La Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani e l’assassinio di Aldo Moro ha deciso di ascoltare, questa sera, l’ex brigatista Valerio Morucci in merito alle contraddizioni emerse tra i racconti, forniti nel corso degli anni, dall’autore della telefonata che annunciava la morte di Aldo Moro e le ricostruzioni dell’organo istituito dal Parlamento nel 2014. Morucci, militante di Potere Operaio e dal 1976 membro della colonna romana delle Brigate Rosse, dovrà fare chiarezza sui diversi aspetti ancora misteriosi riguardanti l’agguato di Via Fani: la dinamica, il numero dei presenti e chi ha premuto il grilletto. Il racconto dell’ex brigatista infatti, coincide solo in parte, con quanto riportato dai testimoni presenti sul tipo di armi utilizzate e sul numero, ancora oggi imprecisato, di componenti dell’unità che ha compiuto la strage e il sequestro.
Le audizioni programmate dalla Commissione presieduta da Giuseppe Fioroni, servono a far luce sulle «zone grigie» descritte dalla relazione approvata il 20 dicembre 2016. Le conclusioni di quel documento che, a detta della stessa Commissione, «non esauriscono la complessità della vicenda Moro», parlano della necessità di chiarire il significato di alcune «omissioni investigative». Le ‘sviste’ più importanti, secondo quanto riportato, riguarderebbero la vicenda del bar Olivetti, frequentato da persone collegate alla malavita romana e calabrese, e del suo titolare Tullio Olivetti, «figura poco approfondita», nonostante fosse emerso «un suo possibile ruolo criminale tra il 1977 e il 1978».