Nel 2009, Shell aveva pagato 15,5 milioni dollari per porre fine ad una causa relativa all'esecuzione dello scrittore Ken Saro-Wiwa che si era opposto a Shell e alle sue operazioni nel delta del Niger. Shell sta
affrontando anche un'altra azione legale mossa nel regno Unito da
11.000 membri della comunità di Bodo, i quali denunciano la fuoriuscita e
il riversamento nell'ambiente di 500.000 barili di petrolio nel 2008.
Secondo Reuters ci sono state 198 fuoriuscite di petrolio presso gli
impianti Shell l'anno scorso nell'area in questione, che hanno disperso
circa 26.000 barili di petrolio. Un rapporto delle Nazioni Unite (Unep) del 2011 ha ritenuto la Shell
responsabile di 50 anni di inquinamento da idrocarburi nella regione
del delta del Niger,
La nuova Elite Globalista annebbia il cervello della gente innanzitutto
con i 200 canali Tv, reality show, porno e il resto dei media spazzatura
e poi, quando si parla di cose serie, con tanti sofismi complicati
senza senso, tipo la "spread" e tutte le balle che raccontano sul debito
pubblico. Cobraf La realtà è invece semplice e brutale e se cerchi un poco alcuni te la dicono anche, ad esempio una società inglese di brokeraggio e consulenza, Tullett Prebon, ha questo mese un report terrificante: "Perfect Storm"
in cui ha la parte 3 intitolata "The Globalization Disaster" ti spiega
la verità: la Globalizzazione è una catastrofe per le economie
occidentali. Perchè se sposti la produzione in Asia, produci sempre di
meno dovresti logicamente consumare anche di meno. Per consumare come
prima allora ti indebiti e quindi tutti i paesi occidentali sono sempre
più indebitati, perchè importano sempre di più invece di prodursi da
soli quello che gli occorre... Leggi tutto...
Il limite è
stato raggiunto alla vista di Monti che bacia i bambini in Corso Buenos
Aires di Milano. "Io volevo solo fare un giro - in quella via ci si va
principalmente per vedere le vetrine dei negozi che espongono la solita
merce che si trova in ogni città, con botteghe di abiti e affini di
medio livello - ma guarda quanta gente…" e via con un bel bacio a un
bambino ad usum televisioni che subito riprendono la scena.
Di Tiziano Tussi
Tutti i grandi uomini, di ogni colore politico si
sono abbassati a baciare bambini, papa compreso. Fa audience, simpatia,
umanità e così carpiscono la benevolenza di chi guarda. Il buon papà. Un
salvatore della Patria che bacia anche i pargoli. Certo per una Paese
cattolico è sempre buon uso seguire Cristo (Vangelo di Matteo) ed il suo
affetto per i bambini. Ma forse di questi tempi meno teatro è più idee
sarebbero augurabili. La politica dovrebbe esser studio e progetto non
avanspettacolo. La progettualità politica necessita di studio, di
orizzonti sociali da perseguire, di valutazione della società nel tempo a
venire; si serve di capacità di precedere possibili scenari, di
metterne in cantiere di virtuosi, per cercare di raggiungere livelli di
vita per tutti più elevati. La ricerca della felicità è stata messa
nella Carta costituzionale statunitense dai rivoluzionari del XVIII
secolo. Poi i francesi l'hanno adottata nelle costituzioni del loro
periodo rivoluzionario. Bellissimo!
Mentre ci accingiamo a vivere le
ultime settimane della campagna elettorale per le elezioni più inutili della
storia repubblicana, ci piove in testa la proposta sciocca di
Berlusconi,
secondo la quale, in caso di vittoria del centro destra, verrà eliminata
l'IMU
sulla prima casa e, ancor più scioccante, verranno rimborsati gli
importi dell'imposta, sempre sulla prima casa, pagati nell'anno 2012.
Perché si tratta di una proposta
sciocca?
Punto primo: uno Stato in
bancarotta, i soldi non te li dà, ma te li prende. A meno che non si faccia il
gioco delle tre carte e ti rimettano nella tasca sinistra, ad esempio, 100 euro,
salvo poi prendertene 150 dalla destra. Punto secondo: la crisi economica
che si sta esprimendo in tutta la sua drammaticità, colpendo in maniera
sistematica famiglie e imprese, ha subito un notevole salto di qualità.
Il
film "Lincoln", prodotto e diretto da uno dei registi
più conosciuti degli Stati Uniti, Steven Spielberg, ha riacceso un grande
interesse per la figura di Lincoln, uno dei presidenti che, come
Franklin D. Roosevelt è sempre intervenuto nell’ideologia statunitense con un grande ricordo popolare.
Si evidenzia questa figura politica, come il garante dell'unità degli Stati
Uniti, dopo aver sconfitto i confederati che aspiravano alla secessione
degli stati del sud dallo Stato federale.E' anche una figura che risalta nella storia degli Stati Uniti per
aver abolito la schiavitù e dato la libertà e la cittadinanza ai
discendenti di popolazioni immigrate di origine africana, vale a dire la
popolazione nera, che negli Stati Uniti è conosciuta come
afro-americana.
Lincoln è stato anche uno dei fondatori del Partito Repubblicano, che
all'origine fu proprio l'opposto del Partito Repubblicano attuale, oggi
fortemente influenzato da un movimento - il Tea Party - sciovinista,
razzista ed estremamente reazionario dietro al quale ci sono interessi
economici e finanziari che vogliono eliminare l'influenza del governo
federale nella vita economica, sociale e politica del paese.
Il Partito Repubblicano, fondato dal presidente Lincoln era, al contrario, un partito federalista, che considerava il governo federale come
garante dei Diritti Umani. E tra questi, l'emancipazione degli schiavi, tema centrale del film Lincoln, a cui Lincoln diede maggiore enfasi. Eliminare la schiavitù significava che lo schiavo sarebbe diventato lavoratore, padrone del proprio lavoro.
Nella puntata di Crash-Contatto Impatto Convivenza intitolata “Money, money, money” si dimostra come il leit motiv
petrolifero non solo è da non sottovalutare, ma ascende al grado di
primo motore economico-finanziario, oltre a generare oscure vicende e
guerre-valutarie. ParOLA anche alla Lucania. Di seguito propongo un post che prende le
mosse dal lavoro della Redazione di Crash e si articola con qualche
citazione, breve articolazione e diverse suggestioni personali. Ho
apprezzato moltissimo sia gli argomenti che la struttura narrativa
dell’articolo-puntata. Eh già, perchè si tratta di vera e propria
narrazione, morfologicamente e sintagmaticamente pianificata sulla
sinossi della Money War.
Guerra Valutaria 1. E’
la pietra dello scandalo quotidiano. Dai derivati di Lehman Brothers e
soci fraudolenti, passando per i magheggi sul Libor/Euribor da parte di
Barclays/City Group/Hsbc, fino ad arrivare alle recentissime quanto
mefistofeliche prestidigitazioni nostrane a mezzo MPS, le bolle
speculative che ci sono in giro per il mondo non finiscono mai di essere
gonfiate. Crash, superando riferimenti diretti, si rivolge a un
trader-tutorial che spiega come è possibile incidere nella vastità
cosmica delle speculazione finanziaria attraverso un semplice click. Che
sia il Forex o altra piattaforma, non cambia niente, se non il modo di
far girare il mondo. Ogni transazione bancaria, ogni fluttuazione
valutaria, ogni spifferata sugli indici, si trasforma magicamente in una
potenziale bolla o va ad inscriversi nella nuvola iper-reale della
macabra danza speculativa finanziaria.
Il Ministro francese del Lavoro, Michel Sapin, ha ammesso che il paese è "totalmente in bancarotta"
Le notizie inaspettate sono arrivate durante una intervista radio di ieri (28 gennaio 2013ndt) , e si pensa che abbia messo in stato di shock i leaders del business del Paese.“C'è uno stato ma è totalmente in bancarotta,” ha detto Mr
Sapin. “Ecco perchè abbiamo dovuto mettere in atto un piano per la riduzione del deficit e nulla ci farà tornare indietro da quell'obbiettivo.”
L'affermazione
di Mr
Sapin “totalmente in bancarotta” è probabile che causi grande
imbarazzo al Presidente Francois Hollande, a cui toccherà rimediare al
danno potenziale per la reputazione del suo governo socialista.
Chiama anche in questione la politica controversa di Hollande, “tassa e spesa", che ha visto molti imprenditori e celbrità di alto profilo lasciare il Paese.
I commenti sono arrivati mentre il Presidente Hollande cerca di migliorare la immagine della
economia francese dopo la promessa di ridurre il defici del Paese,
tagliando le spese di 60miliardi di euro nei prossimi 5 anni ed
aumentando le tasse di 20miliardi di euro.
Negli Stati Uniti sta succedendo qualcosa che potrebbe servire da
esempio a chi si appresta a votare in Italia. Si tratta del brusco
voltafaccia - quasi comico, viene da dire - che il partito repubblicano
ha dovuto fare negli ultimi giorni, riguardo alla riforma sulla legge
dell'immigrazione. Com'è noto, il partito repubblicano ha sempre
tenuto una linea dura contro l'immigrazione facile e contro gli
immigrati clandestini. Si tratta in gran parte di messicani che hanno
attraversato di nascosto la frontiera, nel corso dei decenni, e che poi
hanno continuato a vivere in America, soprattutto negli stati lungo il
confine (Arizona, Texas, New Mexico, California).
Si calcola che
siano circa 11 milioni i "latinos" senza documenti che vivono negli
Stati Uniti ormai da diverse generazioni. Molti di loro trovano lavoro, e
pagano comunque le tasse, anche se non possono lasciare il paese perché
non potrebbero mai più rientrare. Costoro devono anche fare dei numeri
da circo per riuscire ad avere la patente, per riuscire a farsi
intestare la bolletta del telefono, o per avere accesso alla pubblica
sanità. Il problema è ormai diventato enorme, e va affrontato in maniera
radicale. I democratici vanno proponendo da tempo una riforma
universale, che condoni il reato di immigrazione illegale ed offra a
queste persone il cosiddetto "path to citizenship", ovvero un percorso
graduale che li porti prima a regolarizzare la loro posizione ("green
card", ovvero permesso di residenza e di lavoro) e poi eventualmente ad
offrirgli la cittadinanza.
«Dobbiamo lasciare che le banche falliscano, non possiamo essere i
responsabili delle malversazioni dei privati». Queste le parole del
presidente Ragnar Grímsson al World economic forum di Davos, dritte
nel cuore di una piaga che affligge tutto il mondo e che da noi si è
manifesta con la vicenda del Monte Paschi: le demenziali normative che
impongono agli stati di intervenire col denaro pubblico per coprire in
tutto o in parte le perdite di aziende di credito private, anzi
privatissime. Il Simplicissimus L’Islanda è reduce da una vittoria davanti alla corte
dell’Efta (European free trade agreement): non dovrà pagare tutto il
debito fatto dalle sue banche, ma solo la parte già sborsata che
corrisponde alla garanzia in essere al momento del crack di Landsbanki.
Non si tratta dunque di un ripudio del debito come molti scrivono, ma
certamente di una resistenza che alla fine ha salvato l’isola dal dover
pagare una cifra che l’avrebbe distrutta economicamente. Dunque le parole di
Grimsson hanno un peso tutto speciale dentro la messa di rito
finanziario che viene celebrata sulle Alpi svizzere e sembrano
annunciare un giro di boa rispetto a meccanismi che si sono creati nel
tempo, non solo ingiusti, ma anche perversi perché deresponsabilizzano
le banche e le inducono alla speculazione più selvaggia.
Larry Elliot, capo redattore economico del Guardian, ha scritto un interessante dibattito immaginario
tra Marx, Keynes, Friedman e Fritz Schumacher, intervistati dal capo
del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde al World Economic
Forum di Davos. Lo abbiamo tradotto per voi. Christine Lagarde: Karl, tu come vedi la situazione?
Karl Marx:
La classe capitalista riunita a Davos ha trascorso gli ultimi giorni
grattandosi la testa per la disoccupazione e la mancanza di domanda dei
propri prodotti. Non sembra però capace riconoscere che ciò è
inevitabile in un’economia globalizzata. C’è una tendenza verso il
sovrainvestimento, la sovraproduzione e la caduta del saggio di
profitto, che, come sempre, i datori di lavoro hanno cercato di
contrastare con il taglio dei salari e la creazione di un esercito di
riserva del lavoro [disoccupazione, ndt]. Ecco perché ci sono più di 200
milioni di disoccupati in tutto il mondo e vi è stata una tendenza
verso una maggiore disuguaglianza. E’ possibile che il 2013 sia migliore
del 2012, ma sarà un sollievo di breve durata.
Lagarde: Questa è una analisi cupa, Karl. I salari
stanno crescendo abbastanza velocemente in alcune parti del mondo, come
la Cina, ma sarei d’accordo sul fatto che la disuguaglianza è una
minaccia. Le ricerche del FMI mostrano che la disuguaglianza è correlata
all’instabilità economica…
105 blog e oltre 11.500 firme in difesa del Contante Libero!
Domenica 10 febbraio 2013, ore 14.00, allo ZanHotel, Via Saliceto 8 Bentivoglio (BO).
Contante
Libero, sito ed iniziativa sorti con il preciso scopo di sostenere il
legittimo utilizzo del denaro contante, terrà il giorno 10 febbraio,
dalle ore 14.00 alle ore 19.00 presso lo ZanHotel, Via Saliceto 8
Bentivoglio (BO), la grande Convention per il Contante Libero, per questo eventosono a disposizione 1001 posti a sedere.
Comunicheremo quanto prima il programma dell’evento e l’elenco completo dei blog partecipanti all’iniziativa.
Abbiamo già pubblicato degli articoli in merito alla vicenda che vede come protagonista la banca Monte dei Paschi di Siena. E’ oramai di dominio pubblico il legame tra il Partito Democratico e la storica banca senese, nonchè appurati i favoritismi della oligarchia politico-finaziaria dei Monti&co. capace di versare nelle casse della MpS3,9 miliardi
di euro, ottenuti dissanguando le masse meno abbienti, per risanare,
con scarsi risultati visto la bufera dei derivata e il conseguente buco
di bilancio, i conti in rosso della stessa.Già nel recente passato (2010) la MpS, dopo l’oneroso (10mld) e fallimentare acquisto di Banca Antonveneta, face una richiesta di liquiditá allo Stato Italiano per 3,4 miliardi di euro, elargita poi tramite i famosi Tremonti Bond. Di Italo Romano Oltre la Coltre
Fu una “manovra di riconoscenza” da parte di Re Silvio, difatti vi rammento che la MpS fu l’unica banca a concedere prestiti al rampante imprenditore Silvio Berlusconi per la costruzione di Milano2 e Milano3. Il legame tra il mondo politico e l’élite bancaria, nonostante il divorzio tra il Ministero del Tesoro e la Banca d’Italia
avvenuto nel 1981, è sempre stato solido e indissolubile, al motto
socializziamo i debiti e privatizziamo i crediti. Hanno ceduto la
sovranità monetaria ad enti privati in cambio del sogno ultraliberista, e
questi sono i risultati. L’ultimo in ordine di tempo a commentare la vicenda è stato l’ex
Ministro dell’Economia del governo Monti-Bersani-Berlusconi-Casini-Fini e
uomo di punta della tecnocrazia europea, Vittorio Grilli:
Dopo un 2012 turbolento, il nuovo anno è iniziato in un clima economico
di relativa tranquillità. Gli spread sono bassi e la crisi sembra
concedere una tregua. Ma cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Le
difficoltà sono davvero superate o sono destinate a riproporsi? Poiché
esistono due opposte chiavi di lettura della crisi, per rispondere a
queste domande è necessario capire quale sia la più convincente.
Vediamole:
Chiave di lettura 1: Crisi dei debiti sovrani.
Secondo questa chiave di lettura, alcuni Paesi europei hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità.
Hanno aumentato il loro debito pubblico senza migliorare la
competitività, rischiando il default. L'aumento degli spread indica che i
mercati sono restii ad investire in titoli di Paesi spendaccioni e già
molto indebitati. Leggi tutto...
La piccola isola tra i
ghiacci ha vinto oggi una importante battaglia legale nei confronti
dell’Unione Europea in materia di compensazioni per le perdite causate
agli investitori stranieri a causa de fallimento di alcune banche
islandesi avvenuto cinque anni fa. Il Tribunale dell’EFTA (Associazione Europea del
Libero Commercio, alla quale aderiscono oltre ai paesi dell’UE anche
Islanda, Liechtenstein e Norvegia), con sede a Lussemburgo, ha stabilito
oggi che il governo dell’Islanda non ha violato la legislazione europea
quando ha deciso di non risarcire gli investitori straneri della banca
on-line Icesave, dipendente da una delle principali entità finanziarie
fallite nel 2008. Di Marco Santopadre Contropiano Nella sentenza l’Efta spiega che l’Islanda non ha
contravvenuto le normative europee vigenti al momento dei fatti quando
decise di non risarcire gli azionisti stranieri, decisione tra l’altro
avallata da un referendum appositamente convocato, attraverso il quale
la maggioranza dei cittadini del paese valutarono di non investire
denaro pubblico per ripianare i debiti con le banche private fallite. Il
Tribunale dell’Efta ha anche stabilito che il governo islandese non ha
compiuto un atto discriminatorio decidendo invece di risarcire gli
azionisti del paese.
Il Presidente dell'Islanda Olafur Ragnar Grimsson ha detto al giornalista di Al Jazeera Stephen Cole
che l'Europa dovrebbe lasciare che le banche gestite in modo irresponsabile vadano in bancarotta.
Parlando a Davos in occasione dell'appuntamento annuale del World
Economic Forum (Forum dell?Economia Mondiale) , Grimsson ha anche citato
il suo paese come modello di ripresa economica da quando è avvenuto il
suo colalsso eonomico 4 anni fa.
"Non abbiamo seguito le ortodossie tradizionali e prevalenti. E il
risultato finale 4 anni dopo, è che l'Islanda sta godendosi recupero e
progresso"
Quando torno periodicamente in Italia per le vacanze estive di
gennaio, amici e conoscenti puntualmente mi chiedono: “ma lì come va?” La mia risposta di solito è circostanziale: “tutto sommato, potrebbe
andare peggio, visto quello che questo paese ha passato negli ultimi 45
anni e poi, bisogna analizzare anche la tendenza presente e futura, non
solo la storia recente. Ne riparliamo tra 10 anni…”. Una risposta più articolata, invece, potrebbe seguire il filo delle riflessioni che qui tento di svolgere. Di Marco Nieli - Alba Informazione Poiché gli Italiani non sembrano rendersi ancora sufficientemente
conto della trappola per topi nella quale stanno per cacciarsi [con
l'indebitamento con l'FMI, il Fiscal Compact firmato con l'UE e le
politiche di austerità "espansiva" (sic?)], l’esempio argentino può
davvero essere prezioso. Ancora oggi, questo paese paga le conseguenze disastrose di una
politica di indebitamento selvaggio con gli organismi finanziari
internazionali (iniziata all’epoca della Dittatura Militare del
’76-’83), della quale politica si sono beneficiate soprattutto le corporations
nazionali e internazionali, la rendita finanziaria e gli strati alti
della classe media. Il proletariato industriale, i vecchi e nuovi poveri
delle villas-miseria e la stessa classe media urbana (per non parlare delle popolazioni mestizas
e native del nord) hanno subito unicamente le conseguenze negative di
questa politica di tagli alla spesa sociale, demolizione dello Stato
sociale dell’epoca menemista e privatizzazioni indiscriminate.
DALL'ERA DI GLADIO ALLA GUERRA CONTRO IL TERRORISMO
La natura, la necessità e la portata
dell’insieme dei poteri esercitati dallo Stato sui cittadini per alcuni
aspetti sono argomenti di controversie nelle attuali circostanze del
mondo occidentale, come lo sono stati nel lontano passato medievale
pre-democratico. Nella sua opera Della Ragion di Stato, completata nel 1589,
il pensatore italiano Giovanni Botero argomentava contro l’amoralità
abbracciata e sostenuta filosoficamente da Niccolò Machiavelli ne Il Principe,
un trattato politico incentrato sui modi e i metodi della manipolazione
delle leve del potere da parte di un dominatore in uno Stato
organizzato.
In buona sostanza, il senso generale e il motore primo del trattato
di Machiavelli insistono sul fatto che qualsiasi azione intrapresa da
un “principe” per preservare e promuovere la stabilità e la prosperità
del suo dominio sia intrinsecamente giustificabile. Pertanto, l’impiego
della violenza, dell’omicidio, dell’inganno e della crudeltà verso il
conseguimento di tali obiettivi non è ignobile, nella misura in cui "il fine giustifica i mezzi”.
Tuttavia, date le implicazioni ad un necessario ricorso
all’illegalità e a metodi conseguenti che generano ben più di un soffio
di autoritarismo, il “fine giustifica i mezzi” non corrisponde alla rappresentazione concettuale del modus operandi
con cui i moderni Stati occidentali democratici, si suppone, dovrebbero
operare, in termini di strategie politiche, sia in ambito nazionale che
all’esterno.
Giulio Tremonti su Monte Dei Paschi di Siena a SkyTg24:
"Monti ha chiesto la fiducia su Monte Dei Paschi di Siena, adesso lasci
il Circolo degli Illuminati di Davos e venga a illuminare il
Parlamento". E intanto, nel "Circolo degli Illuminati di Davos", Mario Draghi
annuncia che, dopo averla svuotata, si prenderà la nostra sovranità: "Draghi a Davos: rivolete la sovranità? Datecela!". Byoblu
Cameron promette il referendum contando sull'appeal zero della Ue. I
"quantitative easing" diventano "svalutazioni competitive" cui l'Europa
"tedesca" non sa come rispondere.
Problemi seri per l'Unione Europea. Da un lato la “guerra delle
monete”, che la vede debole nei confronti di Usa, Giappone, Svizzera,
Gran Bretagna, a causa di una banca centrale che – al contrario delle
“concorrenti” - non può emettere moneta a piacimento. Dall'altra gli
scollamenti evidenti tra interessi geostrategici divergenti, esplicitati
dal premier inglese Cameron che vuole andare al referendum per “uscire
dalla Ue” contando sulla bassissima credibilità attuale del progetto
europeo nella popolazione d'Albione. Di Claudio Conti Contropiano
Se vi aggiungiamo
l'altrettanto bassa popolarità presso i popoli della Ue, conseguente
alle politiche di “austerità” che ne stanno distruggendo il “modello
sociale”, il quadro non potrebbe essere più fosco. Andiamo con ordine.
Il premier britannico David Cameron prometterà oggi che in caso di una
vittoria dei conservatori nelle prossime elezioni si terrà un referendum
su una eventuale permanenza o meno della Gran Bretagna nell'Unione
Europea. Leggi tutto...
Il 2013 potrebbe essere catastrofico o rappresentare una possibilità di
rilancio: parola di Fmi. A Davos, il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde avverte i capi
di Stato e di governo dell’Eurozona sui rischi che corre la moneta unica
nell’anno in corso. La socialista francese, al comando dell’organismo
mondialista, ha sottolineato che i leader della zona euro dovrebbero
“mantenere lo slancio” nelle riforme come l’unione bancaria, la
recessione è previsto ora un soffermarsi nell’anno in corso. “Il 2013
sarà l’anno del successo o del fallimento. I maggiori rischi sono per i
Paesi sviluppati - Giappone, Eurozona e Stati Uniti, rappresentano delle
minacce se non manterranno lo slancio”, ha dichiarato la Lagarde,
durante il suo intervento al World Economic Forum tenutosi nella
località svizzera di Davos. Di Andrea Perrone Rinascita
Tutto è avvenuto poiché il Fondo monetario
ha rivisto la sua previsione di crescita globale, dando una visione più
pessimista rispetto a tre mesi fa. Per cui è previsto che invece di un
aumento dello 0,1 per cento dell’Eurozona per il 2013, si verifichi al
contrario una recessione dello 0,2%. Lagarde ha detto che è
importante per la zona euro di avere una unione funzionale bancario il
più presto possibile, in riferimento ai negoziati in corso sulla
creazione di un'unica autorità di vigilanza per le banche, per essere
ospitati da parte della Banca Centrale Europea.
“Il risanamento di
bilancio, per quanto doloroso possa essere in alcune aree della zona
euro, deve continuare, così come una chiara focalizzazione sui posti di
lavoro”