molto tempo.