Ristabilire la Verità: Quello che c'è da sapere sull'Ucraina

Il 16 febbraio 2022, un'intera settimana prima che Putin inviasse truppe da combattimento in Ucraina, l'esercito ucraino ha iniziato a bombardare pesantemente l'area (nell'Ucraina orientale) occupata principalmente da ucraini di lingua russa.  I rappresentanti della missione di osservazione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) si trovavano nell'area in quel momento e hanno registrato il bombardamento mentre avveniva. L'OSCE ha rilevato che i bombardamenti sono aumentati drasticamente nel corso della settimana fino a raggiungere il picco il 19 febbraio, quando sono stati registrati 2026 colpi di artiglieria. Ricordiamo che l'esercito ucraino stava in realtà bombardando le aree civili lungo la linea di contatto occupate da altri ucraini.

Vorremmo sottolineare che i rappresentanti dell'OSCE hanno agito a titolo professionale, raccogliendo testimonianze di prima mano sui bombardamenti nell'area. I dati mostrano che le forze ucraine hanno bombardato e ucciso la loro stessa popolazione. Tutto questo è stato documentato e non è stato contestato.

La domanda che tutti dobbiamo porci è quindi la seguente: Bombardare e uccidere il proprio popolo è un "atto di guerra"?

Noi pensiamo di sì. E se abbiamo ragione, allora dobbiamo logicamente supporre che la guerra sia iniziata prima dell'invasione russa (che fu lanciata una settimana dopo). Dobbiamo anche supporre che la cosiddetta "aggressione non provocata" della Russia non fosse affatto non provocata, ma fosse la risposta umanitaria appropriata all'uccisione deliberata di civili. Per dire che l'invasione russa è stata "non provocata", dovremmo dire che sparare più di 4000 proiettili di artiglieria in città e quartieri dove vivono donne e bambini non è una provocazione? Chi difenderà questo punto di vista?

Nessuno, perché è assurdo. L'uccisione di civili nel Donbass è stata una chiara provocazione, una provocazione per spingere la Russia alla guerra. E - come abbiamo detto prima - l'OSCE aveva osservatori sul campo che hanno fornito una documentazione completa dei bombardamenti mentre avvenivano, il che è quanto di più vicino a una testimonianza oculare a prova di bomba.

Si tratta, ovviamente, di un importante allontanamento dalla "narrazione ufficiale" che identifica la Russia come colpevole. Ma, come abbiamo dimostrato, non è così. La narrazione ufficiale è falsa. Ciononostante, non vi sorprenderà sapere che la maggior parte dei media tradizionali ha completamente omesso di coprire le attività investigative dell'OSCE nell'Ucraina orientale. L'unica eccezione è rappresentata dalla Reuters, che il 18 febbraio ha pubblicato un rapporto volutamente opaco dal titolo "Voci russe allarmate dal forte aumento dei bombardamenti nel Donbass". Ecco un estratto:

"Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha espresso venerdì il suo allarme per il forte aumento dei bombardamenti nell'Ucraina orientale e ha accusato la missione speciale di monitoraggio dell'OSCE di aver trascurato quelle che considera violazioni ucraine del processo di pace. (...)

Washington e i suoi alleati temono che la recrudescenza della violenza nel Donbass faccia parte di un pretesto russo per invadere l'Ucraina. La tensione è già alta a causa del rafforzamento militare russo nel nord, nell'est e nel sud dell'Ucraina.

"Siamo molto preoccupati per le notizie degli ultimi giorni: ieri e l'altro ieri c'è stato un forte aumento dei bombardamenti con armi vietate dagli accordi di Minsk", ha detto Lavrov, riferendosi agli accordi di pace volti a porre fine al conflitto. "Finora, vediamo che la missione speciale di monitoraggio sta facendo del suo meglio per risolvere tutte le questioni che coinvolgono le forze armate ucraine", ha dichiarato in una conferenza stampa.

Venerdì, l'esercito ucraino ha negato di aver violato il processo di pace di Minsk e ha accusato Mosca di aver condotto una guerra di informazione per affermare che Kiev stava bombardando i civili, affermazioni che secondo l'esercito ucraino erano menzognere e mirate a provocarlo. ("Russia, Ucraina e legge di guerra: crimine di aggressione", Consortium News)

Si noti il modo intelligente in cui la Reuters inquadra la copertura in modo che le affermazioni dell'esercito ucraino abbiano la stessa credibilità di quelle del ministro degli Esteri russo. Ciò che la Reuters omette di sottolineare è che il rapporto dell'OSCE verifica la versione dei fatti di Lavrov e confuta le affermazioni ucraine. Il compito di un giornalista è quello di distinguere tra fatti e finzione, ma ancora una volta vediamo come un reportage guidato dall'agenda non abbia lo scopo di informare ma di fuorviare.

Il punto che stiamo cercando di fare è semplice: la guerra in Ucraina non è stata iniziata da un leader russo tirannico (Putin) che voleva ricostruire l'impero sovietico. Questa narrazione è una frode che è stata inventata dagli spin doctor neoconservatori che cercano di costruire il sostegno pubblico per una guerra contro la Russia. I fatti che presento qui possono essere identificati su una mappa dove le esplosioni reali hanno avuto luogo e sono state registrate da funzionari che avevano il compito di farlo. Vedete la differenza tra le due cose? In un caso, la trama si basa su speculazioni, congetture e gergo psicologico, mentre nell'altro, la trama è legata a eventi reali che si sono svolti sul campo e sono stati registrati da professionisti qualificati del settore. A quale versione dei fatti si affida di più?

In sintesi: la Russia non ha iniziato la guerra in Ucraina. Si tratta di una falsa narrazione. La responsabilità è dell'esercito ucraino e della sua leadership a Kiev.

Ed ecco un altro elemento che di solito viene escluso dalla copertura selettiva dei media. Prima di inviare i suoi carri armati in Ucraina, Putin ha invocato l'articolo 51 delle Nazioni Unite, che fornisce una giustificazione legale per l'intervento militare. Naturalmente, gli Stati Uniti lo hanno fatto molte volte per fornire una foglia di fico di legittimità ai loro numerosi interventi militari. Ma in questo caso, si può vedere come la cosiddetta R2P possa essere giustificata, dopo tutto, secondo la maggior parte delle stime, l'esercito ucraino ha ucciso oltre 14.000 russi etnici dal colpo di Stato sostenuto dagli Stati Uniti 8 anni fa. Se c'è una situazione in cui un'operazione militare difensiva può essere giustificata, è questa. Ma questo non spiega ancora perché Putin abbia invocato l'articolo 51 delle Nazioni Unite. Per questo, ci rivolgiamo all'ex ispettore agli armamenti Scott Ritter, che lo ha spiegato come segue:

"Il presidente russo Vladimir Putin, citando l'articolo 51 come sua autorità, ha ordinato quella che ha definito una 'operazione militare speciale'. (...)

In base all'articolo 51, non ci possono essere dubbi sulla legittimità dell'affermazione russa secondo cui la popolazione russofona del Donbass è stata sottoposta a brutali bombardamenti per otto anni, uccidendo migliaia di persone. (...) Inoltre, la Russia sostiene di avere prove documentali che l'esercito ucraino si stava preparando per una massiccia incursione militare nel Donbass, che è stata anticipata dall'"operazione militare speciale" guidata dalla Russia. [I dati dell'OSCE mostrano un aumento dei bombardamenti governativi nella regione nei giorni precedenti l'intervento russo.]

Il punto cruciale è che la Russia ha avanzato una richiesta ammissibile in base alla dottrina dell'autodifesa collettiva anticipata, originariamente concepita dagli Stati Uniti e dalla NATO, applicata all'articolo 51, che si basa su fatti, non sulla finzione.

Sebbene possa essere di moda per gli individui, le organizzazioni e i governi occidentali aderire alla conclusione istintiva che l'intervento militare della Russia è una violazione sconsiderata della Carta delle Nazioni Unite e, in quanto tale, una guerra di aggressione illegale, la scomoda verità è che, tra tutte le affermazioni fatte sulla legalità della prelazione ai sensi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, la giustificazione della Russia per l'invasione dell'Ucraina poggia su una solida base legale".

Ecco un ulteriore contesto tratto da un articolo dell'analista di politica estera Danial Kovalik:

"Bisogna iniziare questa discussione accettando il fatto che in Ucraina c'era già una guerra in corso da otto anni prima dell'incursione militare russa del febbraio 2022. E quella guerra condotta dal governo di Kiev (...) è costata la vita a circa 14.000 persone, molte delle quali bambini, e ha fatto sfollare circa 1,5 milioni di altre (...) Il governo di Kiev, e in particolare i suoi battaglioni neonazisti, ha condotto attacchi contro queste popolazioni (...) proprio a causa della loro etnia (...)

Sebbene la Carta delle Nazioni Unite proibisca gli atti di guerra unilaterali, essa prevede anche, all'articolo 51, che "nessuna disposizione della presente Carta pregiudica il diritto intrinseco di autodifesa individuale o collettiva...". Questo diritto di autodifesa è stato interpretato nel senso di consentire ai Paesi di rispondere non solo ad attacchi armati effettivi, ma anche alla minaccia di un attacco imminente.

Alla luce di ciò, credo... che la Russia avesse il diritto di agire per autodifesa intervenendo in Ucraina, che era diventata un proxy per gli Stati Uniti e la NATO per attaccare - non solo le etnie russe in Ucraina - ma la Russia stessa. ("Perché l'intervento della Russia in Ucraina è legale secondo il diritto internazionale", RT)

I media occidentali hanno menzionato il fatto che Putin ha invocato l'articolo 51 delle Nazioni Unite prima di lanciare l'operazione militare speciale?

No, non l'hanno fatto, perché ciò equivarrebbe ad ammettere che l'operazione militare di Putin è conforme al diritto internazionale. Invece, i media continuano a diffondere l'affermazione che "Hitler-Putin sta cercando di ricostruire l'impero sovietico", affermazione che non ha alcuna prova. Ricordiamo che l'operazione di Putin non prevede il rovesciamento di un governo straniero per installare un tirapiedi sostenuto da Mosca, l'armamento e l'addestramento di un esercito straniero da usare come proxy per combattere un rivale geopolitico, l'imbottitura di un Paese con armi avanzate per raggiungere i propri ristretti obiettivi strategici o la perpetrazione di atti terroristici di sabotaggio industriale (Nord Stream 2) per impedire l'integrazione economica di Asia ed Europa. No, Putin non si è impegnato in nessuna di queste attività. Ma Washington lo ha fatto, perché non è vincolata dal diritto internazionale. Agli occhi di Washington, il diritto internazionale è solo un inconveniente da ignorare sprezzantemente ogni volta che è necessaria un'azione unilaterale. Ma Putin è ben lontano dall'essere così cavilloso su queste questioni. In realtà, da tempo rispetta le regole perché ritiene che contribuiscano alla sicurezza di tutti. E ha ragione, è così.

Ed è per questo che ha invocato l'articolo 51 prima di inviare truppe per aiutare la popolazione del Donbass. Sentiva di avere l'obbligo morale di aiutarli, ma voleva che le sue azioni fossero conformi al diritto internazionale. Riteniamo che abbia raggiunto entrambi gli obiettivi.

Il pianificatore imperiale americano George Kennan, architetto della prima guerra fredda, scrisse nel 1948:

"Possediamo circa il 50% della ricchezza mondiale, ma solo il 6,3% della sua popolazione". "Il nostro vero compito" è "mantenere questa posizione di disparità". @BenjaminNorton

Ecco un'altra cosa che non vedrete mai nei media occidentali. Non vedrete mai il testo effettivo delle richieste di sicurezza di Putin, avanzate due mesi prima dello scoppio della guerra. E il motivo per cui non li vedrete è che le sue richieste erano legittime, ragionevoli e necessarie. Putin voleva solo una garanzia che la NATO non avesse intenzione di piazzare basi, eserciti e siti missilistici al confine con la Russia. In altre parole, ha fatto ciò che tutti i leader responsabili fanno per difendere la sicurezza del proprio popolo.

Ecco alcuni stralci critici del testo della proposta di Putin agli Stati Uniti e alla NATO:

Articolo 1

Le parti cooperano sulla base dei principi di sicurezza indivisibile, uguale e illimitata e a questi fini:

non intraprendere azioni, partecipare ad attività o sostenere attività che pregiudichino la sicurezza dell'altra Parte;

non attuare le misure di sicurezza adottate da ciascuna Parte, individualmente o nell'ambito di un'organizzazione internazionale, di un'alleanza o di una coalizione militare, che potrebbero compromettere gli interessi fondamentali di sicurezza dell'altra Parte.

Articolo 3

Le Parti non utilizzeranno il territorio di altri Stati allo scopo di preparare o eseguire un attacco armato contro l'altra Parte o altre azioni pregiudizievoli per gli interessi fondamentali di sicurezza dell'altra Parte.

Articolo 4

Gli Stati Uniti d'America si impegnano a impedire qualsiasi ulteriore espansione verso est dell'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico e a negare l'adesione all'Alleanza agli Stati dell'ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.

Gli Stati Uniti d'America non stabiliranno basi militari sul territorio degli Stati dell'ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche che non sono membri dell'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, né utilizzeranno le infrastrutture di tali Stati per attività militari, né svilupperanno una cooperazione militare bilaterale con essi.

Articolo 5

Le Parti si asterranno dal dispiegare le proprie forze armate e i propri armamenti, anche nell'ambito di organizzazioni internazionali, alleanze o coalizioni militari, in aree in cui tale dispiegamento potrebbe essere percepito dall'altra Parte come una minaccia alla sua sicurezza nazionale, ad eccezione di tale dispiegamento sul territorio nazionale delle Parti.

Le Parti si astengono dal far volare bombardieri pesanti equipaggiati con armi nucleari o non nucleari o dal dispiegare navi da guerra di superficie di qualsiasi tipo, anche nell'ambito di organizzazioni internazionali, alleanze o coalizioni militari, in aree al di fuori dello spazio aereo nazionale e delle acque territoriali nazionali, rispettivamente, dalle quali potrebbero attaccare obiettivi sul territorio dell'altra Parte.

Le Parti manterranno il dialogo e coopereranno per migliorare i meccanismi di prevenzione delle attività militari pericolose in alto mare, anche concordando la distanza massima di avvicinamento tra navi e aerei da guerra.

Articolo 6

Le Parti si impegnano a non schierare missili a gittata intermedia e a corto raggio lanciati da terra al di fuori dei loro territori nazionali, nonché nelle aree dei loro territori nazionali da cui tali armi potrebbero attaccare obiettivi nel territorio nazionale dell'altra Parte.

Articolo 7

Le Parti si asterranno dal dispiegare armi nucleari al di fuori dei loro territori nazionali e riporteranno nei loro territori nazionali le armi già dispiegate al di fuori dei loro territori nazionali al momento dell'entrata in vigore del Trattato. Le Parti eliminano qualsiasi infrastruttura esistente per il dispiegamento di armi nucleari al di fuori dei loro territori nazionali.

Le Parti non addestreranno il personale militare e civile di Paesi non nucleari all'uso di armi nucleari. Le Parti non condurranno esercitazioni o addestramenti per forze di impiego generale che includano scenari che prevedano l'uso di armi nucleari.

("DARE UN SENSO ALLA GUERRA", ISRAEL SHAMIR, UNZ REVIEW)

Non ci vuole un genio per capire cosa preoccupa Putin. Era preoccupato per l'espansione della NATO e, in particolare, per l'emergere di un'alleanza militare ostile, sostenuta da nazisti addestrati da Washington, che occupasse il territorio sul fianco occidentale. È stato irragionevole da parte sua? Avrebbe dovuto accettare questi russofobi sostenuti dagli Stati Uniti e permettere loro di piazzare i loro missili sul suo confine? Sarebbe stata la cosa più prudente da fare?

Cosa possiamo dedurre dalla lista di richieste di Putin?

In primo luogo, possiamo dedurre che non sta cercando di ricostruire l'impero sovietico, come insistono incessantemente i media. L'elenco si concentra esclusivamente sulle richieste relative alla sicurezza, nient'altro.

In secondo luogo, dimostra che la guerra avrebbe potuto essere facilmente evitata se Zelensky avesse semplicemente mantenuto lo status quo e annunciato ufficialmente che l'Ucraina sarebbe rimasta neutrale. In realtà, Zelensky ha accettato la neutralità nei negoziati con Mosca a marzo, ma Washington ha impedito al presidente ucraino di portare avanti l'accordo, il che significa che l'amministrazione Biden è in gran parte responsabile dell'attuale conflitto. (RT ha pubblicato oggi un articolo che chiarisce che a marzo è stato raggiunto un accordo tra Russia e Ucraina, ma che questo accordo è stato intenzionalmente vanificato da Stati Uniti e Regno Unito. Washington voleva una guerra).

In terzo luogo, dimostra che Putin è un leader ragionevole le cui richieste avrebbero dovuto essere prontamente accettate. Era irragionevole per Putin chiedere che "le parti si astenessero dal dispiegare le loro forze armate e... le loro alleanze militari... in aree in cui tale dispiegamento potrebbe essere percepito dall'altra parte come una minaccia alla sua sicurezza nazionale"? Era irragionevole che chiedesse che "le Parti eliminassero qualsiasi infrastruttura esistente per il dispiegamento di armi nucleari al di fuori dei loro territori nazionali"?

Dove sono esattamente le "richieste irragionevoli" che Putin avrebbe fatto?

Non ce ne sono. Putin non ha fatto alcuna richiesta che gli Stati Uniti non avrebbero fatto se "la scarpa fosse stata sull'altro piede".

In quarto luogo, dimostra che la guerra non è una lotta per la liberazione dell'Ucraina o per la democrazia. È un'assurdità. È una guerra per "indebolire" la Russia e, in ultima analisi, rimuovere Putin dal potere. Questi sono gli obiettivi primari. Ciò significa che i soldati ucraini non stanno morendo per il loro Paese, ma per il sogno elitario di espandere la NATO, schiacciare la Russia, accerchiare la Cina ed estendere l'egemonia statunitense per un altro secolo. L'Ucraina è solo il campo di battaglia su cui si sta svolgendo la grande lotta di potere.

In questo articolo cerchiamo di rispondere a diverse domande:

1.chi ha iniziato la guerra?

Risposta: L'Ucraina ha iniziato la guerra.

L'invasione russa è stata una violazione del diritto internazionale?

Risposta: no, l'invasione russa dovrebbe essere approvata in base all'articolo 51 delle Nazioni Unite.

La guerra si sarebbe potuta evitare se l'Ucraina avesse dichiarato la propria neutralità e avesse risposto alle ragionevoli richieste di Putin?

Risposta: Sì, la guerra poteva essere evitata.

L'ultimo aspetto riguarda il Trattato di Minsk e il modo in cui la disonestà dei leader occidentali influenzerà la soluzione finale in Ucraina. Sono convinto che né Washington né gli alleati della NATO abbiano idea della gravità delle relazioni internazionali che sono state decimate dal tradimento di Minsk. In un mondo in cui gli accordi giuridicamente vincolanti possono essere facilmente scartati in nome dell'opportunità politica, l'unico modo per risolvere le controversie è la forza bruta. Qualcuno in Germania, Francia o Washington ci ha pensato prima di agire? (Ma prima, un po' di storia di Minsk).

L'obiettivo dell'accordo di Minsk era quello di porre fine ai combattimenti tra l'esercito ucraino e l'etnia russa nella regione del Donbass in Ucraina. Era responsabilità dei quattro partecipanti al trattato - Germania, Francia, Russia e Ucraina - garantire che entrambe le parti rispettassero i termini dell'accordo. Ma a dicembre, l'ex cancelliere tedesco Angela Merkel ha dichiarato in un'intervista a una rivista tedesca che non si è mai trattato di attuare l'accordo, ma piuttosto di utilizzare il tempo per rendere l'Ucraina più forte e prepararsi a una guerra con la Russia. Il 5 settembre 2014 Germania, Francia, Ucraina e Russia firmarono Minsk, ma il trattato fallì e i combattimenti ripresero. Il 12 febbraio 2015 fu firmato Minsk 2, ma anch'esso fallì. Guardate questo breve segmento su YouTube di Amit Sengupta che fornisce una breve panoramica di Minsk e delle sue implicazioni: (Ho trascritto io stesso il pezzo e tutti gli errori sono miei).

(minuto 11:40) "Nel 2015, Germania e Francia avrebbero dovuto svolgere un ruolo neutrale. Dovevano assicurarsi che l'Ucraina e la Russia rispettassero le regole. Ma non l'hanno fatto, e il motivo per cui non l'hanno fatto è quello che ha rivelato Angela Merkel nella sua intervista del 7 dicembre. Angela Merkel ha dichiarato: "L'accordo di Minsk del 2014 è stato un tentativo di dare tempo all'Ucraina. Ha dato anche il tempo di rafforzarsi, come possiamo vedere oggi. L'Ucraina del 2014 e del 2015 non è l'Ucraina moderna. In sostanza, i tre partner dell'accordo di Minsk hanno mentito e tradito la Russia. Anche Putin ha detto: "Un giorno la Russia dovrà fare un accordo con l'Ucraina, ma la Germania e la Francia hanno tradito la Russia e ora stanno aiutando l'Ucraina con le armi"... È una vergogna che i leader politici occidentali si impegnino in negoziati che non hanno alcuna intenzione di onorare o attuare... (Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha ammesso la stessa cosa di Merkel e Hollande). (...) Ora anche Putin ha ammesso che è stato un errore accettare gli accordi di Minsk. Ha persino affermato che il problema del Donbass avrebbe dovuto essere risolto con la forza delle armi all'epoca. (2015) La Russia ha aspettato 8 anni per riconoscere l'indipendenza del Donbass, poi ha lanciato un attacco su larga scala quest'anno. Ma all'epoca Putin aveva l'impressione che gli accordi di Minsk - garantiti da Germania e Francia e approvati all'unanimità dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, compresi gli Stati Uniti - avrebbero risolto la crisi e dato al Donbass l'autonomia, pur rimanendo parte dell'Ucraina. Germania e Francia avrebbero dovuto supervisionare l'attuazione degli accordi di Minsk dal 2015 al 2022. L'Occidente collettivo ha sempre saputo che la guerra era l'unica soluzione. Non hanno mai voluto la pace, si sono limitati a stare al gioco in nome dell'accordo di Minsk. Si tratta quindi di una "vittoria" diplomatica per l'Occidente (...)

Francia e Germania hanno placato la Russia con l'accordo di Minsk, dando false speranze di una soluzione pacifica. Ma in realtà hanno dato all'Ucraina il tempo di costruire il suo esercito. Non c'è mai stata una soluzione diplomatica; l'Occidente collettivo - che comprende gli Stati Uniti, la NATO, l'UE e il G7 - ha ingannato la Russia facendole credere che ci fosse una soluzione diplomatica al conflitto del Donbass (ma) invece stava preparando l'Ucraina a una guerra totale contro la Russia. Quindi, in qualche modo, questa guerra era destinata ad accadere. Non c'è mai stata una soluzione diplomatica (...) Questo è ciò che Angela Merkel ha voluto chiarire: "La guerra fredda non è mai finita". Era la cancelliera tedesca quando nel 2014 è avvenuto il colpo di Stato in Ucraina e sono stati firmati gli accordi di Minsk. Ecco perché il suo contributo a questo gioco stupido, insieme a Germania, Francia, Ucraina e Stati Uniti, ha portato a questa guerra. E lo sa molto bene. Ma, in ogni caso, non finirà bene per la Germania o la Francia, le cui economie sono state duramente colpite. L'Ucraina è stata completamente distrutta. È diventato l'Afghanistan d'Europa. Sono i leader politici occidentali ad essere colpevoli di aver ucciso l'Ucraina. Come accade dal 2014, il governo ucraino sta lanciando feroci attacchi militari contro i civili ucraini di lingua russa nella regione del Donbass. Migliaia di civili di lingua russa sono stati uccisi. La Russia avrebbe dovuto riprendere questo territorio nel 2014 insieme alla Crimea. Ma poi la Russia è caduta nella trappola dell'accordo di Minsk dei Paesi occidentali. (...) Non è la Russia che ha iniziato questa guerra, sono gli Stati Uniti che hanno iniziato questa guerra. L'Ucraina è solo una pedina sostenuta dagli Stati Uniti e da altri governi europei. Ed è un peccato che il governo ucraino faccia gli interessi degli Stati Uniti e non del popolo ucraino.

("La rivelazione di Angela Merkel sugli accordi di Minsk e sulla guerra russo-ucraina", Amit Sengupta, You Tube)

Non si può sopravvalutare l'importanza del tradimento di Minsk o l'impatto che avrà sulla soluzione finale in Ucraina. Quando la fiducia viene meno, le nazioni possono garantire la loro sicurezza solo con la forza bruta. Ciò significa che la Russia deve estendere il suo perimetro quanto necessario per assicurarsi di rimanere fuori dal raggio d'azione del fuoco nemico (Putin, Lavrov e Medvedev hanno già indicato che intendono farlo). Inoltre, il nuovo perimetro deve essere permanentemente fortificato con truppe da combattimento e armi letali tenute in massima allerta. Quando i trattati diventano veicoli di convenienza politica, le nazioni devono accettare uno stato di guerra permanente.

Questo è il mondo che Merkel, Hollande, Poroshenko e gli Stati Uniti hanno creato scegliendo di usare "la pietra miliare delle relazioni internazionali" (i trattati) per promuovere i propri obiettivi guerrafondai.

Ci chiediamo solo se qualcuno a Washington si renda conto di ciò che ha fatto.

Fonte: https://www.mondialisation.ca/retablir-la-verite-ce-que-vous-devez-savoir-sur-lukraine/5674767

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