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16 marzo 2013
50 verità su Hugo Chavez e la rivoluzione bolivariana
Deceduto
il 5 marzo 2013 all'età di 58 anni a causa del cancro, il presidente
Hugo Chavez ha segnato per sempre la storia del Venezuela e dell'America
Latina.
1. Mai nella storia dell'America Latina, un leader politico aveva raggiunto una legittimità democratica così incontestabile. Fin dal suo arrivo al potere nel 1999, sedici elezioni hanno avuto luogo in Venezuela. Hugo Chavez ne ha vinte quindici, l'ultima il 7 ottobre 2012. Ha sempre battuto gli avversari con una differenza di 10-20 punti.
2. Tutte le organizzazioni internazionali, dall'Unione Europea all'Organizzazione degli Stati Americani, attraverso l'Unione delle Nazioni Sudamericane e il Centro Carter unanimemente hanno riconosciuto la trasparenza delle elezioni.
3. James Carter, ex presidente degli Stati Uniti, dichiarò che il sistema elettorale venezuelanoè stato il "migliore del mondo".
4. L'accesso universale all'istruzione attuata dal 1998 ha avuto risultati eccezionali. Circa 1,5 milioni di venezuelani hanno imparato a leggere, scrivere e contare, grazie alla campagna di alfabetizzazione, chiamata Missione Robinson I.
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1. Mai nella storia dell'America Latina, un leader politico aveva raggiunto una legittimità democratica così incontestabile. Fin dal suo arrivo al potere nel 1999, sedici elezioni hanno avuto luogo in Venezuela. Hugo Chavez ne ha vinte quindici, l'ultima il 7 ottobre 2012. Ha sempre battuto gli avversari con una differenza di 10-20 punti.
2. Tutte le organizzazioni internazionali, dall'Unione Europea all'Organizzazione degli Stati Americani, attraverso l'Unione delle Nazioni Sudamericane e il Centro Carter unanimemente hanno riconosciuto la trasparenza delle elezioni.
3. James Carter, ex presidente degli Stati Uniti, dichiarò che il sistema elettorale venezuelanoè stato il "migliore del mondo".
4. L'accesso universale all'istruzione attuata dal 1998 ha avuto risultati eccezionali. Circa 1,5 milioni di venezuelani hanno imparato a leggere, scrivere e contare, grazie alla campagna di alfabetizzazione, chiamata Missione Robinson I.
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12 marzo 2013
MUOS: Mafia e CIA contro Crocetta?
Quando lo scorso mese il
Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, ha dato mandato
all’assessore regionale all’Ambiente Mariella Lo Bello e al dirigente
Giovanni Arnone di revocare le autorizzazioni per la realizzazione del
Muos, l’impianto militare di antenne satellitari di Niscemi, in tanti
avevano accolto la notizia come uno straordinario successo per tutto il
movimento “No Muos” che da anni si batte per questo. Nonostante ciò,
però, all'interno della base Usa si continua a lavorare, come denunciato
da alcuni attivisti, con gli Stati Uniti che si fanno forti del
protocollo d’intesa siglato nel 2011 tra l’allora ministro della Difesa
italiano Ignazio La Russa e il governatore siciliano Raffaele Lombardo,
favorevoli alla realizzazione.
Di Aaron Pettinari
Antimafiaduemila
Ci sono poteri forti a spingere per quest'opera e la conferma arriverebbe dalle dichiarazioni dell'ex Idv Sergio De Gregorio che, interrogato dai magistrati, ha raccontato i retroscena in merito alla campagna acquisti del 2007 che affossò il governo Prodi. L’ex senatore ha dichiarato agli inquirenti che l'allora governo di centrosinistra cadde per le pressioni di altri poteri, ovvero la Cia, che avevano messo nel mirino Prodi e il suo esecutivo soprattutto per l’ostilità manifestata nei confronti del Muos. Un fatto che nei giorni scorsi ha allarmato non poco lo stesso Crocetta il quale ha dichiarato:
Di Aaron Pettinari
Antimafiaduemila
Ci sono poteri forti a spingere per quest'opera e la conferma arriverebbe dalle dichiarazioni dell'ex Idv Sergio De Gregorio che, interrogato dai magistrati, ha raccontato i retroscena in merito alla campagna acquisti del 2007 che affossò il governo Prodi. L’ex senatore ha dichiarato agli inquirenti che l'allora governo di centrosinistra cadde per le pressioni di altri poteri, ovvero la Cia, che avevano messo nel mirino Prodi e il suo esecutivo soprattutto per l’ostilità manifestata nei confronti del Muos. Un fatto che nei giorni scorsi ha allarmato non poco lo stesso Crocetta il quale ha dichiarato:
“Sono seduto su una polveriera. Già dai primi giorni dal mio insediamento sono partiti i dossier nei miei confronti. Ed è chiaro che a muoversi, in questi casi, sono i poteri forti. Non è mafia. O meglio, non stiamo parlando solo di mafia. Questi poteri, in passato, a mio parere, furono responsabili, ad esempio, della sparizione di Enrico Mattei. Figuriamoci se si preoccupano di intervenire su un presidente della Regione”.
6 marzo 2013
« Ci sono prove che gli Stati Uniti hanno indotto il cancro in Hugo Chavez »
Ci sono prove concrete che gli Stati Uniti hanno la tecnologia per assassinare il presidente venezuelano Hugo Chavez, così ha detto l'avvocato e scrittrice Eva Golinger.
"Ci sono informazioni che dagli anni '70 tentavano di assassinare, ad esempio, il presidente cubano, Fidel Castro, con radiazioni e altri metodi. Questo non è un segreto, tutto ciò che è stato rivelato da migliaia di documenti declassificati. Possiamo immaginare ora la capacità di queste armi che gli Stati Uniti hposseggono oggi. hanno utilizzato diverse armi biologiche contro i loro avversari ", ha detto la Golinger.
"Ci sono informazioni che dagli anni '70 tentavano di assassinare, ad esempio, il presidente cubano, Fidel Castro, con radiazioni e altri metodi. Questo non è un segreto, tutto ciò che è stato rivelato da migliaia di documenti declassificati. Possiamo immaginare ora la capacità di queste armi che gli Stati Uniti hposseggono oggi. hanno utilizzato diverse armi biologiche contro i loro avversari ", ha detto la Golinger.
10 febbraio 2013
Gli USA hanno una base segreta in Arabia Saudita
Gli Stati Uniti hanno da due anni una
base segreta in Arabia Saudita che usano per gli attacchi con i droni
nella regione, riporta il Washington Post del 6 febbraio. Il
giornale ha spiegato che su richiesta della Casa Bianca, le informazioni
diffuse da più di un anno a diversi media, finora erano state tenute
segrete, ma aggiunge che avendo saputo che un altro giornale stava per
pubblicarle, ha quindi deciso di rivelarle.
Queste informazioni, che la CIA non ha voluto commentare, vengono rese pubbliche mentre John Brennan, consigliere della Casa Bianca per l’antiterrorismo, dovrà affrontare l’udienza di conferma dal Senato alla carica di direttore della CIA. Secondo il New York Times, John Brennan aveva avuto stretti contatti con l’Arabia Saudita per avere il via libera per la creazione di questa base segreta per gli UAV.
Queste informazioni, che la CIA non ha voluto commentare, vengono rese pubbliche mentre John Brennan, consigliere della Casa Bianca per l’antiterrorismo, dovrà affrontare l’udienza di conferma dal Senato alla carica di direttore della CIA. Secondo il New York Times, John Brennan aveva avuto stretti contatti con l’Arabia Saudita per avere il via libera per la creazione di questa base segreta per gli UAV.
7 febbraio 2013
DESTABILIZZAZIONE GLOBALE: UNICA SALVEZZA DEI BOMBANCHIERI DELLA NATO
In molti si sono domandati il motivo per cui Mario Monti ha scelto di
sottoporsi alle umiliazioni ed alle figuracce di una campagna
elettorale, quando invece il Partito Democratico aveva già ritagliato
per lui un ruolo di "padre nobile" super partes, al culmine del quale
era prevista la sua elezione alla Presidenza della Repubblica. Da quella
comoda posizione, Monti avrebbe potuto etero-dirigere l'azione di
governo di Bersani, sia con il vincolo costituzionale del pareggio di
bilancio, sia con il ricatto costante della fazione veltroniana di
ultra-destra interna al PD. La lista Monti ha persino funzionato per
Bersani da utile bidone della spazzatura, consentendogli di disfarsi
senza traumi di quella spina nel fianco che era per lui il sedicente
giuslavorista Pietro Ichino, che rischiava di alienargli i voti di molti
iscritti della CGIL.
Comidad
Se Monti è stato costretto ad umiliarsi in questo modo, non è stato probabilmente per scelta personale, ma per ordine dei suoi mandanti del Consiglio Atlantico della NATO. Evidentemente, si è arrivati ad un punto tale per cui il sistema di dominio coloniale non può più permettersi neppure una finzione di normalità. Il creare confusione e destabilizzazione diventa quindi uno schema obbligato, e le drammatizzazioni artificiose di una campagna elettorale servono anche a mistificare i drammi reali e la loro vera origine. Nel maggio dello scorso anno arrivava la notizia della perdita di una cifra dai due ai tre miliardi di dollari da parte della banca JP Morgan; manco a dirlo, per operazioni sui titoli derivati. E qui nessuno ha potuto scaricare la colpa sull'ingerenza dei partiti politici.
Comidad
Se Monti è stato costretto ad umiliarsi in questo modo, non è stato probabilmente per scelta personale, ma per ordine dei suoi mandanti del Consiglio Atlantico della NATO. Evidentemente, si è arrivati ad un punto tale per cui il sistema di dominio coloniale non può più permettersi neppure una finzione di normalità. Il creare confusione e destabilizzazione diventa quindi uno schema obbligato, e le drammatizzazioni artificiose di una campagna elettorale servono anche a mistificare i drammi reali e la loro vera origine. Nel maggio dello scorso anno arrivava la notizia della perdita di una cifra dai due ai tre miliardi di dollari da parte della banca JP Morgan; manco a dirlo, per operazioni sui titoli derivati. E qui nessuno ha potuto scaricare la colpa sull'ingerenza dei partiti politici.
6 febbraio 2013
CHI GOVERNA IL MONDO?
LA PROVA CONSISTENTE CHE UN GRUPPORISTRETTO DI RICCHI DI ELITARI TIRA LE FILE
Quando parlo degli ultra-ricchi, non parlo di persone che hanno qualche milione di dollari. Come si vedrà più avanti in questo articolo, gli ultra-ricchi hanno abbastanza soldi, depositati in banche offshore, da acquistare tutti i beni e i servizi prodotti negli Stati Uniti nel corso di un intero anno ed essere ancora in grado di pagare tutto il debito nazionale degli Stati Uniti. E' una somma di denaro così grande da essere quasi inconcepibile.
Esiste un gruppo oscuro di elitisti oscenamente
ricchi che controllano il mondo? Uomini e donne con enormi somme di
denaro governano davvero il mondo da dietro le quinte? La risposta
potrebbe sorprendervi. La maggior parte di noi tende a pensare al denaro
come ad un modo conveniente per effettuare transazioni, ma la verità è
che esso rappresenta anche il potere e il controllo. E oggi viviamo in
un sistema neo-feudale in cui i super ricchi tirano tutte le corde.
Quando parlo degli ultra-ricchi, non parlo di persone che hanno qualche milione di dollari. Come si vedrà più avanti in questo articolo, gli ultra-ricchi hanno abbastanza soldi, depositati in banche offshore, da acquistare tutti i beni e i servizi prodotti negli Stati Uniti nel corso di un intero anno ed essere ancora in grado di pagare tutto il debito nazionale degli Stati Uniti. E' una somma di denaro così grande da essere quasi inconcepibile.
In base a tale
sistema neo-feudale, tutto il resto di noi siamo schiavi del debito,
compresi i nostri governi. Basta guardarsi intorno - tutti stanno
annegando nel debito, e tutto quel debito sta rendendo gli ultra-ricchi
ancora più ricchi. Ma gli ultra-ricchi non stanno semplicemente seduti
su tutta quella ricchezza. Ne usano una parte per dominare gli affari
delle nazioni. Gli ultra-ricchi possiedono praticamente ogni grande
banca e ogni grande società del pianeta. Usano una vasta rete di società
segrete, think tank e organizzazioni di beneficenza per promuovere le
loro agende e per mantenere in riga i loro membri.
2 febbraio 2013
Crash: Money e Petrolio. ParOLA anche alla Lucania
Nella puntata di Crash-Contatto Impatto Convivenza intitolata “Money, money, money” si dimostra come il leit motiv
petrolifero non solo è da non sottovalutare, ma ascende al grado di
primo motore economico-finanziario, oltre a generare oscure vicende e
guerre-valutarie. ParOLA anche alla Lucania. Di seguito propongo un post che prende le
mosse dal lavoro della Redazione di Crash e si articola con qualche
citazione, breve articolazione e diverse suggestioni personali. Ho
apprezzato moltissimo sia gli argomenti che la struttura narrativa
dell’articolo-puntata. Eh già, perchè si tratta di vera e propria
narrazione, morfologicamente e sintagmaticamente pianificata sulla
sinossi della Money War.
Guerra Valutaria 1. E’
la pietra dello scandalo quotidiano. Dai derivati di Lehman Brothers e
soci fraudolenti, passando per i magheggi sul Libor/Euribor da parte di
Barclays/City Group/Hsbc, fino ad arrivare alle recentissime quanto
mefistofeliche prestidigitazioni nostrane a mezzo MPS, le bolle
speculative che ci sono in giro per il mondo non finiscono mai di essere
gonfiate. Crash, superando riferimenti diretti, si rivolge a un
trader-tutorial che spiega come è possibile incidere nella vastità
cosmica delle speculazione finanziaria attraverso un semplice click. Che
sia il Forex o altra piattaforma, non cambia niente, se non il modo di
far girare il mondo. Ogni transazione bancaria, ogni fluttuazione
valutaria, ogni spifferata sugli indici, si trasforma magicamente in una
potenziale bolla o va ad inscriversi nella nuvola iper-reale della
macabra danza speculativa finanziaria.
27 gennaio 2013
DEMOCRAZIA, TERRORISMO E STATO SEGRETO
DALL'ERA DI GLADIO ALLA GUERRA CONTRO IL TERRORISMO
La natura, la necessità e la portata
dell’insieme dei poteri esercitati dallo Stato sui cittadini per alcuni
aspetti sono argomenti di controversie nelle attuali circostanze del
mondo occidentale, come lo sono stati nel lontano passato medievale
pre-democratico. Nella sua opera Della Ragion di Stato, completata nel 1589,
il pensatore italiano Giovanni Botero argomentava contro l’amoralità
abbracciata e sostenuta filosoficamente da Niccolò Machiavelli ne Il Principe,
un trattato politico incentrato sui modi e i metodi della manipolazione
delle leve del potere da parte di un dominatore in uno Stato
organizzato.
Di Makinde Adeyinka
In buona sostanza, il senso generale e il motore primo del trattato
di Machiavelli insistono sul fatto che qualsiasi azione intrapresa da
un “principe” per preservare e promuovere la stabilità e la prosperità
del suo dominio sia intrinsecamente giustificabile. Pertanto, l’impiego
della violenza, dell’omicidio, dell’inganno e della crudeltà verso il
conseguimento di tali obiettivi non è ignobile, nella misura in cui "il fine giustifica i mezzi”.
Tuttavia, date le implicazioni ad un necessario ricorso
all’illegalità e a metodi conseguenti che generano ben più di un soffio
di autoritarismo, il “fine giustifica i mezzi” non corrisponde alla rappresentazione concettuale del modus operandi
con cui i moderni Stati occidentali democratici, si suppone, dovrebbero
operare, in termini di strategie politiche, sia in ambito nazionale che
all’esterno.
21 gennaio 2013
Se la NATO è Terrore contro l'Umanità, Dissolverla è un Dovere
L'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (North Atlantic Treaty Organization, NATO) è
un'alleanza militare istituita dal trattato di Bruxelles del 1948,
firmata da Belgio, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati
Uniti e Canada, ed altri paesi dell'Europa occidentale come Danimarca,
Italia, Islanda, Norvegia, Spagna e Portogallo, ed è attualmente una
macchina da guerra criminale che coinvolge anche i paesi dell'Europa
orientale.
Se la NATO è l'arma dell'impero e dei suoi alleati per difendere i loro
interessi e minacciare la vita e la pace di tutti i popoli del mondo, è
un obbligo resistere pacificamente e lottare fino alla dissoluzione
totale.
Nel 1949, gli alleati occidentali che hanno combattuto il nazifascismo
tedesco, con l'Unione Sovietica che ha avuto il peso maggiore della Seconda Guerra Mondiale, hanno deciso di creare una potente alleanza militare per
"fermare la diffusione del comunismo internazionale".
CEPRID
CEPRID
Sin dalla sua fondazione, quest'alleanza militare è stata guidata dagli Stati Uniti che si sono rafforzati durante e dopo la guerra, e diventatI, iL leader dell'
"Occidente", con il pensiero e la guida di Churchill, decisero che la NATO sarebbe dovuta
essere la difesa del cosiddetto "blocco libero dell'Europa capitalista"
contro "il comunismo aggressivo dell'Est".
Se questa fosse stata la ragione dell'esistenza della NATO, è logico
che sarebbe dovuta sparire dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia
nel 1991, il crollo dell'Unione Sovietica e la fine del socialismo reale nei
paesi dell'Europa Est.
La Guerra Fredda è finita, ma la NATO è stata consolidata con una serie
di azioni illegali e clandestine sviluppate con
la CIA:
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16 gennaio 2013
Una legge USA autorizza la sorveglianza di massa dei cittadini europei
Europei, prendete nota: il governo USA si è auto-attribuito il diritto di spiarvi segretamente
Il fatto emerge da una nuova relazione
fornita al Parlamento Europeo, con la quale si mette in guardia sul
fatto che una legge USA sullo spionaggio, modificata l’anno scorso,
autorizza una «sorveglianza meramente politica sui dati relativi a
stranieri» se questi sono immagazzinati usando servizi cloud statunitensi come quelli forniti da Google, Microsoft e Facebook.
Gli europei avrebbero già dovuto essere allarmati dal fatto che il PATRIOT Act può essere usato per ottenere dati su cittadini residenti al di fuori del suolo USA. Ma stavolta, al centro dell’attenzione è una legge diversa: il Foreign Intelligence and Surveillance Amendments Act (FISA), che solleva «un
rischio ancora maggiore nei confronti della sovranità UE sui dati
rispetto ad altre leggi finora prese in considerazione dai decisori
politici europei».
Di Ryan Gallagher – Slate
È quanto risulta all’interno di una relazione pubblicata di recente e intitolata: «Fighting Cyber Crime and Protecting Privacy in the Cloud», («Combattere i ciber-reati e proteggere la riservatezza nella Nuvola informatica», NdT) prodotto dal Centre for the Study of Conflicts, Liberty and Security.
Il
FISA Amendments Act è stato introdotto nel 2008, e ha legalizzato in
modo retroattivo l’utilizzo del controverso programma di «registrazioni
telefoniche senza garanzie» (“warrantless wiretapping”, nell’originale, NdT) iniziato dall’amministrazione Bush a seguito dei fatti dell’11 settembre. Alla fine del mese scorso il FISA è stato prorogato
fino al 2017. Nel corso di questo processo, si è acceso un aspro
dibattito in merito al modo in cui esso potrebbe violare la privacy
degli americani.
14 gennaio 2013
Stati Uniti d'Europa? Un progetto pericoloso e reazionario
Coloro che parlano di stato federale europeo in genere svalutano
l'argomento del Demos. Quando si oppone loro il semplice fatto che non
esiste qualcosa di paragonabile ad un popolo europeo, essi spesso
ribattono indicando esempi di felice convivenza e cooperazione tra
popoli diversi chiusi negli stessi confini. Tra questi c'è la Svizzera,
ma si potrebbero citare tanti altri paesi, incluso quello che sembra il
vero modello degli europeisti, ossia gli Stati Uniti d'America.
Di Claudio Martini
MainStream
In effetti l'omogeneità etnica-culturale sembra essere l'eccezione, e non la regola, dello scenario delle formazioni statuali odierne. Sono davvero pochi gli stati, come le Coree o il Giappone, dove lo stesso gruppo etnico rappresenta più del 95% del totale della popolazione. Stati che appaiono monolitici ai nostri occhi superificiali, come la Cina, la Russia o l'Iran, sono in realtà complessi ordinamenti federali caratterizzati da un'ampia varietà etnica e linguistica. Per non parlare di veri universi multiculturali come l'India o la maggior parte degli stati africani.
Eppure questo argomento ha qualcosa che non va. Quando noi constatiamo l'assenza di un popolo europeo non pretendiamo certo che sia condizione per avere una federazione europea che tutti gli abitanti del continente europeo appartengano allo stesso popolo. Sulla scorta degli esempi sopra fatti, basterebbe individuare un'etnia dominante.
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Di Claudio Martini
MainStream
In effetti l'omogeneità etnica-culturale sembra essere l'eccezione, e non la regola, dello scenario delle formazioni statuali odierne. Sono davvero pochi gli stati, come le Coree o il Giappone, dove lo stesso gruppo etnico rappresenta più del 95% del totale della popolazione. Stati che appaiono monolitici ai nostri occhi superificiali, come la Cina, la Russia o l'Iran, sono in realtà complessi ordinamenti federali caratterizzati da un'ampia varietà etnica e linguistica. Per non parlare di veri universi multiculturali come l'India o la maggior parte degli stati africani.
Eppure questo argomento ha qualcosa che non va. Quando noi constatiamo l'assenza di un popolo europeo non pretendiamo certo che sia condizione per avere una federazione europea che tutti gli abitanti del continente europeo appartengano allo stesso popolo. Sulla scorta degli esempi sopra fatti, basterebbe individuare un'etnia dominante.
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20 novembre 2012
MALCOM X, LE ELEZIONI E LA POLITICA IMPERIALISTA
"Essere nero negli Stati Uniti d’America è abbastanza per essere considerato “non-USAmericano”, ma essere nero e musulmano equivale a “anti-USAmericano"
Con Guantanamo ancora aperta, droni che
continuano ad uccidere, e un sentimento anti-musulmano come brontolio di
sottofondo dell’Impero, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti
hanno ancora una volta sollevato lo spettro dell’Islam e del terzo mondo
musulmano come minaccia alla sicurezza nazionale degli USA e ai loro
interessi. E con Obama, uno dei due candidati in corsa, la questione della “negritudine” entra in campo come l’elefante nella cristalleria.
Mentre molti pretendono ancora una volta di stigmatizzare Obama
come “Musulmano segreto” e come il “Candidato arabo” del 21° secolo,
altri imputano alla sua negritudine il tentativo di riplasmare
l’immagine dell’America e di contribuire a promuovere gli interessi
degli Stati Uniti nel terzo mondo musulmano attraverso una nuova e
benevolente maschera di facciata “post –razziale”.
Ma, come di recente ho esposto dettagliatamente in un mio libro,
queste relazioni e vicende tra negritudine, Islam e terzo mondo
musulmano non sono una novità negli Stati Uniti.
In realtà, è Malcolm X che è arrivato a definire
convergenti queste storie, ed è la sua eredità che per molti versi sta
causando tanta inquietudine nazionale negli Stati Uniti
post-11/settembre, con un presidente nero il cui secondo nome è Hussein.
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6 novembre 2012
USA: Puniti gli studenti che rifiutano i microchip
In Texas alcuni studenti che si sono rifiutati di indossare i microchip per i documenti sarebbero stati ”puniti”
La notizia non mancherà di scatenare un vespaio di polemiche, tanto in Usa, quanto all’estero. Stiamo parlando di una scuola in Texas, dove alcuni ragazzi avrebbero osato rifiutarsi di indossare i microchip per i documenti di identità. Intervistati, questi studenti hanno detto di sentire sulla propria pelle le ripercussioni per il loro rifiuto. Dal primo di ottobre gli studenti della John Jay High School e della Anson Jones Middle School in San Antonio, Texas, hanno dovuto far sapere se volevano avere le loro foto nei documenti d’identità munite con un chip RFID (radio-frequency identification) in modo così da monitorare ogni loro spostamento. Gli educatori insistono sull’importanza del progetto, e se questi chips RFID dovessero avere successo, preso oltre 112 scuole potrebbero utilizzarli, coinvolgendo oltre 100.000 studenti. Gli studenti che si rifiutano invece, pare che vengano letteralmente tormentati dagli istruttori, e siano anche esclusi dalla partecipazione ad alcuni progetti oltre che esclusi da alcune zone come caffetterie e librerie interne all’istituto.
La notizia non mancherà di scatenare un vespaio di polemiche, tanto in Usa, quanto all’estero. Stiamo parlando di una scuola in Texas, dove alcuni ragazzi avrebbero osato rifiutarsi di indossare i microchip per i documenti di identità. Intervistati, questi studenti hanno detto di sentire sulla propria pelle le ripercussioni per il loro rifiuto. Dal primo di ottobre gli studenti della John Jay High School e della Anson Jones Middle School in San Antonio, Texas, hanno dovuto far sapere se volevano avere le loro foto nei documenti d’identità munite con un chip RFID (radio-frequency identification) in modo così da monitorare ogni loro spostamento. Gli educatori insistono sull’importanza del progetto, e se questi chips RFID dovessero avere successo, preso oltre 112 scuole potrebbero utilizzarli, coinvolgendo oltre 100.000 studenti. Gli studenti che si rifiutano invece, pare che vengano letteralmente tormentati dagli istruttori, e siano anche esclusi dalla partecipazione ad alcuni progetti oltre che esclusi da alcune zone come caffetterie e librerie interne all’istituto.
3 novembre 2012
HAITI: 60 anni di ingerenza degli Stati Uniti
Dal colpo
di Stato del 1954 fino alla lotta contro il narcotraffico, passando per
il dominio delle multinazionali, Luis Solano traccia per noi quasi
sessanta anni d'ingerenza degli Stati Uniti in Guatemala.
L'economia del Guatemala è, attualmente e storicamente, interamente orientata verso la soddisfazione del mercato estero (miniere, dighe, call center, agro-esportazione, turismo, petrolio, maquiladoras…). Come si spiega?
Dal governo di Alvaro Arzú, (1996-1999), si è assistito ad un cambio di direzione negli investimenti privati interni ed esteri a favore dei settori economici legati all'industria estrattiva, alla produzione di energia, all'agro-export e ai servizi. Questo cambiamento è avvenuto dopo la firma degli Accordi di pace del 1996, accordi che hanno aperto una porta alla stabilità politica per gli investitori. Questa è una delle spiegazioni principali del perché era così importante porre fine alla guerra contro-insurrezionale.
L'economia del Guatemala è, attualmente e storicamente, interamente orientata verso la soddisfazione del mercato estero (miniere, dighe, call center, agro-esportazione, turismo, petrolio, maquiladoras…). Come si spiega?
Dal governo di Alvaro Arzú, (1996-1999), si è assistito ad un cambio di direzione negli investimenti privati interni ed esteri a favore dei settori economici legati all'industria estrattiva, alla produzione di energia, all'agro-export e ai servizi. Questo cambiamento è avvenuto dopo la firma degli Accordi di pace del 1996, accordi che hanno aperto una porta alla stabilità politica per gli investitori. Questa è una delle spiegazioni principali del perché era così importante porre fine alla guerra contro-insurrezionale.
30 ottobre 2012
Non è una lista di omicidi. È una “Scheda degli smaltimenti”
Terrificanti dettagli dal nuovo reportage del Washington Post
sul programma dell’amministrazione Obama di uccisioni contro obiettivi
determinati dai droni, e sulla lista di omicidi - pardon, la “scheda
degli smaltimenti“ (“disposition matrix” nell’originale, NdT) - approvata da Obama che ne indica gli obiettivi. Abbiamo una lista di omicidi mirati con un nome orwelliano: «Nel
corso degli ultimi due anni, l’amministrazione Obama ha segretamente
sviluppato un nuovo programma per la caccia ai terroristi, una lista di
obiettivi di nuova generazione definita “scheda degli smaltimenti”. La
matrice contiene i nomi dei sospettati di terrorismo all’interno di un
elenco che tiene anche conto della scheda delle risorse da mettere
insieme per rintracciarli, inclusi capi d’accusa occulti e operazioni
clandestine. I funzionari USA hanno affermato che questo database è
stato progettato per andare oltre le attuali liste di omicidi mirati,
attraverso la mappatura di piani per lo “smaltimento” di sospetti che
sono fuori dalla portata dei droni americani.»
La lista attuale è intesa come un punto di partenza, e ci accompagnerà per lungo tempo: «Nonostante la matrice sia un work in progress, lo sforzo per realizzarla riflette una realtà in via di consolidamento fra i ranghi delle forze antiterroristiche della nazione: le
guerre convenzionali degli Stati Uniti sono agli sgoccioli, ma il
governo prevede di continuare ancora per anni ad aggiungere nomi sulle
liste delle uccisioni mirate o delle catture da effettuare.»
Abbiamo già ucciso molta gente con i droni:
2 ottobre 2012
PRODURRE STATI FALLITI
Durante
la guerra del Vietnam, sopra l'ingresso di una base americana si poteva
leggere: "Killing is our business, and business is good" ("Uccidere è il
nostro mestiere e gli affari vanno bene"). E in effetti, gli affari
andarono molto bene in Vietnam (così come in Cambogia, Laos e Corea),
dove si contarono a milioni i civili uccisi. In realtà gli affari si
mantennero buoni, anche dopo la guerra del Vietnam.
Di Edward S. Herman
Di Edward S. Herman
I massacri sono continuati in tutti i continenti, sia direttamente che tramite "proxies"
[mercenari], ovunque la "sicurezza nazionale" degli Stati Uniti
bisognasse di basi, guarnigioni, assassini, invasioni, campagne di
bombardamenti o di sostenere regimi assassini e autentiche reti
terroristiche transnazionali, in risposta alla "minaccia terroristica"
che continua a sfidare il povero "pietoso gigante". Nel suo eccellente
libro sull'ingerenza degli Stati Uniti in Brasile (United States Penetration of Brazil,
Pennsylvania University Press, 1977), Jan Knippers Black aveva
dimostrato già anni fa, come l'accezione sorprendentemente elastica del
concetto di "sicurezza nazionale" può essere estesa, in funzione di
quale nazione, quale classe sociale o istituzione si riferisca.
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27 settembre 2012
QATAR, SICARIO DELLA NATO E DELLA FAMIGLIA REALE INGLESE
Sulla vicenda dell'aggressione NATO alla Libia dello scorso anno, quella parte della "sinistra" che ha aderito alla fiaba della rivoluzione democratica contro Gheddafi, potrebbe sempre accampare l'alibi di essere stata presa di sorpresa da una campagna propagandistica senza precedenti. Il fatto strano è che l'adesione acritica di quella parte della "sinistra" alla fiaba ufficiale si stia puntualmente ripetendo nel caso della Siria. Il maggiore polemista e militante antimperialista negli Stati Uniti degli inizi del '900 è stato Mark Twain, il quale diceva che una bugia fa in tempo a fare il giro del mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. Nel caso siriano però sono passati diciotto mesi dall'inizio dell'aggressione della NATO, perciò alla fine anche la verità è riuscita a mettersi le scarpe ed a fare un bel po' di strada.
COMIDAD
Alla fine del 2011 le notizie sulle gesta dell'emiro del Qatar in Siria avevano libero corso già sulla stampa turca, dato che è appunto in Turchia che si sono installate dall'inizio dello scorso anno le basi dei mercenari che si infiltrano quotidianamente in territorio siriano. [1]
COMIDAD
Alla fine del 2011 le notizie sulle gesta dell'emiro del Qatar in Siria avevano libero corso già sulla stampa turca, dato che è appunto in Turchia che si sono installate dall'inizio dello scorso anno le basi dei mercenari che si infiltrano quotidianamente in territorio siriano. [1]
17 settembre 2012
LA VERA ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA E' LA DEMOCRAZIA
Uno dei tratti salienti che hanno caratterizzato l'ultimo decennio é senza dubbio l'esportazione della democrazia occidentale, omologata secondo il modello americano e veicolata ovunque sia stato possibile, spesso in maniera coatta e con l'ausilio delle bombe.
Dopo la "democraticizzazione" dell'Europa dell'Est, intervenuta come corollario del crollo dell'Unione Sovietica e del mito del comunismo, per realizzare la quale é stata necessaria solamente qualche "spinta" data al momento giusto nel luogo più consono (da Ceausescu a Milosevic sarebbero molte le storie da raccontare e sulle quali riflettere) da parte dell'amministrazione USA, dei suoi padroni e dei suoi servi é maturato il convincimento che si dovesse proseguire sulla strada intrapresa raddoppiando gli sforzi e sostituendo le spintarelle con veri e propri schiaffoni.
Prima é toccato all'Afghanistan di Bin Laden, reo di essere stato scelto come caprio espiatorio degli auto attentati dell'11 settembre, assaporare il dolce gusto delle bombe e della democrazia....
13 settembre 2012
Aleppo: 20 soldati siriani giustiziati dai ribelli (Usa)
Lo scorso lunedì ben due video amatoriali pubblicati su YouTube hanno mostrato quelle che sembrano essere le immagini di 20 soldati siriani, bendati, ammanettati e uccisi. Secondo le prime informazioni sarebbero stati giustiziati dai combattenti ribelli nella città settentrionale di Aleppo.
Uno dei video mostra degli uomini vestiti con uniformi militari, stesi lungo una strada con la testa insanguinata distesi su un marciapiede. Gli uomini che nel video sembrano essere combattenti ribelli sono in possesso di fucili d'assalto e chiamano i soldati morti "cani di Assad". Non è stato possibile verificare l'autenticità del video. Un uomo fuori campo, riprendendo da una macchina con il nome della brigata scritta sul cofano, ha dichiarato: "La brigata Suleiman al-Farisi ha ucciso diversi membri della sicurezza (di stato)". La brigata Suleiman al-Farisi è una delle numerose unità proveniente dalle vicine province di Aleppo, che hanno preso le armi contro il regime di Assad e spinto nella stessa città.
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12 settembre 2012
ASSANGE, ECUADOR, VENEZUELA E I "GOLPISTI" DELL'AMERICA LATINA
Il caso Assange è un affare di stato per gli Stati Uniti d’America. E da quando si è messo in mezzo, il governo progressista di Rafael Correa è stato preso di mira dalle agenzie di influenza nordamericane. I grandi giornali del «blocco» si sono messi in movimento. Ma, in modo ancora più sorprendente, anche quelli della periferia, come «Charlie Hebdo», a cui Maxime Vivas e «Le grand soir» hanno dato una risposta molto argomentata, se si tiene conto dell’importanza di questo giornale negli ambienti dell’altra sinistra. Ma la maggior parte della «grande stampa» non ha tardato a mettersi in posizione di attacco, prima insidioso poi apertamente accusatorio.
Di Jean-Luc Mélenchon
Il bombardamento si è svolto su due piani: in primo luogo contro la persona di Assange, descritto come un personaggio isolato, rinnegato da tutti i precedenti sostenitori, psicologicamente instabile e, come se non bastasse, accusato di «stupri e aggressioni sessuali», ovviamente al plurale! L’altro piano di attacco è rivolto contro il governo e il presidente ecuadoriano, presentati come nemici della libertà di stampa che professano una concezione a geometria variabile del diritto d’asilo. Da questo punto di vista alcuni articoli del Figaro rappresentano i peggiori modelli della ripetizione di elementi di linguaggio importati. Ne fornisco un esempio, ma sottolineo che, a seconda dei redattori, non tutti gli articoli hanno la stessa linea. In questo modo possiamo affinare la lista delle persone sotto influenza. La tecnica è sempre la stessa: una successione di affermazioni presentate come ovvietà «arcinote», che in realtà non sono altro che menzogne spudorate che il lettore non ha alcun modo di individuare.
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