Per azioni comuni nei giorni delle elezioni greche, per una forte e larga mobilitazione euro-mediterranea nell’autunno 2012!
La risposta alla crisi economica e finanziaria è la stessa ovunque: taglio delle spese pubbliche e misure di austerità con il pretesto della riduzione del deficit ed il rimborso del debito pubblico, conseguenza diretta delle politiche neoliberiste degli ultimi 20 anni. I governi, al servizio della finanza e del grande capitale europeo, stanno effettivamente utilizzando questo pretesto per ridurre ulteriormente le spese sociali, abbassare i salari e le pensioni, privatizzare i servizi sanitari, smantellare i benefici sociali e il diritto del lavoro, aumentare le tasse della maggioranza proprio mentre si concedono vantaggi sociali e fiscali generalizzati alle grandi imprese e ai grandi azionisti.
Misure violente contro le popolazioni – come quelle sperimentate nel laboratorio sociale greco negli ultimi due anni – sono state prese in Portogallo, Irlanda, Spagna, Italia e nei paesi dell’Europa dell’est.
È ormai prassi comune distruggere i salari e i diritti dei lavoratori, avviando procedure fallimentari. Il caso più noto è quello del colosso usamericano dell’industria automobilistica General Motors, che ha licenziato 30.000 lavoratori, ha dimezzato i salari dei nuovi assunti, e ha tagliato i benefici dei pensionati. Se il governo tedesco seguirà questa via, questa procedura verrà applicata a interi paesi. Secondo un rapporto della rivista Der Spiegel, la cancelleria di Berlino ha elaborato un piano in sei punti per “riforme strutturali” di vasta portata in Grecia e in altri paesi fortemente indebitati dell’Unione Europea. Di Peter Schwarz WSWS Il piano prevede la vendita delle imprese statali, lo smantellamento dei diritti di tutela dell’occupazione, la promozione di settori del lavoro a basso salario, la rimozione dei vincoli sulle imprese, e la creazione di zone ad economia speciale e agenzie di privatizzazione sul modello della tedesca Treuhand. Il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert non ha confermato il piano, ma nemmeno lo ha negato. Secondo Der Spiegel, il piano costituirà la base per i negoziati al cosiddetto “summit sulla crescita” dell’Unione Europea a fine giugno. Der Spiegel scrive che la cancelliera Angela Merkel accoglierà la richiesta di una politica di crescita dal neoeletto presidente francese François Hollande, “applicando il principio dei combattenti di judo: utilizzare lo slancio dell’avversario per sferrare il proprio attacco”. Leggi tutto...
Svelato il “mistero” della Torino-Lione: il vero motivo per cui si vuole realizzare a tutti i costi la maxi-infrastruttura più inutile d’Europa sarebbe l’incremento illimitato del debito pubblico. I “mandanti” dell’operazione? Le banche, innanzitutto: di fronte a cui passerebbero in secondo piano la potente “casta” politica Pro-Tav, gli interessi di Confindustria e persino le infiltrazioni della mafia, considerata in pole position nell’aggiudicazione “a cascata” degli appalti faraonici. Secondo analisti e critici, chi eredita l’affare del secolo è prima di tutto la finanza, a cui lo Stato dovrebbe ricorrere sia per la costruzione dell’opera, sia poi per il mantenimento.
Per la sola sicurezza, senza che sia ancora stato impiantato il cantiere, a Chiomonte la “militarizzazione” del sito è già costata 27 milioni di euro: grossomodo, il 10% di quanto sborserebbe l’Unione Europea, per una linea Tav che costerà almeno 20 miliardi. Spesa nominale: perché poi, avverte la Corte dei Conti, il costo potrebbe aumentare anche di otto volte, in vent’anni di cantieri, arrivando alla teorica cifra-mostro di 100 miliardi di euro.
La Torino-Lione resta un’opera strategica, ha ripetuto di recente l’ex banchiere Corrado Passera, ora ministro, come al solito senza fornire spiegazioni e fingendo di ignorare che – proprio in valle di Susa – il recente ampliamento del traforo ferroviario del Fréjus consentirebbe anche di caricare i Tir sui treni, usando la storica linea Torino-Modane come “autostrada ferroviaria”, se solo il traffico merci Italia-Francia non fosse ormai un fantasma del passato.
Gli insider predicono 5 giorni di ferie
bancarie in Europa prima della fine dell'Euro, il Renminbi (moneta
cinese; ndt) potrebbe sostituire il dollaro USA nel mese di settembre
La resa dei conti finale nella guerra
finanziaria in atto appare imminente. Il BRICS (Brasile, Russia,
India, Cina e Sud Africa; ndt) e l'alleanza di 140 nazioni si stanno
preparando ad offrire di comprare tutti i dollari statunitensi in
contanti e sostituirli con una nuova moneta sostenuta da un paniere
di materie prime, compresi i metalli preziosi; secondo molte fonti.
Dopo questo movimento, nessun denaro
stampato dal sindacato del crimine americano, la Federal Reserve
Board, sarebbe accettato come moneta dal gruppo dei 140 Paesi. Tutto
ciò porterebbe alla fine dei giochi la Cabala criminale che ha preso
il potere illegalmente negli Stati Uniti.
Prima di questa mossa però, ci saranno
cinque giorni di ferie bancarie in Europa, a cui seguirà la fine
dell'Euro e la reintroduzione delle vecchie monete nazionali come il
Marco e la Dracma; dicono fonti della famiglia Rothschild.
Le giornate stanno continuando ad
allungarsi, l'aria si é fatta tiepida e mentre l'estate sta
iniziando a fare capolino, sembra giunto il momento di trastullarci
con un sommario bilancio di questo primo semestre di governo dei
banchieri, partendo dal presupposto che probabilmente nel momento del golpe operato dalla premiata ditta Monti & Napolitano, eravamo
stati troppo ottimisti. La pressione fiscale é salita a
dismisura, a causa dell'introduzione di una marea di nuove tasse e
delle accise sul prezzo dei carburanti. I redditi delle persone meno abbienti sono quelli che ne hanno risentito di più e si stanno
drammaticamente allungando le file alle mense della Caritas, le
persone costrette a dormire in macchina e quelle letteralmente
buttate sotto ad un ponte da Equitalia.
Ma nonostante l'aumento esponenziale
della tassazione, le entrate del governo risultano inferiori di 3,4
miliardi rispetto alle previsioni e resta difficile immaginare che
una congrega di contabili e banchieri non avesse previsto che la
contrazione dei consumi e delle imprese, determinata proprio dalle
nuove tasse, avrebbe provocato un effetto domino di questo tipo. Per
fare fronte a questo ammanco di cassa, la soluzione sarà quella
d'imporre nuove tasse che ridurranno ulteriormente le entrate dello
stato, in un gioco al massacro il cui senso ultimo può essere solo
la volontà di portare al fallimento questo disgraziato paese, per
poi venderlo a tranci al miglior offerente....
Sono ore strane e concitate in Grecia. Tese, fitte di contrattazioni,
di dubbi, interrogativi. Da un lato le pressioni dell'Europa, che
chiede un'immediata ristrutturazione del debito e minaccia l'esclusione
dall'euro. Dall'altro il crescente malcontento di una popolazione
vessata ogni giorno di più dalla crisi e dalle misure di austerità. Nel
mezzo i partiti appena usciti dalle elezioni, che cercano da una
manciata di giorni di mettere in piedi un governo che goda di una
maggioranza stabile; e lo spettro di nuove elezioni fra un mese che si
fa ogni ora più concreto.
Protagonista indiscusso di questi giorni è stato Alexis Tsipras,
giovane leader della Coalizione di sinistra radicale Syriza che ha
rifiutato ogni forma di accordo e compromesso con gli altri partiti
maggiori puntando dritto alle nuove elezioni. Il suo partito è divenuto
con l'ultima tornata elettorale il secondo partito del paese grazie al
crollo del Pasok, storico partito di centrosinistra reo, agli occhi
degli elettori, di ave avallato il piano di salvataggio “lacrime e
sangue” proposto dalla troika.
Il MES (Esm in inglese) è il Meccanismo di Stabilità Europea.
Il cosiddetto fondo salva-stati. Sembra una cosa buona, ma con il MES
ci stiamo per indebitare di 125 miliardi di euro. 15 dovremo darli
subito, e siccome non li abbiamo, dovremo fare nuovi debiti. Nuovi
debiti significa nuovi interessi. Per cosa? Per essere “salvati”, nella
malaugurata ipotesi dovessimo fallire. Ma come verremo salvati? Ci
daranno semplicemente i soldi, un po’ come farebbe un’assicurazione a
fronte del pagamento di un premio, al verificarsi di un sinistro? No, ce
li presteranno. Nuovi debiti. Paghiamo 125 miliardi per avere la
possibilità di farci prestare dei soldi a interessi elevati. Ve l’hanno
mai raccontata così? Anzi: ve l’hanno mai raccontata in un qualsiasi
modo?
1. Oggi, 2 giugno 2012,
nasce il sito dell’Associazione Riconquistare la Sovranità (ARS). La
data è stata scelta per l’alto valore simbolico: crediamo fermamente
nella Costituzione Repubblicana, soprattutto nel titolo che disciplina i
“rapporti economici”, disapplicato da oltre venti anni. La disciplina
costituzionale dei rapporti economici è un’ancora di salvezza per
tentare di uscire dalle tre crisi che attanagliano l’Italia: la crisi
della produzione; la crisi della distribuzione; la crisi culturale e
addirittura antropologica.
L’ARS muove dalla convinzione che l’euro
sia stato un errore tecnico, oltre che politico: ha impoverito non
soltanto i lavoratori dipendenti, bensì anche molte imprese italiane. Si
tratta di un’opinione ancora largamente minoritaria, la quale,
tuttavia, va diffondendosi, perché la barriera della menzogna, eretta
dai media mainstream, è stata forata in più parti dalle avanguardie del
popolo italiano e perché la spietatezza dei crudi fatti e le crisi della
produzione e della distribuzione della ricchezza hanno oggettivamente
suscitato in molti cittadini almeno il dubbio sulla sostenibilità della
moneta comune.
Tuttavia, l’ARS sostiene una posizione
più avanzata rispetto a quella di coloro che si limitano a constatare il
fallimento dell’euro e, quindi, gli squilibri e l’impoverimento che la
moneta comune ha generato. L’errore tecnico dell’euro si colloca in un
quadro di politiche giuridico-economiche le quali, negli ultimi
venticinque anni, hanno spostato ricchezza:
Oggi e' diventata di moda la parola d'ordine: niente piu' contanti qualsiasi cosa che possa essere sostituito ad esso e' meglio e sicuramente e' piu' semplice e piu' idoneo.
Peccato che nessuno si e' chiesto PERCHE'. Il problema della persone
che guardano sempre l'effetto ma mai la causa che ha prodotto tale
effetto, questo purtroppo avvantaggia l'Elite che serve gli Illuminati.
Il motivo e semplice: un sistema che e' gestito da un meccanismo
pienamente gestibile da un modello di credito elettronico mette a
disposizione al potere e alle Elites una possibilita' unic,a quella di
poter controllare definivamente qualsiasi persona sulla faccia della
terra tracciando qualsiasi cosa con sistemi elettronici e computerizzati
sempre piu' complessi come i gia' esistenti computer quantistici che si
nega l'esistenza ma che in realta' in determinati enti governativi sono
in funzione da anni secondo il mio modestissimo parere, senza contare
che e' un mezzo di ricatto incredibile per la popolazione.
"Dissidenti
politici", persone che sono contrarie al Nuovo Ordine Mondiale (i nuovi
psicoterroristi come cominciano a chiamarci) quelli che non vogliono una
dittatura mondiale, i microchip e una vita di schiavitu' possono cosi'
finire sotto il loro terrificante e maligno tallone. Pensate se uno di
noi un giorno fosse definito uno psicoterrorista e gli venisse bloccato
l'account elettronico, se avessimo un sistema mondiale con solo la carta
elettronica basterebbe un semplice click e noi non potremmo comprare
nemmeno un pacchetto di fazzoletti per pulirci il naso se l'Elite non
vuole. L'isolamento economico dei "dissidenti", e' la strategia piu'
pericolosa e terrificante che L'Elite e gli Illuminati abbiano mai
pensato per la popolazione umana. Non servirebbero piu' scuse:
anarchici, al-qaeda, gruppi di estremisti, basta in silenzio premere il
bottone del blocco account per decidere la morte sociale ed economica di
una persona. Questo e quello che stanno preparando per tutti noi.
Alexis Tsipras
non indossa la cravatta, è giovane, ha 37 anni, carismatico, e
secondo la maggior parte dei sondaggi, potrebbe vincere le elezioni del 17
giugno.
Queste elezioni determineranno il futuro della Grecia, la loro
permanenza o meno nella zona euro e, in definitiva, la stabilità
dell'Unione europea (UE). Nel bel mezzo della campagna, La Nacion ha intervistato la grande
rivelazione delle elezioni del 6 maggio, che rappresenta la vittoria
delle forze contro l'austerità.
Tsipras è una speranza di cambiamento per molti greci, soffocati dai
programmi di adeguamento imposti dall'UE e dal FMI in cambio di un
salvataggio miliardario.
Maè,a sua volta, l'uomo che tiene in sospeso l'Europa: la sua vittoria potrebbe portare alla rottura della zona euro.
Leader del partito Syriza, la sinistra radicale, la grande novità in
Grecia, sta scuotendo il mondo perché rifiuta categoricamente il
memorandum firmato da Atene a Bruxelles due anni fa, per essere salvata
dalla bancarotta.Rifiutare questo accordo metterebbela Greciasul puntodi lasciare lazona euro.
Tuttavia, ambiguo, Tsipras insiste sul fatto che il suo paese continui ad utilizzare l'euro, perché, ha detto, "il ritorno alla
dracma non è un'opzione".Ingegnere civile, Tsipras vive con la sua compagna di vita, padre di un bambino di due anni e aspetta un secondo.
La nuova figura della politica ha salutato questo corrispondente la settimana
scorsa ad Atene durante una riunione del gruppo e ha continuato
l'intervista via e-mail.
Perché gli elettori Greci dovrebbero fidarsi di Lei, visto che non ha nessuna esperienza di governo?
- La politica del rigore che
è stata applicata in Grecia è del tutto inefficace a livello
finanziario e assolutamente distruttiva a livello produttivo e sociale.
Eccellente intervista a Paolo Becchi. Il lettore di questo sito trovera,
forse, qualche punto di dissenso. Credo tuttavia che la valutazione
complessiva debba essere estremamente positiva. Qualcosa si muove e
tutto ciò che va nella direzione da noi proposta è benemerito.
"Meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine".
Viviamo tempi sciagurati e
miserabili sotto molteplici punti di vista, tempi in cui, non solo le normali
aspirazioni di verità, trasparenza e giustizia vengono tradite e vilipese da
chi si è assunto la presumibile responsabilità di traghettare il paese fuori
dalle secche di questa interminabile e devastante crisi globale, continentale e
nazionale, ma nei quali perfino il semplice sentimento della decenza è andato
smarrito e forse perduto per sempre. Dopo anni di egemonia (sub)culturale berlusconiana
ci si aspettava qualcosa di meglio e di più incoraggiante per le sorti della
traballante Repubblica. E poi siamo veramente sicuri che i cosiddetti tempi bui
della ribalta del Cavaliere sono veramente terminati ?
Di HS
Quel che non posso più
tacere è la mia indignazione di cittadino e le ferite che quotidianamente mi
vengono inferte nella mia dignità di semplice uomo civile. Disgraziatamente in
questo 2012 ancora così lungo e dolente si susseguono i ventennali,
trentennali, quarantennali delle celebrazioni dei “sacrifici” di solerti e coraggiosi
servitori dello Stato assassinati per aver anche solo sfiorato quei famosi fili
che non lasciano scampo. Non solo Falcone e Borsellino, ma anche il generale
Dalla Chiesa e l’onorevole Pio La Torre, come il commissario Calabresi, per
tacere di quella lista fin troppo lunga di politici, magistrati, carabinieri,
poliziotti e giornalisti… Uomini che hanno creduto in uno Stato il quale per la
sua metà ha quantomeno favorito incoraggiato e coperto gli assassini mentre l’altra
è rimasta a guardare impassibile per non disturbare troppo.
I mercati da due giorni stanno crollando. Gli europei e soprattutto i tedeschi, l'uno dopo l'altro avvertono la Grecia ed il Syriza che il memorandum e l'austerità sono a senso unico. Nei social media, 9 post su 10 riguardano l'entrata dell'Alba d'Oro [gruppo nazifascista, NdE] nel parlamento, così come accade anche in ogni discussione politica, provocando la preoccupazione e il terrore. In questo sconvolgimento non viene commentato abbastanza, il vero grande evento di queste elezioni. Di Apostolis Fotiadis Αποστόλης Φωτιάδης
Da questo risultato si deduce che tutti sono contro tutti, dopo 3 anni di interminabile propaganda pro-memorandum, contro il monetarismo fondamentalista della Merkel e gli strangolamenti dei mercati; la società si trova di fronte alla minaccia continua dell'austerità o del caos, con la paura di essere la materia prima sulla quale si basa il bipolarismo, già da tempo. Una grande parte della società greca è riuscita a piegare il fronte pro-memorandum, in un confronto controllato da una legge elettorale volgare che imbroglia il voto finale. Il risultato di queste elezioni è senz'altro incredibile.
COS'E' “METREX” E COME SI DISGREGANO INSIDIOSAMENTE LE FRONTIERE NAZIONALI
L’”Associazione dello Spazio metropolitano di Zurigo” è
plasmata ad immagine e somiglianza dell’associazione internazionale “METREX”,
la cui missione consiste nel disintegrare le frontiere internazionali e nel
creare nuove regioni sovrastatali, non più controllate democraticamente.
L’Associazione ha sede in Belgio e sottosta dunque alle leggi belghe. I
parallelismi con l’”Associazione dello Spazio metropolitano di Zurigo” sono
eclatanti. Si capisce chiaramente su che basi si fonda l’ideatore dello Spazio
metropolitano di Zurigo, l’ex consigliere di stato Markus Notter.
E’ evidente per tutti coloro che hanno indagato almeno un
pochino che il concetto di spazio metropolitano europeo è stato creato dietro
le quinte dell’UE. Tutto ciò che contribuisce a dissolvere le frontiere
storiche, come i parchi naturali, che vanno oltre non solo le frontiere
cantonali ma anche nazionali, come i differenti programmi Interreg, sono il
prodotto di pianificatori strategici dell’UE,
di una UE in fallimento. METREX è stato creato nel 1996, nel corso di
una conferenza di Spazi metropolitani tenutasi a Glasgow, con l’aiuto della
commissione europea allo scopo di cancellare le frontiere nazionali, con la
scusa eufemistica di una cooperazione più stretta tra gli Spazi metropolitani
al di là delle frontiere. METREX cita come padre di questa idea uno “dei più
importanti pianificatori europei, l’ecologista e pedagogista Patrick Geddes (1854-1932),
che ha concepito il centro della città di Tel-Aviv e si è occupato
principalmente della pianificazione delle metropoli.
Questa non è una crisi greca. Si tratta di una crisi europea, da considerare in due fasi. In primo luogo, il crollo finanziario del 2008 ha provocato una recessione globale di gravità eccezionale. In
combinazione con i salvataggi finanziari delle banche, questa ha
provocato un brusco aumento dei debiti e del deficit per la maggior
parte delle grandi economie, incluse quelle nella zona euro. Dopo il 2008-9, come le entrate fiscali sono diminuite e la
disoccupazione è accresciuta, si sono allargati i disavanzi pubblici.
Per colmare il divario, i governi hanno preso a prestito, spingendo in
alto i loro debiti. Per i paesi dell’Eurozona, la gran parte di questo
debito finanziario è stata assunta da banche europee.
Le banche erano felici di questa disposizione, in quanto ritenevano
che non fosse possibile per un membro della zona euro il fallimento e,
pertanto consideravano i prestiti a basso rischio. Anche i governi erano
felici, visto che sembrava fossero loro concessi finanziamenti a buon
mercato.
Ma esisteva un problema. Per il decennio di esistenza dell’euro, a
pieno effetto venivano fissati i tassi di cambio dei paesi membri, l’uno
rispetto all’altro. L’opzione di rivalutare o svalutare una moneta
all’interno della zona euro non era più disponibile.
Per sette anni, la Germania, con una debole crescita di
produttività, ha guidato i salari e gli stipendi dei suoi lavoratori
verso il basso, con la caduta effettiva dei redditi medi.
Caos “democratico” (per il Partito
Democratico, s’intende...).
Chiusasi fragorosamente la stagione
del berlusconismo (anche nelle sue diramazioni -“metastasi”, per alcuni- locali: dalla
Moratti a Milano, a Cammarata a Palermo...), tutti
i segnali convergevano in un’unica direzione: l’irripetibile opportunità per il Pd,
principale forza d’opposizione in questi anni, di capitalizzare elettoralmente da un lato la “frustrazione pidiellina” (per quel promesso “miracolo economico” trasformatosi in un incubo!),
dall’altro la “rabbia leghista” (di chi è passato dall'orgoglio di gridare “padroni a casa nostra!” alla vergogna di scovare “ladroni in casa propria”!). Di Gaspare Serra
Test politico di primordineera rappresentato dalle amministrative di Palermo (quinta
città d’Italia), dove dieci anni di mala
amministrazione Cammarata (macchiata da svariati scandali e da una
“gestione privata” della Cosa pubblica) avevano fatto lievitare le ambizioni del centrosinistra di governo cittadino.
Per il Pd,dopo essere entrati a Palazzo dei Normanni “furtivamente”
Il documentario mostra e dimostra la catastrofe che segue la
privatizzazione e la liberalizzazione, per risolvere una crisi voluta,
che ne è la giustificazione. La giustificazione per depredare intere
nazioni del patrimonio e dei beni pubblici del suo popolo, usando
sistemi repressivi e liberticidi e inducendo i lavoratori a una
condizione di schiavitù.
I creatori di Debtocracy, documentario con
due milioni di visualizzazioni trasmesse dal Giappone all'America
Latina, analizzano lo spostamento dei beni dallo Stato in mani
private. Viaggiano nei paesi sviluppati, alla ricerca di dati in materia
di privatizzazioni e ricercano indizi sul giorno dopo il massiccio
programma di privatizzazioni della Grecia.
Minnesota, Tennessee, Iowa, South Carolina e Georgia.
Questi sono i primi stati che si stanno preparando alla morte del
dollaro e al collasso del governo federale. Come? Permettendo ai loro
cittadini di utilizzare oro, argento o altri metalli preziosi come mezzo
di pagamento e autorizzando la creazione di monete emesse dagli stati,
alternative o complementari al greenback.
Infatti, “in caso di iperinflazione, depressione, od altre calamità economiche relative al crollo del Sistema della Federal Reserve...le finanze dello Stato e l'economia privata precipiterebbero nel caos”, afferma Glen Bradley, deputato repubblicano del North Carolina
e promotore, nel 2011, di una proposta di legge che introduce una
moneta locale ancorata alla riserva aurea. Ma se il potere d'acquisto
del dollaro Usa è in costante dimuzione a causa della politica
inflazionistica della FED, quello di metalli preziosi come oro ed
argento è in continuo aumento.
Mike Pitts, deputato repubblicano del South Carolina
ha presentato una proposta di legge che permette di utilizzare
qualsiasi moneta d'oro o d'argento (persino il Peso filippino o il
Krugerrand sudafricano) come mezzo di pagamento, basandosi su peso e
taglia. Pitts ritiene che la proposta (sostenuta da altri 12 deputati)
possa arginare quella che definisce “una crisi economica di portata
storica”. Anche i deputati repubblicani dello Stato di Washington
lo hanno seguito nel gennaio scorso, presentando una legge che rende
legale l'utilizzo di monete auree ed argentee come forma di pagamento
basata sul loro valore di mercato e anche in Idaho vi sono fermenti in
questa direzione.
Sono qui per parlarvi di una storia oscura e tragica. Avete già capito: l’Europa è un mostro che va contro tutte le regole della teoria monetaria e dell’economia
moderna. Perché esiste un sistema così assurdo? Mi è stato detto che
nel vostro paese – come nel mio, del resto – alcune persone pensano che,
se riusciamo a liberarci dell’euro, l’Italia o la Francia diverrebbero equiparabili ad alcuni dei paesi più poveri dell’Africa, come lo Zimbabwe. Ma l’economia reale dell’Eurozona è già nello stesso stato dello Zimbabwe.
LIBRE In Francia,
il vero tasso di disoccupazione è di circa il 60% della popolazione
attiva, una cifra enorme. E il vero tasso di inflazione è del 7-8%.
Perciò non abbiamo la piena occupazione né una stabilità dei prezzi.
Questo significa che tutti i dati ufficiali europei sono menzogne.
Cito il direttore generale del ministero delle finanze francese, che
appartiene all’ordine monastico dei Benedettini ed è anche il capo
dell’Opus Dei francese
– fra l’altro, anche la Commissione Europea (come il governo francese) è
ampiamente controllata dall’Opus Dei. Ho provato a parlare con lui di
questa questione, e mi ha detto:
«Sì, l’economia
francese è morta, ma non abbastanza». Mi ha detto: «Professore, lei
deve capire perché esiste il sistema europeo. Che cosa vogliamo?
Vogliamo distruggere, per sempre, la gente. Vogliamo creare una nuova
tipologia di europeo: una nuova popolazione europea, disponibile ad
accettare la sofferenza, la povertà. Una popolazione disposta ad
accettare salari inferiori a quelli cinesi. E questo rappresenterà il
fulcro del mio impegno».