5 aprile 2013
L'U€ PIANIFICA DI CONFISCARE I DEPOSITI IN TUTTA L'€UROZONA
La confisca dei depositi a Cipro non è che la prima applicazione pratica
di una soluzione pianificata da tempo per tutta la regione
translatlantica. Il piano prevede di passare dai salvataggi esterni
("bailouts") delle banche eseguiti con il prelievo fiscale, ai
salvataggi interni ("bail-ins") eseguiti confiscando azioni,
obbligazioni e depositi.
Movisol
Il Parlamento Europeo sta per votare una legge per la "risoluzione" delle banche in difficoltà la cui bozza è stata presentata dalla Commissione EU il 6 giugno 2012, basata su uno schema di bail-in che include la confisca dei depositi al di sopra della quota garantita di 100 mila euro. Il relatore della legge, Gunnar Hokmark, ha dichiarato alla Reuters il 20 marzo che probabilmente la legge passerà così come è stata scritta. "Dovremo essere in grado di eseguire il bail-in anche attingendo ai depositi. Quelli sotto i 100 mila euro sono protetti (…) quelli sopra i 100 mila non sono protetti e dovranno essere trattati come parte del capitale che può essere usato per il salvataggio". Hokmark è fiducioso che la maggioranza del Parlamento Europeo voterà in questo senso.
Il 25 marzo il nuovo presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, aveva creato scalpore affermando che la confisca dei depositi a Cipro era un "modello" per l'Eurozona.
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Movisol
Il Parlamento Europeo sta per votare una legge per la "risoluzione" delle banche in difficoltà la cui bozza è stata presentata dalla Commissione EU il 6 giugno 2012, basata su uno schema di bail-in che include la confisca dei depositi al di sopra della quota garantita di 100 mila euro. Il relatore della legge, Gunnar Hokmark, ha dichiarato alla Reuters il 20 marzo che probabilmente la legge passerà così come è stata scritta. "Dovremo essere in grado di eseguire il bail-in anche attingendo ai depositi. Quelli sotto i 100 mila euro sono protetti (…) quelli sopra i 100 mila non sono protetti e dovranno essere trattati come parte del capitale che può essere usato per il salvataggio". Hokmark è fiducioso che la maggioranza del Parlamento Europeo voterà in questo senso.
Il 25 marzo il nuovo presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, aveva creato scalpore affermando che la confisca dei depositi a Cipro era un "modello" per l'Eurozona.
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4 aprile 2013
GLI USA CERCANO DI RECUPERARE IL CONTROLLO SUL VENEZUELA
Poco
dopo la morte del leader della Rivoluzione Bolivariana e presidente
del Venezuela, Hugo Chàvez, alcuni media della destra statunitense
hanno lanciato una campagna di calunnie, descrivendolo come un
leader “autoritario” e “provocatore di divisioni”. Alcuni hanno anche
espresso la loro speranza che il progetto politico di Chàvez crollasse. Ma, come tutto il mondo può vedere, sono i governi di Stati Uniti e
Canada, e non Chàvez, quelli che sono isolati nel continente. I
presidenti di tutta l’America Latina sono andati a Caracas per
partecipare al funerale e a rendere omaggio a Chàvez. Lì molti di essi
hanno riaffermato il loro appoggio agli ideali di giustizia sociale e
sviluppo, integrazione e indipendenza per l’America Latina che il
leader venezuelano ha appoggiato per tutta la sua vita. Molti messaggi
di simpatia e solidarietà sono arrivati a Caracas, dal Messico
all’Argentina.
Di Yusuf Fernàndez
Vari governanti latinoamericani hanno affermato che, anche in assenza del leader della Rivoluzione Bolivariana, avrebbero continuato a lavorare insieme per sviluppare gli ideali di Hugo Chàvez, che sono stati messi in pratica con successo. Anche il capo di Stato della Colombia – un paese nemico del Venezuela durante il mandato dell’ex presidente Alvaro Uribe – José Manuel Santos ha elogiato l’impegno di Chàvez e del governo del Venezuela nel processo di pace nel suo paese.
Di Yusuf Fernàndez
Vari governanti latinoamericani hanno affermato che, anche in assenza del leader della Rivoluzione Bolivariana, avrebbero continuato a lavorare insieme per sviluppare gli ideali di Hugo Chàvez, che sono stati messi in pratica con successo. Anche il capo di Stato della Colombia – un paese nemico del Venezuela durante il mandato dell’ex presidente Alvaro Uribe – José Manuel Santos ha elogiato l’impegno di Chàvez e del governo del Venezuela nel processo di pace nel suo paese.
3 aprile 2013
CONGO: l giallo dei 2 milioni di ettari scomparsi
Il fenomeno del cosiddetto land grabbing (letteralmente:
"accaparramento della terra") è al centro della preoccupazione di molte
organizzazioni internazionali che si occupano di sviluppo ed
agricoltura.
Negli ultimi anni, infatti, società e Stati stanno acquisendo enormi estensioni di terra coltivabile, specialmente nei Paesi meno sviluppati dell'Africa, per scopi di sfruttamento agricolo - con l'evidente rischio non solo di creare un nuovo tipo di colonialismo ma ancor più di creare nuovi monopoli dei prodotti agro-alimentari, in un momento in cui essi sono già oggetto della speculazione finanziaria e di significativi rialzi di prezzo. Un altro aspetto delicatissimo della questione è legato al fatto che la maggior parte delle colture cui vengono destinati questi terreni servono per produrre energia: queste terre sono così sottratte alla produzione per alimentazione umana e animale, con ulteriori effetti di spinta, secondo molti osservatori, sulla crescita dei prezzi dei prodotti agro-alimentari, i cui effetti sono ovviamente più pesanti nei paesi del Sud del mondo.
L'argomento è sicuramente fondamentale per chi ha a cuore il futuro del pianeta, ormai unificato dalla globalizzazione, ma la cosa diventa addirittura appassionante quando uno di questi accaparramenti si trasforma in un vero e proprio giallo.
Negli ultimi anni, infatti, società e Stati stanno acquisendo enormi estensioni di terra coltivabile, specialmente nei Paesi meno sviluppati dell'Africa, per scopi di sfruttamento agricolo - con l'evidente rischio non solo di creare un nuovo tipo di colonialismo ma ancor più di creare nuovi monopoli dei prodotti agro-alimentari, in un momento in cui essi sono già oggetto della speculazione finanziaria e di significativi rialzi di prezzo. Un altro aspetto delicatissimo della questione è legato al fatto che la maggior parte delle colture cui vengono destinati questi terreni servono per produrre energia: queste terre sono così sottratte alla produzione per alimentazione umana e animale, con ulteriori effetti di spinta, secondo molti osservatori, sulla crescita dei prezzi dei prodotti agro-alimentari, i cui effetti sono ovviamente più pesanti nei paesi del Sud del mondo.
L'argomento è sicuramente fondamentale per chi ha a cuore il futuro del pianeta, ormai unificato dalla globalizzazione, ma la cosa diventa addirittura appassionante quando uno di questi accaparramenti si trasforma in un vero e proprio giallo.
2 aprile 2013
UE: GUERRA ALLA LIBERTA' DI INTERNET
PER INDEBOLIRE I MEDIA ALTERNATIVI INDIPENDENTI ONLINE, L'UE SI APPRESTA S "REGOLAMENTARE I MOTORI DI RICERCA INTERNET
Un nuovo rapporto della Commissione europea raccomanda la regolamentazione delle notizie in internet, attraverso la modificazione dei motori di ricerca per controllare l'accesso ai "luoghi della cospirazione", la creazione di agenzie stampa europee governative e la formazione di nuovi "quadri di giornalisti professionisti ... per ... scienza, tecnologia, finanza o medicina ".
Di Nathan Allonby
(Traduzione di Anna Moffa)
Il rapporto sollecita anche i politici europei e i leader delle istituzioni europee a tenere conferenze stampa regolarmente, ad emergere dalle ombre e a prendere il centro della scena come veri leader europei. Questo segna l'inizio di una nuova era per l'Unione europea, e per il suo controllo sui media. Se state leggendo questo negli Stati Uniti o in Canada, siate consapevoli del fatto che ciò che succede in Europa potrebbe accadere anche in America del Nord, a causa dell' Area di cooperazione euro-atlantica. Si tratta di un processo di convergenza attraverso il quale l'Europa e il Nord America adotteranno politiche simili su "libertà", giustizia e sicurezza, da attuare entro il 2014, cosa che sembra si possa applicare alle ultime proposte sui media.
Un nuovo rapporto della Commissione europea raccomanda la regolamentazione delle notizie in internet, attraverso la modificazione dei motori di ricerca per controllare l'accesso ai "luoghi della cospirazione", la creazione di agenzie stampa europee governative e la formazione di nuovi "quadri di giornalisti professionisti ... per ... scienza, tecnologia, finanza o medicina ".
Di Nathan Allonby
(Traduzione di Anna Moffa)
Il rapporto sollecita anche i politici europei e i leader delle istituzioni europee a tenere conferenze stampa regolarmente, ad emergere dalle ombre e a prendere il centro della scena come veri leader europei. Questo segna l'inizio di una nuova era per l'Unione europea, e per il suo controllo sui media. Se state leggendo questo negli Stati Uniti o in Canada, siate consapevoli del fatto che ciò che succede in Europa potrebbe accadere anche in America del Nord, a causa dell' Area di cooperazione euro-atlantica. Si tratta di un processo di convergenza attraverso il quale l'Europa e il Nord America adotteranno politiche simili su "libertà", giustizia e sicurezza, da attuare entro il 2014, cosa che sembra si possa applicare alle ultime proposte sui media.
« CON L'€URO NAZIONI RIDOTTE A COLONIE »
Poi non dite che non ci avevano avvisati. L’euroscettico Wynne Godley lo
fece, in modo perentorio, a partire dal lontano 1992, al momento del
varo del Trattato di Maastricht. Tesi: senza un governo democratico
federale, l’Europa affidata solo all’euro e alla Bce è fatta apposta per
portare le sue nazioni al collasso economico. Perché, senza un potere
di spesa illimitato e “pronta cassa”, alla prima crisi seria si
spalancherà l’inferno delle austerità e le economie più deboli
cominceranno a soccombere, andando incontro alla catastrofe sociale.
Godley non era un profeta, ma semplicemente un economista democratico:
«Se un paese o una regione non ha alcun potere di svalutare – scriveva
nel ’92 – e se questo paese non è il beneficiario di un sistema di
perequazione fiscale, allora un processo di declino cumulativo e
terminale sarebbe inevitabile e condurrebbe, alla fine, all’emigrazione
come unica alternativa alla povertà e alla fame».
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«Moltissime persone, in Europa, si sono rese conto improvvisamente di quanto il Trattato di Maastricht potrebbe interessare direttamente le loro vite e quanto poco ne conoscano i contenuti. La loro legittima ansia ha spinto Jacques Delors a fare una dichiarazione secondo la quale il punto di vista della gente comune, in futuro, dovrebbe essere consultato. Avrebbe potuto pensarci prima». Parole che sembrano scritte oggi. E che, invece, hanno richiesto vent’anni per essere diffusamente comprese. «L’idea centrale del Trattato di Maastricht – scrive Godley in un intervento ripreso dal sito “MeMmt” – è che i paesi della Ce dovrebbero muoversi verso l’unione economica e monetaria, con una moneta unica gestita da una banca centrale indipendente. Ma qual è il resto della politica economica da approntare? Poiché il trattato non propone alcuna nuova istituzione eccetto quella di una banca europea, chi sponsorizza tale trattato probabilmente crede che non occorra fare di più».La storia dell’economia che si auto-regola? Non s’è mai visto al mondo!
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31 marzo 2013
Julian Assange: "Il terrorista informatico è Obama, non sono io"
Secondo
il fondatore di Wikileaks Julian Assange l’aumento del potere delle
compagnie di vigilanza e spionaggio di massa in Internet negli ultimi
anni è responsabilità del presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
“Il terrorista informatico non sono io, ma Barack
Obama e anche il vicepresidente Joseph Biden. Sono stati loro a
ordinare gli attacchi informatici contro installazioni nucleari
iraniane con il virus Stuxnet, attacchi finanziati e portati avanti
sotto la loro supervisione”, ha affermato Assange in un’intervista alla
rivista francese ‘L’Express’.
Stuxnet e Flame sono i due principali virus
distruttivi infiltrati negli ultimi due anni nei computer iraniani, poi
neutralizzati grazie allo sviluppo di softwares in grado di
disattivarli.
Secondo il giornalista australiano, il potere
economico e tecnologico dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza degli
Stati Uniti la rende una delle istituzioni più gigantesche della
storia, in grado di realizzare operazioni di spionaggio a livello di
massa.
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30 marzo 2013
BAMBINI PALESTINESI NELLE CARCERI MILITARI ISRAELIANE
Un rapporto dell'Unicef denuncia i maltrattamenti "molto diffusi, sistematici e istituzionalizzati" cui sono sottoposti i minori palestinesi rinchiusi delle carceri israeliane. A differenza dei loro omologhi israeliani, i bambini palestinesi non hanno il diritto di essere accompagnati dai genitori durante un interrogatorio e sono raramente informati dei loro diritti.
"Il test di una democrazia sta nel trattamento riservato ai detenuti, alle persone in carcere, e in modo particolare ai minori", dichiarava nel gennaio 2012 Mark Regev, Portavoce del Primo Ministro israeliano, Benyamin Netanyahu[1].Un recentissimo rapporto dell'Unicef, basato su oltre 400 casi documentati di detenzioni e maltrattamenti di giovani detenuti, mette in dubbio il livello di democrazia esistente in Israele[2].
29 marzo 2013
Obama protegge la Monsanto con una legge "su misura"
Obama firma legge che libera la Monsanto da ogni responsabilità legale.
Barack Obama questa settimana ha firmato legge finanziaria HR933, una parte della quale, conosciuta come la Farm Security protegge le aziende di sementi transgeniche come la Monsanto dalle controversie derivanti dalla vendita dei loro prodotti. La legge è stata promossa da senatore repubblicano del Missouri, Roy Blunt, che, secondo il quotidiano New York Daily News, ha lavorato con la Monsanto per sviluppare il testo della legge. Lo stesso senatore spiega che il testo fa parte della legge HR 933 e che è una misura legislativa limitata ad un periodo di tempo (fino a settembre 2013).
Secondo i dati del Centro per la Politica Responsabile (Center for Responsive Politics), il senatore Blunt ha ricevuto 64.250 dollari di sostegno 2008 fino al 2012. Il sito web Money Monocle considera Blunt come il principale politico repubblicano destinatario del finanziamento di Monsanto degli ultimi tempi.
Barack Obama questa settimana ha firmato legge finanziaria HR933, una parte della quale, conosciuta come la Farm Security protegge le aziende di sementi transgeniche come la Monsanto dalle controversie derivanti dalla vendita dei loro prodotti. La legge è stata promossa da senatore repubblicano del Missouri, Roy Blunt, che, secondo il quotidiano New York Daily News, ha lavorato con la Monsanto per sviluppare il testo della legge. Lo stesso senatore spiega che il testo fa parte della legge HR 933 e che è una misura legislativa limitata ad un periodo di tempo (fino a settembre 2013).
Secondo i dati del Centro per la Politica Responsabile (Center for Responsive Politics), il senatore Blunt ha ricevuto 64.250 dollari di sostegno 2008 fino al 2012. Il sito web Money Monocle considera Blunt come il principale politico repubblicano destinatario del finanziamento di Monsanto degli ultimi tempi.
HUGO CHAVEZ: Un uomo del Rinascimento del XXI secolo
Il Presidente Hugo Chavez è stato unico in molteplici settori della vita politica, sociale ed economica. Ha fornito contributi significativi al progresso dell’umanità. La profondità, la portata e la popolarità delle sue realizzazioni lo contrassegnano come il “Presidente del Rinascimento del XXI secolo”.
Molti scrittori hanno preso in considerazione specifici suoi contributi degni di passare alla storia, mettendo in evidenza particolare i provvedimenti legislativi contro la povertà, il suo successo nel vincere le elezioni con il consenso del popolo con maggioranze clamorose, e la sua promozione di un’istruzione universale pubblica gratuita e della copertura sanitaria per tutti i Venezuelani.
In questo breve saggio verranno messi in evidenza i contributi storici unici al mondo che il Presidente Chavez ha reso nelle sfere dell’economia politica, dei principi etici e del diritto internazionale, e nella ridefinizione delle relazioni tra leader politici e cittadini.
Iniziamo con il suo contributo duraturo allo sviluppo della cultura civica in Venezuela, e non solo.
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Molti scrittori hanno preso in considerazione specifici suoi contributi degni di passare alla storia, mettendo in evidenza particolare i provvedimenti legislativi contro la povertà, il suo successo nel vincere le elezioni con il consenso del popolo con maggioranze clamorose, e la sua promozione di un’istruzione universale pubblica gratuita e della copertura sanitaria per tutti i Venezuelani.
In questo breve saggio verranno messi in evidenza i contributi storici unici al mondo che il Presidente Chavez ha reso nelle sfere dell’economia politica, dei principi etici e del diritto internazionale, e nella ridefinizione delle relazioni tra leader politici e cittadini.
Iniziamo con il suo contributo duraturo allo sviluppo della cultura civica in Venezuela, e non solo.
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28 marzo 2013
€UROPA: STA NASCENDO UNA DITTATURA
L'Europa è una dittatura, bisogna uscirne il prima possibile. Senza
chiedersi cosa sarà della bolletta della luce o della rata del mutuo,
perché non ci lasceranno né luce né casa. Siamo in mano a dei pazzi
furiosi.
Di Debora Billi
L'unica cosa amaramente buona di questa crisi è che ho capito come nascono le dittature, che SI, è proprio vero, più che da una violenza dei padroni derivano dalla tentazione dei servi, dall'ignoranza dalla mediocrità e dall'ignavia della gente (...); e a cosa dovrebbe servire la cultura umanistica: ad insegnarti con chi hai a che fare affinché tu possa fare/ripetere meno errori possibili. Infatti è per questo che l'hanno piano piano distrutta.
Evidentemente stiamo riflettendo un po' tutti sulla stessa cosa: sta nascendo una dittatura, in Europa? A volte, mentre sento le notizie, ho dei flash di voci future "Ma noi non sapevamo, ma noi non volevamo!", chissà se è la sindrome di Cassandra, o soltanto memorie di un passato ancora recente.
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Di Debora Billi
L'unica cosa amaramente buona di questa crisi è che ho capito come nascono le dittature, che SI, è proprio vero, più che da una violenza dei padroni derivano dalla tentazione dei servi, dall'ignoranza dalla mediocrità e dall'ignavia della gente (...); e a cosa dovrebbe servire la cultura umanistica: ad insegnarti con chi hai a che fare affinché tu possa fare/ripetere meno errori possibili. Infatti è per questo che l'hanno piano piano distrutta.
Evidentemente stiamo riflettendo un po' tutti sulla stessa cosa: sta nascendo una dittatura, in Europa? A volte, mentre sento le notizie, ho dei flash di voci future "Ma noi non sapevamo, ma noi non volevamo!", chissà se è la sindrome di Cassandra, o soltanto memorie di un passato ancora recente.
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26 marzo 2013
CIPRO: "I BANCHIERI SONO SACRI, I DEPOSITI NO!"
La piccola isola del Mediterraneo orientale è responsabile solo dello 0,2% del PIL dell’Unione Europea. Ma l’architettura del nuovo piano di “salvataggio” per Cipro fa rinascere la paura sul futuro dell’euro. Comè possibile questo?
Anticipando le conclusioni, il piano di salvataggio per Cipro porta con sè tre grandi pericoli. Primo: distrugge le aspettative che si avevano sull’unione bancaria per l’Eurozona. Oltre ai problemi di supervisione delle banche, la crisi cipriota rivela che i banchieri sono sacri e i depositi no. Secondo: ravviva i timori dell’effetto contagio su altri paesi dell’Eurozona, tra cui l’Italia e la Spagna, questa volta rispetto al comportamento dei depositanti. Terzo: apre un nuovo fronte del teatro della cirisi europea nel coinvolgere la Russia.
Di Alejandro Nadal
L’economia cipriota ha sofferto pesantemente per la crisi europea. Le sue due principali banche hanno patito forti perdite per la ristrutturazione del debito dellaGrecia e la recessione ha portato al collasso le riscossioni. Il presidente di Cipro, Nicos Anastasiades, è tornato il fine settimana scorsa da Bruxelles con un pacchetto di salvataggio. L’accordo prevedeva per il piccolo paese grandi difficoltà. Primo, il debito non include i grandi possessori di buoni che potrebbero essere candidati in uno schema di ristrutturazione stile Grecia. Secondo, qualsiasi taglio al principale dei buoni sovrani significherebbe il fallimento delle banche cipriote che sono le più esposte. Così si è deciso per un altro piano.
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Anticipando le conclusioni, il piano di salvataggio per Cipro porta con sè tre grandi pericoli. Primo: distrugge le aspettative che si avevano sull’unione bancaria per l’Eurozona. Oltre ai problemi di supervisione delle banche, la crisi cipriota rivela che i banchieri sono sacri e i depositi no. Secondo: ravviva i timori dell’effetto contagio su altri paesi dell’Eurozona, tra cui l’Italia e la Spagna, questa volta rispetto al comportamento dei depositanti. Terzo: apre un nuovo fronte del teatro della cirisi europea nel coinvolgere la Russia.
Di Alejandro Nadal
L’economia cipriota ha sofferto pesantemente per la crisi europea. Le sue due principali banche hanno patito forti perdite per la ristrutturazione del debito dellaGrecia e la recessione ha portato al collasso le riscossioni. Il presidente di Cipro, Nicos Anastasiades, è tornato il fine settimana scorsa da Bruxelles con un pacchetto di salvataggio. L’accordo prevedeva per il piccolo paese grandi difficoltà. Primo, il debito non include i grandi possessori di buoni che potrebbero essere candidati in uno schema di ristrutturazione stile Grecia. Secondo, qualsiasi taglio al principale dei buoni sovrani significherebbe il fallimento delle banche cipriote che sono le più esposte. Così si è deciso per un altro piano.
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25 marzo 2013
€uro e Banche: Lezioni dall'Islanda
«Le cose più importanti, e lo dico ai miei amici europei, non sono i
mercati finanziari.» Intervista (sopra una nuvola) con Ólafur Ragnar
Grímsson, eletto per cinque volte a capo del “laboratorio” islandese.
Rue89
Björk non era la sola star islandese in tournée in Francia, questa settimana. Il presidente del paese Ólafur Ragnar Grímsson, 69 anni, era in visita ufficiale, con l’aureola dei successi islandesi contro la crisi, nonché del ruolo che ha giocato in questa correzione di rotta spettacolare con cui ha deciso, in due riprese, di consultare il popolo via referendum. Ha incontrato per 35 minuti François Hollande. Si dice che abbiano parlato di tre questioni: «La ripresa economica in Islanda e le lezioni da trarne; la cooperazione economica nell’Artico e l’esperienza islandese in materia di geotermia - che assicura il 90% del riscaldamento degli abitanti – e come potrebbe essere sviluppata in Francia». Il presidente islandese, attualmente al suo quinto mandato, cammina sopra una piccola nuvola. Quattro anni dopo l’esplosione delle banche islandesi, il suo Paese è ripartito più forte della maggior parte degli altri in Europa, e ha appena vinto una battaglia davanti alla giustizia europea. Lo Stato islandese - ha giudicato la corte dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA) a fine gennaio, era nel suo diritto quando si è rifiutato di rimborsare i risparmiatori stranieri che avevano piazzato i propri soldi presso le sue banche private.
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Leggi anche:
IL PRESIDENTE DELL' ISLANDA A DAVOS: « LASCIATE CHE LE BANCHE FALLISCANO! »
Il FMI ammette: l’Islanda aveva ragione e noi avevamo torto
L'ISLANDA SI LIBERA DAL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE
ISLANDA: NO Euro, NO Europa!
NESSUNA NOTIZIA DALL'ISLANDA?
ISLANDA: Una rivoluzione messa a tacere...
ISLANDA: BANCHIERI E AZIONISTI ALLA SBARRA!
ISLANDA: STATO D'ECCEZIONE?
RISVEGLIO ISLANDESE
LA COSPIRAZIONE D'ISLANDA
Rue89
Björk non era la sola star islandese in tournée in Francia, questa settimana. Il presidente del paese Ólafur Ragnar Grímsson, 69 anni, era in visita ufficiale, con l’aureola dei successi islandesi contro la crisi, nonché del ruolo che ha giocato in questa correzione di rotta spettacolare con cui ha deciso, in due riprese, di consultare il popolo via referendum. Ha incontrato per 35 minuti François Hollande. Si dice che abbiano parlato di tre questioni: «La ripresa economica in Islanda e le lezioni da trarne; la cooperazione economica nell’Artico e l’esperienza islandese in materia di geotermia - che assicura il 90% del riscaldamento degli abitanti – e come potrebbe essere sviluppata in Francia». Il presidente islandese, attualmente al suo quinto mandato, cammina sopra una piccola nuvola. Quattro anni dopo l’esplosione delle banche islandesi, il suo Paese è ripartito più forte della maggior parte degli altri in Europa, e ha appena vinto una battaglia davanti alla giustizia europea. Lo Stato islandese - ha giudicato la corte dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA) a fine gennaio, era nel suo diritto quando si è rifiutato di rimborsare i risparmiatori stranieri che avevano piazzato i propri soldi presso le sue banche private.
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ISLANDA: NO Euro, NO Europa!
NESSUNA NOTIZIA DALL'ISLANDA?
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ISLANDA: BANCHIERI E AZIONISTI ALLA SBARRA!
ISLANDA: STATO D'ECCEZIONE?
RISVEGLIO ISLANDESE
LA COSPIRAZIONE D'ISLANDA
24 marzo 2013
UNGHERIA: BATTESIMO DI FUOCO PER L'U€
L’Ungheria è una nazione dell’Unione Europea composta
da circa dieci milioni di abitanti ed ha un PIL di circa 200 miliardi di
dollari. Rispettivamente rappresenta il 2% della popolazione e circa
1,2% del PIL dell’Unione; è stata recentemente declassata a BB, la
disoccupazione sfiora il 12%, l’agricoltura è in calo di oltre il 25%,
l’edilizia scende del 6% e la produzione industriale del 4%. Il debito
pubblico rimane molto elevato e si attesta intorno all’80% e il deficit
al 3,4%. La crescita economica arranca e per il 2013 il paese potrebbe entrare
definitivamente in recessione, spinto dalla fuga di capitali dovuta all’accerchiamento finanziario attorno al presidente Orban che ha scelto di sfidare l’Eurocrazia.
Hescaton
Con un’enorme maggioranza del 52% , il partito del premier, il Fidesz è riuscito a varare una serie di riforme costituzionali che hanno fatto infuriare Bruxelles e le opposizioni ungheresi. Tra queste ci sono forti limitazioni alla Corte Costituzionale, limitazioni alla libertà di espressione, divieto di dormire in luoghi pubblici, riconferma della famiglia tradizionale, illegalità del Partito Comunista ma soprattutto la messa sotto tutela governativa della Banca Centrale Ungherese e l’allontanamento dell’adesione del paese all’Euro. A nostro avviso sono questi i due punti principali invisi agli eurocrati e agli usurai internazionali.
Hescaton
Con un’enorme maggioranza del 52% , il partito del premier, il Fidesz è riuscito a varare una serie di riforme costituzionali che hanno fatto infuriare Bruxelles e le opposizioni ungheresi. Tra queste ci sono forti limitazioni alla Corte Costituzionale, limitazioni alla libertà di espressione, divieto di dormire in luoghi pubblici, riconferma della famiglia tradizionale, illegalità del Partito Comunista ma soprattutto la messa sotto tutela governativa della Banca Centrale Ungherese e l’allontanamento dell’adesione del paese all’Euro. A nostro avviso sono questi i due punti principali invisi agli eurocrati e agli usurai internazionali.
23 marzo 2013
LA NUOVA PROPAGANDA E' LIBERALE. LA NUOVA SCHIAVITU' E' DIGITALE
Che cosa è la propaganda moderna? Per molti, sono le bugie di uno stato totalitario. Nel 1970, ho incontrato Leni Riefenstahl e le chiesi dei suoi film epici che glorificavano i nazisti. Con tecniche rivoluzionarie nell'uso della videocamera e dell'illuminazione, ha prodotto una forma documentaria che ha ipnotizzato i tedeschi, e il suo "Trionfo della Volontà" ha veicolato l'incantesimo di Hitler. Mi ha detto che i "messaggi" dei suoi film dipendevano non dagli "ordini dall'alto", ma dalla "vuota sottomissione" del pubblico tedesco. Compresa la borghesia progressista e istruita? "Tutti", mi ha detto.
Di John Pilger
Oggi, preferiamo credere che non ci sia una vuota sottomissione. La "facoltà di scelta" è onnipresente. I telefoni sono "piattaforme" che lanciano ogni mezzo pensiero. C'è Google dallo spazio se uno ne ha bisogno. Accarezzati come grani di un rosario, i dispositivi preziosi sono portati a testa in giù, monitorati senza sosta e con la priorità su ogni altra cosa. Il tema dominante è il sé. L'Io e le mie esigenze. La vuota sottomissione di Riefenstahl è la schiavitù digitale di oggi.
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Di John Pilger
Oggi, preferiamo credere che non ci sia una vuota sottomissione. La "facoltà di scelta" è onnipresente. I telefoni sono "piattaforme" che lanciano ogni mezzo pensiero. C'è Google dallo spazio se uno ne ha bisogno. Accarezzati come grani di un rosario, i dispositivi preziosi sono portati a testa in giù, monitorati senza sosta e con la priorità su ogni altra cosa. Il tema dominante è il sé. L'Io e le mie esigenze. La vuota sottomissione di Riefenstahl è la schiavitù digitale di oggi.
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22 marzo 2013
IRAQ: 10 ANNI DOPO L'INVASIONE I CRIMINI USA RESTANO IMPUNITI!
Donald Rumsfeld Dick Cheney George W. Bush |
Ma la rete dei miti, degli eufemismi e la cortina crescente dietro la quale i nostri leader si sentono costretti a nascondere le politiche di guerra smentiscono l'apprendimento della lezione del Vietnam, dell'Iraq, dell'Afghanistan e degli altri scenari di guerra. Gli sforzi coraggiosi di Julian Assange, Wikileaks e Bradley Manning per farci onestamente esaminare i record in modo autonomo e trarne le nostre conclusioni incontrano il terrore vendicativo delle sale del potere.
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935 BUGIE PER GIUSTIFICARE LA GUERRA IN IRAQ
LE DUE GUERRE DELL'IRAQ
IL SACCHEGGIO DELL'IRAQ
21 marzo 2013
Cipro e la rabbia di Mosca. Medvedev: Ue come Urss
Il premier russo: "se si continua
così l'intero sistema bancario cesserà di esistere". Il presidente
cipriota presenta ai partiti e al Parlamento il nuovo piano. Ipotesi
prelievo forzoso ma sui conti oltre i 100mila euro. Possibile
nazionalizzazione dei fondi pensione di società statali.
Nuovo piano per salvare Cipro. Dopo una giornata di consultazioni serrate, Nicosia avrebbe messo a punto un piano per evitare la bancarotta dell'isola. L'architettura del salvataggio prevede sempre il prelievo forzoso sui conti correnti, ma questa volta, solo su quelli oltre i 100 mila euro. Nelle prossime ore il presidente, Nicos Anastasiades, lo dovrebbe presentare prima ai partiti e poi - se riceverà il via libera - al voto del Parlamento.
L'accordo sul nuovo piano potrebbe scongiurare la bancarotta dell'isola, ma dopo l'ultimo no del Parlamento a Nicosia si valutano anche altre soluzioni. Secondo una fonte del governo, si sta pensando all'eventualità di nazionalizzare i fondi pensione di società statali e semi-statali che potrebbe produrre tre miliardi di euro. Non è esclusa nemmeno la possibilità di una fusione delle due maggiori banche dell'isola che ridurrebbe l'importo necessario alla ricapitalizzazione.
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Nuovo piano per salvare Cipro. Dopo una giornata di consultazioni serrate, Nicosia avrebbe messo a punto un piano per evitare la bancarotta dell'isola. L'architettura del salvataggio prevede sempre il prelievo forzoso sui conti correnti, ma questa volta, solo su quelli oltre i 100 mila euro. Nelle prossime ore il presidente, Nicos Anastasiades, lo dovrebbe presentare prima ai partiti e poi - se riceverà il via libera - al voto del Parlamento.
L'accordo sul nuovo piano potrebbe scongiurare la bancarotta dell'isola, ma dopo l'ultimo no del Parlamento a Nicosia si valutano anche altre soluzioni. Secondo una fonte del governo, si sta pensando all'eventualità di nazionalizzare i fondi pensione di società statali e semi-statali che potrebbe produrre tre miliardi di euro. Non è esclusa nemmeno la possibilità di una fusione delle due maggiori banche dell'isola che ridurrebbe l'importo necessario alla ricapitalizzazione.
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19 marzo 2013
COME USCIRE DALL'€URO?
17 marzo. Rispetto agli economisti che ritengono che la moneta unica
non avrebbe mai potuto funzionare, Zezza sostiene che l'euro potrebbe
funzionare a patto che tutti i Paesi che lo hanno adottato decideranno
di cambiare completamente le regole (monetariste e liberiste) del gioco,
adottando cioè comportamenti cooperativi per riprendere la strada dello
"Stato europeo". Non sembra tuttavia questa una possibilità realistica.
Occorre invece prepararsi allo sganciamento, adottando concrete misure
di salvaguardia delle masse popolari.
Intervista di SollevAzione a Gennaro Zezza*
Lei è tra gli economisti che ritiene la moneta unica corresponsabile della grave crisi economica che soffre il nostro paese. Può spiegare perché ai nostri lettori?
L'euro è una moneta molto particolare, perché di solito la prerogativa di stampare moneta è di uno Stato. Invece, l'euro è stato creato come una moneta cui non corrisponde uno Stato, e gli Stati che hanno aderito alla zona euro sono di fatto Stati senza controllo diretto sulla moneta che utilizzano. Quando l'euro fu istituito, era chiaro che questo doveva essere un primo passo verso la creazione di una sorta di "Stato europeo" con politiche comuni, ed era già chiaro che se non si procedeva in questa direzione la moneta unica non avrebbe funzionato.
E infatti, quando dagli Stati Uniti, nel 2006/7, è partita la Grande Recessione che è arrivata in Europa, le regole della zona euro hanno mostrato tutti i loro limiti.
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Intervista di SollevAzione a Gennaro Zezza*
Lei è tra gli economisti che ritiene la moneta unica corresponsabile della grave crisi economica che soffre il nostro paese. Può spiegare perché ai nostri lettori?
L'euro è una moneta molto particolare, perché di solito la prerogativa di stampare moneta è di uno Stato. Invece, l'euro è stato creato come una moneta cui non corrisponde uno Stato, e gli Stati che hanno aderito alla zona euro sono di fatto Stati senza controllo diretto sulla moneta che utilizzano. Quando l'euro fu istituito, era chiaro che questo doveva essere un primo passo verso la creazione di una sorta di "Stato europeo" con politiche comuni, ed era già chiaro che se non si procedeva in questa direzione la moneta unica non avrebbe funzionato.
E infatti, quando dagli Stati Uniti, nel 2006/7, è partita la Grande Recessione che è arrivata in Europa, le regole della zona euro hanno mostrato tutti i loro limiti.
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18 marzo 2013
IL BUNKER DI ADOLF DRAGHI
E’ paradossale constatare come tanti giornalisti contestino a papa Francesco presunte contiguità passate con il regime di Videla e Massera anche se, stranamente, nessuno di loro è ancora riuscito a scrivere una parola sui carnefici di oggi (non meno spietati dei generali argentini) Draghi e Weidmann.
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CIPRO: COLOSSALE RAPINA IN BANCA DA PARTE DELL'U€
Colpo di scena sabato a Cipro. Colossale rapina in banca. Il governo
aveva annunciato giovedì congiuntamente alla UE e alla Troika un
salvataggio delle banche da 17 miliardi, una cifra pari al PIL
dell'isola (ma le passività totali delle banche cipriote sono 8 volte
tanto). Sembrava quindi un salvataggio con soldi della UE, a dispetto
delle proteste in Germania contro le banche cipriote, note per il
riciclaggio di denaro e i traffici degli oligarchi dell'Est Europa.
Cobraf
Ma nel frattempo la Germania aveva dato un ultimatum: o fate un prelievo forzoso dai conti correnti pesantissimo o uscite dall'Euro. Il governo di Cipro ha scelto l'eurozona e l'euro. Oggi annuncia, a banche chiuse, che all'apertura di lunedì mattina avranno già prelevato su tutti i depositi bancari detenuti in banche a Cipro : un 6.75% su quelli sotto 100mile euro (che sono assicurati per legge nella UE contro la bancarotta) e del 10% per quelli sopra 100mila euro. E fino ad allora i bancomat sono bloccati nel weekend a Cipro e agli istituti e' stato inoltre imposto di bloccare durante questo fine settimana la possibilita' di effettuare trasferimenti di denaro via internet.
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Cobraf
Ma nel frattempo la Germania aveva dato un ultimatum: o fate un prelievo forzoso dai conti correnti pesantissimo o uscite dall'Euro. Il governo di Cipro ha scelto l'eurozona e l'euro. Oggi annuncia, a banche chiuse, che all'apertura di lunedì mattina avranno già prelevato su tutti i depositi bancari detenuti in banche a Cipro : un 6.75% su quelli sotto 100mile euro (che sono assicurati per legge nella UE contro la bancarotta) e del 10% per quelli sopra 100mila euro. E fino ad allora i bancomat sono bloccati nel weekend a Cipro e agli istituti e' stato inoltre imposto di bloccare durante questo fine settimana la possibilita' di effettuare trasferimenti di denaro via internet.
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STIGLITZ: «Basta trucchi, dobbiamo nazionalizzare le banche!»
«La
notizia che la nazionalizzazione delle banche potrebbe essere
necessaria anche secondo Alan Greenspan dimostra quanto la situazione
sia disperata: come è evidente da tempo, l’unica soluzione è che il
nostro sistema bancario sia rilevato dal governo, forse sulla falsariga
di quanto fecero Norvegia e Svezia negli anni ‘90». Parola di Joseph
Stiglitz, docente della Columbia University e Premio Nobel per
l’economia. Nazionalizzare le banche: «Bisogna farlo, e farlo in fretta,
prima che altri soldi vadano sprecati in manovre di salvataggio», dopo
la catastrofe planetaria provocata da «anni di comportamenti
sconsiderati, tra cui la concessione di crediti inesigibili e l’avere
giocato d’azzardo con i derivati». Teoricamente, siamo già alla
bancarotta: se il governo rispettasse le regole del gioco, sono
moltissime le banche che uscirebbero dal mercato. Nessuno sa con
certezza quanto sia grande il buco: almeno due-tremila miliardi di
dollari, se non di più.
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