26 ottobre 2017
Similitudini e differenze tra Spagna e Venezuela
Lo sviluppo di eventi in Catalogna sta generando molte
discussioni sulla leicità, legittimità o legalità di alcuni atti, sia da parte
del governo catalano che da quello spagnolo. Si discute, ad esempio, se il
governo agisce unilateralmente o lo fa con l'approvazione di giudici o
tribunali, si discute anche se azioni giudicate illegali da parte dei
giudici raggiungono la legittimità quando sono supportate da centinaia di
migliaia di persone in strada. Tutto questo, ovviamente, è passato
attraverso i media, che sono il filtro con il quale i cittadini vedono la
realtà da molto tempo.
Questi
elementi mi fanno percepire alcune somiglianze con il Venezuela che vale la
pena analizzare, tra le altre cose, ed evidenziare i due pesi e due
misure di molti. Tuttavia, ci sono alcuni elementi diversi che
dobbiamo anche prendere in considerazione. Vediamoli.
25 ottobre 2017
La BC€ ha guadagnato quasi 8 miliardi di euro dalla crisi finanziaria della Grecia
La Banca centrale europea (BCE) ha tratto buon profitto dalle sue partecipazioni al debito pubblico greco, secondo un documento visionato dal Financial Times.
Una risposta scritta alla richiesta di un parlamentare greco ha dimostrato che la banca ha raccolto 7,8 miliardi di euro di pagamenti di interessi nel periodo tra il 2012 e il 2016 sui titoli di stato greci acquisiti nell'ambito del programma Securities Market Programme (SPM)
Gli utili sono di solito ridistribuiti tra le 19 banche centrali dell'area euro. Nel 2016, la BCE aveva raccolto più di 1,1 miliardi di euro di pagamenti di interessi sui titoli greci sui circa 20 miliardi di euro di bond da essa detenuti, secondo il quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung.
Un'analisi della Jubilee Debt Campaign stima che l'altro creditore della Grecia, il Fondo Monetario Internazionale, aveva collezionato 2,5 miliardi di euro di guadagno sui suoi prestiti al paese.
Gli utili sono di solito ridistribuiti tra le 19 banche centrali dell'area euro. Nel 2016, la BCE aveva raccolto più di 1,1 miliardi di euro di pagamenti di interessi sui titoli greci sui circa 20 miliardi di euro di bond da essa detenuti, secondo il quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung.
Un'analisi della Jubilee Debt Campaign stima che l'altro creditore della Grecia, il Fondo Monetario Internazionale, aveva collezionato 2,5 miliardi di euro di guadagno sui suoi prestiti al paese.
23 ottobre 2017
La Globalizzazione è Povertà
Zazou, pittore della Torre Eiffel, 1953 |
Ironia della sorte, tutti e tre questi fattori vengono continuamente magnificati come forze del bene. Ma gli standard di vita per molti milioni di persone in Occidente sono scesi – o sono pieni di incertezze – mentre milioni di cinesi ora hanno un livello di vita migliore. Alle persone in occidente hanno detto di guardare a questo come ad uno sviluppo positivo; dopo tutto, permette di comprare prodotti che costano meno di quelli che produrrebbero le industrie nazionali.
VACCINI: Inchiesta sulle reazioni avverse. Giappone e Italia a confronto (2° parte)
Nondimeno, la vaccinoprofilassi, essendo un atto medico che prevede la somministrazione di un farmaco quasi sempre nel sangue (ad eccezione di quelli somministrati oralmente), non è esente da rischi. Fortunatamente il mercurio – in passato usato come componente/ingrediente di un conservante (il thimerosal) – è stato ridotto od eliminato da molti vaccini negli ultimi anni (eliminato soprattutto in quelli ad uso pediatrico). In alcuni è contenuto solo in tracce. Ma l'alluminio - invece - continua ad essere frequentemente usato, purtroppo, poiché esso ha la funzione di potenziare l'efficacia della risposta immunitaria (è contenuto nei sali di alluminio, come adiuvante immunologico). Il suo impiego si accompagna talvolta all'insorgenza di sospetti effetti collaterali.
22 ottobre 2017
VACCINI: Inchiesta sulle reazioni avverse. Giappone e Italia a confronto (1° parte)
A fronte della estesa e martellante campagna di informazione quasi a senso unico portata avanti negli ultimi mesi da mass media, da autorità istituzionali, da compagini politiche nazionali e regionali (con pochissimi distinguo) sulle vaccinazioni e tutti i loro benefici (che esistono), e sulla responsabilità genitoriale invocata per rispondere alla salvaguardia della sanità pubblica, ho deciso di intervistare personalmente la d.ssa Hiroko Mori, un medico che per anni è stato a capo della Sezione Malattie infettive dell'Istituto di Sanità Pubblica del Giappone. Un importante ruolo governativo quello ricoperto dalla Mori, che ha raggiunto dopo anni di lavoro in veste di ricercatrice scientifica. La d.ssa Hikoro Mori, oggi anziana ed in pensione, pone l'accento soprattutto nel valutare il rapporto rischio /beneficio della cosiddetta profilassi vaccinale, e mette in guardia il pubblico nel non sottovalutare il rischio delle reazioni avverse (che esistono anch'esse) ai vaccini, una realtà documentata scientificamente e che tocca da vicino soprattutto le famiglie dei Paesi avanzati, dove le condizioni igienico-sanitarie ed i livelli di nutrizione sono nettamente migliori rispetto a Paesi in via di sviluppo.
21 ottobre 2017
Filippo VI, il re borbone sul cammino dell'Estoril*
Un anno e mezzo fa ho scritto che il re Filippo VI promuoverebbe un referendum sulla Catalogna per "giustificare il suo regno". Era la cosa intelligente e ciò che i suoi consiglieri gli avrebbero consigliato. Un re che nessuno ha votato ha bisogno di mettere la sua leadership su qualcosa che va poco oltre l'essere un Borbone, figlio di suo padre e erede nel XXI secolo di un posto di lavoro fisso in politica grazie, vale la pena ricordarlo, al colpo di Stato del 1936. Ma proprio come Rosa Díez (1) - ogni giorno più vociferante - si sparò nel piede nel giorno in cui lei stessa rinunciò all'alleanza con Rivera (2), Felipe VI ha deciso di gettarsi nelle braccia del partito più corrotto in Europa e responsabile del disordine in cui siamo. Durante i giorni dell'assalto al Palazzo della Bastiglia, Luigi XVI, annoiato, scrisse nel suo diario: "niente, niente, niente". Un problema non piccolo per i re è che finiscono per credere di essere re. E dimenticano che la gente può accettare un regno solo se capisce che serve a qualcosa.
20 ottobre 2017
Chi ha la chiave delle reti sociali in Venezuela?
Nel corso della campagna elettorale culminata con il successo delle forze bolivariane (18 regioni su 23), le reti sociali sono state il terreno privilegiato, direi esclusivo, riservato al container dei variegati segmenti oppositori. Per essere più esatti, sia Facebook che Instagram erano proibiti ai video o agli spot pubblicitari del Polo Patriottico e del Partito Socialista unito del
Venezuela (PSUV). Accettavano e trasmettevano soltanto materiali dei leaders ed organizzazioni anti-governative, sino al punto che hanno negato la possibilità di replicare ai contenuti diffamatori o non corrispondenti alla verità. La faziosità è arrivata a negare al Presidente Maduro sotto attacco, o alle istituzioni legali d'un Paese sovrano, il diritto di espressione per difendere la propria onorabilità.
I propietari delle "reti sociali" hanno preferenze di classe, agiscono come "attore politico" e si ergono al di sopra e al riparo di ogni legge.
Venezuela (PSUV). Accettavano e trasmettevano soltanto materiali dei leaders ed organizzazioni anti-governative, sino al punto che hanno negato la possibilità di replicare ai contenuti diffamatori o non corrispondenti alla verità. La faziosità è arrivata a negare al Presidente Maduro sotto attacco, o alle istituzioni legali d'un Paese sovrano, il diritto di espressione per difendere la propria onorabilità.
I propietari delle "reti sociali" hanno preferenze di classe, agiscono come "attore politico" e si ergono al di sopra e al riparo di ogni legge.
Gli incendi della California e l’albero del diavolo
I più religiosi lo hanno subito soprannominato l’albero del diavolo ma belzebù non c’entra affatto e secondo alcuni, la spiegazione del fenomeno si troverebbe nel particolare tipo di legno dell’albero. Questo fatto anomalo in realtà, ricorda da vicino i fenomeni di autocombustione di Caronia di Canneto (Sicilia) dove gli incendi divampavano da soli, all’improvviso e dall’interno degli oggetti (anche quelli normalmente non infiammabili) persino davanti agli uomini della protezione civile. La popolazione del luogo lanciò subito l’allarme e il gruppo di esperti interistituzionale (istituito con ordinanza emergenziale della Protezione Civile n. 3428 che prevedeva una collaborazione tra Stato Italiano e Regione Sicilia) che indagò sulla vicenda per mesi, escluse che potesse trattarsi di incendi dolosi, proponendo come spiegazione plausibile, l’origine artificiale dei fenomeni:
19 ottobre 2017
Incendi in California: Automobili fuse e alberi ancora verdi (Sic!)
Il legno non brucia e si consuma forse prima che un metallo si fonda?
Nella foto in alto in copertina un'auto è praticamente fusa in mezzo alla strada, ma a pochi metri di distanza troviamo dei vigneti perfettamente verdi, che, solo per il calore generato nelle vicinanze avrebbero dovuto bruciare o come minimo appassire...
18 ottobre 2017
“L’Europa a due velocità” passa per il sacco di Roma
L’eurocrisi sta entrato nell’ultima fase e, guardando indietro, si può finalmente afferrare il grande disegno nel suo complesso: tutte le tappe salienti dell’Unione Europea, dal Trattato di Maastricht all’imposizione dell’austerità, passando per la demolizione della Prima Repubblica ed il sostegno alle forze secessionistiche, sono riconducibili ad un solo, coerente, obiettivo. La fondazione degli Stati Uniti d’Europa, allargati all’intero continente, è stata scartata da anni, sempre che sia stata mai presa seriamente in considerazione. Dal 2011 in avanti, si persegue la nascita di un nocciolo federale circoscritto a Germania, Francia e realtà minori. Il destino dell’Europa meridionale è il default e lo smembramento, così da annettere alcuni territori agli USE: l’uscita dall’Unione Europea è l’unica salvezza per Italia e Spagna.
Tutto è finalmente chiaro: Macron, Monti e Bossi giocano nella stessa squadra
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Abu Ali Mustafa: Le lezioni del lavoratore rivoluzionario
"Siamo un partito con una storia gloriosa e grande rispetto per i popoli, ma questo non giustifica lo stato di inerzia e di declino che ci troviamo ad affrontare. Un partito che non sa rinnovarsi nelle capacità di analisi ed azione è un partito destinato a morire". Abu Ali Mustafa, al-Hadaf - 31 luglio 2000
Qual è il principale contributo storico del leader martire Abu Ali Mustafa nel movimento di resistenza palestinese e di tutta l'area, e quello particolare all'interno del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, il cui segretario generale è stato assassinato dai sionisti il 27 agosto 2001?
Quali sono gli elementi dell'automotivazione che hanno fatto di un ragazzo povero proveniente dal villaggio di Arraba (nel distretto occupato di Jenin) che lavorava nelle fabbriche di Haifa e che non ha completato la terza elementare, uno dei più importanti leader e rivoluzionari arabo-palestinesi del nostro tempo?
15 ottobre 2017
A 30 anni dalla morte di Thomas Sankara:
Sulle tracce della rivoluzione africana
Il nome di Thomas Sankara ancora oggi viene invocato in Africa quando si parla di riscatto e riaffermazione del continente: l'ex leader burkinabé tuttavia, a distanza di 30 anni è conosciuto anche in Europa e sono i suoi amici ed i suoi familiari a lavorare ogni giorno per farne conoscere la sua personalità ed il suo pensiero politico.
E' il 15 ottobre del 1987: nelle strade di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, blindati e carri armati presidiano ogni incrocio ed i militari fanno irruzione in tutte le sedi governative; in una stanza di un palazzo del centro della città, due compagni d’armi discutono animatamente: si tratta di Thomas Sankara e Blaise Compaoré, rispettivamente presidente e vice – presidente del paese africano e, ad un certo punto, il secondo spara al primo due colpi di pistola che gli risultano fatali. E’ la fine della rivoluzione africana per eccellenza, ma è l’inizio anche di un mito che ancora oggi nel continente nero è sinonimo di speranza mentre, al di là del Sahara e del Mediterraneo, nella vecchia Europa per alcuni inizia ad avere un valore più universale e non solo legato all’Africa; da quella sera di quasi trent’anni fa, sono cambiate molte cose sia nel Burkina Faso che nell’intero contesto internazionale ma, per certi aspetti, quei quattro anni di presidenza di Thomas Sankara sembrano in realtà ancora attuali e squisitamente contemporanei, per non dire forse futuristici.
E' il 15 ottobre del 1987: nelle strade di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, blindati e carri armati presidiano ogni incrocio ed i militari fanno irruzione in tutte le sedi governative; in una stanza di un palazzo del centro della città, due compagni d’armi discutono animatamente: si tratta di Thomas Sankara e Blaise Compaoré, rispettivamente presidente e vice – presidente del paese africano e, ad un certo punto, il secondo spara al primo due colpi di pistola che gli risultano fatali. E’ la fine della rivoluzione africana per eccellenza, ma è l’inizio anche di un mito che ancora oggi nel continente nero è sinonimo di speranza mentre, al di là del Sahara e del Mediterraneo, nella vecchia Europa per alcuni inizia ad avere un valore più universale e non solo legato all’Africa; da quella sera di quasi trent’anni fa, sono cambiate molte cose sia nel Burkina Faso che nell’intero contesto internazionale ma, per certi aspetti, quei quattro anni di presidenza di Thomas Sankara sembrano in realtà ancora attuali e squisitamente contemporanei, per non dire forse futuristici.
12 ottobre 2017
12 ottobre: niente da festeggiare
Nel 1886 arrivò l'invasione europea della chiesa nell'educazione, evangelizzando e riducendo la popolazione indigena, imponendo le proprie abitudini straniere, con i divieti sulle lingue native, le tradizioni e le pratiche della visione del mondo andino e il nostro rapporto con la Madre Terra.
Spezzarono la nostra cultura, colpendo i territori, distruggendo l'identità indigena, smantellando il tessuto sociale e culturale ancestrale.
In Colombia più di 200 lingue native sono state perse con l'arrivo degli spagnoli, sterminando i saperi ancestrali dei popoli nativi.
Esercito USA : Un Gigantesco Sistema Nervoso & Armato ?
Negli ultimi mesi i Joint Chiefs of Staff USA si sono riuniti ed hanno concordato la più recente versione della loro strategia militare nazionale. A differenza delle precedenti, è segreta. Ma richiede una strategia di buy-in e collaborazione di tutti i servizi. Negli ultimi mesi, almeno due Joint Chief hanno parlato apertamente della direzione che, sorprendentemente è molto simile, che stanno prendendo le forze armate.
9 ottobre 2017
Ernesto Che Guevara, il santo che non verrà mai canonizzato
“L’unica volta in vita mia, in cui ho visto piangere mio padre, è stato il 10 ottobre 1967: alla radio era stata appena annunciata la morte del Che”, mi ha raccontato un giorno un uomo di teatro originario dal Kurdistan iraniano, incontrato in un bistrot parigino. E il montanaro curdo non fu il solo a rimpiangerlo. Ma tutti non piangevano. Per i maoisti come noi a suo tempo la morte del Che significava la disfatta – forse definitiva – della teoria del foco (il focolaio di guerriglia rurale creato da un piccolo gruppo di combattenti), popolarizzata nell’Europa di allora da Régis Debray.
Come partigiani della “guerra popolare prolungata” – il modello cinese messo in pratica dai vietnamiti sotto la direzione del geniale generale Giap, l’artigiano della vittoria di Dien Bien Phu-, eravamo dell’idea che ogni ripetizione dell’esperienza cubana sarebbe destinata a fallire. Gli uomini del Granma avevano tratto beneficio dall’effetto sorpresa, dalla corruzione che affliggeva il regime di Batista e suscitava una scocciatura generalizzata e dalla neutralità dell’impero yankee. La loro vittoria aveva suscitato delle contromisure di tutti gli apparecchi della contro-insurrezione stabiliti nelle Americhe, sotto la guida della CIA, della DIA e della Scuola delle Americhe, a suo tempo ancora insediata a Panama.
9 ottobre 2017: 50 anni senza Ernesto «Che» Guevara
"Ciò che rimane di Guevara non è nei sogni ormai ingialliti di un marxismo agonizzante, ma il rovesciamento radiale della società. Rivoluzione come atto assoluto, gesto puro" (Massimo Fini)
Sindrome autistica: genitori informati
8 ottobre 2017
Gentiloni sta per imporre la censura sul web
Il Fatto Quotidiano ne ha scritto stamane e con notevole chiarezza a firma di Fulvio Sarzana. E merita di essere ripreso e rilanciato. Anzi, urlato. Da mesi diversi opinionisti, tra cui il sottoscritto, denunciano la tendenza da parte dei governi impongano la censura sul web. Ebbene, zitto, zitto, colui che si presenta come un rassicurante moderato, e che ha l’aspetto di un cagnolone innocuo, sta facendo approvare una delle leggi più liberticide della storia politica italiana.
Sì, avete capito a chi mi riferisco: al premier Paolo Gentiloni, che ha scelto la forma del disegno di legge per far approvare un provvedimento senza un appropriato dibattito parlamentare e senza possibilità di introdurre modifiche, perché quel testo, come spiega il Fatto, andrà votato a scatola chiusa.
La scusa? Ma sì la conoscete già, è un grande classico: ce lo chiede l’Europa! Ma con uno zelo che non ha precedenti nell’Unione europea.
Sì, avete capito a chi mi riferisco: al premier Paolo Gentiloni, che ha scelto la forma del disegno di legge per far approvare un provvedimento senza un appropriato dibattito parlamentare e senza possibilità di introdurre modifiche, perché quel testo, come spiega il Fatto, andrà votato a scatola chiusa.
La scusa? Ma sì la conoscete già, è un grande classico: ce lo chiede l’Europa! Ma con uno zelo che non ha precedenti nell’Unione europea.
La Polonia riduce l’età pensionabile, sfidando il trend europeo
Come riporta Reuters, pare che nel mondo sia possibile essere un’economia più piccola di quella italiana, permettersi una propria moneta, crescere a ritmi del 3,9 per cento, fare politiche demografiche attive e addirittura abbassare l’età della pensione. Fortunatamente ci pensano gli austeri banchieri a ricordare a tutti il più grande pericolo per l’umanità, ossia che gli stipendi dei lavoratori crescano troppo velocemente. E che è proprio un peccato che certi governi tengano addirittura fede alle proprie promesse elettorali.
Varsavia. Lunedì la Polonia abbasserà l’età pensionabile, onorando una costosa promessa elettorale che il partito conservatore al governo aveva fatto, e andando controcorrente rispetto alle tendenze europee a incrementare gradualmente l’età della pensione, mentre le persone vivono più a lungo e rimangono più in salute.
L’abbassamento dell’età pensionabile a 60 anni per le donne e a 65 per gli uomini è un provvedimento caro soprattutto ai sostenitori del governo di centro-destra (sì, avete letto bene, anche in Polonia è il centro-destra a preoccuparsi degli interessi dei lavoratori NdVdE) del Partito della Legge e della Giustizia (PiS), e inverte un provvedimento che l’aveva portata a 67 anni, approvato nel 2012 dal governo centrista allora in carica.
Varsavia. Lunedì la Polonia abbasserà l’età pensionabile, onorando una costosa promessa elettorale che il partito conservatore al governo aveva fatto, e andando controcorrente rispetto alle tendenze europee a incrementare gradualmente l’età della pensione, mentre le persone vivono più a lungo e rimangono più in salute.
L’abbassamento dell’età pensionabile a 60 anni per le donne e a 65 per gli uomini è un provvedimento caro soprattutto ai sostenitori del governo di centro-destra (sì, avete letto bene, anche in Polonia è il centro-destra a preoccuparsi degli interessi dei lavoratori NdVdE) del Partito della Legge e della Giustizia (PiS), e inverte un provvedimento che l’aveva portata a 67 anni, approvato nel 2012 dal governo centrista allora in carica.
5 ottobre 2017
Omaggio alla Catalogna
“Il tempo della vita è breve e se viviamo è per calpestare la testa dei re.”
(Shakespeare)
Non sono cittadino di Bologna come c’è scritto sulla mia carta di identità (l’identità mente, l’identità non c’è, come può una carta certificare l’inesistente dell’identità?).
In questi anni sono cittadino di Barcellona, una città dove ho molti amici, dove insegno periodicamente, dove ho visto le mostre d’arte più interessanti degli ultimi anni e dove le librerie espongono i miei libri in bella vista (mentre alla Feltrinelli di Bologna li nascondono).
Le mie condizioni fisiche non mi permettono di essere a Barcellona domenica primo ottobre. Debbo curarmi un’asma soffocante e il mio medico sta a Bologna, per cui ho dovuto rientrare nella città dei morti che mangiano al fico.
Negli ultimi mesi mi sono chiesto cosa farei il primo ottobre, se fossi iscritto nelle liste elettorali della città di Barcellona (il mio nome figura nelle liste elettorali della città dei morti che mangiano).
Ci ho pensato e ripensato e avevo deciso che il primo ottobre mi sarei astenuto. Né sì né no. Certo non voterei per il centralismo monarchico di Rajoy e di Urdungarin. Ma tutte le bandiere mi fanno vomitare come dice Lopez Petit, quindi non mi entusiasma l’indipendentismo catalano. L’unità del popolo non fa per me.
Mi astengo, avevo deciso, non voto né si né no.
2 ottobre 2017
L’Unione Europea contro la Catalogna: bene censura e repressione
Il portavoce della Commissione Europea, Margaritis Schinas, ha affermato ieri 27 settembre che la chiusura di circa 200 pagine web in Catalogna da parte del governo di Madrid, rientra all’interno della “legalità”. Il portavoce dell’Ue ha giustificato le misure adottate visto che “sono state ordinate da magistrati in un contesto specifico e ha ricordato che la Commissione non ha competenze specifiche sulla questione riaffermando di fatto, indirettamente, che giudica quanto sta accadendo a Barcellona una questione interna allo Stato Spagnolo. Schinas ha risposto così alle domande di alcuni giornalisti che gli domandavano se, a suo avviso, la censura, la chiusura di numerosi siti web e la persecuzione nei confronti di numerosi mezzi di informazione, indipendentemente dal referendum, non costituiscano “un attacco alla libertà di espressione”, comparando la repressione spagnola in Catalogna con quella realizzata dal governo turco contro giornalisti e libertà di stampa. Il portavoce della Commissione Europea non ha voluto rispondere nel merito.
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