Voto storico: fermiamo i banditi e riprendiamoci l’Europa
Elezioni storiche: per la prima volta dopo tanti anni possiamo finalmente fermare i “camerieri” della finanza e creare un solido fronte di opposizione che ci consenta, già domani, di riprenderci l’Europa.
Insieme a Spagna e Portogallo, Grecia e Francia, potremo rinegoziare i
trattati-capestro coi quali Bruxelles impone il massacro sociale
dell’austerity. Giulietto Chiesa ha le idee chiare: «Dobbiamo
riconquistare l’Europa e riformarla in senso democratico, perché senza l’Europa saremmo perduti, nel grande scontro mondiale che oppone gli Usa
alla Cina».
Pechino sta crescendo, e fra appena cinque anni avremo di
fronte “una Cina e mezzo”: «Quante risorse ci saranno a disposizione,
per noi e per loro?». Guai se l’Europa
scompare, anche se questa Unione Europea è da buttare. Va cambiata
radicalmente, a cominciare dalle singole trincee nazionali. Per questo,
l’Italia affronta un voto decisivo, che potrebbe cambiare la storia.
L’Europa
dei popoli può ricominciare proprio dalle urne italiane: «Bisogna
aprire una battaglia», annuncia Chiesa, intervistato dal blog “Byoblu”. «Andremo
a un risultato elettorale che, per la prima volta da molti anni,
manifesterà l’esistenza di una opposizione – variegata, molto mobile –
con almeno 100 parlamentari che non parteciperanno al gioco della
truffa, e cioè i parlamentari di Grillo, quelli di Ingroia e anche una
parte di Sel». Lo stesso partito di Vendola, infatti, potrebbe eleggere
una cinquantina di parlamentari: il leader è schiacciato dall’alleanza
con Bersani – e quindi Monti – ma «molti di questi candidati sono
persone oneste, che si troveranno di fronte a decisioni molto difficili e
molto sgradevoli: dovranno decidere da che parte stare». Si profila uno
scenario molto mobile e, per la prima volta, con uno schieramento
radicale che comincia a mostrarsi forte. «Mettiamo insieme quello che
accade in Spagna, in Portogallo, in Grecia: sta comparendo una
alternativa europea». Non è solo un discorso italiano o dei Piigs:
«Anche in Francia la situazione è complicata, per il signor Hollande».
Secondo Giulietto Chiesa, autore del recentissimo “Invece della
catastrofe” (Piemme), potrebbe nascere uno schieramento europeo che
dice: vogliamo rinegoziare i trattati europei, rimettere in discussione
l’attuale Costituzione europea e sottoporla a referendum popolari in
tutti i paesi, e non solo nei Parlamenti. «Si aprirebbe un fronte:
questa è la linea da adottare per riprendere il discorso, abbandonato,
di un’Europa
di pace». Impresa in salita, ovviamente: «Ci troveremo di fronte un
Parlamento con una maggioranza truffaldina», grazie al Porcellum. «Non
sarà una partita facile, ma nemmeno impossibile: perché sono convinto
che questo governo ci porterà in una crisi
ancora più grave». Fra un anno, il quadro sociale italiano ancora molto
più drammatico di quello di oggi, già piegato dal rigore. «Se ora
avremo una sponda in Parlamento sarà tanto più importante». Chi gestirà
il nuovo governo dovrà vedersela con una nuova opposizione politica, nel Parlamento e nel paese. «Non dico che avverrà, dico che dobbiamo muoverci velocemente perché avvenga. E perché l’Europa sia costretta a negoziare: con la Grecia, con l’Italia, con la Spagna e col Portogallo».
Altra via non esiste: è l’attuale catastrofe. Si vota «in assenza di democrazia sostanziale: se esistono ancora brandelli di democrazia
è perché non hanno ancora abolito la Costituzione». Ma l’hanno già
cominciato a fare, in modo bypartisan – destra e sinistra – dando corso a
un disegno che risale a Licio Gelli, alla P2, al rapimento di Aldo
Moro. Democrazia:
il potere controllato dal popolo? «Il popolo non c’entra più niente:
questo potere è interamente gestito da lobby molto lontane, che sono
state per una certa fase lobby politiche, e adesso sono diventate quasi
esclusivamente lobby finanziarie». Prima c’erano i “maggiordomi”,
incaricati di eseguire gli ordini delle lobby, plasmando le leggi. Ma
adesso «i maggiordomi non sono più attendibili, perché sono legati alla
necessità di essere rieletti: e siccome agli elettori si chiedono cose
insopportabili, i maggiordomi non sono più affidabili».
Così, la grande finanza
ha mandato direttamente in campo i suoi uomini: Monti, Draghi, Prodi,
Barroso. «Non sono eletti da nessuno, non devono rispondere a nessuno:
sono degli automi che sono lì per svolgere delle funzioni specifiche di
controllo della popolazione». E Monti candidato alle elezioni? Un
incidente del sistema, ma sarà un flop: «Si è illuso di avere una base
perché, dietro la sua nomina a senatore a vita e poi a premier, c’era
tutto il sistema mediatico, che è al servizio della grande finanza».
Finora, l’intera operazione-Monti «è stata guidata e consentita
attraverso il sistema della comunicazione di massa: televisioni e
giornali sono tutti direttamente al servizio di questa operazione».
Tradito anche dai sondaggi pilotati, Monti si
è convinto di godere di un grande prestigio: «In realtà non ha nessun
prestigio: in queste elezioni, se gli va bene, finisce quarto».
Dall’Italia potrebbe dunque aprirsi una crepa importante nel regime
europeo dominato dall’euro, la sciagurata moneta unica che, secondo
Chiesa, fu un’invenzione soprattutto della Francia per condizionare la
Germania all’indomani dell’unificazione tedesca. Uscire dall’euro?
Magari: ma servirebbe «una classe dirigente capace di pensare in termini
nazionali». Viceversa, sarebbe come «cadere dalla padella alla brace»,
ovvero tra le macerie mondiali del dollaro: «Tutto quel che sta
accadendo è un prodotto della fine dell’egemonia americana, cioè
dell’egemonia del dollaro», che sta entrando «in una fase di
convulsioni» destinata a contagiare le altre monete. Se l’origine è «la
fine dell’impero americano», secondo Chiesa «senza l’euro non staremmo
più comodi: passeremmo da un vassallaggio europeo – dove però potremmo
ancora contare, se solo volessimo – a una fase in cui non conteremmo più
niente e diventeremmo una semplice colonia del dollaro».
Fine dell’Europa? Scenario apocalittico: «Significherebbe l’esistenza di una sola Europa, e cioè la Germania, che si terrà l’Europa che si è conquistata, e cioè tutto l’est Europa (ormai “tedesco”) e una parte importante dell’altra Europa,
anch’essa “tedesca”». E gli altri? «Meteore lasciate a se stesse,
impossibilitate a esercitare qualunque ruolo internazionale». Finora,
insieme alla Russia, l’Europa è riuscita ad avere un ruolo tra i giganti mondiali, Usa e Cina. «Riusciamo a immaginare cosa accadrebbe se l’Europa sparisse dalla scena?». Giulietto Chiesa ne è convinto: «Credo che l’Europa
non scomparirà affatto: pensare che sparisca da un giorno all’altro non
ha senso, è come pensare di andare a piedi sulla luna». Neppure l’euro
sparirà, «perché interessa moltissimo ai tedeschi, che lo vogliono
mantenere». Pur di non rinunciarvi, la Germania probabilmente «abbasserà
la cresta». Più realistico, invece, per l’immediato futuro, il problema
di come l’Europa può contribuire a una soluzione pacifica della geopolitica mondiale, perché è evidente che «stiamo andando in guerra».
«Sto semplicemente dicendo che quello che si vede a occhio nudo è che
Stati Uniti e Cina sono in rotta di collisione», afferma Chiesa. «Per
ora sono legati a doppio filo, ma non è detto che lo rimangano. La
situazione è al calor bianco, si vede da tutte le mosse che fanno i
cinesi: si stanno preparando a un grande scontro». Fra appena cinque
anni, la Cina sarà complessivamente cresciuta del 50%: come divedersi, a
quel punto, le risorse strategiche del pianeta?
«Sfortunatamente, di
queste questioni non parla nessuno». I media, per esempio, preferiscono
parlare di scandali e tangenti, suggerendo l’idea che l’Italia –
berlusconiana e non – sia più “infiltrabile” dalla finanza speculativa perché indebolita dalla corruzione e dallo sfacelo politico. Falso: «La politica e la finanza
italiane sono sempre state subalterne, salvo rare eccezioni, ai disegni
dell’accoppiata formata da City of London e Wall Street». Vero che nel
’92 ci fu la famosa grande compravendita del nostro paese, «ma avvenne
dietro il paravento e con la copertura della City of London: è lì che è
nata l’operazione, non in Italia».
Mario Draghi lavorava «agli ordini della Goldman Sachs, già allora»
e, insieme alla City of London – «usando la City of London come cavallo
di Troia» – gli “amici” inglesi «vennero e si comprarono l’Italia». Una
costante, con poche eccezioni: l’Eni di Enrico Mattei e alcuni settori
della Dc, non allineati – specie sul Medio Oriente – ai diktat delle
“sette sorelle” e alla logica anglosassone, e orientati invece alla
difesa degli interessi nazionali. Eccezioni, appunto. La regola,
tangenti o meno, è sempre stata l’attuale: indipendenza zero, comandano i
ras della finanza
straniera. Che, appunto, “colonizza” i partiti, imbottendoli di
“maggiordomi”. Dittatura dei poteri forti. Con un’unica possibile
complicazione, nonostante tutto: le elezioni. Occasione storica,
stavolta, per costruire un’opposizione politica seria, che prepari un’alternativa sociale, su scala europea. Obiettivo finale, una nuova Europa. «Questa è una partita totalmente aperta», insiste Chiesa: «Prima di rinunciare all’Europa e alla tragedia che la finanza ha costruito, credo che dobbiamo attrezzarci per andare all’attacco».
Fonte: LibreIdee
24 febbraio 2013
USCIRE DALL'€URO? IMPOSSIBILE STIAMO ANDANDO IN GUERRA!
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1 commento:
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Giulietto Chiesa dimentica che il movimento 5 stelle è una creazione di Casaleggio e Sassoon, quindi dei Rotschild. Il suo scopo ultimo è la IPERDEMOCRAZIA, un metodo di ulteriore controllo della popolazione.
RispondiEliminaA parte questo non vi è alcun progetto di Sovranità all'interno del partito, e del programma.