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"LA TERRA CI NUTRE LA TECNOLOGIA CI GUIDA: COLTIVIAMO INSIEME IL FUTURO"
17 novembre 2012
Civili sotto attacco nella Striscia di Gaza
Siamo al terzo giorno degli attacchi
israeliani sulla Striscia di Gaza. Scriviamo questo comunicato nel mezzo
del suono incessante dei bombardamenti, che sono proseguiti per tutto
il giorno di ieri, nel corso della notte e oggi. L’escalation militare portata avanti dall’esercito israeliano continua
su tutta la Striscia. Da Gaza City, sentiamo il rumore incessante dei
droni e dei caccia F16 che irrompono nel cielo sulle nostre teste. Le
bombe ci cadono ripetutamente attorno, colpendo aree densamente
popolate.
ISM
Finora le forze aeree israeliane hanno condotto più di 500 bombardamenti, portando a 29 il numero dei morti. Più di 255 persone sono state ferite dagli attacchi,
la gran parte dei quali civili, tra cui 100 bambini. 30 sono le persone
in condizioni critiche.Le aree colpite includono Beit Hanoun, il campo rifugiati Jabalia, i
quartieri di Sheikh Radwan e al-Nasser a Gaza City, il campo rifugiati
di Maghazi, Deir El Balah, Khan Younis, e l’area dei tunnel a Rafah.
Nella giornata di ieri, 15 novembre, abbiamo visitato l’ospedale Al
Shifa a Gaza City, dove è stata portata la maggior parte dei feriti.
Abbiamo parlato con i dottori, i pazienti e i loro parenti, vittime
degli attacchi in corso nella Striscia di Gaza. Condividiamo alcune
delle storie delle persone che abbiamo incontrato.
Haneen Tafesh
Nella giornata di ieri, 15 novembre,
abbiamo visitato l’ospedale Al Shifa a Gaza City, dove è stata portata
la maggior parte dei feriti. Abbiamo parlato con i dottori, i pazienti e
i loro parenti, vittime degli attacchi in corso nella Striscia di Gaza.
Condividiamo alcune delle storie delle persone che abbiamo
incontrato. Salem Waqef, un uomo di 40 anni, è stato gravemente ferito
quando la sua casa è stata distrutta da un attacco la mattina presto del
15 novembre. I suoi dottori dicono che Salem ha subito danni cerebrali a
causa della mancanza di ossigeno. E’ stato portato in terapia intensiva
alle 5 del mattino. E’ al momento in coma e secondo i dottori in
condizioni difficili.
Verso le 13:10, quando lasciavamo la sala
di terapia intensiva, una bambina di 10 mesi, Haneen Tafesh, è stata
portata in corsia. Era incosciente e il suo corpicino era livido.
Aveva subito la frattura del cranio e un’emorragia cerebrale, causata da
un attacco avvenuto intorno alle 11 nel quartiere di Sabra a Gaza. Era
in coma sotto ossigenazione artificiale. Più tardi nel pomeriggio,
abbiamo ricontrollato come stava e i dottori hanno detto che le sue
condizioni erano peggiorate. Dopo essere ritornati a casa la sera,
abbiamo ricevuto la notizia della sua morte.
Ahmed Durghmush
Ahmed Durghmush ha una ventina di anni ed
è stata portato allo Shifa in terapia intensiva verso le 21 di
Mercoledì 14, dopo essere stato ferito da un attacco aereo che ha
colpito il quartiere di Tel Al Hawa a Gaza City. Ha subito un trauma
cerebrale causato dalle schegge di un missile esploso. All’arrivo di
Ahmed, il Dr Fauzi Nablusia ha spiegato che soffriva di un’emorragia
cerebrale ed era stato operato. Le sue condizioni sono peggiorate nel
corso della giornata. Un parente di Ahmed vicino al suo letto si è
sfogato dicendoci di sentirsi impotente e di avere paura per la sorte di
Ahmed.
Basma Mahmud Al Tourouq
Il pronto soccorso è stato inondato dagli
arrivi dei feriti durante tutto il giorno. Tra di essi è arrivata
Basma Mahmoud el Tourouq, 5 anni, dal quartiere di Rimal a Gaza City. E’
stata ferita dal bombardamento avvenuto vicino alla sua casa intorno
alle 14:30 del pomeriggio. L’onda d’urto dell’esplosione l’ha scaraventata dall’altro lato della
stanza, la brusca caduta per terra le causato la frattura dell’avambraccio. Abbiamo poi sentito le storie di alcuni tra i bambini,
le donne e gli uomini feriti e dei loro parenti che sono
stati ricoverati in diversi reparti dell’ospedale Al Shifa. Mohammed Abu
Amsha, due anni e mezzo, è stato ferito mentre sedeva di fronte alla
casa di suo nonno a Beit Hanoun.Un F16 ha sparato un missile
nelle vicinanze e dopo l’esplosione le macerie l’hanno colpito alla
testa. Quando stavamo per andarcene, abbiamo saputo che anche lo zio di
Mohammed era stato ferito.
Zuhdiye Samour, madre e nonna, del campo rifugiati di Shati a Ovest
di Gaza City, era ancora visibilmente scossa da quello le era accaduto,
quando ci ha raccontato: “Eravamo seduti insieme a casa. Erano le 20:30
di sera e stavamo guardando la Tv, dei film per distrarre i bambini che
avevano paura. Poi, abbiamo sentito i botti di 12 colpi di artiglieria
sparati dalle navi della marina israeliana”. Zuhdiye e altri tre civili
sono stati feriti quando i proiettili sono esplosi nella loro zona
abitata a nord di Gaza City.
Mohammed Abu Amsha
Khalid Hamad, il direttore della Pubblica
Informazione del Ministero della Giustizia, è stato uno dei civili
feriti nell’attacco indiscriminato di un’area residenziale. Era a casa
con la sua famiglia a Nabarat, Nord di Gaza City, quando ha sentito
l’esplosione di una bomba, che ha colpito la casa del vicino. Molte
persone del vicinato sono accorse fuori per aiutare e sono state colpite
da altri sei proiettili sparati dalle navi. Il nipote di Hamad,
un adolescente, ha riportato ferite lievi. Anche un altro uomo è stato
ferito dalle schegge dei proiettili. “Hanno colpito i civili
deliberatamente”, ha detto, “le forze israeliane non fanno errori”.
Duaa Hejazi (Lydia De Leeuw)
Una ragazza di 13 anni, Duaa Hejazi,
stava tornando a casa sua a Gaza, nel quartiere di Sabra, dopo una
camminata con sua madre e i fratelli, quando un missile israeliano ha
colpito la strada di fronte alla loro casa intorno alle 8 di sera. “Ho
perso molto sangue. Anche mio fratello è stato ferito, alla mano. I
vicini mi hanno portato all’ospedale”. Duaa ha riportato ferite causate
dalle schegge delle bombe su tutto il torace, alcune delle quali ancora
conficcate nel petto. Lei vorrebbe trasmettere un messaggio ai bambini
che vivono fuori da Gaza: “Siamo bambini. Non abbiamo colpe per quello
che stiamo subendo. Siamo sotto occupazione e, così come Abu Ammar, dico
“se sei una montagna, il vento non ti scuoterà”. Noi non abbiamo paura,
continueremo a essere forti. Anche oggi abbiamo incontrato il Dott.
Mithad Abbas, Direttore Generale dell’ospedale Shifa. Quando gli abbiamo
chiesto in che modo l’ospedale stia affrontando l’arrivo dei pazienti
ci ha risposto: “Quando arrivano questi casi in ospedale, ci troviamo ad
operare in circostanze straordinarie. Siamo in una situazione di
assedio, di embargo, per la quale soffriamo della mancanza di medicinali
e forniture mediche di prima necessità”. L’ospedale non possiede
molti medicinali e strumenti fondamentali, quali antibiotici, cateteri,
anestetici, guanti, tutori esterni, eparina, materiali di sutura,
detergenti e pezzi di ricambio per macchinari medici.
L’ospedale possiede anche di una riserva di carburante, che fornisce
energia durante i quotidiani tagli dell’elettricità. Se i tagli
dell’elettricità dovessero raggiungere le 12 ore giornaliere, il Dott.
Abbas ci ha detto che in tal caso l’ospedale avrà carburante sufficiente
per fornire l’elettricità per non più di una settimana. Il personale
dell’ospedale sta affrontando scene caotiche e cariche di tensione, in
quanto corridoi e stanze sono diventati sovraffollati, con persone che
provano ad accertarsi dei propri parenti e amici feriti.
Il Dott. Abbas racconta: “le persone
entrano nel pronto soccorso in panico, cercando i propri familiari. E’
molto difficile gestire tutto ciò”. Nessuno sa dove colpirà il prossimo
missile, nessuno sa dove potrà essere al sicuro. I genitori non sono in
grado di tenere i propri bambini al sicuro, e neanche a trasmettere loro
un senso di sicurezza”.
Questi sono i nomi delle persone uccise dagli attacchi israeliani:
1- Walid Abadlah, 2 1/2 anni
2- Marwan Abu Al-Qumsan, 52 anni
3- Ramai Hamamd
4- Khalid Abu Al-Nasser
5- Habes Mesbeh, 30 anni
6- Wael Al-Ghalban
7- Hisham Al-Ghalban
8- Ahmed Al-Jaabari, 52 anni
9- Mohammed Al-Hams
10- Ranan Arafat, 3 anni
11- Essam Abu El-Mazzah, 20 anni
12- Hani Al-Kaseeh, 18 anni
13- Ahmed Al-Masharawi, 11 anni
14- Hiba Al-Masharawi, 19 anni, incinta
15- Mahmud Sawaween, 65 years old
16- Hanin Tafish, 10 mesi
17- Tareq Jamal Naser, 16 anni
18- Oday Jamal Nasser, 14 anni
19- Fares al-Bassiouni
20- Mahmoud Sadalla, 3 anni
21- Ismail Qandil, 24 anni
22- Tahrir Suleiman, 22 anni
23- Non identificato
24- Non identificato
25- Ziad Abu Jlal
26- Amjad Abu Jlal
27- Ahmed Abu Jlal
28- Hasan Abu Hmela
29- Khaled Shaer
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Per ulteriori informazioni, contattare:
Adie Mormech (Inghilterra)
Adriana (Italiano, Spagnolo)
Gisela Schmidt Martin (Irlanda)
Joe Catron (Stati Uniti)
Lydia de Leeuw (Olanda)
Meri (Italia)
+972 (0) 592280943
+972 (0) 597241318
+972 (0) 592778020 blipfoto.com/GiselaClaire
+972 (0) 595594326 twitter.com/jncatron
+972 (0) 597478455 asecondglance.wordpress.com
+972(0)598563299
Siamo un gruppo di internazionali che vivono nella Striscia di Gaza e
lavorano negli ambiti del giornalismo, dei diritti umani,
dell’educazione, dell’agricoltura. Cerchiamo di difendere e
promuovere i diritti della popolazione civile palestinese di fronte
all’occupazione israeliana e alle operazioni militari. Oltre ad essere
noi stessi testimoni oculari, raccogliamo informazioni dalle nostre reti
personali in tutta la Striscia di Gaza, dai media locali, dal personale
medico e dalle ONG internazionali presenti a Gaza. Verifichiamo ciò che
divulghiamo e speriamo che i nostri resoconti possano contribuire a
rendere più accurata la copertura mediatica della situazione di Gaza.
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