Io sottoscritto Newton Ahmed Barry, giornalista e caporedattore a L’Evénement,
vorrei allertare con la presente le organizzazioni di difesa dei
diritti umani e di difesa della stampa sulle gravi minacce ricevute
riguardo la mia sicurezza e la mia stessa vita.
Newton Ahmed Barry
Giornalista di investigazione, dal 2001, data di creazione del
nostro giornale L’Evénement di cui sono co-fondatore e responsabile di
redazione, sono nel mirino del regime Burkinabè che ha moltiplicato
gli atti intimidatori alla mia integrità morale e fisica. Ad ogni
situazione di crisi, in ragione dell’audience del nostro giornale,
aumentano gli atti di sorveglianza, di intimidazione e anche di
minaccia. Nel 2001, al culmine della crisi che si è prodotta a seguito
dell'assassinio del giornalista Norbert Zongo, il mio nome è stato
citato in un elenco tra persone da eliminare come « cosiddetti banditi
». La direzione della sicurezza dello stato, ci ha convocato per
rimetterci il testo della minaccia. Nessuna disposizione è stata presa
per la nostra protezione. Almeno, non a nostra conoscenza. Nel 2001, dopo la misteriosa morte dell'ex ministro della Costa
d'Avorio, Balla Keita, allora rifugiatosi in Burkina Faso, per
dissuadere il giornale L’Evénement che indagava sul caso, il Ministro
della Sicurezza ed il capo di Stato Maggiore della gendarmeria mi ha
accusato di « crimine di intelligenza con l’estero ». Convocato e
sentito per delle ore, sono stato infine rilasciato senza seguito. I
giornali vicini al regime avevano rilanciato il caso dandogli un
contenuto totalmente stravagante. Leggi tutto...
Un gruppo rap australiano ha fatto un'audace clip
commedia per denunciare l'approccio dei media e della politica
statunitense rispetto al conflitto israelo-Palestinese
Ecco il video shock mandato in onda dal programma di LA7 "La Gabbia"
che svela perché Renzi stia cercando di fare in fretta e furia la
riforma del titolo V della Costituzione.
“Di nuovo chiedo a Granma di non usare lo spazio della prima
pagina per queste righe, relativamente brevi, sul genocidio che si sta
commettendo coi palestinesi. Le scrivo velocemente solo per lasciare costanza su quello che si deve meditare profondamente.
Penso che una nuova e ripugnante forma di fascismo sta sorgendo con
una forza considerabile in questo momento della storia umana, nel quale
si sforzano per la propria sopravvivenza più di sette mila milioni di
abitanti. Nessuna di queste circostanze è relazionata con la creazione
dell’impero romano circa 2400 anni fa o con l’impero nordamericano che
in questa regione del mondo, appena 200 anni fa, è stato descritto da
Simon Bolivar quando ha esclamato che: “…gli Stati Uniti sembrano
destinati dalla Provvidenza a piagare l’America di miserie in nome della
Libertà”. L’Inghilterra è stata la prima reale potenza coloniale che ha
utilizzato i suoi domini su gran parte dell’Africa, del Medio Oriente,
dell’Asia, dell’Australia, dell’America Settentrionale, e molte delle
isole delle Antille, nella prima metà del XX secolo. Non parlerò in questa occasione delle guerre e dei crimini commessi
dall’impero degli Stati Uniti durante più di cento anni, bensì solo
ricordare quello che ha voluto fare con Cuba, quello che ha fatto con
molti altri paesi nel mondo e solo è servito per provare che “un’idea
giusta dal fondo di una grotta può vincere un esercito”.
A Gaza continua l’offensiva di Israele
per schiacciare la resistenza palestinese, ultimo diaframma che si
frappone all’egemonia economico/militare dei sionisti sulla Striscia.
Insieme all’embargo, che dopo la vittoria di Hamas ha schiacciato i
territori arabi, i ripetuti attacchi di Israele rappresentano una
tessera del mosaico di conflitti, che negli ultimi anni hanno
insanguinato il Medio Oriente.
I pretesti di questa nuova invasione non
sono altro che l’ennesima ricerca fittizia del “casus belli” per
proseguire il genocidio palestinese, per impossessarsi di tutta la terra
di Palestina eliminando ogni limitato insediamento palestinese,
concentrato ormai solo in due isole di Gaza e Cisgiordania circondate
dal muro e presidiate dall’esercito israeliano. Per i sionisti, i
palestinesi sono il motore della loro economia, costituendo un grande
esercito di riserva utilizzati nella produzione sionista, nelle grandi
fabbriche israeliane e nelle multinazionali che investono in Israele,
impiegati come schiavi, sottopagati e senza diritti.
Nell’ottica
sionista, i palestinesi crescono però a livello demografico molto più
velocemente di quanto serve ai loro interessi, per questo è costante il
genocidio sionista per ridurre al minimo indispensabile la popolazione
palestinese, boicottando allo stesso tempo ogni possibilità di
organizzazione della Palestina, impedendo la pesca, sabotando le
centrali che producono energia a Gaza e Cisgiordania, versando negli
acquedotti di Gaza e Cisgiordania acque reflue sull’acqua potabile,
l’insabbiamento dei pozzi ecc… Pertanto si tratta di una operazione
sistematica per ridurre al minimo la popolazione palestinese da
conservare in stato di schiavitù secondo le necessità della borghesia
israeliana e internazionale.
Leggete
la lista delle condizioni poste da Hamas e Jihad islamico e provate
onestamente a giudicare se c’è una richiesta ingiusta tra queste.
Dopo che abbiamo detto tutto ciò che c’è da dire sul conto di Hamas –
che è integralista, che è crudele, che non riconosce Israele, che
spara sui civili, che nasconde munizioni dentro le scuole e gli
ospedali, che non ha fatto niente per proteggere la popolazione di Gaza
– dopo che è stato detto tutto questo, e a ragione, dovremmo fermarci
un attimo e ascoltare Hamas. Potrebbe perfino esserci consentito
metterci nei suoi panni e forse addirittura apprezzare l’audacia e la
capacità di resistenza di questo nostro acerrimo nemico, in circostanze
durissime.
Invece Israele preferisce tapparsi le orecchie
davanti alle richieste della controparte, anche quando queste richieste
sono giuste e corrispondono agli interessi sul lungo periodo di
Israele stesso. Israele preferisce colpire Hamas senza pietà e senza
alcun altro scopo che la vendetta. Stavolta è particolarmente chiaro:
Israele dice di non voler rovesciare Hamas (perfino Israele capisce che
se lo fa si ritroverà sulla porta di casa la Somalia, altro che
Hamas), ma non è disponibile ad ascoltare le sue richieste. Quelli di
Hamas sono tutti “bestie”? Ammettiamo pure che sia vero, ma tanto lì
stanno e lì restano, e lo pensa anche Israele. Quindi, perché non
ascoltarli?
Rivendicare la sovranità nazionale e disobbedire al Patto di
Stabilità imposto dalla Troika: «Occorre una rottura, un bagno di
realismo e uno scatto di coraggio di fronte a questa crisi
e a questa Unione Europea che opprime e disunisce i popoli europei».
L’ideologia dell’europeismo lubrifica il diktat economico dell’Ue, vera
causa della catastrofe, mentre le ultime elezioni rivelano i sentimenti
di un’opinione pubblica che «diventerà prevedibilmente sempre più
anti-Unione Europea», avverte Enrico Grazzini. Senza una rivolta politica radicale la musica non cambierà, perché «alla base della politica
europea e tedesca dell’austerità senza fine, della deflazione e della
disoccupazione di massa ci sono i trattati di Maastricht, e poi del
Fiscal Compact, del Two Pack e Six Pack», già sottoscritti dai governi
di centrodestra e centrosinistra. «Senza modificare o ripudiare questi
trattati-capestro è praticamente impossibile rilanciare la spesa
pubblica e invertire l’attuale rotta europea», che ci sta portando al
disastro. Sono proprio quei trattati-sciagura che la Merkel impugna per imporre la sua politica «suicida e insostenibile», con «regole rigidissime sui limiti ai deficit pubblici»,
in una situazione già drammatica in cui «gli investimenti privati e i
consumi sono in caduta libera». E’ storia: «Grazie all’Ue, l’Europa è diventata da anni il malato grave dell’economia mondiale, e non riesce a vedere la fine del tunnel». L’Unione Europea uscita da Maastricht, scrive Grazzini su “Micromega”,
«non è la patria degli europei», ma solo un’istituzione
intergovernativa oppressiva.
"Da fuori lo sguardo degli animali
si posava sul maiale e poi sull'uomo, e poi dall'uomo al maiale, e di
nuovo dal maiale all'uomo; ma era impossibile distinguere l'uno
dall'altro."
(George Orwell, "La Fattoria degli Animali")
In mezzo a cotanta barbarie che ancora una volta ci tocca vedere
abbattersi su Gaza, non è mancato chi ha paragonato il regime di Israele
con l'apartheid che c'era in Sud Africa. Il paragone, senza ombra di
dubbio, è in difetto. Il razzismo strutturale sudafricano non è mai
giunto ad un livello di brutalità sistematica come quella che oggi
devono sopportare i Palestinesi. Alcuni hanno paragonato Gaza ad un
ghetto, alle prigioni a cielo aperto in cui i nazisti rinchiudevano gli
ebrei in Europa ed hanno paragonato la resistenza di Gaza alla
resistenza del Ghetto di Varsavia nel 1943 [1]. Lo scrittore colombiano
Antonio Caballero ha descritto la Cisgiordania "come un arcipelago
fatto di ghetti chiusi da muri eretti da Israele e di strade
controllate dall'esercito israeliano che servono a collegare le decine
di insediamenti coloniali ebrei su terra palestinese e, viceversa, a
non far comunicare le comunità palestinesi" [2]. L'intellettuale israeliano Ilan Pappe concorda sul
fatto che la politica israeliana cerca di trasformare le comunità
palestinesi in ghetti fisicamente separati [3]. La situazione dei
Palestinesi che vivono e lavorano in Israele non è migliore: a
centinaia sono stati messi in carcere da quando è iniziato l'attacco
[4]; altri hanno dovuto subire veri e propri pogrom [5] scatenati da
israeliani ostili alla popolazione araba che viene accusata di
sfruttare, a sputi e complotti, il miele della cosiddetta "democrazia". Leggi tutto...
Da due anni vivo senza denaro e nessuna spesa, vi racconto come ci riesco
E’ irlandese e il suo nome è Mark Boyle. Quest’uomo ha deciso di vivere senza redditto, senza nessun conto in banca e senza nessuna spesa. Come farà a vivere? Qui ci racconta la sua Esperienza Personale in questo percorso di CAMBIAMENTO RADICALE.
Se sette anni fa, durante il mio ultimo anno di Economia, mi avessero
detto che fra qualche anno avessi vissuto alla giornata senza un
centesimo, gli avrei presi per pazzi. Il mio obbiettivo a quei tempi era
quello di ottenere un “buon lavoro”, riempirmi di beni materiali per
dimostrare a tutti di aver ottenuto il Successo. A dire il vero per un po’ di tempo ho lavorato per una grande Azienda
di alimenti biologici, il lavoro andava alla grande, ero riuscito a
comprare addirittura uno yacht. Sarei ancora li se non fosse stato per
il VIDEO, il video che mi cambiò la visione del Mondo, il video
intitolato GANDHI! Ero li a filosofeggiare con un mio amico sullo yacht con un buon
bicchiere di Merlot, e quelle parole continuavamo a rimbalzarmi in
testa: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel Mondo”, fino ad allora
non conoscevo il vero significato di Cambiamento. Iniziammo così a
parlare di distruzione ambientale, guerre per la conquista delle risorse
energetiche, allevamenti intensivi, sfruttamento del lavoro ai limiti
dello Schiavismo.
[Nota introduttiva: "Il dilemma della Palestina: rivolgersi o non rivolgersi al Tribunale Penale Internazionale"
è stato pubblicato il 13 luglio del 2014 sul sito Middle East Eye, un
portale che consiglio a tutti coloro che hanno interesse per i problemi
del Medio Oriente; il post che segue rappresenta un testo un po’
rivisto, sebbene contenuto nella struttura dell’originale. La
plausibilità politica di fare appello alla Corte Penale Internazionale
per poter indagare sulle accuse di criminalità indirizzate a Israele
aumenta ogni giorno.] Dal momento in cui quest’ultima considerevole
operazione militare di Israele contro Gaza ha avuto inizio l’8 luglio
scorso, si sono succedute con una certa frequenza proposte per accusare
Israele come colpevole di crimini di guerra, e che la Palestina debba
fare del proprio meglio per attivare la Corte Penale Internazionale nel
proprio interesse. Queste le prove che supportano in maniera
schiacciante le fondamentali accuse palestinesi: Israele è colpevole sia
di aggressione in violazione dello Statuto dell’ ONU che in flagrante
violazione dei propri obblighi come forza occupante, secondo la
Convenzione di Ginevra, di salvaguardia della popolazione civile di un
popolo occupato; Israele sembra colpevole dell’eccessivo e
sproporzionato uso della forza contro l’inerme società della Striscia di
Gaza; inoltre Israele, in un vasto insieme di altri reati, sembra
colpevole di aver commesso crimini contro l’umanità, data l’imposizione
di un regime di apartheid in Cisgiordania e attraverso il trasferimento
di popolazione verso un territorio occupato, comè stato il caso col suo
massiccio progetto d’insediamento di coloni. Leggi tutto....
Parlare dei tentativi
della Monsanto per ostacolare la giustizia, impedire la trasparenza ed impedire
che la gente ne fermi le lucrose attività nel settore dei semi e degli erbicidi
può sembrare una noiosa ripetizione di un tema ormai assodato. Il problema ad
oggi è che l’azienda sta assumendo dei comportamenti ancora più dannatamente
discutibili: adesso la Monsanto si sta rifiutando di rendere pubblici i
risultati di test di laboratorio condotti a St. Louis, Missouri, i quali le
hanno “conferito” l’autorizzazione per usare il glifosato in Cina [e da lì nel
mondo].
Solo pochi mesi fa, dei
volontari della sicurezza alimentare in Cina hanno inviato una richiesta al
Ministero dell’Agricoltura perché rendesse pubblici i risultati delle prove che
avevano permesso di attribuire il certificato di sicurezza per l’importazione in
Cina dell’erbicida RoundUp, prodotto dalla Monsanto e contenente il glifosato.
Il glifosato aveva ricevuto il certificato di sicurezza nel 1988, dopo che
furono condotte, dalla Monsanto stessa, delle ricerche presso gli Younger
Laboratories di St. Louis, Missouri.
La ricerca si riteneva
fosse un test della tossicità per esposizione acuta, con dei ratti che
ricevevano per via orale il RoundUp per numerosi giorni e dei conigli che ne
erano esposti sulla cute. L’azienda aveva sostenuto che l’erbicida non avesse
manifestato effetti né agli occhi né sulla pelle, né che ci furono allergie
conseguenti. Tuttavia, si è rifiutata di inviare i risultati al laboratorio dei
volontari cinesi asserendo si tratti di un “segreto commerciale”.
- Angelo Iervolino- 28 Luglio 2014 - Ieri a Gorlovka, nel Sud-Est dell’Ucraina i criminali di Kiev
hanno ucciso una giovane donna e la sua bambina. Quando i media
occidentali si accorgeranno di questo genocidio? Pochi giorni fa a Lugansk un altro massacro nei bombardamenti. Tutti morti da attribuire all’amministrazione Obama che sta finanziando da tempo Israele e il governo Ucraino. La strategia della morte attuata dagli Stati Uniti
in molti paesi del mondo continua, una nazione al collasso economico
che ha investito tutto quello che aveva in armi e quindi in morte. Il
prezzo del gran baraccone tenuto in piedi da Obama lo
stanno pagando i civili di molti paesi del mondo con la morte.
Ovviamente per tenere un esercito di tali dimensioni qualcuno deve
pagare, quindi gli Stati Uniti continuano a finanziare e
provocare guerre, per giustificare le enormi spese militari alle quali i
contribuenti americani sono chiamati a contribuire.
L'eurodeputato Udo Voigt, 62 anni,
ex presidente dell'organizzazione neonazista tedesca Partito
Nazionale Democratico (NPD), è stato eletto pochi giorni alla Commissione per le Libertà Civili del Parlamento di Bruxelles. Il 20 novembre 2010 Voigt è stato invitato dai fascisti
ispanici a celebrarela commemorazione della morte di Franco, e ha anche avuto modo
di fare un discorso in Plaza de Oriente a Madrid. Recentemente ha reso omaggio all'ex leader di Alternativa Spagnola sulla sua
pagina personale in occasione della sua morte, definendolo un "amico dei nazionalisti tedeschi." Mantiene inoltre buoni rapporti con gli ungheresi di Jobbik e i greci di Alba Dorata. DiJuan Manuel Olarieta Opinion De Clase
Voigt è un militare di professione che ha raggiunto il grado di capitano
dopo 12 anni di servizio nella Luftwaffe, l'aviazione tedesca, da cui
fu espulso nel 1984 per aver rifiutato di lasciare l'NPD.Anche suo padre era nazista e ha combattuto nelle SS durante la Seconda
Guerra Mondiale, evento che gli è costò quattro anni di carcere in Unione
Sovietica. Nel 1968, quando aveva solo 16 anni, il figlio è entrato nel NPD, che ha presieduto tra il 1996 e il 2011. L'eurodeputato è stato accusatoato in 15 cause penali di "incitamento all'odio razziale e alla violenza", "negazione dell'Olocausto" e "ostentata propaganda di simboli nazisti".
Nel 1998 i giudici tedeschi lo ha condannato a quattro mesi di
prigione, per aver chiesto agli elettori durante un comizio di partecipare ad una "lotta armata".
Fin dal 1948, i palestinesi sono stati condannati a vivere in
un'umiliazione senza fine. Non possono neanche respirare senza permesso.
Hanno perduto la loro patria, le loro terre, la loro acqua, la loro
liberta', ogni cosa, anche il diritto di eleggere il loro governo.
Quando votano per chi non dovrebbero, vengono puniti. Gaza ora vene
punita, è diventata una trappola senza via d'uscita da quando Hamas ha
vinto giustamente le elezioni nel 2006. Qualcosa di simile era accaduto
nel 1932, quando il Partito Comunista ha vinto le elezioni a El
Salvador: la gente espiava il suo cattivo comportamento con un bagno di
sangue e da allora in poi ha vissuto sotto dittature militari. La
democrazia è un lusso che non tutti meritano. I missili fatti
in casa che non hanno dato scelta ai combattenti di Hamas a Gaza,
sparano con una mira approssimativa verso le terre una volta palestinesi
e attualmente sotto il dominio israeliano, sono nati dall' impotenza.
Mentre la terza guerra mondiale non è stata formalmente dichiarata, i
conflitti di tutto il mondo stanno raggiungendo livelli mai visti dal
1944. Naturalmente, per la grande maggioranza di persone in
tutto il mondo, le notizie su questi conflitti sono solo parte della
cronaca quotidiana, ma un'altra quota di essa verte sul caos esistente
nei nostri paesi. Esso è così complesso e confuso che molte persone hanno rinunciato al
tentativo di tentare qualsiasi forma di comprensione profonda, così ho
pensato che sarebbe stato utile offrire dieci spiegazioni di come siamo
riusciti a creare questo caos. 1) Il
mondo, così come esiste oggi, è stato in gran parte plasmato dalle
potenze coloniali, che lo hanno diviso tra di loro, ritagliandosi Stati
senza alcuna considerazione per le realtà etniche, religiose o culturali
esistenti. Questo era particolarmente vero per l'Africa e il mondo
arabo, dove è stato imposto il concetto di stato sui sistemi di tribù e
clan.
Tutti
i combattimenti all'interno delle città e tutti i bombardamenti degli
spazi urbani, anche i più "precisi e chirurgici", rappresentano per i civili una potenziale trappola mortale. Di conseguenza, la penetrazione della guerra nelle città trasforma inevitabilmente i loro abitanti in potenziali scudi umani.
Per i Palestinesi che vivono a Gaza oggi, semplicemente
passare il tempo nelle loro case, frequentare una moschea, andare in
un ospedale o a scuola è diventata un'impresa pericolosa, dal momento
che uno qualsiasi di questi edifici può diventare da un momento
all'altro un bersaglio. Non si può più contare sul fatto che la presenza
di masse di corpi umani - anche di corpi di bambini - in spazi civili
possa servire come difesa dei deboli contro la capacità letale degli
stati hi-tech. "Dove nascondono le armi i terroristi di Gaza?" Leggi tutto...
Tra le espressioni che più alimentano la sfiducia negli uomini vi
sono senza dubbio l'ipocrisia, la doppiezza, la menzogna professionale,
che poi sono le qualità necessarie, indispensabili, per chi vuole
emergere nella politica o nell'informazione.Tutto il mondo contemporaneo si regge sulla falsificazione scientifica
dei fatti, sulla omissione delle notizie importanti, cercando di creare
un'opinione pubblica popolare che si occupi di cronaca spicciola, di
sport, di pettegolezzi riguardanti personaggi noti.
Il più colossale e sanguinario "pacco" che fu confezionato
dall'intreccio tra politica e "informazione", tra autentici delinquenti,
fu quello che fece iniziare la seconda guerra del Golfo, con
l'aggressione all'Iraq, inventandosi le "prove inoppugnabili" sugli
arsenali chimici di distruzione di massa, che poi non furono mai usati
né trovati.
Bush jr, Blair,
i media, i servizi segreti, in combutta tra loro hanno la piena
responsabilità per le centinaia di migliaia di morti, di cui quattromila
americani, e nessuno li ha accusati di terrorismo, visto che hanno
usato il terrore che provocano i bombardamenti e le torture, per
sostituire un capo di Stato di un Paese sovrano che non obbediva più
agli ordini USA, ma che soprattutto poteva decidere di vendere il
proprio petrolio a chi gli pareva e magari non in dollari.