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25 agosto 2016

L'affaire Moro, la Lockheed, Pecorelli e quella Berta che filava...

A proposito delle canzoni di Rino Gaetano, una "doppia chiave" di lettura ad ispirazione più o meno massonica è suggerita nei libri dell'avvocato Bruno Mautone "La scomparsa di un eroe" e "Chi ha ucciso Rino Gaetano?" nei quali si sostiene la tesi che il cantautore crotonese sia stato fatto fuori perchè con la sua produzione discografica intendeva denunciare l'ingerenza dei "poteri forti" americani e della NATO nel nostro paese, nonchè della Loggia P2 e della massoneria. A mio parere, se il giovane cantautore avesse voluto essere più efficacie ed incisivo nei suoi attacchi, avrebbe dovuto adoperare uno stile molto più diretto e meno allusivo ed evitare di infondere ai suoi testi   la proverbiale vena troppo votata al nonsense e al grottesco per cui è più probabile che, venendo a conoscenza di certi fatti e situazioni, lui stesso si fosse in qualche modo reso disponibile a veicolare messaggi ed avvertimenti che potevano essere compresi solo in determinati ambienti. Oltre alla figlia del medico di Gelli, Gaetano annoverava fra le sue conoscenze un funzionario d'Ambasciata di nome Enrico Carnevali che lavorava a stretto contatto con certi ambienti diplomatici americani. Il fatto sconvolgente è che pure questo suo amico perirà qualche tempo dopo in un incidente d'auto...

24 maggio 2016

#Renzi, giù le mani da #Berlinguer

Enrico Berlinguer
Se c’è una cosa che abbiamo fatto in questi sette anni di lavoro continuo a diffondere le idee di Enrico Berlinguer, facendolo riscoprire a centinaia di migliaia di giovani (sono un terzo quelli sotto i 30 anni nella web-community di quasi 500mila utenti di enricoberlinguer.it), è stata proprio quella di impedire che l’ex-leader del PCI venisse utilizzato a proprio uso e consumo per esigenze elettorali di breve periodo.
E’ un esercizio facile: si estrapola una sua frase dal contesto e in questo modo si fa dire a Enrico Berlinguer quello che si vuole, usando la sua immagine pulita, onesta e che ha ancora moltissima presa sui giovani e i meno giovani (nonostante le penose campagne revisioniste di quel surrogato di giornale che è oggi l’Unità) per cercare di legittimare le proprie idee. Un esercizio meschino, da bassa politica, tipico dei disperati e di persone con lo spessore politico di un fazzoletto di carta imbevuto d’acqua.
E’ successo di nuovo, con Matteo Renzi che questa volta tenta di legittimare quella porcata di riforma costituzionale, fatta da un parlamento di nominati con legge incostituzionale e scritta coi piedi (altro che revisione grammaticale alla Concetto Marchesi, come si fece alla fine dell’Assemblea Costituente), sostenendo che di “monocameralismo” parlava anche Enrico Berlinguer.