Qualche giorno fa, la Corte d’appello di Lisbona, ha emesso un verdetto che potrebbe avere un effetto bomba anche in questo Paese. Il suo potere esplosivo sta nelle motivazioni del verdetto.
L’11 novembre 2020 la Corte d’appello di Lisbona in Portogallo ha dichiarato illegale la quarantena di quattro cittadini portoghesi. Di queste quattro persone, una era risultata positiva al Covid-19 con un test PCR e le altre tre erano state messe in quarantena come contatti ravvicinati.
Il motivo per cui la sentenza della Corte d’appello di Lisbona è interessante anche per noi lo si evince dalla dichiarazione della sentenza. Nel documento di 34 pagine (https://tribunal-relacao.vlex.pt/vid/851822033?_ga=2.155956985.353358071.1605737091-350727261.1605737091)
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21 novembre 2020
3 agosto 2018
L’ammissione dell’FMI: la Grecia è stata sacrificata per salvare l’€uro
Una scioccante indagine interna del Fondo rivela che la Grecia è stata sacrificata per salvare l’euro e le banche del Nord Europa.
di Ambrose Evans-Pritchard
Le più alte cariche del Fondo monetario internazionale hanno ingannato il proprio board, fatto una serie di clamorosi errori di giudizio sulla Grecia, sposato incondizionatamente la causa dell’euro, ignorato tutte le avvisaglie di un’imminente crisi e trascurato un aspetto di base delle unioni monetarie.
Questo è il verdetto lacerante dell’Independent Evaluation Office (IEO), un organismo indipendente all’interno dell’istituto di Washington, sulla disastrosa gestione della crisi dell’euro da parte del Fondo. Il rapporto di 650 pagine dell’IEO rivela «cultura della compiacenza», incline all’analisi «superficiale e meccanicista», e un sistema di governance apparentemente fuori controllo.
L’ufficio di valutazione indipendente del fondo è autorizzato a passare sopra la testa del direttore generale, Christine Lagarde, e risponde unicamente al consiglio dei direttori esecutivi, molti dei quali – in particolar modo quelli provenienti dall’Asia e dall’America Latina – sono furiosi per il modo in cui alcuni ufficiali dell’UE hanno utilizzato il Fondo per salvare la propria unione monetaria ed il proprio sistema bancario.
di Ambrose Evans-Pritchard
Le più alte cariche del Fondo monetario internazionale hanno ingannato il proprio board, fatto una serie di clamorosi errori di giudizio sulla Grecia, sposato incondizionatamente la causa dell’euro, ignorato tutte le avvisaglie di un’imminente crisi e trascurato un aspetto di base delle unioni monetarie.
Questo è il verdetto lacerante dell’Independent Evaluation Office (IEO), un organismo indipendente all’interno dell’istituto di Washington, sulla disastrosa gestione della crisi dell’euro da parte del Fondo. Il rapporto di 650 pagine dell’IEO rivela «cultura della compiacenza», incline all’analisi «superficiale e meccanicista», e un sistema di governance apparentemente fuori controllo.
L’ufficio di valutazione indipendente del fondo è autorizzato a passare sopra la testa del direttore generale, Christine Lagarde, e risponde unicamente al consiglio dei direttori esecutivi, molti dei quali – in particolar modo quelli provenienti dall’Asia e dall’America Latina – sono furiosi per il modo in cui alcuni ufficiali dell’UE hanno utilizzato il Fondo per salvare la propria unione monetaria ed il proprio sistema bancario.
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12 luglio 2017
€urozona: Lo strano boom dei lavori a basso salario

Alexandru è uno dei più fortunati. 24-enne, emigrato in Italia dalla Romania all’età di 12 anni, recentemente si è garantito un lavoro con contratto a tempo indeterminato come stampatore in una tipografia in una piccola città vicino a Milano.
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27 maggio 2016
Uscire dall'€uro?
L'analisi di quanto accaduto a partire dall'introduzione dell'euro e soprattutto dallo scoppio della crisi nel 2007-2008 dimostra la necessità di mettere a tema la disgregazione dell'area euro. Su questo bisogna fare due precisazioni. La prima è che l'obiettivo primario deve essere la Uem (Unione economica e monetaria) e non la Ue nel suo complesso. Nonostante la Ue sia una istituzione tutt'altro che neutrale dal punto di vista di classe e funzionale alle istanze del capitale, è l'euro lo strumento attraverso cui passa la ristrutturazione capitalistica a livello continentale. Senza di esso il capitale perderebbe gran parte della sua capacità di imporre politiche antipopolari e alla Ue mancherebbe il braccio operativo. La seconda è che il nostro primo compito consiste nel chiarire la necessità della disgregazione dell'area euro. Il come questo debba avvenire è importante, ma è successivo. La disgregazione dall'euro può avvenire in modi diversi: per mutua decisione di tutti i Paesi partecipanti, oppure per decisione unilaterale di uno o di più Paesi. La mia opinione è che l'uscita dall'euro anche unilaterale di uno o più Paesi non debba più essere considerata un tabù, bensì come una opzione praticabile e soprattutto necessaria. Tuttavia, il quando e il come ciò possa avvenire non è indifferente, ed è legato alle condizioni del contesto generale e della lotta di classe, sebbene già oggi, come accennerò più avanti, sia necessario inserire l'uscita dall'euro in una elaborazione programmatica più complessiva. L'aspetto più importante, però, è che chi intende rappresentare il punto di vista dei lavoratori abbia, e presenti pubblicamente, una posizione chiara, la quale non può che essere la necessità del superamento dell'euro.
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20 aprile 2016
La banca nel sistema di sfruttamento capitalistico
La crisi del sistema capitalistico ha avuto enormi ripercussioni nel settore finanziario, che si sono tradotte in conseguenze drammatiche per i popoli del mondo, con l'impegno degli Stati nella salvezza e salvataggio di istituti bancari giganteschi, molti di loro parte di gruppi monopolistici che includevano o includono componenti finanziarie e non finanziarie. La fusione del capitale bancario (1) con il capitale produttivo (2) e la formazione del capitale finanziario (3) ha creato una composizione di capitale che interconnette indissolubilmente i suoi componenti. La funzione creatrice di plus-valore del capitale industriale è collegata e interdipendente alla funzione di appropriazione del capitale bancario, facendo si che l'ascesa dei grandi gruppi economici e dei monopoli abbia effetti che vanno ben al di là di quelli definiti di "concorrenza".
Come risultato della crisi mondiale che si rivela sul finire del 2007 e nel corso del 2008, il capitalismo ha intensificato la sua offensiva contro i lavoratori ed i popoli del mondo. Contrariamente a quanto molti si aspettavano, il capitalismo non era sull'orlo del collasso o di "crollare putrefatto". Al contrario, la natura aggressiva dell'imperialismo è peggiorata e nuove forme di accumulazione, speculazione e concentrazione sono state trovate per alimentare il funzionamento del sistema capitalistico, il cui centro nevralgico si è spostato al settore finanziario, risultato proprio della suddetta fusione fra capitale bancario e produttivo. Tuttavia, il funzionamento del sistema è sempre stato camuffato, nascosto, mascherato sia dalle banche propriamente dette, sia dagli Stati e dagli strumenti politici a loro disposizione.
Come risultato della crisi mondiale che si rivela sul finire del 2007 e nel corso del 2008, il capitalismo ha intensificato la sua offensiva contro i lavoratori ed i popoli del mondo. Contrariamente a quanto molti si aspettavano, il capitalismo non era sull'orlo del collasso o di "crollare putrefatto". Al contrario, la natura aggressiva dell'imperialismo è peggiorata e nuove forme di accumulazione, speculazione e concentrazione sono state trovate per alimentare il funzionamento del sistema capitalistico, il cui centro nevralgico si è spostato al settore finanziario, risultato proprio della suddetta fusione fra capitale bancario e produttivo. Tuttavia, il funzionamento del sistema è sempre stato camuffato, nascosto, mascherato sia dalle banche propriamente dette, sia dagli Stati e dagli strumenti politici a loro disposizione.
12 ottobre 2015
Politiche del Portogallo: propaganda a pieno regime!
Che cosa potrà pensare un Candido (*) scarsamente informato sulla situazione politica portoghese delle dichiarazioni diffuse dall’oligarchia mediatica europea e dei suoi grandi titoli sui risultati delle ultime elezioni politiche in Portogallo? Cominciamo con un breve florilegio.
Il presidente della Commissione Europea - Jean-Claude Juncker – peraltro esperto di evasione fiscale, si è felicitato con Pedro Passos Coelho “per la vittoria della coalizione portata avanti dal partito del primo ministro ”. E il portavoce della Commissione Europea ha rilanciato:
“I risultati di questo scrutinio confermano l’auspicio della maggioranza dei portoghesi di voler proseguire il cammino delle riforme ” (tradotto : il proseguimento della politica d’auterità).
L’inenarrabile ministro tedesco delle Finanze - Wolfgang Schäuble – afferma di vedere dei "segnali incoraggianti" nell’esito delle urne.
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