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"LA TERRA CI NUTRE LA TECNOLOGIA CI GUIDA: COLTIVIAMO INSIEME IL FUTURO"
10 luglio 2015
Il sistema insindacabile di oppressione in Europa
Una voce da Bruxelles, riportata da Dedefensa:
“Fino a qualche anno fa, la consegna fra i funzionari dirigenziali
era di essere più discreti possibile, specie nel caso delle auto di servizio (
…). Da qualche mese è un diluvio nell’altro senso: enormi 4×4, SUV,
eccetera – si direbbe che i nostri famosi fabbricanti tedeschi non cessino
di fabbricarne di sempre più grossi, più massicci, più blindati, specialmente
concepiti per i funzionari – Juncker è un campione in questo campo – che
sembrano sempre più delle fortezze semoventi, blindati di inaudita
potenza e lusso, intoccabili, coi vetri oscurati, che si muovono in lunghi
convogli come dei cingolati russi che invadessero l’Ucraina…”.
Insomma han buttato la maschera e
adottato lo stile di ostentazione che è
parte dello stile di vita degli oligarchi criminali dell’Est
europeo. Istruttivo il particolare dei vetri oscurati,
un tempo tipico della Nomenklatura
sovietica. Il privilegio di un potere che non deve rispondere di
sè.
A Bruxelles dunque ostentano e sfoggiano,
sgavazzano e sbevazzano, sicuri che il sistema in cui hanno trasformato
la “speranza europea”, la celebrata “utopia di Altiero Spinelli” (capirai…)
oggi prigione dei popoli, durerà. L’euro non si
spaccherà, l’oligarchia non sarà mai minacciata dalla democrazia nè
dalla rivolta dal basso. I tecnocrati e i politici sono
sicuri che non dovranno mai abbassare l’arroganza. Si
sentono, si sanno garantiti da uno che sta al disopra di loro.
L’Insindacabile, lo chiameremo. E che è il vero vincitore nella tragedia
dei greci.
Il sistema posto in atto
dall’Insindacabile ha regalato molto ai suoi complici.
Cosa ci ha guadagnato Berlino
Per esempio ai politici irresponsabili, in
Grecia come in Italia, che hanno potuto indebitare il paese (e i cittadini) ai
tassi artificialmente bassi che regalava loro la unione monetaria,
spandendolo in lussi, clientelismi, corruzioni e spreco per gli “amici”.
La Germania ha avuto la sua epoca di grande successo
economico all’estero (l’export costituisce ormai quasi il 50% dei suo
Pil) perché l’euro è stato creato – per definizione – per essere più
deboledel marco tedesco; così Berlino ha portato via a manbassa quote di
mercato all’Italia, per la quale al contrario l’euro è sopravvalutato. Certo,
sono proprio i cumuli di valuta di cui gli esportatori tedeschi
hanno riempito le loro banche all’origine del disastro finanziario. Il perché
spero sia chiaro: per le banche, i depositi dei clienti sono un
“passivo”, che le obbliga a perseguire in modo esponenziale l’incameramento di
“attivi”. Per la banca, “attivi” sono gli interessi che lucra dalla
moneta che crea dal nulla, indebitando persone, aziende,
stati; più la banca ha in pancia depositi, più deve
moltiplicare il credito, di nove, dieci, venti volte non so. Nel caso, le
banche tedesche indebitarono fino al collo la Grecia. Comprarono senza limiti i
loro titoli pubblici: perché davano rendimenti più alti, perché erano emissioni
di un Tesoro europeo, e dunque valevano “come contanti” da offrire come
garanzia (collaterale) per le speculazioni più osèes, i derivati
più fantastici (da cui estrarre altre rendite).
Prestavano troppo, e lo sapevano benissimo, ad un debitore che non
poteva pagare. La Grecia è stato un creditore sub-prime;
come nel caso dei sub-prime americani, le cui banche hanno prestato a messicani
e ragazze madri disoccupate perché si comprassero a
rate auto che non si potevano permettere; quei pessimi debiti le banche mica se
li tenevano in pancia, li hanno mescolati e riaffetttati in “titoli di
debito” che hanno sbolognato ad altri enti, specie ai Fondi pensione,
promettendo: danno interessi alti, approfittatene. Appena le ragazze madri non
hanno potuto pagare la seconda rata, le banche d’affari si erano già
liberate dei loro impegni. Con la Grecia, le banche
tedesche e francesi hanno fatto esattamente la stessa cosa, ma più
grave: si sono liberate del rischio trasferendolo
sugli stati, ossia sui contribuenti europei. I danni privati, che
le banche avrebbero dovuto subire come meritata punizione del loro
cattivo, irresponsabile “investimento”, sono diventati debiti pubblici.
La tabella qui sotto illustra il successo della operazione.
Naturalmente questo trucco è stato
esaltato e spiegato dai media come “salvataggio delle Grecia” (bail-out). Con
l’accusa moraleggiante alla Grecia di “vivere al disopra delle sue
possibilità”. Come oggi dice persino D’Alema (doveva dirlo nel 2012), quei
soldi dei salvataggi non andavano in Grecia: la BCE li ha creati
dal nulla per acquistare a man bassa i titoli di debito greci in
pancia alle banche tedesche e francesi. Hanno riempito di quattrini le
banche. Applausi del media.
Alla Grecia, restavano da pagare solo gli
interessi su questi “nuovi prestiti” che riceveva sulla carta ma venivano
immediatamente dati alle banche. Interessi sempre più salati, perché il debito
pubblico greco saliva e saliva, sicché il debitore diventava inaffidabile – se
voleva nuovi salvataggi, doveva pagarli sempre più caro.
Per questo Varoufakis ha detto: “Mi taglio
il braccio piuttosto che firmare la richiesta di un nuovo prestito”.
E’ così che il debito greco è diventato
quello che è:
Il tutto aggravato dalla austerità
che i tedeschi, con la Merkel ma tutti quanti, hanno imposto alla Grecia:
austerità! Austerità! Tagliare! Effetto: il Pil è sceso,
sicché il debito in rapporto al Pil, meccanicamente, è salito.
Lo stesso è stato imposto ai paesi
periferici, fra cui il nostro: fate le riforme, austerità, compiti a casa.
L’effetto è la crescita del debito in rapporto al Pil. Noi eravamo
già indebitati fino al collo; ma la Spagna aveva un rapporto debito Pil del
60%, prima dei salvataggi greci…
Perché i nostri politici, gli eurocrati col SUV, i banchieri centrali
hanno preferito salvare le banche anziché i cittadini e gli stati?
C’è qui pronta, grazie a Zero Hedge, una teoria del complotto.
La mappa è un po’ vecchia e mancano alcune
foto: Prodi, Padoan ad esempio. Anche loro ex (?) dipendenti Goldman
Sachs. E’ ovvio che la loro logica sia quella di accollare le
perdite della finanza ai cittadini. Hanno imparato lì.
Mario Draghi è stato vice-presidente e
direttore esecutivo (non una carica cerimoniale, dunque) di Goldman Sachs
International dal 2002 al 2005. Goldman Sachs è stata la banca
d’affari che – dietro compenso milionario – ha aiutato Atene a
truccare i conti per entrare nell’euro senza averne le condizioni: un
intorcinato procedimento che comprendeva un prestito di 2,8 miliardi di
euro fatto da Goldman al governo ellenico, fatto passare però non
per debito ma per “ un derivato swap tra un debito denominato in dollari
e yen emesso dalla nazione contro euro usando un tasso di cambio storico”, come
ha cercato di spiegare Bloomberg (non chiedetelo a me). Era il
2001.
Nel 2012 – Mario Draghi era da poco
assurto alla massima poltrona BCE – un noto giornalista di Bloomberg,
Mark Pittman, intentò azione giudiziaria contro la Banca centrale
europea, per ottenere l’ingiunzione, sotto il Freedom of Information Act,
a vedere due documenti interni dello Executive Board (sei membri) della
BCE, che dimostravano che la BCE era al corrente del trucco, e tuttavia – cvon
Eurostat – non l’aveva smascherato…
La risposta della BCE fu negativa: “La
Banca Centrale Europea non può rilasciare documenti che mostrino come la Grecia
ha usato i derivati per celare il suo indebitamento, perché la
divulgazione infiammerebbe la crisi minacciando il futuro della moneta
unica”. Zero Hedge sospetta, chissà come mai, che sia stato Mario Draghi
in persona a respingere la richiesta di Bloomberg perché (cito) “la
persona che supervisionò e personalmente avallò la perpetuazione della
menzogna greca non è altro che l’allora vice presidente e direttore esecutivo
di Goldman Sachs International – l’uomo che oggi è a capo della BCE”.
E’ un sospetto da cui energicamente ci
dissociamo. Anche perché i media non ricordano mai la strana e dubbia
circostanza, diciamo il forte puzzo di conflitto d’interesse, che emana
dalla figura del venerato governatore. I media rispettano i vetri
oscurati.
Piuttosto, riferisco che Goldman
Sachs è venuta alla luce con una propria teoria del complotto: secondo lei,
Mario Draghi ha interesse a far fallire la Grecia e a sbatterla fuori
dell’euro, perché così avrebbe l’opportunità di stampare a manetta
(quantitative easing) con la scusa di “prevenire il contagio”,
in realtà perché il quantitative easing che sta operando a tutto vapore da due
mesi – sembra anche per occulte operazioni contrarie della Bundesbank [
http://www.rischiocalcolato.it/2015/06/nel-mondo-del-qe-perenne-il-default-greco-conta-zero-a-meno-che-russia-e-cina.html]-
non ha effetti sull’economia reale: i finanziamenti ad imprese e famiglie
non crescono, nè si svaluta l’euro sul dollaro, nè cresce
l’inflazione (ferma sullo 0,3%), essenziale per “diluire” i debiti.
La deflazione-recessione e depressione continua.
Zero Hedge traduce il progetto così:
“La Grecia deve essere distrutta, perché l’euro e l’eurozona sia salvata
(con ulteriore quantitative easing)”.
Siamo in mano a una setta
Non sapremmo dire se è vero. Ma quando
Goldman esce con teorie del complotto, si deve tendere a crederle, perché è
onnisciente e perché dovrebbe avere ancora da qualche parte il numero del
cellulare del primo Rettiliano.
Non c’è che da ripetere le parole di
Marine Le Pen, la politica più cosciente di quel che è in gioco nella crisi
greca: “Gli europei devono decidere se vogliono vivere in democrazia,
o se accettano di vivere sotto quella che appare ogni giorno di più come una
setta”. Proprio così ha detto: “L’Unione Europea è divenuta una vera
setta dove si passa dal lavaggio del cervello, alle minacce, al ricatto
permanente”.
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