Sebbene la nozione di democrazia comprenda un ampio campo semantico, nel caso venezuelano è diventata particolarmente imprecisa e manipolabile per giustificare il rovesciamento di un presidente eletto dalla maggioranza delle liste elettorali del suo paese."Ripristino democratico", "cambiamento democratico", "governabilità democratica", sono frasi sempre più comuni quando ci si riferisce al Venezuela.
Sono arrivati al proibizionismo elettorale- "Corridoio umanitario" versus "corridoio finanziario" Stati Uniti ed Unione Europea hanno decisopreventivamente che sono elezioni farlocche, con tare irreversibili, prive di terapie di sorta. Prima ancora della partita diconoche l'arbitroè cornuto e geneticamente venduto. Anzi, è impeccabile solo quando proclama vincitori quelli che gli stanno simpatici (vedi Capriles Radosky, governatori vari, maggioranza dei deputati).
Traduzione: finora non siamo riusciti a comprarlo, quindi le elezioni presidenziali del 20 maggio non s'hanno da fare. Non vi sono bastate le "misure correttive" applicate contro di voi nell'ultimo biennio? Volete più blocco commerciale? Più sequestro -perdon, "congelamento"- delle finanze del vostro erario da parte del sistema bancario santificato nello SWIFT? Ahivoi, osate sfidare il pugno di ferro con guanto di seta delle nostre "camere di compensazione" Euroclear?
Il 20 maggio 2018, i venezuelani saranno chiamati a un nuovo processo elettorale.Quattro avversari proveranno a sostituire l'attuale presidente Nicolás Maduro, in un'elezione che sarà supervisionata da 2000 osservatori dei 5 continenti e organizzazioni come l'Unione Africana, il Caricom o il Consiglio di Esperti Elettorali dell'America Latina.
Il 5 maggio del 1818 nasceva Karl Marx, sono passati due secoli ed egli é oggi più attuale che mai. È sicuramente più attuale oggi che negli anni passati nei quali metà dell’Europa era governata da stati socialisti e l’altra metà dal compromesso tra capitale e lavoro, che aveva dato origine allo stato sociale. Il marxismo era la cultura egemone di un grande processo di emancipazione dei popoli in tutto il mondo, della liberazione dal colonialismo, della costruzione di società indipendenti ed in conflitto rispetto ai centri di potere del capitalismo mondiale.Paradossalmente questa forza politica e culturale del marxismo ne trascurava il nocciolo fondamentale, quello dello sfruttamento del lavoro come obbligo e caratteristica fondamentale della società capitalista. Solo minoranze radicali, poi diventate molto influenti con il movimento mondiale del 1968, avevano concentrato il proprio interesse sull’alienazione e sulla continua espropriazione che per sua stessa natura il capitalismo produce verso il lavoro.
L'anno scorso, una poeta argentina che vive negli Stati uniti, scampata alla dittatura civico-militare degli anni '70, venne in vacanza in Italia e mostrò una sua bella foto scattata a Roma. Le erano piaciute parole di rivolta dipinte su un muro... sotto un simbolo nazista che lei, evidentemente, non conosceva. Fuori dal contesto storico, nel tritacarne del post-moderno e della “verità dei post”, anche le belle parole possono indurre in errore, depistare, disorientare.
A 200 anni dalla nascita di Marx, il capitale ha affinato gli strumenti per manipolare le coscienze, convincendo gli oppressi a lucidare con cura le catene imposte dai loro oppressori. L'Italia è la patria di Gramsci, morto il 27 aprile del 1937 dopo dieci anni di carcere duro nelle galere del fascismo. Nel circo post-moderno dell'Italia senza memoria, lo hanno però celebrato anche personaggi della sinistra che lo avrebbero fatto rivoltare nella tomba.
La nostra democrazia è diversa dalle altre. Perché tutte le altre - in praticamente tutti i paesi del mondo - sono democrazie formate da e per le élite. Si tratta di democrazie dove è giusto solo ciò che conviene ai pochi. Sono democrazie classiste, dove i molti sono visti più come una quantità, invece che in termini di qualità.
In Venezuela, no. In Venezuela, la democrazia è per i molti, ed è giusto ciò che risulta essere positivo per tutto il popolo. Così come i bisogni delle persone cambiano, si articolano e si rinnovano, il nostro progetto rivoluzionario cambia continuamente.
Le elezioni presidenziali in Venezuela si terranno il 20 maggio 2018. Questa chiamata del popolo alle urne sarà un'opportunità per chiedere ai cittadini di fare una scelta sul futuro del loro paese, nella forma più sovrana e democratica. Il chavismo, guidato da Nicolas Maduro, affronterà quattro candidati dell'opposizione, tra cui Henri Falcón (1).
Questo ex governatore dello Stato del Lara, era il direttore della campagna elettorale del candidato all'opposizione Henrique Capriles Radonski nelle ultime elezioni presidenziali del 2013. Con il 22% di preferenze nei sondaggi elettorali, è oggi il candidato dell'opposizione nella posizione migliore per tentare di strappare l'esecutivo del presidente uscente. Nicolas Maduro, nel frattempo, è ora accreditato al 52% nei sondaggi (2). È improbabile che questa situazione sia vera se ci si attiene alla copertura mediatica dominante, ma rimane perfettamente razionale nel contesto venezuelano, dove il Chavismo mantiene una forte base elettorale.
Circa due mesi fa una notizia ha sconvolto il mondo. Sergej Skripal, ex spia russa che faceva il doppio gioco a beneficio del Regno Unito, è stato avvelenato insieme alla figlia Yulia in un parco di Salisbury. Le autorità britanniche hanno subito puntato il dito contro la Russia ed espulso decine di diplomatici russi come forma di ritorsione per il tentato omicidio. A far infuriare Londra è stato il tentato omicidio (si sa che l’occidente è molto sensibile al valore della vita umana), ma soprattutto l’idea che la Russia avesse osato agire su suolo britannico.
Poche settimane dopo si è verificato un altro omicidio, questa volta riuscito. In una strada di Kuala Lumpur, in Malesia, dodici proiettili hanno colpito il dottor Fadi al Batsh, ingegnere elettronico del campo profughi di Jabaliya, a Gaza. I due sicari erano in sella a una moto. Prima è stato detto che si trattava di una Bmw. Poi è arrivata la correzione, era una Kawasaki. Al Batsh aveva tenuto una lezione all’università e, secondo le fonti, si occupava dello sviluppo di armi per conto di Hamas.
Questo articolo, apparso sull’Independent Women’s Forum, denuncia uno studio pubblicato su una rivista accademica di pediatria in cui il delirio liberal progressista arriva a stravolgere lo stesso concetto di “naturale” per costringerlo entro i limiti del tristissimo politicamente corretto. Un tentativo di manipolazione mentale, che minaccia la base stessa delle funzioni naturali degli essere umani, rispetto al quale è molto importante restare vigili. Un nuovo studio pubblicato su Pediatrics afferma che è “eticamente inappropriato” per il governo e le organizzazioni mediche descrivere l’allattamento al seno come “naturale”, perché il termine impone nozioni rigide sui ruoli di genere: “Associare la natura alla maternità …può inavvertitamente sostenere argomentazioni biologicamente deterministiche sul ruolo degli uomini e delle donne nella famiglia (per esempio, che dovrebbero essere principalmente le donne a prendersi cura dei bambini)“.
Ennesimo venerdì della Great Return March a Gaza. Ennesimo venerdì di sangue
Per il quinto venerdì di seguito, i palestinesi della Striscia di Gaza, hanno dato vita alla Great Return March, una serie di marce, sit in e veglie, che andranno avanti fino al 15 maggio, volte a ricordare ad Israele ed al mondo intero che esistono. E resistono. E chiedono, pacificamente, e dopo 70 anni, l'applicazione della Risoluzione ONU 194 che prevede il diritto al ritorno di ogni palestinese espulso da Israele, nella propria terra. Mi preme ricordare, come ogni venerdì, che non c'è nessuna fazione politica, dietro queste iniziative. Che nascono invece da una spinta solo e tutta popolare, indipendentemente dall'appartenenza politica. Più precisamente, le iniziative sono state messe in campo dal Coordinating Committee of the March of Return (Comitato di Coordinamento della Marcia di Ritorno) che, in una dichiarazione, ha affermato che i profughi palestinesi sono pronti ad intraprendere delle marce pacifiche verso Israele per tornare alle loro case in conformità con le risoluzioni internazionali, come già riportato.
Le terre fertili stanno morendo, la biodiversità sta collassando, il clima si sta scaldando.Ma gli alberi arricchiscono la terra, proteggono la biodiversità e assorbono il carbonio.Integrando gli alberi nelle colture, l'agroforestazione potrebbe addirittura triplicare il reddito dei paesi più poveri.In ogni caso questo è ciò che ci assicura Pierric Jammes, co-fondatore di PUR Projet, impresa sociale che promuove l'agroforestazione nel mondo e premia questo mercoledì, 18 aprile, i vincitori francesi del concorso "Alberi del futuro".
"È tempo di accelerare la democratizzazione dell'agroecologia.L'appello arriva dal direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), José Graziano da Silva, ed è stata lanciata il 5 aprile alla chiusura del 2° Simposio internazionale di agroecologia. Presente sul posto, il ministro dell'Agricoltura francese Stéphane Travers ha giocato ai bravi scolari promettendo di "moltiplicare per dieci" il numero di aziende agricole impegnate in agroecologia.
Sono emerse email che rivelano come i Caschi Bianchi, controversa organizzazione attivista siriana, abbia cercato di fare pressione su Roger Waters, il co-fondatore dei Pink Floyd, con denaro saudita. Le rivelazioni sono state pubblicate sul progetto (n.d.T. Grayzone project) di Max Blumenthal.
In un’email dell’ottobre 2016, Roger Waters è invitato a una raccolta fondi organizzata dal miliardario saudita Hani Farsi, per onorare il lavoro dei Caschi Bianchi. In essa, egli è anche esortato a guardare un documentario che riguarda l’organizzazione.
E ciò non si è fermato qui – pochi giorni prima del suo recente concerto a Barcellona, Waters è stato contattato da un giornalista francese che lavora per i Caschi Bianchi. Il reporter ha chiesto a Waters di pronunciare sul palco, per qualche istante, un messaggio rivolto ai bambini della Siria.
Il cantante inglese Roger Waters, un membro dei Pink Floyd e ora solista, ha denunciato il controverso gruppo siriano dei Caschi Bianchi durante un concerto, dicendo che “esistono solo per creare propaganda per jihadisti e terroristi.”
SYRIAN.SYQualche giorno fa Heater Nauert, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, nel consueto briefing con la stampa ha affermato: “Riconosciamo, apprezziamo e siamo molto grati ai Caschi Bianchi per tutto il lavoro che stanno facendo per la gente del proprio paese e per conto del Governo degli Stati Uniti e delle forze della coalizione”.
Alla domanda della giornalista della CBS Kylie Atwood se, dopo la decisione di Trump di congelare 200 milioni di dollari di aiuti alla Siria, i finanziamenti stessero ancora affluendo nella casse dei Caschi Bianchi, la Nauert ha risposto: “Per quello che ne so è ancora tutto in gioco”.
La società civile è agli antipodi dell'ambito governativo. Almeno questa è l'idea che si tenta d'imporre con gli assi egemonici. Quello che non si cita quasi mai è l'origine della contraddizione tra le organizzazioni che i cittadini creano liberamente e spontaneamente e il sistema politico che dovrebbe rappresentarli.
Organizzazioni come la Federazione Studentesca Universitaria, che prima della Rivoluzione vivevano in continuo conflitto con il Governo, oggi sono parte della costruzione della società e il loro criterio è presente nella presa delle decisioni politiche. Photo: Ariel Cecilio Lemus
La società civile è agli antipodi dell'ambito governativo. Almeno questa è l'idea che si tenta d'imporre con gli assi egemonici.
Vale la pena fare una rassegna di come i media ci hanno informati sull'ultimo attacco di Stati Uniti, Francia e Regno Unito in Siria.
La prima fase è stata dare per scontata la paternità al presidente siriano Al Assad dell'attacco con armi chimiche.Cataluña Radio, come molti media, senza spostarsi dalla redazione perché da lì firmano, sottolinea che le truppe di Al Assad hanno causato 70 morti lanciando un gas chimico contro la popolazione di Douma.Il testo delle notizie mostra che il presidente siriano lo nega, ma non importa, il titolo mira dargli la colpa senza controllare le informazioni.
Molti di noi si chiedono perché un governante, indipendentemente dal fatto che sia democratico o dittatore, va a bombardare una zona civile nel suo paese con il gas.La decisione sembra totalmente assurda, i dittatori di solito si concentrano sull'uccisione degli oppositori, ma non attaccano con delle armi chimiche i bambini del proprio paese, tanto meno quando i paesi più armati al mondo minacciano di punirlo se lo fa.
Politici catalani imprigionati e altri esuli in Svizzera, Germania, Belgio e Scozia.Tutti eletti alle urne dalla legislazione sovrana.Senza aver praticato alcuna violenza.Di diverso pensiero politico: di destra, di sinistra e di estrema sinistra.Con una cosa in comune: il loro accordo con il diritto del popolo catalano di decidere quali relazioni vogliono mantenere con gli altri popoli e le nazioni del mondo. In vista degli eventi, coloro che hanno preferito l'esilio a causa della grande internazionalizzazione della situazione catalana, che a sua volta ha evidenziato l'attuale giustizia spagnola, ereditata dal regime di Franco ("La Procura della Repubblica, il Tribunale Nazionale e il Tribunale Supremo non si comportano come gli organi di amministrazione della giustizia di uno stato di diritto sociale e democratico, ma come quelli che erano nel Regime delle Leggi Fondamentali"), un aspetto non unico di ciò che significa il regime della restaurazione borbonica - o del 78 - ma oltre la declamazione.
L'inviato del Corriere della Sera potrà anche tingerlo di sensazioni soavi e paesaggi suggestivi, ma il Giro d'Italia che il 1 maggio partirà da Gerusalemme è già macchiato del sangue palestinese versato in questi giorni a Gaza e nei decenni in tutta la Palestina occupata da Israele.
Se la decisione di far partire la manifestazione sportiva da Israele era già apparsa inopportuna mesi fa, quando sono cominciate le prime proteste, alla luce dell'ennesima mattanza israeliana a Gaza, questo appuntamento diventa un vergognoso atto di complicità e silenzio verso l'escalation repressiva dell'occupazione coloniale contro i palestinesi.
L’attacco missilistico condotto da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia contro la Repubblica Araba Siriana, Stato sovrano membro delle Nazioni Unite, viola ogni più elementare norma del diritto internazionale.
È un crimine di guerra compiuto dagli aggressori in base a un’accusa, rivolta al Governo siriano, rivelatasi falsa. Vi sono prove inconfutabili che l’attacco chimico a Duma è stato una messa in scena organizzata dai servizi segreti occidentali. Non a caso Stati uniti, Gran Bretagna a Francia hanno lanciato i missili contro la Siria nel momento in cui stavano arrivando gli ispettori Onu. L’Italia, anche se non ha direttamente partecipato all’aggressione come invece ha fatto nel 2011 contro la Libia, ne condivide la responsabilità. L’operazione bellica è stata diretta e supportata dai comandi e dalle basi Usa/Nato in Italia.
Quarant’anni fa si consumava il delitto cardine dell’Italia repubblicana: il rapimento del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, e la sua esecuzione da parte delle Brigate Rosse. Con la morte di Moro fu definitivamente stroncato il disegno di portare il PCI al governo, il “compromesso storico” che Moro aveva meticolosamente intessuto e che nel marzo del 1978 era sul punto di concretizzarsi. L’ipotesi di un governo DC-PCI era da scongiurare ad ogni costo, non soltanto perché avrebbe messo in forse la permanenza dell’Italia della NATO ma anche, e forse sopratutto, perché avrebbe rafforzato il suo ruolo nel quadrante mediterraneo, ponendo su basi più solide la politica estera di Moro. Contro questa eventualità si scagliò, nel corso degli anni ‘70, il mondo culturale liberal e anglofilo: con “Todo Modo”, uscito nelle sale in vista delle elezioni del 1976, si inscenò persino l’esecuzione del presidente della DC.