Il termine "corona proteica" è stato introdotto nel 2007 da Tommy Cedervall e dal suo team in uno studio intitolato Understanding the nanoparticle-protein corona using methods to quantify exchange rates and affinities of proteins for nanoparticles.
Oggi si chiama 'Corona bio-molecolare' e io la chiamo - per quello che è - 'Corona necro-molecolare'".
Premessa
In questo saggio, il mio obiettivo - trasparente e dichiarato - è quello di affrontare il tema della chitina, presumibilmente "commestibile" e "nutrizionale", e della sua tossicità nel corpo umano, nonché il tema del chitosano, un derivato della chitina, che è ampiamente utilizzato con varie forme di nanoparticelle metalliche - comprese le nanoparticelle di grafene (ossido di grafene, ossido di grafene ridotto, nanotubi di carbonio, punti quantici di carbonio, ecc. ) - per le cosiddette applicazioni "mediche" sotto forma di polimeri, nanogel e altri idrogel.
L'allarme è biologico. L'ossessione dei Globalisti dementi, eugenetici e vaccinisti è quella di trasformare ogni essere umano in un Homo chimericus con un nuovo organismo chimerico - basato su grafene e chitina - che ne consenta la connettività... con i controllori. E chi sono? Chi sono? CHI?
Oggi desidero, quindi, intensamente, riprendere il filo di questo tema cruciale perché l'introduzione generalizzata di insetti, di ogni tipo, nell'alimentazione umana (e animale) è in fase di vertiginosa accelerazione... seguendo i diktat dell'eugenista Bill Gates e del World Economic Forum - e della sua banda di mafiosi criminali sotto la guida del demente eugenista Klaus Schwab.
Aldi, la catena di supermercati discount, ha appena annunciato che inizierà a commercializzare insetti alimentari... per sfamare i poveri! [102] Non è commovente?
Perché una tale accelerazione della "insettizzazione" del cibo? Perché una tale accelerazione della "chitinizzazione" dell'organismo biologico umano?
Il termine "chitina" deriva dal greco antico "χιτών, khitôn" che significa "tunica".
Prima di tutto, distruggere totalmente l'agricoltura/allevamento, che rimane uno dei fondamenti della diversità culturale dei popoli dell'intero pianeta - ad eccezione dei pochi popoli animisti e cacciatori-raccoglitori che sono sopravvissuti alla carneficina della civiltà.
Poi, per intossicare i Popoli con un nuovo vettore di contaminazione - oltre ai biocidi, alle chimere, agli inquinanti industriali, ai rifiuti radioattivi, alle iniezioni chiamate vaccini, alle sostanze allopatiche che dovrebbero guarire, ecc. ecc. Questo nuovo vettore di contaminazione, infatti, è la chitina degli insetti che costituisce un veleno per l'organismo umano - almeno quando si tratta di accumuli noti e quotidiani.
Infine, per costituire un organismo chimerico a base di chitina, oltre al grafene, e a base di chitosano, un derivato della chitina, che da molti anni viene utilizzato per costituire polimeri, nanogel e altri idrogel - in sinergia con varie forme di grafene o altre nanoparticelle metalliche. Questo organismo chimerico artificiale e sintetico sarà controllabile a distanza via Internet, grazie alle capacità di connettività sia del grafene che della chitina degli insetti.
Chitina e grafene creano, nell'organismo umano, una tunica, un involucro, un guscio, una rete bio-metallica-elettronica, imprigionante e ammaliante, che collegherà, aggroviglierà, il nuovo organismo chimerico con la "Rete" - attraverso i vettori del 4 e 5G - e molto presto del 6G. È la fusione, promossa dal criminale Klaus Schwab, tra "identità fisica, digitale e biologica" degli esseri umani.
Tra l'altro, Klaus Schwab - questo handicappato, per quanto riguarda la gioia di vivere, e rappresentante delle multinazionali del complesso militare-industriale - non ha mai specificato quale differenza possa esistere tra un'identità fisica e un'identità biologica... nell'uomo.
Come possono questi psicopatici criminali parlare di "transumanesimo"... quando tutta la loro vita è rigorosamente priva di etica, di mutualismo, di condivisione, di amore, di tenerezza, di gioia di vivere, di entusiasmo - cioè di Umanesimo?
E voi, cari lettori, di fronte a questa vertiginosa accelerazione verso l'Homo chimericus, qual è il vostro concetto di "Umanesimo"? E che visione avete della vostra "Umanità"?
La chitina
La chitina (C8H13O5N)n è il secondo polisaccaride più abbondante nella biosfera dopo la cellulosa. Da un punto di vista industriale, esistono tre fonti principali. [56]
Si stima che il mercato globale della chitina e del chitosano avrà un valore di 4,2 miliardi di dollari entro il 2021, con un tasso di crescita annuale composto di circa il 15%.
Crostacei. Per il consumo umano in tutto il mondo, circa 10 milioni di tonnellate di crostacei - di cui esistono 40.000 specie nella Biosfera - vengono prodotti ogni anno nella pesca o negli allevamenti acquatici. Il 40% di questa bio-massa commercializzata è considerato un rifiuto: si tratta degli esoscheletri il cui contenuto di chitina va dal 15 al 40% - a seconda della specie di crostacei.
Funghi. La chitina costituisce tra l'1% e il 41% della massa della parete cellulare dei funghi. Sebbene non tutte le specie di funghi contengano chitina, essa è presente in alcuni phyla come Basidiomycetes (Basidiomycota), Ascomycetes (Ascomycota), Deuteromycetes (Deuteromycota) e Zygomycetes (Zygomycota).
Il chitosano può essere isolato direttamente dalla parete cellulare di alcune specie fungine senza la necessità di scissione del gruppo acetile. Le specie più studiate per la produzione diretta di chitosano includono Absidia spp. (Zigomiceti), Aspergillus niger (Ascomiceti), Mucor rouxii (Zigomiceti), Rhizophus oryzae (Zigomiceti) e Lentinus edodes (Basidiomiceti). [56] Anche le Mucoraceae, o muffe bianche, ne contengono.
A seconda della specie, nelle loro pareti cellulari si trova dal 7% al 41% di chitina. Ad esempio, il Portobello, Agaricus brunnescens, contiene fino all'8% di chitina nei suoi tessuti, mentre il fungo ostrica, Pleurotus ostreatus, ne contiene fino al 41%. [67]
Insetti. I sottoprodotti ricchi di chitina costituiscono una fonte nuova e sostenibile di chitina commerciale, soprattutto da quando centinaia di aziende hanno iniziato ad allevare, produrre, lavorare e commercializzare insetti per il consumo animale e umano.
Secondo van Huis (2003), nel mondo esistono 1400 specie di insetti considerati commestibili. Secondo Yhoung-Aree e Viwatpanich (2005), 164 specie di insetti commestibili sono raccolte e commercializzate in modo massiccio in Thailandia.
Secondo lo studio intitolato "The Potential of Insects as Alternative Sources of Chitin: An Overview on the Chemical Method of Extraction from Various Sources" [12], Bombyx eri (il baco da seta) contiene il 45% di chitina e chitosano, Cryptotympana pustulata (una cicala) il 36,6% e Chyrysomya megacephala (la mosca blu orientale) il 26,2%.
Le cuticole dei coleotteri contengono generalmente il 15-20% di chitina. Un recente studio di Shin et al [99] è stato condotto su due coleotteri: il Tenebrio molitor e il Rinoceronte. Il contenuto di chitina era rispettivamente del 4,60%, 8,40% e 3,90% nella larva, nell'adulto e nel superverme del coleottero della farina gialla e rispettivamente del 10,53%, 12,70% e 14,20% nella larva, nella pupa e nell'adulto del coleottero rinoceronte.
Successivamente, il chitosano è stato ottenuto per deacetilazione di estrazioni di chitina da tutte le fasi di entrambe le specie di coleotteri e il suo contenuto di chitina è risultato rispettivamente dell'80,00%, 78,33% e 83,33% nella larva, nell'adulto e nel superverme del coleottero della farina gialla e dell'83,37%, 83,37% e 75,00% nella larva, nella pupa e nell'adulto del coleottero rinoceronte.
Per quanto riguarda altri insetti commestibili prodotti industrialmente, le larve della mosca soldato nera (Hermetia illucens) contengono il 35% di chitina. [57] Gli insetti adulti del grillo domestico (Acheta domesticus) contengono il 7% di chitina. Le larve del tarlo gigante (Zophobas morio) contengono il 4-6% di chitina. [59]
Secondo il Guinness, il record di intensità animale registrato è stato una nuvola di 12,5 trilioni di locuste della specie Melanoplus spretus - la locusta delle Montagne Rocciose. Questo assembramento di locuste pesava circa 27,5 milioni di tonnellate - compresi diversi milioni di tonnellate di chitina.
Per le cavallette e le locuste, a seconda che si tratti di maschi o di femmine, il contenuto di chitina è approssimativamente del 6-10% per l'Edipo Cevenol (Celes variabilis); 10-12% per il Dectico verrucivoro (Decticus verrucivorus); 5-8% per il Melanogryllus desertus; 7-8% per la Paracyptera labiata. [97]
In realtà, secondo approssimazioni, presumibilmente scientifiche, la biosintesi naturale di chitina nella biosfera sarebbe dell'ordine di circa 100 miliardi di tonnellate all'anno. Infatti, se dobbiamo credere a loro, "In natura, il polisaccaride chitina è sintetizzato enzimaticamente dal trasferimento di un glicosile N-GlcNAc dall'uridinedifosfato-N-acetil-D-glucosamina all'accettore chitodestrina". Sembra quindi che i percorsi di Madre Terra possano essere molto elaborati, intricati, implicati e intenzionali. [66]
La chitina è presente anche in alghe, pesci, coralli, anfibi e alcuni vertebrati. [26]
Le affascinanti scoperte dell'entomologo e biologo Philip Callahan sulla chitina degli insetti e la bioelettronica molecolare
Philip Callahan [50] - entomologo e biologo di genio, statunitense, che ha lavorato molto sul paramagnetismo del suolo come fattore di fertilità agricola [49] - si è interessato molto alla chitina come vettore di comunicazione negli insetti. In particolare, nel suo libro del 1975 "Tuning in to Nature: Solar Energy, Infrared Radiation and the Insect Communication System", espone la sua teoria secondo cui gli scheletri degli insetti sono come antenne termoelettriche rivestite di guide d'onda dielettriche. Il suo lavoro biofisico consiste, tra l'altro, nello studio della bioelettronica molecolare nel mondo degli insetti.
Philip Callahan è uno dei miei eroi e ho tutte le sue opere pubblicate nella mia biblioteca di diverse migliaia di libri. Philip Callahan è uno degli scienziati più autentici del secolo scorso: per questo è stato disprezzato dalla setta neodarwinista. Uno dei temi di ricerca di Philip Callahan - che ha mandato tutti gli agronomi dell'agrochimica in incontrollabili stati di isteria - è stato quello di scoprire perché gli insetti non distruggono mai le piante sane che crescono su terreni sani non ossidati dalla chimica agricola.
Philip Callahan è autore di circa 40 libri e altre pubblicazioni - tra il 1965 e il 1984.
Philip Callahan aveva già esposto la sua teoria in uno studio pubblicato nel 1968 e intitolato "Insect Bioelectronics: A Theoretical and Experimental Study of Insect Spines as Dielectric Tubular Waveguides". [60]
Si tratta di uno studio molto tecnico di cui riportiamo i primi due paragrafi di presentazione. "Un nuovo concetto di sistema di comunicazione degli insetti si basa sulle caratteristiche elettriche dell'esoscheletro degli insetti e sulla configurazione delle varie spine e sensille che sporgono dall'esoscheletro degli insetti. La morfologia e le caratteristiche elettriche degli aculei e delle antenne degli insetti indicano che si tratta di guide d'onda dielettriche tubolari che fungono da antenne per il rilevamento di determinate frequenze luminose e IR. Per verificare queste teorie, sono state utilizzate varie radiazioni infrarosse e visibili e gli insetti sono stati sottoposti a lunghezze d'onda nelle regioni del visibile, del vicino (NIR), dell'intermedio (IIR) e del lontano infrarosso (FIR).
Le fotografie di falene in pieno volo dimostrano che le antenne della falena hanno una notevole stabilità in volo. Le formule per determinare i modi di risonanza delle antenne dielettriche sono state applicate alle dimensioni delle spine antennali delle falene che volano di notte. I risultati sono stati calcolati invariabilmente nella regione del visibile, dell'infrarosso o delle microonde. L'esoscheletro degli insetti è ricoperto da uno strato ceroso che possiede intrinsecamente le caratteristiche note ai fisici come proprietà termoelettriche. La cera d'api è una delle termoelettriche più efficienti. L'esoscheletro dell'insetto ha una costante dielettrica compresa tra 2 e 3, la costante dielettrica più attesa per un progetto di guida d'onda efficiente nella regione del visibile e dell'infrarosso".
Così Philip Callahan - ufficiale delle comunicazioni radio top-secret durante il Secondo Massacro Internazionale del 1939/1945 - raccontava in un'intervista del dicembre 2000 cosa lo ha portato nella vita a fare scoperte essenziali sulle basi di un'agricoltura sana.
"Stiamo ancora lavorando a dei progetti, il che significa che alla fine saremo in grado di generare delle frequenze che attireranno gli insetti. Il mio interesse per il paramagnetismo è iniziato con lo studio dei luoghi sacri. Ho visitato questi siti in tutto il mondo: cattolici, buddisti, musulmani, persino aborigeni australiani. Ho notato che la crescita delle piante era sempre migliore in questi luoghi, che sembravano sempre coinvolgere le rocce. Ulteriori indagini hanno rivelato che queste rocce erano altamente paramagnetiche.
Il punto è che questa forza era già presente. Non l'ho scoperta io. È lì per essere raccolta. Gli archeologi la chiamerebbero "raccolta". Una buona agricoltura non è sintetica; deve lavorare con la natura e non con i veleni sintetici. I materiali paramagnetici sono lì per essere raccolti. La buona agricoltura è "raccolta".
Per quanto riguarda il lavoro elettromagnetico, quello che ho fatto lì è stato osservare le antenne degli insetti, perché ero esperto di tecnologia radio. Ho trascorso la guerra in Irlanda presso una stazione radio top-secret. Il sistema con cui lavoravo non era un sistema a stato solido che si accende e continua a funzionare. Era un sistema a valvole e ha funzionato 24 ore su 24 per due anni per far sì che gli aerei del comando costiero trovassero la strada di casa. Dovevo tenere questo sistema sempre a portata di mano. Se avessi commesso un errore, ci sarebbero stati 300 piloti morti. Ero legato a quella stazione, ma ho imparato molto sulla radio.
Alla fine guardai il sistema di antenne degli insetti e iniziai a sperimentare. Un semplice esperimento da 2 dollari mi ha messo sulla strada giusta. Ho preso una pianta di mais e ho usato una scatola per diffondere il profumo della pianta. Accanto alla scatola ho posto un pezzo di stoffa pelosa (che era pelosa come la seta del mais) e vi ho fatto brillare una luce blu. Su 2.000 uova deposte dalla tarma del mais, 1.990 sono state deposte sul pezzo di stoffa pelosa invece che sulla pianta di mais.
Da questo semplice esperimento ho capito che l'energia della luce si combinava con l'energia del profumo e ne aumentava la potenza di gran lunga superiore a quella della pianta o del punto di origine. Ho capito che il profumo era coinvolto e che il profumo agiva davvero come un oscillatore. È tutto frutto del buon senso. Se il profumo è un oscillatore, allora si inizia a cercare la frequenza. La parte infrarossa dello spettro era la scelta più ovvia.
Il problema di far accettare questi nuovi concetti è legato al fatto che gli entomologi sono legati a 100 anni di teoria dell'olfatto, che non comprende i concetti di profumo e frequenza. Con il paramagnetismo, è sufficiente applicare una polvere di frantoio altamente paramagnetica per vedere i risultati. Gli agricoltori sono scienziati pratici: se funziona, lo fanno. Con il lavoro a infrarossi si trattava di disturbare lo status quo, e questo è un compito molto più difficile." [135]
Il lavoro pionieristico di Philip Callahan sugli insetti e i raggi infrarossi è un passo importante per comprendere l'intima correlazione tra la nutrizione da un lato e la pressione esercitata dai cosiddetti "insetti parassiti" dall'altro - e cioè l'uccisione di piante stupide... in particolare, le piante dell'agricoltura chimica e tossica.
Secondo James L. Oschman, Ph.D., Nora H. Oschman della Nature's Own Research Association [98]: "La ricerca di Callahan ha dimostrato che quasi tutti i profumi operano attraverso la stimolazione del doppio legame C=H. Sia la luce che i suoni a bassa frequenza (come il ronzio di una zanzara) possono far vibrare o "allungare" questi legami C=H in modo tale che le molecole di profumo emettano nella regione dell'infrarosso. Ad esempio, le formiche emettono suoni intorno ai 5 Hz (causati dal rapido picchiettio delle loro antenne sul terreno o sulle antenne di altre formiche). Questo picchiettio stimola l'emissione di molecole odorose che le formiche depongono per creare delle scie in modo da potersi seguire a vicenda. Quando si salutano, le formiche possono distinguere gli animali della stessa colonia grazie alle emissioni stimolate dalla ghiandola di Dufours, che contiene una sostanza di riconoscimento. Api, zanzare, mosche, grilli e locuste emettono frequenze specifiche con il battito delle ali. La storia dei modi in cui questi insetti usano questi suoni per stimolare le molecole odorose nel loro ambiente è uno dei racconti più affascinanti della storia naturale ed è accuratamente documentata negli scritti di Callahan. La sua ricerca è un esempio di quanto si possa imparare combinando l'occhio acuto di un naturalista con tecniche di misurazione biofisiche sensibili.
Callahan ha riconosciuto che la segnalazione a infrarossi ha molte applicazioni oltre alla comunicazione con gli insetti. Il concetto di comunicazione bioelettromagnetica sta ricevendo una crescente attenzione da parte della comunità scientifica. Per esempio, si veda "Bioelectrodynamics and Biocommunication" di Ho, Popp e Warnke e una serie di studi sulla "Visione" cellulare a infrarossi di Albrecht-Buehler. Nel corso degli anni, gli scienziati che hanno pubblicato su Frontier Perspectives hanno scritto una serie di articoli chiave su questo argomento. A titolo di esempio, si vedano i lavori di Benveniste, C. W. Smith e Popp".
Philip Callahan ha scoperto che le piante emettono radiazioni infrarosse che amplificano le molecole odorose che vengono poi rilevate dalle antenne degli insetti. Ha anche scoperto che le piante sane (quelle dell'agricoltura biologica) emettono un segnale diverso da quelle non sane (quelle dell'agricoltura sintetica). E poiché Madre Natura è molto "naturale" e "organica", nei suoi modi biosferici, manda orde di insetti a "devastare" le piante malsane dell'agricoltura tossica - nutrizionalmente carente. Questo costringe gli agricoltori tossici a cercare di sterminare questi insetti con forze insetticide.
È un circolo vizioso, perché gli insetti riescono sempre ad aggirare gli insetticidi, cioè a metabolizzarli... rimanendo vivi.
Inoltre, Philip Callahan sostiene che - proprio come le antenne degli insetti - le radici delle piante agiscono come guide d'onda dielettriche:
"La forza paramagnetica è luce dalle rocce per le radici. La roccia è in realtà una ricetrasmittente, che raccoglie il magnetismo dal cosmo e lo rimanda alle radici. Se prendete una roccia paramagnetica e la mettete nel laboratorio del dottor [Fritz-Albert] Popp in Germania e la misurate con i suoi strumenti che contano i fotoni uno alla volta, scoprirete che una roccia altamente paramagnetica emette da 2.000 a 4.000 fotoni. Se si mette quella roccia con un po' di compost, se la si tratta in modo organico, si passa da 2.000-4.000 fotoni a 400.000 fotoni. Ora state generando una luce per le radici. Le radici sono guide d'onda, proprio come le antenne degli insetti. Se si puliscono le radici e si illumina una luce su di esse, esse guidano le onde proprio come una fibra ottica". Il dottor Popp ha uno strumento da 100.000 dollari per misurare la luce sotto forma di fotoni.
Posso dimostrare il fenomeno con uno strumento da 200 dollari chiamato fotocamera a foro stenopeico. Basta praticare un foro nel copriobiettivo e fissare un sasso alla fotocamera nel buio più totale. In 3 settimane è possibile sviluppare una pellicola che mostra luci di tutti i colori dell'arcobaleno. I fotoni che si sprigionano sono così pochi che bisogna lasciarla lì per tre settimane per ottenerla, ma la pellicola è sensibile alla luce e se la si lascia lì abbastanza a lungo si ottiene un'immagine. Questa è la prova inconfutabile che la roccia paramagnetica genera luce. Ricordate che le radici delle piante sono lì per almeno tre mesi, quindi ricevono molta luce".
Affascinanti scoperte dell'entomologo e biofisico russo Viktor Stepanovich Grebennikov sulle proprietà antigravitazionali di alcune chitine di insetti
Per quanto riguarda la funzione della chitina nella biosfera, è interessante citare anche le ricerche del defunto entomologo russo Viktor Stepanovich Grebennikov (1927-2001), vissuto a Novosibirsk. Questo scienziato fu dichiarato pazzo dagli scienziati convenzionali, e privo della minima immaginazione, quando affermò di aver inventato una piattaforma antigravitazionale ispirata a certe caratteristiche fisiche di alcuni insetti, cioè quelle correlate alla chitina e alla struttura a nido d'ape... [53] [54] [55]
... cioè forme esagonali... proprio come gli esagoni di carbonio del grafene. Che coincidenza!
Nell'estate del 1988, Viktor Stepanovich Grebennikov esaminò al microscopio la microstruttura della superficie inferiore dell'involucro alare di un coleottero e si interessò a "una composizione multidimensionale solida, a nido d'ape, eccezionalmente strutturata, estremamente ordinata e inconfondibile, che sembrava essere stata pressata da una complicata macchina automatica".
Viktor Stepanovich Grebennikov è autore di un libro intitolato "Il mio mondo", scritto nel 1997.
In molte sezioni di questo libro, descrive le notevoli proprietà delle elitre dei coleotteri e dei chetoon. Ad esempio, alcune specie del genere Agrilus, dell'ordine Coleoptera, presentano una struttura caotica a nido d'ape sulla superficie interna delle elitre.
Secondo un'introduzione di N. Cherednichenko - biofisico dell'Accademia russa delle scienze mediche: "Già nel 1988 ha scoperto gli effetti antigravitazionali dell'involucro di chitina di alcuni insetti. Ma il fenomeno concomitante più impressionante scoperto nello stesso periodo è stato quello dell'invisibilità completa o parziale o della percezione distorta degli oggetti materiali che entrano nella zona di gravità compensata". Sulla base di questa scoperta, l'autore ha utilizzato i principi bionici per progettare e costruire una piattaforma antigravitazionale per voli in dirigibile fino a 25 km/min. Dal 1991-92 ha utilizzato questo dispositivo per il trasporto veloce. "
Fotografie di Viktor Stepanovich Grebennikov, in decollo con la sua piattaforma antigravitazionale, sono disponibili sui vari siti che hanno il coraggio di proporre le sue ricerche - in francese e in inglese.[52][53][54][55]
Secondo alcune voci, l'esercito russo avrebbe sviluppato l'invenzione di Viktor Stepanovich Grebennikov. [137]
Viktor Stepanovich Grebennikov descrive così la sua scoperta:
"Nell'estate del 1988, mentre esaminavo al microscopio i gusci di chitina degli insetti, le loro antenne pennate e la struttura più sottile delle ali delle farfalle, mi sono interessato a una microstruttura incredibilmente ritmica di un grande dettaglio di insetto.
Si trattava di una composizione estremamente ben ordinata, come se fosse stata stampata su una macchina complessa secondo progetti e calcoli speciali. A mio avviso, l'intricata spugnosità non era chiaramente necessaria né per la durata del dettaglio né per la sua decorazione. Non avevo mai osservato nulla di simile a questo insolito micro-ornamento né in natura, né nella tecnologia, né nell'arte.
Poiché la sua struttura è tridimensionale, finora non sono riuscito a catturarla in un disegno o in una fotografia. Perché un insetto ne ha bisogno? Inoltre, a parte il volo, questa struttura nella parte inferiore dell'ala è sempre nascosta agli occhi e non la si potrebbe mai vedere bene. Era forse il faro a onde con il "mio" effetto di strutture cavernose multiple? In quell'estate davvero fortunata c'erano moltissimi insetti di questa specie, e li catturavo di notte: né prima, né dopo ero riuscito a osservare questi insetti.
Posizionai la piccola lastra concava di chitina sul ripiano del microscopio per esaminare di nuovo con un forte ingrandimento le sue cellule stranamente a forma di stella. Ho ammirato ancora una volta questo capolavoro della natura e quasi senza volerlo l'ho appoggiato sopra un'altra lastra identica che presentava le stesse cellule insolite su uno dei lati. Ma no! Il particolare si staccò dalle mie pinzette; per qualche secondo rimase sospeso sopra l'altra lastra sul ripiano del microscopio, ruotò di qualche grado in senso orario, scivolò verso destra, ruotò in senso antiorario, oscillò e solo allora cadde bruscamente sulla scrivania.Potete immaginare cosa ho provato in quel momento... Quando sono tornata in me, ho legato alcuni pannelli con un filo di ferro: non è stato facile e ci sono riuscita solo quando li ho posizionati in verticale. Ho ottenuto un blocco di chitina a più strati. L'ho messo sulla scrivania. Anche un oggetto relativamente grande, come una puntina di carta, non poteva cadere su di esso: qualcosa lo spingeva verso l'alto e lo metteva da parte. Quando ho attaccato la puntina sopra il "blocco", ho assistito a cose talmente incredibili e impossibili (per esempio, la puntina per qualche istante è stata persa di vista) che ho capito che non si trattava di un faro, ma di qualcosa di completamente diverso. E di nuovo mi sono emozionato a tal punto che tutti gli oggetti intorno a me sono diventati nebbiosi e tremolanti. Con uno sforzo enorme sono riuscito a riprendermi in un paio d'ore e a continuare a lavorare. Ecco come è iniziato."
Viktor Stepanovich Grebennikov è coautore, insieme al professore russo V. F. Zolotariov, di uno studio intitolato "Fenomeno dell'interazione di strutture a molte cavità con il sistema vivente". Il cosiddetto "Effetto delle strutture a cavità" è un esempio dell'interazione delle onde di De Broglie con i sistemi biologici. Secondo il professor Zolotariov, il movimento complessivo degli elettroni in un corpo solido produce onde di De Broglie. Le cavità all'interno del corpo diventano risonatori per queste onde e di conseguenza una fonte di onde di De Broglie stazionarie. Il campo è prodotto dalle cavità che sono disposte secondo un certo ritmo, in un determinato spazio, che rafforza la risonanza dell'effetto (in questo caso intendiamo non il ritmo nel tempo, ma il ritmo nello spazio, in modo simile, diciamo che l'architettura è musica congelata).
"Il risultato? Appaiono energie di carattere diverso, ad esempio da una disposizione di tubi di carta, nidi d'ape e così via. Il corpo reagisce a queste diverse energie e possono verificarsi cambiamenti fisiologici". Viktor Stepanovich Grebennikov in un articolo pubblicato nel 1984 sulla famosa e venerabile rivista apistica russa "Pchelovodstvo".
È molto interessante sottolineare questa evocazione di un'energia diversa che emerge da una struttura a nido d'ape perché è, naturalmente, anche la forma esagonale del grafene - una forma di carbonio il cui numero atomico è 6.
Si veda il mio saggio "Au sujet du 666, du Carbone, du Graphène et de la Bête". [96]
Secondo l'astrologo statunitense Michael Heleus, che ha sviluppato "l'astrosonica": "Ho letto la storia di Grebennikov e ho visto che le sue scoperte potevano essere applicate a una varietà di situazioni, compreso il segreto dei violini Stradivari. Come ha scoperto Navygary, il loro legno veniva immerso nell'acqua di mare fino a quando la lignina veniva quasi completamente sostituita da silice e sali, rendendo il legno simile a un cristallo. Poi veniva ricoperto con una vernice contenente chitina di insetto. Credo che questo abbia emesso una grande quantità di armoniche (fino alle più alte) delle onde gravitazionali di Grebennikov/De Broglie e che lo Stradivari abbia così acquisito la risonanza iperdimensionale per cui è famoso".
Invito inoltre i lettori che amano i sentieri poco battuti e desiderano istruirsi - e capire cosa succede quando l'ossido di grafene distrugge il campo elettromagnetico naturale degli esseri umani - a consultare tutti i lavori relativi ai biofotoni, ovvero le ricerche di una pletora di scienziati tra cui Alexander Gurwitsch e Fritz-Albert Popp [51] - che, tra l'altro, ha collaborato con Philip Callahan.
A conclusione di questa sezione, invito tutti coloro che fossero propensi a passare oltre - a causa dell'estrema "eccentricità" di Viktor Stepanovich Grebennikov che arriva a evocare processi di invisibilità - a consultare questo recente studio intitolato "Understanding the structural diversity of chitins as a versatile biomateriale". [126]
"La chitina è uno dei biopolimeri più abbondanti e ha adottato molte conformazioni strutturali diverse utilizzando una combinazione di diversi processi naturali come la biopolimerizzazione, la cristallizzazione e l'autoassemblaggio non in equilibrio. Questo porta a una serie di effetti fisici sorprendenti, come la complessa diffusione e polarizzazione della luce e proprietà meccaniche uniche. In questo modo, la chitina utilizza un sottile equilibrio tra le conformazioni altamente ordinate delle catene nelle nanofibrille e le strutture disordinate casuali. In questo articolo discutiamo la gerarchia strutturale della chitina, i suoi stati cristallini e i processi di biosintesi naturale che creano strutture e diversità così specifiche.
Tra gli esempi che abbiamo esplorato, la questione unificata riguarda la generazione di bioarchitetture completamente diverse, come le nanostrutture simili ad alberi di Natale, giroidi o geometrie elicoidali, utilizzando processi di crescita dinamici simili e non in equilibrio. La comprensione dello sviluppo in vivo di tali strutture a partire dalle espressioni geniche, dalle attività enzimatiche e dalla matrice chimica impiegata nelle diverse fasi della biosintesi ci consentirà di modificare i paradigmi di progettazione dei materiali. Certamente, la complessità della biologia richiede uno sforzo di ricerca collaborativo e multidisciplinare. Per le tecnologie avanzate del futuro, l'uso della chitina sarà alla fine il motore di molte innovazioni e alternative che utilizzano la biomimetica nella scienza dei materiali". L'enfasi è mia.
È esattamente quello che è: Viktor Stepanovich Grebennikov era un profondo visionario e un grande esperto di biomimetica. Diceva sempre: stava solo copiando Madre Natura!
Chitina e chitosano nella produzione di energia elettrica
La chitina e il chitosano sono oggetto di molte ricerche con l'obiettivo di generare elettricità - per non dire "bioelettricità". "
Ad esempio, uno studio del 2017 si concentra sulla produzione di bioelettricità, a partire da acque reflue di birreria, in una cella a combustibile microbica che utilizza una membrana di chitosano/polimero biodegradabile. [62]
Uno studio del 2019 è incentrato sullo sviluppo di una cella a combustibile microbica alimentata da biomassa di chitina per la produzione di elettricità utilizzando Bacillus circulans, BBL03, un'alofila isolata da un'area di raccolta del sale marino. [61]
Uno studio del 2017 si concentra sulla degradazione della chitina e sulla produzione di energia elettrica da parte di Aeromonas hydrophila in celle a combustibile microbiche.
Uno studio del 2019 si concentra sullo sfruttamento della biomassa di chitina per la produzione simultanea di elettricità, n-acetilglucosammina e poliidrossialcanoati in una cella a combustibile microbica utilizzando il nuovo batterio marino Arenibacter palladensis YHY2. [63]
Uno studio del marzo 2021 si concentra sulla produzione di idrogeno "verde" dalla biomassa di chitina. [64]
Uno studio, del 2021, si concentra sulla produzione di elettricità da rifiuti di chitina, derivati dalla lavorazione dei frutti di mare, in una cella a combustibile microbica che utilizza un catalizzatore alotollerante Oceanisphaera arctica YHY1. [68]
Chitina e chitosano nella nano-medicina
Per molti anni, la chitina e il chitosano sono stati incorporati in diversi idrogel, nanogel, polimeri e altri composti nanoparticellari (ossido di grafene, ossido di zinco, biossido di silice, ossido di zirconio, biossido di titanio, nichel, ecc.)
Esistono numerosi studi sull'uso del chitosano per la vettorizzazione di rimedi, per la sua attività antimicrobica, per la rigenerazione dei tessuti - di ossa, cartilagine, nervi, epidermide. [35] [36] [37] [38]
Esiste anche una pletora di studi (centinaia) sull'uso del grafene, in tutte le sue forme, come adiuvante di vaccini o vettore terapeutico, ottimizzandolo, stabilizzandolo o funzionalizzandolo con il chitosano. [45] [46] [47] [48]
"Nanoparticelle a base di chitosano nella somministrazione di vaccini alle mucose". [44] Secondo l'abstract. L'applicazione di nanoparticelle nelle formulazioni di vaccini non solo migliora la stabilità e l'immunogenicità dell'antigene, ma consente anche una consegna mirata e, quindi, un rilascio più specifico dell'agente di interesse. Le nanoparticelle di chitosano hanno attività immunologica e proprietà mucoadesive. Sono state utilizzate come sistema di somministrazione di vaccini mucosali per molti antigeni.
"Terapia di irradiazione luminosa con punti quantici di grafene aumentati per ferite infette da batteri. [43] Questo studio si concentra sulla funzionalizzazione dei punti quantici di grafene, con il chitosano, al fine di sviluppare, presumibilmente, strategie antibatteriche nel trattamento delle ferite.
"Impalcature di ossido di grafene contenenti chitosano per l'ingegneria dei tessuti cartilaginei". [40]
"Nanoparticelle ibride di doxorubicina a base di grafene per la chemioterapia del cancro". [41]
"Chitosano multifunzionale incorporato al grafene, reattivo agli stimoli, per applicazioni di drug delivery: una rassegna". [42]
Chitina e chitosano nei polimeri a base di grafene della nano-medicina: Vaccini, vettori, ecc.
La chitina e il chitosano sono anche oggetto di numerosi progetti di ricerca che prevedono la "funzionalizzazione" di compositi di nanoparticelle a base di grafene.
Il chitosano svolge un ruolo molto importante nelle nuove pellicole per l'imballaggio degli alimenti, negli idrogeli e nelle medicazioni curative, ecc.
Esiste uno studio, del 2018, rigorosamente ufficiale, intitolato "Chitosan-Functionalized Graphene Oxide as a Potential Immuno-adjuvant" [80] che ne annuncia francamente il colore - cioè nero come il grafene! Secondo il riassunto, infatti: "L'applicazione dell'ossido di grafene come potenziale adiuvante vaccinale ha recentemente attirato una notevole attenzione. Tuttavia, un'adeguata funzionalizzazione della superficie dell'ossido di grafene è fondamentale per migliorarne la biocompatibilità e potenziarne l'attività adiuvante. In questo studio abbiamo sviluppato un metodo semplice per preparare l'ossido di grafene funzionalizzato con chitosano e ne abbiamo analizzato il potenziale come nano-adiuvante". L'enfasi è mia.
Uno studio del 2018 è intitolato: "Multifunctional chitosan-magnetic graphene quantum dot nanocomposites for the release of therapeutics from detachable and non-detachable biodegradable microneedle arrays". [73] Si concentra sullo sviluppo di microneedles degradabili realizzati con nanocompositi a base di chitosano e punti quantici di grafene per facilitare il trasferimento intra-dermico della lidocaina.
Un altro studio simile, che riguarda la lidocaina, è stato pubblicato nel 2018 e si intitola "Local anesthetic lidocaine delivery system: chitosan and hyaluronic acid-modified layer-by-layer lipid nanoparticles" [74] che si concentra sulla modifica della composizione della lidocaina con chitosano e acido ialuronico al fine di facilitarne la penetrazione nell'epidermide e prolungarne l'efficacia.
Uno studio, pubblicato nel 2015, è intitolato "Biodegradable and conductive chitosan-graphene quantum dot nanocomposite microneedles for delivery of both small and large molecular weight therapeutics". I microneedles biodegradabili proposti in questo studio sono realizzati con un polimero composto da punti quantici di carbonio e chitosano. [77]
Uno studio, pubblicato nel 2015, è intitolato "Chitosan-graphene nanocomposite microneedle arrays for transdermal drug delivery". [78] I microneedles biodegradabili proposti in questo studio sono costituiti da un polimero composto da chitosano e da una forma di grafene (punti quantici di carbonio, ossido di grafene, nanotubi di carbonio, ecc).
Uno studio del 2017, "Chitosan overlaid Fe3O4/rGO nanocomposite for targeted drug delivery, imaging, and biomedical applications", si concentra sull'uso di nanoparticelle rGO-Fe3O4-TiO2, funzionalizzate con chitosano, per applicazioni bio-mediche (trasferimento di farmaci), per la cosmesi e per le industrie alimentari. [79]
Uno studio, del 2020, si concentra sulla realizzazione di cementi acrilici ortopedici, presumibilmente antibatterici, composti da ossido di grafene e chitosano. [72]
Uno studio, del marzo 2022, si concentra sulla produzione di nanofibre di carbonio, drogate con azoto, da biomassa di chitina. [65]
Uno studio del 2013 si concentra sullo sviluppo di compositi di nano-particelle di chitosano e nano-tubi di grafene. [69]
Uno studio del 2013 si concentra sulle caratteristiche di un nuovo vettore di farmaci ibridi composto da nano-tubi di grafene e chitosano. [70]
Uno studio del 2013 si concentra sullo sviluppo di compositi di nano-particelle a base di nano-tubi di grafene, chitosano e nano-particelle d'oro. [71]
Come ha sottolineato il ricercatore Mik Andersen, esistono ricerche che coinvolgono "l'ossido di grafene con il chitosano" come metodo di conservazione, che è legato allo scopo dei supporti di imballaggio. [76]
Chitina e chitosano negli idrogel della nano-medicina
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