L’ondata della pandemia ha gravemente compromesso l’economia dell’Unione europea, è stata particolarmente dura per i membri già deboli del blocco. Tuttavia, i paesi forti del nord non hanno voglia di aiutare – le discussioni sul budget si sono trascinate per quattro giorni fra litigi e polemiche acute. Per quanto alla fine sia stato adottato il bilancio, inclusi circa 750 miliardi fra prestiti ed aiuti, molti non sono rimasti soddisfatti. La montagna ha partorito un topolino, è stato detto. Questo perché i paesi ricchi del nord, gli stessi che hanno approfittato della moneta unica e delle regole comunitarie per operare come paradisi fiscali (Olanda e Lussemburgo) oggi non sono propensi a condividere i debiti in comune, gli osservatori critici lo ha capito ma i media filoeuropeisti fanno credere che questo sia stato un “trionfo”.
PRIMA ASSEMBLEA PUBBLICA Roma, sabato 7 marzo 2020 ore 16:00. Sala Risorgimento, Hotel Massimo d’Azeglio Via Cavour, 18. Cos'è il M.E.S.? Il M.E.S. (Meccanismo Europeo di Stabilità) è una istituzione finanziaria internazionale (Art. 1) finanzionato dagli Stati che la sottoscrivessero (art. 8) a cui l’Italia è impegnata a versare ben 125 miliardi di euro.
Sfumato lo scenario di una conflagrazione “politica” dell’Unione Europea sull’onda di una vittoria elettorale di Marine Le Pen, tornano alla ribalta le forze centrifughe di natura economica: l’Italia si trova adesso in prima linea. Gli allarmanti dati su debito pubblico, disoccupazione, crescita e sofferenze bancarie, suggeriscono che la situazione, complice la prossima instabilità politica, possa precipitare anche prima del rialzo dei tassi da parte della BCE: è quasi certo che, come nel bollente autunno del 2011, Mario Draghi ed Angela Merkel, spalleggiati dal neo-presidente francese Emmanuel Macron, tenteranno di commissariare l’Italia, spingendola verso un “salvataggio” del FMI/ESM. Rimane da capire se la nostra classe dirigente, incalzata da una società sempre più insofferente, cederà al ricatto.
Un nuovo 2011 alle porte
Le presidenziali francesi rappresentavano la principale, e forse unica, occasione del 2017 per una conflagrazione “politica” dell’Unione Europea: se il Front National, sospinto dalla disoccupazione record e dalle montanti tensioni sociali, avesse conquistato l’Eliseo, l’intera architettura europea sarebbe crollata nel volgere di pochi mesi, travolta dall’esplosione del motore franco-tedesco.
La guerra monetaria e finanziaria che stiamo inconsapevolmente combattendo, è impossibile da vincere se non ci liberiamo della “gabbia monetaria” che ci siamo costruiti e che riduce la nostra libertà di azione.
Il forte e chiaro NO al referendario costituzionale del 4 dicembre, ha per il momento scongiurato il rischio di peggiorare la nostra situazione, con nuove progressiva cessione di sovranità da parte dello Stato italiano a vantaggio di entità sovranazionali.
Lo scopo della riforma costituzionale voluta dal Governo Renzi era infatti, per loro stessa ammissione, un passaggio necessario per adeguare l’impianto costituzionale alla nuova “governance economica europea”. In pratica, rendere la Costituzione sempre più permeabile alle norme e disposizioni comunitarie, cedendo ovviamente sempre maggiori quote di sovranità nazionale.
In pratica avrebbe rinforzato la sbarre della gabbia.
Fallito dunque il tentativo di operare un cambiamento normativo dall’interno, attraverso la riforma costituzionale, è cominciato un vero e proprio attacco all’Italia,
Giulietto Chiesa parla del dopo Renzi, richiama l’attenzione sulle insidie del ricorso al fondo salva stati (volgarmente detto Esm o Esm) e lancia la sua proposta per impedire ai ladri di sovranità di portare a termine i loro piani sulla pelle dei cittadini. http://www.byoblu.com/
«Bisogna prendere atto che il sistema non funziona e che non esiste la volontà politica di risolvere i problemi strutturali dell’euro».
Daniel Munevar è un giovane economista post-keynesiano di Bogotá. Ha lavorato con Yanis Varoufakis come consigliere per politiche di bilancio durante il periodo in cui Varoufakis è stato ministro delle Finanze in Grecia. Precedentemente è stato consigliere fiscale al ministero delle Finanze colombiano, e consigliere speciale per gli investimenti esteri diretti al ministero degli Esteri dell’Ecuador. È considerato uno dei più autorevoli esperti nello studio del debito pubblico latinoamericano. Questo rende particolarmente interessante la sua valutazione delle trattative e dell’accordo fra Grecia e creditori. In questa intervista esclusiva spiega perché gli eventi delle ultime settimane gli hanno fatto cambiare opinione sulGrexit. Cosa ne pensi dell’ultimo accordo raggiunto fra la Grecia ed i suoi creditori?
Prima di tutto non è ancora chiaro se l’accordo sarà effettivo – ci sono parecchi parlamenti che devono approvare la partecipazione dei rispettivi paesi al “piano di salvataggio” del Meccanismo europeo di stabilità (European Stability Mechanism, ESM). Ma anche ammettendo che tutti i paesi approvino il piano, non c’è nessun modo che funzioni. Le misure economiche del programma sono semplicemente folli.
"Il saccheggio non costituisce un debito legittimo". Lo afferma
Lyndon LaRouche in una dichiarazione in cui chiede il pieno sostegno
internazionale della Grecia e della sua richiesta che il debito venga
sensibilmente ridotto. Il debito, aggiunge LaRouche, è illegale, è
impagabile "ed è il frutto di un'impresa criminale guidata da Londra che
va soffocata del tutto, se il mondo vorrà sopravvivere nei prossimi
mesi senza l'eruzione di una guerra generale nel centro dell'Europa".
Il nuovo governo greco chiede all'Unione Europea
non soltanto di porre fine al saccheggio senza fine della popolazione
greca ma anche alla gigantesca frode bancaria perpetrata da Wall Street
e Londra, e di rendere nuovamente possibile la crescita economica in
Europa. Il fatto che, in alcune occasioni, funzionari greci corrotti si
siano resi complici di questa truffa insieme a partner come Goldman
Sachs non rende meno criminale questo debito.
13 luglio 2012 (MoviSol) Ieri il Senato della Repubblica ha approvato il Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM) e il Trattato europeo sul Fiscal Compact, due nuovi accordi progettati per mantenere in vita il sistema speculativo globale attraverso l'austerità e la dittatura dei mercati finanziari. Con il sistema dell'euro in via di disintegrazione, i poteri oligarchici sovrannazionali e i loro portavoce nella Troika (BCE, FMI, Commissione Europea) hanno ormai abbandonato ogni pretesa di democrazia e imposto un processo che porterà alla fine di ogni vestigia della sovranità nazionale.
Il Fiscal Compact è l'estensione del Patto di Stabilità, che obbliga tutti gli stati a rispettare i vincoli di bilancio stabiliti a suo tempo dal Trattato di Maastricht. Nel caso italiano significherebbe ulteriori tagli o tasse per circa 40 miliardi di euro all'anno per i prossimi 20 anni. Quello che sta facendo oggi Monti è solo un piccolo assaggio. L'ESM è il fondo salva-stati, che originalmente era previsto venire in soccorso agli stati in difficoltà, agendo come ente indipendente con la forza contrattuale di dettare le linee guide ai governi che accettassero gli aiuti. Non ci sarebbe la possibilità di trattare, di discutere democraticamente con la popolazione, ma solo di eseguire gli impegni presi con qualsiasi mezzo. Nel frattempo gli è stato conferito anche il potere di finanziare direttamente le banche. Quindi non più la maschera di "salva-stati" ma "salva-banche".
Il MES (Esm in inglese) è il Meccanismo di Stabilità Europea.
Il cosiddetto fondo salva-stati. Sembra una cosa buona, ma con il MES
ci stiamo per indebitare di 125 miliardi di euro. 15 dovremo darli
subito, e siccome non li abbiamo, dovremo fare nuovi debiti. Nuovi
debiti significa nuovi interessi. Per cosa? Per essere “salvati”, nella
malaugurata ipotesi dovessimo fallire. Ma come verremo salvati? Ci
daranno semplicemente i soldi, un po’ come farebbe un’assicurazione a
fronte del pagamento di un premio, al verificarsi di un sinistro? No, ce
li presteranno. Nuovi debiti. Paghiamo 125 miliardi per avere la
possibilità di farci prestare dei soldi a interessi elevati. Ve l’hanno
mai raccontata così? Anzi: ve l’hanno mai raccontata in un qualsiasi
modo?
Nel settembre 2008,
Henry Paulson, ex CEO di Goldman Sachs, è riuscito a estorcere 700
miliardi di dollari per il salvataggio delle banche. Ma per riuscirci ha
dovuto minacciare il collasso dell'intero sistema finanziario globale e
l'imposizione della legge marziale in usa. Paulson fece addirittura
appello per un fondo di salvataggio permanente, il Troubled Asset Relief
Program, TARP ma si oppose il Congresso degli Stati Uniti e in
definiva fu respinto.
Di Ellen Brown
Global Research Nel dicembre 2011, presidente della Banca centrale
europea Mario Draghi, ex vicepresidente della Goldman Sachs Europa, era
in grado di approvare un piano di salvataggio 500 miliardi di euro per
le banche europee senza chiedere il permesso a nessuno. E nel gennaio
2012, un programma di finanziamento permanente di salvataggio chiamato
Meccanismo europeo di stabilità (ESM) era stata approvata nel cuore
della notte senza essere minimamente denunciato dalla stampa del vecchio
continente. L' ESM impone un debito senza fine per governi degli Stati
membri dell'Unione europea, mettendo i contribuenti europei un cappio
grazie all' ESM aegli eurocrati (NdA gestiti da chi sappiamo).
IlColpo di stato dei banchieri ha trionfato in Europa, apparentemente senza lotta. L'ESM è supportata dai governi della zona euro,
i loro creditori, e "il mercato" segue a ruota, perché significa che
gli investitori possono continuare a comprare (speculare) sul debito dei
paesi dell'Unione Europea.
Non riesco a capire per quale assurda motivazione la trasmissione “Servizio pubblico” non dia spazio ad una questione politica che potrebbe rivelarsi “fatale” per la vita democratica del paese. Da Giulia Innocenzi (che ha provato a darmi una mano) a Marco Travaglio, compresi altri due giornalisti della nota trasmissione, sono tutti informati. Quel giovedì in cui ho ricevuto l’invito in RAI è stato chiesto a Santoro di lanciare l’appello contro l’ESM (mediante la mia presenza o meno, poco importa), ma il conduttore non lo ha ritenuto necessario.
Chi c’era in studio? Giulio Tremonti, colui che per l’Italia ha firmato il primo trattato ESM (il documento è stato siglato l’11 luglio 2011 dai ministri delle finanze dei 17 stati membri). Restare indifferenti nei confronti di tale questione significa essere favorevoli alle immunità, ai condoni fiscali riferiti ai grandi capitali, alla probabile perdita di sovranità statale e alla inevitabile abolizione di molti diritti sociali.