L'Islanda è decisamente il paese della creatività finanziaria. Dopo aver mostrato - nel 2009 - che esisteva un modo alternativo al trasferire il debito bancario al debito pubblico, l'isola nordica potrebbe essere pronta a realizzare un grande esperimento monetario. Lo scorso 31 marzo, infatti, il presidente della commissione per gli affari economici dell'Althingi, il parlamento nazionale islandese, Frosti Sigurdjonsson, ha presentato una relazione al Primo Ministro, Sigmundur Gunnlaugsson sulla riforma del sistema monetario islandese. Ed è una vera e propria rivoluzione quella che propone.
19 luglio 2015
Islanda: "E se si togliesse alle banche la possibilità di creare denaro?"
Un rapporto parlamentare islandese suggerisce di dare solo alla Banca Centrale il monopolio per la creazione della moneta. Una vera e propria rivoluzione, se l'idea venisse applicata ...
L'Islanda è decisamente il paese della creatività finanziaria. Dopo aver mostrato - nel 2009 - che esisteva un modo alternativo al trasferire il debito bancario al debito pubblico, l'isola nordica potrebbe essere pronta a realizzare un grande esperimento monetario. Lo scorso 31 marzo, infatti, il presidente della commissione per gli affari economici dell'Althingi, il parlamento nazionale islandese, Frosti Sigurdjonsson, ha presentato una relazione al Primo Ministro, Sigmundur Gunnlaugsson sulla riforma del sistema monetario islandese. Ed è una vera e propria rivoluzione quella che propone.
L'Islanda è decisamente il paese della creatività finanziaria. Dopo aver mostrato - nel 2009 - che esisteva un modo alternativo al trasferire il debito bancario al debito pubblico, l'isola nordica potrebbe essere pronta a realizzare un grande esperimento monetario. Lo scorso 31 marzo, infatti, il presidente della commissione per gli affari economici dell'Althingi, il parlamento nazionale islandese, Frosti Sigurdjonsson, ha presentato una relazione al Primo Ministro, Sigmundur Gunnlaugsson sulla riforma del sistema monetario islandese. Ed è una vera e propria rivoluzione quella che propone.
La mancanza di controllo della banca centrale sul sistema monetario
17 luglio 2015
La vera natura dell'Unione €uropea
Diradatesi le nebbie nei cieli di Grecia, è possibile ora fare alcune considerazioni e tentare di trarre alcuni insegnamenti dalle vicende che si sono svolte in quel Paese.
E' emersa con chiarezza cristallina la natura dell'Unione Europea.
E' questa un'organizzazione interstatale che tutela gli interessi del capitale finanziario che opera sul continente a discapito dei popoli che vi ci abitano.
Tale è stata l'azione dei Capi di Governo europei che negli anni 2010-2011 hanno liberato le banche prevalentemente tedesche e francesi dal peso dei titoli di debito pubblico greco, che fino a quel momento avevano fruttato a quelle banche tassi d'interesse molto al di sopra della media, ma, poiché giudicati ormai difficilmente esigibili e quindi deprezzati rispetto al loro valore nominale, venivano acquistati dagli Stati europei e per tale via trasferiti a carico dei popoli.
E' emersa con chiarezza cristallina la natura dell'Unione Europea.
E' questa un'organizzazione interstatale che tutela gli interessi del capitale finanziario che opera sul continente a discapito dei popoli che vi ci abitano.
Tale è stata l'azione dei Capi di Governo europei che negli anni 2010-2011 hanno liberato le banche prevalentemente tedesche e francesi dal peso dei titoli di debito pubblico greco, che fino a quel momento avevano fruttato a quelle banche tassi d'interesse molto al di sopra della media, ma, poiché giudicati ormai difficilmente esigibili e quindi deprezzati rispetto al loro valore nominale, venivano acquistati dagli Stati europei e per tale via trasferiti a carico dei popoli.
16 luglio 2015
Fine dell'Europa
La decisione dell’Eurozona è una svolta storica. Sancisce molti cambiamenti, tutti irreversibili. Non è soltanto la condanna a morte economica della Grecia. E’ la fine dello stato di diritto per l’Europa intera.
Sono in molti a dire apertamente che ciò che si è consumato a Bruxelles il 13 luglio 2015 è stato un "colpo di stato". Realizzato con strumenti finanziari, con un ricatto dei forti contro i deboli, che implica e si regge su un atto di forza, su un'imposizione illegittima. Anzi è l'inizio della fine dell'Europa come entità che si proponeva di essere unitaria e si rivela ora un'accozzaglia di egoismi, che non è nemmeno possibile definire "nazionali", poiché sono stati dettati dalla frenesia del guadagno delle élites bancarie internazionali.
Un'Europa senza solidarietà e divisa, spaccata. Con la Germania (ma che dico?, con una parte della Germania; ma che dico?, con un partito tedesco — la CDU-CSU — guidato da un ministro delle Finanze, Wolfgang Shauble, che combatte contro la premier del suo partito Angela Merkel) che si trascina dietro sei stati dell'est, tutti antieuropei in sostanza, e che pretende di fare la lezione a tutta la restante Europa, per costringerla ad accettare il modello tedesco. Come ha scritto Varoufakis: "per mettere il timore di Dio nei francesi", costringendo la Grecia a uscire dall'euro".
15 luglio 2015
Grecia: Prime riflessioni dopo la dichiarazione del vertice europeo
Nelle ore e nei giorni a venire, mi siederò in Parlamento per esaminare le normative del recente accordo del vertice europeo sulla Grecia. Sono anche ansioso di sentire dal vivo i miei compagni Alexis Tsipras e Euclides Tsakalotos, che ne hanno viste di tutti i colori in questi giorni. Fino ad allora, mi riservo il giudizio sulle normative future. Nel frattempo, ecco alcune riflessioni impressionistiche sollevate dall'accordo.
- Un nuovo trattato di Versailles ossessiona l'Europa - ho usato questa espressione nella primavera del 2010 per descrivere il primo "salvataggio" che si stava preparando in quel momento. Se questa allegoria era pertinente allora, purtroppo, lo è ancora di più oggi.
- Mai prima di allora l'UE aveva preso una decisione che minasse in una maniera così fondamentale il progetto di integrazione europea. I leader europei, trattando Alexis Tsipras e il nostro governo come hanno fatto, hanno inferto un colpo decisivo al progetto europeo.
La costruzione dell'Unione €uropea: Un'organizzazione liberale al servizio del capitalismo
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, i paesi capitalisti si trovano in una situazione economica molto complicata, con un debito enorme e paesi da ricostruire fisicamente ed economicamente. Poiché devono equilibrare i loro conti, fanno appello agli Stati Uniti, i quali, dopo aver tratto un buon tornaconto dalla guerra, offrono ai paesi europei il Piano Marshall, un piano di aiuti economici, di prestito. Il progetto è affidato alla OECE (Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea), che ha lo scopo di organizzare una duratura cooperazione economica tra i paesi europei e mettere in atto un programma comune di recupero, l'Economic Cooperation administration e anche l'Export-Import Bank. Diciassette paesi europei ricevono così finanziamenti attraverso il Piano Marshall.
Gli Stati Uniti, grazie al Piano Marshall, emergono come regolatore dell'economia in Europa e come garante dell'imperialismo economico. Possono anche vegliare contro l'insorgenza di qualsiasi movimento comunista ad ovest della Germania, in particolare in paesi come la Francia, dove il Partito Comunista, alla fine della guerra esce notevolmente rafforzato. I liberali europei sostengono al tempo stesso l'idea di una comunità economica, volta a creare gli Stati Uniti d'Europa sul modello americano.
14 luglio 2015
Yanis Varoufakis: "L'Eurogruppo non ha esistenza legale ma ha il potere per decidere le vite degli europei. E il suo grande capo è Doc Schäuble"
Harry Lambert: come ti senti?
Yanis Varoufakis: (…) mi sento sollevato nel non dover più sostenere questa pressione incredibile a negoziare da una posizione che giudico difficile da difendere. (…) Le mie peggiori paure si sono confermate, ma la situazione si è rivelata perfino peggiore.Un cavallo di Troia nella Casa dell'austerità
Il ritorno del cavallo di Troia - Rico Schacherl, Sudafrica |
"Al giorno d'oggi solo i criminali osano danneggiare gli altri, senza l'aiuto della filosofia" Robert Musil, L'uomo senza qualità
Le cosiddette "istituzioni" dell'UE - insieme con i politici cosmicamente mediocri dei paesi ricchi dell'Unione Europea - tutti insieme, si sono comportati come barbari, dimostrando, graficamente, come tutta la costruzione kafkiana dell'UE ha un odio viscerale per la democrazia.
U€: L'Austria se va davvero!
Occorrevano 100mila firme, in un settimana ne hanno raccolte 261.000 ma solo perchè hanno dovuto fermarsi: la Corte Costituzionale austriaca aveva concesso sette giorni e non uno di più per raccogliere le firme necessarie ad ammettere la petizione popolare per l’uscita dell’Austria dall’Unione Europea, sperando che non sarebbero stati sufficienti. Ne avesse dati quindici, probabilmente la gran parte dei sei milioni e mezzo di elettori austriaci (in Austria il diritto di voto scatta a 16 anni) avrebbe votato a favore della ‘Volksbegehren EU Austritt‘.
Un successo, nonostante il boicottaggio dei media nazionali ed europei (ancora oggi e nonostante tutto la stampa italiana non parla di questo avvenimento e quella austriaca lo fa giusto perchè costretta dalla situazione), nonostante le difficoltà del voto ammesso solo nelle sedi comunali e nei tribunali.
Nonostante tutto 261mila Austriaci hanno deciso che il Parlamento deliberi immediatamente oppure indica un Referendum popolare perchè sia il popolo a decidere se restare o meno nell’Unione Europea.
12 luglio 2015
La storia sconosciuta delle negoziazioni del debito greco
La maggior parte dei più importanti mezzi di informazione e persuasione spagnoli hanno presentato i negoziati che si stanno svolgendo tra le più importanti istituzioni dell’establishment finanziario (sia la Banca Centrale Europea- BCE – che il Fondo Monetario Internazionale – FMI) e i politici europei (la Commissione Europea, il Consiglio Europeo e l’Eurogruppo, dominato dal governo tedesco) da un lato e il governo di Syriza della Grecia dall’altro, come un incontro fallito originato dalla presunta rigidità e incompetenza di quest’ultimo, nonostante la pazienza e il comportamento razionale dei primi. In precedenti articoli ho messo in discussione questa visione così compiacente e poco critica, riprodotta quale parte della ‘sapienza’ convenzionale e promossa dai guru mediatici economici, tutti con chiara sensibilità neo-liberista.
Gli ultimi esempi sono le analisi della situazione greca del consigliere ufficiale in materia economica de La Sexta Noche, il sig. José Carlos Dìez, e dell’ ‘economista della casa’ (come lo definisce la televisione pubblica della Catalogna, TV3, nel suo programma “lezione di Economia”), il sig. Xavier Sala i Martìn.
L’abbondante evidenza scientifica (anche se non i più grandi mezzi di informazione spagnoli, compresa La Sexta Noche e TV3) mostra l’errore e/o la malafede di questa versione ufficiale.
L’ultima prova di tale falsità l’ha appena data una persona che conosce bene la trama politica che stava dietro alle politiche approvate dalle istituzioni dell’establishment finanziario e politico europeo citato precedentemente, e imposte alla popolazione greca.
Gli ultimi esempi sono le analisi della situazione greca del consigliere ufficiale in materia economica de La Sexta Noche, il sig. José Carlos Dìez, e dell’ ‘economista della casa’ (come lo definisce la televisione pubblica della Catalogna, TV3, nel suo programma “lezione di Economia”), il sig. Xavier Sala i Martìn.
L’abbondante evidenza scientifica (anche se non i più grandi mezzi di informazione spagnoli, compresa La Sexta Noche e TV3) mostra l’errore e/o la malafede di questa versione ufficiale.
L’ultima prova di tale falsità l’ha appena data una persona che conosce bene la trama politica che stava dietro alle politiche approvate dalle istituzioni dell’establishment finanziario e politico europeo citato precedentemente, e imposte alla popolazione greca.
10 luglio 2015
Il sistema insindacabile di oppressione in Europa
Una voce da Bruxelles, riportata da Dedefensa:
“Fino a qualche anno fa, la consegna fra i funzionari dirigenziali
era di essere più discreti possibile, specie nel caso delle auto di servizio (
…). Da qualche mese è un diluvio nell’altro senso: enormi 4×4, SUV,
eccetera – si direbbe che i nostri famosi fabbricanti tedeschi non cessino
di fabbricarne di sempre più grossi, più massicci, più blindati, specialmente
concepiti per i funzionari – Juncker è un campione in questo campo – che
sembrano sempre più delle fortezze semoventi, blindati di inaudita
potenza e lusso, intoccabili, coi vetri oscurati, che si muovono in lunghi
convogli come dei cingolati russi che invadessero l’Ucraina…”.
Insomma han buttato la maschera e
adottato lo stile di ostentazione che è
parte dello stile di vita degli oligarchi criminali dell’Est
europeo. Istruttivo il particolare dei vetri oscurati,
un tempo tipico della Nomenklatura
sovietica. Il privilegio di un potere che non deve rispondere di
sè.
Piccola, coraggiosa nazione (Non siamo noi)
Ero in Grecia in questi giorni e benché lontano dalla capitale (stavo alle pendici dell’Athos, il Monte Santo) ho potuto vedere il progressivo indurimento delle persone. Spero che i nostri media abbiano dato notizia delle enormi, continue ed infami minacce, umiliazioni, delle grossolane ingerenze e notizie false, degli sporchi trucchi che l’Eurogruppo, Merkel, e il Rettile della BCE hanno messo in atto per far sentire impotente, spaventare, far paura ai cittadini della piccola nazione e indurli a cedere. Prima, per forzarli ad accettare l’ennesimo indebitamento con programma di austerità senza prospettive, poi per indurli col terrore a votare Sì.
Non hanno risparmiato nessun abuso: dalla decisione di tenere una riunione dell’Eurogruppo escludendo la Grecia – che è pur sempre un membro dell’eurozona – fino alla decisione di Draghi di bloccare la liquidità alle banche elleniche, qui si sono visti autentici reati, comportamento criminali (1) che spero un giorno si possano portare alla Corte di Giustizia. Poi le notizie false: dall’emissione di sondaggi che facevano stravincere il Sì a nome di un’agenzia greca che si è affrettata a smentire di averli mai fatti (e denuncerà i responsabili, se sarà possibile identificarli) fino all’ultima autentica informazione del Financial Times: in caso di No, saranno intaccati i depositi sopra gli 8 mila euro. Tremate, pensionati.
9 luglio 2015
Non sono più ministro!
Il referendum del 5 luglio passerà alla storia come un momento unico in cui una piccola nazione europea si è alzata in piedi contro la servitù per debito.
Come per tutte le lotte per i diritti democratici, il prezzo da pagare per questo rifiuto storico dell''ultimatum del 25 giugno dell'Eurogruppo, è alto. E' quindi essenziale che il grande capitale guadagnato dal nostro governo con lo splendido voto del NO venga immediatamente investito in un SI per una risoluzione adeguata - un accordo che preveda una ristrutturazione del debito, meno austerità, una redistribuzione in favore dei bisognosi e vere riforme.
I dannati del mare
Nel novembre 1989, al suono delle fanfare di tutto l’Occidente ‘democratico’, cadeva il “Muro” per antonomasia, quello di Berlino. Sono passati 26 anni e, nel mondo, di muri ne sono stati eretti più di una ventina: muri di filo spinato, di cemento, di sabbia e pietra, contornati da fossati, elettrificati, guardati a vista da soldati che sparano…
I più conosciuti sono quelli tra Stati Uniti e Messico (dove le “schiene bagnate” centro-americane cercano di entrare nella terra promessa del dollaro), quello tra Israele e Cisgiordania, la barriera di Ceuta e Melilla in Marocco: Ma ve ne sono altri meno noti, come quello recente tra Bulgaria e Turchia eretto per fermare i profughi siriani, quello tra l’Oman e gli Emirati Arabi, quello tra lo Yemen e l’Arabia Saudita, quello tra la Tailandia e la Malaysia e via dicendo.
Ogni anno migliaia di persone perdono la vita per oltrepassare questi muri.
Ogni anno migliaia di persone perdono la vita per oltrepassare questi muri.
8 luglio 2015
"Grexit": Quale sarà lo scenario per l'economia globale?
Nessuno può prevedere esattamente come sarà lo scenario peggiore per l'economia globale, ma potrebbe diventare molto scomodo nei mercati mondiali. La rivista americana Foreign Policy ha analizzato quale prospettiva ci attende in questa situazione e ritiene che i rischi più evidenti sono nella zona euro a causa della Grecia, e in Cina.
"Se la Grecia subirà un "default" e, alla fine abbandonerà l'Euro, l'invulnerabilità della moneta sparirà", secondo Daniel Altman, economista di 'Foreign Policy'. In questo caso, gli investitori saranno costretti a considerare che anche altri paesi potrebbero lasciare la zona euro, e il Portogallo potrebbe essere il prossimo sulla lista, evidenzia Altman. "E crescerà notevolmente l'incertezza circa il valore dell'euro. Se la composizione della zona euro è imprevedibile, non c'è modo di sapere quanto dovrebbe costare l'euro o i titoli in euro", osserva l'economista. La tendenza delle banche centrali per creare riserve in euro come un contrappeso al dollaro si è già invertita, ma con l''Grexit' potrebbe precipitare.
Con Tsipras e con la Grecia, per l'Europa e la democrazia
Se a Laio, re di Tebe, l'oracolo di Delfi non avesse predetto che in un futuro prossimo sarebbe stato ucciso dal primogenito, il quale avrebbe poi sposato la propria moglie Giocasta, il giovane Edipo non sarebbe mai stato adottato dal re di Corinto, mai ne sarebbe fuggito, mai avrebbe ucciso Laio, ignaro fosse suo padre, e mai avrebbe sposato Giocasta, ignaro fosse sua madre.
In questi giorni, più che in ogni altro momento della loro storia, le Istituzioni che compongono la Troika provano ad affidare il destino della Grecia e dell'Europa ad una profezia simile a quella di Sofocle, capace di auto-avverarsi per il solo fatto che ognuno, assalito dall'istinto di sopravvivenza e dalla paura, potrebbe credervi.
Nascono da questa intenzione due equivoci ampiamente smentiti dai fatti: il primo vorrebbe un popolo egoista, che vive di tutele ingiuste a scapito degli altri Stati. Il secondo, addirittura, vorrebbe la Grecia intenzionata a non onorare il debito e ad abbandonare l'Euro attraverso il voto.
6 luglio 2015
Rompere il Corralito* della BCE in Grecia!
A causa del controllo della Banca centrale europea sui conti bancari dei Greci, FairCoop vuole aiutare la popolazione rompere il “corralito”* ( la corsa al ritiro dei proprio risparmi dalle banche), offrendo la possibilità di scambiare una parte dei loro bilanci digitali di “Euro greci” in Faircoins. In modo che i cittadini greci possano diversificare i propri risparmi e cambiarli in una valuta che la BCE non può controllare e che è in sintonia con l’etica della cooperazione sociale di fronte al modello economico neoliberista che la troika vuole imporre.
In collaborazione con il Festival per la Solidarietà e l’Economia Collaborativa, FairCoop ha creato un conto corrente Greco attraverso il quale i cittadini possano comprare i Faircoin.
Se vuoi partecipare, ecco i passi da seguire:
2 luglio 2015
Giorgio Napolitano: piccola nota sull'indecenza
Il 17 giugno l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto dalle mani grondanti sangue di Henri Kissinger il premio a lui intitolato, quale riconoscimento diplomatico per le sue alte doti di europeo convinto. La carriera politica di Napolitano è andata dipanandosi dall'appartenenza al PCI, ala destra, migliorista, sino all'invenzione di teoremi governativi perniciosissimi per l'Italia. Gli ultimi governi Monti, Letta (questo andrebbe messo tra parentesi, stando la sua mitezza personale di decisa lontananza dal precedente, appunto Monti e dal successivo) e Renzi sono opera usa. E specialmente quest'ultimo, in carica, il Renzi primo, si sta rivelando come un governo di destra decisa. Peggio di Berlusconi, ancora più a destra del suo ultimo governo - basti osservare la controriforma della scuola pubblica, neppure il Cavaliere aveva osato tanto - Renzi si configura come messa in pratica della visione di indecenza del suo mentore Napolitano.
1 luglio 2015
L’attacco dell’Europa alla democrazia greca
Il continuo crescendo di litigi e battibecchi all’interno dell’Europa può apparire all’esterno come l’inevitabile risultato della triste partita finale tra la Grecia e i suoi creditori. Infatti, i leader europei stanno finalmente cominciando a rivelare la reale natura del persistente dibattito sul debito, e la risposta non è delle più piacevoli: il dibattito riguarda il potere e la democrazia più che il denaro e l’economia.
Naturalmente, le misure economiche che sono alla base del programma che la “troika” (Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale) ha imposto alla Grecia cinque anni fa sono state pessime, causando un calo del 25% del Pil del Paese. Non riesco a pensare a nessuna depressione che sia mai stata così intenzionale e che avesse conseguenze così catastrofiche; il tasso di disoccupazione giovanile della Grecia, ad esempio, ora supera il 60%.
È spaventoso che la troika si sia rifiutata di assumersi qualunque responsabilità o di ammettere quanto erano sbagliate le sue previsioni e i suoi modelli. Tuttavia ciò che è anche più sorprendente è che i leader europei non hanno neanche imparato la lezione. La troika sta ancora chiedendo che la Grecia raggiunga un avanzo primario di bilancio (al netto del pagamento degli interessi) pari al 3,5% del Pil entro il 2018.
30 giugno 2015
29 giugno 2015
Charleston: c’era una esercitazione simulante il massacro
A Charleston, South Carolina, il 21 enne Dylan Roof è entrato nella chiesa negra ed ha sparato all’impazzata, uccidendo nove presenti, fra cui il senatore democratico Clementa Pinckney, 41 anni, padre di due figli. Era il 17 giugno.
Quello stesso era in corso a Charleston un’esercitazione federale che prevedeva esattamente un eccidio: i poliziotti partecipanti dovevano prepararsi nel caso di Active Shooter. Si tratta di una definizione inventata dal Department of Homeland Security, che designa uno scenario di una strage di massa rapida e imprevedibile, dove alla fine l’uccisore si toglie la vita. Come potete vedere, di esercitazioni del genere, in Usa, se ne tengono di continuo.
Quello stesso era in corso a Charleston un’esercitazione federale che prevedeva esattamente un eccidio: i poliziotti partecipanti dovevano prepararsi nel caso di Active Shooter. Si tratta di una definizione inventata dal Department of Homeland Security, che designa uno scenario di una strage di massa rapida e imprevedibile, dove alla fine l’uccisore si toglie la vita. Come potete vedere, di esercitazioni del genere, in Usa, se ne tengono di continuo.
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