Filantrocapitalismo e corporatocrazia ► Il grande colpo di stato globale

Introduzione

Lo scorso 14 settembre, un organo di informazione aziendale, Politico.com, ha pubblicato un articolo sulla portata del controllo che due fondazioni private - la Wellcome Trust e la Bill & Melinda Gates Foundation - hanno esercitato sulla risposta globale alla pandemia di Covid-19, senza alcuna supervisione esterna o alcun tipo di responsabilità. Come spiegheremo in questo saggio, questo livello di influenza costituisce non solo una pericolosa svolta antidemocratica, molto in linea con il neoliberismo, ma anche l'epilogo di un processo più ampio che mira a impadronirsi degli ultimi resti delle nostre sovranità personali e nazionali.

Dal 2020, queste due fondazioni create da miliardari - e strettamente associate ai governi americano e britannico - decidono come vivere (e morire) miliardi di esseri umani. Lo fanno senza alcun tipo di mandato democratico, investendo miliardi di dollari in attività di lobbying ed esercitando una capacità smisurata e discutibile di penetrare nelle strutture della maggior parte dei governi del primo mondo, nonché in istituzioni globali chiave come l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Come spiegheremo, la risposta globale alla Covid-19 non è stata altro che il grande colpo di una corporatocrazia internazionale che, per diversi decenni, ha operato attraverso una "filantropia" internazionale costruita attorno a fondazioni no-profit. In passato, molte di queste fondazioni sono state utilizzate come facciata per nascondere la mano dei potenti governi occidentali.

Le "filantropie", come la già citata Gates Foundation o la Wellcome Trust, sono state create con i colossali profitti che l'ordine neoliberale (ora totalmente legalizzato) ha permesso a pochi individui di accumulare. Un'aberrazione che non ha nulla a che vedere con alcun tipo di meritocrazia.

Molti illustri miliardari occidentali - come i loro pari, i vituperati "oligarchi" russi - hanno fatto i loro miliardi grazie ai favori governativi. I loro governi hanno concesso loro brevetti multimilionari e hanno permesso loro di trarre profitto da monopoli di "interesse pubblico", oltre a molti altri privilegi, come la riduzione delle tasse. Sono diventati ricchi, ma, naturalmente, si sono anche indebitati con i rispettivi benefattori statali, proprio come quei malvagi "oligarchi". La differenza è che la propaganda occidentale li chiama "capitani d'industria" e simili.

In Occidente, questo debito con lo Stato viene pagato, in molti casi, con l'apertura di "filantropie", fondazioni e ONG che servono a esercitare un'influenza sulla politica internazionale sotto una facciata civile. Attraverso queste "filantropie", questi miliardari restituiscono al sistema che li ha resi ricchi e potenti una parte enorme del denaro che hanno "guadagnato".

In generale, il piano per influenzare (e poi prendere il controllo) della politica internazionale attraverso la cosiddetta filantropia è stato concepito nel 1983, quando l'amministrazione Reagan ha creato il National Endowment for Democracy (NED) - un esempio eccezionalmente intelligente di banale doppione. Il suo obiettivo era (ed è tuttora) "fare le stesse cose che la CIA faceva all'estero", ma con altri mezzi. Un articolo molto importante - storico, in realtà - pubblicato dal "Washington Post" nel 1991, lo spiega in dettaglio. Si intitola: "Innocenza all'estero: The New World of Spyless Coups" (9/22/91).

Il piano dello "Stato profondo" degli Stati Uniti - che attraverso il NED ha imbiancato parte del lavoro precedentemente riservato ai servizi segreti - è stato un successo clamoroso, in quanto ha normalizzato l'interferenza politica in altri Paesi, l'acquisto di coscienze attraverso la concessione di denaro e le donazioni e, in questo senso, la cattura ideologica di quella che potremmo definire l'intellighenzia della nazione attaccata (e in particolare della parte di questa élite intellettuale con una presenza nei media aziendali e la capacità di influenzare le masse).

Come scrive David Ignatius nell'articolo sopra citato:

"Il padrino delle operazioni palesi è stato il National Endowment for Democracy, un gruppo quasi privato diretto da Carl Gershman e finanziato dal Congresso degli Stati Uniti. Fino alla fine degli anni '80, ha fatto apertamente ciò che un tempo era indicibilmente segreto...".

Non fraintendete, il pezzo scritto da questo ossequioso giornalista non è una denuncia, ma una celebrazione di un meccanismo di "colpi di stato senza spia".

Dall'inizio degli anni '80, oltre a sovvenzionare mercenari in tutto il mondo - come le milizie apertamente neonaziste che operano in Ucraina o i jihadisti che ancora infettano alcune zone della Siria - la "filantropia" occidentale ha assunto la missione di finanziare intellettuali e organizzazioni di sinistra per dirigere e cooptare il loro lavoro, guidandoli su percorsi che non interferiscono con i programmi sfrenati del neoliberismo e dell'accumulo di ricchezza privata. Con particolare astuzia, il complesso neoliberale-filantropico ha ideato un meccanismo che consente a questi intellettuali di mantenere un discorso progressista su determinati argomenti, mentre i profitti ottenuti dal neoliberismo più rapace finanziano il loro lavoro e le loro ONG.

Ma l'argomento di questo saggio va al di là di qualsiasi dicotomia destra-sinistra, e ha a che fare con la conquista di vari centri di potere e di decisione globale da parte di una cricca di miliardari e di corporazioni lontane da qualsiasi principio democratico e, quindi, una minaccia per l'umanità.

L'obiettivo della corporatocrazia con sede a Davos, Londra e Washington è quello di attuare una sorta di "governance globale" guidata da tecnocrati che, di fronte alle emergenze globali che sembrano attenderci - emergenze che loro stessi definiranno per le masse - ci diranno cosa fare, quando lasciare le nostre case, quali medicine prendere, con chi socializzare, quando viaggiare (se mai lo faremo), se lavorare o meno, quali forme di espressione e di informazione sono consentite e, in breve, imporci la realtà fantascientifica distopica di cui libri e film ci hanno messo in guardia per decenni.

Stiamo andando verso questo futuro con gli occhi ben aperti, e non sembra che la cosa ci preoccupi più di tanto.

II

L'articolo di Politico sull'influenza di Gates e del Wellcome Trust offre informazioni utili e molto rilevanti, ma i suoi autori non sanno come interpretarle criticamente: sembrano non percepire la gravità di ciò che riportano, oppure sono troppo abituati a cedere agli interessi e alla visione del mondo dell'élite corporativa occidentale e dei proprietari miliardari dei media aziendali.

Come spiegano i giornalisti di Politico, anche i governi più potenti del mondo erano "impreparati alla pandemia". Questo potrebbe essere vero - soprattutto in Occidente - ma la ragione di questa impreparazione non viene mai affrontata: decenni di politiche neoliberiste e di austerità che hanno favorito la sanità privata rispetto a quella pubblica e universale. L'ordine neoliberale ha creato Stati deboli, incapaci di mettere in ginocchio, anche in caso di emergenza, società private che, per loro natura, sono in grado di vedere solo un'opportunità di profitto in qualsiasi tipo di crisi. Dove alcuni vedono la sofferenza umana, la morte o la minaccia di morte, loro vedono i segni del dollaro e nuovi mercati.

La Fondazione Gates e il Wellcome Trust, insieme ad altre due istituzioni sanitarie private create da Gates, l'Alleanza globale per la vaccinazione e l'immunizzazione (GAVI) e la Coalizione per l'innovazione nella preparazione alle epidemie (CEPI), hanno approfittato di questa mancanza di preparazione per ottenere il controllo della risposta alla pandemia Covid-19. "Quello che è seguito", riporta Politico dopo decine di interviste, "è stato un costante e quasi inesorabile spostamento di potere dai governi sopraffatti a un gruppo di organizzazioni non governative".

Sembra filantropico, vero? I governi sono stati "sopraffatti" e questi cosiddetti filantropi sono venuti a "salvare" l'umanità. Ma l'incapacità di questi sistemi sanitari precari fa parte di un disegno politico ed economico. I giornalisti di Politico sembrano troppo impregnati di "buon senso" neoliberista per accorgersi di questo fatto. Fortunatamente, sono riusciti a mettere in evidenza il grave problema della mancanza di qualsiasi tipo di responsabilità:

"Armate di competenze, sostenute da contatti ai più alti livelli delle nazioni occidentali e forti di relazioni ben consolidate con i produttori di farmaci, le quattro organizzazioni hanno assunto ruoli spesso svolti dai governi - ma senza la responsabilità dei governi".

Come viene anche ricordato, quando la maggior parte dei governi stava ancora discutendo sul reale pericolo del virus - un dibattito essenziale - queste organizzazioni avevano già elaborato un piano completo. In esso, la terribile gravità della crisi, allora in atto, non era oggetto di discussione: avevano già identificato i potenziali produttori dei "vaccini" che avrebbero salvato il mondo da quella che, nella loro visione, non poteva che essere una catastrofe globale.

"E hanno usato il loro potere presso l'Organizzazione Mondiale della Sanità per contribuire a creare un ambizioso piano di distribuzione mondiale per la diffusione di questi strumenti di Covid (test, trattamenti e iniezioni) alle nazioni bisognose, anche se alla fine non avrebbe mantenuto le promesse iniziali", continua Politico.

Queste quattro organizzazioni interconnesse (il Wellcome Trust ha aiutato la Fondazione Gates a creare il CEPI) hanno investito 10 miliardi di dollari, dal 2020, nella risposta globale al Covid. Insieme, hanno donato ben 1,4 miliardi di dollari all'OMS, il che, secondo alti funzionari dell'organizzazione sanitaria, ha dato loro un potere simile a quello di "una grande potenza" (ma senza cittadini, una costituzione o qualsiasi tipo di responsabilità democratica).

Tuttavia, queste istituzioni hanno speso (solo) 8,3 milioni di dollari in attività di lobbying nei confronti degli Stati Uniti e di vari governi europei. Questa cifra è, in termini relativi, molto bassa, e riteniamo che ciò sia dovuto al fatto che la loro influenza - così come quella di Big Pharma - su questi attori statali, era già pienamente cementata molto prima della pandemia.

Tra gli aspetti più problematici di questa cooptazione privata delle istituzioni globali attraverso sovvenzioni e lobbying, troviamo un ampio uso della porta girevole tra fondazioni filantropiche e governi del primo mondo, un meccanismo che facilita enormemente la cattura di queste entità internazionali che pretendono di servire l'umanità (così come la cattura dei regolatori federali o statali di quelle stesse potenze occidentali).

Così, secondo Politico, i funzionari dei governi degli Stati Uniti, dell'Unione Europea e i rappresentanti dell'OMS I funzionari degli Stati Uniti, dell'Unione Europea e i rappresentanti dell'OMS "ruotano tra queste quattro organizzazioni come dipendenti, aiutandoli a consolidare i loro legami politici e finanziari a Washington e Bruxelles".

Questa "porta girevole" è la chiave per ottenere la cattura normativa federale e l'acquisizione di enti internazionali come l'OMS. Le burocrazie all'interno di queste organizzazioni sanno che se collaborano con gli obiettivi della Fondazione Gates e di altri "filantropi", la possibilità di ritirarsi dal servizio pubblico per ottenere succosi contratti privati presso la GAVI, il CEPI, la Fondazione Gates e il Wellcome Trust - tra le molte altre entità private associate - è quasi garantita.

Il denaro non proviene solo dalle imprese e dai monopoli di cui hanno approfittato persone come Gates, poiché entità come il CEPI e il GAVI stringono rapidamente alleanze con Stati potenti, che poi aprono le loro casse per finanziare le loro iniziative di salute globale con denaro pubblico.

Come riporta anche Politico, per tutta la durata della pandemia, i leader della Fondazione Gates, del Wellcome Trust e i loro subordinati hanno sostenuto l'idea che la rimozione dei diritti di proprietà intellettuale dai loro "vaccini" non fosse necessaria per aumentare l'offerta globale. Hanno insistito nel dire al mondo che questo non avrebbe risolto nulla. Hanno detto che i Paesi in via di sviluppo non hanno la capacità di produrli, quindi la rimozione dei brevetti non sarebbe servita a nulla. L'esperienza cubana smentisce questa affermazione, che non è mai stata supportata da alcun tipo di prova e, fin dall'inizio, è stata messa in discussione da altri attori internazionali non allineati con l'asse "Gates-Davos".

Gates e compagnia hanno affermato che i loro sforzi erano volti a portare il "vaccino" nel terzo mondo, ma secondo Politico, "durante le peggiori ondate della pandemia, i Paesi a basso reddito sono rimasti senza vaccini...".

"Le organizzazioni della società civile attive nei Paesi più poveri, tra cui Medici Senza Frontiere, hanno espresso il loro disagio per l'idea che gruppi dominati dall'Occidente, con uno staff di esperti d'élite, potessero contribuire a guidare le decisioni sulla vita e la morte delle persone nei Paesi più poveri. Le tensioni sono aumentate solo quando la Fondazione Gates si è opposta agli sforzi per rinunciare ai diritti di proprietà intellettuale, una mossa che secondo i critici proteggeva gli interessi dei giganti farmaceutici rispetto a quelli delle persone che vivono nei Paesi più poveri", spiega Politico.

Ma pochi hanno scoperto che questo rifiuto proveniva dalla potente Fondazione Gates e dalle sue propaggini: i media aziendali - pesantemente finanziati dalla Fondazione Gates, da Pfizer e da altri nomi di Big Pharma - non si sono preoccupati di informare il pubblico su questo dettaglio.

Politico ha intervistato anche diversi specialisti di salute pubblica. Un professore della Georgetown University, Lawrence Gostin, concorda con noi sul pericolo rappresentato dai cosiddetti filantropi:

"... dovremmo essere profondamente preoccupati... questa è la peggiore forma di influenza... perché il denaro non dovrebbe dettare la politica... ma anche perché costituisce un accesso preferenziale, a porte chiuse...".

Un potere come questo, continua, "... (è) antidemocratico, perché è straordinariamente non trasparente e opaco... lascia indietro la gente comune, le comunità e la società civile".

Non siamo quindi di fronte a un lodevole gesto umanitario, ma all'abuso di un'influenza politica coltivata in decenni di lobby, propaganda neoliberista e deregolamentazione delle imprese.

In questo senso, i 10 miliardi di dollari donati da Gates e compagnia sono un investimento di cui "Big Pharma" ha già pensato di approfittare. Solo nei primi tre mesi del 2021, Pfizer ha intascato 3,5 miliardi di dollari, dopo aver ricevuto più di 500 milioni di dollari di sussidi statali per produrre il suo jab, definito dal Guardian "uno dei prodotti più redditizi della storia". Alla fine, Pfizer avrebbe intascato una somma 10 volte superiore ai 3,5 miliardi di dollari indicati sopra.

Gates, che progetta politiche sanitarie internazionali in cui le grandi aziende farmaceutiche sono i protagonisti più importanti - e che è stato accusato in diverse occasioni di trascurare il rafforzamento dei sistemi sanitari dei Paesi in cui opera - ha anche partecipazioni in alcune di queste aziende farmaceutiche, come riportato dal giornalista Tim Schwab in diversi articoli per The Nation. Nonostante l'evidente conflitto di interessi, i media aziendali e la maggior parte dei governi mondiali continuano a chiamarla "filantropia". Si può ingannare il mondo in modo più evidente e palese?

Il prossimo futuro risponderà a quest'ultima domanda, poiché Gates e il Wellcome Trust stanno già preparando i piani per la prossima pandemia. Possiamo aspettarci le stesse inversioni dei nostri diritti fondamentali e, come è successo con le chiusure e l'allontanamento sociale, le politiche saranno per lo più non scientifiche ed estremamente dannose.

Inoltre, si ricorrerà a "nudges" eticamente contestati e alla propaganda della paura e dell'intimidazione - alla stregua della censura - proprio come abbiamo visto negli ultimi due anni, e di per sé parte di una tendenza più ampia. Anche Google, Facebook, YouTube e il resto dei giganti tecnologici ricevono sovvenzioni da Gates e uniscono le loro forze in vari progetti, così come altri "filantropi" allineati con Davos e il loro "Grande Reset" del capitalismo.

La parola chiave per comprendere la mentalità dell'"uomo di Davos" è controllo, sinonimo di potere. Chiedersi perché vogliano controllare tutto significa peccare di ingenuità e ignoranza della storia. Questo è ciò che promuovono i media aziendali: un mondo di uomini-bambini, creduloni e obbedienti, come quei medici che, come pappagalli ben addestrati, ripetono ciò che dice la FDA statunitense senza fare domande, anche se molti scienziati all'interno di quella stessa istituzione hanno preferito abbandonare prima di rendere obbligatori i booster a tutti gli adulti, una decisione politica presa dalla Casa Bianca.

III

La Fondazione Gates e le sue ramificazioni, CEPI e GAVI - alleate con la britannica Wellcome Trust - hanno guidato la risposta globale al Covid grazie alla loro decisiva influenza sull'OMS e sui governi delle più influenti potenze occidentali, in parte acquisita grazie a un'ampia e decennale attività di lobbying. Come argomenterò di seguito, Gates e compagnia non solo hanno progettato e imposto una serie di politiche pandemiche altamente discutibili, ma hanno anche definito la natura dell'emergenza per le masse, utilizzando esattamente lo stesso strumento: centinaia di milioni di dollari in sovvenzioni e donazioni.

Poco dopo l'inizio della pandemia, la Columbia Journalism Review (CJR) ha pubblicato un rapporto sull'influenza della Fondazione Gates sui mass media e sulla stampa aziendale: "Journalism's Gates Keepers". Dopo aver esaminato 20.000 donazioni effettuate dalla fondazione di proprietà del magnate della Microsoft fino al giugno 2020, il CJR ha concluso che:

"... più di 250 milioni di dollari sono stati destinati al giornalismo. Tra i destinatari figurano testate giornalistiche come BBC, NBC, Al Jazeera, ProPublica, National Journal, The Guardian, Univision, Medium, Financial Times, The Atlantic, Texas Tribune, Gannett, Washington Monthly, Le Monde e il Center for Investigative Reporting; organizzazioni caritatevoli affiliate a testate giornalistiche, come BBC Media Action e il Neediest Cases Fund del New York Times".

Inoltre, molti dei beneficiari del denaro di Gates hanno condiviso alcune delle loro donazioni con altri media, "il che rende difficile vedere l'intero quadro...", come spiega Schwab nel suddetto articolo; ironia della sorte, la Fondazione Gates ha anche finanziato uno studio dell'American Press Institute "...su come le redazioni giornalistiche possono mantenere la loro indipendenza dai loro patroni filantropici".

Come accade per le ONG che si sono finanziate con i soldi degli uomini e delle aziende più ricche del mondo occidentale, il mecenatismo diretto al giornalismo d'impresa si presenta con obiettivi o agende predeterminati: "sempre più spesso, i doni delle fondazioni alle organizzazioni non profit sono accompagnati da vincoli e da una forte attrazione gravitazionale, con il risultato che un piccolo numero di fondazioni ha un'influenza fuori misura su decisioni che spesso hanno ramificazioni nazionali o addirittura globali".

Non si tratta di denaro che i beneficiari possono utilizzare a loro discrezione, seguendo i propri criteri professionali (e, in alcuni casi, editoriali).

"La generosità di Gates" - spiega Schwab per il CJR - "sembra aver contribuito a promuovere un ambiente mediatico sempre più amichevole per l'ente di beneficenza più visibile al mondo. Vent'anni fa, i giornalisti esaminavano l'iniziale incursione di Bill Gates nella filantropia come un veicolo per arricchire la sua azienda di software o come un esercizio di pubbliche relazioni per salvare la sua reputazione malconcia dopo l'aspra battaglia antitrust di Microsoft con il Dipartimento di Giustizia".

I milioni di Gates hanno fatto sì che i media aziendali vedessero e trattassero Gates come un "esperto di salute pubblica", nonostante il fatto che il miliardario "non abbia una formazione medica e non sia un funzionario pubblico...".

Schwab ha anche indagato sui rapporti di Gates con Big Pharma e sul fiorente mondo del "fact-checking". Come ha dichiarato, PolitiFact e USA Today (entrambi destinatari di donazioni da parte di Gates, veicolate rispettivamente attraverso il Poynter Institute e Gannet) hanno:

"...hanno usato le loro piattaforme di fact-checking per difendere Gates da "false teorie cospirative" e "disinformazione", come l'idea che la fondazione abbia investimenti finanziari in aziende che sviluppano vaccini e terapie Covid. In realtà, il sito web della fondazione e i moduli fiscali più recenti mostrano chiaramente investimenti in tali società, tra cui Gilead e CureVac".

IV

Come argomenterò in questa sezione finale, l'influenza esercitata dalla Fondazione Gates e dai suoi alleati costituisce il colpo finale dell'ordine neoliberale sulla salute pubblica.

In uno studio pubblicato nel 2014, la scienziata Katerini Storeng spiega che le iniziative pubblico-private orientate alla salute, come quelle promosse dalla Fondazione Gates, sono arrivate a "dominare la governance globale" nel loro settore, a scapito delle politiche volte al rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali nel loro complesso. Infatti, queste iniziative internazionali pubblico-private sono riuscite a orientare i sistemi sanitari pubblici in modo tale da sostenere le loro iniziative specifiche, focalizzate non sulla salute e sul benessere generale, ma su malattie specifiche.

Come abbiamo visto durante la pandemia di Covid, queste iniziative riescono a reindirizzare le risorse e l'attenzione dei sistemi sanitari nazionali, nel loro complesso, verso l'obiettivo specifico che promuovono, lasciando da parte tutto il resto e trattando la salute come se fosse una questione unidimensionale e meramente tecnica. Le risorse destinate al cancro, alle malattie cardiache e a decine di patologie sono state relegate per mesi senza nemmeno calcolare l'enorme danno che ciò avrebbe causato a milioni di persone. Le dimensioni sociali ed economiche della salute - come l'accesso agli specialisti della salute, all'acqua potabile e all'elettricità e, soprattutto, alla cultura necessaria per sapere cosa significa essere in buona salute - sono state trascurate a favore, ad esempio, della somministrazione di vaccini o di altri prodotti farmaceutici specifici. Alla fine, l'intero sistema sanitario nazionale finisce per assomigliare a un'enorme macchina per la distribuzione di vaccini (e, più recentemente, di terapie a base di mRNA).

Katerini Storeng, citata in precedenza, dirige il gruppo di ricerca sulle politiche sanitarie globali presso il Centro per lo sviluppo e l'ambiente (Università di Oslo) ed è professore onorario presso la London School of Hygiene & Tropical Medicine. In riferimento a quello che lei chiama "approccio Gates" (che ha proliferato dall'inizio di questo secolo), abbiamo che:

"Nonostante l'adozione di una retorica a sostegno dei sistemi sanitari 'olistici', i GHI come GAVI sono arrivati a catturare il dibattito globale sugli HSS a favore del loro approccio e della loro etica specifici per ogni malattia", spiega Storeng.

I critici dell'approccio dei GHI sottolineano che si tratta di un'arma a doppio taglio: sebbene aumentino le risorse destinate alla salute, cementano anche un sistema orientato al business privato e alle soluzioni tecniche. La potente influenza di queste iniziative riesce a modificare le politiche e i processi di pianificazione dei Paesi beneficiari, "distraendo i governi dagli sforzi coordinati per rafforzare i sistemi sanitari", spiega Storeng.

Storeng sottolinea anche che il concetto di rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali utilizzato da GAVI - dopo aver subito pressioni per adottarne uno - è molto lontano, sia ideologicamente che concettualmente, dalle precedenti interpretazioni di ciò che costituirebbe un forte sistema sanitario pubblico, come quello formulato nella Dichiarazione di Alma-Ata del 1978.

Dopo aver intervistato una ventina di professionisti legati alla GAVI e ad altre istituzioni sanitarie globali, Storeng ha scoperto che il dibattito sull'importanza del rafforzamento dei sistemi sanitari è "fortemente contrastato" da attori come l'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) e lo stesso Gates. "La Fondazione Gates", secondo un anonimo specialista GAVI che ha osato sostenere tale rafforzamento, era "una voce molto forte, che diceva che non crediamo nel rafforzamento dei sistemi sanitari". Bill Gates, ha spiegato la stessa fonte, "è veementemente contrario ai sistemi sanitari... in pratica ha detto che è un completo spreco di denaro...".

Mentre il Trattato OMS sulle pandemie del 2022 e altri programmi diretti dalla Fondazione Gates vanno avanti, la trasformazione neoliberale della salute globale si sta trasformando in quello che può facilmente diventare uno scenario da incubo ricorrente diretto dai maestri del filantrocapitalismo, da una Big Pharma onnipotente e dalla propaganda dei media aziendali.

Daniel Espinosa è uno scrittore e giornalista peruviano. È editorialista di Hildebrandt en sus trece, un settimanale peruviano indipendente, ed è autore di Propaganda Pura y Dura, il suo primo libro (in spagnolo).

Fonte: https://propagandainfocus.com/philanthrocapitalism-and-corporatocracy-the-great-global-coup-detat/

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