La multa di 1,3 miliardi inflitta a Meta evidenzia il complesso sistema di sorveglianza dei dati negli Stati Uniti

Meta, la società madre di Facebook, ha ricevuto lunedì una multa record di 1,2 miliardi di euro (1,3 miliardi di dollari) dalla Commissione irlandese per la protezione dei dati. Le è stato inoltre ordinato di interrompere il trasferimento dei dati raccolti dagli utenti europei di Facebook agli Stati Uniti, in violazione delle leggi europee sulla protezione dei dati.

Secondo la decisione della Commissione, l'azienda non ha rispettato una sentenza del 2020 della Corte di giustizia dell'Unione europea, secondo la quale i dati di Facebook inviati dagli Stati membri dell'UE agli Stati Uniti, come riportato dal New York Times (NYT), "non erano sufficientemente protetti dalle agenzie di intelligence americane". Meta si sta ora preparando a intraprendere un lungo processo di appello.

Vale la pena notare che questa sentenza dell'UE si aggiunge a un'azione legale collettiva da 725 milioni di dollari che coinvolge centinaia di milioni di utenti attivi negli Stati Uniti dal maggio 2007 al dicembre 2022. Facebook è accusato di aver reso disponibili i dati degli utenti a terzi senza il loro permesso.

Secondo il NYT, l'attivista austriaco per la privacy Max Schrems, che ha condotto le indagini che hanno portato alle precedenti cause contro Meta, ha dichiarato: "A meno che le leggi sulla sorveglianza degli Stati Uniti non vengano sistemate, Meta dovrà ristrutturare radicalmente i suoi sistemi". Secondo Schrems, la soluzione sarà probabilmente un "social network federato" in cui la maggior parte dei dati degli utenti rimarrà nell'UE, con l'eccezione dei trasferimenti "necessari", come quando qualcuno nell'UE invia un messaggio a qualcuno negli Stati Uniti.

Da parte sua, Meta sostiene di essere stata presa di mira ingiustamente. Sir Nicholas Clegg, presidente di Meta per gli affari globali ed ex vice primo ministro del Regno Unito, e Jennifer G. Newstead, consigliere generale dell'azienda, hanno dichiarato in un comunicato: "Internet rischia di essere frammentato in silos nazionali e regionali, limitando l'economia globale e negando ai cittadini di diversi Paesi l'accesso a molti servizi condivisi che sono diventati indispensabili", se tali decisioni verranno attuate.

https://www.youtube.com/watch?v=KXJ5O7NlBp4

Tuttavia, la domanda che si pone la maggior parte delle persone è se questi trasferimenti di dati rappresentino un reale rischio per la sicurezza. La risposta è un secco sì. Negli Stati Uniti, il Quarto Emendamento della Costituzione, che dovrebbe impedire perquisizioni e sequestri illegali da parte del governo, è stato di fatto sospeso.

Nella storica causa Carpenter contro gli Stati Uniti, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che lo Stato deve emettere un mandato di perquisizione per costringere le aziende a fornire dati sensibili, in questo caso i dati di localizzazione. Ma questo non si applica se le aziende forniscono volontariamente questi dati, ad esempio vendendoli tramite broker di dati ad alto prezzo. Ciò significa che le agenzie governative possono essenzialmente staccare un grosso assegno e acquistare dati sul mercato aperto, indipendentemente dal fatto che siano rilevanti o meno per un caso in corso.

Per quanto riguarda la Corte Suprema degli Stati Uniti, non ha preso in considerazione nessun altro caso che modifichi questa interpretazione di Carpenter e, poiché la legge del Congresso è straordinariamente obsoleta e molto indietro rispetto a quella di altri blocchi o Paesi, come l'UE o la Cina, non esiste alcuna legge che impedisca al governo di acquistare questi dati. Ciò pone un serio dilemma legale ed etico.

Da un lato, lo Stato ha un interesse legittimo a raccogliere nuovi dati per le attività in corso. Si pensi agli ultimi dati che indicano che quasi la metà dei casi di omicidio negli Stati Uniti rimane irrisolta. È prevedibile che i dati delle grandi aziende tecnologiche possano aiutare a risolvere questi casi; e, in effetti, so che questo è vero perché mio zio è stato accusato di una serie di stupri in Kentucky e Ohio risalenti a trent'anni fa, grazie all'analisi del DNA fornita da un'azienda privata specializzata in genealogia e utilizzata dalle forze dell'ordine.

In questo caso, la giustizia ha prevalso nettamente. Senza queste prove, ottenute grazie a uno scambio volontario tra lo Stato e una società privata, questo mostro avrebbe continuato a seminare il terrore nella comunità e a distruggere vite. Questa raccolta di dati ha contribuito a una giusta causa, e ne sono davvero molto grato.

Tuttavia, è chiaro che potrebbe portare ad attività nefaste da parte dello Stato in futuro. Inoltre, dato che le persone che commettono crimini così efferati negli Stati Uniti non sono persone che vivono all'estero, non ha senso che il governo americano usi questo argomento per raccogliere dati su scala globale. Sebbene lo Stato possa avere un interesse in determinati dati e sia certamente necessario adottare nuove leggi in materia, lo status quo non ha chiaramente alcuno scopo legittimo.

Dalle rivelazioni di Edward Snowden di dieci anni fa, sappiamo già che i servizi segreti statunitensi raccolgono ogni sorta di dati in massa su persone di tutto il mondo. Secondo il Guardian, sappiamo che gli Stati Uniti hanno programmi come PRISM, che consente la sorveglianza diretta degli account Google e Yahoo degli americani, o XKeyscore, uno strumento analitico che raccoglie "praticamente tutto ciò che viene fatto su Internet". Gli Stati Uniti sono in grado di farlo - e di mantenere la loro egemonia informativa globale - perché le aziende sono costrette a fornire i dati tramite mandati di perquisizione e ci sono lucrosi incentivi finanziari per consegnare volontariamente i dati allo Stato.

Forse questo caso storico contro Meta sarà una sorta di rivelazione alla gente sulla tecnologia statunitense, che è estremamente pericolosa e di cui non ci si può fidare. Molti Paesi del mondo, in particolare in Europa, stanno prendendo spunto dai servizi segreti statunitensi per vietare la tecnologia cinese o russa, ignorando completamente l'elefante nella stanza: il governo statunitense e i suoi partner del settore privato sono le principali minacce alla sicurezza informatica globale.

RT, 24 maggio 2023

Seguici sul canale telegram ► @VociDallaStrada