di Giorgio Cremaschi
Respingo il giudizio finale qui espresso da Antonio Gramsci, i figli non sono mai mostri e devono essere sempre accolti con amore, ne hanno il diritto comunque vengano alla luce. Per questo si è sempre in difficoltà quando si accoglie con gioia ed auguri una nuova vita e nello stesso tempo non si può ignorare il sistema di potere che ha organizzato la sua nascita. Questa contraddizione mi fa ancora più odiare il capitalismo che tutto riduce a merce, ricoprendo e guastando con i rapporti di mercato anche i sentimenti ed i rapporti più profondi e sacri. E mi fa disprezzare l'ipocrisia del pensiero unico liberista, che invece santifica il mercato e trasforma in libera scelta delle persone, più povere, quella che è il risultato di rapporto economici e di potere totalmente diseguali ed oppressivi.
Antonio Gramsci un secolo fa vedeva lontano e giusto, chiarendo che da temere non fosse lo sviluppo scientifico, ma il crescente dominio del profitto capitalista su di esso. Il quattrino sporca ogni cosa scriveva, e questa è la ragione per cui io credo che nel cuore profondo del sentire socialista, comunista, egualitario, stia il rifiuto della pratica e della legalizzazione dell'utero in affitto.