13 dicembre 2019
L’allarme democratico (quello vero)
È in corso un’offensiva politico-poliziesco-giudiziaria contro il sindacato Si Cobas e soprattutto contro le centinaia di lavoratori e lavoratrici che stanno affrontando, sotto la direzione di questa sigla, durissime battaglie sul terreno della difesa dei posti del lavoro e del diritto alla contrattazione. Non è la solita recriminazione contro la repressione – che in Italia, del resto, non guarda in faccia a nessuno e interviene puntuale, da sempre, dentro ogni contraddizione reale. Qua siamo davanti a un salto di qualità, coordinato e organizzato, che potrebbe anche preludere alla costruzione di un qualche “teorema” nazionale, se si troverà una Procura di buona volontà pronta a prestarsi. È tradizione italiana ricondurre alle aule dei tribunali tutti i fenomeni sociali che non si riescono a normalizzare.
Il rosario della repressione, solo per restare agli ultimi giorni, è impressionante e va aggiornato con il passare delle ore. Sul piano propriamente vertenziale, gli attacchi sono molteplici: a Tortona, a Brescia, a Fermo, a Bologna, a Castellarano: si va dall’ordinario cambio appalto con mancato rinnovo degli iscritti, al licenziamento mirato delle avanguardie (20 alla Coop di Tortona), al licenziamento di massa di chi sciopera (140 dipendenti alla Ambruosi e Viscardi di Fermo), alle cessioni di ramo d’azienda fatte al solo scopo di “ripulire” il personale riottoso e sindacalizzato (alla ex Pamm di Castellarano) e numerose altre situazioni analoghe.
Piazza Fontana: cosa c'entrano le banche?
Come la storia degli ultimi decenni ci ha insegnato, i "grandi attentati" portano con sé quasi sempre dei livelli multipli di lettura, oltre a quello, primario, della destabilizzazione. Questo meccanismo poteva non essere del tutto chiaro nel lontano dicembre 1969, quando esplose a Milano la bomba di Piazza Fontana.
Riascoltando però le rievocazioni storiche di quel giorno, qualcosa di curioso salta all'occhio: quel giorno non fu una, ma furono ben tre le banche prese di mira dagli attentati. Non solo ci fu un'esplosione alla Banca dell'Agricoltura di Milano (quella che causò 13 morti e dozzine di feriti), ma ve ne fu anche una alla Banca Nazionale del Lavoro di Roma (che fortunatamente causò solo feriti, ma nessun morto).
Riascoltando però le rievocazioni storiche di quel giorno, qualcosa di curioso salta all'occhio: quel giorno non fu una, ma furono ben tre le banche prese di mira dagli attentati. Non solo ci fu un'esplosione alla Banca dell'Agricoltura di Milano (quella che causò 13 morti e dozzine di feriti), ma ve ne fu anche una alla Banca Nazionale del Lavoro di Roma (che fortunatamente causò solo feriti, ma nessun morto).
12 dicembre 2019
"Fascista". Il golpista boliviano Camacho duramente contestato negli Usa
Il neonazista boliviano Luis Camacho ha subito una dura contestazione nella città di New York, dove dopo aver discusso tranquillamente di democrazia con il Segretario Generale dell’OSA, l’ineffabile Luis Almagro, era stato invitato a un dibattito dal think thank Inter-American.
L’idilliaca conversazione del nazista ultracattolico boliviano è stata interrotta dagli attivisti di Codepink.
La giornalista Anya Parampil di The Grayzone è riuscita ad avvicinare Camacho, chiedendogli se si definisce un fascista, prima che la sicurezza bloccasse gli accessi a attaccasse fisicamente gli attivisti di Codepink.
Il nazista boliviano ha risposto con un sorriso alla domanda della giornalista. Ma il suo profilo è davvero inquietante.
L’idilliaca conversazione del nazista ultracattolico boliviano è stata interrotta dagli attivisti di Codepink.
La giornalista Anya Parampil di The Grayzone è riuscita ad avvicinare Camacho, chiedendogli se si definisce un fascista, prima che la sicurezza bloccasse gli accessi a attaccasse fisicamente gli attivisti di Codepink.
Il nazista boliviano ha risposto con un sorriso alla domanda della giornalista. Ma il suo profilo è davvero inquietante.
7 dicembre 2019
La tortura sistematica dei palestinesi nelle prigioni israeliane
Dalla creazione di Israele nel 1948, l'Agenzia per la sicurezza israeliana tortura i palestinesi. Yara Hawari, ricercatrice principale alla politica sulla Palestina di Al-Shabaka, spiega qui che l'uso della tortura nei centri di detenzione israeliani è sistematico e legittimato dalla legge dell'occupante. Descrive poi i passi che la comunità internazionale deve compiere per ritenere Israele responsabile e per porre fine a queste violazioni della legge.
Il recente caso di Samer Arbeed sottolinea ancora una volta l'uso sistematico della tortura contro i detenuti palestinesi nelle prigioni israeliane. I soldati israeliani hanno arrestato Arbeed nella sua casa di Ramallah il 25 settembre 2019. Lo hanno picchiato duramente prima di portarlo al centro di detenzione Al Moscobiyye a Gerusalemme per un interrogatorio.
Due giorni dopo, secondo il suo avvocato, è stato ricoverato in ospedale dopo essere stato violentemente torturato e la sua vita è stata in pericolo per diverse settimane.
Il recente caso di Samer Arbeed sottolinea ancora una volta l'uso sistematico della tortura contro i detenuti palestinesi nelle prigioni israeliane. I soldati israeliani hanno arrestato Arbeed nella sua casa di Ramallah il 25 settembre 2019. Lo hanno picchiato duramente prima di portarlo al centro di detenzione Al Moscobiyye a Gerusalemme per un interrogatorio.
Due giorni dopo, secondo il suo avvocato, è stato ricoverato in ospedale dopo essere stato violentemente torturato e la sua vita è stata in pericolo per diverse settimane.
6 dicembre 2019
L' Unione Europea non e' l'Europa
L'Europa, nel senso riduttivo ed economicista di Unione Europea (UE), ha tirato un sospiro di sollievo dopo l'ultima ronda elettorale dei 28 paesi che ne fanno parte. Non e' riuscito ai “populisti” il sorpasso, e le due sponde del liberismo hanno brindato con gioia allo scampato pericolo. Si sono inebriati, sconfinando in un trionfalismo auto-celebrativo. Avanti tutta, con più UE, più liberismo e più decisionismo ostile alle maggioranze, insistono da Bruxelles, Strasburgo e Francoforte. Lo strato dirigente sembra indifferente alle sanzioni economiche che l'ex economia egemone ha varato con ritorsioni doganali, embarghi parziali, proibizioni finanziarie e boicottaggi commerciali che seppelliscono definitivamente l'immaginario fittizio del libero-scambismo. Oltre al mito primigenio dell'economia che -chissà perché- deve dirigere tutto. Assolutamente tutto. In realtà si torna al protezionismo, alla politica delle cannoniere con l'alibi del castigo della “devianza”. Di chi?
4 dicembre 2019
La vaccinazione obbligatoria non è la soluzione per il morbillo in Europa
L’ondata di obbligo vaccinale che registriamo in Europa non serve a prevenire i focolai di morbillo e crea un vulnus democratico alla libertà delle persone. La maggior parte dei dubbiosi non sono estremisti, bensì genitori prudenti che hanno bisogno di un confronto professionale e trasparente e di servizi vaccinali facilmente accessibili.
I casi di morbillo globalmente nei primi sei mesi del 2019 hanno raggiunto i livelli più alti dal 2006. Mentre i paesi di tutto il mondo lottano per contenere i focolai, le politiche governative in materia di vaccinazioni sono state messe sotto accusa. La Germania è stata l’ultima a cedere alla pressione.
Data la libera circolazione dei cittadini tra i paesi dell’UE, una politica coerente in materia di sanità pubblica è particolarmente importante. Ad esempio, nel primo trimestre del 2019 nel Regno Unito si sono verificati oltre 230 casi di morbillo, la maggior parte dei quali collegati a viaggi in Europa.
I casi di morbillo globalmente nei primi sei mesi del 2019 hanno raggiunto i livelli più alti dal 2006. Mentre i paesi di tutto il mondo lottano per contenere i focolai, le politiche governative in materia di vaccinazioni sono state messe sotto accusa. La Germania è stata l’ultima a cedere alla pressione.
Data la libera circolazione dei cittadini tra i paesi dell’UE, una politica coerente in materia di sanità pubblica è particolarmente importante. Ad esempio, nel primo trimestre del 2019 nel Regno Unito si sono verificati oltre 230 casi di morbillo, la maggior parte dei quali collegati a viaggi in Europa.
3 dicembre 2019
La decisione della Bolivia sul litio ha accelerato il colpo di stato
La militarizzazione dei confini dell'Argentina e del Cile con la Bolivia ha coinciso con l'ingresso della società statunitense Ensorcia Metals, a cui Buenos Aires e Santiago hanno consegnato la produzione di batterie al litio, a differenza della Bolivia, che ha il più grande serbatoio, e che ha creato una società statale per l'industrializzazione in associazione con aziende europee, dice un gruppo di ricercatori della rete boliviana Marka Abia Yala.
"La geopolitica del litio è stata profondamente trasformata da una situazione molto complicata a una situazione altamente pericolosa per le economie regionali e la pace", dicono i ricercatori nel loro studio "Bolivia en la mira militar" (La Bolivia nell'occhio militare).
"La geopolitica del litio è stata profondamente trasformata da una situazione molto complicata a una situazione altamente pericolosa per le economie regionali e la pace", dicono i ricercatori nel loro studio "Bolivia en la mira militar" (La Bolivia nell'occhio militare).
2 dicembre 2019
YES, WE MES!
Come notava un amico c’è chi dice che il MES dopo tutto non è che una specie di assicurazione.
Bene così, se si vuol giocare al gioco delle semplificazioni, facciamolo.
Il MES, come emergerebbe nelle formulazione recentemente emendata, sarebbe un po’ come un’assicurazione sulla casa.
Un’assicurazione un po’ speciale, però.
L’assicurazione MES è un’assicurazione assai costosa (14 miliardi già versati, 125 miliardi di possibile versamento futuro).
Beh, però ne varrà la pena, no?
Dunque, vediamo. Se un meteorite mi distrugge la casa, un’assicurazione qualunque mi ripagherà di norma almeno i costi di ricostruzione.
"Se c'è un COP25 significa che si sono incontrati 24 volte e hanno fallito"
Intervista all'ecologista Antonio Elio Brailovsky
Mario Hernández: Il prossimo 2 dicembre, il COP 25 si riunirà a Madrid. Hanno dovuto cambiare lo scenario a causa della situazione politica in Cile, in particolare a Santiago del Cile. Che aspettative possiamo avere di questo incontro?
E. B.: Nessuna. Il semplice fatto che ci sia un 25° incontro per discutere i problemi climatici significa che si sono incontrati 24 volte e non sono riusciti a raggiungere un accordo che funziona. Promettono sempre qualcosa e poi non lo fanno. Quindi abbiamo 24 esempi di fallimento dei vertici sul clima, dove hanno detto molte cose e non hanno dato risultati. Quindi non vedo ragione di pensare che questa volta sia diversa.
Mario Hernández: Il prossimo 2 dicembre, il COP 25 si riunirà a Madrid. Hanno dovuto cambiare lo scenario a causa della situazione politica in Cile, in particolare a Santiago del Cile. Che aspettative possiamo avere di questo incontro?
E. B.: Nessuna. Il semplice fatto che ci sia un 25° incontro per discutere i problemi climatici significa che si sono incontrati 24 volte e non sono riusciti a raggiungere un accordo che funziona. Promettono sempre qualcosa e poi non lo fanno. Quindi abbiamo 24 esempi di fallimento dei vertici sul clima, dove hanno detto molte cose e non hanno dato risultati. Quindi non vedo ragione di pensare che questa volta sia diversa.
1 dicembre 2019
Riflessioni a caldo sullo sciopero nazionale in Colombia
Lo sciopero nazionale del 21 novembre in Colombia, che ha visto centinaia di migliaia, se non milioni di persone, occupare le strade e sfidare la repressione e il coprifuoco in tutto il paese, è senza dubbio una delle più importanti mobilitazioni degli ultimi decenni. E' notevole non solo per la sua natura massiva, ma anche per il suo protagonista: i settori popolari urbani, che non si erano mobilitati in questo modo dal periodo di lotta negli anni '70 e '80.
Anche se per decenni l'asse delle lotte popolari in Colombia è stato nel settore rurale (principalmente contadini e indigeni), è ora che i settori urbani stanno finalmente assumendo una leadership massiccia nelle lotte contro il regime. Questo processo non sarebbe stato possibile senza due condizioni: un sentimento generalizzato di disagio nella popolazione e una forza organizzativa in grado di convocare e sostenere questa lotta.
Anche se per decenni l'asse delle lotte popolari in Colombia è stato nel settore rurale (principalmente contadini e indigeni), è ora che i settori urbani stanno finalmente assumendo una leadership massiccia nelle lotte contro il regime. Questo processo non sarebbe stato possibile senza due condizioni: un sentimento generalizzato di disagio nella popolazione e una forza organizzativa in grado di convocare e sostenere questa lotta.
30 novembre 2019
Tutte le fake news de Linkiesta su Lira, Iri e Unione Europea
Linkiesta riscrive la storia per darci lezioni di storia*
Probabilmente l'unica cosa - in parte - salvabile è il sommario, dove si ammette, come ha colto Vladimiro Giacché, «che il vincolo esterno ha svolto la stessa funzione che negli anni Venti avevano svolto i manganelli degli squadristi».
Andiamo però a ribattere punto su punto alle imprecisioni, alla confusione e alle vere e proprie balle contenute nel testo.
«Ai nostalgici della Lira e della spesa pubblica in forte deficit si sono ultimamente aggiunti anche – dal governo e dai sindacati - quelli dell'Iri. C'è una coerenza nella nostalgia che alcuni provano per la lira, la spesa, e l’Iri. Le tre erano, infatti, il “pacchetto” che caratterizzava la Prima Repubblica.
Probabilmente l'unica cosa - in parte - salvabile è il sommario, dove si ammette, come ha colto Vladimiro Giacché, «che il vincolo esterno ha svolto la stessa funzione che negli anni Venti avevano svolto i manganelli degli squadristi».
Andiamo però a ribattere punto su punto alle imprecisioni, alla confusione e alle vere e proprie balle contenute nel testo.
«Ai nostalgici della Lira e della spesa pubblica in forte deficit si sono ultimamente aggiunti anche – dal governo e dai sindacati - quelli dell'Iri. C'è una coerenza nella nostalgia che alcuni provano per la lira, la spesa, e l’Iri. Le tre erano, infatti, il “pacchetto” che caratterizzava la Prima Repubblica.
25 novembre 2019
Pino Aprile: truccati gli archivi, nascosto il genocidio del Sud
Fucilazione di un "bringante" |
19 novembre 2019
Il paradosso del patriottismo militaristico latinoamericano
Colpi di stato appoggiati dagli USA in America Latina e nel Caraibe dal 1948 |
Immediatamente ho ricevuto i classici insulti che mi descrivono come "vendepatria", "infiltrato" e "traditore", le critiche della Santa Istituzione, della politica del Big Stick e dell'ideologia militarista che seduce coloro che hanno crampi alle braccio, alle mani e alle dita.
Fusione Fiat Chrysler-PSA: per il profitto e contro l'occupazione
Il progetto di fusione Renault Chrysler si è interrotto, mentre si farà la fusione Fiat Chrysler-Peugeot (PSA).
Gli amministratori di Chrysler e PSA hanno deciso di avviare la fusione che è stata annunciata come "la fusione del secolo".
L'obiettivo: nello sviluppo della globalizzazione capitalista, la competizione tra multinazionali sta diventando sempre più dura; si tratta di essere nella posizione migliore, con strumenti più forti per conquistare mercati in tutto il mondo aumentando i profitti.
PSA e Fiat Chrysler affermano che devono crescere.
Il gruppo che si formerà sarà il quarto produttore mondiale con 170 miliardi di euro di fatturato e 410.000 dipendenti.
Gli azionisti di Peugeot riceveranno circa 3 miliardi di euro, quelli di Chrysler-Fiat cinque miliardi alla firma dell'accordo di fusione.
Gli amministratori di Chrysler e PSA hanno deciso di avviare la fusione che è stata annunciata come "la fusione del secolo".
L'obiettivo: nello sviluppo della globalizzazione capitalista, la competizione tra multinazionali sta diventando sempre più dura; si tratta di essere nella posizione migliore, con strumenti più forti per conquistare mercati in tutto il mondo aumentando i profitti.
PSA e Fiat Chrysler affermano che devono crescere.
Il gruppo che si formerà sarà il quarto produttore mondiale con 170 miliardi di euro di fatturato e 410.000 dipendenti.
Gli azionisti di Peugeot riceveranno circa 3 miliardi di euro, quelli di Chrysler-Fiat cinque miliardi alla firma dell'accordo di fusione.
18 novembre 2019
Lettera aperta a Luis Almagro
Sig. Luis Almagro, segretario dell'Organizzazione degli Stati Americani:Considerando i suoi ripetuti fallimenti e i suoi ancora più insistenti abusi delle funzioni di "Segretario" degli Stati, le chiediamo di fare la cosa giusta e salvare il poco onore che le rimane, dimettendovi dalla vostra posizione, rendendo possibile a qualcuno più capace di continuare con la nota e fondamentale missione dell'OSA - seguire gli interessi di Washington - almeno in modo più mascherato (escludiamo qui il popolo americano che tende ad essere radicalmente ignorante di quanto sta accadendo nel mondo).
14 novembre 2019
Il colpo di stato in Bolivia: cinque lezioni
La tragedia boliviana insegna eloquentemente diverse lezioni che i nostri popoli e le forze sociali e politiche popolari devono imparare e incidere per sempre nella loro coscienza. Ecco una breve enumerazione, mentre procediamo e come preludio ad un trattamento più dettagliato in futuro.
Primo, per quanto esemplare sia l'economia amministrata come ha fatto il governo di Evo, la crescita, la ridistribuzione, il flusso degli investimenti sono garantiti e tutti gli indicatori macroeconomici e microeconomici sono migliorati, la destra e l'imperialismo non accetteranno mai un governo che non serve i loro interessi.
Primo, per quanto esemplare sia l'economia amministrata come ha fatto il governo di Evo, la crescita, la ridistribuzione, il flusso degli investimenti sono garantiti e tutti gli indicatori macroeconomici e microeconomici sono migliorati, la destra e l'imperialismo non accetteranno mai un governo che non serve i loro interessi.
Salvare la palma da cera colombiana dall'estinzione
L'albero nazionale colombiano, la palma da cera di Quindio, è in pericolo. Oggi, con il ritiro dei guerriglieri dopo decenni, gli scienziati stanno riscoprendo vaste foreste e si affrettano a studiarle e proteggerle.
Nel 1991 Rodrigo Bernal, botanico specializzato in palme, si recava nel bacino del fiume Tochecito, un canyon di montagna isolato nella Colombia centrale, dove fu colto da un senso di apprensione.
Due esperti di palma erano in macchina con il dottor Bernal: la sua defunta moglie, la botanica Gloria Galeano, che ha lavorato con lui all'Università Nazionale della Colombia a Bogotà, e Andrew Henderson del Giardino Botanico di New York, che era in visita. Erano andati alla ricerca della palma di cera di Quindío, la palma più alta del mondo.
Nel 1991 Rodrigo Bernal, botanico specializzato in palme, si recava nel bacino del fiume Tochecito, un canyon di montagna isolato nella Colombia centrale, dove fu colto da un senso di apprensione.
Due esperti di palma erano in macchina con il dottor Bernal: la sua defunta moglie, la botanica Gloria Galeano, che ha lavorato con lui all'Università Nazionale della Colombia a Bogotà, e Andrew Henderson del Giardino Botanico di New York, che era in visita. Erano andati alla ricerca della palma di cera di Quindío, la palma più alta del mondo.
13 novembre 2019
Messaggio di ringraziamento al popolo boliviano
In una trasmissione audio di stasera, il presidente boliviano Evo Morales ha ringraziato i suoi seguaci nella città di Cochabamba per averlo protetto e garantito la sua sicurezza dopo il colpo di stato. Ha assicurato che tornerà "con più energia per continuare a lavorare". Chiede agli oppositori Luis Camacho e Carlos Mesa di "proteggere le vite" e "smettere di uccidere e umiliare" le persone più umili del suo paese. Ha anche chiesto alle forze armate di non macchiarsi del sangue del popolo.
10 novembre 2019
L'ultima guerra d'Israele: scenario apocalittico
Nel mio libro del 2011, The Wandering Who (L'errante chi? Un'inquietante introspezione nella psicologia ebraica), ho sviluppato il possibile scenario disastroso in cui Israele è il nucleo di un'escalation globale sulle capacità nucleari emergenti dell'Iran. Ho concluso che la sindrome da stress pre-traumatico di Israele (Pre-TSD) sarebbe stato al centro di tale sviluppo. "Lo stato ebraico e il discorso ebraico in generale sono completamente estranei alla nozione di temporalità. Israele è cieco alle conseguenze delle sue azioni, pensa solo alle sue azioni in termini di pragmatismo a breve termine. Al posto della temporalità, Israele pensa in termini di un presente prolungato".
9 novembre 2019
L’Italia perde la Fiat, venduta alla Francia. E nessuno fiata
L’Italia perde la sua maggiore azienda, per decenni sorretta dallo Stato: a mangiarsi la Fiat è la Francia di Macron, con il gruppo Psa (Peugeot-Citroen-Opel) di cui il governo francese possiede il 13%. Il Cda di quello che diventerà il quarto produttore automobilistico al mondo, con 50 miliardi di dollari di fatturato, sarà guidato dall’attuale numero uno di Peugeot, Carlos Tavares, lasciando a John Elkann la presidenza del nuovo soggetto industriale. Clamorosa l’assenza totale della politica italiana: gli uomini del Conte-bis si limitano al ruolo di semplici spettatori, e tace anche l’opposizione. Silenzio generale, di fronte alla perdita definitiva del gruppo Fiat, fatto a pezzi nel corso degli anni. Stabilimenti delocalizzati in Polonia, Serbia, Turchia, Brasile, Argentina, India e Cina.
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