Un
rapporto dell'Unicef denuncia i maltrattamenti "molto diffusi,
sistematici e istituzionalizzati" cui sono sottoposti i minori
palestinesi rinchiusi delle carceri israeliane. A differenza dei loro
omologhi israeliani, i bambini palestinesi non hanno il diritto di
essere accompagnati dai genitori durante un interrogatorio e sono
raramente informati dei loro diritti.
"Il test di una democrazia sta nel trattamento
riservato ai detenuti, alle persone in carcere, e in modo particolare ai
minori", dichiarava nel gennaio 2012 Mark Regev, Portavoce del Primo
Ministro israeliano, Benyamin Netanyahu[1].Un recentissimo rapporto
dell'Unicef, basato su oltre 400 casi documentati di detenzioni e
maltrattamenti di giovani detenuti, mette in dubbio il livello di
democrazia esistente in Israele[2].
Obama firma legge che libera la Monsanto da ogni responsabilità legale.
Barack Obama questa settimana ha firmato legge finanziaria HR933, una parte della quale, conosciuta come la Farm Security protegge le aziende di sementi transgeniche come la Monsanto dalle controversie derivanti dalla vendita dei loro prodotti. La legge è stata promossa da senatore repubblicano del Missouri, Roy Blunt, che, secondo il quotidiano New York Daily News, ha lavorato con la Monsanto per sviluppare il testo della legge. Lo stesso senatore spiega che il testo fa parte della legge HR 933 e che è una misura legislativa limitata ad un periodo di tempo (fino a settembre 2013).
Secondo i dati del Centro per la Politica Responsabile (Center for Responsive Politics), il senatore Blunt ha ricevuto 64.250 dollari di sostegno 2008 fino al 2012. Il sito web Money Monocle considera Blunt come il principale politico repubblicano destinatario del finanziamento di Monsanto degli ultimi tempi.
Il Presidente Hugo Chavez è stato unico in molteplici settori della vita politica, sociale ed economica. Ha fornito contributi significativi al progresso dell’umanità. La profondità, la portata e la popolarità delle sue realizzazioni lo contrassegnano come il “Presidente del Rinascimento del XXI secolo”. Molti scrittori hanno preso in considerazione specifici suoi contributi degni di passare alla storia, mettendo in evidenza particolare i provvedimenti legislativi contro la povertà, il suo successo nel vincere le elezioni con il consenso del popolo con maggioranze clamorose, e la sua promozione di un’istruzione universale pubblica gratuita e della copertura sanitaria per tutti i Venezuelani. In questo breve saggio verranno messi in evidenza i contributi storici unici al mondo che il Presidente Chavez ha reso nelle sfere dell’economia politica, dei principi etici e del diritto internazionale, e nella ridefinizione delle relazioni tra leader politici e cittadini. Iniziamo con il suo contributo duraturo allo sviluppo della cultura civica in Venezuela, e non solo. Leggi tutto...
L'Europa è una dittatura, bisogna uscirne il prima possibile. Senza
chiedersi cosa sarà della bolletta della luce o della rata del mutuo,
perché non ci lasceranno né luce né casa. Siamo in mano a dei pazzi
furiosi. Di Debora Billi
L'unica cosa
amaramente buona di questa crisi è che ho capito come nascono le
dittature, che SI, è proprio vero, più che da una violenza dei padroni
derivano dalla tentazione dei servi, dall'ignoranza dalla mediocrità e
dall'ignavia della gente (...); e a cosa dovrebbe servire la cultura
umanistica: ad insegnarti con chi hai a che fare affinché tu possa
fare/ripetere meno errori possibili. Infatti è per questo che l'hanno
piano piano distrutta.
Evidentemente stiamo riflettendo un po' tutti sulla stessa cosa: sta nascendo una dittatura, in Europa? A volte, mentre sento le notizie,
ho dei flash di voci future "Ma noi non sapevamo, ma noi non
volevamo!", chissà se è la sindrome di Cassandra, o soltanto memorie di
un passato ancora recente. Leggi tutto...
La piccola isola del Mediterraneo orientale è responsabile solo dello 0,2% del PIL dell’Unione Europea. Ma l’architettura del nuovo piano di “salvataggio” per Cipro fa rinascere la paura sul futuro dell’euro. Comè possibile questo?
Anticipando le conclusioni, il piano di salvataggio per Cipro porta con sè tre grandi pericoli. Primo: distrugge le aspettative che si avevano sull’unione bancaria per l’Eurozona. Oltre ai problemi di supervisione delle banche, la crisi cipriota rivela che i banchieri sono sacri e i depositi no. Secondo: ravviva i timori dell’effetto contagio su altri paesi dell’Eurozona, tra cui l’Italia e la Spagna, questa volta rispetto al comportamento dei depositanti. Terzo: apre un nuovo fronte del teatro della cirisi europea nel coinvolgere la Russia. Di Alejandro Nadal L’economia cipriota ha sofferto pesantemente per la crisi europea. Le sue due principali banche hanno patito forti perdite per la ristrutturazione del debito dellaGrecia e la recessione ha portato al collasso le riscossioni. Il presidente di Cipro, Nicos Anastasiades, è tornato il fine settimana scorsa da Bruxelles con un pacchetto di salvataggio. L’accordo prevedeva per il piccolo paese grandi difficoltà. Primo, il debito non include i grandi possessori di buoni che potrebbero essere candidati in uno schema di ristrutturazione stile Grecia. Secondo, qualsiasi taglio al principale dei buoni sovrani significherebbe il fallimento delle banche cipriote che sono le più esposte. Così si è deciso per un altro piano. Leggi tutto...
«Le cose più importanti, e lo dico ai miei amici europei, non sono i
mercati finanziari.» Intervista (sopra una nuvola) con Ólafur Ragnar
Grímsson, eletto per cinque volte a capo del “laboratorio” islandese. Rue89
Björk
non era la sola star islandese in tournée in Francia, questa settimana.
Il presidente del paese Ólafur Ragnar Grímsson, 69 anni, era in visita
ufficiale, con l’aureola dei successi islandesi contro la crisi, nonché
del ruolo che ha giocato in questa correzione di rotta spettacolare con
cui ha deciso, in due riprese, di consultare il popolo via referendum.
Ha incontrato per 35 minuti François Hollande. Si dice che abbiano
parlato di tre questioni: «La ripresa economica in Islanda e le lezioni
da trarne; la cooperazione economica nell’Artico e l’esperienza
islandese in materia di geotermia - che assicura il 90% del
riscaldamento degli abitanti – e come potrebbe essere sviluppata in
Francia». Il presidente islandese, attualmente al suo quinto mandato,
cammina sopra una piccola nuvola. Quattro anni dopo l’esplosione delle
banche islandesi, il suo Paese è ripartito più forte della maggior parte
degli altri in Europa, e ha appena vinto una battaglia davanti alla
giustizia europea. Lo Stato islandese - ha giudicato la corte
dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA) a fine gennaio, era
nel suo diritto quando si è rifiutato di rimborsare i risparmiatori
stranieri che avevano piazzato i propri soldi presso le sue banche
private. Leggi tutto...
L’Ungheria è una nazione dell’Unione Europea composta
da circa dieci milioni di abitanti ed ha un PIL di circa 200 miliardi di
dollari. Rispettivamente rappresenta il 2% della popolazione e circa
1,2% del PIL dell’Unione; è stata recentemente declassata a BB, la
disoccupazione sfiora il 12%, l’agricoltura è in calo di oltre il 25%,
l’edilizia scende del 6% e la produzione industriale del 4%. Il debito
pubblico rimane molto elevato e si attesta intorno all’80% e il deficit
al 3,4%. La crescita economica arranca e per il 2013 il paese potrebbe entrare
definitivamente in recessione, spinto dalla fuga di capitali dovuta all’accerchiamento finanziario attorno al presidente Orban che ha scelto di sfidare l’Eurocrazia. Hescaton
Con un’enorme maggioranza del 52% , il partito del premier, il Fidesz
è riuscito a varare una serie di riforme costituzionali che hanno fatto
infuriare Bruxelles e le opposizioni ungheresi. Tra queste ci sono forti limitazioni alla Corte Costituzionale, limitazioni alla libertà di espressione, divieto di dormire in luoghi pubblici, riconferma della famiglia tradizionale, illegalità del Partito Comunista ma soprattutto la messa sotto tutela governativa della Banca Centrale Ungheresee l’allontanamento dell’adesione del paese all’Euro. A nostro avviso sono questi i due punti principali invisi agli eurocrati e agli usurai internazionali.
Che cosa è la propaganda moderna? Per molti, sono le bugie di uno stato totalitario. Nel 1970, ho incontrato Leni Riefenstahl e le chiesi dei suoi film epici che glorificavano i nazisti. Con tecniche rivoluzionarie nell'uso della videocamera e dell'illuminazione, ha prodotto una forma documentaria che ha ipnotizzato i tedeschi, e il suo "Trionfo della Volontà" ha veicolato l'incantesimo di Hitler. Mi ha detto che i "messaggi" dei suoi film dipendevano non dagli "ordini dall'alto", ma dalla "vuota sottomissione" del pubblico tedesco. Compresa la borghesia progressista e istruita? "Tutti", mi ha detto. Di John Pilger Oggi, preferiamo credere che non ci sia una vuota sottomissione. La "facoltà di scelta" è onnipresente. I telefoni sono "piattaforme" che lanciano ogni mezzo pensiero. C'è Google dallo spazio se uno ne ha bisogno. Accarezzati come grani di un rosario, i dispositivi preziosi sono portati a testa in giù, monitorati senza sosta e con la priorità su ogni altra cosa. Il tema dominante è il sé. L'Io e le mie esigenze. La vuota sottomissione di Riefenstahl è la schiavitù digitale di oggi. Leggi tutto...
Il male scatenato sul popolo iracheno è stato accuratamente nascosto dietro un paravento di menzogne. Dalla fine della seconda guerra mondiale, i leader politici americani e gli opinion maker hanno indotto il pubblico a ritenere che l'uso aggressivo, palese e occulto, della forza militare siano strumenti essenziali della politica estera degli Stati Uniti. Da un disastro militare all'altro, inviando i nostri cari in guerra, uccidendo milioni di persone innocenti e destabilizzando una regione dopo l'altra, ogni nuova amministrazione ci assicura di aver imparato la lezione del passato e che merita il nostro sostegno e sacrificio per la sua ultima strategia militare. Ma la rete dei miti, degli eufemismi e la cortina crescente dietro la quale i nostri leader si sentono costretti a nascondere le politiche di guerra smentiscono l'apprendimento della lezione del Vietnam, dell'Iraq, dell'Afghanistan e degli altri scenari di guerra. Gli sforzi coraggiosi di Julian Assange, Wikileaks e Bradley Manning per farci onestamente esaminare i record in modo autonomo e trarne le nostre conclusioni incontrano il terrore vendicativo delle sale del potere. Leggi tutto...
Il premier russo: "se si continua
così l'intero sistema bancario cesserà di esistere". Il presidente
cipriota presenta ai partiti e al Parlamento il nuovo piano. Ipotesi
prelievo forzoso ma sui conti oltre i 100mila euro. Possibile
nazionalizzazione dei fondi pensione di società statali.
Nuovo
piano per salvare Cipro. Dopo una giornata di consultazioni serrate,
Nicosia avrebbe messo a punto un piano per evitare la bancarotta
dell'isola. L'architettura del salvataggio prevede sempre il prelievo
forzoso sui conti correnti, ma questa volta, solo su quelli oltre i 100
mila euro. Nelle prossime ore il presidente, Nicos Anastasiades, lo
dovrebbe presentare prima ai partiti e poi - se riceverà il via libera -
al voto del Parlamento.
L'accordo sul nuovo piano potrebbe
scongiurare la bancarotta dell'isola, ma dopo l'ultimo no del Parlamento
a Nicosia si valutano anche altre soluzioni. Secondo una fonte del
governo, si sta pensando all'eventualità di nazionalizzare i fondi
pensione di società statali e semi-statali che potrebbe produrre tre
miliardi di euro. Non è esclusa nemmeno la possibilità di una fusione
delle due maggiori banche dell'isola che ridurrebbe l'importo necessario
alla ricapitalizzazione. Leggi tutto...
17 marzo. Rispetto agli economisti che ritengono che la moneta unica
non avrebbe mai potuto funzionare, Zezza sostiene che l'euro potrebbe
funzionare a patto che tutti i Paesi che lo hanno adottato decideranno
di cambiare completamente le regole (monetariste e liberiste) del gioco,
adottando cioè comportamenti cooperativi per riprendere la strada dello
"Stato europeo". Non sembra tuttavia questa una possibilità realistica.
Occorre invece prepararsi allo sganciamento, adottando concrete misure
di salvaguardia delle masse popolari. Intervista diSollevAzioneaGennaro Zezza* Lei è tra gli economisti che ritiene la moneta unica corresponsabile
della grave crisi economica che soffre il nostro paese. Può spiegare
perché ai nostri lettori?
L'euro è una moneta molto
particolare, perché di solito la prerogativa di stampare moneta è di uno
Stato. Invece, l'euro è stato creato come una moneta cui non
corrisponde uno Stato, e gli Stati che hanno aderito alla zona euro sono
di fatto Stati senza controllo diretto sulla moneta che utilizzano.
Quando l'euro fu istituito, era chiaro che questo doveva essere un primo
passo verso la creazione di una sorta di "Stato europeo" con politiche
comuni, ed era già chiaro che se non si procedeva in questa direzione la
moneta unica non avrebbe funzionato. E infatti, quando dagli
Stati Uniti, nel 2006/7, è partita la Grande Recessione che è arrivata
in Europa, le regole della zona euro hanno mostrato tutti i loro limiti. Leggi tutto...
Non è più il momento di scherzare. La Grecia vive una catastrofe
umanitaria, la disoccupazione nei Paesi della fascia mediterranea si
aggira intorno al 25% (con punte del 50% per i giovani), i suicidi sono
diventati macabra routine e perfino alcuni colleghi giornalisti,
invecchiati senza mai raggiungere l’agognata dignità retributiva, si
arrendono al dolore chiudendo la partita con la vita con un colpo di
pistola alla tempia (clicca per leggere).
Abbiamo un vantaggio: sappiamo chi sono i nostri assassini. I killer in
doppiopetto di oggi guidano le principali banche centrali
dell’eurozona. La banca centrale europea, utilizzando sapientemente la
finta contrapposizione al ribasso offerta dal banchiere nazista Jens
Weidmann, prosegue nel piano di annientamento riattualizzando le idee di
Adolf Hitler.
E’ paradossale constatare come tanti giornalisti
contestino a papa Francesco presunte contiguità passate con il regime di
Videla e Massera anche se, stranamente, nessuno di loro è ancora
riuscito a scrivere una parola sui carnefici di oggi (non meno spietati
dei generali argentini) Draghi e Weidmann. Leggi tutto...
Colpo di scena sabato a Cipro. Colossale rapina in banca. Il governo
aveva annunciato giovedì congiuntamente alla UE e alla Troika un
salvataggio delle banche da 17 miliardi, una cifra pari al PIL
dell'isola (ma le passività totali delle banche cipriote sono 8 volte
tanto). Sembrava quindi un salvataggio con soldi della UE, a dispetto
delle proteste in Germania contro le banche cipriote, note per il
riciclaggio di denaro e i traffici degli oligarchi dell'Est Europa. Cobraf Ma
nel frattempo la Germania aveva dato un ultimatum: o fate un prelievo
forzoso dai conti correnti pesantissimo o uscite dall'Euro. Il governo
di Cipro ha scelto l'eurozona e l'euro. Oggi annuncia, a banche chiuse,
che all'apertura di lunedì mattina avranno già prelevato su tutti i
depositi bancari detenuti in banche a Cipro : un 6.75% su quelli sotto
100mile euro (che sono assicurati per legge nella UE contro la
bancarotta) e del 10% per quelli sopra 100mila euro. E fino ad allora i
bancomat sono bloccati nel weekend a Cipro e agli istituti e' stato
inoltre imposto di bloccare durante questo fine settimana la
possibilita' di effettuare trasferimenti di denaro via internet. Leggi tutto...
«La
notizia che la nazionalizzazione delle banche potrebbe essere
necessaria anche secondo Alan Greenspan dimostra quanto la situazione
sia disperata: come è evidente da tempo, l’unica soluzione è che il
nostro sistema bancario sia rilevato dal governo, forse sulla falsariga
di quanto fecero Norvegia e Svezia negli anni ‘90». Parola di Joseph
Stiglitz, docente della Columbia University e Premio Nobel per
l’economia. Nazionalizzare le banche: «Bisogna farlo, e farlo in fretta,
prima che altri soldi vadano sprecati in manovre di salvataggio», dopo
la catastrofe planetaria provocata da «anni di comportamenti
sconsiderati, tra cui la concessione di crediti inesigibili e l’avere
giocato d’azzardo con i derivati». Teoricamente, siamo già alla
bancarotta: se il governo rispettasse le regole del gioco, sono
moltissime le banche che uscirebbero dal mercato. Nessuno sa con
certezza quanto sia grande il buco: almeno due-tremila miliardi di
dollari, se non di più.
Deceduto
il 5 marzo 2013 all'età di 58 anni a causa del cancro, il presidente
Hugo Chavez ha segnato per sempre la storia del Venezuela e dell'America
Latina. 1. Mai nella storia dell'America Latina, un leader politico aveva raggiunto una legittimità democratica così incontestabile. Fin dal suo arrivo al potere nel 1999, sedici elezioni hanno avuto luogo in Venezuela. Hugo Chavez ne ha vinte quindici, l'ultima il 7 ottobre 2012. Ha sempre battuto gli avversari con una differenza di 10-20 punti.
2.
Tutte le organizzazioni internazionali, dall'Unione Europea all'Organizzazione degli Stati Americani, attraverso l'Unione delle
Nazioni Sudamericane e il Centro Carter unanimemente hanno riconosciuto la
trasparenza delle elezioni. 3. James Carter, ex presidente degli Stati Uniti, dichiarò che il sistema elettorale venezuelanoè stato il "migliore del mondo". 4. L'accesso universale all'istruzione attuata dal 1998 ha avuto risultati eccezionali.
Circa 1,5 milioni di venezuelani hanno imparato a leggere, scrivere e
contare, grazie alla campagna di alfabetizzazione, chiamata Missione
Robinson I. Leggi tutto...
Per uscire fuori dalla crisi, occorre "ridare agli stati membri il
controllo delle politiche fiscali e di bilancio". E’ questa la ricetta
proposta da Ashoka Mody, ex capo missione FMI in Germania e Irlanda.
Nessun rafforzamento dell’Unione europea. Anzi. Per uscire fuori dalla
crisi, la strada da percorrere potrebbe andare nella direzione opposta,
ovvero quella di "ridare agli stati membri il controllo delle politiche fiscali e di bilancio".
E’ questa la ricetta proposta da Ashoka Mody, ex capo missione FMI in
Germania e Irlanda, che in un lungo articolo sulla crisi europea ritiene
essenziale per uscire dalla crisi, la ricostituzione delle sovranità
nazionali con l’obiettivo di "ridurre lo stress a cui sono sottoposte le
economie periferiche nel breve periodo e, quindi, in modo da spianare
la strada verso un'Europa più integrata e un euro più forte". In sostanza Mody suggerisce ai leader europei di compiere tre passi:
1 - Smantellamento dell’attuale sistema fiscale;
2 – Ripristino della responsabilità fiscale agli stati membri;
3 – Attribuire ai i creditori privati le perdite del debito sovrano.
Piero Valerio, socio dell’ARS e curatore del blog Tempesta perfetta ci
informa sulla coraggiosa scelta del primo ministro irlandese, il quale,
per evitare che i problemi si aggravino e per tentare di risolverli, ha
deciso di violare i trattati europei. L’ARS ha sempre sostenuto, fin dal Documento di Analisi e Proposte, che la sovranità e l’indipendenza saranno riconquistare con provvedimenti di rottura dell’ordine giuridico dell’Unione europea
– tanto che, pur essendo un giurista, non sono mai stato attratto
dall’analisi giuridica del modo legittimo per uscire dai trattati
europei. La rottura dell’ordine giuridico europeo sembrerebbe iniziata. Il precedente scaverà un solco e il fatto si porrà come norma.
La tendenza sarà a violazioni sempre maggiori e a scontri tra la
Bundesbank, la Germania, eventualmente l’Olanda e altri alleati, da un
lato, e gli Stati del sud europa e prima o poi la Francia, dall’altro.
A
poco a poco, l’ordine giuridico dell’Unione europea si disintegrerà. Se
le elites saranno lungimiranti, a un certo punto prenderanno atto del
fallimento e tenteranno di mantenere il mercato unico senza l’euro. In
tal caso, la lotta italiani dei sovranisti continuerà. Se saranno più
lungimiranti, allora diranno addio al mercato unico (l’Unione europea) e
torneranno a qualcosa di simile al mercato comune (CEE). Anche a questo
caso la lotta dei sovranisti continuerà, perché ricollocata la
Costituzione italiana anche di fatto al vertice dell’ordinamento, e
riconquistati allo stato italiano alcuni poteri, la Costituzione dovrà
essere attuata e i poteri esercitati, prendendo a modello, con eventuali
miglioramenti, la cosiddetta prima Repubblica (fino al 1985). Se,
invece, le elites non saranno minimamente lungimiranti, si verificherà
l’implosione. In questo terzo caso, la presa del potere da parte dei
sovranisti sarà ancora più importante, per gestire pacatamente il caos. I
sovranisti hanno il vento in poppa (Stefano D’Andrea). Leggi tutto...
Della scelta di Bergoglio al soglio pontificio non stupisce tanto la
nazionalità - ormai all'idea di un papa internazionale ci siamo abituati
- quanto il fatto che sia un gesuita. E' infatti il primo in assoluto nella storia a diventare papa, e questa non è certo una casualità. Fin
dalla fondazione dell'ordine, da parte di Ignazio di Loyola, i gesuiti
hanno sempre presentato un doppio volto nei loro rapporti con il
Vaticano. Da una parte i primi gesuiti erano i "soldati di Gesù"
che andavano in tutt'Europa a combattere il protestantesimo insorgente,
nel tentativo di restaurare il potere di Roma durante la controriforma.
Dall'altra
però criticavano la lassitudine e la corruzione in cui era caduto il
clero romano negli ultimi secoli, chiedevano una più stretta aderenza
alle sacre scritture, si auguravano una maggiore preparazione culturale
nei vertici della Chiesa, e predicavano una povertà e un'umiltà che
ormai in Vaticano erano del tutto sconosciute. E' infatti curioso che
nessun papa, dal 1200 ad oggi, avesse mai pensato di chiamarsi
"Francesco".
“Un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista pensa alle prossime generazioni” (Alcide De Gasperi)
L’Italia sta morendo, l’urlo prima sordo, ora disperato e sempre più forte, percorre oramai tutta la penisola.Il
tradimento della consegna della sovranità del paese in mano di “
soggetti non democratici, non trasparenti, non responsabili, banche
d’affari multinazionali, shadow banks, hedge funds, agenzie di rating,
fondi sovrani, organismi internazionali di regolazione non
governativi…”(Bassanini),continua a sommarsi all’inerzia della politica,
unica responsabile di questa consegna e oramai ulteriormente
responsabile di questa condotta inesorabilmente distruttiva.
Negli
ultimi mesi, parecchi giovani, animati solo da un puro idealismo e
molta buona volontà, in molte regioni d’Italia ed anche fuori da quella
che un tempo era culla ideale e fucina di studio, ossia l’università,
oramai tristemente svuotata anche di contenuti, hanno iniziato ad
analizzare e diffondere i meccanismi di funzionamento della moneta,
radunando gruppi di poche decine di persone, imprenditori, persone
comuni, chiunque fosse interessato. Tutta questa gente, ora, è
perfettamente consapevole delle cause del disastro economico cui si
assiste impotenti. Queste persone sanno che la politica e i suoi
protagonisti hanno permesso tutto questo con dei precisi atti di
consegna del paese nelle mani della finanza privata, ma sono anche
consapevoli dell’illegittimità di quegli atti. Leggi tutto...
Il leader del Movimento 5 Stelle lo dice in
un'intervista al quotidiano economico tedesco Handelsblatt. I paesi del
Nord Europa manterranno l'Italia nell'Euro "finché non riavranno gli
investimenti". Dopo "ci lasceranno cadere come una patata bollente".
FRANCOFORTE - "L'Italia de facto è già fuori dall'euro". Queste le
parole di Beppe Grillo al quotidiano economico tedesco Handelsblatt, in
un'intervista esclusiva.
CI LASCERANNO "COME UNA PATATA BOLLENTE". Secondo
il leader del Movimento 5 Stelle, il Belpaese non rimarrà a lungo
nell'Eurozona. I Paesi del nord Europa sosterranno l'Italia, solo "fino a
quando gli investimenti delle loro banche nei titoli di Stato italiani
saranno recuperati. Poi ci lasceranno cadere come una patata bollente",
ha detto il comico genovese.